#rubricamensile
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica @valentina_lettrice_compulsiva
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: @pelledocaeditore
Buona lettura a tutti!
GHOST STORIES – M. R. JAMES
È la notte di Halloween, quale modo migliore di trascorrerla se non leggendo le storie di fantasmi dello scrittore e medievalista britannico Montague Rhodes James?
La casa editrice Pelledoca, specializzata in narrativa per ragazzi, ha pubblicato un graphic novel che raccoglie i cinque racconti più famosi dell’autore, nell’adattamento di Leah Moore e John Reppion, in cui vengono trattati: il tema della vendetta, del ritorno dal regno dei morti, della curiosità che spinge l’uomo a superare limiti invalicabili.
I protagonisti di queste storie sono studiosi impegnati in misteriose e insidiose ricerche in archivi polverosi o in dimore infestate, che si trovano ad affrontare esperienze al di là dell’umana comprensione.
"LA MEZZATINTA", in assoluto il mio racconto preferito di James, racconta di un dipinto che, notte dopo notte, prende vita per ricordare in eterno la terribile vendetta di un nobile decaduto.
"IL FRASSINO", invece, narra la storia di un albero che nasconde un terribile segreto, legato alla morte di una donna giustiziata per stregoneria
"LA NUMERO 13" racconta di una stanza d’albergo che appare e scompare.
"IL CONTE MAGNUS" è ambientato in un mausoleo misterioso nel quale sarebbe meglio non entrare.
“FISCHIA E IO VERRÒ DA TE” narra di un fischietto capace di evocare mostri e demoni.
Le splendide illustrazioni di Fouad Mezher, Alisdair Wood, George Kambadais, Abigail Larson e Al Davison costituiscono il valore aggiunto del volume.
COSA MI È PIACIUTO
Adoro la letteratura gotica e, in particolare, le storie di fantasmi. Quelle di M. R. James mi hanno sempre affascinata per le ambientazioni cupe e le vicende oscure che le caratterizzano.
COSA NON MI È PIACIUTO
Purtroppo l’età avanza e ho avuto un po’ di difficoltà a leggere le vignette di alcune tavole.
L’AUTORE
M. R. James (1862-1936) è stato uno scrittore e studioso medievale, ricordato soprattutto per le sue storie di fantasmi che sono considerate tra le migliori del genere. I racconti di M. R. James continuano ad influenzare molti dei grandi scrittori di oggi, tra cui Stephen King (che discute di James nel libro di saggistica del Danse Macabre, 1981) e Ramsey Campbell.
LA CASA EDITRICE
I libri di Pelledoca editore vogliono raccontare storie belle, forti e particolari. Storie da brivido, capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso e gli occhi incollati alla pagina. La casa editrice ha fatto una scelta precisa, decidendo di occuparsi solo di thriller, noir e mistero. Chi scrive per Pelledoca accompagna i lettori, soprattutto i più giovani, in un mondo narrativo di intrighi in cui si muovono personaggi equivoci, vittime e carnefici, ma anche astuti eroi.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Neri Pozza
Buona lettura a tutti!
OMICIDIO A CAP CANAILLE - CHRISTOPHE GAVAT
“… il comandante sa bene che i delinquenti marsigliesi non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi della capitale in materia di criminalità. In quanto a tecniche per uccidere il prossimo il marsigliese, benché provinciale, non manca mai di immaginazione, e tiene a dimostrare al parigino che in questo campo, come su quello da calcio, il migliore è lui. E che non ha paura di dégun – di nessuno.”
Cos’hanno in comune un cadavere carbonizzato trovato nel portabagagli di un’auto abbandonata a Marsiglia: il cosiddetto “barbecue”, un sistema atroce per regolare i conti tra fuorilegge, con una serie di rapine a furgoni portavalori a Parigi?
Il comandante Henri Saint-Donat, da poco trasferito alla Brigata criminale della città provenzale dal 36 quai des Orfèvres, la celeberrima sede della Polizia giudiziaria di Parigi, capisce subito di trovarsi di fronte ad un caso molto complesso.
Henri ha un curriculum di tutto rispetto, è un poliziotto di grande esperienza ed estrema sensibilità; dopo tanti anni di matrimonio è ancora molto innamorato della sua Isabelle, ma è anche un uomo tormentato a causa di una tragedia familiare che lo ha segnato nel profondo e di cui nessuno dei suoi colleghi è a conoscenza.
Negli uffici dell’Eveché, sede della polizia giudiziaria, nel dedalo di strade che attraversa La Cayolle, quartiere labirintico e malfamato di Marsiglia, nei corridoi delle Baumettes, il tetro penitenziario, Henri non è solo. Lo supportano il giovane tenente Basile Urteguy e il capitano Lucie Clert.
Basile è un ragazzo pieno di vita, un appassionato di musica, un genio dell’informatica e, allo stesso tempo, un poliziotto di grande perspicacia: nel corso dell’indagine il suo apporto sarà fondamentale.
Lucie, invece, è una forza della natura: una gran bella donna dal carattere impossibile che ha il brutto vizio di saltare subito alle conclusioni. Sul lavoro è testarda e professionale, ma la sua vita privata è un vero disastro. Chissà che non trovi l’amore proprio nel corso dell’indagine…
“Omicidio a Cap Canaille” è un polar di azione che mostra al lettore le tecniche di investigazione della polizia francese, ma dà anche molto spazio alla vita privata e ai sentimenti dei suoi protagonisti.
I capitoli sono estremamente brevi e il linguaggio è semplice, diretto, crudo nel raccontare l’evolversi dell’inchiesta giudiziaria, ma altrettanto evocativo nelle pagine dedicate alla descrizione dei luoghi e degli stati d’animo, anche quando i sentimenti, le emozioni e il privato dei protagonisti prendono il sopravvento sul dovere professionale.
L’autore, Christophe Gavat, è lui stesso un commissario della polizia francese e, leggendo il romanzo la passione per il suo lavoro, il rispetto e l’ammirazione per i colleghi sono del tutto evidenti.
“È ancora un piedipiatti nell’anima, perché ama quell’atmosfera ovattata e notturna dell’Evêché, dove i passi riecheggiano nei corridoi vuoti, dove solo poche luci negli uffici, qualche grido o un’invettiva qua e là suggeriscono che ci siano ancora dei poliziotti al lavoro. Lavorano sempre. Soprattutto, sa di amare quegli agenti dal carattere forte, che non mancano né di energia, né di abnegazione, né di senso dell’umorismo per svolgere ogni giorno con passione il loro mestiere, tanto da farlo anche di notte.”
COSA MI È PIACIUTO
La lettura di “Omicidio a Cap Canaille” è stata la mia prima esperienza con un polar e ho apprezzato moltissimo la descrizione vivida dei luoghi, l’approfondimento psicologico dei personaggi e l’analisi dei rapporti che si creano tra di loro.
COSA NON MI È PIACIUTO
Il finale prevedibile.
L’AUTORE
Christophe Gavat, nato nel 1966, è entrato in polizia nel 1989. Parigi, Marsiglia, Grenoble, Guyana: nella sua carriera pluritrentennale è stato decorato al valore, messo sotto inchiesta e reintegrato. Ha avuto a che fare sia con i grandi casi che catturano l’attenzione mediatica, sia con i piccoli casi quotidiani che lasciano il segno. Già autore di tre libri sulla sua vita di poliziotto, con questo suo primo romanzo si è aggiudicato nel 2021 il Quai des Orfèvres, premio deciso da 21 giurati tra poliziotti, avvocati, magistrati e giornalisti.
LA CASA EDITRICE
Neri Pozza è una casa editrice veneta rinomata e prestigiosa, fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e ha pubblicato, nel corso degli anni, opere di autori molto famosi della letteratura italiana come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Goffredo Parise, Massimo Bontempelli, Giuseppe Berto ai quali si affiancano oggi nomi internazionali grandiosi quali Romain Gary, Natsuo Kirino, Tracy Chevalier, Eshkol Nevo, Herman Koch.
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#bibliotecasanvalentino
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La casa editrice di questo mese è: Milieu Edizioni
Buona lettura a tutti!
SUL FONDO DEL BLACK’S CREEK di Sam Millar
In una torrida e sonnolenta giornata d’estate sulle rive del Jackson’s Lake, il quattordicenne Tommy e i suoi amici Brent e Charlie, detto Ferro per la sua fortuna sfacciata, fanno il bagno nudi nel lago, bevono Coca ghiacciata, leggono fumetti della Marvel e, d’improvviso, assistono impotenti al suicidio di Joey Maxwell, un ragazzino di poco più giovane che sceglie di lasciarsi morire nel lago a poca distanza da loro.
La piccola cittadina di Black’s Creek, a nord dello stato di New York, dove i ragazzi vivono da sempre con le loro famiglie, viene scossa da questo tragico evento e in molti pensano di sapere cosa, o meglio chi, abbia spinto il piccolo Joey a togliersi la vita. In città, infatti, gira un losco figuro che lavora come custode part time al cinema Strand e si dice in giro che vada molestando i ragazzini. Jeremiah, il papà del giovane Maxwell con il quale è meglio non scherzare perché “Lui non perdona e non dimentica…”, chiede a gran voce che venga fatta giustizia. Lo sceriffo Henderson, padre di Tommy, si sente sotto pressione ma non ha abbastanza prove per procedere all'arresto del presunto colpevole. La situazione degenera quando a Black’s Creek vengono commessi due omicidi.
Sul fondo del Black’s Creek è un noir coinvolgente, dal ritmo tesissimo e dal linguaggio crudo, che cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine, ma è anche un racconto di formazione che descrive la perdita dell’innocenza di un ragazzino e dei suoi amici che si trovano ad affrontare un nemico feroce, malvagio e subdolo e che, pur di sconfiggerlo, sono pronti a commettere atti irreversibili.
COSA MI È PIACIUTO
All'interno del romanzo l’amicizia appare come un elemento fondamentale, ma anche estremamente fragile. Il primo amore è vissuto come un’esperienza memorabile, ma che genera confusione e dolore. Con grande intensità Sam Millar ci descrive il rapporto speciale che Tommy ha con suo padre, lo sceriffo Henderson, un uomo coraggioso, retto, sensibile, che ha una profonda fede nella giustizia: “…È per questo che abbiamo la legge, Tommy. Se consentissimo alle persone di farsi giustizia da sole, avremmo anarchia e linciaggi. Lo capisci questo, vero?”. In alcuni punti del libro l’autore stempera la tensione con situazioni e dialoghi ricchi di umorismo, ad esempio quando Tommy si caccia nei guai, oppure quando viene rimproverato ripetutamente da sua madre, una sorta di generale in gonnella, per le amicizie che frequenta, i continui ritardi e la sua disobbedienza. Del resto, la signora Henderson fa bene a stare in apprensione per quel suo figlio irrequieto. Black’s Creek è un paesino all’apparenza tranquillo, ma quando arriva il buio il pericolo è in agguato; dopotutto, come dice Ferro a Tommy “La notte e le tenebre appartengono ai mostri. Non ai supereroi”.
COSA NON MI È PIACIUTO
Come sempre quando un libro mi appassiona, mi trovo in difficoltà a evidenziarne gli aspetti negativi. Sinceramente, in questo caso, non ne ho trovato nessuno.
L’AUTORE
Sam Millar è uno scrittore e sceneggiatore nato a Belfast e, dopo la lunga militanza nell’IRA, è diventato uno degli scrittori di crime e thriller irlandesi più famosi. I suoi libri sono tradotti con successo in tutto il mondo. Per Milieu ha pubblicato il memoir “On the Brinks. Memorie di un irriducibile irlandese” e “I cani di Belfast”.
LA CASA EDITRICE
Milieu edizioni nasce a Milano come progetto di ricerca sulla storia criminale e sociale del Novecento e, in un secondo momento, si sviluppa come proposta editoriale a partire dal maggio 2012. Nel nome stesso della casa editrice sta il senso di questo percorso, nel fascino verso una mala a suo modo romantica e nella ricerca dei meccanismi “ambientali”, il milieu appunto, che influiscono sulle scelte dei singoli.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Sellerio
Buona lettura a tutti!
PICNIC A HANGING ROCK di Joan Lindsay
“Se Picnic a Hanging Rock sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per conto proprio. Poiché quel fatidico picnic ebbe luogo nell'anno 1900 e tutti i personaggi sono morti da molto tempo, la cosa pare non abbia importanza”.
All’Appleyard College, una rinomata scuola per signorine di buona famiglia, situata in Australia a poca distanza da Melbourne, si respira un’atmosfera di profonda allegria e di grande trepidazione: è l’alba del 14 febbraio del 1900 e le ragazze, tutte vestite di bianco, si preparano per una scampagnata a Hanging Rock, un immenso gruppo roccioso di origine vulcanica che costituisce il simbolo del paese.
La direttrice, la severa e arcigna Mrs. Appleyard sovrintende ai preparativi, mentre le ragazze si scambiano i biglietti di San Valentino. Tra loro spiccano le tre allieve più grandi: Miranda, la più bella, la più riflessiva e la più amata del collegio, Irma, la più ricca e Marion, la più intelligente. L’attempata Miss Greta McCraw, insegnante di matematica con il naso perennemente infilato in un libro e Mademoiselle Dianne de Poitiers, insegnante di francese e di ballo, giovane, elegante e ricca di fascino, sono le accompagnatrici.
Quella che dovrebbe essere una giornata di festa si trasforma in tragedia: una volta arrivata a destinazione, l’allegra brigata si dispone a trascorrere la giornata oziando, ma Miss McCraw, Miranda, Irma e Marion, seguite dall'insulsa Edith, una ragazza lagnosissima, definita dal narratore l’asina del collegio, si avventurano sulla cima della Hanging Rock e non faranno più ritorno. Soltanto Edith e Irma, in momenti diversi, verranno ritrovate, ma non saranno in grado di spiegare cos’è accaduto alle altre. Nonostante le ricerche, neanche i corpi delle scomparse saranno rinvenuti, come se la montagna le avesse letteralmente inghiottite.
Picnic a Hanging Rock è un mystery d’atmosfera in cui le descrizioni di una natura lussureggiante e selvaggia si alternano agli eventi successivi alla scomparsa delle tre ragazze e della loro insegnante durante la gita organizzata dal collegio. Il romanzo è caratterizzato dal tema del perturbante: la normalità, ciò che ci è familiare, diventa estraneo e spaventoso, provocando ansia e disagio. Una tranquilla gita in montagna non si trasforma in una semplice tragedia, ma in qualcosa di ignoto e terribile con cui tutti i protagonisti del romanzo dovranno fare i conti. La Hanging Rock si erge in lontananza, quasi fosse una creatura senziente in grado di influire in modo determinante sulla vita (e la morte) di tutti i personaggi.
Il manoscritto originale del romanzo comprendeva un finale con la soluzione del mistero: il cosiddetto diciottesimo capitolo. Tuttavia, l’editore convinse la Lindsay a rimaneggiare il romanzo, lasciando il mistero senza soluzione. L’autrice affidò al suo agente il compito di pubblicare il capitolo mancante dopo la sua morte. Ciò è avvenuto nel 1987. L’edizione italiana non comprende il diciottesimo capitolo che, in ogni caso, può essere reperito facilmente online in lingua originale con il titolo The Secret of Hanging Rock.
COSA MI È PIACIUTO
Ho avuto la fortuna di leggere questo romanzo con il gruppo di lettura #oldbutgold gestito da Teresa, Bee Book a Lula e la sottoscritta, al quale si sono unite tante lettrici e alcuni lettori con i quali abbiamo discusso ed esaminato i vari aspetti del romanzo.
Personalmente ne ho amato ogni pagina, soprattutto perché il tema del perturbante, ampiamente trattato nel romanzo, mi ha ricordato L’incubo di Hill House di Shirley Jackson, uno dei miei romanzi prediletti. Inoltre, proprio quest’anno la casa editrice Sellerio ha deciso di ripubblicare una nuova edizione di Picnic a Hanging Rock dalla copertina estremamente evocativa e volevo assolutamente che questo splendido volume facesse parte della mia biblioteca.
COSA NON MI È PIACIUTO
Il romanzo ha pienamente soddisfatto le mie aspettative, ma non ne consiglio la lettura a chi non ama le pagine descrittive e ritiene che ogni mistero debba avere la sua soluzione.
L’AUTORE
Joan Lindsay (1896-1984), scrittrice e commediografa australiana, oltre a Picnic a Hanging Rock (1967), pubblicato per la prima volta da Sellerio nel 1993, oggetto di una celebre versione cinematografica di Peter Weir e di una serie TV nel 2018, ha pubblicato il libro di memorie Time Without Clocks (1962).
LA CASA EDITRICE
La Sellerio è nata nel 1969 a Palermo da Elvira Giorgianni e suo marito Enzo Sellerio su ispirazione di Leonardo Sciascia e dell’antropologo Antonino Buttitta. La casa editrice ottiene visibilità nazionale (e internazionale) con la pubblicazione nel 1978 de “L'affaire Moro” di Sciascia. Cresce il numero delle collane, a cominciare da “La Memoria”, oggi simbolo della produzione selleriana. Fra gli scrittori che hanno collaborato con la casa editrice: Gesualdo Bufalino, lanciato nel 1981, vincitore del Premio Campiello e del Premio Strega, e Andrea Camilleri ("padre" della serie TV Montalbano).
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La casa editrice di questo mese è: Edizioni Clichy
Buona lettura a tutti!
𝐁𝐋𝐈𝐙𝐙𝐀𝐑𝐃 𝐝𝐢 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐞 𝐕𝐢𝐧𝐠𝐭𝐫𝐚𝐬
“Qualche volta il peso dei segreti è così grande che non si sa neppure più come liberarsene, salvo sparire con loro.”
Chi vive in un territorio aspro e selvaggio come l’Alaska, sa benissimo che, quando si scatena il blizzard, la tempesta di neve con raffiche di vento che superano i quaranta chilometri orari, è molto pericoloso farsi sorprendere all'aperto. Eppure Bess e il piccolo Thomas, incuranti del pericolo e del freddo estremo, si trovano fuori dalla casa che condividono con Benedict, tra neve e ghiaccio, mentre il vento soffia e congela tutto ciò che si trova sul suo cammino. Un attimo di distrazione, Bess si china per allacciarsi una scarpa, e il piccolo Thomas scompare.
È questo l’incipit di “Blizzard”, opera prima della scrittrice francese Marie Vingtras, un romanzo corale suddiviso in capitoli brevi, in cui si alterna il punto di vista dei quattro protagonisti: Bess, Benedict, Cole e Freeman, ognuno dei quali, per ragioni diverse, si trova a vivere in un paese in cui, la natura implacabile rende la sopravvivenza molto difficile.
Bess è una giovane donna californiana segnata da una tragedia familiare di cui si sente responsabile e per la quale non riesce a perdonarsi. Dagli altri personaggi, che non conoscono la sua storia, viene considerata un’inetta, totalmente inadatta a prendersi cura del piccolo Thomas e a vivere in un ambiente dal clima così aspro.
Benedict, nato e vissuto in Alaska, conosce tutti i segreti della vita selvaggia che ha appreso dal padre Magnus. Ha anche un fratello maggiore, Thomas, che, per ragioni a lui incomprensibili, si ribella alla vita familiare e decide di lasciare la sua terra d’origine. Benedict ne segue le tracce che lo conducono al piccolo Thomas.
Cole è il cattivo della storia, egoista, ignorante, razzista, misogino, alcolizzato, preda di istinti bestiali, nasconde un terribile segreto che viene svelato solo alla fine del romanzo.
Freeman è un afroamericano, veterano del Vietnam, che ha deciso di trascorrere la sua pensione in Alaska e, grazie ai suoi trascorsi nell’esercito, nonostante le difficoltà, impara a sopravvivere in quella natura tanto desolata.
Attraverso questi quattro personaggi, Marie Vingtras ci racconta, un capitolo dopo l’altro, una storia sulla colpa, la paternità e la perdita. “Blizzard” si configura come un puzzle in cui, pagina dopo pagina, il lettore scopre una serie di segreti che vanno a comporre le parti di una vicenda agghiacciante dominata dalla violenza e dalla sofferenza.
COSA MI È PIACIUTO
“Blizzard” di Marie Vingtras ha catturato la mia attenzione fin dalla prima pagina, e ho apprezzato moltissimo l’approfondimento psicologico dei personaggi, lo stile chiaro ed essenziale e le descrizioni della natura aspra e selvaggia.
COSA NON MI È PIACIUTO
Come sempre quando un libro mi piace enormemente, mi trovo in difficoltà a evidenziarne gli aspetti negativi. Sinceramente, in questo caso, non ne ho trovato nessuno.
L’AUTRICE
Marie Vingtras è nata a Rennes nel 1972. Deve il suo pseudonimo ad Arthur Vingtras, a sua volta pseudonimo di Caroline Rémy, la prima donna a dirigere un quotidiano in Francia, alla fine dell’Ottocento. Marie è molto attiva nell’arcipelago femminista francese. “Blizzard” è il suo primo romanzo.
LA CASA EDITRICE
Edizioni Clichy nasce a Firenze nell’ottobre 2012 dalla visione di Tommaso Gurrieri e Franziska Peltenburg-Brechneff, come una casa editrice indipendente con lo sguardo rivolto verso il mondo, dall’identità forte e riconoscibile. L’idea che spinge il progetto editoriale è quella di una proposta che operi una ricerca di qualità, bellezza e originalità. Esplorare partendo dalla lezione dei maestri, portando ai lettori una proposta che stimola la curiosità, che stupisce, che lascia il segno per la necessità e l’urgenza dei temi che si affrontano e si declinano in modo allo stesso tempo profondo e leggero. La coerenza, valore fondamentale, emerge nelle idee, nei personaggi, nelle storie, ma anche nella tipologia dei libri, immediatamente riconoscibili anche per la grafica e la scelta della carta.
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La casa editrice di questo mese è: Neri Pozza
Buona lettura a tutti!
APPUNTAMENTO CON LA MORTE di Julia Chapman
Il ritorno a casa di Samson O’Brien, pecora nera di Bruncliffe, ridente cittadina dello Yorkshire, non passa certo inosservato. I suoi concittadini non hanno dimenticato la sua fuga precipitosa avvenuta 14 anni prima, né l’assenza al funerale di Ryan Metcalfe, suo migliore amico, morto durante una missione in Afghanistan.
“È una canaglia. È nato sotto una cattiva stella e porta solo guai”. È questa l’opinione condivisa dai più, anche da Delilah Metcalfe, sorella minore di Ryan, che con Samson ha condiviso i giochi dell’infanzia, l’amore per il fratello e ha vissuto il suo abbandono come un tradimento. Ecco perché, quando scopre che è proprio lui ad aver preso in affitto l’ufficio al piano terra della Dales Dating Agency, l’agenzia matrimoniale che la donna sta cercando di salvare dalla bancarotta, Delilah non può proprio trattenersi dall’accogliere Samson con un bel gancio sulla mascella, di fronte allo sguardo sbalordito dei clienti del Tosone, il pub più frequentato del paese.
Eppure Samson non è il cattivo soggetto che tutti credono e Delilah non è la persona rabbiosa e irrisolta che ci appare all’inizio del romanzo. Infatti, un capitolo dopo l’altro, Julia Chapman ci rivela ciò che è accaduto nel loro passato e costruisce una struttura narrativa in cui, dopo aver diffidato l’uno dell’altra, i due protagonisti creano un sodalizio investigativo che li porterà a risolvere una serie di omicidi mascherati da incidenti.
COSA MI È PIACIUTO
In “Appuntamento con la morte” l’elemento mistery, tranne che nell'ultima parte, non è preponderante; al contrario, sembra quasi un escamotage per raccontare le dinamiche di una piccola comunità situata in una delle regioni più amene dell’Inghilterra, lo Yorkshire. Le descrizioni degli splendidi paesaggi sono vivide e vibranti e le relazioni tra i personaggi porteranno il lettore ad empatizzare con la coppia di improbabili investigatori.
Uno degli aspetti più gradevoli di questo cozy mystery aglosassone è il “sense of humour” tipicamente britannico che lo pervade, fatto di dialoghi effervescenti, battute spassose e situazioni al limite del farsesco.
Inoltre, i personaggi secondari sono così ben caratterizzati che il lettore non può fare a meno di affezionarsi a loro. George Capstick, ingenuo come un bambino, le simpaticissime sorelle Hird, Elaine Bullock, pessima cameriera, ma geologa esperta e amica fedele, l’agente Bradley e il meteoropatico Titch Harrison restano impressi nella memoria. Una menzione particolare spetta a Tolpuddle, lo splendido esemplare di Weimaraner, compagno devoto di Delilah e protagonista di alcune delle situazioni più divertenti del romanzo che, con la saggezza istintiva tipica dei cani, prova una simpatia immediata per il “reietto” Samson.
COSA NON MI È PIACIUTO
Come sempre quando un libro mi piace, mi trovo in difficoltà a evidenziarne gli aspetti negativi. Sinceramente, in questo caso, non ne ho trovato nessuno.
L’AUTRICE
Julia Chapman è lo pseudonimo di Julia Stagg, autrice di una serie di cinque romanzi, The Fogas Chronicles ambientata nei Pirenei francesi, pubblicata da Hodder. I delitti dello Yorkshire è una delle serie crime di maggiore successo in Inghilterra, di cui “Appuntamento con la morte” è il primo romanzo.
LA CASA EDITRICE
Neri Pozza è una casa editrice veneta rinomata e prestigiosa, fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e ha pubblicato, nel corso degli anni, opere di autori molto famosi della letteratura italiana come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Goffredo Parise, Massimo Bontempelli, Giuseppe Berto ai quali si affiancano oggi nomi internazionali grandiosi quali Romain Gary, Natsuo Kirino, Tracy Chevalier, Eshkol Nevo, Herman Koch.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: NN Editore
Buona lettura a tutti!
ℚ𝕌𝔸𝕃ℂ𝕆𝕊𝔸 ℕ𝔼𝕃𝕃𝔸 ℕ𝔼𝔹𝔹𝕀𝔸 – ℝ𝕠𝕓𝕖𝕣𝕥𝕠 ℂ𝕒𝕞𝕦𝕣𝕣𝕚
«Ho scritto un libro che parlava di come ci si possa sentire in gabbia di fronte all'infinito, ora, nei racconti che ho iniziato, sento che c’è qualcosa di diverso, qualcosa che non capisco. Voglio scoprire dove mi sta portando, ascoltare ciò che mi sta chiamando.»
Può il confine tra finzione e realtà diventare sempre più labile tanto da consentire ad uno scrittore di incontrare e guardare negli occhi i propri personaggi? Questo è ciò che accade in “Qualcosa nella nebbia”, di Roberto Camurri, un romanzo in cui l’autore prova a descrivere il malessere esistenziale che può sottendere al processo creativo.
Il lettore si trova di fronte ad un vero e proprio metaromanzo, poiché il protagonista è lo scrittore Roberto alle prese con la stesura della sua nuova opera, una raccolta di racconti incentrati sulle vicende di Andrea detto Jack, Alice e Giuseppe che vivono nel comune di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia.
Andrea è un giovane uomo consumato dalla vita; da bambino è stato vittima di bullismo e, una volta cresciuto, ha sviluppato una dipendenza da alcol e droghe. Un evento del passato lo ha segnato inesorabilmente: l’arrivo di una strana famiglia nella casa accanto alla propria, che sarà vittima di un’immane tragedia. Andrea ha un’unica amica alla quale è molto legato, Alice.
Alice è la sola ad andare via da Fabbrico per inseguire sogni di fama e fortuna. È diventata una star televisiva da reality show, ma non può fare a meno di tornare al paese d’origine. È anche il personaggio più complesso e sfaccettato: vuole rinnegare le proprie radici, ma non riesce a stare lontana da Fabbrico per troppo tempo. Cerca l’amore, ma si butta via lasciandosi coinvolgere in storie con uomini sbagliati che la umiliano e la maltrattano.
Giuseppe è un tipo piuttosto introverso. È il grande amore di Alice, ma il loro è un rapporto fatto di assenza e grandi silenzi. Il legame col padre alcolizzato è stato fonte di grande sofferenza e lo ha portato a chiudersi in se stesso a tal punto da diventare estraneo a ciò che lo circonda.
Lo scrittore Roberto, che tira le fila delle varie vicende, è un uomo profondamente irrisolto e insoddisfatto e questo lo spinge a provare molta rabbia nei confronti della moglie, donna solida, accogliente e pragmatica, e della figlioletta. Attraverso la scrittura Roberto attiva un processo di catarsi che gli consentirà non solo di annullare la distanza tra sé e i personaggi da lui creati, ma anche di ricordare un evento tragico del suo passato nascosto nei recessi più profondi della memoria.
La Fabbrico descritta da Camurri non è reale, piuttosto è cupa, fosca, sotterranea poiché riproduce i moti dell’anima dello scrittore e dei suoi personaggi. È il luogo in cui si creano rapporti, si stringono amicizie, ma anche quello dove avvengono fatti di sangue e in questo romanzo, di violenza sia fisica che psicologica, ce n’è davvero tanta. La scrittura è estremamente intima e scava nell'anima dei protagonisti mettendone a nudo gli stati d’animo, i sentimenti e le debolezze.
Leggendo questo libro è impossibile non provare un profondo senso di malessere e di straniamento, simile a quello derivante dalla visione di un film di David Lynch. Allo stesso tempo, non si può non restarne invischiati: il senso di fascinazione che le vicende e i personaggi esercitano sul lettore non lasciano scampo.
Infine c’è la nebbia che nasconde luoghi, oggetti, persone e quel qualcosa di cui tutti noi, in fin dei conti, siamo alla ricerca.
COSA MI È PIACIUTO
Ho amato molto l’elemento metanarrativo del romanzo e il modo in cui il protagonista cerca di entrare nel libro che sta scrivendo. Inoltre ho apprezzato il colpo di scena finale.
COSA NON MI È PIACIUTO
L’estrema violenza e la volgarità del linguaggio in alcune delle situazioni narrate.
L’AUTORE
Roberto Camurri è nato nel 1982, undici giorni dopo la finale dei Mondiali a Madrid. Vive a Parma ma è di Fabbrico, un paese triste e magnifico che esiste davvero. È sposato con Francesca e hanno una figlia. Lavora con i matti e crede ci sia un motivo, ma non vuole sapere quale. Il suo libro d’esordio, “A misura d’uomo” (NNE 2018), ha vinto il Premio Pop e il Premio Procida ed è stato tradotto in Olanda, Spagna e Catalogna. Il suo secondo romanzo, “Il nome della madre”, è stato tradotto in Olanda e Germania. “Qualcosa nella nebbia” è il suo terzo romanzo.
LA CASA EDITRICE
NN Editore ha avuto inizio il 19 marzo 2015, quando sono usciti in libreria “Benedizione” di Kent Haruf e “Sembrava una felicità” di Jenny Offill. Fin dal nome - NN sta per nomen nescio, nome sconosciuto, come nella carta d’identità degli "orfani" di padre – la casa editrice ha voluto dare risalto al tema della ricerca d’identità nel mondo contemporaneo, insieme alla qualità della scrittura e all'empatia suscitata nei lettori dalla voce degli scrittori al di là dei generi e della nazionalità degli autori. Il catalogo di NN non ha collane, ma si sviluppa in Stagioni, Trilogie e Serie. Ogni stagione illumina un tema specifico legato alla ricerca d’identità, come il peso di ruoli e relazioni, l’eredità del passato, gli alleati e i nemici nella ricerca del proprio posto nel mondo. In questo modo, i libri sono legati tra loro da invisibili fili rossi, a costituire nel loro insieme un ideale percorso di lettura.
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La casa editrice di questo mese è: Edizioni E/O
Buona lettura a tutti!
ℕ𝕀ℕ𝔽𝔼𝔼 ℕ𝔼ℝ𝔼 𝕕𝕚 𝕄𝕚𝕔𝕙𝕖𝕝 𝔹𝕦𝕤𝕤𝕚
“Tre donne vivevano in un paesino. La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista. […] Erano tre persone molto diverse. Eppure avevano qualcosa in comune, una specie di segreto: tutte e tre sognavano di andarsene. […] Tre donne vivevano in un paesino. La terza era quella con più talento, la seconda era la più furba e la prima era la più determinata. Secondo voi, quale delle tre è riuscita a scappare? La terza, la più giovane, si chiamava Fanette Morelle. La seconda si chiamava Stéphanie Dupain. La prima, la più vecchia, ero io”.
Questo è l’incipit di “Ninfee nere”, il romanzo più famoso dello scrittore francese Michel Bussi, un mystery ambientato a Giverny, il paesino della Normandia famoso in tutto il mondo per via del pittore impressionista Claude Monet e della serie di quadri dedicati alle Ninfee.
Nel paese tutto ruota intorno alla figura del pittore, alla sua casa museo, allo stagno delle ninfee, ma anche intorno ad una bambina con un talento innato per la pittura e ad una maestra infelice, dagli occhi color malva, che vuole dare una svolta alla sua vita.
Nonostante l’ambientazione colorata, ricca di fiori e di bellezze naturali, già dopo poche righe di lettura, ci imbattiamo nel primo di una serie di omicidi che sembrano avere un oscuro legame con fatti avvenuti in un lontano passato.
La vittima è un collezionista d’arte forse coinvolto nel ritrovamento di un quadro di Monet dal valore inestimabile, mentre sono legati alla vicenda un marito geloso e un’anziana donna che conosce tutti i segreti dei suoi concittadini, ma si ostina a tacere.
“Ninfee nere” è considerato dalla maggior parte dei lettori un vero e proprio page turner, un romanzo dall'intreccio apparentemente lineare in cui, però, nulla è come appare: il finale è caratterizzato da un colpo di scena a prima vista sensazionale. In realtà, andando a rileggere alcuni passaggi, mi sono resa conto che Bussi si approfitta della buona fede del lettore, utilizzando vari escamotages per ingannarlo, facendogli credere quello che vuole, affinché non arrivi da solo alla soluzione del mistero.
COSA MI È PIACIUTO
Ho letto questo romanzo con il gruppo di lettura #lelulahunters gestito da Teresa, Bee Book a Lula e da Miria @miriathebookhunter2019 e attendo con ansia la discussione finale per potermi confrontare con gli altri partecipanti. Di “Ninfee nere” ho amato moltissimo l’ambientazione e le pagine dedicate all’impressionismo e, in particolare, alla vita di Claude Monet. Anche lo stile di scrittura, molto caustico, tipico della commedia nera, è sicuramente notevole.
COSA NON MI È PIACIUTO
Nonostante gli indiscussi pregi, la lettura del romanzo mi ha lasciata piuttosto tiepida per vari motivi: non ho apprezzato le modalità in cui l’autore cerca di depistare il lettore; i personaggi, a mio parere, sono caratterizzati in modo troppo marcato, assumendo dei tratti caricaturali. Inoltre, la vicenda è, di per sé, piuttosto scialba, poiché tutto viene raccontato solo e unicamente in funzione del colpo di scena finale.
L’AUTORE
Michel Bussi. Autore francese di gialli più venduto oltralpe. È nato in Normandia, dove sono ambientati diversi suoi romanzi e dove insegna geografia all’Università di Rouen. Ninfee nere (Edizioni E/O 2016) è stato il romanzo giallo che nel 2011, anno della sua pubblicazione in Francia, ha avuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne. Tra le sue pubblicazioni per E/O figurano: Tempo assassino (2017), Mai dimenticare (2017), La doppia madre (2018), Il quaderno rosso (2018), La follia mazzarino (2019), Usciti di Senna (2020), la saga distopica N.E.O La caduta del sole di ferro (2020), Tutto ciò che è sulla terra morirà (2021), La mia bottiglia per l'oceano (2022) e Codice 612. Chi ha ucciso il Piccolo Principe? (2023).
LA CASA EDITRICE
Edizioni E/O è stata fondata dai coniugi Sandro Ferri e Sandra Ozzola nel 1979 e pubblica libri di letteratura italiana e straniera. Lo scopo della CE è quello di creare ponti tra letterature di diversi paesi per stimolare il dialogo tra le culture. Infatti, il nome e/o sta per e/oppure, ma anche est/ovest, mentre il logo rappresenta una cicogna che viaggia nel mondo portando storie. La e/o presta da sempre un’attenzione particolare alla letteratura femminile, pubblicando le opere di autrici come Elena Ferrante, Lia Levi, Muriel Barbery, Christa Wolf e Alice Sebold, ma edita anche i noir di Massimo Carlotto e Jean-Claude Izzo, i romanzi fantastici di Matt Haig e la saga dell’Attraversaspecchi di Christelle Dabos.
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La casa editrice di questo mese è: NN Editore
Buona lettura a tutti!
𝑭𝑬𝑳𝑳𝑶𝑾𝑺𝑯𝑰𝑷 𝑷𝑶𝑰𝑵𝑻 di 𝑨𝒍𝒊𝒄𝒆 𝑬𝒍𝒍𝒊𝒐𝒕𝒕 𝑫𝒂𝒓𝒌
Agnes Lee e Polly Wister sono due vispe ottantenni che, insieme ad altri soci, condividono la proprietà di Fellowship Point, un’amena località situata nello stato del Maine. Amiche da sempre, sono una l’opposto dell’altra: Agnes, infatti, è una scrittrice di successo della serie di libri per bambini “Quando Nan” e, sotto pseudonimo, dei romanzi per adulti di “Franklyn Square”, non si è mai sposata, ha un carattere forte e deciso, dice sempre quello che pensa e lo fa senza tanti giri di parole. Polly, invece, è una donna dolce e remissiva che ha dedicato tutta la sua vita a compiacere gli altri, in particolare il marito Dick, un professore di filosofia pomposo e pieno di sé, che considera la moglie al suo servizio ventiquattr'ore al giorno.
Siamo all'inizio del Duemila e le inseparabili amiche si trovano a dover affrontare una vera e propria emergenza poiché scoprono che su Fellowship Point, paradiso della flora e della fauna, incombe un progetto di sviluppo turistico che ne distruggerebbe la bellezza incontaminata. Allo stesso tempo, Agnes è tormentata da Maud, una giovanissima editor che vuole convincerla a scrivere un memoir, e i suoi cugini Archie e Seela Lee accusano Robert Circumstance di furto…
“Fellowship Point” è un romanzo che, nonostante il considerevole numero di pagine, si legge tutto d’un fiato e in cui, oltre alle indimenticabili protagoniste, l’autrice ci presenta una galleria di personaggi ai quali non possiamo non affezionarci: dall’architetto paesaggista Robert Circumstance, amico da sempre delle due anziane signore, allo scrittore Virgil Reed e a sua figlia Nan, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita di Agnes; da Maud, appassionata fin da piccolissima dei romanzi di “Quando Nan”, a sua madre Heidi, personaggio dolente ed enigmatico.
Nel romanzo l’autrice tratta con grande delicatezza il tema dell’amicizia, soprattutto di quella femminile, ed è in grado di alternare episodi piacevoli e divertenti con altri estremamente drammatici e toccanti. Attraverso il racconto della vita e dei segreti di Agnes e Polly, inoltre, la Dark ci mostra anche quanto possa essere difficile essere donna: Agnes si è dedicata alla carriera, ma non è mai riuscita a crearsi una famiglia, mentre Polly, per essere la moglie e madre esemplare che tutti si aspettavano che fosse, ha dovuto mettere da parte le sue ambizioni e reprimere la propria intelligenza.
Lo splendore di Fellowship Point viene ampiamente descritto in modo poetico e suggestivo e non possiamo fare a meno di condividere l’amore che molti dei personaggi nutrono per questo magnifico territorio.
COSA MI È PIACIUTO
Ho amato moltissimo il romanzo e ho apprezzato particolarmente lo stile “cinematografico” dell’autrice: infatti, le immagini di quello che leggevo mi scorrevano davanti agli occhi, come se stessi guardando un film.
COSA NON MI È PIACIUTO
Nonostante abbia divorato il libro, mi ci è voluto un po’ per entrare nella storia perché l’autrice descrive l’ambientazione, la situazione di partenza e i personaggi con troppa dovizia di particolari.
L’AUTRICE
Alice Elliott Dark è autrice di romanzi, poesie e racconti. I suoi scritti sono apparsi su The New Yorker, Harper’s, The New York Times, Best American Short Stories. Il suo racconto In the Gloaming è stato inserito da John Updike nell’antologia The Best American Short Stories insieme ai più grandi autori della letteratura americana. Fellowship Point è in corso di traduzione in diversi paesi.
LA CASA EDITRICE
NNEditore ha avuto inizio il 19 marzo 2015, quando sono usciti in libreria “Benedizione” di Kent Haruf, e “Sembrava una felicità” di Jenny Offill. Fin dal nome - NN sta per nomen nescio, nome sconosciuto, come nella carta d’identità degli "orfani" di padre – la casa editrice ha voluto dare risalto al tema della ricerca d’identità nel mondo contemporaneo, insieme alla qualità della scrittura e all'empatia suscitata nei lettori dalla voce degli scrittori al di là dei generi e della nazionalità degli autori. Il catalogo di NN non ha collane, ma si sviluppa in Stagioni, Trilogie e Serie. Ogni stagione illumina un tema specifico legato alla ricerca d’identità, come il peso di ruoli e relazioni, l’eredità del passato, gli alleati e i nemici nella ricerca del proprio posto nel mondo. In questo modo, i libri sono legati tra loro da invisibili fili rossi, a costituire nel loro insieme un ideale percorso di lettura.
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La casa editrice di questo mese è: Voland Edizioni
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IGIENE DELL’ASSASSINO di Amélie Nothomb
Amélie Nothomb, scrittrice belga estremamente prolifica e molto amata, ha pubblicato il suo primo romanzo, “Igiene dell’assassino”, nel 1992. Si tratta di un’opera in cui i dialoghi, che occupano gran parte della narrazione, appaiono come dei duelli all'ultimo sangue tra i personaggi e sono caratterizzati da battute taglienti, da un botta e risposta che non lascia scampo.
Il protagonista è il famoso scrittore Prétextat Tach, vincitore del premio Nobel per la letteratura, un uomo solitario che da molti anni vive quasi recluso per dedicarsi a due grandi passioni: la scrittura e il cibo. Prétextat è un uomo obeso, repellente e sembra quasi che la bruttezza fisica si rispecchi anche nel carattere poiché l’uomo è misogino, cinico, intollerante, provocatore e del tutto restio a qualunque tipo di rapporto umano.
A ridosso della scadenza dell’ultimatum della Guerra del Golfo, si diffonde la notizia che l’ottuagenario scrittore sia affetto da una rarissima forma di tumore e ormai prossimo alla morte. I giornalisti di tutto il mondo chiedono a gran voce che Tach rilasci un’intervista, una sorta di testamento spirituale. A questo scopo, Ernest Gravelin, il segretario del Premio Nobel, sceglie cinque giornalisti e fissa un incontro al giorno con il grande autore.
I primi quattro, tutti uomini, vengono immediatamente messi a disagio e letteralmente massacrati dalla dialettica crudele e spietata di Prétextat. Tuttavia, la situazione si capovolge quando entra in scena l’ultima giornalista, l’unica in grado di tener testa al tremendo scrittore, l’unica ad aver letto tutte le sue opere. A differenza dei suoi colleghi, la giovane Nina ha uno scopo ben preciso: scoprire tutta la verità sull'unico romanzo di Tach ad essere rimasto incompiuto, un libro dal sapore autobiografico intitolato “Igiene dell’assassino”.
Nel romanzo troviamo due dei temi ricorrenti nella produzione letteraria della Nothomb: il tema del delitto, inteso come atto necessario per liberarsi dalla prigione fisica o psicologica che ci attanaglia, ma anche come cruento ricongiungimento con la parte più profonda di sé, e il tema del corpo come sede dell’espiazione e catalizzatore di ogni colpa. Nei romanzi della Nothomb, infatti, troviamo spesso personaggi descritti con caratteristiche fisiche raccapriccianti: ad esempio in “Igiene dell’assassino” il protagonista è grottescamente obeso.
COSA MI È PIACIUTO
Sono rimasta colpita dall'uso sapiente del linguaggio da parte dell’autrice: colto, tagliente, raffinatissimo ma, allo stesso tempo, essenziale. Ho anche apprezzato i dialoghi le cui battute sono affilate come rasoi.
COSA NON MI È PIACIUTO
Inizialmente, la trama molto intrigante e i dialoghi serrati, estremamente ironici e pungenti, hanno catturato la mia curiosità, ma da un certo punto in poi, ho notato un rallentamento nel ritmo della narrazione e il finale non è stato all'altezza delle mie aspettative.
L’AUTRICE
Amélie Nothomb è nata nel 1966 a Etterbeek. Figlia di un diplomatico belga, ha trascorso la sua infanzia tra il Giappone, la Cina, gli USA e il Bangladesh. Ha pubblicato il suo primo romanzo, “Igiene dell’assassino”, nel 1992 e, da allora, pubblica un libro all’anno alla fine di agosto. Ha vinto numerosi premi letterari come il Grand Prix du roman de l’Academie Française, il Prix René-Fallet e il Prix Alain-Fournier.
LA CASA EDITRICE
Voland edizioni nasce a Roma nel dicembre del 1994. Il marcato interesse per le letterature slave è da subito evidente, come dimostra anche il nome scelto, tratto dal romanzo “Il maestro e Margherita”, capolavoro del ’900 russo di Michail Bulgakov. Animata dalla volontà di far conoscere culture e mondi affascinanti attraverso letterature poco esplorate, ma di grande profondità, tra le proposte della casa editrice spiccano Georgi Gospodinov, Mircea Cartarescu e Zachar Prilepin. Accanto all'anima slava, la passione per la narrativa di qualità ha reso possibile la scoperta di Amélie Nothomb, dal 1997 fedelissima alla casa editrice che l’ha lanciata in Italia.
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La casa editrice di questo mese è: 21lettere
Buona lettura a tutti!
PUNTO DI FUGA di MIKHAIL SHISHKIN
“Per esistere devi vivere, non nella tua mente, che è così inaffidabile… ma in quella di un’altra persona, e non una persona qualunque, ma quella che ha a cuore la tua esistenza.”
Nel 1899, durante la guerra dei Boxer che vede contrapposti gli imperi coloniali, tra cui la Russia, e la Cina, due giovani innamorati, Sashka e Volodja, che hanno avuto la fortuna di incontrarsi e di vivere un breve periodo di perfetta felicità, sono costretti a separarsi poiché lui dovrà trascorrere un periodo di addestramento in un campo militare e poi andare a combattere al fronte. Per tenersi in contatto durante il periodo di lontananza, i due ragazzi si scrivono costantemente, ed ecco che la struttura di “Punto di fuga” di Mikhail Shishkin è quella di un romanzo epistolare in cui leggiamo alternativamente le lettere di Sashka e quelle di Volodja.
Tuttavia, ci accorgiamo ben presto che le missive non hanno un andamento diacronico perché il tempo non scorre allo stesso modo per entrambi. Le lettere di lui riguardano un momento storico breve e ben delineato dagli scontri e dalle battaglie di cui racconta. Quelle di lei, invece, si riferiscono ad un periodo molto più ampio in cui il tempo degli eventi e della memoria subisce una dilatazione. Ecco che i due, oltre ad essere lontani nello spazio, si allontanano anche nel tempo, procedendo l’uno accanto all'altra senza incontrarsi mai in una sorta di punto di fuga inverso.
Più che lettere rivolte ad un destinatario, gli scritti dei due fidanzati si configurano come due diari a senso unico in cui non ha importanza a chi si scrive, ma ciò che viene narrato. Per Sashka e Volodja si tratta di un’opportunità unica per mettere a nudo se stessi, raccontare con grande nostalgia i ricordi della propria infanzia in una sorta di lunga confessione, ma anche di un’occasione per parlare degli eventi del presente di entrambi: gli orrori della guerra per lui e il senso di solitudine, inadeguatezza e le difficoltà del vivere quotidiano per lei.
Gli elementi più interessanti del romanzo sono lo stile di scrittura, ma soprattutto la profonda capacità d’introspezione dell’autore che, in alcuni passaggi, mi ha ricordato mostri sacri della letteratura russa come Dostoevskij e Tolstoj. Anche se l’amore riveste un ruolo fondamentale, “Punto di fuga” non è un romanzo sentimentale, ma un’opera il cui fulcro è costituito dalla memoria, dalla guerra, dal lutto e dal potere salvifico della parola.
COSA MI È PIACIUTO
Ho amato molto il modo in cui Shishkin approfondisce la psicologia non soltanto dei protagonisti, ma anche dei personaggi che gravitano intorno a loro, rendendoli in tutto e per tutto degli esseri umani, con i loro vizi e le loro virtù. In alcuni punti del romanzo mi sono commossa, mentre altri mi sono sembrati di una crudezza quasi intollerabile.
COSA NON MI È PIACIUTO
La lettura del romanzo mi ha provocato dei sentimenti contrastanti. Mentre lo leggevo mi sentivo totalmente assorbita dalla narrazione tanto che non avrei mai voluto smettere. Una volta interrotta la lettura, però, l’idea di riprendere il libro in mano mi risultava insopportabile. Forse, come ha acutamente sottolineato Martina Asero (@imaandthebooks) “’Punto di fuga’ è un romanzo che racconta cose su noi stessi che non abbiamo voglia di sentire”.
L’AUTORE
Mikhail Shishkin figlio di un’insegnante di letteratura e di un ingegnere civile, è cresciuto nel centro di Mosca. Dissidente nei confronti del governo russo, oggi vive in Svizzera. I suoi libri sono tradotti in oltre 30 lingue e “Punto di fuga” ha vinto il Premio Strega Europeo 2022 a pari merito con “Primo sangue” di Amelie Nothomb.
LA CASA EDITRICE
21lettere è una casa editrice indipendente fondata da Alberto Bisi nel modenese, che si affaccia sul panorama editoriale nel 2020. Si tratta di un progetto editoriale che, nelle intenzioni, si basa sull'ascolto, elemento in contrasto alla contemporaneità sempre più urlata. “Tutto quello che c’è qui dentro è una combinazione di 21lettere più una manciata di segni di punteggiatura e 5 lettere straniere. Tanto basta. Il resto è dentro a una persona, e passa a un’altra persona”, si legge nel manifesto della casa editrice. Ascolto, inteso sia come attenzione verso le voci del panorama internazionale e apertura a nuove forme letterarie, e ascolto inteso anche come il caratterizzarsi da un ritmo lento. 21lettere, infatti, si propone di pubblicare sei libri ogni anno, per dedicare la giusta attenzione alle immagini, alla componente grafica e al materiale.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica @valentina_lettrice_compulsiva Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ (a darci l'idea è stata @misstortellino con il suo progetto #indiebooks).
La casa editrice di questo mese è: @polillo
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L’enigma della stanza impenetrabile di Derek Smith
“Con la locuzione enigma della camera chiusa o mistero della camera chiusa viene indicata una particolare varietà di romanzo o racconto poliziesco in cui l'indagine si svolge intorno a un delitto compiuto in circostanze apparentemente impossibili come quello scoperto in una camera chiusa dall'interno” (Wikipedia).
In questo tipo di romanzo poliziesco, lo scopo del lettore non è tanto quello di scoprire chi sia l’assassino, ma di capire in che modo il delitto sia avvenuto. La prima impressione è che il criminale sia svanito nel nulla, tanto che gli investigatori coinvolti nell’indagine brancolano nel buio; poi, man mano che l’inchiesta procede, ciò che a prima vista sembrava impossibile trova una spiegazione del tutto razionale. Ovviamente, lo scrittore dev’essere leale con il lettore, non può e non deve ingannarlo usando trucchi come finte pareti o passaggi segreti.
Tra gli esempi più famosi del genere ricordiamo Dieci piccoli indiani di Agatha Christie in cui la camera chiusa viene sostituita da una piccola isola, Il mistero della camera gialla di Gaston Leroux, Le tre bare di John Dickson Carr e il misconosciuto L’enigma della stanza impenetrabile di Derek Smith.
Questo romanzo, pubblicato nel 1953, nonostante sia poco noto ai più, è considerato un libro di culto dagli appassionati del genere, poiché presenta ben due delitti a prima vista impossibili da risolvere. Il primo riguarda Roger Querrin, figlio maggiore di una ricca famiglia inglese, proprietario di un’antica dimora alla quale è legata un’oscura maledizione. Lo scettico e incauto giovane, infatti, a pochi giorni dalle nozze con l’affascinante Audrey Craig, decide di trascorrere la notte proprio nella stanza in cui, secondo la leggenda, aveva trovato la morte un suo antenato. Il fratello Peter e Miss Craig, estremamente preoccupati per Roger, incaricano il giovane investigatore Algy Lawrence di occuparsi delle misure di sicurezza, nonostante le quali, allo scoccare della mezzanotte un urlo terrificante riecheggia per la casa. Il secondo delitto, strettamente legato al primo, avviene poco tempo dopo. Il finale lascerà anche il lettore più scaltro ed esperto senza parole.
COSA MI È PIACIUTO
Il romanzo è molto ben strutturato. Un capitolo dopo l’altro il lettore accompagna il detective Lawrence nella sua indagine, ed è impossibile non fare congetture sul nome dell’assassino e sulle modalità in cui sono avvenuti i delitti. Il finale è davvero sorprendente, in grado di lasciare senza parole il lettore più smaliziato. Ho apprezzato anche l’ambientazione che, per molti aspetti, mi ha ricordato la dimora in cui si svolge “L’assassinio di Roger Ackroyd” di Agatha Christie, uno dei miei gialli preferiti.
COSA NON MI È PIACIUTO
Quando leggo un romanzo, di qualunque genere sia, uno degli elementi che per me fa la differenza, è l’introspezione psicologica che qui, ahimè, è assente. I personaggi sono poco caratterizzati poiché gli elementi fondamentali del libro sono gli omicidi e l’indagine che ne consegue. Nonostante questo, è impossibile non empatizzare con il detective Lawrence, un giovane simpaticissimo e dalle spiccate doti investigative.
L’AUTORE
Derek (Howe) Smith (1926-2002), nacque a Lambeth, South London. Dalle scarse notizie biografiche si apprende che trascorse l’intera vita nella casa in cui era cresciuto e non si sposò mai. Arruolato verso la fine del secondo conflitto, venne colpito da una malattia polmonare che, dopo il congedo, lo costrinse a una lunga degenza in sanatorio. Scritto durante la convalescenza, "L’enigma della stanza" impenetrabile era stato concepito come un tributo a John Dickson Carr e Clayton Rawson, celebri specialisti dei delitti della camera chiusa. Il libro, uscito con una tiratura limitata, ebbe poca fortuna. Dovette passare oltre mezzo secolo prima che venisse ripubblicato e ricevesse la dovuta consacrazione.
LA CASA EDITRICE
Marco Polillo Editore (o Polillo Editore) è una casa editrice italiana fondata nel 1995 da Marco Polillo e la moglie Leslie Calise. Il suo catalogo spazia dal giallo al rosa, fino alla letteratura umoristica. La collana I Bassotti presenta una selezione di romanzi dell’età dell’oro del giallo, soprattutto dagli anni Venti ai Quaranta del Novecento. La collana I Mastini, invece, ripropone opere introvabili o inedite del filone poliziesco statunitense. Infine, la collana I Jeeves presenta romanzi di stampo umoristico.
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#bibliotecasanvalentino LettureIndie Inauguriamo oggi una nuova rubrica che avrà cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace. Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: LETTUREINDIE (a darci l'idea è stata Misstortellino con il suo progetto #indiebooks ). La casa editrice di questo mese è: Edizioni E/O Buona lettura a tutti! **Tre di Valerie Perrin** In questa torrida estate ho trascorso gran parte delle mie ferie cercando refrigerio in spiaggia in compagnia di un bel libro. Ho scelto appositamente romanzi dalle storie appassionanti, che non richiedessero una concentrazione eccessiva e quello che più mi ha lasciata interdetta è stato “Tre”, ultima fatica della scrittrice francese Valerie Perrin. Si tratta di un vero e proprio page-turner, uno di quei libri che si leggono tutto d’un fiato e che provocano emozioni contrastanti nel lettore. È la storia dell’amicizia profondissima tra Nina, Etienne e Adrien a partire dal 1986, quando si incontrano nel cortile della scuola il primo giorno della quinta elementare, fino al 2017, quando i tre sono ormai adulti. La narrazione procede con capitoli in cui si alternano gli eventi del passato relativi all'adolescenza dei protagonisti e quelli del presente, quando una macchina, con un corpo al suo interno, viene ritrovata nel lago vicino alla cittadina in cui è ambientata la storia. La narratrice del romanzo, Virginie, all'epoca compagna di classe dei tre amici, investiga per scoprire cosa sia accaduto. “Tre” è, a tutti gli effetti, un romanzo di formazione che tratta diversi temi oltre a quello della crescita, delle prime esperienze e dell’amicizia. Infatti, si parla anche della ricerca dell’identità, delle relazioni tossiche in cui l’amore si trasforma in ossessione e desiderio di controllo, della volontà di salvare le apparenze a qualunque costo, dei segreti che non osiamo rivelare a nessuno e che ci consumano nel profondo, oppure che raccontiamo alla persona sbagliata, rovinandoci la vita. I protagonisti sono molto diversi tra loro, ma si completano a vicenda: Nina è una ragazza forte e fragile allo stesso tempo, è cresciuta senza i genitori e per questo è più matura e responsabile dei suoi amici. Ha un grande talento artistico e una passione per i segreti…! Etienne è bello ed estremamente affascinante, dei tre è quello che ha una famiglia regolare, con due genitori, fratelli e sorelle; sembra il personaggio meno ambiguo, ma con il tempo tirerà fuori il suo lato più oscuro. Adrien è il più timido e introverso, quello che parla poco, ma osserva e ricorda tutto: è un po’ la memoria del trio e ha un particolare talento per la scrittura. COSA MI È PIACIUTO Di “Tre” ho amato i personaggi secondari che sono stati caratterizzati con particolare attenzione dall'autrice, soprattutto Pierre Beau, il nonno di Nina, Louise e Marie-Laure, rispettivamente la sorella e la mamma di Etienne. Inoltre, nel corso dei capitoli l’autrice cita moltissime canzoni degli anni ’80 e ’90, non solo di cantautori e gruppi francesi, come ad esempio gli Indochine, ma anche di band internazionali come gli U2, i Depeche Mode, gli INXS e i Nirvana tanto da creare una sorta di colonna sonora che mi ha riportata agli anni dell’adolescenza. COSA NON MI È PIACIUTO. Senza fare spoiler posso dire che, come nei romanzi precedenti, l’autrice ha la grande capacità di inserire dei colpi di scena a fine capitolo che ci lasciano letteralmente a bocca aperta. In “Tre”, però, l’autrice ha un po’ esagerato con i cliffhanger e, secondo me, alcuni elementi della
trama andavano trattati un po’ più approfonditamente. L'AUTRICE Valerie Perrin (1967) è una scrittrice, fotografa e sceneggiatrice francese. I suoi romanzi “Il quaderno dell’amor perduto” e “Cambiare l’acqua ai fiori” sono stati successi mondiali, vincendo anche dei premi letterari. LA CASA EDITRICE Edizioni e/o è stata fondata dai coniugi Sandro Ferri e Sandra Ozzola nel 1979 e pubblica libri di letteratura italiana e straniera. Lo scopo della CE è quello di creare ponti tra letterature di diversi paesi per stimolare il dialogo tra le culture. Infatti, il nome e/o sta per e/oppure, ma anche est/ovest, mentre il logo rappresenta una cicogna che viaggia nel mondo portando storie. La e/o presta da sempre un’attenzione particolare alla letteratura femminile, pubblicando le opere di autrici come Elena Ferrante, Lia Levi, Muriel Barbery, Christa Wolf e Alice Sebold, ma edita anche i noir di Massimo Carlotto e Jean-Claude Izzo, i romanzi fantastici di Matt Haig e la saga dell’Attraversaspecchi di Christelle Dabos.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ (a darci l'idea è stata Misstortellino con il suo progetto #indiebooks).
La casa editrice di questo mese è: Emons Libri & Audiolibri
Buona lettura a tutti!
LA SINFONIA DI FUOCO di Oliver Buslau
Uno dei ricordi più belli della mia infanzia è legato ai giorni di festa, quando al risveglio mia sorella Annalisa accendeva il registratore in salotto e, da vari punti della casa, impegnati in varie attività, ascoltavamo le sinfonie dei più grandi musicisti: Mozart, Čaikovskij, Vivaldi, Chopin e poi lui, il preferito di tutti: Ludwig van Beethoven. Capite bene che, quando ho visto nel catalogo della casa editrice Emons “La sinfonia di fuoco” di Oliver Buslau, un romanzo che racconta le modalità della prima esecuzione pubblica della Nona sinfonia del grande compositore tedesco, mi sono sentita in dovere di leggerlo e presentarvelo!
Il romanzo inizia nel 1874 quando il giovane Franz, violinista di indubbio talento, chiede al nonno Sebastian Reiser di raccontargli in quale occasione ha avuto l’onore di conoscere Ludwig van Beethoven. Insieme a Reiser, noi lettori facciamo un salto nel passato fino al 1824, anno in cui il grande compositore tedesco sta preparando a Vienna l’esecuzione del suo ultimo capolavoro: la Nona sinfonia.
Sebastian è un giovane di belle speranze che si trova ad affrontare una situazione difficile: la morte improvvisa del padre insieme a quella del suo mecenate, il nobile von Sonnberg, lo costringono ad abbandonare il castello in cui è cresciuto e a mettere da parte, almeno momentaneamente, il sogno di sposare Theresia, figlia di von Sonnberg e di diventare amministratore delle sue proprietà.
Reiser si reca a Vienna per risolvere il mistero di un criptico messaggio lasciato da suo padre prima della sua morte che riguarda Beethoven e la sua sordità. Nella città asburgica si respira un clima molto pesante. Pochi anni prima, nel 1815, i grandi d’Europa si sono riuniti per il Congresso che ha cercato di cancellare con un colpo di spugna tutti i mutamenti legati alla Rivoluzione francese, alle guerre napoleoniche e ripristinare gli antichi privilegi. Ecco che, in un’atmosfera così opprimente, la Nona sinfonia, con il suo messaggio di pace e fratellanza, così rivoluzionaria per i canoni dell’epoca, suscita reazioni contrapposte: da una parte i solerti funzionari statali agli ordini del cancelliere Metternich vedono in essa messaggi oscuri e pericolosi per l’ordine costituito e tentano in tutti i modi di impedirne la rappresentazione; dall’altra, confraternite segrete di studenti universitari ordiscono mortali attentati contro l’odiata aristocrazia.
Senza lavoro e sospettato di sedizione dalla polizia, grazie ai suoi studi musicali, Reiser trova posto come violista nell’orchestra che eseguirà la Nona sinfonia e riuscirà a conoscere il suo idolo.
“La sinfonia di fuoco” è un thriller storico che ha tutti gli elementi del romanzo d’avventura: una trama rocambolesca ricca di inseguimenti, omicidi, misteri e, nonostante sia un’opera di finzione, è caratterizzata da una ricostruzione storica molto precisa.
COSA MI È PIACIUTO
Ho apprezzato la trama avventurosa e, durante la lettura, mi sono emozionata ogni volta che entrava in scena Beethoven con la sua criniera leonina e il collo taurino.
COSA NON MI È PIACIUTO
Quando parla della situazione politica del periodo, a volte l’autore si lascia prendere un po’ troppo la mano e utilizza un linguaggio ampolloso e retorico che non sempre si lega al resto della narrazione.
L’AUTORE
Oliver Buslau ha studiato musicologia, letteratura tedesca e biblioteconomia. Alla fine degli anni Novanta ha esordito nella narrativa con la serie di Remigius Rott, il detective privato di Wuppertal. Ha pubblicato numerosi gialli storici ambientati nel mondo della musica, suona il violino in un’orchestra amatoriale e collabora con varie riviste musicali ed emittenti radiofoniche.
LA CASA EDITRICE
Emons Libri & Audiolibri nasce a Roma nel dicembre 2007 dall’incontro tra l’esperienza dell’affermato editore tedesco Hejo Emons, Axel Huck, Viktoria von Schirach e un’appassionata squadra italo-tedesca. La scommessa era quella di portare al grande pubblico l’audiolibro in Italia, un modo antico e insieme attuale di godere della bellezza delle opere letterarie. Emons punta inizialmente sulla narrativa contemporanea, privilegiando, quando possibile, la lettura degli autori stessi, e diventando presto casa editrice leader nel settore. Dal 2014 la Emons ha scelto di rinsaldare anche i legami con la tradizione editoriale creando due collane cartacee: “111”, guide insolite delle principali città europee e italiane e “Gialli tedeschi”, traducendo la migliore letteratura tedesca del genere Krimi.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ (a darci l'idea è stata Misstortellino con il suo progetto #indiebooks).
La casa editrice di questo mese è: Utopia Editore
Buona lettura a tutti!
LA SAGA DI VIGDIS di Sigrid Undset
“Dimmi la verità su quest’unica cosa, madre: hai mai amato Viga-Ljot?” Vigdis scoppiò a piangere e nascose il volto contro il collo del cavallo. “Come avrei potuto odiarlo così a lungo... Questo era il peggio: che fra tutti gli uomini era il solo che avrei voluto amare”. In una Scandinavia medievale in cui gli dei pagani hanno iniziato a cedere il passo al cristianesimo, due giovani belli e di buona famiglia, la norvegese Vigdis e l’islandese Ljot, si incontrano e si innamorano, ma non sono destinati a stare insieme. Infatti, a causa della gelosia e del suo orgoglio, Ljot compirà una serie di azioni culminanti con lo stupro di Vigdis che, da quel momento in poi, non potrà che odiarlo con la forza e la costanza che si riservano a chi è stato tanto amato, ma ha compiuto un atto imperdonabile. I due vivranno una vita infelice lontani l’uno dall'altra, poiché non riusciranno a dimenticare il forte sentimento che, anche se per breve tempo, li ha uniti.
“La saga di Vigdis” della scrittrice Premio Nobel Sigrid Undset è una storia cupa di amore, odio e vendetta, una tragedia narrata con lo stile tipico della saga medievale. Il linguaggio è scarno, essenziale e ricco di formule, quelle perifrasi che sottintendono un significato preciso, noto al pubblico che ascoltava la narrazione dei racconti epici scandinavi. Nel romanzo, ad esempio, si parla spesso di “bagnare i capelli nel sangue”, una formula che indica il compimento di una vendetta nei confronti di un uomo che ha commesso un atto di ingiustizia verso una donna. Inoltre, Vigdis è una fanciulla risoluta, dal carattere forte, colei che incarna i valori del grande spirito nordico, un sentimento di ineluttabilità legato ad un fato avverso che, tuttavia, non le impedisce di perseguire i propri valori: la riconquista dell’onore perduto e l’indipendenza da una società che la condanna per ciò che è stata costretta a subire.
COSA MI È PIACIUTO
Ho amato moltissimo sia la storia di Vigdis e Ljot che lo stile dell’autrice. Nonostante il linguaggio sia scarno ed essenziale, i dialoghi tra i personaggi traboccano di sentimento e, leggendoli, mi sono emozionata.
COSA NON MI È PIACIUTO
In questo romanzo non c’è niente che non abbia apprezzato, ma avrei preferito un finale meno tragico.
L’AUTRICE
Sigrid Undset è nata nel 1882 ed è cresciuta a Oslo. Una serie di vicissitudini familiari, tra cui la morte prematura del padre, non le hanno consentito una formazione scolastica serena e regolare. Ha iniziato a scrivere molto presto ed è diventata, ancora giovane, una delle voci più autorevoli della letteratura norvegese ed europea. Si è distinta come autrice di romanzi storici, saghe e agiografie, spesso di ambientazione medievale. A Sigrid Undset è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura nel 1928 “per la sua imponente descrizione della vita nordica durante il medioevo”.
LA CASA EDITRICE
Utopia è una casa editrice europea di lingua italiana fondata a Milano nel gennaio del 2020. La poetica editoriale di Utopia è improntata alla selezione rigorosa di letteratura di qualità. Il catalogo ospita alcune tra le voci più rappresentative della narrativa e della saggistica contemporanee, europee e straniere, in traduzione italiana. La coerenza tra i singoli libri, capitoli di un unico volume, ossia il catalogo, è la pietra fondante di Utopia. Il valore letterario, la poetica e la grafica dei libri sono espressioni concrete di questa coerenza. Ed è perciò che Utopia non propone libri che si vendono, ma vende i libri che si devono proporre.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ (a darci l'idea è stata Misstortellino con il suo progetto #indiebooks).
La casa editrice di questo mese è: Blackie Edizioni
Buona lettura a tutti!
OLTRE LE MAPPE di Alastair Bonnett.
“Sono sempre più convinto che camminare sia l’unico vero modo per viaggiare, tutto il resto non è altro che un attraversamento veloce”.
Siamo a fine giugno, estate e caldo torrido, le ferie tanto agognate sono ormai vicine e il desiderio di viaggiare alla volta di qualche meta sconosciuta si fa strada nella nostra mente. Ecco che da un angolino della mia libreria fa capolino “Oltre le mappe” di Alastair Bonnett. Il sottotitolo è tutto un programma: “Un viaggio allucinante verso luoghi ignoti”. Come resistere?
Si tratta di un saggio divulgativo in cui l’autore, professore di Geografia Sociale all’università di Newcastle, ci presenta, in 39 brevi capitoli, altrettante storie di luoghi straordinari, molti dei quali non sono presenti sulle mappe. Bonnett ci racconta di isole ribelli, arcipelaghi semisconosciuti, luoghi contesi, enclave misteriose, utopie affascinanti, luoghi fantasma e altri talmente nascosti da sembrare inesistenti.
Con uno stile chiaro, semplice, diretto e ricco di humour inglese, l’autore ci descrive questi territori raccontandoci la loro storia ma, soprattutto, mettendone in evidenza le caratteristiche geografiche, morfologiche e le peculiarità scientifiche. Nonostante sia un saggio è quasi più appassionante di un romanzo, tant’è che l’ho divorato in un paio di giorni, imparando anche tante cose interessanti. Ad esempio, il motivo per cui alcune zone del nostro mondo stanno per inabissarsi, mentre più a nord le terre stanno pian piano riemergendo: tutto a causa dello scioglimento dei ghiacciai! Inoltre, in uno degli ultimi capitoli, Bonnett ci parla di Doggerland, un territorio che esisteva durante l’ultima era glaciale nel Mar Nero del Nord e che è stato inondato da un tremendo tsunami nel 7000 a.C., proprio a causa dell’innalzamento del livello dei mari.
COSA MI È PIACIUTO
Il saggio è appassionante e incuriosisce il lettore. Ogni capitolo è una vera scoperta e, come dice l’autore, “…serve a farci venire voglia di esplorare il mondo”.
COSA NON MI È PIACIUTO
L’unico neo è la mancanza di illustrazioni e mappe a corredo delle storie narrate dall’autore: il libro ne sarebbe stato sicuramente arricchito.
L’AUTORE
Alastair Bonnet è nato a Epping, periferia di Londra, nel 1964. Sin da piccolo prova un affetto speciale per il suo villaggio, guardando alla grande città come a una forza invasiva e una minaccia in grado di spezzarne via l’incanto. Questa relazione tra individuo e spazio diventa il fulcro di tutto il suo lavoro. Durante l’adolescenza scarabocchia quaderni interi con le sue prime poesie, finché non comincia a dedicarsi esclusivamente alla saggistica. Professore di Geografia Sociale all’università di Newcastle, Bonnett affianca alla sua produzione in vesti di accademico quella di autore di libri destinati al grande pubblico. Di Bonnett, Blackie Edizioni ha pubblicato, con grande successo "Fuori dalle mappe: un viaggio fantastico in luoghi inesplorati" (2020).
LA CASA EDITRICE
Blackie Edizioni è una casa editrice spagnola e italiana il cui nome ricorda quello di una cagnolina morta in tarda età, la quale, probabilmente, aspirava all’immortalità! Ed è esattamente questo che la casa editrice desidera per i libri che pubblica. Infatti si tratta di volumi rilegati con i materiali migliori che regalano al lettore un’esperienza tattile molto appagante. Le copertine coloratissime sono delle piccole opere d’arte e il catalogo di Blackie è estremamente eclettico e interessante.
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