#investigazione criminale
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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Non ho paura del buio di Robert Dugoni: un thriller emotivo e coinvolgente. Recensione di Alessandria today
Un’indagine tra segreti familiari e giustizia personale che tiene il lettore incollato fino all’ultima pagina.
Un’indagine tra segreti familiari e giustizia personale che tiene il lettore incollato fino all’ultima pagina. Recensione dettagliata Non ho paura del buio, primo volume della serie Tracy Crosswhite, è un avvincente thriller psicologico scritto da Robert Dugoni. Al centro della storia troviamo Tracy, detective della Squadra Omicidi di Seattle, tormentata da un passato doloroso: la scomparsa e…
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bibliotecasanvalentino · 3 months ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Neri Pozza
Buona lettura a tutti!
OMICIDIO A CAP CANAILLE - CHRISTOPHE GAVAT
“… il comandante sa bene che i delinquenti marsigliesi non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi della capitale in materia di criminalità. In quanto a tecniche per uccidere il prossimo il marsigliese, benché provinciale, non manca mai di immaginazione, e tiene a dimostrare al parigino che in questo campo, come su quello da calcio, il migliore è lui. E che non ha paura di dégun – di nessuno.”
Cos’hanno in comune un cadavere carbonizzato trovato nel portabagagli di un’auto abbandonata a Marsiglia: il cosiddetto “barbecue”, un sistema atroce per regolare i conti tra fuorilegge, con una serie di rapine a furgoni portavalori a Parigi?
Il comandante Henri Saint-Donat, da poco trasferito alla Brigata criminale della città provenzale dal 36 quai des Orfèvres, la celeberrima sede della Polizia giudiziaria di Parigi, capisce subito di trovarsi di fronte ad un caso molto complesso.
Henri ha un curriculum di tutto rispetto, è un poliziotto di grande esperienza ed estrema sensibilità; dopo tanti anni di matrimonio è ancora molto innamorato della sua Isabelle, ma è anche un uomo tormentato a causa di una tragedia familiare che lo ha segnato nel profondo e di cui nessuno dei suoi colleghi è a conoscenza.
Negli uffici dell’Eveché, sede della polizia giudiziaria, nel dedalo di strade che attraversa La Cayolle, quartiere labirintico e malfamato di Marsiglia, nei corridoi delle Baumettes, il tetro penitenziario, Henri non è solo. Lo supportano il giovane tenente Basile Urteguy e il capitano Lucie Clert.
Basile è un ragazzo pieno di vita, un appassionato di musica, un genio dell’informatica e, allo stesso tempo, un poliziotto di grande perspicacia: nel corso dell’indagine il suo apporto sarà fondamentale.
Lucie, invece, è una forza della natura: una gran bella donna dal carattere impossibile che ha il brutto vizio di saltare subito alle conclusioni. Sul lavoro è testarda e professionale, ma la sua vita privata è un vero disastro. Chissà che non trovi l’amore proprio nel corso dell’indagine…
“Omicidio a Cap Canaille” è un polar di azione che mostra al lettore le tecniche di investigazione della polizia francese, ma dà anche molto spazio alla vita privata e ai sentimenti dei suoi protagonisti.
I capitoli sono estremamente brevi e il linguaggio è semplice, diretto, crudo nel raccontare l’evolversi dell’inchiesta giudiziaria, ma altrettanto evocativo nelle pagine dedicate alla descrizione dei luoghi e degli stati d’animo, anche quando i sentimenti, le emozioni e il privato dei protagonisti prendono il sopravvento sul dovere professionale.
L’autore, Christophe Gavat, è lui stesso un commissario della polizia francese e, leggendo il romanzo la passione per il suo lavoro, il rispetto e l’ammirazione per i colleghi sono del tutto evidenti.
“È ancora un piedipiatti nell’anima, perché ama quell’atmosfera ovattata e notturna dell’Evêché, dove i passi riecheggiano nei corridoi vuoti, dove solo poche luci negli uffici, qualche grido o un’invettiva qua e là suggeriscono che ci siano ancora dei poliziotti al lavoro. Lavorano sempre. Soprattutto, sa di amare quegli agenti dal carattere forte, che non mancano né di energia, né di abnegazione, né di senso dell’umorismo per svolgere ogni giorno con passione il loro mestiere, tanto da farlo anche di notte.”
COSA MI È PIACIUTO
La lettura di “Omicidio a Cap Canaille” è stata la mia prima esperienza con un polar e ho apprezzato moltissimo la descrizione vivida dei luoghi, l’approfondimento psicologico dei personaggi e l’analisi dei rapporti che si creano tra di loro.
COSA NON MI È PIACIUTO
Il finale prevedibile.
L’AUTORE
Christophe Gavat, nato nel 1966, è entrato in polizia nel 1989. Parigi, Marsiglia, Grenoble, Guyana: nella sua carriera pluritrentennale è stato decorato al valore, messo sotto inchiesta e reintegrato. Ha avuto a che fare sia con i grandi casi che catturano l’attenzione mediatica, sia con i piccoli casi quotidiani che lasciano il segno. Già autore di tre libri sulla sua vita di poliziotto, con questo suo primo romanzo si è aggiudicato nel 2021 il Quai des Orfèvres, premio deciso da 21 giurati tra poliziotti, avvocati, magistrati e giornalisti.
LA CASA EDITRICE
Neri Pozza è una casa editrice veneta rinomata e prestigiosa, fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e ha pubblicato, nel corso degli anni, opere di autori molto famosi della letteratura italiana come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Goffredo Parise, Massimo Bontempelli, Giuseppe Berto ai quali si affiancano oggi nomi internazionali grandiosi quali Romain Gary, Natsuo Kirino, Tracy Chevalier, Eshkol Nevo, Herman Koch.
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Operazioni anti-mafia fra Ragusa e Catania: 16 arresti
Operazioni anti-mafia fra Ragusa e Catania: 16 arresti Alle prime ore del 12 giugno 2024, militari del Comando Provinciale Carabinieri di Ragusa e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione ad un'Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dall'Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta di questa Procura Distrettuale Antimafia, concernente complessivamente 16 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di "associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di sostante stupefacenti, falsità ideologica commessa da privati, reati tutti aggravati dalla finalità mafiosa". Il provvedimento cautelare eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa e dai Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania nelle province iblea ed etnea valorizza e mette a sistema le risultanze delle complesse indagini svolte dai predetti reparti a partire dal 2016 e fino al 2023. Le investigazioni, nell'attuale fase del procedimento in cui non si è ancora instaurato il contraddittorio con le parti, avrebbero permesso di ricostruire: * le dinamiche criminali dell'associazione a delinquere riconducile a cosa nostra operante nel territorio di Vittoria (Ragusa) e in altri comuni della provincia di Ragusa, capeggiata da G.E., inteso "Elio"; * i ruoli nel tempo assunti dagli altri indagati, destinatari di misura cautelare, monitorandone le attività criminali sia nel periodo in cui G.E. e era in stato di libertà sia durante il periodo di detenzione. Le più recenti attività di Polizia Giudiziaria avrebbero fatto emergere che il pregiudicato V.G. , inteso "Tano u' barbiere", sarebbe stato investito da G.E., durante il periodo di detenzione di quest'ultimo, del ruolo di referente pro tempore dell'organizzazione criminale dal medesimo capeggiata. L'attività investigativa aveva ulteriore impulso dopo che il G.E., posto agli arresti domiciliari nel gennaio 2021, avrebbe sfruttato la propria abitazione quale base logistica in cui effettuare incontri riservati con i propri accoliti, con esponenti apicali dei gruppi riconducibili a cosa nostra e operanti in altri contesti territoriali nonché con importanti imprenditori del settore del packaging, riprendendo di fatto il proprio ruolo di riferimento del sodalizio mafioso e riaffermando la propria influenza sul territorio. Il monitoraggio tecnico e le attività condotte a carico di G.E., dei suoi figli, di V.G. e di altri soggetti ritenuti appartenere al gruppo criminale avrebbero consentito di acquisire elementi di pregio indiziario in merito all'esistenza di un'associazione per delinquere di tipo mafioso che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avrebbe perpetrato una serie indeterminata di delitti contro la vita, l'incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, e acquisito, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, con particolare riferimento al settore della produzione e commercializzazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli. Il sodalizio avrebbe unito l'aggressività e la forza militare a strategie imprenditoriali, estendendo così il suo potere mafioso e il controllo territoriale. A riscontro della sua operatività sarebbero emersi collegamenti con altri gruppi mafiosi, inclusi i clan "Santapaola-Ercolano" di Catania, "Nardo" di Lentini, "Rinzivillo" di Gela. Contestualmente sarebbe venuto in evidenza anche il ruolo dei figli, Nuccio e Alberto, per la gestione, unitamente al padre Emanuele, degli affari imprenditoriali nel settore degli imballaggi, facendo uso degli strumenti propri dell'assoggettamento mafioso e avvalendosi del proprio riconosciuto carisma criminale nell'ambiente della fornitura del packaging per influenzare e condizionare la libera concorrenza. In tal modo, si sarebbero imposti come intermediari bypassando di fatto il provvedimento di sequestro di beni e disponibilità del valore complessivo di 35 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Catania, su richiesta di questo Ufficio, a carico di G.E. che aveva riguardato anche svariate società, tra le quali l'azienda di famiglia. In altri termini, la consorteria criminale, operando con modalità spesso illecite e spregiudicate e interagendo con altri soggetti malavitosi, quali i Consalvo ed i Puccio, riciclatisi anch'essi in tale ambito territoriale come imprenditori, avrebbe continuato a imporre la propria leadership nell'ambito del lucroso settore del mercato locale, con particolare riferimento alla vendita di materiali e imballaggi per confezionamento dei prodotti ortofrutticoli, assai fiorente nel contesto territoriale, a vocazione prevalentemente agricola, del comune di Vittoria. Sarebbe emersa altresì la collusione di imprese attive nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi che, grazie alla rete di relazioni di G.E., sarebbero riuscite ad approvvigionarsi di carburante di provenienza illecita, così accrescendo il proprio giro d'affari potendo contare sulla competitività derivante da carburanti a basso costo. Al contempo, le stesse aziende, ponendosi a disposizione di G.E., avrebbero apportato un concreto contributo causale ai fini della conservazione, del rafforzamento, e comunque della realizzazione anche parziale del programma criminoso dell'associazione mafiosa. Inoltre, l'arresto di V.G., avvenuto nell'aprile 2021, trovato in possesso di un'arma da fuoco clandestina detenuta illegalmente e di un'importante quantità di stupefacente, avrebbe consentito di evidenziare come gli interessi del gruppo abbracciassero anche il settore degli stupefacenti, delle armi e delle estorsioni. Sul punto, emergono evidenze in cui il gruppo mafioso avrebbe posto in essere azioni intimidatorie verso altri soggetti pregiudicati vittoriesi per indurli al pagamento di quantitativi di stupefacente forniti da altre consorterie, che si sarebbero rivolti al gruppo dei Greco riconoscendone le capacità operative sul territorio. Parimenti, sono stati monitorati momenti di criticità all'interno dei quali gli appartenenti al gruppo si sarebbero organizzati per il compimento di azioni di forza con l'uso di armi da compiere in danno di pregiudicati vittoriesi, che grazie al tempestivo intervento degli inquirenti si risolvevano senza spargimento di sangue. All'esito delle indagini svolte, il GIP etneo, su richiesta di questo Ufficio, ha ritenuto dunque sussistente un grave quadro indiziario nei confronti dei 16 soggetti indagati, disponendone la custodia cautelare in carcere. In esecuzione di tale provvedimento 12 soggetti sono stati arrestati e tradotti in diversi istituti di pena dai Carabinieri di Ragusa mentre gli altri 4 arresti sono stati operati dai Finanzieri del Nucleo PEF etneo. L'attività investigativa in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica di Catania, dall'Arma dei carabinieri di Ragusa e dalla Guardia di Finanza etnea volte al contrasto delle associazioni a delinquere di tipo mafioso e della "mafia imprenditrice", al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale e di condizionamento della libera concorrenza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 2 years ago
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22 giu 2023 13:04
ADDIO COPPOLA E LUPARA: ORA LA MAFIA È DIVENTATA UNA HOLDING – ANTONIO QUINTAVALLE CECERE, COMANDANTE DEL SERVIZIO CENTRALE DI INVESTIGAZIONE SULLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DELLA GUARDIA DI FINANZA: “NON C’È PIÙ DIFFERENZA TRA NORD E SUD. È UNA QUESTIONE SUPERATA. SONO HOLDING MONDIALI CON UNA STRUTTURA MODERNA. LA FRONTIERA PIÙ AVANZATA SONO LE FRODI FISCALI” – “COME FUNZIONA? LA CRIMINALITÀ SI INFILTRA NELL’ECONOMIA LEGALE ACQUISENDO IMPRESE, CON VARI METODI. QUELLO PIÙ INVASIVO PARTE DA…” -
Estratto dell’articolo di Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”
«Le indagini evidenziano che i reati fiscali sono ormai lo strumento di lavoro di holding mafiose a livello internazionale», dice Antonio Quintavalle Cecere, comandante del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di finanza.
Che cosa emerge dalle vostre indagini più recenti?
«Oggi ci troviamo di fronte a una criminalità organizzata come una holding, con vari rami d’azienda.
Quello militare è relegato ai gruppi minori, spesso in conflitto tra loro per interessi legati alla droga, come la gestione delle piazze di spaccio. I gruppi più strutturati, invece, cercano l’inabissamento. Vogliono rendersi invisibili per non attirare l’attenzione investigativa […] Questo processo si è sviluppato parallelamente all’evoluzione tecnologica in campo economico-finanziario. […] Oggi dobbiamo contrastare una struttura estremamente moderna». «[…] La frontiera più avanzata riguarda le frodi fiscali».
In che modo?
«Attualmente la criminalità organizzata si infiltra nell’economia legale acquisendo vere e proprie imprese, con vari metodi. Quello più invasivo parte dall’estorsione. Quando l’imprenditore non è più in grado di pagare, accetta l’ingresso diretto del sodalizio criminale nella compagine societaria».
Ci sono sistemi meno invasivi?
«Con operazioni finanziarie e reati fiscali. Per esempio fornendo agli imprenditori che dispongono di ingenti proventi in nero, frutto di evasione fiscale, i servizi dedicati per riciclarli facendo perdere le tracce».
Come?
«Il sistema mafioso italiano dispone all’estero di una società A, che stipula un contratto con un’altra impresa B, sempre dell’organizzazione e ubicata in un terzo Paese. Il contratto prevede che l’impresa A paghi alla B una somma in cambio di merce. In realtà la merce non esiste, ma l’impresa B emette fattura».
Quindi una transazione fittizia?
«Non del tutto. Il passaggio di denaro c’è. La società A effettua un bonifico sul conto dell’impresa B. La provvista di questo bonifico deriva dall’imprenditore estraneo all’organizzazione, frutto di evasione fiscale. Ora quei soldi sono “ripuliti” su un conto corrente di una società apparentemente normale in Belgio o Germania. Ma restano poco. L’impresa B fa decine di queste operazioni, finché non trasferisce il denaro in banche collocate in Paesi poco collaborativi».
Che cosa vuol dire poco collaborativi?
«Mentre ai Paesi europei noi possiamo chiedere di fare sopralluoghi e verifiche su queste imprese, che talvolta esistono solo sulla carta, alla frontiera dei paradisi fiscali o della Cina dobbiamo fermarci».
Quindi seguire il denaro non basta?
«Dobbiamo farlo, ma in altro modo. Con le segnalazioni di operazioni sospette, l’incrocio delle banche dati per le anomalie patrimoniali e soprattutto con le intercettazioni […] ».
[…] Quando i soldi vanno nei Paesi non collaborativi, siete disarmati?
«L’obiettivo del sequestro è vanificato. Allora proviamo a rivalerci sui beni in Italia. Società, beni immobili e mobili».
Le famose Ferrari e Lamborghini dei boss.
«Non più. Ormai hanno preso contromisure. Le detengono in leasing, il che ci impedisce il sequestro».
In quali settori i sistemi da holding finanziarie e fiscali si diffondono più velocemente?
«Diversi settori. Con diverse variabili. Nell’indagine Petrolmafie il passaggio di carburante c’era. Ma intermediato da società filtro mafiose intestate a prestanome nullatenenti, che non versando l’Iva rivendevano la benzina a prezzo scontato, mettendo fuori mercato i concorrenti».
[…] In quali settori l’evoluzione tecnologica è più evidente?
«Nei giochi, per esempio. La mafia insedia una società di scommesse in un Paese privo di controlli severi come i nostri. Poi si appoggia in modo capillare sul territorio italiano a punti scommesse con regolare licenza. Gli incassi vengono trasferiti all’estero con meccanismi anonimizzati. Bastano un computer e un server da duemila euro».
Ma i clan hanno queste competenze?
«Ingegneri e informatici lavorano per diverse organizzazioni, in diversi territori».
C’è differenza tra Nord e Sud?
«Questione superata. Sono holding mondiali».
Come rientrano i soldi in Italia?
«Nei modi più impensabili. In Sicilia abbiamo scoperto un’azienda di noleggio auto usata per ricevere pagamenti dall’estero, con fatture false a fronte di contratti fittizi per auto inesistenti. Queste “cartiere”, quando non servono più, le ritroviamo nei reati fallimentari, legati a quelli fiscali perché sono imprese che oltre i fornitori non pagano le tasse». […]
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karuozisan · 5 years ago
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Film di un minuto - Indagine Sulla Marijuana Questo è un video commedia. Per favore, non guardare seriamente. Dallo zio Carl. Si prega di guardare e iscriversi. https://youtu.be/WJeCPEelu40 #Cannabis #Marijuana #Trastevere #BarGay #SergioMattarella #QuesturadiRoma #stimolanti #BioparcodiRoma #polizia #investigazione #indagine #divertente #Criminale #gay #omosessuale #strano #Roma https://www.instagram.com/p/B18PM5bjmEA/?igshid=f7v18tm0mv38
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cosenzapage · 3 years ago
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Traffico internazionale di cocaina, 57 misure cautelari personali e sequestri di beni per oltre 3,7 milioni di euro
https://www.cosenzapage.it/media/2021/09/Screenshot_20210914-094838_Chrome-300x200.jpg - #CosenzaPage Dalle prime luci dell’alba i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Reggio Calabria, stanno eseguendo in diverse regioni 57 misure cautelari nei confronti di esponenti di un’organizzazione criminale […]
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sinapsinews · 4 years ago
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CATANZARO-IMPORTAZIONE DI COCAINA DAL SUDAMERICA. 20 ARRESTI
ESECUZIONE DI MISURA CAUTELARE NEI CONFRONTI DI ESPONENTI DI ORGANIZZAZIONE CRIMINALE DEDITA ALL’IMPORTAZIONE DI COCAINA DAL SUDAMERICA. 20 ARRESTI E OLTRE 4 MILIONI DI EURO DI BENI IN SEQUESTRO. “OPERAZIONE MOLO 13”. Alle prime ore di oggi 15 aprile 2021, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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L'Anno della Mantide di P. J. Mann: Il Commissario Scala alle prese con un delitto insolubile. Recensione di Alessandria today
P. J. Mann ci trascina in una Roma oscura e intrigante con un’indagine che mette a dura prova il caparbio commissario Maurizio Scala.
P. J. Mann ci trascina in una Roma oscura e intrigante con un’indagine che mette a dura prova il caparbio commissario Maurizio Scala. Recensione del RomanzoL’Anno della Mantide, scritto da P. J. Mann, è un thriller poliziesco avvincente che cattura l’attenzione fin dalle prime pagine. Il commissario Maurizio Scala, protagonista della storia, si ritrova immerso in un’indagine intricata che…
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campadailyblog · 5 months ago
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Omicidio Giulia Di Sabatino: Gli Indizi e i Misteri Irresolti
Il caso dell’omicidio di Giulia Di Sabatino ha sconvolto l’Italia. È avvenuto il 15 luglio 2024 a Roma. Ha generato molte domande e pochi indizi, mantenendo il mistero. Le indagini della Polizia e della Procura hanno seguito diverse piste. Vogliono ricostruire gli eventi e trovare il colpevole. Dopo mesi, il caso rimane oscuro. Nuove prove e testimonianze emergono, complicando le indagini. Questo…
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ROMA. G.di F. OPERAZIONE ANTIDROGA LOW COST BRASILE
ROMA. G.di F. OPERAZIONE ANTIDROGA LOW COST BRASILE
Comando Provinciale Roma
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Dalle prime luci dell’alba è in corso una vasta operazione antidroga, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di un gruppo criminale dedito al traffico internazionale di cocaina.
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza capitolina e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata stanno dando esecuzione,…
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Venezia, operazione “Crimine Resiliente”: frode ai danni dell'Unione Europea sui fondi del PNRR. 22 arresti e sequestri per oltre 600 milioni di euro
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Venezia, operazione “Crimine Resiliente”: frode ai danni dell'Unione Europea sui fondi del PNRR. 22 arresti e sequestri per oltre 600 milioni di euro. Nella mattina di ieri i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia e del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, contenente 24 misure cautelari personali (di cui 8 in carcere, 14 arresti domiciliari e 2 interdittive a svolgere attività professionale e commerciale) e sequestri per 600 milioni di euro, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, dott.ssa Mara Mattioli, su richiesta del Procuratore Europeo Delegato, dott.ssa Donata Patricia Costa dell’Ufficio di Venezia. Grazie all’attivazione dei canali di cooperazione giudiziaria di EPPO, le operazioni stanno interessando diversi Paesi europei, con il coinvolgimento delle forze di polizia slovacche, rumene e austriache; sul territorio nazionale oltre 150 finanzieri stanno eseguendo perquisizioni in Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, anche con l’ausilio di unità cinofile “cash dog”. Le attività di frode, allo stato delle indagini attribuite al sodalizio criminale con il coinvolgimento di svariati prestanome e l’ausilio di 4 professionisti, hanno in una prima fase riguardato iniziative progettuali per decine di milioni di euro, finanziate a valere sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), nell’ambito della Digitalizzazione, Innovazione e Competitività nel sistema produttivo ed erogati da SIMEST (società partecipata da CDP con l’obiettivo di sostenere le imprese italiane nel percorso di internazionalizzazione), che ha corrisposto tempestivamente alle richieste dell’Autorità giudiziaria fornendo collaborazione alle indagini. Le investigazioni hanno poi permesso di far emergere come la medesima organizzazione, utilizzando spesso le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate) e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese (A.C.E.), per circa 600 milioni di euro. Le attività di polizia giudiziaria, condotte dalle Fiamme Gialle di Venezia con il supporto dei Reparti Speciali della Guardia di Finanza, hanno consentito poi di individuare, mediante l’uso della tecnica del “follow the money”, le condotte ritenute di riciclaggio e autoriciclaggio di ingenti profitti illeciti attuate attraverso un complesso reticolato di società fittizie artatamente costituite anche in Austria, Slovacchia e Romania. Ad agevolare la ricostruzione dei flussi finanziari illeciti hanno contribuito gli approfondimenti svolti su oltre 100 segnalazioni di operazioni sospette (provenienti anche da Financial Intelligence Unit estere) afferenti agli indagati che, unitamente ai riscontri documentali raccolti attraverso acquisizioni documentali e indagini bancarie, hanno consentito di individuare i presunti promotori, i partecipi e gli agevolatori del sodalizio criminale, con i differenti ruoli assunti dai responsabili nell’architettare evoluti sistemi di frode. A valle di questi, si è posto un altrettanto raffinato apparato di riciclaggio, peraltro agevolato anche dall’utilizzo di tecnologie avanzate (come Virtual Private Network, server cloud dislocati in Paesi poco collaborativi, crypto-asset, specifici software di intelligenza artificiale per aumentare la velocità di produzione dei documenti falsi) e di società di cartolarizzazione dei crediti al fine di occultare e proteggere, da un lato, l’illegale business del sodalizio da eventuali controlli posti in essere dalle forze di polizia e, dall’altro, trovare nuove modalità di monetizzazione dei crediti inesistenti. Tra i valori sottoposti a sequestro, spiccano appartamenti e ville signorili, importanti somme in criptovalute, orologi di alta fascia (Rolex), gioielli (Cartier), oro e auto di lusso (tra cui Lamborghini Urus, Porsche Panamera e Audi Q8). Tali beni, unitamente agli oltre 600 milioni di crediti, sono tutti oggetto di sequestro nel corso delle operazioni odierne. I risultati ottenuti consentono di affermare che l’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea che ha un Corpo di polizia specializzato come la Guardia di Finanza, il quale, attraverso una prodromica attività d’intelligence e di controllo economico del territorio, effettua una mirata selezione degli obiettivi a tutela della corretta attuazione delle risorse finanziarie erogate nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al recupero delle risorse europee illecitamente percepite. Il procedimento penale verte nella fase delle indagini preliminari e per effetto del principio della presunzione di innocenza, la responsabilità delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aneddoticamagazinestuff · 8 years ago
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Cassandra Crossing/ Risalendo la scia di sangue
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Cassandra Crossing/ Risalendo la scia di sangue
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Risalendo la scia di sangue Cassandra è solita fare decantare fatti e notizie, non solo per cercare di capirli meglio, ma anche per poterne ragionare in maniera più serena.
E’ il caso della strage di Berlino del 19 dicembre http://www.repubblica.it/esteri/2016/12/19/news/berlino_camion_sulla_folla_nel_mercato_di_natale_numerosi_feriti-154480631/ il cui responsabile è morto il 23 dicembre durante un conflitto a fuoco con la polizia http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/terrorista_ucciso_milano_amri_video_stazione-2162685.html. L’attesa qui è importante perché sia più facile regionare su un aspetto apparentemente secondario della vicenda, ma che è la dimostrazione dell’ampiezza di un diverso problema che tutti subiamo quotidianamente. Avete visualizzato il secondo degli articoli? Se lo avete fatto, certo non vi sarà sfuggita la sequenza di immagini commentate ed annotate che seguono il criminale durante il suo arrivo in Italia fino all’epilogo. Una osservazione superficiale potrebbe ingenerare la sensazione che le telecamere e gli altri apparecchi di sorveglianza abbiano avuto un ruolo importante nella vicenda. Invece, come chiunque abbia letto non superficialmente le notizie in cronaca già sa, dopo l’attentato, l’unica localizzazione del responsabile è stato appunto il controllo di routine da parte della pattuglia che si è concluso con lo scontro a fuoco. Le dettagliate ricostruzioni dell’itinerario del criminale sono state effettuate “a posteriori”, risalendo appunto all’indietro il percorso, ed utilizzate più che altro come documentazione per la cronaca nera dei giornali e della televisione. Tre conferme ne discendono, tre riflessioni, le ultime due molto amare per coloro che sono disposti a “sacrificare la privacy per acquistare in sicurezza”. Primo: l’epilogo della vicenda dimostra ancora una volta che gli investimenti utili in pubblica sicurezza sono quelli sul territorio e sulle risorse umane; quelli in tecnologie più o meno sofisticate, propagandate come bacchetta magica contro la criminalità, servono poco o nulla come prevenzione. Secondo: l’unico utilizzo efficace di telecamere e della videosorveglianza è “a posteriori” come forma di investigazione nei confronti di chiunque, inclusi ovviamente i criminali. Terzo: il controllo pervasivo, le telecamere, il riconoscimento facciale e le altre diavolerie, particolarmente concentrate nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, non hanno nessuna influenza positiva sulla sicurezza del pubblico. L’equazione arcinota tra privacy e sicurezza, data sempre per scontata, si dimostra ancora una volta errata. E la sola azione di contrasto che costa pochissimo ed ha sicura efficacia, azione individuale e difficile, ma anche civile e positiva, resta quella di non farsi terrorizzare e sopratutto di non contribuire a spargere il terrore.
Marco Calamari http://www.marcoc.it/
Lo Slog (Static Blog) di Cassandra: http://www.cassandracrossing.org/
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karuozisan · 5 years ago
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Film di un minuto - Indagine Sulla Marijuana Questo è un video commedia. Per favore, non guardare seriamente. Dallo zio Carl. Si prega di guardare e iscriversi. #Cannabis #Marijuana #Trastevere #BarGay #SergioMattarella #QuesturadiRoma #stimolanti #BioparcodiRoma #polizia #investigazione #indagine #divertente #Criminale #gay #omosessuale #strano #Roma https://www.instagram.com/p/B18OuZnjkeJ/?igshid=hv9iiz5sjp0s
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sciscianonotizie · 6 years ago
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Sgominata organizzazione campana di narcotrafficanti I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Sassari, unitamente ai finanzieri del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, stanno dando esecuzione, fin dalle prime ore di questa mattina, ad una serie di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Cagliari nei confronti di un sodalizio criminale composto da soggetti campani e sardi, attivamente impegnato nell’introduzione e smercio nell’Isola (hinterland delle Province di Sassari e Nuoro) di diverse partite di sostanze stupefacenti.
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tifatait · 4 years ago
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Nuova sede a Caserta del Cescrin/  Oggi  incontro con la stampa del Pool difensivo della famiglia Mottola per il delitto di Arce, vittima Serena Mollicone.  Saranno presenti il  Direttore del Cescrin, Centro Studi Investigazione Criminale, professor Carmelo Lavorino, insieme al dottor Antonio Della Valle, coordinatore area tecnico-scientifica- | www.teleradio-news.it
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italianaradio · 5 years ago
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Colpito il patrimonio dell’imprenditore del “gambling” Antonio Ricci: maxi sequestro da 400 milioni
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Colpito il patrimonio dell’imprenditore del “gambling” Antonio Ricci: maxi sequestro da 400 milioni
Colpito il patrimonio dell’imprenditore del “gambling” Antonio Ricci: maxi sequestro da 400 milioni
Un maxi sequestro di beni riconducibili all’imprenditore 43enne Antonio Ricci, attivo nel settore del gambling e arrestato a Malta lo scorso aprile(QUI), è in corso di esecuzione da parte delle Fiamme gialle reggine, unitamente a personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore – su richiesta del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Dott. Stefano Musolino, dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro su compendi societari e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato di circa 400 milioni di euro. IL “CURRICULUM” DI RICCI La figura criminale di Antonio Ricci era emersa nell’ambito dell’operazione “Galassia” (QUI) e conclusa nel 2018 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali, nei confronti di 20 soggetti – per i reati che vanno dall’associazione di tipo, al riciclaggio, alla truffa, esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, detenzione di armi, estorsione e danneggiamento -, nonché a espedienti cautelari reali, su un patrimonio costituito da compendi aziendali di 23 società estere, 15 imprese nazionali, quote societarie, 33 siti di scommesse on line nazionali e internazionali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore di 724.300.000,00 euro. LE INDAGINI Le indagini avevano accertato l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale ed attive nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse con i marchi “Planetwin365”, “Betaland” e “Enjoybet” le quali, in rapporto sinallagmatico con la ‘ndrangheta – nelle sue articolazioni territoriali denominate cosca “De Stefano-Tegano”, “Pesce-Bellocco“ e “Piromalli” – da un lato avrebbero consentito a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare imponenti proventi illeciti, dall’altro avrebbero tratto esse stesse significativo supporto per l’ampliamento dei propri affari e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio. IL RUOLO DI RICCI In tale contesto sarebbe dunque emersa la figura di Ricci che, allo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi alla raccolta fisica delle scommesse in assenza della prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, avrebbe utilizzato siti on line “.com” completamente illegali, celando la raccolta illecita di scommesse dietro il fittizio schermo giuridico costituito da Centri Trasmissioni Dati (CTD) e Punti Vendita Ricariche (PVR). Le attività illecite citate sarebbero state perpetrate per il tramite della società “GVC New Ltd” e, successivamente, della “OIA SERVICES Ltd”, entrambe strumentalmente con sede a Malta ma, di fatto, attive in Italia attraverso una stabile organizzazione costituita dai citati plurimi punti “commerciali” distribuiti sul territorio nazionale. LA LATITANZA DI RICCI L’imprenditore del “gambling”, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere, si era però reso irreperibile all’atto della relativa esecuzione venendo successivamente rintracciato dal Nucleo PEF di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma a Malta e, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ivi tratto in arresto da parte della polizia di quel paese e successivamente rimesso in libertà dall’Autorità giudiziaria maltese. I “RISPARMI” DI 20 ANNI E IL SEQUESTRO Contestualmente alle suddette attività e sulla scorta degli elementi probatori raccolti, la locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – aveva delegato un’apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione in capo al 43enne di una misura di prevenzione personale e patrimoniale. In tale ambito, i finanzieri avrebbero individuato, con riferimento al percorso esistenziale dell’imprenditore, le condotte delittuose poste in essere, le frequentazioni, i legami parentali, i precedenti giudiziari e gli altri elementi ritenuti fondamentali per la formulazione, ai sensi della normativa antimafia, da parte della competente A.G., del prescritto giudizio prognostico sulla pericolosità sociale. Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolosità sociale del proposto, anche valorizzando le risultanze della citata indagine, la pertinente attività investigativa è stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali – dirette o indirette – effettuate nell’ultimo ventennio, accertando una costante sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, nonché la natura illecita dell’attività d’impresa svolta quale reimpiego di attività delittuose. Ed invero, l’attività svolta avrebbe permesso di ben delineare le capacità speculative del Ricci, il quale attraverso la strumentalizzazione di società formalmente sedenti in Malta, ma di fatto operanti in Italia, in violazione delle norme che presiedono all’esercizio dell’attività di gioco e scommesse e a quelle antiriciclaggio, sarebbe riuscito ad accumulare un ingente patrimonio sottraendolo ai controlli ed all’imposizione fiscale da parte delle Autorità Italiane. Alla luce di tali risultanze, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione – su richiesta della citata DDA, con l’odierno provvedimento, ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’ingente patrimonio riconducibile a Ricci e al suo nucleo familiare, costituito dall’intero compendio delle società maltesi “OIA SERVICES LIMITED”, “HARVEY GAMING LIMITED” (già “GVC NEW LTD”) e “WLS LIMITED”, operanti nel settore del “gambling” con profili di assoluta prominenza nell’intero panorama nazionale, da numerosi conti correnti italiani ed esteri e di 2 Trust radicati a Malta, di cui uno contenente un cospicuo portafoglio finanziario.
Un maxi sequestro di beni riconducibili all’imprenditore 43enne Antonio Ricci, attivo nel settore del gambling e arrestato a Malta lo scorso aprile(QUI), è in corso di esecuzione da parte delle Fiamme gialle reggine, unitamente a personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore – su richiesta del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Dott. Stefano Musolino, dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro su compendi societari e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato di circa 400 milioni di euro. IL “CURRICULUM” DI RICCI La figura criminale di Antonio Ricci era emersa nell’ambito dell’operazione “Galassia” (QUI) e conclusa nel 2018 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali, nei confronti di 20 soggetti – per i reati che vanno dall’associazione di tipo, al riciclaggio, alla truffa, esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, detenzione di armi, estorsione e danneggiamento -, nonché a espedienti cautelari reali, su un patrimonio costituito da compendi aziendali di 23 società estere, 15 imprese nazionali, quote societarie, 33 siti di scommesse on line nazionali e internazionali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore di 724.300.000,00 euro. LE INDAGINI Le indagini avevano accertato l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale ed attive nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse con i marchi “Planetwin365”, “Betaland” e “Enjoybet” le quali, in rapporto sinallagmatico con la ‘ndrangheta – nelle sue articolazioni territoriali denominate cosca “De Stefano-Tegano”, “Pesce-Bellocco“ e “Piromalli” – da un lato avrebbero consentito a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare imponenti proventi illeciti, dall’altro avrebbero tratto esse stesse significativo supporto per l’ampliamento dei propri affari e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio. IL RUOLO DI RICCI In tale contesto sarebbe dunque emersa la figura di Ricci che, allo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi alla raccolta fisica delle scommesse in assenza della prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, avrebbe utilizzato siti on line “.com” completamente illegali, celando la raccolta illecita di scommesse dietro il fittizio schermo giuridico costituito da Centri Trasmissioni Dati (CTD) e Punti Vendita Ricariche (PVR). Le attività illecite citate sarebbero state perpetrate per il tramite della società “GVC New Ltd” e, successivamente, della “OIA SERVICES Ltd”, entrambe strumentalmente con sede a Malta ma, di fatto, attive in Italia attraverso una stabile organizzazione costituita dai citati plurimi punti “commerciali” distribuiti sul territorio nazionale. LA LATITANZA DI RICCI L’imprenditore del “gambling”, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere, si era però reso irreperibile all’atto della relativa esecuzione venendo successivamente rintracciato dal Nucleo PEF di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma a Malta e, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ivi tratto in arresto da parte della polizia di quel paese e successivamente rimesso in libertà dall’Autorità giudiziaria maltese. I “RISPARMI” DI 20 ANNI E IL SEQUESTRO Contestualmente alle suddette attività e sulla scorta degli elementi probatori raccolti, la locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – aveva delegato un’apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione in capo al 43enne di una misura di prevenzione personale e patrimoniale. In tale ambito, i finanzieri avrebbero individuato, con riferimento al percorso esistenziale dell’imprenditore, le condotte delittuose poste in essere, le frequentazioni, i legami parentali, i precedenti giudiziari e gli altri elementi ritenuti fondamentali per la formulazione, ai sensi della normativa antimafia, da parte della competente A.G., del prescritto giudizio prognostico sulla pericolosità sociale. Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolosità sociale del proposto, anche valorizzando le risultanze della citata indagine, la pertinente attività investigativa è stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali – dirette o indirette – effettuate nell’ultimo ventennio, accertando una costante sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, nonché la natura illecita dell’attività d’impresa svolta quale reimpiego di attività delittuose. Ed invero, l’attività svolta avrebbe permesso di ben delineare le capacità speculative del Ricci, il quale attraverso la strumentalizzazione di società formalmente sedenti in Malta, ma di fatto operanti in Italia, in violazione delle norme che presiedono all’esercizio dell’attività di gioco e scommesse e a quelle antiriciclaggio, sarebbe riuscito ad accumulare un ingente patrimonio sottraendolo ai controlli ed all’imposizione fiscale da parte delle Autorità Italiane. Alla luce di tali risultanze, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione – su richiesta della citata DDA, con l’odierno provvedimento, ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’ingente patrimonio riconducibile a Ricci e al suo nucleo familiare, costituito dall’intero compendio delle società maltesi “OIA SERVICES LIMITED”, “HARVEY GAMING LIMITED” (già “GVC NEW LTD”) e “WLS LIMITED”, operanti nel settore del “gambling” con profili di assoluta prominenza nell’intero panorama nazionale, da numerosi conti correnti italiani ed esteri e di 2 Trust radicati a Malta, di cui uno contenente un cospicuo portafoglio finanziario.
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