#Castello del Monferrato
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Casale Città Aperta: Un Weekend di Scoperta Storica e Culturale tra Monumenti e Musei. Il 9 e 10 novembre, un’occasione unica per esplorare i tesori architettonici di Casale Monferrato con visite guidate e aperture straordinarie
L’iniziativa Casale Città Aperta, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Casale Monferrato in collaborazione con l’Associazione Orizzonte Casale, torna il 9 e 10 novembre 2024.
L’iniziativa Casale Città Aperta, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Casale Monferrato in collaborazione con l’Associazione Orizzonte Casale, torna il 9 e 10 novembre 2024. Questo evento è pensato per valorizzare e far conoscere i luoghi di interesse storico e culturale della città, offrendo a cittadini e turisti l’opportunità di esplorare monumenti e musei in orari dedicati e attraverso…
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Castello Grinzane Cavour
Costruito intorno alla metà dell’XI secolo in cima a una collina, il Castello di Grinzane Cavour domina, con la sua bellezza e l’architettura inconfondibile, lo stupendo panorama delle colline di Langa, oggi patrimonio dell’umanità tutelato dall’UNESCO con i Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Nei secoli, il Castello è appartenuto a varie famiglie nobili piemontesi, tra le quali i Conti Benso di Cavour, il cui più noto esponente è stato Camillo Benso, celebre eroe del Risorgimento, che soggiornò al Castello e fu sindaco del piccolo borgo di Grinzane.
Come un vero scrigno, il Castello si aprirà per offrire al visitatore i tesori che custodisce, alla scoperta del Museo delle Langhe, delle affascinanti Sale storiche, dei preziosi Cimeli Cavouriani e dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour.
Un viaggio nel passato alla scoperta di percorsi etnografici e cimeli storici, per conoscere le tradizioni e la cultura di queste colline uniche al Mondo.
Le 4 stagioni della vite e il lavoro del vignaiolo, in un affascinante museo all’aperto.
“IN VIGNA” è il museo a cielo aperto dedicato alla vite e al continuo lavoro che un vigneto richiede, in funzione dell’alternarsi delle stagioni: un’eccezionale testimonianza della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione e del contesto rurale in cui affonda le sue radici il territorio di Langhe, Roero e Monferrato.
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Enrico Colombotto Rosso (1925-2013), Bambino con bicchiere verde Via: https://www.monferratowebtv.it/2023/06/07/al-castello-del-monferrato-la-mostra-enrico-colombotto-rosso-allure-dart/
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Anteprima Grignolino e Co 2024 a Casale Monferrato
Manca poco alla seconda edizione dell’evento che nasce dall’iniziativa del Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, Anteprima Grignolino & Co., tributo al vino autoctono più noto del Monferrato casalese, ricco di storia, virtù e potenziali che, dal 18 al 20 maggio prossimo, tornerà nelle sue diverse sfumature e peculiarità tra le mura del Castello a Casale Monferrato. Sarà una…
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Peugeot E-2008 è l'auto ideale per una visita nelle Langhe
Il territorio di Roero e Monferrato è stato dichiarato Patrimonio Mondiale Unesco nel 2014, ed è la cornice ideale per un viaggio a bordo di Peugeot E-2008, con l'immancabile tappa di Alba dove nei giorni scorsi si è chiusa l'edizione 2023 della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba. Silenziosa visitatrice di luoghi storici, come quelli del castello di Grinzane Cavour, e instancabile 'divoratrice' di chilometri sulle strade della campagna piemontese - compresi lunghi tratti 'bianchi' cioè non asfaltati - Peugeot E-2008 ha mostrato che il benessere a bordo non manca di certo, anche dopo una 'immersione' nelle emozioni sensoriali del tartufo e (solo per i passeggeri) dei grandi vini della zona. Nel suv elettrico del Leone si viaggia davvero alla grande, sia per l'abitabilità inaspettata in un'auto lunga solo 4,30 metri di lunghezza che per la capacità di stivaggio nel bagagliaio (in questo caso cassette di ottimo vino) che va dai 434 litri della posizione standard dei sedili posteriori a ben 1.467 litri con l'abbattimento degli schienali. Ed anche, va sottolineato, per l'arredamento accogliente e funzionale dell'abitacolo, dominato dall'ormai celebre i-Cockpit. Questa soluzione offre un unico piano visivo allineato alla strada davanti al guidatore, offrendo tutte le informazioni necessarie per viaggiare (ad esempio l'indicazione dell'autonomia elettrica residua) mentre lo schermo in alta definizione dell'infotainment - posizionato in maniera sinergica - completa i dialogo uomo - vettura e fornisce la colonna sonora perfetta per esperienze in pieno relax. Nel Peugeot E-2008 il tunnel centrale si fa inoltre apprezzare per il suo elegante minimalismo, grazie alla totale assenza di leve e comandi fisici (se non quello del cambio, quello del drive mode e del freno di stazionamento) esaltando ulteriormente la compattezza e la funzionalità del volante, che propone sulle razze i principali pulsanti di azionamento. Nella silenziosità di E-2008 ci si può dedicare anche a fare un bilancio dei momenti trascorsi alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba. Nell'area espositiva nel pieno centro storico di Alba, si danno ogni anno appuntamento i 'trifulau' cioè i cercatori di questo prezioso tubero che - assieme ai commercianti e con la garanzia di giudici selezionati dal Centro Nazionale Studi Tartufo - mostrano i loro 'gioielli' per proporre il tartufo ideale. Da inizio ottobre ad inizio dicembre ogni sabato e domenica il Mercato del Tartufo muove circa 500 kg di Tartufo Bianco d'Alba. In particolare agli inizi di novembre, gli esemplari più prestigiosi del Tartufo Bianco d'Alba vengono inoltre battuti all'asta per scopi benefici. In un evento esclusivo al castello di Grinzane Cavour in collegamento un evento esclusivo in collegamento con le principali piazze internazionali nell'edizione 2023 il lotto finale è stato acquistato ad Hong Kong per 130mila euro. Ad oggi sono stati raccolti complessivamente oltre 6 milioni di euro devoluti a enti benefici in Italia e nel mondo. Read the full article
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Concorso Città del vino, medaglia d'oro al 'Convivio 2019'
Il Convivio 2019 di Tenuta Gaggino di Ovada, socia Cia, ha vinto la Medaglia d’Oro 2023 nella XXI Edizione del Concorso Enologico Internazionale Città del Vino con il coordinamento di Città del Vino Piemonte. La cerimonia si è svolta al Castello del Monferrato di Casale. La Commissione che ha giudicato i vini era formata da 12 tra enologi e sommelier, la metà provenienti da Portogallo,…
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Margherita, primogenita del principe Amedeo di Savoia-Acaja e di Caterina di Ginevra, nacque nel castello di Pinerolo (TO), nell'anno 1382 secondo la maggioranza dei suoi biografi. Altri, invece, pongono la sua nascita nel 1390. La sua vicenda storica iniziò, quindi, poco dopo la morte di S. Caterina da Siena, in un periodo doloroso per le guerre e le lotte continue tra i Signori del tempo, a cui fu legata la sua esistenza per nascita; e per lo sconvolgimento portato nella Chiesa Cattolica dallo scisma, che la vide coinvolta moralmente per il suo desiderio intenso che tutta la cristianità ritornasse sotto l'obbedienza di un solo Pontefice e per la sua opera di Mediatrice presso Principi e Prelati. Leggendo la sua vita si resta colpiti dalla varietà delle situazioni in cui coltivò la santità, avendo sempre presente Dio come Verità, suprema da seguire e Amore infinito a cui donarsi. La sua propria volontà non appare mai; tutto converge al sacrificio nei vari passaggi della sua esistenza terrena non certo breve: come figlia, sposa, madre per figli non suoi, vedova, terziaria, Priora di Monache claustrali, Ella cercò sempre e soltanto la gloria di Dio e il bene del prossimo. Un incontro particolare segnò la sua adolescenza quando, a pochi anni di distanza, perse prima la madre poi il padre: Margherita conobbe S.Vincenzo Ferreri, il grande Predicatore spagnolo seguace di S.Domenico, e da Lui ricevette un'impronta spirituale indelebile, che le sarà guida per tutta la vita e la orienterà più tardi verso l'Ordine dei Predicatori. Morti i genitori, Margherita e la sorella Matilde, vennero affidate alla tutela dello zio Ludovico di Savoia. Egli, per evitare le conseguenze di una guerra di predominio, chiese alla nipote maggiore di accettare il matrimonio con Teodoro II°, Marchese del Monferrato: era costui un uomo rude e militaresco, vedovo con due figli piccoli, molto più anziano di lei, anche se animato da profondi sentimenti cristiani. Margherita, che già sentiva una forte attrattiva per la solitudine e la preghiera, accettò questo sacrificio per il bene di quelle popolazioni che una guerra avrebbe decimato e impoverito e affrontó coraggiosamente, fidando nell'aiuto di Dio, i doveri che la nuova vita le imponeva. Nei quindici anni di matrimonio si prodigò per smussare le angolosità dello scontroso marito, si dedicò interamente all'educazione dei figliastri - Giangiacomo, e Sofia - e fece tutto il bene possibile per i poveri che a lei ricorrevano. Quando Teodoro fu chiamato a Genova dagli stessi cittadini perchè li aiutasse a scacciare i Francesi che dominavano la città, Margherita lo seguì e si adoperò senza riserve durante la peste del 1411, per portare soccorso alla popolazione stremata. Ritornata in Piemonte, Ella continuò il suo ministero di carità corporale e intensificò le sue preghiere, le sue veglie, le sue penitenze per ottenere dalla Divina Misericordia la pace nella Chiesa ed ebbe la gioia di vedere risolto lo scisma con il Concilio di Costanza (1417) e di accogliere nel suo castello il Papa Martino V° che tornava a Roma attraversando il Monferrato. Nel 1418 Teodoro morì e Margherita si sentì libera di seguire le sue inclinazioni più profonde, non prima però di vedere sistemati convenientemente i figli di Teodoro: Giangiacomo successe al padre nel governo del Marchesato e Sofia sposò il primogenito dell'imperatore di Costantinopoli. Finalmente, ella potè ritirarsi ad Alba (CN) nel palazzo di proprietà dei Monferrato, seguita da un gruppo di dame della sua corte, pronte a consacrarsi come lei ad una vita di preghiera, di carità, di penitenza. Ma la separazione dal mondo non era facile da ottenersi: dopo pochi mesi di vita silenziosa e raccolta, Margherita ricevette domanda di matrimonio dal duca di Milano: Filippo Maria Visconti, spinto da ambiziosi interessi per i suoi scopi politici. La santa Vedova rimase ferma nel suo rifiuto e per evitare nuovi pericoli, incoraggiata anche dall'appariz
ione di S.Vincenzo Ferreri, che aveva da poco raggiunto la patria del Cielo, si iscrisse al Terz'Ordine di S.Domenico e ne portò pubblicamente l'abito, insieme alle pie dame che la circondavano, facendo al contempo voto di castità. Quindi nel 1441, con l’approvazione di Eugenio IV, fondò nella propria casa il monastero di Santa Maria Maddalena e con le amiche abbracciò la regola del Second’Ordine. Come vere Domenicane fondarono la loro vita nella contemplazione e nello studio della divina Dottrina, basata sulla divina Scrittura. Fra i suoi libri uno rimane come testimonio prezioso di tante ore passate nella ricerca di ciò che poteva spronarla nel cammino della perfezione: è un manoscritto conservato ora nella Biblioteca Nazionale di Torino e che l'amanuense terminò di copiare su ordine di Margherita nel 1428. Esso contiene 139 lettere di S.Caterina da Siena e un documento sulle regole da seguire per la recita del Rosario e le indulgenze ad esso annesso. L'umile Figlia di Fontebranda, a cinquant'anni dalla morte, già si rivelava una Maestra spirituale di grande attrattiva! Intanto Margherita e le sue Sorelle desiderose di unirsi sempre più a Dio, chiesero di abbracciare la vita del Secondo Ordine consacrandosi con la clausura alla vita contemplativa. Il Papa Eugenio IV° nel 1445 approvò il loro progetto ed ebbe così origine il Monastero unito alla chiesa di S.Maria Maddalena. Pronunciati i Voti solenni, cominciò per la nostra Beata un periodo ricco di misteriose e profonde operazioni della Grazia, di fatti soprannaturali come: visioni, estasi, miracoli che furono accompagnati da dolori fisici e morali persistenti. Gesù stesso, in un'apparizione, le aveva presentato tre frecce: malattia, persecuzione, calunnia e Margherita accettandole per cooperare alla salvezza dei peccatori, capì come sarebbe trascorso l'ultimo tempo della sua vita. E restò sulle breccia fino alla fine, fino a quando la notte del 23 novembre 1464 venne lo Sposo nella piccola cella, circonfuso di vivida luce e accompagnato da celesti armonie e Margherita passò a contemplare Dio per sempre nella gloria eterna. Il suo corpo, in ottimo stato di conservazione, si venera ad Alba nella Chiesa di S.Maria Maddalena.
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Castello di Camino, Italy
This is considered one of the most beautiful Castles in Piedmont. The Castle of Camino stands on the hill overlooking the town and represents one of the most scenic castles in the Monferrato. Founded by the Aleramic, it has walls and crenellated towers. The first nucleus, built for defensive purposes, dates back to the 11th century. Passed into the properties of the Marquis of Monferrato, it was administered for a long time by a Gastaldo, until in the thirteenth century, the Marquis Teodoro Paleologo, in need of money, granted the Asti brothers Tommaso and Francesco Scarampi the investiture of the castle and the place of Camino, already with its own statutes. Becoming definitively owned by the Asti family, who lived there until 1952, it was sold by Valentina and Paola, Ferdinando's daughters, to the Somaschi fathers and then to the current owners.
The restoration of the 19th century according to the dictates of the French school of Viollet Le Duc, consisting in the construction of the dining room in neo-style, is due to Lieutenant Colonel Ferdinando, the last heir of the Scarampi to reside in the castle and expert of medieval and architectural studies. Gothic, the library, and the theater frescoed with episodes of Don Quixote. In the same period, a spacious courtyard and a small chapel were created.
Many illustrious personalities were guests of the Monferrato castle, including Don Bosco, King Vittorio Emanuele III during the great maneuvers of 1911 and Benito Mussolini in 1928, the year in which he ordered to build the Monferrato Aqueduct. Today the frescoed halls, the courtyards and the park of the castle host ceremonies and cultural events, while the cellars preserve the fine wine of the Monferrato vineyards, such as Barbera, Grignolino, Chardonnay, Monferrato Rosso, Grappa and also the Amaro del Castello, prepared according to an ancient and secret recipe.
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GLI ASSEDI DI TROINA
Il primo assedio fu verso il 1063. Il Gran Conte Ruggero I proveniente da Rometta e sulla via dei monti che collegava Messina a Palermo, aveva liberato facilmente Troina dagli arabi ed era stato accolto dalla locale popolazione bizantina con grande onore. Ruggero era da poco sposato e quindi lasciò la sua prima moglie a Troina con una dozzina di cavalieri e si diresse verso Nicosia per assediarla e depredare i dintorni. I bizantini fecero due conti. Per prima cosa gli arabi avevano riconosciuto loro ampia indipendenza cosa che Ruggero forse non avrebbe fatto. Secondariamente i Normanni erano a favore del papa di Roma mentre loro erano di religione ortodossa, quindi i liberatori erano al pari degli arabi: miscredenti. La moglie di Ruggero con pochi cavaliere pareva essere una facile preda e con poca fatica potevano avere un grande risultato. Assalirono quindi il castello dove i Normanni risiedevano con l’obbiettivo di catturare facilmente Giuditta D’Evreux, sposa di Ruggero. Fecero male i conti. I normanni erano pochi ma erano macchine da guerra. L’assalto al castello finì in una stage di paesani con i dodici cavalieri normanni barricati nel castello a difendere strenuamente la loro signora. Venuta la notte i paesani si rifugiarono nella parte alta del paese sicuri della vendetta di Ruggero. Quest’ultimo arrivo con i suoi uomini e diede l’assalto alle posizioni bizantine. Nel frattempo però erano arrivati cinquemila arabi a dare manforte ai bizantini. Ruggero dovette a sua volta ritirarsi nel castello per difendersi dagli arabi e dai paesani. Fu un momento tragico per i normanni chiusi nel paese dove non potevano usare la cavalleria che era la loro arma più importante. Ruggero però aveva affrontato momenti peggiori, quindi attese l’alba ed attaccò risolutamente il campo arabo riportando una grande vittoria. Amari, grande storico siciliano ( e forse non molto imparziale) sottolineò che gli arabi, per combattere il freddo avevano abusato di vino e quindi non erano nelle condizioni migliori per difendersi. Fatto stà che sconfitti gli arabi, Ruggero si rivolse contro i bizantini passandone a fil di spada la maggior parte. Questo episodio fu molto importante per Ruggero che non era solo un soldato preparato e coraggioso, ma aveva anche quella che un giornalista di oggi chiamerebbe “una visione politica”: capì che conquistare la Sicilia voleva dire dover comandare due popoli che non avrebbero esitato a combatterlo. Per questo motivo incominciò a favorire l’arrivo non solo di nobili normanni e inglesi, ma anche di contadini dal nord europa. Questo fenomeno di ripopolamento con un popolo fedele raggiunse l’apice una volta sposata Adelaisa del Vasto signora del Monferrato che fu seguita da una grande schiera di sudditi lombardi, piemontesi e provenzali che andarono ad occupare città chiave come Sperlinga, Piazza Armerina e Sanfratello, diventando il nucleo Gallico della cultura siciliana.
Il secondo assedio avvenne durante la seconda guerra mondiale. I tedeschi e gli italiani si erano fortificati a Troina in un prologo di quello che poi sarebbe stata la battaglia di Montecassino. Un fotografo, un giovane Robert Capa, seguiva tra le file americane, il loro avanzare nella conquista delle case di Troina. Gli alleati, vista la difficoltà a conquistare il borgo, decidono quindi di fare quello che avrebbero fatto a Montecassino ed incominciano a bombardare dalla terra e dal cielo il piccolo paese. Fu una strage di donne, bambini, vecchi e soldati. Robert Capa fotografò l’orrore dell’assedio e la distruzione che la guerra portò. Una sua fotografia diventa un famosa come quella del miliziano spagnolo ucciso durante il suo reportage della guerra di Spagna. E’ la foto di un soldato americano che ascolta un vecchio siciliano senza scarpe, che con il suo bastone gli indica una direzione lontana.
Ora Troina è uno dei borghi più belli d’Italia. Finite sono le lotte ed i morti sui monti Nebrodi dove i boschi e la quiete sono ormai dominati dalla lontana e imponente, unica signora della Sicilia: l’Etna
The first siege was around 1063. The Grand Conte Ruggero I coming from Rometta and on the way in the mountains that connected Messina to Palermo, had easily freed Troina from the Arabs and had been welcomed by the local Byzantine population. Ruggero was recently married and therefore left his first wife in Troina with a dozen knights and went to Nicosia to besiege the town and plunder the surroundings. The Byzantines thinked about the situation. First, the Arabs had recognized them a broad independence, and Ruggero perhaps would not have done. Secondly the Normans were in favor of the pope of Rome while they were for the Orthodox religion, therefore the liberators were on a par with the Arabs: unbelievers. Ruggero's wife with a few knights seemed to be an easy prey and with little effort they could have a great result. They then attacked the castle where the Normans resided with the aim of easily capturing Giuditta D’Evreux, the bride of Roger. The made a big mistacke. The Normans were few but they were war machines. The assault on the castle ended in a stage of villagers with the twelve Norman knights barricaded in the castle to strenuously defend their lady. When the night came, the villagers took refuge in the upper part of the town, sure of Roger's revenge. The latter arrived with his men and stormed the Byzantine positions. In the meantime, however, five thousand Arabs had come to support the Byzantines. Roger in turn had to retire to the castle to defend himself from the Arabs and the villagers. It was a tragic moment for the Normans closed in the country where they could not use cavalry which was their most important weapon. Ruggero, however, had faced worse moments, so he waited for the dawn and resolutely attacked the Arab camp reporting a great victory. Mr. Amari, a great Sicilian historian (and perhaps not very impartial) stressed that the Arabs, to fight the cold, had abused wine and therefore were not in the best conditions to defend themselves. As soon as the Arabs were defeated, Roger turned against the Byzantines, passing most of them by the sword. This episode was very important for Ruggero who was not only a prepared and courageous soldier, but he also had what a journalist today would call "a political vision": he understood that conquering Sicily meant having to command two peoples who would not hesitate to fight him . For this reason he began to favor the arrival not only of Norman and English nobles, but also of peasants from northern Europe. This phenomenon of repopulation with a faithful people reached its peak once Adelaisa del Vasto was married with Ruggero and she was followed by a large group of Lombard, Piedmontese and Provencal people who went to occupy key cities such as Sperlinga, Piazza Armerina and Sanfratello, becoming the Gallic nucleus of Sicilian culture.
The second siege occurred during the Second World War. The Germans and Italians had fortified themselves in Troina in a prologue of what would later be the battle of Montecassino. A photographer, a young Robert Capa, followed their progress in the conquest of the houses of Troina in the American ranks. The allies, given the difficulty in conquering the village, therefore decided to do what they would have done in Montecassino and began to bomb the small town from the earth and the sky. It was a massacre of women, children, old people and soldiers. Robert Capa photographed the horror of the siege and the destruction that the war brought. One of his photographs becomes as famous as that of the Spanish militiaman killed during the Capa’s report of the Spanish war. It is a photo of an American soldier who listens to an old Sicilian without shoes, who with his cane indicates a distant direction.
Now Troina is one of the most beautiful villages in Italy. The struggles and deaths on the Nebrodi mountains are over where the woods and the quiet are now dominated by the distant and imposing, only lady of Sicily: Etna
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Rome: Ore 12:00
mia cara l'uomo di cui ti sei innamorata ebbe a che fare con la tua famiglia e molto, e con Venezia e Bologna.
Sull’opera: “Ritratto d’uomo (l’uomo dal guanto)” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1523, misura 100 x 89 cm. ed è custodito nel Museo del Louvre a Parigi.
L’opera reca la firma dell’artista: “TICIANVS F.”. Essa proviene dalla Galleria della famiglia Gonzaga a Mantova. Nel 1627 apparteneva a Carlo I d’Inghilterra, il quale lo cedette al banchiere Jabach, quindi, passò a Luigi XIV.
MALATESTA, Giovanni Battista. - Nacque a Mantova intorno al 1490 da Federico e Lucia Ferrari.
Suo padre fu tesoriere marchionale e, dal 1494 al 1504, massaro del Comune di Mantova, cariche che poté ricoprire grazie agli importanti legami di parentela, essendo figlio di Eusebio nipote di Paola Malatesta prima marchesa di Mantova, potente e discusso favorito del marchese Federico Gonzaga.
Il M., come testimonia un mandato a suo nome del 20 febbr. 1506, con cui veniva esonerato dal dazio su alcuni beni personali che conduceva con sé, fu mandato giovinetto insieme con altri scolari mantovani allo Studio di Padova, dove studiò diritto; un percorso formativo che ebbe a condividere con i fratelli Giacomo e Francesco.
I tre fratelli furono accomunati dal fedele servizio reso ai marchesi di Mantova. Giacomo, infatti, fu cancelliere, nonché segretario ducale, più volte ambasciatore dei Gonzaga; mentre Francesco, forse il più vecchio dei fratelli, già oratore a Firenze dal 1500 al 1505, fu nel 1510 priore dei giureconsulti mantovani.
Non è noto quando il M. abbia completato la sua formazione padovana, né si conosce l'inizio dell'apprendistato nella Cancelleria mantovana, dove, tuttavia, il suo nome compare già nel 1515 in una lettera inviata dal M. da Innsbruck. Nel quinquennio compreso nella seconda decade del Cinquecento dovette, però, distinguersi in modo particolare, se dal gennaio 1519 gli fu affidato il delicato incarico di ambasciatore presso la Repubblica di Venezia, in un momento che si rivelò ancor più complesso per il piccolo Stato mantovano dopo la morte del marchese Gianfrancesco Gonzaga nel marzo di quell'anno e la successione del giovane Federico II sotto la tutela della madre Isabella d'Este.
Il mandato presso la Serenissima si prolungò fino all'agosto del 1528, quando il M. lasciò l'incarico al fratello Giacomo, che vi rimase fino al 1530. Nella linea di condotta dell'oratore mantovano a Venezia rientrò lo scambio di avvisi con altri diplomatici là residenti, in modo particolare, nel 1523, con l'ambasciatore inglese presso la Repubblica, una prassi che fu poi continuata dai successori in quella sede.
Nominato il marchese Federico II Gonzaga capitano generale delle truppe papali - dall'8 dic. 1520 regnando Leone X e in seguito sotto il pontificato di Adriano VI e di Clemente VII - il M. venne a rappresentare un importante referente a Venezia non solamente della politica estera del giovane Gonzaga, che si andava indirizzando sempre più verso il partito imperiale, ma anche delle scelte papali. Fittissimo lo scambio epistolare intercorso in quel periodo tra la Cancelleria mantovana e l'oratore presso la Repubblica. Si deve al saggio consiglio del M. se Federico Gonzaga non accettò la nomina, caldeggiata dal doge, a capitano della lega di Francesco I di Valois.
Molto attivo si rivelò il M. anche sul piano della committenza artistica, adoperandosi dalla sua legazione in laguna per sostenere ogni iniziativa collezionistica di Federico Gonzaga e di sua madre Isabella. Costei, il 4 maggio 1522, lo ringraziò per un prezioso vaso antico, mentre nel giugno dell'anno successivo il M. si preoccupò di consegnare a Tiziano i 100 ducati inviatigli dalla marchesa per un suo quadro; il 26 maggio 1528 Isabella comunicava all'oratore a Venezia di aver ricevuto alcune sue medaglie, disperse a Tunisi dopo il sacco di Roma e che il M., con abili trattative, aveva contribuito a recuperare.
Numerosi altri sono gli episodi che si potrebbero elencare, anche nel quadro dell'importante ruolo che il M. giocò nel rapporto di committenza di Federico Gonzaga con Tiziano, sin dalla fine del 1522, quando il Gonzaga invitò il pittore cadorino a Mantova per il tramite del proprio ambasciatore, il quale era felice di comunicare l'accettazione dell'artista; Tiziano, infatti, giunse a Mantova nel febbraio 1523, preludio di un legame che avrebbe poi coinvolto l'imperatore Carlo V, dapprima con opere donate dal Gonzaga e successivamente con un'autonoma scelta autocelebrativa del sovrano affidata al Vecellio.
Sempre più legato all'imperatore dopo il sacco di Roma, il Gonzaga per trarre i maggiori vantaggi dai negoziati tra il papa, il re di Francia e lo stesso Carlo V - che portarono alla pace di Cambrai del 7 luglio 1529 - si affidò al M. per sondare gli animi dei principali rivali nei conflitti di quegli anni, inviandolo dapprima in Francia, tra l'ottobre e il novembre 1528, e in seguito in Spagna. Giunto il 29 novembre a Bayonne, l'oratore mantovano dovette attendere il 28 dicembre nella vicina Fuenterrabia, il salvacondotto per Toledo, dove giunse il 17 genn. 1529. Tra i compiti del M. vi fu anche quello di esplorare la possibilità di un'alleanza matrimoniale del marchese con la casa imperiale, dopo il definitivo provvedimento del papa, intervenuto il 22 apr. 1528 per sciogliere il precedente matrimonio contratto con Maria Paleologo: il 24 febbraio, infatti, l'oratore riferiva in codice il proprio tentativo presso l'imperatore per ottenerne il consenso alle nozze di Federico Gonzaga con una delle sue sorelle. L'obiettivo, molto ridimensionato, ebbe esito nel successivo viaggio dell'imperatore in Italia, ma la nubenda prescelta come sposa del marchese di Mantova fu Giulia d'Aragona, parente di Carlo V.
Munifici decreti da parte del marchese a favore del M. andavano nel frattempo riconoscendo la preziosa opera dell'ambasciatore presso l'imperatore: a una donazione, il 18 sett. 1528, di 12 biolche di terra con casa in territorio di Bellaguarda, faceva seguito, il 30 luglio 1529, il decreto con il quale gli veniva concesso ogni emolumento pervenuto al porto di Borgoforte sul Po, fino a un valore di 4000 ducati.
Partito con il seguito di Carlo V alla volta dell'Italia nel mese di marzo di quell'anno, il M. anticipò il proprio arrivo nella penisola, per poi ricongiungersi il 5 agosto a Genova con l'imperatore, al quale rese solenne omaggio in nome di Federico Gonzaga. Questi, giunto nella città ligure il 16 successivo, il 21 settembre ottenne la carica di capitano generale delle truppe imperiali in Italia.
Il M. seguì quindi Carlo V prima a Piacenza e poi, ai primi di novembre, a Bologna, dove fu presente ai preparativi per la solenne incoronazione imperiale del sovrano, avvenuta il 24 febbr. 1530, che descrisse in dettagliate relazioni; contribuì, nel contempo, con la propria azione diplomatica, alla concessione del titolo ducale a Federico Gonzaga, conferito dall'imperatore a Mantova l'8 aprile successivo, dopo che, due giorni prima, erano stati stesi i capitoli nuziali del novello duca con Giulia d'Aragona, anche questi abilmente negoziati dal Malatesta.
Il 6 giugno 1530, con la morte improvvisa del giovane marchese del Monferrato, Bonifacio IV Paleologo, si apriva, però, la prospettiva per il duca di Mantova di pretendere a quello Stato, ove fosse riuscito a non dare seguito al ricordato breve papale che aveva sciolto il suo matrimonio con Maria Paleologo, sorella del defunto. Secondo Coniglio (p. 281), al M. e al suo consigliere - il frate e astrologo Benedetto Moncetti - fu allora addebitata ogni responsabilità delle scelte e delle vicende che avevano portato prima alla sottoscrizione dei capitoli di nozze con Giulia d'Aragona, poi alla richiesta di scioglimento di quella stessa promessa di matrimonio, una volta emersa la possibilità per il duca di aggiudicarsi il Monferrato. Per scagionarsi di fronte all'imperatore della grave violazione contrattuale, si sarebbe quindi incolpato il M. di non aver valutato appieno l'impossibilità di contrarre nuove nozze, sussistendo la legittimità delle precedenti. Tale ipotesi potrebbe essere avvalorata dai gravi, quanto oscuri, provvedimenti, che furono adottati nella corte mantovana nei confronti del M. e del suo consigliere: nell'agosto 1530 si procedette alla loro cattura con la successiva prigionia, il 25 agosto, del primo nel castello di Ostiglia e del secondo a Cavriana. Furono sottoposti entrambi a un regime di dura segregazione, senza alcuna possibilità di comunicare con l'esterno; all'ex ambasciatore vennero per di più revocati tutti i decreti di beneficio in precedenza concessi. A nulla valse, pochi giorni dopo, l'intercessione di Isabella Grossi, consorte del M. - al quale aveva dato i due figli, Federico e Alba -, per la conservazione di quei diritti.
Del M., caduto definitivamente in disgrazia, ignoriamo la data della morte; dal 1532 manca ogni traccia documentaria.
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Giuliano Saba: La Scultura come Espressione di Materia e Spirito
L’arte scultorea di Giuliano Saba fonde elementi naturali e forme astratte per creare opere che catturano l’essenza della materia
L’arte scultorea di Giuliano Saba fonde elementi naturali e forme astratte per creare opere che catturano l’essenza della materia. Giuliano Saba è uno scultore italiano noto per la sua capacità di trasformare materiali grezzi in opere d’arte che evocano una profonda connessione con la natura e lo spirito umano. Le sue creazioni, caratterizzate da un uso innovativo della forma e della texture,…
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Enrico Colombotto Rosso (1925-2013), Il prato Via: https://www.monferratowebtv.it/2023/06/07/al-castello-del-monferrato-la-mostra-enrico-colombotto-rosso-allure-dart/
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Il magico paese di Natale 2023 ad Asti e Govone
Torna anche quest’anno l’appuntamento con Il Magico Paese di Natale, evento diffuso nel territorio delle Langhe – Roero e Monferrato in Piemonte, giunto alla 17a edizione e inserito da European Best Destinations tra i 10 più importanti mercatini natalizi d’Europa. Protagoniste dell’atmosfera tipica del Natale sono il suggestivo borgo di Govone, dove Babbo Natale ha la sua residenza nel Castello Reale, Asti con il mercatino natalizio e San Damiano d’Asti, che ospiterà il Presepe vivente in un angolo di Piemonte ricco di cultura e tradizione enogastronomica, il cui paesaggio è Patrimonio dell’Umanità Unesco, dove per sei weekend sarà possibile vivere lo spirito più autentico del Natale. Nella scorsa edizione il Magico Paese di Natale ha contato oltre 500.000 presenze e coinvolto oltre 2.700 strutture ricettive e 11.000 operatori turistici. Ad Asti, dall’11 novembre, partirà il mercatino natalizio, dove sarà raddoppiata l’area dell’evento con, all’interno, spazi dedicati a spettacoli e il numero delle casette di legno presenti toccheranno quota 130 nella centralissima Piazza Alfieri. Le casette di legno ospiteranno artigiani e produttori di tutta Italia, con i loro manufatti per un regalo speciale, i prodotti da assaggiare e lo street food per una pausa diversa dal solito, all’insegna delle magiche atmosfere natalizie tra addobbi e animazioni 3D. Inoltre si potrà vivere una particolare esperienza turistica della città in chiave natalizia, con tour speciali guidati dagli elfi per le famiglie e i gruppi. A Govone, dal 18 novembre, ci sarà la Casa di Babbo Natale, allestita all’interno del Castello Reale dove musical e animazione ricreeranno un’atmosfera fiabesca, dove sarà possibile incontrare Santa Claus in persona e i suoi simpatici e insostituibili elfi, indaffarati per i regali e intenti a imparare i segreti per diventare dei veri aiutanti. Sarà possibile addentrarsi nel Castello tra le sale di Casa Savoia per un viaggio temporale che porta il visitatore a conoscere la cultura ottocentesca inerente al periodo natalizio e ammirare le magnifiche sale della residenza sabauda. Inoltre a Govone si proporrà un nuovo allestimento che condurrà il visitatore in una bolla magica sospesa tra Langhe, Monferrato e Roero dove, oltre alla stella cometa di 17 metri, la slitta con le renne e la cornice per selfie dal belvedere del castello, ci saranno varie meraviglie tridimensionali nel parco del castello. Nella città di San Damiano d’Asti nei pomeriggi del 3, 8 e 10 dicembre, a partire dalle 14 fino alle 19. si terrà la 14^ edizione del Presepe vivente dove nelle suggestive cantine storiche del paese, tra cortili, i vicoli acciottolati e i sotterranei, un corteo accompagnerà i visitatori a scoprire la rievocazione della natività con scene di antichi mestieri e personaggi tradizionali. I biglietti per gli eventi possono essere acquistati su www.magicopaesedinatale.com. Read the full article
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Castello Gabiano Monferrato - Valle del Po
Castello Gabiano Monferrato – Valle del Po
https://castellodigabiano.com/it/ … e se invece di horror o terror, riusciste a liberarvi dei nani, scaricandoli agli zii e passaste una notte romantica in un castello? Sentirvi re o regine, principi o principesse, in un luogo fatato lontano dalla realtà Foto: Histouring MARCHESI CATTANEO ADORNO GIUSTINIANI SRLVia San Defendente 2 – 15020 Gabiano (AL) La vita è breve e se potete, cercate di…
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Alba nelle vigne del Dolcetto nell'alessandrino
Una vena romantica invade l’estate dell’Alessandrino, con eventi che coniugano cultura, musica, enogastronomia, sullo sfondo dei cieli d’agosto, all’alba come di notte. Si parte il 10 agosto con ‘Calici di Stelle’, manifestazione nazionale ideata dall’Associazione Città del Vino che, ad Acqui Terme, è organizzata dalla Strada dei Vini e dei Sapori del Gran Monferrato: il Castello dei…
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Mettete dei 💐 nei vostri #cannoni: anche se siamo #piccoli in confronto a #IGiganti che decidono delle nostre sorti, questa deve essere più che una #Proposta! #fiori #pace #Monferrato #autunno #CasaleMonferrato #monferratowow #igersmonferrato #yallersmonferrato #ig_monferrato #wearemonferrato #LOVES_UNITED_MONFERRATO (presso Castello del Monferrato) https://www.instagram.com/p/CjfSxt8t2eP/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#cannoni#piccoli#igiganti#proposta#fiori#pace#monferrato#autunno#casalemonferrato#monferratowow#igersmonferrato#yallersmonferrato#ig_monferrato#wearemonferrato#loves_united_monferrato
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