#politiche culturali Alessandria
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Alessandria premiata come città europea per le buone pratiche teatrali: un riconoscimento prestigioso dal programma URBACT
L’UE premia Alessandria per le politiche culturali e teatrali innovative che promuovono inclusione e partecipazione: un segnale di speranza per il nuovo Teatro Comunale in arrivo.
L’UE premia Alessandria per le politiche culturali e teatrali innovative che promuovono inclusione e partecipazione: un segnale di speranza per il nuovo Teatro Comunale in arrivo. Alessandria celebra un importante traguardo culturale: il programma europeo URBACT ha insignito la città del prestigioso Premio Urbact UE per le sue buone pratiche legate al teatro, riconoscendo le politiche innovative…
#aggregazione sociale Alessandria#Alessandria#Alessandria modello europeo#Alessandria progetto culturale#Alessandria teatro comunale#buone pratiche teatrali#città europea cultura#comunità teatrale#cooperazione culturale#crescita artisti locali#cultura accessibile#cultura inclusiva#festival teatro europeo#Festival URBACT City#fondi PNRR cultura#Giorgio Abonante#inclusione fragili#Inclusione sociale#innovazione culturale#patrimonio culturale europeo#PNRR Alessandria#politiche culturali Alessandria#politiche europee teatro#Premio Urbact#Progetti Europei#promozione teatro#rete culturale europea#riconoscimento culturale UE#sviluppo sociale Alessandria#teatri privati
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Come già avevo anticipato......
Come già avevo anticipato……
Elezioni politiche, accordo tra Mattarella e i partiti: scioglimento Camere dopo Natale e si andrà al voto il 4 marzo
Gentiloni non si dimetterà: resterà in carica per gli affari correnti. Pronto a rimanere a Palazzo Chigi nel caso in cui dopo le urne risulti difficile la formazione di un nuovo governo.
La tappe ora sono decise. Scioglimento delle Camere tra Natale e Capodanno, dopo il varo…
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#Abbazia di Chiaravalle#Alessandria#Centro destra#Comune di Torino#Cuneo#Evoluzione Sociale Italiana#Forza Italia#Italia#Lucia D&039;Errico#Norcia#Novara#Nucleo Beni Culturali#Partiti italiani#Piemonte#Politica#Politiche sociali#Poltrona#Regione Piemonte#Sociale#Stato#Torino#Vercelli#Volontariato
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MERCOLEDI 30 MARZO 2022 - ♦️ SAN LUDOVICO DI CASORIA ♦️ Ludovico da Casoria, al secolo Arcangelo Palmentieri (Casoria, 11 marzo 1814 – Napoli, 30 marzo 1885), è stato un religioso italiano dell'Ordine dei Frati Minori Scalzi. Insegnò per vent'anni filosofia e matematica a Napoli fino a quando, dopo un'esperienza mistica vissuta durante un'adorazione eucaristica, decise di dedicare la sua vita al riscatto dei bambini africani tenuti in schiavitù. Fu il fondatore dei frati bigi e delle suore bigie. Resse, inviato dalla Santa Sede, la missione di Scellal in Sudan. Proclamato santo nel 2014. Nacque come Arcangelo Palmentieri a Casoria, nei pressi di Napoli, l'11 marzo 1814. Terzogenito di Vincenzo, taverniere e di Candida Zenga, coppia molto religiosa, dopo aver fatto l'apprendista falegname a 18 anni fu accolto tra i Frati Minori nel noviziato presso il Convento San Giovanni del Palco di Taurano, in provincia di Avellino, proseguì gli studi negli istituti di Sant'Antonio ad Afragola, di Sant'Angelo a Nola e di San Pietro ad Aram a Napoli. L'interno della cella in cui ha vissuto Ludovico da Casoria presso il Convento San Giovanni del Palco di Taurano, con ritratto Fu ordinato presbitero il 4 giugno 1847 ed iniziò la sua attività di insegnante di filosofia e matematica presso vari istituti dell'Ordine francescano. In quello stesso anno successe l'episodio che gli cambiò la vita: mentre era in adorazione dinanzi a Gesù Sacramento nella chiesa napoletana di San Giuseppe dei Ruffi, cadde a terra avvertendo che era giunto il momento di cambiare vita dedicandosi ad un'attività caritatevole che contraddistinse il resto dei suoi giorni. Iniziò a frequentare persone di diverse impostazioni culturali e politiche, tra cui atei e liberali, fondò accademie di cultura religiosa e numerose case di accoglienza per anziani. Con il placet e l'aiuto di Ferdinando II riuscì a riscattare numerosi bambini di colore schiavi a Il Cairo e ad Alessandria, con lo scopo di donar loro una vita dignitosa, una educazione cristiana e una preparazione culturale tale da poterli inviare come missionari indigeni nel continente africano. Segui su F 🔵 Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia (presso Casoria) https://www.instagram.com/p/CbuVh9_Mf4d/?utm_medium=tumblr
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13 GEN 2020 09:18
AGENZIA P-ANSA - ''MIO PADRE AVEVA TRASCORSO L’INFANZIA NELLA MISERIA: PENULTIMO DI SEI ORFANI, FIGLI DI UN BRACCIANTE A GIORNATA. MORTO DI COLPO MENTRE ZAPPAVA IL CAMPO DI UN ALTRO. MIA NONNA NON AVEVA VOLUTO AFFIDARE I BAMBINI ALLA CARITÀ PUBBLICA. E LI AVEVA TIRATI SU DA SOLA, CON LA FEROCIA DI UNA LEONESSA. PER FARLI MANGIARE, ANDAVA A RUBARE. IL SUO MOTTO ERA…'' - LE REGOLE DI PANSA: REDAZIONI RIDOTTE AL MINIMO; GIORNALISTI PRONTI A TUTTO; RAPIDITÀ; UNICO GIUDICE IL DIRETTORE, DITTATORE ASSOLUTO; SE SI FA BENE, SI SIA PREMIATI E SE SI FA MALE…''
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LA BIOGRAFIA
Biografia di Giampaolo Pansa a cura di Giorgio Dell'Arti per www.cinquantamila.it
Casale Monferrato (Alessandria) 1 ottobre 1935. Giornalista. «La mia patria morale è da sempre la Resistenza ma non accetto la retorica falsa secondo la quale di qui c’erano tutti i buoni e di là i cattivi. La sinistra che afferma ancora questa grande bugia reca danno solo a se stessa».
• «Mio padre aveva trascorso l’infanzia nella miseria: penultimo di sei ragazzini orfani, figli di un bracciante a giornata. Morto di colpo mentre zappava il campo di un altro: Giovanni Pansa, classe 1863, di Pezzana, provincia di Vercelli. Mia nonna, Caterina Zaffiro, classe 1869, anche lei vercellese di Caresana, non aveva voluto affidare i bambini alla carità pubblica. E li aveva tirati su da sola, con la ferocia di una leonessa. Per farli mangiare, andava a rubare. Il suo motto diceva: la roba dei campi è di Dio e dei santi, dunque pure di una disgraziata come me».
• «Papà e mamma erano arrivati soltanto alla quarta elementare lui e alla quinta lei. Per poi andare subito al lavoro: come guardiano delle mucche e come piccinina in una pellicceria».
• Laureato in Scienze politiche con una tesi su La guerra partigiana tra Genova e il Po (trasformata poi in un libro, Laterza 1967), vinse il premio Einaudi (500.000 lire) e fu chiamato alla Stampa, dove entrò l’1 gennaio 1961, praticante alla redazione Province.
• La sera del 22 novembre 1963, dovendosi fare il giornale sull’attentato a Kennedy, il direttore Giulio De Benedetti piombò nella redazione Esteri: «Questa cronaca non va bene, non va bene assolutamente. Riscriverla per la seconda edizione». Subito dopo: «Anzi, no. Voi degli Esteri siete troppo stanchi». Il direttore si girò, e alle sue spalle c’era la redazione Province. «Lei e lei. Rifatela voi due, questa cronaca».
I due erano Giuseppe Mayda e Pansa: «Seguite voi due questo fatto anche nei prossimi giorni, fino a che il nostro inviato non sia giunto sul posto». Tirarono avanti fino al quarto giorno, quando arrivò a tutti e due una lettera del segretario di redazione Fausto Frittitta che diceva: «Il direttore mi incarica di comunicarLe la sua soddisfazione per il servizio da Lei svolto sull’assassinio del presidente Kennedy». Seguiva l’annuncio di un aumento di stipendio.
• Pansa dice di aver imparato in questi primi anni le cinque regole che sono alla base di un giornale ben fatto: redazioni ridotte al minimo indispensabile; giornalisti pronti a far tutto; rapidità; unico giudice il direttore, dittatore assoluto; se si fa bene, si sia premiati e se si fa male si sia puniti.
• Al Giorno dal 1964, al direttore Italo Pietra che gli chiedeva se preferisse fare l’inviato in Vietnam o a Voghera rispose: «A Voghera». Pietra: «Risposta esatta. Se avessi detto Vietnam non ti avrei preso». Nel 1968 tornò alla Stampa (direttore Ronchey).
• Dal 1972 redattore capo al Messaggero, si trovò male anche per l’ostilità della redazione, nel 1973 andò al Corriere della Sera come inviato: colpo più clamoroso l’intervista a Enrico Berlinguer del 1976 in cui alla domanda se non temesse di fare la fine di Dubcek (il segretario del Partito comunista cecoslovacco che nel 1968 aveva tentato di liberalizzare il suo paese ed era stato spazzato via dai carri armati sovietici) ebbe per risposta: «No, perché sono da questa parte dell’Occidente e, con la protezione della Nato, mi sento più sicuro».
• Nel 1977, dopo le dimissioni del direttore Ottone, lasciò il Corriere per Repubblica.
• A Repubblica (è questo il periodo in cui lo si vede ai congressi dei partiti col binocolo perché non vuole farsi sfuggire nessun tic degli oratori) cominciò presto a fare il vicedirettore con Gianni Rocca e contribuì allo straordinario successo (in copie e peso politico) del giornale. Alla fine degli anni Ottanta inaugurò su Panorama (direttore Claudio Rinaldi) la rubrica “Bestiario”, poi portata all’Espresso di cui diventò condirettore. Incarico che ha lasciato il 30 settembre 2008 per passare al Riformista, fino al 2010, quando passa a Libero dove porta il suo “Bestiario”.
• Ha scritto molti libri, tra cui: L’esercito di Salò (Istituto della Resistenza e poi Oscar Mondadori, 1970), Comprati e venduti (Bompiani 1977), Ottobre addio (Mondadori 1982), Carte false (Rizzoli 1986), Intervista sul mio partito (a Luciano Lama, Laterza 1987), Lo sfascio (Sperling 1987), Questi anni alla Fiat (intervista con Cesare Romiti, Rizzoli 1988), Il Malloppo (Rizzoli 1989) ecc. Dopo che Rizzoli rinunciò alla pubblicazione de L’intrigo, giudicato troppo contrario a Berlusconi (in quel momento oltre tutto Berlusconi distribuiva con la Rizzoli Sorrisi e Canzoni), passò a Sperling & Kupfer, per poi tornare a Rizzoli nel 2008.
• Gli ultimi libri hanno ripreso il vecchio tema della Resistenza, visto però dalla parte dei perdenti. La grande bugia (Sperling & Kupfler, 2006), I tre inverni della paura (2008), I vinti non dimenticano (2010), La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti (2012), Bella ciao - Controstoria della Resistenza – (2014). Grandissime vendite e grandissime polemiche. Su Il sangue dei vinti (Rizzoli, 2003): «Vergognoso, non revisionista ma falsario» (Aldo Aniasi), «Una vergognosa operazione opportunista» (Giorgio Bocca), «Libro vergognoso di un voltagabbana» (Liberazione), «Una cinica operazione editoriale» (Sandro Curzi).
Ernesto Galli Della Loggia: «Che cosa gli rimproverava la sinistra più conservatrice e aggressiva, quella, come lui la chiama, degli “uomini di marmo”? Semplicemente di aver rotto il tabù delle migliaia di fascisti (o presunti tali, o addirittura, in più di un caso, di antifascisti perfino) brutalmente fatti fuori dai partigiani all’indomani del 25 aprile». Giorgio Bocca dopo aver letto La grande bugia: «Io sono d’accordo coi francesi, robe simili vanno proibite per legge».
• «Molti leader di sinistra sono persone mediocri, arroganti, boriose. Afflitte soprattutto da un vizio: l’ignoranza. Una malattia diffusa che li fa essere infastiditi da tutto ciò che non rientra nei loro poveri schemi culturali. Quando uscì il mio Sangue dei vinti i tipi sinistri non erano in grado di smentire i fatti che raccontavo: ma divennero furibondi perché incrinavo un tabù, quello della Resistenza, che li aveva aiutati a campare per tanti anni. Coprendo la verità con il mantello della retorica interessata e di bugie senza vergogna».
• «Dopo una vita trascorsa nel giornalismo schierato, de sinistra, Pansa ha maturato negli ultimi anni, specie per come sono stati accolti i suoi libri sulla guerra civile tra partigiani rossi e repubblichini dai Torquemada ex e post del pensiero unico, un giustificato disamore per la sinistra, forse antropologicamente superiore a ogni altra tribù nazionale ma con un QI politico e un respiro culturale, sia detto senza offesa, di poco superiore a quelli del paramecio, organismo unicellulare e magari, non mi stupirei, anche un po’ trinariciuto». (Diego Gabutti) [Iog, 17/4/2012].
• Da ultimo anche un paio di libri fortemente critici verso i giornalisti: Carta straccia. Il potere inutile dei giornalisti italiani (Rizzoli 2011) La Repubblica di Barbapapà (Rizzoli 2013, «Barbapapà è il soprannome che la redazione di Repubblica diede ad Eugenio Scalfari»).
• «Sono un umorale, un ingenuo, a volte m’incavolo, spesso sbaglio. Ma non ho mai scritto una riga per calcolo o fatto polemiche per opportunismo».
• «Ha il giornalismo nel sangue, anzi in Italia ne è uno dei capiscuola e officia i riti di questo mestiere con un suo scrupolo particolare. Alle 8,30 del mattino ha già letto dieci quotidiani, si devono a lui metafore entrate nel linguaggio comune come la definizione di “Balena bianca” per la Dc» (Maurizio Caprara).
• «Le cattiverie di Pansa sono leali, mai subdole, e non cancellano un’indulgenza di fondo verso gli attori della commedia umana. Il “Bestiario” cerca di applicare a modo suo il principio costituzionale del giusto processo» (Claudio Rinaldi).
• Antiberlusconiano («con giudizio», dice lui). «In passato ho creduto in Prodi. Ora ho perso anche l’ultima illusione». Nel maggio 2007 annunciò che non sarebbe più andato a votare. Frequenti bastonate alla sinistra estrema, tra i suoi bersagli preferiti Bertinotti, ribattezzato “Il parolaio rosso”.
• Juventino.
• Fuma.
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ALESSANDRIA.NON UNA DI MENO ALESSANDRIA. 8 MARZO: SCIOPERO GLOBALE DELLE DONNE AD ALESSANDRIA. Lo sciopero globale delle donne ad AlessandriaMancano pochi giorni all’8 marzo e anche quest’anno ci prepariamo a rendere quella giornata un momento di sciopero, lotta, condivisione e contrasto alla barbarie di questo nuovo medioevo culturale in cui viviamo.Gli attacchi ai diritti e ai corpi delle donne e delle soggettività non etero-normate sono andati moltiplicandosi ad ogni livello – globale, locale e nazionale – inseriti in una più ampia guerra portata avanti violentemente nei confronti di ogni forma di alterità, potenzialmente in grado di mettere in discussione gerarchie e potere.In tutto il mondo assistiamo a spaventose regressioni, politiche prima che culturali, che ci costringono a ritornare su questioni che speravamo essere definitivamente chiuse; prima fra tutte il diritto all’aborto, che nel 2019 sembra non essere ancora stato accettato da alcuni ministri del nostro Paese, pericolosamente scimmiottati da alcuni amministratori locali.
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I LIONS DI GENOVA, LA SPEZIA E ALESSANDRIA DONANO 10MILA EURO ALL’ISTITUTO GIANNINA GASLINI
La cifra è stata raccolta durante l’anno con il service “Una sciarpa per un sorriso”, e consegnata in occasione della firma di un accordo di collaborazione tra il Distretto Lions 108 Ia2 e l’Istituto Gaslini
Genova – Si stringe ulteriormente la collaborazione tra l’Istituto Giannina Gaslini e il Distretto Lions 108 Ia2 con la consegna di una donazione di diecimila euro, avvenuta sabato 11 maggio al Teatro Carlo Felice in occasione della firma di un accordo quadro pluriennale di collaborazione. La cifra è stata raccolta attraverso il service “Una sciarpa per sorriso”, che ha impegnato oltre i Lions Clubs tra le province di Genova, Alessandria e La Spezia.
«I Lions Club sono noti in tutto il mondo – racconta il Governatore Lions Euro Pensa – per portare aiuto ed energie alle comunità in cui operano, e per noi è doveroso sostenere le realtà che quotidianamente si alzano le maniche per aiutare i meno fortunati. L’Istituto Giannina Gaslini è un’eccellenza assoluta nel campo pediatrico e poter dar loro una mano rappresenta un vero onore». In presenza del presidente dell’Istituto Giannina Gaslini Pietro Pongiglione, si sono riuniti nel foyer del Teatro Carlo Felice 140 delegati, in rappresentanza dei circa 1800 soci del Distretto Lions 108 Ia2, che comprende le province di Genova, Alessandria e La Spezia. «Una collaborazione – aggiunge Pensa – sempre più solida e fruttuosa: tra le tante iniziative nate grazie a questa sinergia, realizziamo anche momenti di intrattenimento per i piccoli ricoverati con la proiezione di film per bambini».
Inoltre, il past governatore Lions Giovanni Castellani ha presentato il logo della “Conferenza del Mediterraneo”, che riunisce i Lions delle 23 nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. La quindicesima edizione si terrà a Genova dal 27 al 29 marzo 2020, con centinaia di Lions a discutere di solidarietà e a visitare le meraviglie della Liguria. Sono state elette anche le nuove cariche per l’anno sociale 2019/2020, al via il 1° luglio in occasione della Convention Internazionale dei Lions di Milano: Alfredo Canobbio è il nuovo Governatore (Lions club di Alessandria Marengo), Andrea Corsi è il primo vice (Lions Club Nervi San Giorgio), mentre il secondo vice è Maria Yvette Pillon (Lions Club Chiavari Host). Hanno partecipato all’assemblea, presieduta dal Governatore in carica Lions Euro Pensa, l’assessore alla Comunicazione, alla Formazione e alle Politiche giovanili e Culturali della Regione Liguria Ilaria Cavo, l’assessore all’Ambiente e Rifiuti, Servizi civici e Informatica del Comune di Genova Matteo Campora, l’ammiraglio Nicola Carlone, Direttore marittimo della Liguria e Comandante del porto di Genova e il colonnello Gianfranco Francescon, Comandante del Comando Militare Esercito Liguria.
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I LIONS DI GENOVA, LA SPEZIA E ALESSANDRIA DONANO 10MILA EURO ALL’ISTITUTO GIANNINA GASLINI I LIONS DI GENOVA, LA SPEZIA E ALESSANDRIA DONANO 10MILA EURO ALL’ISTITUTO GIANNINA GASLINI La cifra è stata raccolta durante l’anno con il service “Una sciarpa per un sorriso”, e consegnata in occasione della firma di un accordo di collaborazione tra il Distretto Lions 108 Ia2 e l’Istituto Gaslini…
#Andrea#Carlo Felice#CHIAVARI#Comune#Comune di Genova#Genova#Liguria#Lions Club#Porto#Regione#Regione Liguria#TEATRO#Teatro Carlo Felice
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Presentati i nomi dei finalisti dell'XI edizione del premio Acqui Ambiente
La Giuria del Premio AcquiAmbiente, il più importante premio ambientale non solo italiano, ma europeo, dopo un’attenta, ponderata e seria valutazione delle opere, ha scelto i finalisti. Il successo ed il prestigio del Premio sono confermati da una crescente partecipazione di volumi editi non solo dalle maggiori case editrici, ma anche da editori giovani ed innovativi. Come ha sottolineato il Patron del Premio Carlo Sburlati l’interesse è andato esponenzialmente crescendo nell’ultimo ventennio: l’VIII edizione ha registrato 22 volumi partecipanti, la IX edizione 42 volumi, la X edizione 50 volumi, per giungere al record assoluto di tutte le undici edizioni, raggiunto quest’anno con 76 volumi in concorso. A contendersi il premio, elencati in ordine alfabetico, saranno: Maria MARI, con il volume Cortile del Pappagallo. Hortus Conclusus, Libreria Editrice Vaticana. Straordinario viaggio archivistico e fotografico attraverso i secoli che hanno visto il Vaticano e la Santa Sede impegnati non soltanto a sostenere e incrementare la fede, ma a conservare e valorizzare l’inimmaginabile patrimonio artistico del Palazzo Vaticano. Questo volume è stato realizzato appositamente per gli ottant’anni di Papa Francesco. Paolo MASSOBRIO - Giovanna RUO BERCHERA, con il volume Cucinare i sapori d'Italia. 170 ricette dal Piemonte alla Sicilia, Cairo Editore. Raffinata e documentata guida alla scoperta dell’Italia del gusto Matteo MELCHIORRE, con il volume La via di Schenèr. Un'esplorazione storica nelle Alpi, Marsilio Editori. Emma MORICONI, con il volume Amatrice. Dolce amara Terra mia, Minerva Edizioni. Duro, ineccepibile e appassionato resoconto giornalistico sul tragico terremoto che ha devastato il Centro Italia. Benedetta PARODI, con il volume Benedetta tutto l'anno. 170 nuove ricette facili e sorprendenti per quattro stagioni di bontà, Rizzoli. Ottimo ed eccellente ricettario redatto da una raffinata gastronoma. Rivivono così, nella sua limpida e attraente prosa, i momenti “clou” dell’anno, come Natale, Pasqua, Ferragosto. Fulco PRATESI, con il volume In nome del panda. La mia lunga storia d'amore con la Natura, Castelvecchi. Grande personalità internazionale, l’Autore – fondatore e presidente onorario del WWF – ha dedicato la sua esistenza alla tutela dell’ambiente. Gabriele VALLE, con il volume Italiano Urgente. 500 anglicismi tradotti in italiano sul modello dello spagnolo, Reverdito. Tra le cattive abitudini ed i vezzi radical-chic che si sono affermati in modo esponenziale in questi ultimi anni del politicamente corretto, imperversano gli anglicismi, ormai diffusi ad ogni livello e in ogni settore. Stefano ZECCHI, con il volume Paradiso Occidente. La nostra decadenza e la seduzione della notte, Mondadori. Nonostante tutte le critiche che continuano a piovere sul comportamento incoerente di troppe autorità occidentali, politiche e religiose la realtà del mondo occidentale è ancora talmente positiva da spingere milioni di esseri umani a fuggire dalle proprie terre per venire a vivere qui. A metà giugno, verranno resi noti i vincitori delle rispettive sezioni: quella dedicata alle opere a stampa e i “Testimoni dell’Ambiente”. La cerimonia di consegna del premio si terrà nella suggestiva ed evocativa cornice di Villa Ottolenghi domenica 2 luglio 2017 alla presenza di importanti personalità del mondo del governo, dell’ambiente, della cultura, dello spettacolo, della stampa e della televisione. “Anche quest’anno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria – dichiara il Presidente, Pier Angelo Taverna – sarà partner, oltre che del prestigioso Premio Acqui Storia, del più recente Premio Acqui Ambiente, una rassegna nata nel 1997 che ha saputo imporsi nel tempo per la qualità dei suoi contenuti e per la molteplicità dei temi trattati che spaziano dalla tutela ambientale, alla cultura, alla valorizzazione dell’alessandrino, tematiche che rispecchiano le finalità statutarie e le strategie messe in atto dalla Fondazione per lo sviluppo a tutto campo del nostro territorio”. “Quest’anno la cerimonia del Premio Acqui Ambiente avrà luogo nella parte più suggestiva di Villa Ottolenghi, nell’area antistante il monumentale Tempio di Herta, contornata dal tipico paesaggio collinare piemontese caratterizzato da estesi filari di viti, una scelta che intende valorizzare la bellezza del territorio acquese - dichiara il Responsabile Esecutivo del Premio Acqui Ambiente Carlo Sburlati - Il grande parco, disegnato da Piero Porcinai, che circonda l’imponente costruzione era stato battezzato dai conti Ottolenghi “Paradiso terrestre” e ha ospitato opere scultoree di Arturo Martini come le due versioni dell’“Adamo ed Eva”, “Il leone di Monterosso” che sovrastava l’ingresso del Tempio ed i due leoni-chimere di ispirazione etrusco-assiro babilonese. In occasione della cerimonia il Mausoleo sarà aperto al pubblico che avrà la possibilità di visitarlo gratuitamente”. I Premi Acqui Ambiente e Acqui Storia nei loro quasi cinquant’anni di storia hanno ottenuto il patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana, del Presidente del Consiglio, del Presidente del Senato, del Presidente della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell’Ambiente e sono sostenuti dagli enti promotori la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, massimo Ente finanziatore del Premio, la Regione Piemonte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, il Comune di Acqui Terme, cui fa capo la concreta organizzazione della manifestazione. Il Premio AcquiAmbiente è realizzato con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, della CTE Spa e del Gruppo Benzi. http://dlvr.it/NtCHK3
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13 GEN 2020 09:18
AGENZIA P-ANSA - ''MIO PADRE AVEVA TRASCORSO L’INFANZIA NELLA MISERIA: PENULTIMO DI SEI ORFANI, FIGLI DI UN BRACCIANTE A GIORNATA. MORTO DI COLPO MENTRE ZAPPAVA IL CAMPO DI UN ALTRO. MIA NONNA NON AVEVA VOLUTO AFFIDARE I BAMBINI ALLA CARITÀ PUBBLICA. E LI AVEVA TIRATI SU DA SOLA, CON LA FEROCIA DI UNA LEONESSA. PER FARLI MANGIARE, ANDAVA A RUBARE. IL SUO MOTTO ERA…'' - LE REGOLE DI PANSA: REDAZIONI RIDOTTE AL MINIMO; GIORNALISTI PRONTI A TUTTO; RAPIDITÀ; UNICO GIUDICE IL DIRETTORE, DITTATORE ASSOLUTO; SE SI FA BENE, SI SIA PREMIATI E SE SI FA MALE…''
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LA BIOGRAFIA
Biografia di Giampaolo Pansa a cura di Giorgio Dell'Arti per www.cinquantamila.it
Casale Monferrato (Alessandria) 1 ottobre 1935. Giornalista. «La mia patria morale è da sempre la Resistenza ma non accetto la retorica falsa secondo la quale di qui c’erano tutti i buoni e di là i cattivi. La sinistra che afferma ancora questa grande bugia reca danno solo a se stessa».
• «Mio padre aveva trascorso l’infanzia nella miseria: penultimo di sei ragazzini orfani, figli di un bracciante a giornata. Morto di colpo mentre zappava il campo di un altro: Giovanni Pansa, classe 1863, di Pezzana, provincia di Vercelli. Mia nonna, Caterina Zaffiro, classe 1869, anche lei vercellese di Caresana, non aveva voluto affidare i bambini alla carità pubblica. E li aveva tirati su da sola, con la ferocia di una leonessa. Per farli mangiare, andava a rubare. Il suo motto diceva: la roba dei campi è di Dio e dei santi, dunque pure di una disgraziata come me».
• «Papà e mamma erano arrivati soltanto alla quarta elementare lui e alla quinta lei. Per poi andare subito al lavoro: come guardiano delle mucche e come piccinina in una pellicceria».
• Laureato in Scienze politiche con una tesi su La guerra partigiana tra Genova e il Po (trasformata poi in un libro, Laterza 1967), vinse il premio Einaudi (500.000 lire) e fu chiamato alla Stampa, dove entrò l’1 gennaio 1961, praticante alla redazione Province.
• La sera del 22 novembre 1963, dovendosi fare il giornale sull’attentato a Kennedy, il direttore Giulio De Benedetti piombò nella redazione Esteri: «Questa cronaca non va bene, non va bene assolutamente. Riscriverla per la seconda edizione». Subito dopo: «Anzi, no. Voi degli Esteri siete troppo stanchi». Il direttore si girò, e alle sue spalle c’era la redazione Province. «Lei e lei. Rifatela voi due, questa cronaca».
I due erano Giuseppe Mayda e Pansa: «Seguite voi due questo fatto anche nei prossimi giorni, fino a che il nostro inviato non sia giunto sul posto». Tirarono avanti fino al quarto giorno, quando arrivò a tutti e due una lettera del segretario di redazione Fausto Frittitta che diceva: «Il direttore mi incarica di comunicarLe la sua soddisfazione per il servizio da Lei svolto sull’assassinio del presidente Kennedy». Seguiva l’annuncio di un aumento di stipendio.
• Pansa dice di aver imparato in questi primi anni le cinque regole che sono alla base di un giornale ben fatto: redazioni ridotte al minimo indispensabile; giornalisti pronti a far tutto; rapidità; unico giudice il direttore, dittatore assoluto; se si fa bene, si sia premiati e se si fa male si sia puniti.
• Al Giorno dal 1964, al direttore Italo Pietra che gli chiedeva se preferisse fare l’inviato in Vietnam o a Voghera rispose: «A Voghera». Pietra: «Risposta esatta. Se avessi detto Vietnam non ti avrei preso». Nel 1968 tornò alla Stampa (direttore Ronchey).
• Dal 1972 redattore capo al Messaggero, si trovò male anche per l’ostilità della redazione, nel 1973 andò al Corriere della Sera come inviato: colpo più clamoroso l’intervista a Enrico Berlinguer del 1976 in cui alla domanda se non temesse di fare la fine di Dubcek (il segretario del Partito comunista cecoslovacco che nel 1968 aveva tentato di liberalizzare il suo paese ed era stato spazzato via dai carri armati sovietici) ebbe per risposta: «No, perché sono da questa parte dell’Occidente e, con la protezione della Nato, mi sento più sicuro».
• Nel 1977, dopo le dimissioni del direttore Ottone, lasciò il Corriere per Repubblica.
• A Repubblica (è questo il periodo in cui lo si vede ai congressi dei partiti col binocolo perché non vuole farsi sfuggire nessun tic degli oratori) cominciò presto a fare il vicedirettore con Gianni Rocca e contribuì allo straordinario successo (in copie e peso politico) del giornale. Alla fine degli anni Ottanta inaugurò su Panorama (direttore Claudio Rinaldi) la rubrica “Bestiario”, poi portata all’Espresso di cui diventò condirettore. Incarico che ha lasciato il 30 settembre 2008 per passare al Riformista, fino al 2010, quando passa a Libero dove porta il suo “Bestiario”.
• Ha scritto molti libri, tra cui: L’esercito di Salò (Istituto della Resistenza e poi Oscar Mondadori, 1970), Comprati e venduti (Bompiani 1977), Ottobre addio (Mondadori 1982), Carte false (Rizzoli 1986), Intervista sul mio partito (a Luciano Lama, Laterza 1987), Lo sfascio (Sperling 1987), Questi anni alla Fiat (intervista con Cesare Romiti, Rizzoli 1988), Il Malloppo (Rizzoli 1989) ecc. Dopo che Rizzoli rinunciò alla pubblicazione de L’intrigo, giudicato troppo contrario a Berlusconi (in quel momento oltre tutto Berlusconi distribuiva con la Rizzoli Sorrisi e Canzoni), passò a Sperling & Kupfer, per poi tornare a Rizzoli nel 2008.
• Gli ultimi libri hanno ripreso il vecchio tema della Resistenza, visto però dalla parte dei perdenti. La grande bugia (Sperling & Kupfler, 2006), I tre inverni della paura (2008), I vinti non dimenticano (2010), La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti (2012), Bella ciao - Controstoria della Resistenza – (2014). Grandissime vendite e grandissime polemiche. Su Il sangue dei vinti (Rizzoli, 2003): «Vergognoso, non revisionista ma falsario» (Aldo Aniasi), «Una vergognosa operazione opportunista» (Giorgio Bocca), «Libro vergognoso di un voltagabbana» (Liberazione), «Una cinica operazione editoriale» (Sandro Curzi).
Ernesto Galli Della Loggia: «Che cosa gli rimproverava la sinistra più conservatrice e aggressiva, quella, come lui la chiama, degli “uomini di marmo”? Semplicemente di aver rotto il tabù delle migliaia di fascisti (o presunti tali, o addirittura, in più di un caso, di antifascisti perfino) brutalmente fatti fuori dai partigiani all’indomani del 25 aprile». Giorgio Bocca dopo aver letto La grande bugia: «Io sono d’accordo coi francesi, robe simili vanno proibite per legge».
• «Molti leader di sinistra sono persone mediocri, arroganti, boriose. Afflitte soprattutto da un vizio: l’ignoranza. Una malattia diffusa che li fa essere infastiditi da tutto ciò che non rientra nei loro poveri schemi culturali. Quando uscì il mio Sangue dei vinti i tipi sinistri non erano in grado di smentire i fatti che raccontavo: ma divennero furibondi perché incrinavo un tabù, quello della Resistenza, che li aveva aiutati a campare per tanti anni. Coprendo la verità con il mantello della retorica interessata e di bugie senza vergogna».
• «Dopo una vita trascorsa nel giornalismo schierato, de sinistra, Pansa ha maturato negli ultimi anni, specie per come sono stati accolti i suoi libri sulla guerra civile tra partigiani rossi e repubblichini dai Torquemada ex e post del pensiero unico, un giustificato disamore per la sinistra, forse antropologicamente superiore a ogni altra tribù nazionale ma con un QI politico e un respiro culturale, sia detto senza offesa, di poco superiore a quelli del paramecio, organismo unicellulare e magari, non mi stupirei, anche un po’ trinariciuto». (Diego Gabutti) [Iog, 17/4/2012].
• Da ultimo anche un paio di libri fortemente critici verso i giornalisti: Carta straccia. Il potere inutile dei giornalisti italiani (Rizzoli 2011) La Repubblica di Barbapapà (Rizzoli 2013, «Barbapapà è il soprannome che la redazione di Repubblica diede ad Eugenio Scalfari»).
• «Sono un umorale, un ingenuo, a volte m’incavolo, spesso sbaglio. Ma non ho mai scritto una riga per calcolo o fatto polemiche per opportunismo».
• «Ha il giornalismo nel sangue, anzi in Italia ne è uno dei capiscuola e officia i riti di questo mestiere con un suo scrupolo particolare. Alle 8,30 del mattino ha già letto dieci quotidiani, si devono a lui metafore entrate nel linguaggio comune come la definizione di “Balena bianca” per la Dc» (Maurizio Caprara).
• «Le cattiverie di Pansa sono leali, mai subdole, e non cancellano un’indulgenza di fondo verso gli attori della commedia umana. Il “Bestiario” cerca di applicare a modo suo il principio costituzionale del giusto processo» (Claudio Rinaldi).
• Antiberlusconiano («con giudizio», dice lui). «In passato ho creduto in Prodi. Ora ho perso anche l’ultima illusione». Nel maggio 2007 annunciò che non sarebbe più andato a votare. Frequenti bastonate alla sinistra estrema, tra i suoi bersagli preferiti Bertinotti, ribattezzato “Il parolaio rosso”.
• Juventino.
• Fuma.
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Con la mia Piramide fiscale non sarebbe esistito il caso Briatore
Il caso Briatore è un esempio palese che con la mia PIRAMIDE FISCALE eviterebbe quanto accaduto al noto personaggio, l’articolo pubblicato da #liberoquotidiano potete leggerlo qui
Attraverso un sistema semplice semplice si eviterebbe che persone con potere possano giocare sulla pelle degli altri. Un sistema di controllo incrociato attraverso un semplice meccanismo porterebbe all’abbassamento…
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#Alessandria#Briatore#Centro destra#Comune di Torino#Cuneo#Evoluzione Sociale Italiana#Forza Italia#Italia#Lucia D&039;Errico#Norcia#Novara#Nucleo Beni Culturali#Piemonte#Politica#Politiche sociali#Regione Piemonte#Sociale#Stato#Torino#Vercelli#Volontariato
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Per non dimenticare Norcia
Il 19 novembre c.a. ci sarà una meravigliosa manifestazione, organizzata e voluta dai bambini di Norcia, dove vogliono ” fare festa ” assieme a coloro che erano presenti e non li hanno lasciati soli. Noi saremo presenti come NBC.
Un grazie al Presidente della NBC di Novate Milanese, Ivano Ruggeri, che ci da l’opportunità di poter essere presenti ad un evento così importante.
Altro nostro…
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Tanto per non dimenticare
Care Signore e Signori oramai siamo alla resa dei conti di questa drammatica situazione politica. la mia ideologia politica credo che sia ben chiara come è ben chiaro il mio modo di interpretare la politica. Capita spesso che ci confrontiamo con dei deputati o dei senatori e l’impressione che si percepisce subito è la paura effettiva di perdere la poltrona. Una sola cosa, a mio parere è…
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Silvio Berlusconi imbarca 22 partitini e si prepara a vincere le elezioni
Articolo dell’ 11 dicembre 17 di liberoquotidiano.it E’ in costante ascesa secondo i sondaggisti il centrodestra – sarebbe addirittura al 40/42 per cento – e ora Silvio Berlusconi conta sull’appoggio di una “quarta gamba”, una sorta di start up politica, un listone di centro che gli permetterà di tornare a Palazzo Chigi. Secondo un retroscena de La Stampa, Renato Brunetta ha contato…
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Abbazia di Chiaravalle Lo spettacolo dell'Abbazia di Chiaravalle
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Nucleo Beni Culturali Lucia D'errico con il Priore dell'Abbazia di Chiaravalle. Assieme al Nucleo Beni Culturali di Novate Milanese viene effettuata una vendita a favore dei Monaci di Norcia.
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