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Sanità locale a Tortona: Assemblea pubblica del 25 ottobre 2024 per affrontare le criticità del sistema
Liste d'attesa, povertà sanitaria e soluzioni per il miglioramento della sanità locale al centro del dibattito.
Liste d’attesa, povertà sanitaria e soluzioni per il miglioramento della sanità locale al centro del dibattito. Il 25 ottobre 2024, presso la Camera del Lavoro di Tortona, si terrà un’importante assemblea pubblica dedicata alle questioni critiche del sistema sanitario locale. In particolare, il dibattito si concentrerà su temi urgenti come le liste d’attesa e la crescente povertà sanitaria,…
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Gli argomenti della Circolare di Aggiornamento Mensile per i Clienti dello Studio
Gli argomenti della Circolare di Aggiornamento Mensile per i Clienti dello Studio
Prossimo il consueto invio della Circolare di Aggiornamento Mensile per i Clienti dello Studio. Questo mese IN 15 PAGINE approfondimenti tematici su: NOTIZIARIO IN BREVE APPROFONDIMENTO “IMPRESA” BONUS PUBBLICITA’ – ENTRO IL 9 FEBBRAIO 2023 L’INVIO DELLA DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA COSTI CHILOMETRICI – LE NUOVE TARIFFE ACI 2023 CONSUMI DI ENERGIA E GAS – MAGGIORI CREDITI PER IL PRIMO TRIMESTRE…
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Circa vent’anni fa difendere la proprietà privata, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, parlare di controllo dell’immigrazione, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, che le scelte sessuali dei singoli non toccassero i bambini, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, il rispetto dell’ambiente unito indissolubilmente alla tutela del lavoro, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, chiedere controlli rispetto a derive estremiste nei luoghi di preghiera islamici, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, parlare di sovranità nazionale rispetto all’Europa, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Non c’è nessun ritorno al fascismo, non c’è nessun nuovo estremismo. C’è una minoranza, organizzata, ben finanziata, padrona quasi totale della narrazione e capace di attirare sempre nuovi adepti, aggregandoli su tematiche specifiche, che ha deciso di attaccare i diritti e il libero pensiero del resto della popolazione.
La politica si basa sulla trattativa, su tavoli di confronto, o perlomeno questo ci è sempre stato detto, ma non vi può essere confronto con chi ti ritiene impresentabile a prescindere, perché il passo successivo è il non diritto alla rappresentanza.
Inutile discutere con un nemico che mira a ledere i tuoi diritti fondamentali. E lo dichiara esplicitamente.
Alex Bazzaro
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CARI AMICI UOMINI
Dopo avere letto una pletora di articoli di giornale polemichetti e frignosetti sull'argomento, mi permetto, in quanto tesserato da 50 anni presso il Patriarcato, di raccontarvi come andrà a finire.
Intanto due o tre considerazioni sulle donne.
Le donne non devono essere 'conquistate'... Le donne hanno voglia di trombare tanto quanto voi, quindi se non le state trombando significa che non vi vogliono trombare. Punto.
Non dovete convincerle, non le dovete ammansire o ammaliare, non stanno facendo 'le difficili'... non vi vogliono trombare per una serie di motivi che voi non capite o che magari non hanno voglia di spiegarvi, anche perché magari ci sono donne stronze (o stanche o a cui girano i coglioni per fatti loro) che non hanno voglia di dare spiegazioni.
Non vi hanno fatto perdere tempo facendovela annusare.
Magari è successo l'esatto contrario, perché loro si aspettavano un uomo più interessante, perdendo così tempo prezioso nel credervi migliori di quanto non siate poi risultati.
Nessuno deve niente a nessuna. E viceversa.
Impacchettate le vostre palle blu e segatevi a casa. Ri-punto.
Ho incontrato parecchi omuncoli tambleri con le palle e l'orgoglio feriti che, frignanti per le aspettative tradite, sentivano di dover in qualche modo pareggiare i conti...
Mi piacerebbe insultarvi in modo colorito e fantasioso ma credo che il vostro specchio ogni mattina stia facendo un lavoro migliore del mio.
E vi svelo un segreto, a voi che vi sentite demascolinizzati da tutte queste donne disinibite, rompicoglioni e pretestuose con le loro lotte femministe.
Le donne sono disinibite?
Scopatevi una bambola gonfiabile ascoltando in loop l'mp3 di vostra mamma che vi dice che voi valete.
Le donne sono pretestuose e rompicoglioni con le loro lotte?
Credo che 10.000 anni di patriarcato abbia conferito loro questo diritto e se a volte alcune polemiche possono sembrare davvero pretestuosamente costruite, pazienza... ci sta che per i primi tempi qualcha uomo possa pagare le colpe dei propri padri, dei propri nonni, dei propri bisnonni, di tutti i parenti defunti dal principio alla fine sino ad arrivare a quel coglione di Agamennone. Si difenderà e sarà riabilitato, lusso poco concesso all'altro 50% dell'umanità.
Se la vostra virilità è così fragile da sentirsi minacciata dalla normalità, allora si merita di essere distrutta senza rimorso alcuno.
Prima ci fate pace con questa consapevolezza, prima smetterete di lagnarvi e accetterete questa nuova normalità, più giusta perché restituisce allle donne il diritto negato da sempre di sentirsi intere.
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Il liberalismo, unica ideologia dogmatica rimasta, rivela la sua essenza proprio nella gestione del fenomeno migratorio. Ma andiamo per gradi e dall’inizio: il liberalismo nasce come ideologia borghese e mercantile per tutelare gli interessi della nascente borghesia compradora che liberatasi di Trono e Altare, trova la sua legittimazione culturale e politica nell’utilitarismo di Locke, Hume e altri , basandosi soprattutto sulle teorie di Hobbes dove l’assetto sociale e statuale è determinato dal ” contratto sociale ” tra i componenti e in quelle di Montesquieu sulla divisione dei poteri , dove prevale però chi detiene i mezzi economici.
Il liberalismo infatti concepisce solo diritti del tutto ” astratti” e non collegati in alcun modo alla concretezza materiale tranne quello alla proprietà privata ( anche questo soggetto alle differenze di censo) e alla libera impresa. Ad esempio il CD diritto al lavoro e’ il classico esempio di diritto che in realtà è esercitabile a condizione che la dinamica domanda/ offerta corrisponda alle necessità del ” mercato del lavoro ” ergo alle necessità del Capitale, altrimenti è un diritto inesigibile da parte del titolare del diritto stesso. Potremmo citare altri esempi di diritti totalmente svincolati dalla realtà e dalla dinamica materiale ( libertà di espressione, alla salute, alla sicurezza…) ed è proprio per questo che ad esempio in Italia dal 1948 si parla di Costituzione formale, in pratica mai attuata , e Costituzione reale, cioè quella parte che per prassi necessita per il funzionamento dell’economia di mercato.
Posto questo dato , nel caso del fenomeno migrazione, controllata o meno, assistiamo ad un classico dello Stato liberale. Cercare di agevolare l’ingresso di un esercito industriale di riserva , in modo più o meno surrettizio, cercando al contempo di introdurre l’idea culturale che la persona, come le merci, è spazialmente e temporalmente ” fungibile” .Ergo un congolese ad Oslo o un norvegese in Congo possono ” integrarsi” a vicenda perché sono persone che , in teoria , non soffrono alcuna influenza identitaria o ambientale.
Ora il marxismo , che lo ricordiamo nasce come liberalismo ” rovesciato”, nella sua corrente rappresentata da Adorno , Horkheimer ma anche dalla corrente francese che fa capo a Guattari , pone invece l’uomo come prodotto delle condizioni sociali, ambientali e della società in cui vive. Si arriva a dire , ed è per certi versi assolutamente inconfutabile, che l’uomo è determinato dalla famiglia, dal clima e dal paesaggio in cui vive , tralasciando usi, costumi, credenze religiose etc. Questi fattori determinano non solo chi li vive ma anche le generazioni successive che dovessero emigrare altrove, come dimostrano anche gli italiani che da generazioni vivono in altri paesi che mantengono uno stretto legame, magari spesso folkloristico, con le proprie origini.
Quindi l’origine come il DNA di ogni persona è ineliminabile, a onta dei” costruttori di diritti a tavolino” che continuano a parlare di inesistenti ” diritti universali” che si concretizzano solo nel ” diritto del capitale ” di spostare manodopera da un capo all’ altro del pianeta. I tentativi quindi di eliminare i dati identitari e qualitativi sia degli europei che degli immigrati, in nome di un astrattismo materiale che vorrebbe solo ” replicanti” consumatori globali o ” cittadini del mondo” non è logico, non è razionale e soprattutto genera violenza e problemi psichici che ben vediamo nella cronaca nera quotidiana anche e soprattutto con gli immigrati di terza generazione. I tentativi surrettizi tipo lo ” ius scholae” sono semplicemente risibili , ancora una volta non basta studiare Dante per sentirsi europei, anche perché primo non si capisce perché un africano dovrebbe sentirsi ” europeo” e viceversa, ma soprattutto perché la cd integrazione non può avvenire su queste basi di astrattezza puramente mercantile che non permette un effettivo dialogo tra culture e identità, ma al contrario lo mortifica e lo soffoca in nome del puro profitto di pochi.
-Kulturaeuropa
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In un quartier della ville Lumiere
Dove fa sempre buio e manca l'aria
E d'inverno come d'estate e' sempre inverno
Lei era sulle scale
Lui accanto a lei e lei accanto a lui
Faceva notte
C'era un odore di zolfo
Perche' nel pomeriggio avevano ucciso le cimici
E lei gli diceva
E' buio qui
Manca l'aria
E d'inverno come d'estate e' sempre inverno
Il sole del buon Dio non brilla da noi
Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi
Stringimi tra le braccia
Baciami
Baciami a lungo
Baciami
Piu' tardi sara' troppo tardi
La nostra vita e' ora
Qui si crepa di tutto
Dal caldo e dal freddo
Si gela si soffoca
Manca l'aria
Se tu smettessi di baciarmi
Credo che morirei soffocata
Hai quindici anni ne ho quindici anch'io
In due ne abbiamo trenta
A trent'anni non si e' piu' ragazzi
Abbiamo l'eta' per lavorare
Avremo pure diritto di baciarci
Piu' tardi sara' troppo tardi
La nostra vita e' ora
Baciami!
(Jacques Prévert)
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...ogni tanto è bene ripostarlo:
7 frasi da evitare per non sembrare un analfabeta funzionale, di Dario Bressanini
1) “A me una volta è successo che…”:
sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale.
2) “Ho letto su internet che…”:
su internet c’è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché tanto su internet c’è sempre anche il suo esatto contrario.
3) “Non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida”:
una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare perché questa sia errata, e anche perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’onere della prova è un atteggiamento profondamente illogico e antiscientifico.
Il fatto che tu non comprenda il contenuto di quelle prove non significa che quelle prove non esistano o non siano valide, significa solo che tu non hai gli strumenti e le conoscenze per comprenderle.
4) “Ci guadagnano sopra, quindi sicuramente c’è qualcosa sotto”: se escludete i volontari e gli stagisti, tutte le professioni del mondo sono a scopo di lucro, quindi tutti noi guadagniamo da quello che facciamo. Ciò non ci rende tutti automaticamente parte di un qualche complotto o sotterfugio.
5) “Quella volta è accaduto che…, quindi anche questa volta…”:
“quella volta” è diversa da “questa volta”. Se una cosa capita in una occasione non c’è nessuna legge che stabilisce automaticamente che accada sempre e a tutti. Se un medico vende organi sotto banco, non significa che tutti i medici lo facciano ogni giorno; se un ingegnere sbaglia i calcoli, non significa che tutti gli ingegneri siano cani e non sappiano fare il loro lavoro; se un avvocato prende una mazzetta, non significa che tutti gli avvocati siano corrotti o corruttibili. Serve una prova specifica per ogni singolo caso.
6) “Tu hai la tua opinione, io ho diritto ad avere la mia”:
questo è un principio sacrosanto quando si parla di preferire le bionde o le brune, il mare o la montagna, la Juve o il Milan. Ma quando si parla di argomenti scientifici, la tua opinione non conta assolutamente nulla se non hai competenze e ragioni tecniche che possano dimostrare la validità di quella opinione; o forse pretendi di avere un’opinione anche su come si calcola l’area del triangolo?
7) “Non mi fido della roba chimica, quindi…”:
La chimica spiega la composizione della materia in generale, di conseguenza tutto ciò che esiste nell’universo è chimico. L’acqua ad esempio è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, quindi è fatta di sostanze chimiche. E lo sei anche tu.
Se il vostro ragionamento si basa su uno o più di questi presupposti, sappiate che il vostro approccio è stupido, illogico e antiscientifico, quindi evitate di renderlo pubblico.
Ne va della vostra reputazione.
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Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni in cui regna la civiltà capitalistica. Questa follia porta con sé miserie individuali e sociali che da due secoli torturano l’infelice umanità. Questa follia è l’amore per il lavoro, la passione esiziale del lavoro, spinta fino all’esaurimento delle forze vitali dell’individuo e della sua progenie. Anziché reagire contro questa aberrazione mentale, i preti, gli economisti ed i moralisti hanno proclamato il lavoro sacrosanto. Uomini ciechi e limitati, che hanno voluto essere più saggi del loro stesso Dio; uomini deboli e spregevoli, che hanno voluto riabilitare quel che il loro stesso Dio ha maledetto. Io, che non mi professo cristiano, economista o moralista, non posso fare a meno di mettere a confronto il loro giudizio con quello del loro Dio; i precetti della loro morale religiosa, economica e libero-pensatrice, con le spaventose conseguenze del lavoro nella società capitalistica.
Paul Lafargue - Il diritto all'ozio
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🍀
"Va' serenamente in mezzo al rumore e alla fretta,
e ricorda quale pace ci può essere nel silenzio.
Finché è possibile, senza cedimenti,
conserva i buoni rapporti con tutti.
Di' la tua verità con calma e chiarezza,
e ascolta gli altri,
anche il noioso e l'ignorante,
anch'essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone rumorose e aggressive,
esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri,
puoi diventare vanitoso o aspro,
perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi successi come dei tuoi progetti.
Mantieniti interessato alla tua professione, per quanto umile,
è un vero patrimonio nelle fortune mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari,
poiché il mondo è pieno di inganno.
Ma questo non ti renda cieco su quanto c'è di virtuoso,
molte persone lottano per alti ideali,
e dovunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso.
Specialmente non fingere negli affetti.
E non essere cinico riguardo all'amore,
perché a dispetto di ogni aridità e disillusione
esso è perenne come l'erba.
Accetta serenamente l'insegnamento degli anni,
abbandonando con grazia le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d'animo per difenderti dall'improvvisa sfortuna.
Ma non angosciarti con fantasie oscure.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di là di una sana disciplina,
sii gentile con te stesso.
Tu sei un figlio dell'universo,
non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai diritto ad essere qui.
E che ti sia chiaro o no,
senza dubbio l'universo va schiudendosi come dovrebbe.
Perciò sta' in pace con Dio,
comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi affanni e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita conserva la pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsità, il lavoro ingrato ed i sogni infranti,
questo è ancora un mondo meraviglioso.
Sii allegro.
Fa' di tutto per essere felice."
Desiderata, Max Ehrmann
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Mercoledì scorso, durante la sessione del World economic forum a Davos, il discorso del Presidente argentino Javier Milei ha fatto scoppiare una bomba a livello mondiale al punto di essere commentato in mezzo mondo e tradotto da molte testate giornalistiche. E così quello che molti media avevano dipinto alla stregua di un matto (soprattutto nella nostra cara Italia) improvvisamente si è trasformato in una via di mezzo tra un nuovo Churchill e Adenauer (...).
L’exploit del discorso di Davos: (é stato) osannato da tanti presenti che si sono complimentati con lui (...). Ma che cos’ha colpito così tanto la gente e soprattutto fatto arrabbiare in maniera clamorosa i grandi capi del Wef?
Semplice: per la prima volta un Presidente di una nazione si è rivolto al mondo intero (...) senza mezzi termini o frasi diplomatiche (...). In pratica Milei ha scoperto quell’acqua calda che molti continuano a negare, esaltando il modello capitalista come l’unico in grado nel corso del tempo, di cambiare radicalmente la condizione umana dando un benessere e un progresso nella società stessa davvero unico (...).
La parte che ha fatto più arrabbiare i leader del Wef ed entusiasmato molti è stata quando Milei ha detto (...): “Ora, per capire cosa siamo qui a difendere (...) è il rispetto illimitato del progetto di vita degli altri, basato sul principio di non aggressione, sulla difesa del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà degli individui, le cui istituzioni fondamentali sono la proprietà privata, i mercati liberi dall’intervento statale, la libera concorrenza, la divisione del lavoro e la cooperazione sociale. Dove si può avere successo solo servendo il prossimo con beni di migliore qualità a un prezzo migliore”.
E più avanti ha sostenuto che “i socialisti, visti gli innegabili progressi del mondo libero, i socialisti sono stati costretti a cambiare la loro agenda. Si sono lasciati alle spalle la lotta di classe (...) per rimpiazzarla con altri presunti conflitti sociali che sono ugualmente dannosi … come quello dell’uomo contro la natura.
Sostengono che gli esseri umani nuocciono al pianeta che deve essere protetto a tutti i costi, addirittura sostenendo un meccanismo di controllo della popolazione o la tragedia dell’aborto. Purtroppo queste idee dannose hanno permeato fortemente la nostra società (...). Hanno raggiunto questo risultato grazie all’appropriazione dei media, della cultura, delle università e anche delle organizzazioni internazionali (come il Wef, ndr). (...).
Fortunatamente siamo sempre più numerosi a osare alzare la voce perché vediamo che, se non combattiamo queste idee a testa alta, l’unico destino possibile è che avremo sempre più Stato, più regolamentazione, più socialismo, più povertà, meno libertà e, di conseguenza, un tenore di vita peggiore”.
(...) Purtroppo l’attuale Ue, già immersa nelle sue scandalose regole ambientali che decimeranno la classe media nel giro di pochi anni, attraverso un falso progressismo Radical-Chic Ztl sta portando avanti molte delle cose criticate dal Presidente argentino. (...)
Au point, grade Milei, il resto solo chiacchiere, distintivi, appeasement o nostagie canaglia, via https://www.ilsussidiario.net/news/diario-argentina-le-bordate-di-milei-a-davos-e-alle-linee-guida-dellue/2650140/
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GLI STUDENTI UNIVERSITARI CREANO CITTÀ A MISURA D’API
Oasi urbane di biodiversità per le api, sparse nel cuore delle città, con fiori nutrienti, piante aromatiche per l’impollinazione e casette rifugio i piccoli insetti impollinatori.
Migliaia di studenti distribuiti in 5 campus universitari italiani sono diventati custodi di centinaia di colonie di api e dell’equilibrio naturale dell’ambiente, attraverso un progetto diffuso che coinvolge i campus di Roma, Bari, Chieti, Firenze e Torino e una popolazione di 5.300 universitari fuori sede. In collaborazione con la startup agri-tech 3Bee specializzata nello sviluppo di sistemi di monitoraggio per la salvaguardia e la protezione delle api, hanno realizzato il progetto “Oasi Urbane di Biodiversità” una serie di aree dedicate, all’esterno dei campus studenteschi in cui vivono, per sostenere la protezione, il benessere e la riproduzione delle api. All’interno dei CX Campus&Hotel e con il supporto della Fondazione Experience, ente filantropico impegnato sul fronte della mobilità studentesca e del diritto allo studio e su quello dell’ecosostenibilità, il programma si estenderà anche ai campus di Trieste, Milano Bicocca e Milano Novate dove gli studenti e le studentesse potranno unire lo studio alla lotta per la salvaguardia delle api, ricreando habitat ideali con risorse mellifere fondamentali.
Spostandosi da un fiore all’altro, le api impollinano oltre 170mila specie vegetali, garantendo così la biodiversità nei vari ecosistemi e permettendo lo sviluppo e la rigenerazione della natura. In un giorno le api di un alveare possono visitare fino a 225mila fiori.
___________________
Fonte: Fondazione Experience; 3Bee
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" Il volto del colonialismo inglese si rivelò in tutta la sua brutalità in Sudafrica. I bianchi si erano impadroniti dell'88 per cento delle terre, mentre i neri, con la Legge sulla terra dei neri, il Natives Land Act, del 1913, avevano perso ogni diritto di proprietà. Fu l’inizio della politica razzista di segregazione dei neri in “riserve per gli indigeni”. Ma siccome questo processo non funzionò, nel 1948 fu introdotto il sistema dell'apartheid. Nel 1949 furono proibiti i matrimoni misti e nel 1950 la popolazione fu catalogata secondo quattro gruppi razziali: bianchi, indiani, gente di colore e neri, con questi ultimi relegati in bantustan. Almeno tre-quattro milioni di neri furono segregati con la forza in queste zone loro riservate. Mentre ai neri che rimanevano, per ragioni di lavoro, in zone “bianche”, era vietato accedere a scuole, locali pubblici, mezzi di trasporto, riservati ai soli bianchi. I leader del movimento anti-apartheid, tra i quali Nelson Mandela, furono condannati all'ergastolo. Ma la repressione del governo non riuscì a soffocare la ribellione degli africani. Sia i lavoratori sia gli studenti neri diedero vita a una serie di scioperi e di manifestazioni che lentamente fece entrare in crisi il sistema dell'apartheid. La svolta avvenne nel 1990 quando il primo ministro Frederik De Klerk annunciò in Parlamento la rimozione della messa al bando del Congresso nazionale africano e il rilascio dei prigionieri politici. Dopo ventisette anni di carcere, Nelson Mandela fu liberato. Nel 1994 si svolsero le prime elezioni su base non razziale e, il 10 maggio, Mandela divenne il presidente del Sudafrica. Anche qui le Chiese dei bianchi, tanto cattoliche quanto anglicane e protestanti, appoggiarono in larga maggioranza il sistema dell'apartheid. Ma un piccolo gruppo profetico, composto dall'arcivescovo cattolico di Durban, Denis Hurley, dal pastore della Chiesa riformata Beyers Naudé e dall'arcivescovo anglicano Desmond Tutu, guidò la resistenza dei neri contro l’apartheid. "
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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L'attività aveva già subito sette furti e l'anziano voleva difendere, in qualche modo, la merce e i fondi. Ma il colpo ha procurato la morte di Ion Stavila, un ragazzo moldavo.
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Certo che anche sto anziano che non permette ai giovani extracomunitari di lavorare in santa pace per pagarci le pensioni. Ma la famiglia del moldavo avrà diritto ad indennità perchè morto sul lavoro?
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24 MAGGIO 1961 nasceva ILARIA ALPI
"Era una giovane donna, forte e determinata, battagliera e femminista convinta".
"Soffriva di vertigini e temeva il vuoto, ma si era scelta un lavoro in cui l'elicottero è uno dei cosiddetti ferri del mestiere, aveva una autentica fobia del vuoto, una vera e proprio chefobia ma volava con tranquillità almeno apparente".
"Era una giornalista coraggiosa con la mente in Europa ed il cuore in Africa"
P.s. Così l'ha descritta sua madre.
Si diplomò al Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma.
Grazie anche all'ottima conoscenza delle lingue (arabo, francese e inglese) ottenne le prime collaborazioni giornalistiche dal Cairo per conto di Paese Sera e de l'Unità.
Successivamente vinse una borsa di studio per essere assunta alla Rai.
Ilaria Alpi giunse per la prima volta in Somalia nel dicembre 1992 per seguire, come inviata del TG3, la missione di pace Restore Hope, coordinata e promossa dalle Nazioni Unite per porre fine alla guerra civile scoppiata nel 1991, dopo la caduta di Siad Barre. Alla missione prese parte anche l'Italia, superando in tal modo le riserve dell'inviato speciale per la Somalia, Robert B. Oakley, legate agli ambigui rapporti che il governo italiano aveva intrattenuto con Barre nel corso degli anni ottanta.
Le inchieste della giornalista si sarebbero poi soffermate su un possibile traffico di armi e di rifiuti tossici che avrebbero visto, tra l'altro, la complicità dei servizi segreti italiani e di alte istituzioni italiane: Alpi avrebbe infatti scoperto un traffico internazionale di rifiuti tossici prodotti nei Paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani in cambio di tangenti e di armi scambiate coi gruppi politici locali. Nel novembre precedente l'assassinio della giornalista era stato ucciso, sempre in Somalia e in circostanze misteriose, il sottufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi, informatore della stessa Alpi sul traffico illecito di scorie tossiche nel paese africano.
Alpi e Hrovatin furono uccisi in prossimità dell'ambasciata italiana a Mogadiscio, a pochi metri dall'hotel Hamana, nel quartiere Shibis; in particolare, in corrispondenza dell'incrocio tra via Alto Giuba e corso Somalia (nota anche come strada Jamhuriyada, corso Repubblica).
La giornalista e il suo operatore erano di ritorno da Bosaso, città del nord della Somalia: qui Ilaria Alpi aveva avuto modo di intervistare il cosiddetto sultano di Bosaso, Abdullahi Moussa Bogor, che riferì di stretti rapporti intrattenuti da alcuni funzionari italiani con il governo di Siad Barre, verso la fine degli anni ottanta. La giornalista salì poi a bordo di alcuni pescherecci, ormeggiati presso la banchina del porto di Bosaso, sospettati di essere al centro di traffici illeciti di rifiuti e di armi: si trattava di navi che inizialmente facevano capo ad una società di diritto pubblico somalo e che, dopo la caduta di Barre, erano illegittimamente divenute di proprietà personale di un imprenditore italo-somalo. Tornati a Mogadiscio, Alpi e Hrovatin non trovarono il loro autista personale, mentre si presentò Ali Abdi, che li accompagnò all'hotel Sahafi, vicino all'aeroporto, e poi all'hotel Hamana, nelle vicinanze del quale avvenne il duplice delitto. A bordo del mezzo si trovava altresì Nur Aden, con funzioni di scorta armata.
Sulla scena del crimine arrivarono subito dopo gli unici altri due giornalisti italiani presenti a Mogadiscio, Giovanni Porzio e Gabriella Simoni. Una troupe americana (un freelance che lavorava per un network americano) arrivò mentre i colleghi italiani spostavano i corpi dall'auto in cui erano stati uccisi a quella di un imprenditore italiano con cui successivamente vennero portati al Porto vecchio. Una troupe della Svizzera italiana si trovava invece all'Hotel Sahafi (dall'altra parte della linea verde) e filmò su richiesta di Gabriella Simoni - perché ci fosse un documento video - le stanze di Miran e Ilaria e gli oggetti che vennero raccolti.[6]
Ilaria Alpi venne sepolta nel Cimitero Flaminio di Roma.
La madre, Luciana Riccardi Alpi, (1933 - 12 giugno 2018) ha intrapreso, fin dal primo processo, una battaglia per cercare la verità e far cadere ogni sorta di depistaggio sull’omicidio della figlia.
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni
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Sono donna anche oggi, anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi, che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena...loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno, quando mi alzo e ho la forza di dire ''tocca a me'', senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna, non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna, perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo; mi piace essere donna perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia?
Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno, voglio esser donna anche quando le cose si metton male e c'è da rimboccarsi le maniche, voglio esser donna quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata, voglio essere donna e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io. Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza. Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi, che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
Silvana Blasco
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IL CONCETTO DI NORMALITÀ (aspetto giuridico)
Leggendo i commenti pubblici e nei social sul libro di Vannacci ho capito che esiste un equivoco di fondo sul concetto di normalità e del suo contrario.
La quasi totalità delle persone utilizza un concetto "clinico" del termine, abbandonato peraltro dagli stessi psichiatri.
Secondo questo canone la normalità è la sanità e il comportamento socialmente approvato, mentre il suo opposto sarebbe la malattia, ovvero la devianza.
Questo concetto ha una valutazione morale intrinseca e perciò non è più usato.
I giuristi, che per lavoro devono definire i concetti per poterli applicare, un po' come dei filosofi, ma più pratici 😉, hanno da secoli trovato una definizione che viene normalmente applicata, ad esempio per definire una presunzione giuridicamente rilevante: la normalità è l' "id quod plerumque accidit, ovvero "quello che di solito accade".
Questa definizione non ha valenza morale e il suo contrario è ciò che accade raramente, ovvero la particolarità, l'eccezione.
Messa in questi termini tutta la questione della "non normalità" di chi ha comportamenti sociali o sessuali diversi viene ricondotta a un semplice fatto statistico: generalmente un uomo è attratto da una donna e viceversa, questo è l'id quod plerumque accidit e non può essere messo in discussione. Ogni pulsione diversa è particolare, eccezionale, il che non dà ad essa alcuno stigma.
Dire pertanto che gli lgbtq+ non siano "normali" è una semplice constatazione, perché semplicemente non sono l'id quod plerumque accidit, ciò che di solito accade. Questo in una società "normale" non rende "speciali" né gli uni, né gli altri, nel senso di avere diritto a privilegi o trattamenti di favore, cosa che invece paradossalmente accade attualmente per chi è particolare.
Io credo che il senso di ciò che ha voluto dire Vannacci sia questo. E per me non ha così torto.
(Luigi Pecchioli)
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