#immortalità
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" È necessario comprendere il quadrante della vita: Fino a un certo momento la nostra morte è qualcosa di troppo lontano per destare il nostro interesse. È non vista e invisibile. Questo è il primo periodo della vita, il periodo felice. Poi però, improvvisamente, cominciamo a vedere la nostra morte davanti a noi, e non possiamo più liberarci di questo pensiero. Essa è con noi. E poiché l'immortalità è attaccata alla morte come Hardy a Laurel, possiamo dire che è con noi anche la nostra immortalità. E nel momento in cui sappiamo che è con noi, iniziamo a occuparci di lei febbrilmente. Per lei ci facciamo fare lo smoking, per lei ci compriamo la cravatta, con la paura che vestito e cravatta li scelgano gli altri e li scelgano male. Questo è il momento in cui Goethe decide di scrivere le sue memorie, il suo famoso Poesia e verità, il momento in cui chiama presso di sé il devoto Eckermann (strana concordanza di date: avviene nel 1823, lo stesso anno in cui Bettina gli manda la proposta per il monumento) e gli lascia scrivere le Conversazioni con Goethe, quel bel ritratto scritto sotto l'amabile controllo dell'effigiato. Dopo questo secondo periodo della vita, in cui l'uomo non riesce a staccare gli occhi dalla morte, ce n'è un terzo, il più breve e il più misterioso, del quale poco si sa e poco si parla.
Le forze diminuiscono e una disarmante stanchezza si impadronisce dell'uomo. Stanchezza: un ponte silenzioso che conduce dalla riva della vita alla riva della morte. La morte è così vicina che guardarla è ormai noioso. È diventata di nuovo invisibile e non vista: non vista come non vediamo gli oggetti che conosciamo troppo intimamente. L'uomo stanco guarda dalla finestra, vede le chiome degli alberi e pronuncia dentro di sé i loro nomi: castagno, pioppo, acero. E questi nomi sono belli come l'essere stesso. Il pioppo è alto e assomiglia a un atleta che ha alzato un braccio verso il cielo. Oppure assomiglia a una fiamma levatasi verso l'alto e pietrificata. Il pioppo, oh, il pioppo. L'immortalità è una ridicola illusione, una parola vuota, un vento intrappolato in un retino da farfalle, se la paragoniamo alla bellezza del pioppo che l'uomo stanco guarda dalla finestra. Per l'uomo stanco l'immortalità non ha più alcun interesse. "
Milan Kundera, L'immortalità, traduzione di Alessandra Mura, Adelphi (collana gli Adelphi, n° 47), 2023²¹; pp. 85-86.
[Testo originale: Nesmrtelnost, 1988]
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Jess Stearn - Un Caso d'Immortalità - SIAD - 1977
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"O esprimermi e morire o restare inespressi e immortali".
(Pier Paolo Pasolini, Empirismo eretico).
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"L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia." — Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò
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Passi tratti da La vigna, di Cesare Pavese.
Ariadne, abbandonata da Teseo dopo l’avventura del labirinto, venne raccolta sull’isola di Nasso da Dionisio di ritorno dall’India, e finì in cielo tra le costellazioni. (Parlano Leucotea e Ariadne).
Leucotea: Ecco, piangi. Così almeno è più facile. Non parlare, non serve. Così se ne vanno sciocchezza e superbia. Così il tuo dolore compare per quello che è. Ma finché il cuore non ti scoppierà, finché non latrerai come una cagna e vorrai spegnerti nel mare come un tizzo, non potrai dire di conoscere il dolore.
Ariadne: M’è già scoppiato… il cuore…
Leucotea: Piangi soltanto, non parlare… Tu non sai nulla. Altro ti attende.
Ariadne: Come ti chiami adesso, ninfa?
Leucotea: Leucotea. Capiscimi, Ariadne. La vela nera se n’è andata per sempre. Questa storia è finita.
Ariadne: E’ la mia vita che finisce.
Leucotea: Altro ti attende. Tu sei sciocca. Non veneravi nessun dio nella tua terra?
Ariadne: Quel dio può ridarmi la nave?
Leucotea: Ti domando che dio conoscevi.
Ariadne: C’è un monte in patria che incuteva spavento anche a quelli della nave. Là sono nati grandi dèi. Li adoriamo. Li ho già tutti invocati, ma nessuno mi aiuta. Che farò? dimmi tu.
Leucotea: Che cosa attendi dagli dèi?
Ariadne: Non attendo più nulla.
Leucotea: E allora ascolta. Qualcuno si è mosso.
Ariadne: Che vuoi dire?
Leucotea: Se ti parlo, qualcuno si è mosso.
Ariadne: Tu sei solo una ninfa.
Leucotea: Può darsi che una ninfa annunci un gran dio.
Ariadne: Chi, Leucotea, chi mai?
Leucotea: Pensi al dio o al bel ragazzo?
Ariadne: Non lo so. Come dici? Io mi prostro agli dèi.
Leucotea: Dunque hai capito. E’ un nuovo dio. E’ il più giovane di tutti gli dèi. Ti ha veduta e gli piaci. Lo chiamano Dioniso.
Ariadne: Nella mia patria si racconta che sull’Ida nascevano dèi. Nessun mortale è mai salito oltre gli ultimi boschi. Noi temiamo anche l’ombra che cade dal monte. Come posso accettare le cose che dici?
Leucotea: Tu hai molto osato, piccola. Non era per te come un dio anche colui dai ricci viola?
Ariadne: Gli ho salvata la vita, a questo dio. Che ne ho avuto?
Leucotea: Molte cose. Hai tremato e sofferto. Hai pensato a morire. Hai saputo che cosa è un risveglio. Ora sei sola e aspetti un dio.
Ariadne: E lui com’è? molto crudele?
Leucotea: Tutti gli dèi sono crudeli. Che vuol dire? Ogni cosa divina è crudele. Distrugge l’essere caduco che resiste. Per svegliarti più forte, devi cedere al sonno. Nessun dio sa rimpiangere nulla.
Ariadne: Il dio tebano… questo tuo… hai detto che uccide ridendo?
Leucotea: Chi gli resiste. Chi gli resiste s’annienta. Ma non è più spietato degli altri. Sorridere è come il respiro per lui.
Ariadne: Non è diverso da un mortale.
Leucotea: Anche questo è un risveglio, bambina. Sarà come amare un luogo, un corso d’acqua, un’ora del giorno. Nessun uomo val tanto. Gli dèi durano finché durano le cose che li fanno. Fin che le capre salteranno tra i pini e i vigneti, ti piacerà e gli piacerai.
Ariadne: Morirò come tutte le capre.
Leucotea: Sulle vigne, di notte, ci sono anche stelle. E’ un dio notturno che ti aspetta. Non temere.
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«Io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato. […] Io reclamo il diritto d’essere infelice.»
Il mondo nuovo, Aldous Huxley
Le ninfe giocavano sulla riva del fiume, libere, sorridenti e spensierate nelle loro tuniche svolazzanti. In quel luogo di pace si udivano solo il lieve gorgogliare del fiume e le risate cristalline delle giovani dee dai capelli dorati. Da secoli vivevano in quella radura, belle e immortali, senza mai preoccuparsi del passato, né mai pensando al futuro. Il loro era un eterno presente fatto di risa e giochi e della dolce innocenza della gioventù.
Un giorno, all’improvviso, una donna sconosciuta varcò le soglie di quel bosco incantato, portando con sé storie di un mondo lontano, che era desiderosa di abbandonare per sempre. In un primo momento, le ninfe l’ascoltarono con attenzione, affascinate e disgustate in egual misura da quei racconti, ma ben presto persero interesse e tornarono alla loro vita spensierata, contente di essere nate in quel luogo magico.
Una sola fra loro non riuscì a dimenticare le parole della donna. Da tempo provava un’insoddisfazione inspiegabile per la propria vita e guardava con malcelato risentimento le sue sorelle, così felici nella loro beata ignoranza. Rincuorata dai racconti della sconosciuta e convinta più che mai dell'esistenza di un mondo nuovo oltre i confini della foresta, la ninfa si recò dall’Oracolo, che viveva in una grotta poco lontana dal fiume.
«Voglio andarmene da qui», disse, non appena fu giunta di fronte all’Oracolo. «Ma prima vorrei sapere cosa mi attende là fuori.»
«Non hai sentito i racconti di quella donna, che ha percorso tanta strada per fuggire da quel mondo e raggiungere questa terra incantata?» rispose l’Oracolo. «Qui scorrono latte e miele e la felicità è assoluta. Il mondo là fuori è pieno di sofferenze e se varcherai la soglia, non potrai più tornare indietro. Una volta contaminati dalla vita, i tuoi pensieri non torneranno più alla loro purezza originaria e in nessun luogo potrai più ritrovare la lieta spensieratezza di cui le tue sorelle godono.»
«Tutto è troppo perfetto qui. Danzare e nuotare nel fiume sono attività divertenti, ma vorrei qualcosa di più» spiegò la ninfa. «La vita di quella donna è stata piena di emozioni, mentre i miei giorni si susseguono uno uguale all’altro da un’eternità. Persino la sofferenza di cui ha parlato mi pare piacevole, in confronto alla noia che provo qui.»
«Se è questo che vuoi, abbandona questo luogo e non guardarti indietro», esclamò l’Oracolo, «ma ricorda: sarà per sempre. Perderai la tua immortalità e inizierai ad avvizzire, giorno dopo giorno, sotto il peso della vita e ogni volta che una sfortuna cadrà su di te, ricorderai il paradiso a cui hai rinunciato. La maledizione dell’umanità è già calata su di te da tempo. Non essere mai pienamente soddisfatta e desiderare sempre ciò che non possiedi, questo è il tuo destino, ragazza.»
«Sono pronta», rispose lei. «Preferisco una vita piena alla felicità illusoria tanto cara alle mie sorelle.»
L’Oracolo annuì e la ragazza prese congedo, impaziente di conoscere il mondo. La giovane donna, che era stata una dea, abbandonò per sempre il bosco e nessuna delle sue sorelle la rivide mai più. Nessuno sa cosa ne fu di lei e se riuscì a trovare ciò che cercava, ma una cosa è certa: le ninfe dai capelli dorati e le vesti leggere continuarono a danzare e giocare in riva al fiume, felici e spensierate.
In eterno il fiume gorgogliava e risate cristalline risuonavano nella radura incantata.
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Ma l'immortalità rende forse più felici? Il tempo che si snoda eterno sempre uguale, senza scopo, senza meta. Anche senza amore forse, se l'amore è la pena per qualcosa che ci manca. O esiste un amore che sa durare senza lo spettro di una fine, senza l'angoscia di una perdita
Paola Mastrocola, Il dio del fuoco
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“Ti vedo meglio al buio” di Emily Dickinson: una riflessione sulla luce interiore dell’amore. Recensione di Alessandria today
Emily Dickinson ci conduce in un viaggio poetico che esplora l’amore come prisma di luce capace di illuminare anche l’oscurità più profonda.
Emily Dickinson ci conduce in un viaggio poetico che esplora l’amore come prisma di luce capace di illuminare anche l’oscurità più profonda. Una poesia che supera il tempo e lo spazio “Ti vedo meglio al buio” è una delle poesie più evocative di Emily Dickinson, un’opera che trasforma l’oscurità in un luogo illuminato dall’amore. La poetessa americana utilizza la metafora del buio per…
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I decapodi non invecchiano sono immortali
Nei mari esiste una specie vivente che è immortale, anche gli scienziati ammettono che non è in grado neanche di invecchiare. Una specie che conosciamo tutti non è in grado di invecchiare e ha sorpreso gli scienziati. Il desiderio di eterna giovinezza è un tema che ha affascinato l’umanità fin dagli albori della civiltà. Leggende e miti di diverse culture raccontano di elisir di lunga vita e di fonti miracolose capaci di fermare il tempo. Gli esseri umani hanno sempre sognato di mantenere il vigore e la bellezza della gioventù. La scienza e la medicina moderne hanno fatto passi da gigante nel tentativo di comprendere e rallentare il processo di invecchiamento. Le ricerche sul DNA, sui telomeri e sulla biologia cellulare hanno aperto nuove prospettive, facendo intravedere la possibilità di prolungare la giovinezza. L’industria cosmetica e farmaceutica è da sempre alla ricerca di rimedi contro l’invecchiamento. Tuttavia, questi rimedi, pur efficaci nel breve termine, non riescono a fermare il naturale processo di invecchiamento. Il desiderio di eterna giovinezza si manifesta anche attraverso le pratiche di medicina estetica e chirurgia plastica. Interventi di lifting, botox e filler sono sempre più comuni e accettati nella società moderna. L’immortalità nel regno animale Nel mondo animale, esistono esempi sorprendenti di longevità che ci fanno riflettere sulla possibilità di sfuggire all’invecchiamento. Alcune specie, come le tartarughe giganti delle Galapagos e le balene della Groenlandia, vivono per più di cento anni.
La ricerca scientifica è sempre più interessata a comprendere i segreti della longevità animale per applicarli alla medicina umana. Studiare il DNA, i processi cellulari e i fattori ambientali che contribuiscono alla lunga vita di queste specie potrebbe offrire nuove prospettive su come prolungare la giovinezza e migliorare la qualità della vita. La straordinaria longevità di queste specie Un recente caso ha attirato l’attenzione: un ristoratore ha rilasciato in mare un astice dopo averlo allevato per 20 anni nel suo acquario. Questo astice, con un peso di ben 10 kg e un’età stimata di 130 anni, ha sollevato interrogativi sulla sua capacità di sopravvivere in natura dopo tanto tempo in cattività. Le aragoste e gli astici, infatti, non invecchiano come gli altri esseri viventi. La telomerasi è un enzima che protegge le estremità dei cromosomi, impedendo loro di accorciarsi durante la divisione cellulare. Negli esseri umani, essi si accorciano ad ogni divisione cellulare portandole inevitabilmente alla morte. Le aragoste, invece, riescono a mantenere queste estremità intatte. La loro crescita continua per tutta la vita cambiando regolarmente il loro esoscheletro. Questo processo diventa sempre più difficile man mano che crescono e, alla fine, muoiono non di vecchiaia, ma perché non riescono più a completare la muta. Read the full article
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Vampiri e la notte eterna: Un viaggio nel loro mondo
Nel cuore delle tenebre vampiriche si cela una storia intricata. Partendo dalle origini millenarie delle leggende, questo viaggio ci conduce attraverso le pieghe delle credenze e dei miti che hanno plasmato e trasformato queste creature dell’oscurità nel corso dei secoli. Esploreremo le influenze dei miti antichi, le opere letterarie rilevanti e le reinterpretazioni moderne che hanno ridefinito…
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Tre WakaBaoTzeBao
Coglie dal cielo
Acini dolciamari,
HaikYou a grappoli.
Distilla a parole
Il tempo che lui blocca.
WakaBaoTzeBao, 14 marzo 2024 - 15.04, Kontowood.
~~~~~~~.~~~~~~~,~~~~~~
Cosa s’aspetta,
Venir riconosciuto
Senza mostrarsi?
Inganna, sfugge
Si nasconde in pubblico
È vile, teme
La gloria del fallire,
L’abisso del successo.
WakaBaoTzeBao, 14 marzo 2024 - 14.58, Kontowood.
~~~~~~,~~~~~~,~~~~~~
Se lo ricorda,
Quando era piccolo
Già lo sapeva:
Niente di quel che sembra
È più vero del finto.
Gli è bastato,
Non ne ha fatto uso;
Sapere blocca
Ogni azione superflua
La mette in parole.
Arreso mago
Il mondo gli da torto,
Lo sapeva già:
Preferisce i trucchi
Alla finta realtà.
Alla sua morte
Ci cadranno ancora;
Ad occhi chiusi
Non vedranno le mani,
Allora si mostrerà.
( remake del 14 marzo 2024, 15.11, Kontowood / prima versione : WakaBaoTzeBao, 17 settembre 2022 - 9.56, Kontowood )
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🔴🇮🇹 LA FORTUNA È’ CIECA DAVVERO?!
nulla succede per caso o tutto succede per caso?
da bambino,
credevo al destino, pensavo che tutto fosse già stato scritto!
Strada facendo nella mia vita, e incontrando l’ipnosi Vera e professionale unica al mondo di Los Angeles Beverly Hills, ho cambiato idea a 360 gradi!
La svolta, quando ho visto come la mente agisce. sul corpo e sulla vita visibile e invisibile, senza ma e senza se!
Ho capito che noi attiriamo ciò che siamo e non ciò che vogliamo!
Destino=subconscio, immaginazione, 88% mente
Volere=coscienza, logica, 12% della mente
Il destino lo crea il tuo subconscio senza se e senza ma, anche contro la tua volontà, anche se tu con la tua razionalità , la tua logica, non puoi spiegartelo, ecco perché il 90% delle persone e’ povera e infelice eppure non vuole essere così!
Inutile ripetersi Voglio, Voglio, Voglio, se non convinci chi comanda in te!
Tu cosa aspetti a convincere il tuo pilota automatico a cambiare film della tua vita a fin di bene per te e la tua famiglia ?
Solo a te la scelta!
se le hai provate veramente tutte e Zero fatti, che ti costa provare l’ipnosi DCS Vera e professionale di Los Angeles Beverly Hills anche iniziando da 1 solo audio DCS che fa per il tuo bene ed il bene del tuo caro?
scopri di più su:
www.ipnologiAssociati.com
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Come esseri senzienti, coscienti della nostra esistenza e della nostra morte, in passato non ci rassegnavamo che tutto di noi scomparisse come 'lacrime nella pioggia'; oggi sappiamo che si muore, e che sopravviviamo solo nell'altrui memoria o nelle azioni che hanno Valore Umano.
Se durante la nostra esistenza faremo azioni, costruiremo qualcosa che servirà a migliorare la vita altrui, allora andremo a finire in quella lista di Persone da Ricordare; ma se sprecheremo la vita di privilegiati istruiti a mangiare risorse e basta, ecco che moriremo del tutto.
Non dobbiamo preoccuparci o dare credito a superstizioni/religioni che inventano crudeli morali solo per spillare denaro dalle tasche degli Ignoranti e speculare sui poveri.
Dobbiamo capire, qui, come rimanere Immortali, con Etica, almeno per le persone che sentiamo di amare.
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La scienza in Cina: dai Qin-Han ai Tang. Immortalità del corpo umano: l'alchimia
La scienza in Cina: dai Qin-Han ai Tang. Immortalità del corpo umano: l'alchimia
di Fabrizio Pregadio Immortalità del corpo umano: l’alchimia Le prime testimonianze storicamente attendibili sull’alchimia cinese risalgono alla metà del II sec. a.C. La sua tradizione, durata due millenni e tuttora ininterrotta in alcuni suoi aspetti, ha dato origine a numerose correnti, a un’ampia serie di pratiche e tecniche e a un corpus letterario di notevoli dimensioni, solamente in parte…
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A che punto è la notte? Tracce di pensiero vigile - Claudio Sottocornola
A che punto è la notte? Tracce di pensiero vigile – Claudio Sottocornola OLTRE Edizioni Pubblicato il 08/07/2024 – Pagine: 192 – Collana: Pensiero ISBN: 9791280075758 – Prezzo di copertina € 18.00 Quest’opera persegue il valore della domanda cercando risposte ermeneutiche che – come flebili luci – intercettino la notte del nostro frammentario pensare alle soglie di questo terzo millennio, nella…
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Immortalità e coscienza dell'anima senza il corpo
Immortalità e coscienza dell’anima senza il corpo Nel Vangelo di Luca sta scritto: «Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua…
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