#narrativa europea
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pier-carlo-universe · 17 days ago
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La vendetta è un lusso: Un viaggio nell'oscurità dell'animo umano. Recensione a cura di Pier Carlo Lava
Il romanzo noir di Teo Fortes esplora i confini tra giustizia e vendett
Il romanzo noir di Teo Fortes esplora i confini tra giustizia e vendetta. “La vendetta è un lusso” è un romanzo noir scritto da Teo Fortes, pubblicato il 29 luglio 2023. La trama segue la vita di Valerio, un ingegnere cinquantenne la cui esistenza viene sconvolta da un licenziamento ingiusto, orchestrato dal suo capo per eliminarlo dall’azienda. Questo evento inaspettato spinge Valerio a…
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gregor-samsung · 5 months ago
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" È necessario comprendere il quadrante della vita: Fino a un certo momento la nostra morte è qualcosa di troppo lontano per destare il nostro interesse. È non vista e invisibile. Questo è il primo periodo della vita, il periodo felice. Poi però, improvvisamente, cominciamo a vedere la nostra morte davanti a noi, e non possiamo più liberarci di questo pensiero. Essa è con noi. E poiché l'immortalità è attaccata alla morte come Hardy a Laurel, possiamo dire che è con noi anche la nostra immortalità. E nel momento in cui sappiamo che è con noi, iniziamo a occuparci di lei febbrilmente. Per lei ci facciamo fare lo smoking, per lei ci compriamo la cravatta, con la paura che vestito e cravatta li scelgano gli altri e li scelgano male. Questo è il momento in cui Goethe decide di scrivere le sue memorie, il suo famoso Poesia e verità, il momento in cui chiama presso di sé il devoto Eckermann (strana concordanza di date: avviene nel 1823, lo stesso anno in cui Bettina gli manda la proposta per il monumento) e gli lascia scrivere le Conversazioni con Goethe, quel bel ritratto scritto sotto l'amabile controllo dell'effigiato. Dopo questo secondo periodo della vita, in cui l'uomo non riesce a staccare gli occhi dalla morte, ce n'è un terzo, il più breve e il più misterioso, del quale poco si sa e poco si parla.
Le forze diminuiscono e una disarmante stanchezza si impadronisce dell'uomo. Stanchezza: un ponte silenzioso che conduce dalla riva della vita alla riva della morte. La morte è così vicina che guardarla è ormai noioso. È diventata di nuovo invisibile e non vista: non vista come non vediamo gli oggetti che conosciamo troppo intimamente. L'uomo stanco guarda dalla finestra, vede le chiome degli alberi e pronuncia dentro di sé i loro nomi: castagno, pioppo, acero. E questi nomi sono belli come l'essere stesso. Il pioppo è alto e assomiglia a un atleta che ha alzato un braccio verso il cielo. Oppure assomiglia a una fiamma levatasi verso l'alto e pietrificata. Il pioppo, oh, il pioppo. L'immortalità è una ridicola illusione, una parola vuota, un vento intrappolato in un retino da farfalle, se la paragoniamo alla bellezza del pioppo che l'uomo stanco guarda dalla finestra. Per l'uomo stanco l'immortalità non ha più alcun interesse. "
Milan Kundera, L'immortalità, traduzione di Alessandra Mura, Adelphi (collana gli Adelphi, n° 47), 2023²¹; pp. 85-86.
[Testo originale: Nesmrtelnost, 1988]
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sistemabibliotecariomilano · 4 months ago
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Perfetti per l'estate
Come di consueto, proponiamo agli affezionati lettori delle biblioteche milanesi la nostra rubrica di consigli di lettura, perfetti per l’estate!
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Fonte: Pexels
La recente ristampa de Al paradiso delle signore di Zola è una ghiotta occasione per leggere un romanzo avvincente, tomo XI del ciclo dei Rougon-Macquart: un feuilleton di gran classe per gli appassionati di moda, scritto da un maestro nell’arte della descrizione (il tema è simile a quello de Il ventre di Parigi, ma concentrato sull’abbigliamento), “che esplora lucidamente l’universo femminile”, spaziando per tutti gli strati sociali della Parigi di metà Ottocento. Una lettura che analizza la nascita di un fenomeno moderno tuttora in espansione: il grande magazzino, oggi diventato centro commerciale (come in Il denaro si descriveva la bolla finanziaria del 1860, profetica di quelle dei nostri tempi). Non erano necessarie le parole di Gide (e di molti altri critici citati nella preziosa prefazione di Mario Lunetta) per rivalutare questo capolavoro. Iperbolico, lussureggiante, immaginifico.
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A questo romanzo è vagamente ispirata la serie televisiva italiana trasmessa da Rai 1 dal 2015, ora diventata una vera e propria soap, ma ambientata tra gli anni cinquanta e sessanta a Milano, dove esistette davvero un negozio chiamato “Paradiso delle signore”.
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Ironico (di un’ironia antifrastica), divertente, scorrevolissimo, Di chi è la colpa? fu pubblicato nel 1947 ed è l’unico romanzo dello scrittore russo Aleksandr Ivanoviĉ Herzen. Dimenticatevi Tolstoj e Dostoevskij, il suo stile ricorda piuttosto il Gogol’ fantasioso e stravagante dei racconti. Citiamo dalla prefazione di questa recente ristampa: «È strano che questo straordinario scrittore, in vita celebre personalità europea, stimato amico di Michelet, Mazzini, Garibaldi e Victor Hugo, a lungo venerato nel suo paese non solo come rivoluzionario, ma come uno dei più grandi uomini di lettere, sia tuttora poco più di un nome in Occidente. Il piacere che si ricava dalla sua lettura … rende ciò una strana e ingiustificata perdita». Sottoscriviamo in pieno.
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È già in testa a tutte le classifiche la nuova avventura, attesa da ben sei anni dopo Il morso della reclusa, dell’ispettore Adamsberg, creato dall’abile penna della scrittrice francese Fred Vargas, questa volta in trasferta nella selvaggia Bretagna, il regno di Asterix e dei menhir. Sulla pietra è il decimo resoconto della serie dell’improbabile ispettore e le profonde conoscenze storiche dell’autrice si dispiegano felicemente in questo noir ricco di misteri e di legami con il passato.
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Appena ripubblicato da Edizioni Capricorno nella collana Capolavori Ritrovati, L’altare del passato di Guido Gozzano ci consente di scoprire, se ancora non l’abbiamo fatto, la prosa del poeta di “Non amo che le rose che non colsi. Non amo che le cose che potevano essere e non sono state”. In questi undici racconti “riaffiorano tutti i temi cari al poeta - la malinconia, il rimpianto per il tempo che passa, i ricordi ingialliti, l’esitazione amorosa, l’indulgenza verso gli oggetti inutili”.
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A cento anni dalla nascita dell’autore (New Orleans 1924 - Bel Air 1984) Garzanti ha appena ripubblicato Bare intagliate a mano: cronaca vera di un delitto americano (presente anche nella raccolta Musica per camaleonti), sorta di reportage esposto in forma narrativa di Truman Capote. Non potevamo aspettarci niente di meno dallo scrittore che, dieci anni prima della pubblicazione di questo giallo, in Sangue freddo (da cui nel 2005 è stato tratto un film con la strepitosa partecipazione di Philip Seymour Hoffman) aveva romanzato un fatto di cronaca che nell’America del 1959 aveva destato grande scalpore: lo sterminio di un’intera famiglia per un bottino di pochi dollari.
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Anche questo thriller, per quanto incredibile possa sembrare la sua progettazione (e poi realizzazione), si ispira alla realtà, raccontata in forma di dialogo tra l’autore e l’investigatore incaricato delle indagini. Uno stile assolutamente inimitabile.
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Ambientato in una Milano semideserta di metà agosto (il cadavere di una donna annegata viene recuperato nel Lambro) Le conseguenze del male di Gian Andrea Cerone è ormai un best seller. Avevamo già proposto questo autore nel post natalizio (I libri della renna) per un racconto contenuto nell’antologia Un lungo capodanno in noir, la cui protagonista, Marisa Bonacina, era la moglie del commissario Mandelli, che invece campeggia in questo thriller estivo da leggere tutto d’un fiato. Il numero di donne trovate annegate è decisamente troppo alto perché si tratti sempre di suicidi e, contestualmente, il commissario, costretto a interrompere le ferie, si trova a fare i conti con il passato. Un duplice percorso di indagine guidato da una scrittura che attanaglia l’attenzione del lettore per non abbandonarla più.
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Il Saggiatore ha appena ripubblicato una raccolta dei racconti di un autore ingiustamente dimenticato, Guido Morselli, intitolata Gli ultimi eroi. “Gli ultimi eroi raccoglie per la prima volta tutti i racconti di Guido Morselli, narrazioni in cui, come solo nelle sue opere più alte, la sua invenzione si libera, dando vita a realtà alternative e a commoventi ritratti umani: da un Mussolini che si trasforma per amore in leader democratico all’incontro fra Pio XII e uno Stalin che vuole sostituirlo con un sosia; dall’ultima grottesca resistenza di un gruppo di soldati nazisti fuggiti da un manicomio a un comico tentativo di far finanziare agli americani l’Unità d’Italia. Fantasmagorie proiettate sul muro da una lanterna magica, la cui luce ci permette di osservare per una volta, una volta ancora, l’abbacinante talento di un maestro nascosto”. Da non perdere.
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Se ancora non l’avete letto, vi consigliamo Zipper e suo padre, uno dei migliori romanzi di Joseph Roth. Ambientato durante gli anni della Grande guerra e della repubblica di Weimar, è incentrato sul tema universale dei rapporti familiari e questo ne fa un’opera sempre attuale. Dal padre frustrato che maltratta e umilia la moglie e il figlio primogenito, al protagonista (amico del narratore, rappresentato dallo scrittore stesso) Arnold che, dopo la partecipazione al conflitto, si isola diventando angolista, neologismo che indica la sua volontà di stare in disparte in qualsiasi circostanza sociale, la famiglia Zipper rappresenta il simbolo dei danni provocati dalla guerra. Il risultato è la formazione di una generazione di indifferenti (per citare le parole dell’autore), proprio come li descriveranno Gramsci, nell’articolo Odio gli indifferenti, e Moravia, nel suo capolavoro. Si gusta ogni singola pagina.
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losefectosdelamigracion · 9 months ago
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El Impacto de la Migración Europea en la Educación y la Alimentación en Argentina y Nueva York
Hace un par de años, entré en un restaurante argentino en Nueva York, esperando una clásica comida de barbacoa, empanadas o chimichurri.
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Para mi sorpresa, el menú incluía platos europeos como spaghetti alla carbonara de Italia, ratatouille de Francia y schnitzel alemán. Confundido, me pregunté: "¿Entré en el lugar equivocado?" Sin embargo, el diverso menú me intrigó, lo que me llevó a pedir la milanesa de pollo, un plato italiano que estaba absolutamente delicioso.
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Este menú no era simplemente una lista de comidas; representaba la narrativa de la evolución cultural de Argentina, fuertemente influenciada por la migración europea. Como discutimos en nuestra última publicación de blog, desde 1880 hasta 1930, más de seis millones de europeos emigraron a Argentina, trayendo consigo una rica tapicería de tradiciones culinarias. Estas influencias ahora son un pilar nacional, desde las pizzas y pastas inspiradas en Italia en los restaurantes urbanos hasta las cervezas artesanales influenciadas por Alemania en los Andes.
Estos sabores europeos han sido creativamente adaptados en Argentina, mezclando ingredientes locales para formar platos híbridos únicos. Por ejemplo, la pasta italiana tradicional a menudo presenta un giro argentino distintivo, incorporando carnes y productos locales. De igual manera, la tradición española de las tapas se ha transformado en picadas, un surtido de quesos locales, carnes curadas y aceitunas que exhiben la rica diversidad agrícola de Argentina.
Como Ethan observó en su análisis sobre Guayaquil, Ecuador, "En ciudades como Guayaquil, la escena culinaria es vibrante y dinámica, con una gama de platos influenciados por la migración constante dentro del país, ofreciendo una fusión de sabores de diferentes regiones." Esta vibrante fusión de sabores es un eco de lo que sucede en Argentina, donde la constante mezcla de culturas ha creado una cocina innovadora que atrae tanto a locales como a turistas.
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Aquella noche en Nueva York trascendió una simple comida; fue un viaje culinario que hizo eco de la migración de mi propia familia de Europa a América. Me recordó las historias de mis abuelos sobre cómo adaptaban sus recetas queridas con ingredientes del Nuevo Mundo. Esta mezcla de tradiciones culinarias es una piedra angular de la cocina argentina y refleja cómo las comunidades inmigrantes, particularmente las familias judías en Nueva York, utilizan la comida para preservar y evolucionar sus identidades culturales. Los inmigrantes judíos, huyendo de la persecución y buscando nuevos comienzos, trajeron consigo tradiciones culinarias que adaptaron a los ingredientes y gustos de su nuevo hogar. Establecieron emblemáticas delis judías, como Katz's Delicatessen, famosa por sus contundentes sándwiches de pastrami, bagels con lox y queso crema, y una variedad de delicias encurtidas.
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Estas delis no solo han atendido a la comunidad judía, sino que también se han convertido en una parte integral del diverso panorama culinario de Nueva York, querido por personas de todos los orígenes.
Cenar en ese restaurante argentino fue una profunda lección sobre cómo la migración mezcla culturas y redefine identidades, ilustrando que Argentina, al igual que América, prospera como un crisol donde cada ola de inmigrantes enriquece el tejido nacional. Esta comida profundizó mi aprecio por los intrincados sabores de la migración y las historias conmovedoras que cada plato cuenta.
Fuentes:
https://worldcrunch.com/global-gourmet/argentina039s-nueva-cocina-fusion-stirs-life-into-traditional-recipes
https://thedeligram.substack.com/p/the-argentinian-comfort-food-you
- James Rukin
Hola de nuevo, soy Evan. Continuando desde donde James dejó las influencias culinarias europeas en Argentina, exploraremos cómo estas olas de migración han entrelazado intrincadamente un rico tapiz de idiomas en el sistema educativo de Argentina. Esto refleja el vibrante paisaje lingüístico de la ciudad de Nueva York, mostrando el poder transformador de la migración.
Cuando Argentina abrió sus puertas a millones de europeos desde finales del siglo XIX hasta principios del siglo XX, sus aulas se convirtieron en crisoles de intercambio cultural. Las escuelas comenzaron a resonar con idiomas como el italiano, alemán y francés, enriqueciendo la experiencia educativa y abriendo la mente de los estudiantes a diferentes perspectivas e ideas. Por ejemplo, la influencia italiana está profundamente arraigada en el español rioplatense, hablado principalmente en Buenos Aires. Términos como 'laburar' (trabajar) del italiano 'lavorare' y 'fiaca' (pereza) de 'fiacco' son solo algunos ejemplos de cómo el italiano se ha fusionado con el español local, reflejando la significativa presencia de inmigrantes italianos.
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En la ciudad de Nueva York, la mezcla de idiomas hablados en cada calle, en cada metro y en las escuelas refleja una dinámica mezcla de culturas. Esta diversidad moldea el ambiente educativo, donde el aprendizaje de idiomas se adopta no solo como una asignatura, sino como una herramienta crucial para la comprensión y cooperación entre comunidades diversas. Cada clase de idiomas en Nueva York se convierte en una mini-reunión de la mezcla cultural de la ciudad, fomentando ciudadanos globales desde una edad temprana. Por ejemplo, las escuelas públicas en Queens podrían ofrecer clases en idiomas como el bengalí, mandarín y español, que son predominantes dentro de sus comunidades locales. Además, festivales culturales en barrios como Little Italy y Chinatown proporcionan experiencias inmersivas a través de las cuales tanto estudiantes como residentes interactúan con los idiomas en contextos vibrantes y prácticos. 
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Madison mencionó algo similar en su blog sobre el papel crucial de la lengua guaraní en el sistema educativo paraguayo. Desde la promulgación de la Ley de Lenguas en 2010, que promueve el uso oficial del guaraní junto al español, las escuelas han incorporado el guaraní no solo para preservar esta lengua indígena, sino también para fomentar un sentido de identidad nacional y resistencia cultural. Este esfuerzo por mantener viva la lengua guaraní a través de la educación es un testimonio del poder de los sistemas educativos para conservar lenguajes en riesgo de desaparición, y refleja un fenómeno similar a lo que vemos en las escuelas de Nueva York con la inclusión de idiomas de diversas comunidades inmigrantes.
Tanto Argentina como Nueva York aprovechan su diversidad lingüística para enriquecer las experiencias educativas, celebrándola como un recurso clave. Este enfoque común subraya el impacto significativo de la inmigración en los modelos educativos, haciéndolos más inclusivos, atractivos y culturalmente variados. En ambas regiones, los estudiantes se benefician del aprendizaje en múltiples idiomas, lo que potencia su capacidad para pensar de manera flexible y empatizar con diferentes culturas.
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Nuestro recorrido por los paisajes educativos de Argentina y Nueva York subraya el profundo impacto que la migración tiene en la configuración no solo de las identidades sociales sino también de las prácticas educativas. Al valorar su diversidad lingüística, ambas áreas maximizan el potencial de sus poblaciones multiculturales para crear entornos de aprendizaje innovadores, inclusivos y bien adaptados para nuestro mundo interconectado.
Fuentes:
https://www.langroops.com/post/what-are-the-most-spoken-languages-in-new-york-city#:~:text=Spanish%20comes%20in%20second%20with,identify%20as%20Hispanic%20or%20Latino.
- Evan Contant
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ilfascinodelvago · 1 year ago
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Zanotelli: «Serve un unico, forte movimento per la pace e l’ambiente»
«Siamo sull’orlo di due abissi: l’inverno nucleare, basta un incidente e ci siamo, e l’estate incandescente per la crisi climatica. Serve un unico forte movimento per la pace e l’ambiente»: così il missionario comboniano Alex Zanotelli fotografa l’attuale momento storico.
Festeggiamo la Repubblica, che vieta la guerra come mezzo di offesa ma anche di risoluzione delle controversie, con una parata militare.
È assurdo e l’ho sempre detto in questi anni. Ma cos’ha a che fare la parata militare con la festa della Repubblica italiana? Una repubblica che è bastata sull’articolo 11, che ripudia la guerra, mentre invece siamo in guerra da tutte le parti. Una contraddizione totale.
Il conflitto in Ucraina va avanti da più di un anno, si riaccende l’ex Jugoslavia. In Italia non c’è un vero dibattito.
C’è una narrativa in questo paese in cui incredibilmente la parola pace è scomparsa. La guerra in Ucraina ha riarmato l’Europa, quello che sta avvenendo fa paura. Secondo il rapporto Sipri, nel 2022 la spesa militare degli stati dell’Europa centrale e occidentale è stata di 345 miliardi di dollari, per la prima volta ha superato quella del 1989. A questo ha contribuito anche l’imposizione dettata dalla Nato di impiegare il 2% del Pil in armamenti. Il presidente Usa Biden ha detto «voglio che la guerra in Ucraina continui per indebolire la Russia per poi fronteggiare la Cina» e questo sta infiammando tutto l’Indopacifico. Gli Usa hanno dato i sottomarini atomici all’Australia e hanno chiesto alle Filippine di installare altre 5 basi militari. Si sta armando fino ai denti il Giappone, che ha una costituzione pacifista. Si sta armando anche la Germania, che pure ha una costituzione pacifista, mettendo sul piatto 100 miliardi. Una Germania che si arma è pericolosa per l’Europa. Giochiamo tutti col fuoco.
Il parlamento Ue ha approvato il progetto di legge Asap a sostegno della produzione di munizioni anche con i fondi del Pnrr.
Una cosa di una gravità estrema. Quei fondi dovevano servire per scuola, sanità, creare possibilità di vita. Invece si potranno dirottare verso l’industria bellica, ci sono già 500 milioni di euro preventivati, una bestemmia. Mi preoccupa come il Pd sta votando: il Partito democratico e la sinistra devono svoltare su questi temi. Non è concepibile barcamenarsi tra visioni opposte.
La giustificazione del provvedimento sono gli arsenali vuoti. Stiamo ristrutturando l’industria europea verso il settore militare?
Siamo dentro un’economia di guerra, del resto basta vedere quante porte girevoli ci sono nel governo verso Leonardo, uno dei maggiori player della sicurezza. Papa Francesco ha detto «siamo già dentro la Terza guerra mondiale». E Gutierrez, il segretario Onu, afferma che stiamo andando «a occhi aperti» verso una nuova guerra mondiale.
Nel 2024 ci sono le elezioni europee che potrebbero segnare un cambio radicale verso destra.
Nel mio libro Lettera alla tribù bianca racconto come il suprematismo sta invadendo il mondo: Bolsonaro, Trump, i paesi europei come Polonia e Ungheria. Se in Spagna vincesse Vox rischiamo che l’ultradestra travolga le stesse istituzioni Ue. Dobbiamo dire «gente, vogliamo davvero andare verso il disastro totale?». Non solo l’olocausto nucleare ma anche l’estate incandescente. Spese militari, guerre, voli di aerei da combattimento stanno pesando sull’ecosistema tanto quanto lo stile di vita del 10% più ricco del mondo. Il pianeta non sopporta più la presenza dell’homo sapiens, divenuto demens.
Industria di guerra, cambiamento climatico provocheranno nuovi movimenti migratori a cui l’Europa risponde chiudendo i confini.
I migranti superano già i 100 milioni, immaginiamo cosa succederà quando il calore crescerà nella zona saheliana. La gente scapperà e vale lo stesso per i conflitti. Fuggono da guerre che facciamo noi, da cambiamenti climatici che provochiamo noi nel nord del mondo. L’Africa nel prossimo secolo potrebbe raggiungere oltre 2 miliardi di persone ma chi ci potrà vivere se si va avanti in questo modo? Ai nostri politici interessa il profitto, se arriva dagli armamenti non importa. Questi sono gli ultimi dati di spesa in Italia: 4 miliardi e 200 milioni destinati all’esercito per 200 carrarmati; alla marina 12 miliardi per la terza portaerei e il raddoppio della flotta; all’aeronautica 8 miliardi e 700 milioni per F35 e Eurofighter Typhoon. È follia.
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abuqasimuhammadroleplay · 2 years ago
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*Abu Qasim fece uscire il suo regno anticristico di natura anticristiana fuori dalle Nazioni unite e dalla corte internazionale criminale facendo anche terminare l'alleanza con gli Stati Uniti e l'unione europea perché rifiuta di permettere uno stato palestinese indipendente vicino a Israele e di dare diritti ai cristiani e musulmani sunniti facendo una persecuzione contro quest'ultimi in Israele,Palestina,Yemen,Siria,Iran e Libano rifiutando l'autorità del cristianesimo nel mondo.
Abu Qasim cita la storia ebraica dicendo che il cristianesimo è una religione malvagia che più volte ha causato i pogrom contro i popolo ebraico in tutti secoli dei secoli e che Gesù non era affatto per nulla ebreo ed è per questo motivo che sarà per sempre rifiutato, cita anche l'Islam citando sempre le stesse cose e di come i Quraysh hanno ucciso sempre gli sciiti e ammette anche che lo sciismo non c'entra nulla con l'Islam ma è sempre una religione ebraica e il Messia degli ebrei,cristiani falsi,dei satanisti e dei musulmani sciiti è finalmente arrivato e il velo è stato tolto rivelandosi al mondo.
Gli Stati Uniti di James Sawyer e l'unione europea automaticamente si allontanano dal sionismo perché profondamente delusi confermando infatti che il communismo e lo sciismo erano creazioni ebraiche usando ebrei che erano falsamente convertiti al cristianesimo come Karl Marx e all'Islam come Abdullah Ibn Saba quindi cercano che qualcuno in Germania possa difendere il Vaticano e possibilmente creare un quarto reich.
Abu Qasim odia molto la Germania e l'Italia temendo infatti un qualcosa che non gli piace: un ennesimo Sacro Romano Impero e conosce la storia di Carlo Magno,Carlo Martello,Ottone I,Enrico II e Filippo II temendo che c'è un discedente vivo da quelle parti e non gli piace neppure che ci sono quattro degli ex nazisti ritornati in vita dall'inferno e dal paradiso che potrebbero ostacolare ancora una volta i piani ebraici di distruggere l'Europa e non gli piace neppure la polizia di Berlino e nemmeno le guardie svizzere del Vaticano perché potrebbero continuare ad arrestare terroristi di al-Qaeda, terroristi sciiti,satanisti,ebrei sospettosi, neo nazisti e potrebbero anche mettere nei guai il suo alleato Richard Stuard se venisse mandato in ergastolo o condannato a morte dalla corte internazionale criminale.
Abu Qasim supporta Richard Stuard per promuovere la falsa narrativa che la Russia di Putin è innocente, i cristiani sono malvagi e non hanno nessun diritto di autodifendersi in caso di invasione musulmana sciita, l'ebraismo è la vera religione e fede, questo perché Richard Stuard è segretamente di origini ebraiche da parte materna risultando quindi di essere un falso cristiano,falso profeta, un Mischling e un neo nazista per demonizzare il cristianesimo*
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tony999sworld · 1 year ago
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LITERATURA COLONIAL DE CHILE
¿COMO ERA EL ORIGEN DE CHILE?
Los restos arqueológicos mas antiguos de chile continental han sido ubicados en monte verde a finales del paleolítico superior, convirtiéndolo en el primer asentamiento humano conocido en américa en este periodo descolló la cultura chinchorro, desarrollaba en el norte del pais entre 5.000 y 1.700 A.C.
¿COMO ERA LA LITERATURA EN CHILE?
La literatura de Chile hace mención al conjunto de producciones literarias creadas por escritores originarios de ese país; ha sido producida habitualmente en español, aunque existen también autores, principalmente poetas, que utilizan otros idiomas, en particular el mapudungun. Especialmente en el ámbito de la poesía, cuenta con varios escritores de renombre, como Vicente Huidobro, Enrique Lihn, Gabriela Mistral, Pablo Neruda, Nicanor Parra, Pablo de Rokha, Gonzalo Rojas, Jorge Teillier y Raúl Zurita, entre otros. En el campo de la narrativa, destacan también Isabel Allende, Roberto Bolaño, María Luisa Bombal, José Donoso, Jorge Edwards, Pedro Lemebel, Antonio Skármeta, entre otros.
¿COMO ERA LA SOCIEDAD?
La sociedad colonial en Chile era estamental, es decir, presentaba una escasa movilidad social y estaba conformada en orden jerárquico por los conquistadores españoles, sus descendientes (criollos), las y los mestizos, la población indígena y los esclavos.
Los españoles, con el pasar del tiempo, se transformaron en una elite militar que traspasó su poder mediante las encomiendas. En la zona norte se dedicaban principalmente a las encomiendas y las actividades mineras, mientras que en la zona centro sur conformaron una elite encomendera de rasgo ganadero y agrícola.
¿CUANDO FUE LA COLONIA EN CHILE?
La sociedad colonial, entre los siglos XVII y XVIII, tuvo un carácter estamental y la vida de las personas estuvo marcada por la clase social, el lugar de nacimiento y el género. El grupo social más poderoso estuvo conformado por los españoles y criollos quienes se asentaron en grandes solares en las dos principales ciudades: Santiago y Concepción. Mientras las mujeres estaban encargadas de la economía doméstica, los hombres eran militares, se dedicaban al comercio o a la administración del campo.
El grueso de la población era mestiza y se dedicaron al trabajo rural, oficios urbanos y domésticos. Vivían en pequeños ranchos en los que se agrupaban muchas familias en un mismo espacio. Las mujeres mestizas eran sirvientas, cocineras o costureras, mientras que los hombres eran sirvientes o peones.
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AUTORES DE MEMORIA CHILENA
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¿COMO ES LA HISTORIA DE CHILE?
La historia de Chile se divide generalmente en doce periodos que abarcan desde el comienzo del poblamiento humano del territorio actual de Chile, hasta la actualidad.1​
El periodo prehispánico corresponde a la historia de las diferentes etnias amerindias presentes en el territorio, extendiéndose desde alrededor del año 14 800 a. C. hasta la llegada de los españoles. A partir de 1492, se iniciaron las exploraciones europeas en el continente americano. En 1520 Fernando de Magallanes y su expedición fueron los primeros europeos en llegar a Chile por el sur a través del estrecho que hoy lleva su nombre, y en 1536 Diego de Almagro comandó una expedición hasta el valle del Aconcagua y el norte del actual Chile.
El tercer periodo corresponde a la conquista hispana, que se extendió entre 1536 y 1598 con la guerra de Arauco, durante la cual los habitantes hispanos fueron atacados constantemente por los mapuche rebeldes. El período hispánico cubre algo más de dos siglos, entre 1598 y 1808, lapso marcado por el establecimiento de las instituciones reales.
El denominado periodo de la Independencia se desarrolló desde que Napoleón Bonaparte capturó al rey español de ese entonces Fernando VII en 1808 hasta la abdicación de Bernardo O'Higgins en 1823. Estuvo marcado por la guerra entre patriotas y realistas. La Patria Vieja, iniciada con un cabildo abierto el 18 de septiembre de 1810, llegó a su fin con la derrota patriota en la batalla de Rancagua en 1814, que dio inicio al periodo conocido como reconquista. Los patriotas sobrevivientes huyeron a la ciudad argentina de Mendoza, donde se aliaron con el gobernador independentista de la provincia, el general José de San Martín, y formaron el «Ejército Libertador de los Andes». La reconquista terminó en 1817 con la batalla de Chacabuco, en la cual el «ejército Libertador» derrotó al ejército realista. El triunfo militar definitivo se dio el año siguiente en la batalla de Maipú.
Entre 1831 y 1861, tuvo lugar el periodo de la república conservadora. Estuvo marcado por la puesta en vigor de la Constitución de 1833, establecida por Diego Portales, con un gobierno fuerte y centralizador. A pesar de algunos intentos de subversión, se mantuvo la estabilidad institucional y el país conoció la prosperidad económica.
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groennuuk · 2 years ago
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Rara avis de la actual narrativa cubana, Mouche, Margarita García Alonso Por AMIR VALLE, en OtroLunes Revista Hispanoamericana de Cultura
GRACIAS INMENSAS POR este ESCRITO, AMIR VALLE, EN Otro lunes, testimonio de FE.
Hacía mucho tiempo no leía una novela tan original, tan rompedora, tan distinta. Una novela que, al tiempo que construye un complejísimo mundo de traumas humanos, atrapa al lector y lo va conduciendo por un singular mundo que me hacía recordar esos universos propios tan vivos que construyeron, por sólo citar dos casos antagónicos, los autores de Alicia en el país de las maravillas, el polémico Lewis Carroll o de El reino de este mundo, el gran Alejo Carpentier.
Hablo de Mouche, de Margarita García Alonso, publicada por Ediciones Exodus en Miami.
Lo primero que llamó mi atención es el particular uso del absurdo cotidiano para definir la psicología de su protagonista: Linsana Mouche, inmigrante ilegal, niña, sonidista, cantante, cuya obsesión es grabar sonidos, entender sonidos, singularizarse a través de ese mundo distinto… Se trata de un absurdo que vincula aspectos muy del día a día, los sueños, por ejemplo, las alucinaciones postraumáticas luego de un accidente, las muy selectivas miradas que esta muchacha lanza sobre esos otros que la rodean, llámense Hermes o Martín, Sabetodo De La Cuadra o Laumi… Es, y es lo que más importa, un absurdo que podemos experimentar todos, está ahí, lo vivimos, lo encontramos en cada paso que damos, pero solamente llegará a nosotros (como llega a Linsana) si decidimos ver nuestra realidad también con esas perspectivas. Un absurdo natural, nada forzado, que brota alrededor del personaje y, en muchas ocasiones, llega a definirlo.
Lo segundo es la capacidad de traslación, una especie de don de ubicuidad mediante el cual la protagonista logra revivir casi al mismo tiempo ante nuestros ojos diversos momentos del pasado y presente de ese conflicto existencial que ella va viviendo: salto de un ojo inquieto podríamos decir, con esa ligereza y esa agilidad expresiva que simula el aleteo de una mosca (porque Mouche es mosca en francés y ese apellido en la protagonista es un leitmotiv con el que la escritora juega en toda la novela)… sus amigos, su familia, momentos definitorios en su existencia, van a surgir a lo largo de la trama como pequeños manantiales  de sentido que nos ayudarán a responder o, al menos, a entender las preguntas que Linsana se va haciendo. Y esa capacidad de movimiento escénico, montado sobre las alas de ese particular absurdo del que hablábamos antes, y además enriquecido gracias a un virtuosismo narrativo que nos permite ver lo que vamos leyendo, imprime aún más distinción a esta novela.
El tercer aspecto es justo ese virtuosismo. Margarita García Alonso demuestra en esta obra que es una excelente poeta. Y es que el aliento poético de cada escena, las descripciones que hace Linsana de los escenarios que frecuenta, sus contradicciones humanas mostradas a través de ese lenguaje específico tan elegíaco que tiene el mundo del sonido van edificando capítulo a capítulo el corpus lírico que define la personalidad compleja, soñadora, rebelde,  de Linsana Mouche.
Complementan el mundo de esta novela, y de su peculiar protagonista, referencias sutiles y casi siempre volátiles a Cuba, alusiones a los traumas del exilio, insinuaciones sobre el complicado reto de comprender y fundirse en otras culturas, puntadas críticas a la deshumanización que envenena el espíritu de ciertas sociedades europeas… Pero lo que importa es la lucha del personaje porque se produzca esa caída de las máscaras, esa insistencia suicida en vivir ahogados en las convenciones sociales, esa doblez de la especie humana que ella observa curiosamente como una mosca posada en una repisa. 
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kneedeepincynade · 2 years ago
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Nato, a rotting relic of the Cold War, today exist only to inflict suffering and steal resources while it inevitably rots away, and now it's almost its time, it's scared and lashes in anger, but the world endures and prepares the final blow, for the rotting monster is almost dead
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⚠️ MAO NING: LA NATO DOVREBBE RIFLETTERE SUL TIPO DI RUOLO SVOLTO NELLA STABILITÀ EUROPEA E GLOBALE, PIUTTOSTO CHE ALIMENTARE LA TENSIONE IN TUTTO IL MONDO E PROMUOVERE LA NARRATIVA DELLA "MINACCIA CINESE" ⚠️
🇨🇳 Oggi, 9 febbraio, un giornalista di RIA Novosti ha chiesto a Mao Ning - Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese - un commento sulle dichiarazioni di Jens Stoltenberg (NATO) sul fatto che "ciò che accade oggi in Europa riguarda al Conflitto Ucraino potrebbe influenzare le azioni della Cina in Asia", e che la Cina "sta aumentando la sua attività di raccolta di informazioni in Europa" 🤪
⭐️ La risposta di Mao Ning:
💬 "La NATO ha continuato ad andare ben oltre la sua tradizionale Area di Difesa e ha chiesto ai suoi membri di aumentare le spese militari e di espandere le attività militari, e ora muove accuse e critiche contro la Cina. Questo è un doppio standard da manuale" 📖
💬 "La Cina è impegnata sulla Via dello Sviluppo Pacifico e ha un track-record migliore di qualsiasi altro grande paese nel sostenere la Pace e la Sicurezza. Non abbiamo mai invaso nessun paese, non abbiamo mai iniziato alcuna guerra per procura. Non ci siamo mai impegnati in operazioni militari globali o minacciato altri paesi con la forza" 🕊
💬 "Ciò che la NATO dovrebbe fare è abbandonare la mentalità della Guerra Fredda e il pregiudizio ideologico, e riflettere su che tipo di ruolo abbia svolto nella stabilità europea e globale, piuttosto che alimentare la tensione in tutto il mondo e promuovere la narrativa della "Minaccia Cinese" 😵‍💫
🔍 Per chi volesse approfondire questo tema, può rifarsi a questi post del Collettivo Shaoshan:
🔺Zhao Lijian: "La NATO si è ridotta ad essere uno strumento di egemonia. [...] Pur affermando di essere un'organizzazione difensiva, la NATO ha costantemente creato scontri e problemi. Mentre chiedeva a paesi terzi di attenersi alle basilari norme che regolano le relazioni internazionali, la NATO ha condotto guerre contro paesi sovrani e ha sparato i suoi proiettili indiscriminatamente portando alla morte di civili e allo sfollamento" - post completo 📄
🔺Zuo Dapei: "La NATO è un'alleanza di aggressione militare imperialista formata da paesi capitalisti sviluppati in Europa e Nord America. Le azioni militare condotte dalla NATO dimostrano che essa non è un'alleanza militare atta alla protezione della sicurezza degli Stati membri, ma una macchina da guerra aggressiva dei paesi imperialisti europei e americani" | serie di post: I, II, III, IV, V, VI 📄
🔺Li Zhanshu: "Loro [Paesi NATO] stanno mettendo insieme strutture a blocchi ristretti e stanno anche perseguendo una strategia indo-pacifica proprio per frenare il nostro sviluppo attraverso due oceani: Pacifico e Indiano. [...] Combatteremo insieme alla Russia contro la loro egemonia e la loro politica di potere" - post completo 📄
🔺China Daily: "La NATO è un relitto della Guerra Fredda e il Conflitto Russo-Ucraino è colpa della NATO" ⚔️
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⚠️ MAO NING: NATO SHOULD REFLECT ON KIND OF ROLE IT PLAYS IN EUROPEAN AND GLOBAL STABILITY, RATHER THAN FEEDING WORLDWIDE TENSION AND PROMOTING THE “CHINESE THREAT” NARRATIVE ⚠️
🇨🇳 Today, February 9, a journalist from RIA Novosti asked Mao Ning - Spokesman of the Ministry of Foreign Affairs of the People's Republic of China - for a comment on Jens Stoltenberg's (NATO) statements that "what is happening in Europe today concerns conflict could affect China's actions in Asia", and that China "is increasing its intelligence-gathering activity in Europe" 🤪
⭐️ Mao Ning's answer:
💬 “NATO has continued to go far beyond its traditional Defense Area and has asked its members to increase military spending and expand military activities, and is now leveling accusations and criticisms against China. This is a double standard from manual" 📖
💬 “China is committed to the Way of Pacific Development and has a better track record than any other major country in supporting Peace and Security. We have never invaded any country, we have never started any proxy war. never engaged in global military operations or threatened other countries with force" 🕊
💬 "What NATO should do is abandon the Cold War mentality and ideological bias, and reflect on what kind of role it has played in European and global stability, rather than fueling tension around the world and promoting the narrative of " Chinese threat" 😵‍💫
🔍 For those wishing to learn more about this topic, they can refer to these posts from the Shaoshan Collective:
🔺Zhao Lijian: "NATO has reduced itself to being an instrument of hegemony. [...] While claiming to be a defensive organization, NATO has constantly created confrontations and problems. While asking third countries to abide by the basic rules that regulate international relations, NATO has waged wars against sovereign countries and fired its projectiles indiscriminately leading to civilian deaths and displacement" - full post 📄
🔺Zuo Dapei: "NATO is an alliance of imperialist military aggression formed by developed capitalist countries in Europe and North America. The military actions conducted by NATO demonstrate that it is not a military alliance fit to protect the security of member states, but an aggressive war machine of the European and American imperialist countries" | series of posts: I, II, III, IV, V, VI 📄
🔺Li Zhanshu: “They [NATO countries] are putting together small block structures and are also pursuing an Indo-Pacific strategy precisely to curb our development across two oceans: Pacific and Indian. [...] We will fight together with Russia against their hegemony and power politics" - full post 📄
🔺China Daily: "NATO is a relict of the Cold War and the Russo-Ukrainian conflict is NATO's fault" ⚔️
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jgmail · 15 days ago
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Nunca reelijas a un revolucionario. Post-populismo en tiempos mesiánicos
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Por Benjamin R. Teitelbaum
Traducción de Juan Gabriel Caro Rivera
Tener al Mesías detrás no es muy cómodo.
-Jacob Bernays
La crisis se cierne sobre el movimiento de Trump en su momento de victoria y es una crisis de narrativa. Los viejos relatos sobre quién es Trump, lo que ha logrado y lo que él y su causa están destinados a lograr ya no son válidos. Porque esta será la segunda vez que Trump entre en la Casa Blanca como revolucionario, la segunda vez que asuma el liderazgo prometiendo un ajuste de cuentas definitivo. Y se supone que los políticos en general – y los políticos como él en particular – no deben tener un ajuste de cuentas consigo mismos.
Trump es uno de los muchos populistas de derechas que ostentan el poder directa o indirectamente en docenas de países de todo el mundo, algunos porque ocupan puestos formales de liderazgo en los gobiernos, otros porque actúan como reyes en la política de coalición o dentro de un partido político, otros – la mayoría informalmente – porque su amenaza obliga a otros actores políticos a adaptarse. Pocos detractores del populismo de derechas mantienen la esperanza de que el reciente ascenso del movimiento se reduzca a un paréntesis en nuestra vida política colectiva. Ahora es un elemento arraigado en los sistemas democráticos de todo el mundo.
Pero estar atrincherado es un problema para el populismo. El populismo declara que existe un antagonismo total entre el pueblo y el establishment. Su razón de ser se basa en la afirmación de que las élites que dirigen los medios de comunicación, el gobierno y las instituciones educativas y científicas actúan en oposición a los intereses de las poblaciones a las que deben servir. Algunos populistas plantean la diferencia entre los dos campos en términos de identidad, afirmando que las «élites» y el «pueblo» son tipos humanos fundamentalmente diferentes. El racismo puede crecer en este entorno, pero incluso así es una herramienta secundaria, un medio estilístico para impulsar el imaginario populista: a saber, la afirmación de que las oposiciones entre las élites y el pueblo es irreconciliable. Por eso, la reforma gradual, el compromiso y la moderación no sirven. El populismo alimenta la revolución y la explosión total del establishment.
Por eso el éxito político amenaza al populista. ¿Cómo pueden los populistas justificar la gestión de las mismas instituciones elitistas que pretendían destruir?
Los populistas pueden responder a este enigma pintando a sus enemigos en el establecimiento como si residieran fuera de su alcance, como cuando el presidente húngaro Viktor Orbán afirma estar luchando contra la Unión Europea y el liberalismo occidental. Algunos, como los Demócratas Suecos, pueden tener la suerte de ser los reyes de una administración gobernante sin formar parte formalmente de ella, lo que les permite dar forma a la política haciéndose pasar por marginales. Los populistas enquistados en las administraciones pueden alegar que las fuerzas contra las que luchan están tan arraigadas en las instituciones que los políticos electos no pueden (todavía) llegar a ellas y que por tanto la causa de la rebelión debe continuar incluso después de una victoria electoral. Las narrativas sobre un Estado profundo que dirigía el gobierno de Estados Unidos durante la primera presidencia de Donald Trump son un ejemplo de esto último caso.
Sin embargo, se trata de intentos de mitigación más que de curas. Si, por ejemplo, un Estado profundo mantiene supuestamente el control incluso después de una toma del poder revolucionaria, los partidarios del populismo pueden considerar inútil la acción política y desentenderse. Los populistas elegidos se ven así obligados a entrar en un mundo de juegos, negociaciones, compromisos y gestiones. A menudo se convierten en conservadores, incluso curadores, pero no en el sentido palingenético de resucitar una edad de oro perdida, sino simplemente, y de forma más aburrida, por su deseo de mantener el mundo en el que prosperan. Max Weber sostuvo que los burócratas rara vez traspasan las instituciones que dirigen, porque con el tiempo su poder personal y su prestigio dependen de esas mismas instituciones.
Tal es la condición de muchos populistas de todo el mundo hoy en día, en lo que podríamos llamar una época post-populista, una época en la que los revolucionarios de ayer ahora se aferran al statu quo, donde el radical «Make America Great Again» (Hacer a Estados Unidos Grande de Nuevo) da paso al paranoico «Keep America Great» (Mantener la Grandeza de Estados Unidos). Los populistas elegidos (y especialmente los populistas reelegidos) se encuentran ahora con la tarea de inculcar una mitología duradera que permita a sus seguidores mantener su compromiso con su causa, aunque esta misma haya cambiado.
Un modelo para este tipo de gobierno puede encontrarse en la paradójica narrativa del cristianismo y su mesías: el ya pero todavía no. Esta narrativa gira en torno a la idea de Jesús, el revolucionario que llegó, pero que se espera que regrese en una Segunda Venida, el salvador que ya ha llegado pero que aún no ha vuelto. Las Cartas de Pablo del Nuevo Testamento desarrollan este tema: en Romanos afirma que somos adoptados (8:15), pero que aún esperamos la adopción en Cristo (8:23); en Efesios que estamos en posesión de la redención (1:7), pero aún no hemos sido redimidos (4:30); en 1 Corintios afirma que somos santificados (1:2), mientras que 1 Tesalonicenses dice que esto ocurrirá en la venida de Nuestro Señor Jesucristo (5:23-24). Es el concepto distintivo de lo que a veces se denomina escatología inaugurada o tiempo mesiánico. Partiendo de estas premisas aceptamos la idea de que se produjo y se espera un momento transformador singular, podríamos aceptar que los revolucionarios de ayer están destinados a una Segunda Venida (la Parusía) en el futuro y que nosotros vivimos durante este tiempo intermedio.
El mesías cristiano nació, fue crucificado, resucitó y volverá con gloria para juzgar a vivos y muertos. Los mesías del populismo no nacieron, sino que hicieron campañas y mítines. No fueron crucificados, sino elegidos. No ascendieron a los cielos, sino al Estado. Y les espera un día final de ajuste de cuentas que traerá la salvación a su rebaño. Mientras tanto, en este momento – en el ahora – esperamos, sabiendo lo que fue y lo que será.
Confiar en que los esfuerzos iniciados ayer alcanzarán su plenitud mañana nos permite experimentar el pasado, el presente y el futuro como uno solo, una característica definitoria del tiempo mesiánico. A pesar de sus afiliaciones religiosas, esta forma de pensar sobre el tiempo siempre ha sido atractiva para los líderes populistas más hábiles. Consideremos cuando, el 30 de marzo de 2018, más de un año después de su presidencia, Trump dijo: «Comenzamos a construir nuestro muro. Estoy muy orgulloso de ello. Empezamos. Empezamos. Tenemos 1.600 millones de dólares y ya hemos empezado. Ayer vieron las fotos. Yo dije: «¡Qué cosa de la belleza!» Qué belleza. Un muro que entonces no estaba «empezado» y que hoy sigue sin estar terminado, puede ser, sin embargo, objeto de admiración.
La agitación y la disolución del orden existente nos llaman la atención cuando nuestra imaginación se adelanta a las conclusiones, a la maduración final de las instituciones y las cosas que nos rodean. El filósofo italiano Giorgio Agamben, siguiendo al jurista alemán Carl Schmitt, argumentó que podríamos vislumbrar esta característica del tiempo mesiánico cuando experimentamos la declaración de un estado de emergencia; cuando un gobierno ejerce su poder más impresionante utilizando la ley para suspender la propia ley. El estado de excepción nos deja sin un sistema legal discernible de prohibiciones, derechos o procedimientos. Revela el poder extralegal del gobierno y exponer la impotencia de los burócratas con credenciales y reglamentos.
El ejercicio último de la ley es la anarquía, del mismo modo que una victoria total de la sanidad, la educación o la ciencia obviaría también esas búsquedas. Y quizá pueda decirse lo mismo de la política. Una encuesta de opinión de 2023 reveló que más de la mitad de los estadounidenses que consumían medios conservadores y que tenían una opinión favorable de Trump deseaban un líder que «rompiera algunas reglas» para lograr los cambios deseados. Al igual que Cristo abolió la ley al cumplirla, también los populistas, por el bien ostensible de la ley y el orden, pretenden trascender las instituciones, el proceso y la propia política en un Estado postconstitucional.
Un mundo sin normas ni funcionarios puede sonar angustioso, pero también podría satisfacer el deseo de una experiencia sin intermediarios, incluido el contacto sin intermediarios con el poder. Esta también es una de las promesas del populismo, y una de las razones por las que anhela líderes que eviten a los medios de comunicación y hablen al pueblo sin filtros. Pocos articularon mejor esta lógica que Darren Beattie, antiguo redactor de discursos de Trump y empresario de medios de comunicación. Hablando en 2023 en respuesta a los llamamientos, entonces de moda, a un trumpismo sin Trump, declaró: “La revolución que [Trump] provocó en 2016 es la mayor amenaza para el establecimiento en décadas, si no siglos. Hay una razón por la que el establecimiento está haciendo todo lo posible para silenciar, suprimir y destruir no sólo al propio Trump, sino también las energías asociadas al movimiento que creó... Son cosas que no están sujetas a los mecanismos tradicionales de control y por eso el establecimiento tiene tanto miedo. Ni siquiera se trata de una política específica. Se trata de la energía potencial que existe cuando se produce esa conexión especial entre el líder del movimiento y el pueblo estadounidense”.
Eso es el trumpismo según Beattie: la energía que une al líder con el pueblo. Es un tipo de realidad que no necesita directrices, intérpretes sancionados o incluso lenguaje. Aún podría sobrevivir si todas esas cosas perecieran.
El ya pero todavía no: el tiempo mesiánico es también un tiempo de rituales que conmemoran el pasado y vislumbran la liberación futura. Los cristianos celebran la Eucaristía para traer la historia al presente y algunos recurren al arte para imaginar la Segunda Venida de Cristo. Los populistas también se entregan a este juego temporal, a través de acontecimientos como las revueltas masivas en Washington D.C. y Brasilia en 2021 y 2023. Aunque se anunciaron como protestas contra las elecciones pasadas, estos acontecimientos también fueron oportunidades para representar el futuro, es decir, el ajuste de cuentas y la destrucción del establecimiento que los fieles esperaban ver. Los partidarios de Trump y Bolsonaro se vieron obligados a recurrir al espectáculo – un tipo de teatro público combinado con rastros de un intento de golpe militarizado – para saborear la plenitud; para escenificar una representación alegórica de lo que esperaban conseguir a través de la política. El fascismo histórico no consiguió las reformas prometidas, por lo que consoló a sus seguidores ofreciéndoles el entretenido espectáculo de la guerra; el populismo contemporáneo intenta lo mismo con el asalto teatralizado al capitolio.
Una vez elegidos y asimilados en el establishment gobernante, figuras como Trump y Bolsonaro pierden su reivindicación como revolucionarios, cancelando o retrasando indefinidamente su ajuste de cuentas en la parusía. De ahí la demanda de consuelo y compensación entre las bases del populismo que se desesperan, no porque sus líderes hayan perdido, sino porque esos líderes han ganado.
La llegada del salvador puede suspender leyes y derribar instituciones, pero después, al entrar en un periodo de espera, surgen nuevas instituciones y normas para mantener su legado. En el caso de Cristo, esta nueva institución fue la iglesia, una incubadora de estructura y rigor, a menudo la antítesis del fervor radical. Disculpamos a la iglesia por apartarse tan profundamente de la naturaleza de su rebelde mascarón de proa, pues entendemos que las ocasiones para el cambio dramático son ayer y mañana, pero no hoy.
Esto puede presentar un camino para que los fanáticos de MAGA acepten que Trump anide en la burocracia del Partido Republicano y la Casa Blanca. Si el movimiento de Trump fue una vez un motor de caos que atraía a forasteros y bichos raros – obligándonos a lidiar con la imprevisibilidad de un líder carente de ideología y convicciones, pero rebosante de carisma –, todo eso está destinado a desvanecerse. Su partido, su gobierno, pronto pasarán por un mundo familiar de pruebas de fuego que lo llevará a la uniformización y la preservación. Al fin y al cabo, ese es el objetivo del infame Proyecto 2025: un medio para evitar divergencias y racionalizar y aplicar algunos puntos en un medio político desordenado.
Los que están destinados a estar fuera del régimen revolucionario reelegido también ven estas señales. Por ejemplo, Nick Fuentes, una destacada voz online de la alt-right, que poco después de que Kamala Harris anunciara su candidatura declaró: «El movimiento Trump está muerto, está muerto. Los verdaderos señores de la mierda, la gente real de 4chan, los canalizadores, toda la gente de 2016 que trajo la energía de los memes ahora se han ido. Han dejado la política por completo, son liberales, son nazis, ya sabes, son otra cosa, pero no están del lado de Trump. ¿Sabes quién está del lado de Trump? Los farsantes del Partido Republicano». El cambio demográfico observado por Fuentes promete dar lugar a una nueva inmovilidad en la que ocurrirán pocas cosas inesperadas y no planificadas, de la mano de un hombre que tuvo a bien balancearse en silencio al ritmo de la música en el escenario durante cuarenta minutos en un mitin de campaña en lugar de responder a preguntas en directo.
Los partidarios acérrimos de Trump les dirían que me equivoco. Contra la teología política que he ofrecido aquí, podrían sugerir una propia: que Trump padre engendró un hijo, el vicepresidente electo J.D. Vance. O que Vance es San Pablo frente a Trump en el puesto de Jesús, como dijo Steve Bannon. El político de Ohio podría ser quien tome el espíritu sin refinar de Trump y lo clarifique y canalice en un programa coherente, tras lo cual podría comenzar su verdadero momento de difusión social.
Si Europa nos enseña alguna lección es que esta mezcla es un enemigo formidable para la política establecida, desde la centro-derecha hasta la extrema izquierda. Si realmente se produjera en Estados Unidos, no nos enfangaría en la ciclicidad como las viejas batallas izquierda-derecha sobre el tipo impositivo marginal ni nos congelaría en el tiempo mesiánico. Traería la ruptura y encendería la linealidad y, si no el progreso, sí un fronterismo al servicio de quienes buscan la oportunidad por encima de la obligación y el eros por encima de la civilidad.
¿Se interponen en el camino de ese futuro? Los instintos de un hombre que no tiene amigos, que ve y ataca rivales en todas partes. Son los instintos que llevaron a Trump a agitar a socios y aliados durante su primer mandato y que podrían llevarle a canibalizar a Vance durante el segundo. Instintos que antes considerábamos caóticos, pero que ahora – si consumieran al agente de cambio radical que lleva dentro – mantendrían las cosas quietas, quizás un poco más.
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valen-ms06 · 23 days ago
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Medici: Masters of Florence
Ensayo
Los tres primeros capítulos de "Medici: Masters of Florence" nos sumergen en el corazón del Renacimiento italiano, una época de profunda transformación cultural, artística y política. La serie nos presenta a la poderosa familia Medici, una dinastía de banqueros que llegó a dominar Florencia y a influir significativamente en el curso de la historia europea. Con una producción cuidada y un elenco sólido, la serie captura de manera convincente la intriga política, la ambición familiar y el espíritu innovador de una era marcada por grandes cambios.
Los capítulos iniciales nos introducen al mundo del arte y la cultura renacentistas, mostrando cómo los Medici utilizaron su inmensa riqueza para financiar proyectos arquitectónicos ambiciosos, obras de arte de gran envergadura y el desarrollo de talentos artísticos como Donatello y Masaccio. Con estas acciones, no solo embellecieron Florencia, sino que también construyeron una imagen de mecenas y benefactores, legitimando así su poder y ganándose el favor del pueblo. Esta estrecha relación entre el poder político y el arte es una característica fundamental del Renacimiento, y la serie la retrata de manera convincente.
Un aspecto destacado de la serie es su capacidad para presentar la complejidad de los personajes. Cosimo de' Medici, por ejemplo, es retratado como un político astuto y despiadado cuando es necesario, pero también como un apasionado del arte y la arquitectura. Su deseo de completar la cúpula de la catedral de Florencia simboliza su visión de un legado que trasciende el poder político y financiero. Esta dualidad enriquece la narrativa y nos invita a reflexionar sobre la naturaleza del poder y la ambición humana.
Sin embargo, la serie no presenta una visión idealizada del Renacimiento. Al contrario, nos muestra las luchas de poder, las traiciones y las conspiraciones que caracterizaron esta época. Las intrigas palaciegas y las rivalidades familiares son elementos recurrentes que crean una atmósfera de tensión y suspenso, manteniendo al espectador enganchado.
En conclusión, "Medici: Masters of Florence" nos recuerda que la historia está llena de matices y contradicciones. Los Medici fueron tanto tiranos como benefactores, y su legado es un testimonio de cómo el poder puede moldear el curso de la historia.
Fecha:18/10/2024
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pier-carlo-universe · 18 days ago
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"L'uomo che impastava storie" di Carsten Henn: Un Viaggio di Fantasia e Saggezza. Recensione di Pier Carlo Lava
Una favola moderna che intreccia il potere della narrazione e la bellezza della semplicità attraverso la figura di un anziano fornaio
Una favola moderna che intreccia il potere della narrazione e la bellezza della semplicità attraverso la figura di un anziano fornaio. “L’uomo che impastava storie” di Carsten Henn è un romanzo che invita i lettori a riscoprire la magia della narrazione e il valore delle piccole cose. Al centro della trama vi è l’anziano fornaio di un piccolo paese, che ogni giorno impasta pane e racconta…
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gregor-samsung · 6 months ago
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" Si trattava ancora una volta di un libro, e l'autore si chiamava Kafka, Franz, e il libro era intitolato "Nella colonia penale". Più tardi ho chiesto a Boris se davvero non immaginava le conseguenze di quello che faceva quando, alla fine del '44 (!), raccomandava a Leni uno scrittore ebreo, e lui mi ha risposto: «Avevo tanta di quella roba in testa, tante cose a cui pensare che me lo sono dimenticato». Dunque, Leni andò un'altra volta col suo bravo biglietto alla biblioteca, ce n'era ancora una in funzione e la bibliotecaria, per fortuna, era una donna piuttosto anziana e abbastanza ragionevole che strappò il biglietto e prese subito Leni in disparte e le ripeté, alla lettera, quello che le aveva già detto la madre superiora quella volta che aveva chiesto con tanta insistenza di Rahel: «Ma figliuola, ha perso la testa? Chi l'ha mandata qui a chiedere questo libro?» Però Leni, sa, anche stavolta non ha mollato. La bibliotecaria dev'essersi accorta subito che non era un agente provocatore, perciò l'ha presa da parte e le ha spiegato esattamente che quel Kafka era ebreo, che tutti i suoi libri erano stati proibiti e bruciati eccetera, e certo Leni dev'essersene uscita col suo solito disarmante «E con questo?», e allora quella donna le spiegò ben bene, anche se tardi, come stavano le cose tra nazisti ed ebrei, e le mostrò - naturalmente ce l'aveva in biblioteca - lo "Stürmer"*  e le spiegò tutto, e Leni, quando venne da me, era inorridita. Finalmente aveva afferrato qualcosa.
Ma non mollò, s'era messa in testa di avere il suo Kafka e di leggerlo, e ci riuscì! Pensi che andò in treno a Bonn, da alcuni professori per i quali suo padre aveva lavorato e di cui sapeva che avevano delle grandi biblioteche, e infatti ne trovò uno che ormai era un nonnetto di settantacinque anni passati e se ne stava là in mezzo ai suoi libri, ormai pensionato, e sa che cosa le disse quello, alla lettera? «Ma figliuola, ha perso la testa? Kafka, nientemeno? Perché non addirittura Heine?» Però fu molto gentile con lei, si ricordò di lei e di suo padre, solo che non aveva quel libro e dovette andare da un collega e poi da un altro finché ne trovò uno con cui la fiducia era reciproca e che per di più possedeva il libro. Non fu tanto semplice, la cosa durò un giorno intero, sa, arrivò a casa nel cuore della notte e aveva il libro nella borsetta, non era una cosa tanto semplice perché non solo bisognava trovare uno che si fidasse del professore e di cui il professore potesse fidarsi, ma quello doveva fidarsi anche di Leni, e non solo doveva avere il libro ma anche cacciarlo fuori! Effettivamente ne trovarono due che lo avevano, ma il primo non volle darlo. Roba da matti, le preoccupazioni di Leni e di Boris, quando era in ballo la vita, la vita nuda e cruda. "
*Settimanale di propaganda nazista veementemente antisemita, edito sin dal 1923.
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Heinrich Böll, Foto di gruppo con signora, (traduzione di Italo Alighiero Chiusano), Einaudi (collana Tascabili), 1972.
[Edizione originale: Gruppenbild mit Dame, Verlag Kiepenheuer & Witsch, Köln, 1971]
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trastornadosrevista · 2 months ago
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SARAMALACARA, Un contacto Visual
Tras el éxito de Heráldica, su más reciente disco, la artista Saramalacara regresa con una nueva propuesta musical titulada “contacto visual”. Este single es el primer adelanto de Heráldica +, una edición deluxe que incluirá tres canciones inéditas, prometiendo expandir el universo sonoro que la artista creo.
Con una gira europea que la llevó por ciudades como Asturias, Madrid, Valencia y Barcelona, donde agotó todas las entradas, saramalacara ha demostrado su capacidad para conectar con el público. Ahora, con “contacto visual”, la artista se sumerge en un estilo que resuena con su lado más gangsta. En esta nueva entrega, se plantea de manera autorreflexiva la pregunta: “¿por qué debería cambiar?”
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Musicalmente, “contacto visual” fusiona elementos del post rage y post trap con una base electrónica, haciendo eco del rap underground de Nueva York. Este sonido se complementa con una estética que remite al sentimentalismo de la electrónica europea de principios de los 2000, combinado con la energía cruda del rap contemporáneo estadounidense.
El lanzamiento de este single viene acompañado de un videoclip, dirigido por Juan Cruz Larrosa, que se desarrolla en el Cementerio Municipal de Azul, una obra monumental del arquitecto Francisco Salamone en la provincia de Buenos Aires. Este espacio brutalista se convierte en el escenario perfecto para representar el costado más trap de saramalacara, incorporando elementos visuales inspirados en la cultura de los videojuegos y la estética de Internet, con textos e imágenes superpuestos que enriquecen la narrativa visual.
Cada uno de los temas que conformarán Heráldica + explorará diferentes facetas de la personalidad de saramalacara. Desde el ímpetu de enfrentarse al mundo sin miedo, pasando por el vacío existencial que todos sentimos, hasta las profundidades del amor, la artista promete una paleta de emociones y sonidos que reflejan su evolución.
Con “contacto visual”, saramalacara no solo anticipa su próxima entrega, sino que también reafirma su posición como una voz singular en la escena musical contemporánea. La combinación de su estilo audaz y sus letras introspectivas aseguran que esta nueva fase de su carrera será una de las más emocionantes hasta la fecha.
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yo-sostenible · 2 months ago
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Por Caída de Vatten En vísperas del evento del 24 de septiembre en Bruselas, donde la cuestión central será si la comunicación climática puede superar el problema de las malas noticias, se ha creado esta serie de artículos para mantenerlo actualizado sobre el programa, los oradores y las noticias relevantes relacionadas con los temas. Los próximos artículos analizarán en profundidad la cuestión de la creación de capacidades y audiencias para la comunicación sobre el cambio climático, la ecodepresión y los temas que inspiran la acción, basándose en la mejor investigación disponible. Con las elecciones europeas a la vuelta de la esquina en junio, este artículo se centra en el tema de la desinformación y el cambio climático, con especial atención a la inteligencia artificial (IA). Recientemente, la plataforma de medios holandesa Nieuwsuur, en colaboración con AI Forensics, descubrió que los chatbots de IA sugerían difundir desinformación y sembrar miedo cuando se les pedía que elaboraran una estrategia de campaña euroescéptica para las elecciones europeas. El hecho de que las aplicaciones de IA, como los deepfakes y los chatbots, puedan influir en las elecciones es una preocupación creciente. “El umbral para crear este tipo de contenido se ha vuelto muy bajo debido a la inteligencia artificial”, dice Claes de Vreese, profesor de Inteligencia Artificial y Sociedad en la Universidad de Ámsterdam. “Si simplemente se abandonan estas tecnologías, la inteligencia artificial es una amenaza para la democracia Cómo las narrativas falsas amenazan la acción climática Abordar el cambio climático no es sólo una batalla contra el aumento de las temperaturas y los fenómenos meteorológicos extremos, sino también contra el oscuro adversario de las narrativas falsas. Si bien la desinformación y la información errónea sobre el clima no son nuevas, el surgimiento de la inteligencia artificial generativa está desempeñando un papel fundamental y los algoritmos de las empresas de redes sociales son un nuevo impulsor. “La inteligencia artificial está cambiando fundamentalmente la forma en que creamos, difundimos y consumimos información”, afirma Syed Nazakat , fundador y director ejecutivo de DataLEADS. Lea la historia completa aquí. https://app.wedonthavetime.org/profile/Vattenfall
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ferrolano-blog · 3 months ago
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Crisis del Imperio Alemán... La austeridad impuesta a los Estados miembros y la ampliación desproporcionada hacia el este han sido los pilares que han sostenido la construcción del imperio neoliberal alemán en Europa... la austeridad proporcionó al capital alemán una triple ventaja competitiva: permitió a Berlín financiar el gasto público incluso a tipos negativos a través del mecanismo del diferencial; desertificó aparatos de producción potencialmente competidores; y fue una excusa para recortar los salarios en zonas destinadas a convertirse en subordinadas en las cadenas de suministro de la industria alemana... El pacto entre el gran capital alemán y las altas finanzas europeas apuntaló la construcción de la Europa real entre finales de la década de 1990 y la década de 2010. Fueron los gobiernos rebeldes los que fueron pagando el precio de este pacto (Grecia e Italia)... Mientras tanto, los gobiernos periféricos se encargaron de construir una narrativa ad hoc, haciendo suya la retórica de unos pueblos mediterráneos «que vivían por encima de sus responsabilidades», a los que se imponían «sacrificios» por su propio bien. Había llegado el momento de que la juventud de aquellos países volviera a saborear «la dureza de vivir»... La guerra en Ucrania interrumpió bruscamente el proceso de construcción imperial... La nueva ola de austeridad que se avecina en Europa, lejos de favorecer la reanudación de la construcción europea alemana, hunde definitivamente las ambiciones de Berlín, que se enfrenta a una recesión de la que no puede salir (Tommaso Nencione)
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