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Cronache del Tempo Medio
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ginogirolimoni · 22 hours ago
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Portrait of Paquio Proculo or the Pompeii couple, Pompeii, Circa 70 AD,
The so-called portrait of Paquio Proculo or the Pompeii couple is a fresco preserved at the National Archaeological Museum of Naples found in the “house of Pansa” in the archaeological excavations of Pompeii.
The fresco depicts a Bourgeois couple of Pompeii, most likely husband and wife. They are commonly referred to as “Paquio Proculo and his wife” because of an inscription found on the exterior of the house, in reality it is the baker Terentius Neo, as would reveal a graffiti found inside the house, while the external graffiti found on the outside of the building was an electoral poster in favor of Paquio Proculo, then actually elected duovir Pompeii.
Baker - who had his pistrinum on the path of Abundance - comes dressed in a toga, thus qualifying as a Roman citizen.
It has been suggested also that the somatic characters of the two characters depicted betrays the Samnite origins, which explains the desire to show social status achieved: the man pictured shaking it a roll of papyrus (rotulus), while the woman holds in holding a wax tablet and stylus, suggesting that the man would deal with cultural and public activities or that the woman instead of the administration of occupied home and business: it waxed tablets found at Pompeii, which still show traces of inscriptions, are all commercial and economic (rent contracts, receipts, sales, credit or debit notes, etc…)
High: 58,0 cm
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ginogirolimoni · 6 days ago
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Salvini dice che anche a Firenze, nel Rinascimento, c'erano i "no-cupola" quando Brunelleschi si apprestava a costruire la sua nel Duomo. Vero, qualcuno ebbe dei dubbi sulla sua stabilità, ma quì non si tratta di essere contrari ad una cupola, ma ad una cappella.
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ginogirolimoni · 8 days ago
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Benjamin Netanyahu, Bibi per gli amici, insieme al suo governo di ultradestra che ha già sorpassato il nazismo e il fascismo da un pezzo, ora vogliono tutto: vogliono occupare la Striscia di Gaza, a loro dire per eliminare definitivamente Hamas, ma siccome c’è l’annosa questione che i vigliacchi di Hamas tendono a farsi scudo dei bambini palestinesi, le prodi brigate israeliane saranno costrette a uccidere anche donne e bambini, equiparati a scudi e non più persone.
Il Capo di stato Maggiore dell’Esercito israeliano Eyal Zamir, che finora non si è fatto scrupolo di uccidere i civili deliberatamente e che ha eseguito tutti gli ordini persino quelli più orribili come affamare e assetare la popolazione palestinese e di fare il tiro a bersaglio sulle persone quando la fame e la sete li costringono a scegliere fra morire di inedia o morire colpiti da qualche proiettile, fa notare che è troppo rischioso entrare a Gaza, perché rischierebbero perdite ingenti.
E poi in questo modo metterebbero a rischio la vita degli ostaggi, segno questo che degli ostaggi non gliene frega niente a nessuno davvero, perché bombardando la striscia e affamandola, hanno affamato e messo a rischio pure la vita degli ostaggi.
Alcuni pateticamente riportano questo o quel soldato israeliano, che emaciati sono stati filmati da Hamas e divulgati nel tentativo di sollevare un’opposizione a Netanyahu e al suo governo, e accusano Hamas di crudeltà e chi protesta per ciò che accade oggi in Israele di complicità con chi tiene gli ostaggi in queste condizioni.
Ma almeno Zamir e Netanyahu sanno perfettamente come stanno le cose, se affami un popolo e lo costringi a vivere in cunicoli come se fossero topi, anche gli ostaggi subiranno la stessa sorte, e poi, si tratta di militari appartenenti per Hamas ad un esercito nemico, catturati durante un’operazione di guerra, è già tanto che li abbiano presi come ostaggi e non li abbiano uccisi in quel momento, è già tanto che siano ancora in vita dopo decine di migliaia di palestinesi morti.
Incassato il no di Zamir, che fa anche presente che l’esercito è mobilitato in maniera straordinaria da molto tempo e in molti non hanno molta voglia di essere loro stavolta i bersagli di persone armate che potrebbero spuntare da ogni parte, Netanyahu replica che se Zamir non è d’accordo, allora dovrebbe dimettersi.
Ora, che si dimetta il comandate in capo di un esercito alla vigilia di un’impresa difficile come l’invasione da terra di Gaza è di un’assurdità senza precedenti, di un’arroganza senza limiti, di una stupidità sesquipedale.
Ma non è finita qui, perché se è vero che i caratteri si trasmettono geneticamente, è pur vero che non sempre si trasmettono nella stessa misura, talvolta nella prole il carattere trasmesso ha un’intensità maggiore, e questo spiega, credo, perché Yair secondogenito di Netanyahu, in riferimento a questa divergenza di pareri, si intrometta piuttosto grossolanamente accusando addirittura Zamir di tentato golpe. 
Il cucciolo di Netanyahu non ha capito che il coltello dalla parte del manico, cioè l’esercito, ce l’ha in mano Zamir e che, seppure non aveva alcuna intenzione di prendere il potere, potrebbe comunque farlo in qualsiasi momento e spazzare con le armi la corrotta famiglia Netanyahu e quel branco di fanatici integralisti al governo.
Fra l’altro l’esercito comincia a dare segni sempre più gravi di irrequietezza e di intolleranza per una guerra contro tutti che non sembra finire mai, si tratta di civili costretti alle armi, soldati improvvisati, anche se si può dire che sono più addestrati di qualsiasi esercito di professione, visto che sono continuamente in guerra.
Il punto non è però questo, che è improbabile che succeda, il punto vero è chi lancia queste accuse: da una parte Benjamin Netanyahu che è l’unico premier israeliano che non è o è stato anche un capo militare, come tutti quelli che l’hanno preceduto, uno che di piani e di strategie non ne sa molto.
Dall’altra parte c’è il figlio, che se vi immaginate in divisa e fucile a ripetizione, state sbagliando, e se lo pensate a vivere da qualche parte fra Gerusalemme e Tev Aviv, state sbagliando, perché vive in Florida, negli Stati Uniti e fa il “podcaster”, una specie di influencer politico (difende a distanza la politica di suo padre, un vero leone da tastiera) e che è noto anche per chi lo conosce bene come “Yuri il matto”.
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ginogirolimoni · 8 days ago
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Mauro Mancia, Sentire le parole. Archivi sonori della memoria implicita e musicalità del tranfert, Boringhieri, Torino, 2004, p. 135).
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ginogirolimoni · 8 days ago
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Giorgia Meloni dopo Cutro disse che avrebbe dato la caccia ai trafficanti in tutto il globo terracqueo, poi le arriva fra le braccia un trafficante libico, un criminale che tortura e uccide le sue vittime, uno che ti ricatta, se non lo paghi profumatamente, libera le gabbie e ti fa arrivare a casa migliaia di migranti. E che fa? In maniera alquanto pasticciata con l’aggiunta della stupidità personale e della negligenza di tutti gli attori in campo, lo libera, rimandandolo in Libia con un volo di Stato, cosa che equivale per un pasticciere a mettere la ciliegina sulla torta.
Fra le roboanti dichiarazioni e ciò che invece succede c’è di mezzo il mare, Mediterraneo, dove sguazzano tutti quanti, la Meloni, Almasri, Nordio, Mantovano, Piantedosi, il capo di gabinetto del ministro della Giustizia Bartolozzi e i migranti che talvolta affondano e alcuni arrivano.
Più che la guerra ai trafficanti Giorgia Meloni sta facendo la guerra ai trafficati: come al solito, deboli con i forti e forti con i deboli. E ultimamente sta facendo guerra anche alla magistratura accusandola di avere disegni sovversivi per impadronirsi del potere: questa in psicoanalisi si chiama “identificazione proiettiva”, vale a dire quel processo mentale inconscio in base al quale un individuo attribuisce a qualcun altro i propri pensieri, sentimenti o impulsi inaccettabili, in questo modo la persona su cui vengono proiettati i propri moti interiori diventa pericolosa e dunque è giustificato ogni timore nei suoi confronti, ogni tentativo di controllo o di manipolazione. L’identificazione proiettiva è contagiosa, molti movimenti razzisti, sessisti, primatisti, ecc., si basano su questo meccanismo e necessitano continuamente di un nemico su cui scaricare la propria aggressività, fino a quando non si autodistruggono.
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ginogirolimoni · 8 days ago
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Perfettamente d’accordo sul giudizio sull’americanismo, però l’americanismo non sarebbe certo passato senza le due scriteriate guerre mondiali e il fascismo e il nazismo in Europa, e voglio ricordare che Ardengo Soffici fu un sostenitore della Prima Guerra e fascista durante la Seconda, firmò il Manifesto degli intellettuali fascisti e le Leggi Razziali.
Memorabile fu lo scontro a schiaffi, calci e pugni di Soffici e alcuni colleghi pittori contro i futuristi Boccioni, Marinetti, Russolo e Carrà a Firenze, più che arte quella era rissa da taverna, espressione di menti esaltate e avvinazzate.
L’americanismo ha avuto vita facile visto come eravamo ridotti in Europa culturalmente, artisticamente e politicamente, e l’asservimento al nuovo Mondo dura tutt’ora, visto come siamo ridotti adesso.
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ginogirolimoni · 9 days ago
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ginogirolimoni · 9 days ago
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Per qualsiasi affare internazionale la nostra premier va a scodinzolare e a prendere ordini da Trump, il leader della Lega, nonché ministro alle Infrastrutture e pure vicepremier tifa spudoratamente per Putin e in passato è andato a Mosca con una delegazione del suo partito col cappello in mano, per ciò che riguarda l’economia internazionale non osiamo sfiorare gli interessi delle multinazionali e dei vari Musk, Bezos e Zuckerberg, tremiamo persino all’idea di incarcerare un criminale libico come Almasri, e quando questo succede perché il tizio è colpito da un mandato di cattura internazionale, lo scarceriamo con tante scuse e servilmente lo accompagniamo a casa con l’aereo di Stato … e poi si dicono sovranisti: padroni a casa nostra (e qualcuno è ancora convinto di avercelo duro).
Si piegano fino a 90° con i forti, poi fanno i duri con la magistratura che li incrimina perché hanno scarcerato un criminale internazionale e hanno usato un aereo di Stato per accompagnarlo a casa sua. Addirittura Giorgia Meloni mostra di avercelo più duro di tutti sfidando il Tribunale dei Ministri per aver archiviato la sua posizione, dopo averla in precedenza iscritta nel registro degli indagati.
Lei rivendica orgogliosamente la decisione presa nel caso di Almasri, ora se il Tribunale ha archiviato la Meloni temendo che sarebbe stato difficile, se non impossibile dimostrare il suo coinvolgimento, adesso ne abbiamo la confessione pubblica.
Ma se si dovesse procedere anche contro di lei, oltre che contro Nordio, Piantedosi, e Mantovano, cadrebbe l’intero governo.
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ginogirolimoni · 9 days ago
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ginogirolimoni · 9 days ago
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Sono arrivati i lanzichenecchi.
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Roma è stata presa. Non da un esercito, non da una rivoluzione, ma da una marea di croci, zaini, cori stonati, ragazzi che dormivano ovunque: marciapiedi, aiuole, sagrati, scalinate. Nessun rispetto, nessun permesso, nessuna regola applicata. E intorno, autorità sorridenti, zelanti, arrendevoli. Sembrava che l’unico dovere dello Stato fosse quello di servire la Chiesa.
La città si è trasformata in un campeggio parrocchiale permanente. I mezzi pubblici bloccati, le strade chiuse, i trasporti nel caos. I pendolari abbandonati. I lavoratori lasciati a piedi. I turisti confusi. Tutto fermo, tutto sacrificato perché dovevano passare loro. Dovevano cantare. Dovevano occupare. Perché sì. Perché era il Giubileo dei giovani.
E lo Stato? Pagava. Il Comune? Spendeva. I cittadini? Subivano.
Milioni di euro di lavori straordinari, turni aggiuntivi di polizia, logistica, pulizia, gestione. Tutto finanziato con fondi pubblici.
Il Vaticano?
Non un euro.
Non una partecipazione.
Non una responsabilità.
Il Vaticano ha preso Roma, l’ha usata, l’ha spremuta, e se n’è tornato oltre il Tevere come se nulla fosse. Nessun grazie. Nessuna condivisione dei costi. Solo pretese, solo potere.
E il potere è stato accontentato. Senza fiatare. Senza domande. Perché quando la religione cattolica chiama, lo Stato italiano si inginocchia. La destra si inginocchia. E anche la sinistra, quando c’è, ammicca e tace.
Non importa se quei giovani che marciano felici non credono nell’aborto, non credono nel matrimonio egualitario, non credono nella parità, nel divorzio, nella libertà. A loro è concesso tutto.
A loro è permesso bloccare, invadere, trasgredire.
A loro non serve alcun permesso.
Perché sono bianchi, cattolici, obbedienti.
Perché stanno sotto l’ala del potere più vecchio d’Europa, quello che non si vota mai, ma governa sempre.
E allora viene il dubbio, feroce, insopportabile: cos’è questo, se non una forma moderna di colonizzazione?
Uno Stato straniero che impone la sua agenda e lo fa senza contraddittorio, senza pagare, senza rispondere a nessuno.
Lo fa come se fosse un diritto naturale, divino, scontato.
E noi?
Noi paghiamo.
Paghiamo con i soldi e con i diritti.
Paghiamo con la pazienza.
Paghiamo con la libertà.
Perché se un altro gruppo, qualunque altro, avesse fatto lo stesso, sarebbe stato disperso, identificato, represso. Avrebbero chiamato tutto questo minaccia all’ordine pubblico.
Ma quando la Chiesa si muove, tutto si azzera.
La Costituzione, le regole, la laicità, la parità.
Questo Giubileo non è stato un evento. È stato un abuso.
Una dimostrazione di forza.
Un’umiliazione per chi crede ancora che lo Stato debba essere laico, giusto, uguale per tutti.
Una prova che i diritti sono negoziabili, ma i privilegi del Vaticano no.
E allora basta con le ipocrisie.
Non è fede, questa. È occupazione.
Non è spiritualità. È logistica di propaganda.
Non è amore. È retorica che pesa come piombo.
È una religione che non ha più parole, ma pretende i microfoni.
Che non ha più fedeli, ma si compra le folle.
Che predica umiltà ma sventola crocifissi d’oro.
Che parla di poveri ma vive da principe.
E noi dovremmo pure tacere. Dovremmo accogliere. Dovremmo ringraziare.
No. Non oggi.
Perché la Roma vera non è quella inginocchiata.
È quella stanca, inchiodata nel traffico, costretta a spostarsi a piedi mentre qualcuno canta “Gloria”.
È quella che paga, che lavora, che non ha santi in paradiso né cardinali in giunta.
È quella che resiste.
È quella che non crede più.
Ma ricorda tutto. Timostene, X
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ginogirolimoni · 10 days ago
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Orchestral Manoeuvres In The Dark - Enola Gay (Official Music Video)
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Ricorre l’ottantesimo anniversario del lancio della prima atomica su Hiroshima, una potente arma di distruzione di massa venne sganciata sull’inerme popolazione civile di un’isola in Giappone. I politici americani che presero questa decisione, gli scienziati che la resero possibile (con l’eccezione di Oppenheimer), gli avieri che pilotarono l’aereo che sorvolò Hiroshima non hanno avuto particolari turbamenti, non significative sofferenze etiche, nessuno si suicidò, nella foto anzi l’equipaggio è rilassato e sorridente.
Il comandante dell’aereo Paul Tibbets anzi da il nome della propria madre Enola Gay all’aereo con cui compirà la strage di civili, come se si trattasse della cosa più innocua di questo mondo, come se fosse possibile dare il nome di colei che ti ha dato la vita ad uno strumento che porta morte e distruzione.
Eppure l’America aveva avuto già il modo di sperimentare una bomba di potenziale molto ridotto rispetto a Little Boy nel deserto del Nuovo Messico e ne aveva constatato la distruttività.
Qualcuno sostiene che il presidente Truman e i suoi collaboratori furono costretti a questa estrema ratio dalla caparbietà dei giapponesi, che non si sarebbero arresi facilmente e invadere il Giappone avrebbe significato un bagno di sangue per l’esercito americano.
Ma non è così, il Giappone era sull’orlo del baratro, non c’erano più armi né risorse per continuare la guerra; la stessa decisione non fu presa per la Germania, che non si arrese fino a dopo il suicidio di Hitler, che mandò dei bambini e dei vecchi a combattere e che ancora a Berlino dovettero combattere casa per casa con perdite spaventose da entrambe le parti.
Ricordiamoci quanto è facile distruggere, come si può scatenare una catastrofe senza timori, remore o esitazioni e come trovi sempre qualcuno pronto ad eseguire anche gli ordini più spaventosi a cuor sereno; e ricordiamoci anche quanto è difficile, una volta scatenato un conflitto, ritornare alla pace. 
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ginogirolimoni · 10 days ago
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C’è un metodo infallibile per gestire gli idioti
Io nel corso della mia vita ne ho ricevute tante ma proprie tante di critiche. Mi ricordo che quando iniziai mi dissero che non avevo talento! Poi quando arrivò il successo ci furono quelli che iniziarono a criticarmi per i miei libri, troppo ottimisti, troppo pessimisti, troppo mediocri! Con il tempo però ho capito una cosa.
Non è obbligatorio rispondere a tutti, non è obbligatorio parlare con chiunque, non è obbligatorio lasciarsi trascinare in conversazioni brutte. Quando hai davanti un idiota, ricordati di fare una cosa: respira. Ricordati chi sei, da dove vieni, dove stai andando. Ricordati di respirare quando la vita corre, quando hai fretta, quando gli spazi intorno sembrano diventare stretti. Respira prima di parlare, che le parole hanno un gran bisogno di aria pulita. E soprattutto concediti un lusso che oggi conoscono in pochi: il lusso del silenzio.
Il silenzio non è vuoto, ma è pieno di risposte. È solo quando riesci a tacere. evitando discussioni inutili, che mostri la tua intelligenza e la tua saggezza. Come diceva il grande De Crescenzo: «Tacere non significa che io non abbia niente da dire, o che quello che vedo mi sta bene. Il mio tacere vuol dire: «Ho capito chi sei e non vali nemmeno la mia attenzione.»
Umberto Eco #filosofia #cultura
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ginogirolimoni · 10 days ago
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L'hanno pure ringiovanito, sembra un adolescente.
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ginogirolimoni · 11 days ago
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No a controdazi dall'Europa e la Germania prova a trattare su esenzioni, insieme sono la fine della UE.
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ginogirolimoni · 11 days ago
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L’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, in un’intervista al quotidiano Izvestia, attacca la linea di Roma e invita Mosca alla massima diffidenza verso i canali ufficiali italiani. “Due nuovi virus hanno penetrato le élite italiane al posto del Covid: la russofobia e l’ucrofilia, che acquisiscono forme particolarmente aggressive”, afferma il diplomatico, secondo il quale la Russia “non deve fidarsi affatto degli interlocutori ufficiali italiani”.
(Questo scrive l’Huffington Post di oggi 4 agosto 2025).
Devo ammetterlo, fin quando ho letto russofobia, me la sono cavata abbastanza bene, questo termine dev’essere simile a antisemita, solo che qui il bersaglio principale sarebbe il popolo russo ed è usato come fa Netanyahu con antisemita, come una clava che si abbatte su chiunque lo critica.
Ma l’ucrofilia ammetto di non sapere cos’è, posso azzardare che si possa trattare di simpatia (filia) per il popolo ucraino (ucro), ma come posso esserne sicuro?
I giornali consultati non lo specificano, l’IA si è elegantemente defilata evitando di rispondermi, ricerche on line non hanno dato alcun risultato e mi hanno dirottato su termini simili, quasi mi dovessi accontentare di questi in mancanza di ciò che cerco.
Nemmeno il vecchio dizionario cartaceo mi è stato d’aiuto.
Secondo me Alexei Paramonov dev’essere affetto dalla stessa patologia di Alessandro Giuli, che va in cerca di termini ricercati o in disuso e di una fraseologia frastagliata e impervia perché l’interlocutore non capisca un piffero mentre lui gode dello scacco impostogli.
Forse potremmo chiederlo allo stesso Paramonov, ma non possiamo, perché è andato a commemorare la battaglia di Balaklava.
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ginogirolimoni · 11 days ago
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La colonna infame.
Credevo fosse uno scherzo, invece è proprio vero, con tanto di foto che attestano il fatto: il 2 agosto il ministro della cultura Alessandro Giuli è andato a Canne (in Puglia, in provincia di Barletta-Adria-Trani, per commemorare il duemiladuecentoquarantunesimo anniversario della battaglia di Canne, in cui Annibale e il suo esercito costituito da cartaginesi, iberici, galli e popolazioni italiche sconfisse clamorosamente l’esercito romano guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone.
La sconfitta dei romani fu così eclatante e cocente che Tito Livio scrisse: I cartaginesi erano quasi più spossati per la strage compiuta che per il combattimento” (Ab urbe condita, Libri XXII, 48).
Era scontato che il popolo del web di fronte a una notizia tanto strampalata si sperticasse in ironia e sarcasmo, questa cosa è un misto di arroganza, saccenza, pseudo-originalità, e potrei aggiungere ancora altri epiteti poco riguardosi su chi ha ordito una tale pagliacciata.
Voleva forse dirci che ormai le vittime della stazione di Bologna sono da considerare come le vittime della battaglia di Canne? Spero per lui di no, perché dopo tutti quegli anni non esiste più un pericolo cartaginese, mentre un pericolo fascista si.
Sono ancora in vita e godono di ottima salute gli esecutori materiali della strage, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro sono pure in libertà nonostante non so più quanti ergastoli a testa (ma che giustizia è quella che scarcera simili mostri?), sono in carcere (mi pare) Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, ma solo perché sono stati condannati di recente, è morto nel suo letto di vecchiaia il mandante (l’unico noto) Licio Gelli, non hanno certo avuto ciò che si sarebbero meritati gli agenti dei servizi segreti che hanno cercato di depistare le indagini come Musumeci, Belmonte e Pazienza.
Gli esecutori materiali gravitavano tutti intorno alla destra fascista, contigua con l’MSI che ne era, diciamo così, la versione istituzionale, democratica e rassicurante, c’è una foto che mostra l’attuale presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, di FdI, in atteggiamento amichevole (ridono pure) con Luigi Ciavardini.
Voleva mandare un avvertimento ai suoi riguardo ai prossimi appuntamenti elettorali regionali, dire ad esempio che nonostante la schiacciante superiorità numerica, si può perdere comunque clamorosamente, come successe ai romani a Canne?
Voleva mostrare il suo altissimo spessore culturale? Inscenando una commemorazione/citazione ad mentula canis? Più che materiale per discussioni politiche, storiche, culturali e di opportunità Alessandro Giuli di fronte alla colonna di Canne ha fornito molto materiale agli psicologi clinici, agli psicoterapeuti, agli psicoanalisti e agli psichiatri.
A chi gli rimprovera che avrebbe fatto meglio ad andare a commemorare i morti di Bologna e che quella pagliacciata è sembrata uno schiaffo alle vittime, alla città colpita e alla Nazione tutta, dico solo una cosa: davvero la presenza di Giuli avrebbe fatto qualche differenza? Di Giuli si può dire la stessa cosa che disse il giornalista dell’Unità Fortebraccio di un politico del PSDI, quando scrisse:” L’auto si fermò. Lo sportello si spalancò e non scese nessuno. Era Cariglia”.
Comunque preparatevi, se non si dimette prima ci regalerà altri momenti indimenticabili.
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ginogirolimoni · 11 days ago
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 "Chi non sa sedersi sulla soglia dell’attimo, dimenticando tutto il passato, chi non sa stare dritto su un punto senza vertigini e paura come una dea della vittoria, non saprà mai che cos’è la felicità e ancora peggio, non farà mai felici gli altri."
(Friedrich Nietzsche, Sull’utilità e il danno della storia per la vita, in Considerazioni inattuali II, 1874)
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