#Indagini forensi
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campadailyblog · 4 months ago
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Omicidio Giulia Di Sabatino: Gli Indizi e i Misteri Irresolti
Il caso dell’omicidio di Giulia Di Sabatino ha sconvolto l’Italia. È avvenuto il 15 luglio 2024 a Roma. Ha generato molte domande e pochi indizi, mantenendo il mistero. Le indagini della Polizia e della Procura hanno seguito diverse piste. Vogliono ricostruire gli eventi e trovare il colpevole. Dopo mesi, il caso rimane oscuro. Nuove prove e testimonianze emergono, complicando le indagini. Questo…
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technewssocial · 1 year ago
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Esperti forensi, i CSI digital. Con Gabriele Gobbo e Luca Mercatanti - 181
Nella nuova puntata di FvgTech, Gabriele Gobbo ci guida nel misterioso e affascinante mondo delle analisi forensi digitali. Un settore che, per molti, evoca scene alla CSI, ma che nella realtà vede spesso i suoi esperti lavorare più sui bit che sui chip. Il viaggio nel cuore delle indagini digitali non si ferma alla superficie: esploreremo le varie sfaccettature, dalla decodifica dei dati al…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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"Autopsia" di Patricia Cornwell: Il Ritorno di Kay Scarpetta e un Intricato Mistero da Risolvere. Recensione di Alessandria today
Patricia Cornwell riporta in scena la sua famosa protagonista, Kay Scarpetta, in un thriller che mescola scienza forense, suspense e indagini intricate.
Patricia Cornwell riporta in scena la sua famosa protagonista, Kay Scarpetta, in un thriller che mescola scienza forense, suspense e indagini intricate. Con “Autopsia”, Patricia Cornwell ci riporta nel mondo della medicina legale e delle indagini forensi attraverso il personaggio iconico di Kay Scarpetta, protagonista indiscussa di numerosi best-seller. Dopo un periodo di lontananza dal mondo…
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Lodi, annientata rete di pedofili online: sequestrati 215mila video e foto di minori
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Lodi, annientata rete di pedofili online: sequestrati 215mila video e foto di minori Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Lodi, nell’aprile 2023 a seguito di segnalazione di abusi sessuali su minore da parte del padre, ha avviato attività d’indagine, accertando e documentando le violenze poste in essere. I fatti si sono protratti nel tempo nelle Province di Milano, Pavia e Lodi, luoghi dove il nucleo familiare ha dimorato nel tempo. L’arresto del soggetto, un 46enne residente nella provincia di Milano, avvenuto nel maggio 2023 in esecuzione ad una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, ha consentito l’acquisizione di imponente materiale probatorio, tra cui migliaia di file video e foto pedopornografici di diversa provenienza, presenti nei dispositivi informatici sequestrati ed in uso al soggetto arrestato. Lo stesso nel corrente mese di maggio è stato condannato dal Tribunale di Milano, con sentenza di primo grado, alla pena di anni 12 ed euro 50.000 di multa. Le successive copie forensi e l’analisi dei supporti informatici sottoposti a sequestro, effettuate dal personale specializzato “Operatori indagini telematiche” del Comando Provinciale Carabinieri di Lodi, hanno permesso di riscontrare e disarticolare una fitta rete online di comunicazione e scambio di materiale pedopornografico, radicata in Italia e all’estero, sequestrando circa 215.000 file comprendenti immagini e video di natura pedopornografico che ritraevano minori di diverse nazionalità. Nel corso delle indagini, i riscontri ottenuti hanno nel complesso portato all’arresto in flagranza di reato di 4 soggetti residenti nelle province di Milano, Brescia, Taranto e Bari, trovati in possesso di notevole quantità di materiale video e fotografico di natura pedopornografica. L’attività investigativa è stata coordinata rispettivamente con gli Uffici delle Procure della Repubblica di Milano, Brescia, Bari e Lecce competenti territorialmente. La stessa attività investigativa ha portato al deferimento di ulteriori 3 persone, uno dei quali residente in Germania e per il quale è stata interessata la competente Autorità Giudiziaria tedesca. Tanto si comunica per la rilevanza pubblica dell’informazione, segnalando che sussiste in favore degli indagati la presunzione di non colpevolezza sino all’eventuale sentenza definitiva.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Al vaglio telecamere su 'prima e dopo' l'omicidio di Giulia
(ANSA) – MILANO, 10 GIU – Le analisi di decine di telecamere di sorveglianza, tra Senago e Milano, e quelle sulle copie forensi dei dispositivi, tra cui tre pc e un tablet, sequestrati ad Alessandro Impagnatiello. E’ su questi due fronti che si concentreranno in queste ore e nei prossimi giorni le indagini dei carabinieri e della Procura di Milano sull’omicidio di Giulia Tramontano, 29 anni e…
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fminvestigazioniaziendali · 4 years ago
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I servizi dell’agenzia FM-investigazioni
Attività di indagine in ambito aziendale
Diverse tipologie di minacce possono danneggiare il patrimonio di una società, che sia esso scientifico, tecnologico o economico, tangibile e intangibile. A tal fine, l’investigazione aziendale riguarda un’attività d’indagine che punta alla tutela del valore d’impresa, a fronte della richiesta del titolare d’azienda, del legale rappresentante o enti giuridici, anche in sede giudiziaria. La verifica della veridicità delle informazioni fornite da candidati all’assunzione, dipendenti, soci, fornitori, rappresentanti ed esterni consente di sanare situazioni di natura pregiudizievole al buon andamento di una azienda.  Parallelamente l’Agenzia FM – Investigazioni offre i propri servizi in difesa delle compagnie assicurative contro quei comportamenti fraudolenti che tendono a conseguire, oppure ad aumentare, l’incasso di un rimborso da parte della stessa agenzia. Si incastrano a queste tipologie di indagini anche quelle di carattere informatico e tecnologico per la prevenzione di furti di informazioni e dati aziendali.  
Le indagini condotte dall’Agenzia FM – Investigazioni prevedono l’impiego di professionisti e strumentazione tecnologica all’avanguardia al fine di raccogliere prove documentali e testimoniali che evidenzino inconfutabilmente l’illecito a danno del nostro cliente, materiale da utilizzare anche in fase stragiudiziale o giudiziale.
I servizi che offriamo alle aziende: 
Indagini sul curriculum vitae; 
Infedeltà di un collaboratore e licenziamento per giusta causa; 
Forensic due diligence aziendale; 
Violazione del patto di non concorrenza; 
Concorrenza sleale di ex dipendenti; 
Indagini per il recupero credito; 
Indagini a tutela della proprietá intellettuale; 
Indagini per contrasto alle frodi assicurative; 
Indagini informatiche forensi; 
Bonifiche ambientali e su dispositivi elettronici.
L’Agenzia FM – Investigazioni garantisce una consulenza preliminare gratuita ed assoluta riservatezza, sia nel caso di accettazione che di non affidamento dell’incarico investigativo. Maggiori dettagli sui servizi sono reperibili sul sito web: www.francomalatesta.it. Se desiderate richiedere un preventivo per i nostri servizi, contattateci all’indirizzo e-mail: [email protected] oppure compilate il modulo sul medesimo sito.
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Romanzi, racconti e storie da vedere sullo schermo
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Riprende la rubrica di consigli di lettura (e non solo): una piccola selezione da opere recenti o appena ristampate, insieme a uno sguardo sul passato.
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Tra i numerosi gialli pubblicati (è proprio un periodo fortunato per questo colore), vogliamo ricordarne alcuni.
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Dopo Flora, Alessandro Robecchi è da poco uscito con l’ultima avventura della banda Sistemi Integrati, capitanata dal seducente Carlo Monterossi (magnificamente interpretato da Fabrizio Bentivoglio nella serie televisiva): Una piccola questione di cuore. L’amore a tutti i livelli, romantico o autodistruttivo, è il vero protagonista di questa detective story: Si insinua tra i poliziotti incaricati delle indagini, coinvolge grandi boss della mala, normalmente privi di sentimenti umani, giovani intellettuali della Milano bene, irresistibili femmes fatales. Robecchi è sempre maestro nel gestire la tensione e nel mantenere viva l’attenzione del lettore fino all’ultima riga. 
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Accattivante fin dal titolo, Sono felice, dove ho sbagliato?, l’ultima attesissima fatica di Diego De Silva ci propone di nuovo l’ironico avvocato ‘d’insuccesso’ Vincenzo Malinconico, ormai alla sesta causa persa, almeno letterariamente parlando. La novità assoluta è che da questi thriller forensi la Rai ha tratto una fiction in cui il protagonista è interpretato da Massimiliano Gallo, che abbiamo avuto il piacere di ammirare come marito di Imma Tataranni nella serie omonima creata da Mariolina Venezia. In questo caso Malinconico difende gli indifendibili diritti di un gruppo, coalizzato in una class action, di Impantanati che pretendono di intentare causa in nome del loro amore perduto. Se questo fosse possibile, non basterebbero tutti i tribunali del mondo per ospitare i processi di chi si sente defraudato in campo sentimentale, eppure il Nostro, tenendo fede al suo profilo di soggetto atipico e difficile da inquadrare, si sobbarca l’immane impresa. “Fra risate, battibecchi, colpi di scena e ordinarie drammaturgie familiari, Malinconico riuscirà ad articolare una stralunata difesa”. 
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Anche per la tassista-detective Debora Camilli, che alla sua quarta avventura si è ormai guadagnata l’affetto di molti lettori, è in preparazione una fiction televisiva. Uscita dalla penna esperta di Nora Venturini, regista teatrale, sceneggiatrice e scrittrice (nonché moglie del fascinoso Giulio Scarpati), la giovane, intraprendente protagonista, che non ha potuto realizzare il sogno di entrare in polizia, ma conserva lo spirito del piedipiatti, pare destinata a trovarsi coinvolta in misteriosi omicidi: un po’ come la profezia che si auto-adempie… Dopo L’ora di punta, Lupo mangia cane e Buio in sala, è appena uscito Paesaggio con ombre, dove lo sfondo è quello incantatore del Lungotevere Flaminio, dalle cui acque è stato ripescato un cadavere privo di documenti. Anche in questa puntata la strana coppia composta da Camilla e dall’anti-divo commissario capo Edoardo Raggio porterà felicemente a termine il caso. 
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Passando alla narrativa, La grande Zelda (2022) di Pier Luigi Razzano non è una biografia, ma un romanzo, in cui la protagonista racconta in prima persona la sua storia: un ritratto che ci svela la sua complessa personalità, la creatività messa in ombra dal successo del celebre marito, le passioni trascurate (il ballo, la scrittura, la pittura). Delle opere (lettere, racconti composti a quattro mani insieme al marito e il romanzo Lasciami l’ultimo valzer) potete trovare ampia scelta nel nostro catalogo. Ricordiamo anche che la “piccola compagnia della magnolia” presenterà, per il 28-29-30 ottobre, uno spettacolo sulla straordinaria figura di Zelda Fitzgerald (Teatro Linguaggicreativi). 
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Per par condicio, avendo parlato di Zelda, non possiamo trascurare il suo augusto consorte citando i Racconti dell’età del jazz, ambientati nei Roaring Twenties, i Ruggenti Anni Venti che, secondo Fernanda Pivano, furono “il decennio di tutte le proteste e di tutte le rivolte, delle utopie più ottimistiche e delle delusioni più spietate”. Di queste undici short stories, che potrebbero essere usate come modello per gli studenti dei corsi di scrittura, ricordiamo Il curioso caso di Benjamin Button, da cui è stato tratto un film; Il diamante grosso come il Ritz, racconto grottesco e simbolico di denuncia sociale; il suggestivo e notturno Tarquinio di Cheapside, da cui stralciamo questo paragrafo:
Non era roba per la ronda: quella notte Satana era in libertà, e a Satana somigliava l’uomo che si intravedeva per primo davanti, calcagno sul cancello, ginocchio sopra la recinzione. Era anche evidente che il nemico si aggirava vicino a casa, o almeno in quella zona di Londra consacrata ai suoi desideri più volgari, perché la via si restringeva come una strada in un quadro e le case si serravano sempre di più le une sulle altre, chiudendosi in un’imboscata naturale adatta al delitto e alla sua teatrale sorella, la morte violenta.
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Piccoli capolavori sono gli inediti pubblicati nel 2017 in Per te morirei: diciotto racconti, presentati ognuno da un breve cappello che ne ripercorre le vicissitudini editoriali. Contengono tutta l’America di Fitzgerald: la guerra civile, l’amata New York, il mondo del cinema e quello dell’editoria (su questo argomento il racconto d’apertura Il «pagherò» è davvero esilarante), l’ambiente dei ricchi qual era – e non è più stato – negli anni Venti e quello dei poveri della Grande Depressione. Il tutto in uno stile unico, incisivo, scattante, con calibratissime, sorprendenti, ironiche metafore. Pura maestria letteraria. 
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Vogliamo ricordare brevemente Gianni Celati, che ci ha lasciato all’inizio di quest’anno: grande scrittore, critico, traduttore (da segnalare la sua versione dell’Ulisse di Joyce, del 2013), professore di Letteratura anglo-americana (tra i suoi allievi Pier Vittorio Tondelli), nonché appassionato viaggiatore (durante il suo lungo soggiorno in Tunisia imparò la lingua araba). Il testo che consigliamo è quello dei Meridiani di Mondadori, Romanzi, cronache e racconti, che offre un ampio spettro dei suoi lavori e una vasta possibilità di scelta. I lettori lombardi (Celati era nato a Sondrio) riconosceranno nel suo stile lento e pacato, nelle descrizioni di paesaggi, nei diari di viaggio il familiare aspetto della pianura padana, come nella raccolta Narratori delle pianure, che spesso riporta storie tramandate oralmente, ammantate di uno stralunato stile fiabesco: si va dalla vicenda del radioamatore di Gallarate che si reca in una sperduta isola della Scozia (L’isola in mezzo all’Atlantico), alla ragazza giapponese del racconto omonimo che non può vivere senza consultare ogni settimana il suo signist o consigliere zodiacale, al barbiere con problemi esistenziali (Vivenza d’un barbiere dopo la morte). Scrittore che sa accontentare tutti i gusti, un vero “classico contemporaneo” secondo la definizione di Marco Belpoliti.
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Facendo un passo indietro nel tempo, un best seller ingiustamente dimenticato è Il verdetto, di Barry Reed (1980), da cui Sidney Lumet ha tratto nel 1982 un favoloso film con Paul Newman, Charlotte Rampling e James Mason. Si tratta di un legal drama (l’autore era egli stesso avvocato), che ricorda altre storie del genere (come quelle raccontate nei film La giuria, Erin Brockovich, Rain man), che descrivono la resistenza folle e disperata di piccoli onesti individui in lotta contro enti potenti (grandi compagnie di assicurazione, grandi studi legali, grandi aziende), armati soltanto della più ostinata cocciutaggine e della forza derivata da un profondo senso di giustizia. Una raccomandazione: fate attenzione, se lo leggete sui mezzi, perché ne sarete così coinvolti da rischiare di mancare la vostra fermata! 
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Agli amanti del pantagruelico investigatore Nero Wolfe proponiamo, nel caso in cui a qualche fortunato fosse sfuggito, Champagne per uno, un giallo spumeggiante per alleggerire lo spirito dei nostri affezionati lettori in questi tempi agitati. Se una donna dalla psiche palesemente fragile, che viaggia con una fiala di cianuro nella borsetta e proclama a gran voce di essere stanca di vivere, muore all’improvviso dopo aver bevuto una coppa di champagne, nessuno si sogna neppure lontanamente di sospettare un omicidio. Nessuno tranne il sagace Archie Goodwin e il suo ‘planisferico’ datore di lavoro. Una lettura d’evasione, ma di eccellente fattura.
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Ancora per gli amanti del giallo classico, è appena stata pubblicata una corposa edizione dei racconti e dei radiodrammi di Ellery Queen a cura di Carlo Lucarelli. Il volume non ha pretesa di esaustività, obiettivo quasi impossibile data la vastità della produzione del dinamico duo di cugini, ma nutre l’ambizione di aver raggiunto il massimo livello di ampiezza possibile (c’è anche un racconto che non era mai stato pubblicato in Italia). Gli unici gialli che si rivolgono direttamente al lettore, per sfidarlo a svelare il mistero, dopo che gli sono stati forniti tutti gli elementi chiave per poterlo dipanare: così faceva anche il mitico Jim Hutton (padre del talentuoso Timothy, che ha interpretato anche Archie Goodwin, forse in competizione con il padre) nella favolosa serie degli anni Settanta.
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bluebigcat · 5 years ago
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Traduzione di Google Translate:
Attacco informatico alla Pilz GmbH & Co. KG
Pilz GmbH & Co. KG è stata vittima di un attacco informatico mirato.
Da domenica 13 ottobre 2019, tutte le workstation server e PC, compresa la rete di comunicazione dell'azienda di automazione, sono state colpite in tutto il mondo. Il sito Web è attualmente solo parzialmente funzionale.
Per precauzione, la società ha rimosso tutti i sistemi informatici dalla rete e bloccato l'accesso alla rete aziendale.
La Procura della Repubblica fu aperta e notificato all'Ufficio federale della sicurezza informatica. Come azione parallela, la società ha istituito un team di crisi per risolvere le interruzioni il più rapidamente possibile e per identificare l'origine dell'attacco. Tuttavia, i disturbi continueranno per qualche giorno in più.
Informazioni aggiornate dal 18.10.2019
Ora possiamo essere contattati via email presso le nostre filiali in tutto il mondo. Gli indirizzi e-mail sono disponibili di seguito.
Informazioni aggiornate dal 17.10.2019
Oggi abbiamo prolungato i nostri tempi di risposta e possiamo essere contattati telefonicamente dalle 7:30 alle 18:00 (CEST) tramite i numeri di telefono elencati di seguito presso la società madre Pilz Ostfildern.
Informazioni aggiornate dal 16.10.2019
La consegna puntuale ai nostri clienti e partner è la nostra massima priorità. Gli ordini sono accettati e prioritari. Tuttavia, al momento non possiamo comunicare automaticamente le date di consegna. Si prega di indirizzare i propri ordini a (omissis)
Una squadra di specialisti ha effettuato un'analisi dell'incidente di sicurezza insieme a esperti forensi esterni in stretta collaborazione con l'Ufficio di polizia penale del Baden-Württemberg da domenica. I dati inviati a noi da partner e clienti non sono stati persi o sottratti da terzi. Al momento, tuttavia, non possiamo escluderlo completamente.
Ci terremo aggiornati quotidianamente sul nostro sito Web e sui canali dei social media.
Attualmente sono disponibili le seguenti opzioni di contatto:
(omissis)
Pilz colpita dall'attacco informatico
La Pilz GmbH & Co. KG soffre di un attacco informatico mirato.
Da domenica 13 ottobre 2019 sono stati interessati tutti i luoghi di lavoro basati su server e computer, inclusa la rete di comunicazione della società di automazione. Il sito Web attualmente funziona solo parzialmente.
Per precauzione, la società ha disconnesso tutti i sistemi informatici da Internet e ha bloccato l'accesso alla rete aziendale.
La procura è stata informata presso l'Ufficio federale della sicurezza delle informazioni. Come azione concorrente, la società ha fatto i conti con i problemi tecnici il più rapidamente possibile e per identificare l'origine dell'attacco. Tuttavia, i problemi tecnici potrebbero durare per i prossimi due giorni.
Informazioni aggiornate dal 18-10-2019
Ora siamo disponibili per te via e-mail nelle nostre filiali in tutto il mondo. Vuoi trovare gli indirizzi e-mail qui sotto.
Informazioni aggiornate dal 17-10-2019
7: 30-18: 00 (CEST) tramite i numeri di telefono elencati di seguito nella sede di Pilz a Ostfildern.
Informazioni aggiornate dal 16-10-2019
La pronta fornitura dei nostri clienti e partner ha la massima priorità. Gli ordini sono accettati e prioritari. Tuttavia, non siamo in grado di fornire automaticamente le date di consegna. Si prega di inviare i vostri ordini a [email protected]
Da domenica, un team di specialisti è stato coinvolto nelle indagini sull'incidente di sicurezza con esperti forensi esterni in collaborazione con l'Ufficio di polizia criminale dello stato del Baden-Württemberg. Nelle mani di terzi. Al momento, tuttavia, non possiamo escluderlo definitivamente.
Vogliamo riferire ogni giorno sulle notizie sul nostro sito Web e sui canali dei social media.
Al momento sono disponibili le seguenti possibilità di contatto:
(omissis)
Fonte: https://www.pilz.com/message.html
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awesomecloudcity · 3 years ago
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Istituto Volta è centro autorizzato EC-COUNCIL: certificazione per le indagini digitali forensi - Agenzia ANSA
Istituto Volta è centro autorizzato EC-COUNCIL: certificazione per le indagini digitali forensi – Agenzia ANSA
#Cloudcity | #ITNews | @SilvioTorre https://www.ansa.it/pressrelease/economia/2021/12/07/istituto-volta-e-centro-autorizzato-ec-council-certificazione-per-le-indagini-digitali-forensi_abed2b4b-1b87-4d44-ab47-1b45aeb7ae04.html Istituto Volta è centro autorizzato EC-COUNCIL: certificazione per le indagini digitali forensi  Agenzia ANSA
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limemagazineeu · 3 years ago
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Regno Unito, donna di 20 anni violentata tra le lapidi di un cimitero: c’è un arresto
Regno Unito, donna di 20 anni violentata tra le lapidi di un cimitero: c’è un arresto
Regno Unito, donna di 20 anni violentata tra le lapidi di un cimitero. La vittima, di circa 20 anni, è stata aggredita nei pressi della Reading Minster of St Mary the Virgin intorno alle 3.35 di domenica. Un uomo di 22 anni di Nottingham è stato arrestato con l’accusa di stupro. Chi stamattina ha visitato la zona ha assistito alle indagini degli espeo.rti di scienze forensi che perquisivano le…
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aneddoticamagazinestuff · 3 years ago
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Scomparsi
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Scomparsi
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La scomparsa di persone non è un fenomeno recente ma, come ben si può comprendere, affonda le sue origini fin dagli albori dell’umanità.
Incontri con animali predatori, operato di assassini e maniaci, tutti casi che, purtroppo, sono sempre capitati e continuano a verificarsi.
Così come vi sono anche persone che, stufe della propria esistenza, decidono di far perdere le proprie tracce e ricostruirsi un futuro altrove, per quanto oggigiorno risulti più difficile, con i vari mezzi di controllo e di verifica delle identità.
Ecco, in questo articolo non intendo occuparmi di questi casi, bensì di tutta una serie di scomparse in cui le forze dell’ordine, gli esperti di indagini forensi, i coroner e i team di ricerca hanno ritenuto che non si potesse ipotizzare, per i motivi che vedremo, di essere di fronte a scomparse “standard” bensì a qualcosa di differente che rifuggiva le spiegazioni più comuni.
Vi sono specifici elementi che caratterizzano una scomparsa “anomala” da una scomparsa potenzialmente provocata da cause comuni (animali, rapitori, assassini).
Questi aspetti emergono dall’attento esame di centinaia e centinaia di casi, tutti accomunati da specificità che portano a inquadrare l’evento all’interno di una tipologia ben definita.
Il primo ad aver notato questi elementi ricorrenti è lo studioso statunitense David Paulides, ex membro della polizia di San Jose in California.
Per consentire di comprendere fin da subito quali siano questi elementi e di individuarli nell’esposizione dei singoli casi, procediamo a un elenco.
1) I cani molecolari dei team di ricerca non riescono a trovare alcuna traccia olfattiva, come se le persone fossero scomparse nel nulla.
2) Le vittime vengono ritrovate in un’area che era stata precedentemente esaminata con accuratezza.
3) Perdita di memoria. Sono rari i casi in cui le persone vengano ritrovate, così come sono ancora più rare le volte in cui vengano ritrovate vive. In questi casi, la gran maggioranza non ricorda come si sia persa e che cosa sia accaduto durante le ore o i giorni in cui era sparita, un vero e proprio missing time.
4) Malfunzionamento di bussole e di altro equipaggiamento. Nel corso delle ricerche di persone scomparse, spesso vengono utilizzati mezzi aerei quali elicotteri o aeroplani per cercare di cogliere tracce di calore all’infrarosso oppure di avere un contatto visivo. Molti sono i casi in cui i piloti hanno lamentato problemi con la bussola, malfunzionamenti, indicazioni errate del nord magnetico. Problemi che, a volte, interessano anche coloro che poi scompariranno, i quali, prima di far perdere le proprie tracce, hanno dichiarato di avere problemi nello stabilire l’orientamento, oppure in casi in cui vi sono gruppi di più persone e una di esse scompare, mentre le altre testimoniano di aver avuto queste problematiche.
5) Zone “calde”. Le si possono definire “zone calde”, oppure “raggruppamenti”: con questa definizione si intende indicare come vi siano aree ben precise in cui i tassi di scomparsa aumentano in maniera impressionante.
6) Riferimenti anomali nella toponomastica. Un alto numero di persone scompare in zone che la toponomastica ha caratterizzato in una precisa maniera negativa, quasi che queste aree fossero storicamente conosciute come luoghi in cui era meglio che i viandanti non si avventurassero, pena l’alta probabilità di non tornare più: ponte del diavolo, montagna delle streghe, Devil’s Peak, Devil’s Den, Satan Hill, ecc., tutte connotazioni che rimandano a voci antiche su cosa avvenisse in quelle specifiche zone.
7) In un alto numero di casi, coloro che vanno a raccogliere frutti di bosco tendono a sparire. Questo aspetto può sembrare ancor più strano di altri e potrebbe persino indurre a sorridere, ritenendolo una mera coincidenza, non fosse che rappresenta un dato comune a molte vicende di persone scomparse mentre erano all’aperto a raccogliere frutti di bosco.
Su questo aspetto torneremo più avanti perché consente un collegamento diretto con storie del folklore e permette di rilevare un filo rosso che si dipana nei secoli.
Vediamo alcuni casi eclatanti:
– Nathan Madsen, 1989, Oregon, Deschutes National Forest
22 ottobre 1989, la famiglia Madsen e alcuni loro amici si trovavano nei pressi del fiume Little Deschutes come ogni anno per effettuare la transumanza del bestiame prima dell’arrivo dell’inverno. Si trattava di un evento importante che coinvolgeva sempre un certo numero di persone.
Erano le 14, quando il piccolo Nathan Madsen, figlio di 9 anni di Jerry Madsen, si affiancò con il proprio pony al padre e gli spiegò che aveva freddo, ragion per cui voleva tornare al campo dove stavano accampati tutti. Jerry acconsentì, dicendo al figlio che poteva tornare indietro, consapevole che avrebbe seguito la stessa strada percorsa all’andata.
Verso sera, Jerry tornò al campo ma sua moglie Sarah disse che Nathan non era mai rientrato. Preoccupatissimo, Jerry percorse in lungo e in largo insieme ad altre persone l’area tra il campo e il punto in cui si erano divisi con Nathan. Le ricerche durarono tutta la notte ma nessuna traccia di Nathan.
Venne subito dato l’allarme e le ricerche videro l’arrivo di riservisti dell’aeronautica, di funzionari dell’ufficio dello sceriffo della contea di Klamath, della Guardia Nazionale dell’Oregon e di numerosi volontari. Le ricerche vennero confinate inizialmente a un’area di 18 km2, per poi essere estese a 90 km2.
“Ora come ora sembra che sia scomparso dalla faccia della terra”, queste le parole dello sceriffo Carl Burkhardt il 26 ottobre.
Tre giorni dopo, il 29, lo sceriffo chiamò il detective Mark Hannigan, esperto di omicidi, per intervistare tutti coloro presenti quel giorno all’accampamento e durante la transumanza.
Nei primi 10 giorni di indagini, oltre 350 persone percorsero la zona alla ricerca di Nathan Madsen. A malincuore, dopo che nessun risultato fosse emerso, lo sceriffo Burkhardt fu costretto a dichiarare che avevano esaurito i posti in cui cercare.
Ciononostante, il padre Jerry continuò la ricerca del figlio, percorrendo le vallate sul suo cavallo alla ricerca di indizi.
Il 19 novembre 1989, un barlume di speranza balenò nell’animo di Jerry. In una vasta radura vicino alle sorgenti del fiume Little Deschutes, Jerry trovò il pony di suo figlio. Era molto dimagrito e privo di sella. Quattro giorni dopo, un signore del posto prestò il proprio elicottero per oltre quattro ore per volare sopra l’area in cui era stato trovato il pony, nella speranza di trovare Nathan. Purtroppo, non venne ritrovato.
Il 30 novembre lo Spokane Review pubblicò un’intervista con il procuratore distrettuale Edwin Caleb il quale dichiarò che la polizia stava trattando la scomparsa di Nathan prendendo in considerazione l’ipotesi che fosse stato commesso un reato. Inizialmente sembrava molto inverosimile che qualcuno che si fosse deciso a rapire Nathan si trovasse lì proprio nel momento in cui il bambino aveva deciso di tornare al campo. Questa ipotesi, però, prese piede nel momento in cui le ricerche condotte in maniera così capillare non avevano portato alcun risultato.
– Michelle Vanek, 2005, Eagle County, Colorado
Michelle Vanek era una donna trentacinquenne sposata, atleta di triathlon in perfette condizioni fisiche.
Nel 2005 un suo amico, Eric Sawyer, era giunto a scalare 35 delle 53 montagne del Colorado di altitudine superiore ai 4.000 metri, tra i quali mancava però l’Holy Cross Mount, alla cui scalata Michelle teneva molto, al punto da avergli chiesto di comunicarle quando volesse scalarlo in modo che anche lei potesse unirsi nell’impresa.
Il 24 settembre i due partirono per la scalata. Entrambi in ottima forma, adusi alle gite montane tecniche, con abbondanti scorte di cibo e d’acqua.
Durante l’ascesa Michelle stava sempre a una ventina di metri dietro Eric. A circa un chilometro dalla cima, Michelle disse a Eric che non ce la faceva a continuare: era stanca, senz’acqua e voleva riposarsi un po’. Eric le propose di tornare insieme all’automobile, ma Michelle rifiutò e gli disse di proseguire lui, indicandogli dove si sarebbero dovuti rivedere dopo.
Erano le 13,30. Eric giunse in cima alle 13,42. C’erano altre persone in cima che scattavano foto e firmavano il registro di coloro che avevano scalato la montagna. Eric stesso scattò alcune foto e si fece fotografare. Chiamò sua moglie e le disse che doveva sbrigarsi per andare a ricongiungersi con Michelle.
Tempo pochi minuti ed Eric era nel punto in cui aveva concordato con Michelle di trovarsi. La donna non c’era. Eric cercò nei dintorni, provò l’imbocco di alcuni sentieri che si dipartivano nelle vicinanze ma non la vide. Incontrando persone che salivano, chiese loro se avessero visto la donna. Nessuno aveva notato Michelle scendere dai sentieri.
Eric continuò allora a dirigersi verso l’automobile e, non vedendola, contattò le autorità.
La ricerca che venne messa in moto per trovare Michelle Vanek è celebre in Colorado per essere stata la più estesa di tutti i tempi. Il team di Vail fu il primo a mettersi in azione, con 700 persone sul campo per cercare la giovane donna. Il team perlustrò la zona palmo a palmo, cercando anche in pertugi dove nemmeno un bambino si sarebbe potuto nascondere.
Tim Cochrane, direttore del team di ricerca di Vail, in un’intervista per il Vail News del primo ottobre dichiarò che “è proprio un mistero dove sia Michelle. È la cosa che più mi sorprende. Abbiamo messo in azione cinque cani da ricerca ma non hanno trovato nulla”.
Venne intervistato il marito, in un’ottica di potenziale sospetto verso Eric Sawyer, ma questi diradò ogni dubbio, dichiarando che Eric era un amico di lunga data e che non avrebbe mai fatto nulla che potesse mettere in pericolo Michelle.
Dov’era scomparsa la donna? Cosa le era successo?
Alcuni testimoni dissero che il 24 settembre avevano visto una figura nei pressi della sommità che poteva essere Michelle. Che cosa intendevano di preciso con l’utilizzo del termine “figura”? Era davvero Michelle?
Il caso rimane insoluto, a dispetto degli ingenti mezzi messi in campo. Non fu trovato nemmeno il cadavere, i bastoncini da camminata, l’equipaggiamento di Michelle: scomparsa dalla faccia della terra.
– Albert Beilhartz, 1938, Rocky Mountain National Park, Colorado
La famiglia Beilhartz aveva lasciato la propria casa a Denver per andare in vacanza un fine settimana nel parco nazionale delle Montagne Rocciose. La meta precisa era un bacino tra due fiumi a un’altitudine di quasi tremila metri.
Era sabato 2 luglio mattina, la famiglia aveva fatto colazione presto e si stava incamminando verso il fiume Roaring in un contesto bucolico formato da pini, ruscelli e aria pura.
Dopo circa mezz’ora di camminata, il padre, William Beilhartz, si rese conto che da alcuni minuti non aveva più visto il figlio Albert. Iniziò immediatamente a chiamarlo a gran voce, ripercorrendo il sentiero all’indietro. La ricerca divenne frenetica dato che non poteva essersi nascosto in molti posti. Non trovandolo, il padre corse al campeggio in cerca di aiuto e per informare il National Park Service.
Di lì a poco, centinaia di volontari e di membri del National Park Service erano giunti sul posto per cercare il piccolo Albert.
Accorsero subito anche alcuni team con cani per seguire le tracce del bambino. I cani parvero percepire una traccia in direzione del fiume, ma non seppero seguirla ulteriormente.
I membri del National Park Service erano dell’idea che il bimbo fosse affogato e ottennero di deviare il fiume Roaring in modo da seccarlo e cercare il cadavere di Albert: non fu mai trovato.
I genitori, al contrario, erano dell’idea che Albert fosse stato rapito e decisero di contattare il FBI.
In una capanna abbandonata nei dintorni fu ritrovato un cerotto che, secondo i genitori, era stato messo ad Albert per alleviare il dolore di una vescica causata dagli stivali nuovi.
Le indagini portarono all’emersione di una testimonianza molto interessante. Il giorno della scomparsa di Albert una giovane coppia stava camminando su una stradina che costeggia il monte Chapin, a 10 chilometri da dove Albert era scomparso. I due stavano riposandosi un attimo su un masso, quando notarono in lontananza un bambino seduto su un ripido lato della montagna. Incuriositi, cercarono di avvicinarsi al punto in cui c’era il bambino ma, una volta giunti sul posto, era scomparso. I due dichiararono che sembrava loro totalmente impossibile che un bambino di quell’età potesse essere giunto così in alto superando simili pendenze da solo, senza l’ausilio di qualcuno.
Quando seppero che proprio quel giorno era scomparso un bimbo, i due contattarono subito le autorità e raccontarono il proprio avvistamento. Le ricerche vennero di conseguenza dirottate verso quest’area, dall’inquietante nome di Devils Nest, il nido dei diavoli. Come mai questa zona ha questo nome?
Di Albert nessuna traccia nemmeno nel Devils Nest, era scomparso per non essere mai più ritrovato.
Steven R. Kubacki, 1978, Holland, Michigan
Il caso in esame si staglia per la stranezza dello svolgimento e dell’epilogo – fortunatamente a lieto fine – che solleva ancor maggiori perplessità rispetto ad altre scomparse.
Steven Kubacki era uno studente del Hope College di Holland, cittadina del Michigan con una vasta casistica di sparizioni anomale nei corso dei decenni, sparizioni che hanno riguardato persino aerei e navi mai più ritrovati nello spazio aereo e nelle acque del lago Michigan proprio in prossimità di Holland.
Il 19 febbraio 1978 Steven disse ai suoi compagni di stanza che sarebbe andato a fare sci di fondo a Saugatuck, lungo il lago Michigan.
Dal momento che il giovane non fece più ritorno quella sera, i suoi amici contattarono la polizia.
Le ricerche furono estese e approfondite: team di ricerca a terra, cani, elicotteri, ma a nulla valsero per ritrovarlo.
Un articolo del 7 maggio riportò il ritrovamento degli sci e delle bacchette del ragazzo proprio sulla superficie ghiacciata del lago, con tanto di impronte che si dipanavano per circa 200 metri per poi scomparire all’improvviso. Come ben si può comprendere, la polizia giustamente ipotizzò che il ghiaccio si fosse spaccato e il ragazzo fosse affogato nelle gelide acque lacustri.
I mesi passavano e ormai tutti avevano perso le speranze di rivedere Steven, ma il futuro aveva in serbo una svolta impressionante e ancor più inquietante di quanto non sarebbe potuto essere il ritrovamento del cadavere del ragazzo.
Il 5 maggio dell’anno successivo, 14 mesi dopo, Steven Kubacki ricomparve. Come riportato in un articolo del quotidiano The Independent, il ragazzo disse di essersi svegliato di notte a 40 miglia dalla casa di suo padre (e a ben 700 da dove era scomparso). Ricordava di essere sulla superficie del lago e di avere freddo, poi non ricordava più nulla fino al suo risveglio, 14 mesi dopo, nel mezzo di un prato a Pittsfield, con indosso vestiti che non erano suoi, uno zaino e delle mappe. Non sapeva che giorno fosse fin quando non comprò un giornale in città, rimanendo esterrefatto per il tempo trascorso di cui non riusciva a dare contezza.
La polizia indagò anche nella direzione di una possibile scomparsa pilotata, vale a dire l’ipotesi che il ragazzo fosse fuggito volontariamente e stesse raccontando una menzogna, ma non emerse alcun elemento che facesse pensare che fosse stato altrove in quei 14 mesi di “buco”.
Ogni indizio spingeva nella direzione della genuinità della sua sorprendente testimonianza. Cosa era successo al ragazzo? Dove era stato in quei mesi di cui non ricordava nulla?
Carl Disch, 1965, Antartide
Carl Disch era un ragazzo americano del Wisconsin. Nel 1964, a 25 anni, fu assunto dai Boulder Laboratories, con sede in Colorado, e accettò di andare alla stazione antartica Byrd, dove arrivò il 9 febbraio dell’anno successivo.
Il 2 maggio Carl telefonò alla sua famiglia e comunicò che andava tutto bene.
L’8 maggio Carl sparì. Aveva lasciato la stazione radio alle 9,15, chiamando il campo base per dire che stava tornando indietro. Il tragitto era di circa 2 chilometri e c’erano dei segnali a terra da seguire per non perdersi. Era vestito di tutto punto, con indumenti adatti al freddo. Alle 10 non era ancora tornato, per cui due colleghi andarono a cercarlo, senza trovarlo. Alle 11,30 i due tornarono alla base per chiedere l’aiuto di altri colleghi, ma anche questa ricerca risultò vana.
Alle 18 le ricerche continuavano senza sosta, ricoprendo un’area moto ampia. Finalmente furono ritrovate delle tracce che però scomparivano all’improvviso, non consentendo di capire dove fosse potuto andare Carl. Stando ai resoconti dei colleghi, l’ampiezza del passo visibile nelle impronte non denotava una diminuzione della falcata, il che lasciava sbalorditi, dovendosi ipotizzare che avesse percorso oltre sei chilometri a meno trenta gradi con venti molto forti senza diminuire mai l’andatura.
Le ricerche continuarono fino al 12 maggio, senza esito.
Alcuni colleghi videro delle luci anomale in cielo e udirono dei rumori di motori in lontananza, senza capirne l’origine.
Secondo voci non confermate, Carl sarebbe scomparso volontariamente. Questa ipotesi presenta parecchie problematiche: che senso avrebbe sparire in Antartide, con le difficoltà climatiche del luogo? Non sarebbe stato molto più facile far perdere le proprie tracce negli Stati Uniti? Se davvero Carl avesse voluto cambiare vita e simulare la scomparsa, dove avrebbe potuto trovare rifugio in una simile tormenta? Da quella zona, inoltre, dove sarebbe andato a piedi? Morte certa lo avrebbe atteso. Inoltre, i cani non sono riusciti a trovare le sue tracce, né hanno trovato un eventuale cadavere, il che lascia presumere che né sia scomparso volontariamente, né sia morto assiderato nei dintorni.
Gary Tweddle, 2013, Leura, Australia
Gary Tweddle era nato in Inghilterra a Cremorne per poi trasferirsi a Reading. Suo padre era un ufficiale nell’esercito britannico ed era andato spesso con il figlio a fare escursioni sulle montagne più impervie di Scozia e Galles. Nel 2005 la famiglia si trasferì nei pressi di Sydney, in Australia.
Gary era in ottime condizioni atletiche e lavorava per Oracle come rappresentante.
La sera del 16 luglio 2013 Gary e altri membri di Oracle andarono a cena nella cittadina di Leura in un ristorante rinomato. Il gruppo trascorse una piacevole serata e ritornò in taxi in hotel. A un certo punto, nel filmato della videocamera dell’hotel, si vede Gary lasciare l’albergo mentre parla al cellulare.
Poco dopo il ragazzo chiamò i suoi amici per dire che si era perso. Al telefono apparve inizialmente abbastanza calmo, per quanto preoccupato di non sapere dove si trovasse. Disse che stava avvicinandosi verso una “luce sulla collina”. Dopo 17 minuti di conversazione Gary chiuse la chiamata perché non voleva che si scaricasse la batteria del cellulare.
Secondo un amico, dal rumore che si percepiva nel corso della telefonata si poteva ipotizzare che stesse correndo nella boscaglia.
Dopo quella chiamata il nulla, Gary non si fece più sentire, era scomparso.
Gli amici contattarono subito le autorità e venne dato il via alle ricerche. Team a terra, elicotteri, cani, giorni e giorni di perlustrazioni in lungo e in largo ma niente, di Gary nemmeno l’ombra.
Un articolo del Telegraph del 7 settembre riportò quanto videro un giorno alcuni piloti di elicottero: stavano procedendo in cerchio per scandagliare il terreno quando l’attenzione venne attratta da un riflesso di luce sul ramo di un albero. Guardando meglio, non credettero ai loro occhi: il corpo di un uomo, a faccia in giù dalla cima di un albero, con jeans scuri e brandelli di t-shirt sul torso nudo.
Si trattava proprio di Gary Tweddle.
Nessuno capì come fosse potuto perdersi e come fosse finito sull’albero in quella postura di caduta dall’alto, un mistero totalmente inspiegabile.
– Micheal Steffan e Edwin Adams, 1910, Pennsylvania
16 aprile 1910, Ludlow, Pennsylvania. Michael Steffen, bambino di 7 anni, saluta sua madre dicendole che sta andando a pescare con il suo amico George Ankovitch, di nove anni. I due prendono la canna da pesca ed escono. Trascorrono la mattinata camminando verso il torrente Windfall. George raccontò che si trovava pochi metri davanti a Michael quando, girandosi, non lo vide più. Lo cercò nei dintorni e, non trovandolo, tornò a casa per vedere se fosse rientrato per qualche motivo. Non era lì, né sarebbe ritornato dopo cena.
Proprio in quelle ore, a 18 miglia di distanza, gli Adams stavano disperatamente cercando il loro figlio Edwin, di nove anni. Il bambino era andato a giocare nei boschi con alcuni amici quando furono tutti spaventati da uno “strano uomo” (così lo descrissero ai giornali) e scapparono a casa. Tutti tranne Edwin, le cui tracce si persero senza spiegazione. Subito partirono le ricerche, con oltre 300 persone e alcuni segugi a setacciare l’area palmo a palmo. Il giorno seguente si aggiunsero 50 colleghi del padre, dipendente presso la United Natural Gas.
Nulla, Edwin era scomparso.
La voce si sparse e le comunità locali erano stupite di quanto fosse accaduto, temendo una mano comune dietro ai due tragici eventi. Correva voce potesse essersi trattato di un misterioso rapitore, ma non vi erano indizi precisi e concordanti in tal senso.
Da New York arrivarono altri team di ricerca, portando a mille il numero di persone impegnate in maniera indefessa.
Fu contattata anche una chiaroveggente che non fu in grado di localizzare nessuno dei due bambini. Con riferimento a Edwin, la signora disse che il bambino era vivo ma in mano a “stranieri”… che stranieri? Chi mai si aggirerebbe a 150 chilometri da Pittsburgh in mezzo al nulla più assoluto per rapire bambini?
Le comunità locali si rinsaldarono ancor più e ancor più persone si misero a cercare i due bambini. La polizia di Stato della Pennsylvania inviò 50 uomini a cavallo esperti nel trovare tracce, ma fu tutto senza esito.
Cos’era accaduto? Chi era l’uomo strano di cui al racconto dei bambini? In cosa era strano?
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technewssocial · 1 year ago
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Cos'è l'intelligenza artificiale. Con Gabriele Gobbo e Michele Laurelli - 182
Nella nuova puntata di FvgTech, Gabriele Gobbo ci guida nel misterioso e affascinante mondo delle analisi forensi digitali. Un settore che, per molti, evoca scene alla CSI, ma che nella realtà vede spesso i suoi esperti lavorare più sui bit che sui chip. Il viaggio nel cuore delle indagini digitali non si ferma alla superficie: esploreremo le varie sfaccettature, dalla decodifica dei dati al…
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avv-alessandrofilippi · 5 years ago
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Convegno di ieri sulle Indagini Forensi e Informatica Forense. Un grazie al prof. Gammarota, al dott. Rubin, all’ing. Di Bernardo per gli ottimi speech. • #indaginiforesi #segretoindustriale #convegni #aiga #aigavenezia #formazione #eventi #avvocati #informaticaforense #speech (presso Venice, Italy) https://www.instagram.com/p/BzAinzoCGnP/?igshid=mz90f752geoy
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Caso Madeleine McCann: ripartono le indagini in Portogallo a seguito di una recente soffiata
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Caso Madeleine McCann: ripartono le indagini in Portogallo a seguito di una recente soffiata "Non ci arrenderemo mai". Queste sono state le parole pronunciate all'inizio di questo mese dai genitori di Madeleine McCann, scomparsa da bambina senza lasciare traccia mentre era in vacanza in Portogallo nel 2007. Madeleine era a pochi giorni dal festeggiare il suo quarto compleanno quando è scomparsa durante una vacanza con la famiglia nella località turistica portoghese di Praia da Luz il 3 maggio 2007. Il viaggio era iniziato bene con la famiglia che si godeva l'aria fresca e il sole durante il loro soggiorno presso il resort Ocean Club nella regione dell'Algarve. Ma cinque giorni dopo la fuga, la tragedia ha colpito. Quella fatidica sera, Kate e Gerry McCann misero a letto Madeleine e i suoi fratelli gemelli più piccoli, Sean e Amelie, prima di andare a cena con gli amici in un ristorante di tapas in loco a breve distanza. Il gruppo aveva ideato un sistema per controllare tutti i bambini ogni mezz'ora. Kate McCann ha dato l'allarme verso le 10 di sera quando è andata a fare il suo giro di check-in solo per scoprire le persiane della stanza dei suoi figli aperte e il letto di Madeleine vuoto. "Tutto quello che posso dire è che mi sentivo così al sicuro, sai. È un resort per famiglie, per famiglie", ha detto in seguito la madre di Madeleine. La polizia è stata chiamata e nelle ore successive si sono uniti ai genitori , ai loro amici e al personale del complesso nella ricerca. Nei giorni e nei mesi successivi, centinaia di agenti di polizia supportati da volontari hanno perlustrato l'area circostante, senza fortuna. La scomparsa ha immediatamente suscitato l'interesse globale, sostenuta da un'enorme campagna pubblicitaria lanciata dai McCann. Una grande ricompensa è stata offerta per informazioni su dove si trovi Madeleine, compresi i contributi dell'autrice di "Harry Potter" J.K. Rowling, del giudice di "America's Got Talent" Simon Cowell e del CEO miliardario Richard Branson. Appelli per aiutare a rintracciare la ragazza scomparsa sono stati lanciati anche da calciatori superstar tra cui David Beckham e Cristiano Ronaldo. I McCann viaggiarono molto per pubblicizzare la ricerca della loro figlia e incontrarono persino l'allora Papa Benedetto XVI a Roma per chiedergli di pregare per il ritorno sicuro di Madeleine. Meno di due settimane dopo l'inizio delle indagini, il 14 maggio, la polizia portoghese ha nominato Robert Murat, un uomo britannico che vive in Portogallo, come "arguido", o sospetto ufficiale nel caso. Murat negò le accuse e mantenne la sua innocenza. Lo status di sospetto è stato successivamente ritirato e nessuna accusa è mai stata presentata. La pressione è rapidamente aumentata sulla polizia locale per la loro gestione del caso tra i riflettori dei media globali che erano scesi sulla città di mare un tempo sonnolenta. Sono state sollevate domande sulla loro condotta operativa la notte in cui Madeleine è scomparsa con il capo della polizia portoghese a giugno, ammettendo che gli indizi forensi potrebbero essere stati distrutti poiché la scena dell'appartamento non era protetta in modo sicuro. A settembre, la polizia portoghese ha anche designato lo status di "arguido" su Kate e Gerry McCann come sospetti nella scomparsa della figlia. Il quotidiano Sunday Mirror ha citato Kate McCann all'epoca dicendo che la polizia portoghese stava cercando di farle confessare falsamente che Madeleine è morta in un incidente e che la coppia è stata presa dal panico e si è disfatta del corpo. La coppia negò con veemenza qualsiasi illecito o coinvolgimento nella scomparsa di Madeleine. Gerry McCann ha detto in un'intervista televisiva spagnola in ottobre che era "fiducioso" che la coppia sarebbe stata "eliminata" dalle indagini. "Sono fiducioso di questo, perché non abbiamo fatto nulla". Nel marzo 2008, i McCann hanno accettato 1,1 milioni di dollari in danni per diffamazione e scuse in prima pagina dai giornali londinesi Daily Express e Daily Star per le storie che sostenevano che i genitori fossero coinvolti nella scomparsa o nella morte della loro figlia. Il denaro doveva andare al Madeleine's Fund, una società senza scopo di lucro creata per trovare la ragazza e consegnare alla giustizia chiunque avesse avuto un ruolo nella sua scomparsa. Quattro mesi dopo, nel luglio 2008, il procuratore generale portoghese ha concluso l'indagine sulla scomparsa di Madeleine. Un portavoce dell'ufficio del procuratore portoghese ha detto alla CNN che l'indagine di 14 mesi non ha scoperto alcuna prova di un crimine da parte delle tre persone una volta nominate come sospetti ufficiali: i McCann o Murat. Con il caso effettivamente chiuso, la polizia ha consegnato il suo fascicolo – contenente fino a 30.000 pagine – ad avvocati e investigatori privati che lavorano per la famiglia di Madeleine che hanno promesso di continuare. Kate McCann ha detto che non lasceranno "nulla di intentato" mentre continuavano la loro caccia privata e che credeva che essere stato nominato sospetto dalla polizia portoghese avesse un effetto devastante sul caso. Un mese dopo, un portavoce dei McCann ha detto che la coppia credeva ancora che la loro figlia fosse viva, in parte a seguito della revisione dei file della polizia portoghese che non rivelavano alcuna prova che fosse stata uccisa. I file hanno anche mostrato che uno scienziato forense britannico ha detto che era impossibile concludere se un campione di DNA dall'auto a noleggio della famiglia in Portogallo provenisse da Madeleine, ha detto il portavoce della famiglia. "Devi chiederti cosa stava cercando di ottenere la polizia presentando prove che non avevano, e chiaramente non potevano affermare di avere", ha detto il portavoce alla BBC all'epoca. Nel maggio 2009, i McCann sono apparsi al "The Oprah Winfrey Show" e hanno svelato un'immagine digitale migliorata che mostra come potrebbe apparire la loro figlia all'età di 6 anni. Kate McCann ha detto durante l'apparizione che aveva tenuto la stanza di Madeleine pronta per lei e visitata ogni giorno, "solo (per) dire ciao ... solo (per) dirle che stiamo ancora andando ... di fare tutto il possibile per trovarla". Due anni dopo, i McCann pubblicarono il loro resoconto della scomparsa della figlia intitolato semplicemente "Madeleine". Hanno espresso la speranza che il libro avrebbe spinto altri a farsi avanti con informazioni e che eventuali profitti sarebbero stati diretti a promuovere l'indagine. Nel frattempo, la polizia metropolitana di Londra ha formato una revisione investigativa, volta a esaminare i dettagli del caso. Dopo una revisione durata un anno, la forza ha rilasciato una nuova immagine generata al computer della ragazza che mostra come potrebbe apparire Madeleine all'età di 9 anni. "Come risultato delle prove scoperte durante la revisione, ora credono che ci sia la possibilità che Madeleine sia ancora viva e stanno facendo appello a chiunque sia in grado di fornire informazioni dirette su dove si trovi per contattare la squadra", ha detto la polizia in una dichiarazione. La speranza è stata rinnovata per la famiglia nell'ottobre 2013, quando la polizia britannica ha rilasciato nuovi schizzi di potenziali sospetti nel caso. Un appello al programma televisivo della BBC "Crimewatch" ha portato a più di 1.000 chiamate da parte del pubblico, con due chiamate che nominavano lo stesso sospetto. Nello stesso mese, la polizia portoghese ha detto che avrebbe riaperto il caso. La polizia nel Regno Unito e in Portogallo lavorerà insieme alle loro indagini in parallelo per perseguire nuove piste. Nel gennaio 2014, le autorità portoghesi hanno ricevuto una lettera dai pubblici ministeri britannici che chiedevano di interrogare le persone in relazione alla scomparsa del 2007. Gli investigatori britannici sono volati via poco dopo, ma non sono stati effettuati arresti. Tra la rinnovata spinta per le risposte, a marzo è emerso che gli agenti stavano cercando un uomo che ha aggredito altre cinque giovani ragazze britanniche in vacanza in Portogallo mentre indagava su 12 crimini potenzialmente collegati nei resort vicino a dove Madeleine è scomparsa. Sembravano esserci pochi progressi negli anni successivi. Nel settembre 2015, l'indagine della polizia britannica – nota come Operazione Grange – è costata più di 10 milioni di sterline (12,4 milioni di dollari) da quando è iniziata nel 2011. Giugno 2020 ha visto un importante passo avanti nel caso quando le autorità britanniche e tedesche hanno annunciato che stavano indagando su un uomo tedesco di 43 anni in relazione alla scomparsa di Madeleine. In seguito è stato nominato dai media tedeschi come "Christian B". Le autorità britanniche hanno descritto lo sviluppo come una "nuova significativa linea di indagine". Il sospetto – che aveva vissuto nella regione portoghese dell'Algarve tra il 1995 e il 2007 e aveva vissuto in una casa a Praia de Luz – era uno stupratore condannato e pedofilo che attualmente sta scontando una pena detentiva per lo stupro di una donna di 72 anni in Portogallo. In un'intervista alla CNN nelle settimane successive, il procuratore tedesco Hans Christian Wolters ha detto di avere "scoperte" che dimostrano che il nuovo sospetto aveva ucciso McCann, ma non prove sufficienti per portare il caso in tribunale. In risposta ai nuovi sviluppi, i McCann hanno ringraziato le due forze di polizia per i loro continui sforzi nel localizzare la figlia. "Tutto quello che abbiamo sempre voluto è trovarla, scoprire la verità e consegnare i responsabili alla giustizia", hanno detto. "Non rinunceremo mai alla speranza di trovare Madeleine viva, ma qualunque sia il risultato, dobbiamo saperlo perché dobbiamo trovare la pace". A luglio, le autorità portoghesi hanno condotto ricerche di tre pozzi relativi all'indagine, ma una fonte delle forze dell'ordine locali ha detto che non sono state scoperte nuove informazioni. Nell'aprile 2022, funzionari portoghesi e tedeschi hanno designato il nuovo sospetto, ora identificato come Christian Brückner, come sospetto ufficiale. È stata la prima volta che i pubblici ministeri portoghesi hanno identificato un sospetto formale nel caso da quando Kate e Gerry McCann sono stati assolti. Il mese successivo, Wolters ribadì la sua posizione di essere "sicuro" che Brückner avesse ucciso Madeleine. Il 22 maggio 2023, le autorità tedesche hanno detto alla polizia della CNN che ci sarebbe stata una nuova ricerca in Portogallo sulla base di una recente soffiata. L'operazione è iniziata il giorno seguente sul bacino di Arade vicino alla città portoghese di Silves, a circa 50 chilometri da Praia da Luz. I sommozzatori della polizia e i motoscafi sono stati visti sul sito e dovrebbero essere lì per circa due giorni, secondo l'affiliata della CNN CNN Portugal. Le autorità hanno detto che sono stati condotti scavi che hanno scoperto materiale che sarebbe stato inviato per l'analisi, senza fornire dettagli su ciò che è stato trovato. Le acque erano state precedentemente controllate nel 2008, ma hanno rivelato poco valore. La polizia stava cercando prove a sostegno di un'accusa ufficiale contro Brückner nel caso McCann, ha riferito la CNN Portugal. Fonti hanno detto all'affiliata della CNN che l'attenzione questa volta non era sott'acqua, e anche se alcune immersioni potrebbero aver luogo, l'indagine in superficie era la priorità. La ricerca è stata ordinata dopo che le immagini del serbatoio sono state trovate sul computer di Brückner, una fonte della polizia in Germania ha detto alla CNN Portugal. A quanto pare Brückner trascorse molto tempo nello specchio d'acqua mentre risiedeva nel paese, riferendosi ad esso come "paradiso". La nuova pista seguita dagli inquirenti si concentra sugli spostamenti di Brückner . La notte del presunto rapimento di Maddie, infatti, l'uomo si sarebbe trovato proprio nei pressi del luogo della scomparsa. Ad addensare i sospetti nei suoi confronti sono le "tracce" lasciate dal suo cellulare.  All'inizio di maggio, la famiglia McCann ha celebrato il 16 ° anniversario della scomparsa di Madeleine. I suoi genitori hanno detto in una dichiarazione  che "le indagini della polizia continuano e attendiamo una svolta".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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storiearcheostorie · 8 years ago
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Ritratto di Andrea Palladio dalla serie degli uomini illustri di Bernardino India (fine XVI sec.) olio su tavola collezione privata
Tutto iniziò nel 1570, quando a Venezia uscì la prima edizione dei “Quattro Libri dell’Architettura” di Andrea Palladio. Consuetudine dell’epoca voleva, infatti, che gli autori dei trattati inserissero tra le pagine il loro “ritratto ufficiale” per eternarsi insieme alla propria opera. Ma Palladio omise di farlo, e da allora intellettuali e curiosi non hanno mai cessato di interrogarsi su quali fossero le fattezze di quello che secondo molti è il più celebre architetto di ogni tempo. Palladio divenne l'”uomo dai mille volti”: gli inglesi nel 1716 lo hanno proposto giovane e senza barba, oppure sbarbato ma con i baffi; i vicentini invece nel 1733 hanno replicato con un Palladio più anziano e calvo.  Ma adesso il “mistero” sembra risolto grazie a un team di esperti: la Polizia Scientifica, gli storici dell’arte del Palladio Museum e i tecnici della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza hanno restituito all’artista un volto. Le cui fattezze sono svelate dalla mostra “Andrea Palladio. Il mistero del volto”, aperta al Palladio Museum di Vicenza fino al 18 giugno.
Gli studiosi hanno individuato dodici ritratti ritenuti di Palladio, sparsi in due continenti. Due provengono da Londra (RIBA Collections e Royal Collection at Kensington Palace), uno da Copenaghen (Statens Museum), quattro da Vicenza (villa Rotonda, villa Valmarana, teatro Olimpico, villa Caldogno), uno da Notre Dame, Indiana (Snite Museum of Art), uno da una collezione privata a Mosca, uno da Praga (Národní Muzeum), uno da un’asta di Christie’s a New York e un ultimo da un antique shop nel New Jersey. Sono tutti autentici? E l’uomo ritratto è sempre Palladio? Specialisti in diversi campi hanno lavorato insieme per rispondere a queste domande. Mentre gli storici del Palladio Museum hanno fatto ricerche in archivio e biblioteca, i tecnici della Soprintendenza hanno indagato gli aspetti materiali dei dipinti nel proprio laboratorio di restauro di Verona e la Polizia Scientifica ha confrontato fra loro i volti con i metodi della comparazione fisionomica.
“Il Palladio Museum e la Soprintendenza di Verona – racconta Guido Beltramini, curatore della mostra – hanno chiesto aiuto al Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato per scrivere finalmente la parola fine su quasi trecento anni di dispute sul volto di Palladio: da quando cioè gli inglesi nel 1716 si sono “inventati” un falso Palladio dipinto da Paolo Veronese. E’ stato un affascinante incontro fra scienze forensi e storia dell’arte, dove ognuno ha cercato di dare il meglio di sé.”
Immagini tratte dal video Andrea Palladio. Il mistero del volto indagini a cura di Polizia di Stato Servizio Polizia Scientifica Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio / Palladio Museum
Fabrizio Magani precisa “L’esperienza di studio e ricerca ha sorpreso per le potenzialità tecniche messe in gioco, dimostrando come la semplicità di un tema espositivo possa promuovere pratiche complementari e risultati tutti nuovi”.
“Il mestiere dell’investigatore della Polizia Scientifica ben si sposa con la perizia dell’esperto d’arte, entrambi attenti al metodo scientifico e ai dettagli.” – a parlare è il Prefetto Vittorio Rizzi, direttore del settore anticrimine della Polizia di Stato – “Attraverso la tecnica del confronto dei volti, comunemente utilizzata per identificare gli autori dei crimini più violenti, e quella dell’age progression, normalmente usata per la ricerca delle persone scomparse e dei latitanti, abbiamo confermato i risultati della ricerca storica, risolvendo uno dei cold case più antichi”.
L’allestimento della mostra, progettato da Alessandro Scandurra, restituisce efficacemente l’atmosfera di una detective-story: accanto ad ogni dipinto il visitatore trova dei tavoli luminosi in cui sono presentati i “reperti” dell’indagine: radiografie dei quadri, sezioni stratigrafiche che evidenziano la successione delle pellicole pittoriche, antiche fotografie, documenti. È così possibile verificare le ipotesi proposte in mostra e ritrovare il “proprio” Palladio.
Informazioni Palladio Museum contra’ Porti 11, Vicenza Sito: www.palladiomuseum.org Twitter / Facebook / Instagram: PalladioMuseum [email protected] Tel. +39 0444 323014
#ENIGMI / Svelato finalmente il "mistero" del volto di Andrea #Palladio? #mostre Tutto iniziò nel 1570, quando a Venezia uscì la prima edizione dei "Quattro Libri dell’Architettura" di Andrea Palladio.
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fminvestigazioniaziendali · 4 years ago
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I servizi dell’Agenzia FM-Investigazioni
Investigazioni private
Oggi analizzeremo l’attività di indagine in ambito privato. Questa è volta alla ricerca ed alla individuazione di informazioni richieste dal privato cittadino (eventualmente per la tutela di un diritto in sede giudiziaria) che possono riguardare, tra l'altro, l'ambito familiare, matrimoniale, patrimoniale e la ricerca di persone scomparse. Per eliminare ogni dubbio o sospetto sulla condotta del coniuge, dei figli o comunque di coloro che vivono a stretto contatto con voi, l’Agenzia FM - Investigazioni redigerà una relazione investigativa da consegnare al cliente alla fine dell’incarico nella forma di un rapporto scritto correlato da foto, filmati e qualsiasi altro accertamento inerente il caso. La documentazione probatoria fornita, legalmente riconosciuta, sarà utilizzabile a Vostra discrezione in sede giudiziaria in cause di separazione tra coniugi, divorzio, affidamento dei figli, decisione o revisione delle condizioni economiche di separazione, controversie familiari di varia origine e natura, procedimenti a seguito di minacce o lettere anonime.
I servizi di investigazioni che offriamo ai privati:
Infedeltà coniugale e tradimento;
Calcolo o revisione dell’assegno di mantenimento;
Assegno di mantenimento in favore del coniuge;
Assegno di mantenimento in favore dei figli;
Affidamento esclusivo minori;
Indagini prematrimoniali;
Accertamenti in merito all’asse ereditario;
Controversie civilistiche;
Indagini per recupero crediti.
L’Agenzia FM – Investigazioni garantisce una consulenza preliminare gratuita ed assoluta riservatezza, sia nel caso di accettazione che di non affidamento dell’incarico investigativo. Maggiori dettagli sui servizi sono reperibili sul sito web: www.francomalatesta.it. Se desiderate richiedere un preventivo per i nostri servizi, contattateci all’indirizzo e-mail: [email protected] oppure compilate il modulo sul medesimo sito.
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