#giovani alessandrini
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 25 days ago
Text
Parti con Giosef: opportunità di mobilità giovanile europea ad Alessandria. Un evento dedicato ai giovani per scoprire progetti Erasmus+, Corpo Europeo di Solidarietà e DiscoverEU
Alessandria, 9 dicembre 2024 – L’Informagiovani del Comune di Alessandria e l’Assessorato alle Politiche Giovanili organizzano “Parti con Giosef”, un evento informativo dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni che desiderano scoprire opportunità di formaz
Un incontro per costruire il proprio futuro in Europa Alessandria, 9 dicembre 2024 – L’Informagiovani del Comune di Alessandria e l’Assessorato alle Politiche Giovanili organizzano “Parti con Giosef”, un evento informativo dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni che desiderano scoprire opportunità di formazione, crescita personale e mobilità in Europa. L’incontro, realizzato in collaborazione…
0 notes
koufax73 · 4 months ago
Text
PeM Contest 2024: a Mirabello Monferrato i giovani talenti alessandrini
Ieri sera si è tenuta al Country Sport Village di Mirabello Monferrato (Alessandria) la finale del PeM Contest, la competizione che vede confrontarsi alcuni dei migliori talenti della provincia piemontese sul palco del PeM, Parole e Musica in Monferrato, manifestazione che da ben diciannove anni si occupa di portare talenti musicali famosi e meno famosi sulle colline di questo tratto dell’Italia…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
pietroalviti · 4 months ago
Text
Supino, All together now la rende più bella e più accogliente
di Chiara Alessandrini L’ottava edizione dell’All Together Village si è conclusa con successo, offrendo serate davvero indimenticabili grazie all’organizzazione impeccabile dell’associazione All Together Now. È essenziale sottolineare l’impegno di questi giovani ragazzi che, da anni, si dedicano a rendere il paese un luogo sempre più accogliente. Un aspetto significativo del Village è…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
lamilanomagazine · 1 year ago
Text
Pesaro: Inaugurata la riqualificata pista da ballo del Parco dei Tigli a Borgo Santa Maria.
Tumblr media
Pesaro: Inaugurata la riqualificata pista da ballo del Parco dei Tigli a Borgo Santa Maria. A Borgo Santa Maria si torna a ballare sulla riqualificata pista del Parco dei Tigli. «Uno spazio della socialità, dell'incontro, della condivisione e di vita molto importante per i residenti del Quartiere 8», hanno sottolineato l'assessore al Fare Riccardo Pozzi e alla Solidarietà Luca Pandolfi. La nuova pavimentazione della pista polivalente di Pozzo è stata realizzata grazie ad un contributo del bilancio partecipativo, «un intervento – continua Pozzi - che migliora la fruibilità di un luogo frequentato da tante persone, soprattutto diversamente giovani». «Un meraviglioso risultato – ha commentato il presidente del Quartiere 8 Michele Alessandrini –, una collaborazione proficua culmine di una ulteriore crescita del rapporto tra associazioni del territorio e Consiglio di Quartiere». La riqualificazione nasce dalla collaborazione tra Comune di Pesaro, Centro Aggregazione Socio Culturale Parco dei Tigli e Consiglio di Quartiere 8. «Un passo importante verso la responsabilizzazione e la risoluzione di piccole ma prioritarie problematiche nei diversi territori».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
lotto-extracts · 2 years ago
Text
Competenze in meccatronica per i giovani diplomati di Teramo ... - AbruzzoLive
Teramo. Ieri, alle 10:30, nell’Auditorium dell’Iis Alessandrini-Marino di Teramo, è stato presentato a genitori ed alunni delle classi quinte il nuovo corso post-diploma in Meccatronica che l’ITS Academy per il Made in Italy – Sistema Meccanica di Lanciano farà partire il prossimo ottobre proprio nell’istituto teramano.Il  nuovo corso di automazione e sistemi meccatronici è stato presentato da…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
tempi-dispari · 2 years ago
Photo
Tumblr media
New Post has been published on https://www.tempi-dispari.it/2023/01/10/ibridoma-la-musica-cambia-la-vita/
Ibridoma, la musica cambia la vita
In questa intervista, Leonardo Ciccarelli, bassista degli Ibridoma, spiega come è arrivato nella band, il cammino discografico del combo e il nuovo disco. Racconta anche aneddoti della vita on stage e come il far parte della band gli abbia cambiato la vita. Tutta da leggere.
Una presentazione per chi non vi conosce. Possiamo dire siate dei veterani del movimento metal e rock italiano, secondo la vostra esperienza, come si è evoluto, sia a livello qualitativo, sia quantitativo?
Ciao a tutti, noi siamo gli Ibridoma e veniamo dalle Marche. La band è nata nel 2001 da un’idea del batterista Alessandro Morroni. Per completare la formazione ha chiamato Christian Bartolacci alla voce, Lorenzo Petrini al basso, Pietro Alessandrini alla chitarra solista e Simone Mogetta alla chitarra ritmica. Questa formazione ha prodotto il primo EP “Lady of darkness”. Dopo alcuni anni Pietro decide di lasciare la band cedendo il posto a Marco Vitali. Con lui registrano nel 2006 “Page 26”.
Anno 2008, anche Lorenzo lascia il ruolo di bassista a me (Leonardo Ciccarelli). Nel 2010 pubblichiamo il nostro primo album, l’omonimo “Ibridoma”. Arrivati al 2012 pure Simone lascia cedendo il posto di chitarra ritmica prima a Daniele Monaldi, presente su “Night club”. A lui subentra Sebastiano Ciccalè. Sebastiano è entrato prima come session per registrare “Goodbye nation” (2014), ma è rimasto ufficialmente con noi fino al 2021. Con lui abbiamo registrato gli album “December” (2016) e “City of ruins” (2018). Purtroppo l’anno scorso anche Sebastiano ha lasciato il gruppo per dedicarsi maggiormente ad atri progetti personali.
E’ stato degnamente sostituito da Lorenzo “Fiskio” Castignani, che, nonostante la giovane età, si è dimostrato più che capace, dimostrandolo nel nuovo album “Norimberga 2.0”.
Sesto disco, come vi sentite cambiati? Cosa avete imparato strada facendo?
Sicuramente ci sentiamo più maturi. In fondo abbiamo iniziato che eravamo tutti abbastanza giovani. Adesso alcuni di noi sono padri di famiglia. Nonostante tutto la voglia di suonare è rimasta la stessa degli inizi. L’esperienza ci ha permesso di migliorare molto, sia dal punto di vista musicale che professionale.
Doveste iniziare adesso, scegliereste un genere diverso?
Probabilmente no. Facciamo questa musica semplicemente perché è il genere che amiamo maggiormente, indipendentemente da quanto possa essere popolare. Se dovessimo fare qualcosa che non ci piace difficilmente riusciremmo a rendere bene anche dal vivo e molto probabilmente lasceremmo perdere quasi immediatamente.
Il rock, e il metal in modo particolare, è morto?
Proprio morti no, ma di sicuro hanno dovuto cedere qualche passo in favore di altri generi nel corso di questi ultimi anni. Bloccando i concerti a causa del covid, rock e metal hanno avuto una diffusione minore rispetto al pop e ad altri generi che bene o male vengono tramessi più diffusamente.
I vostri testi prendono spunti dall’attualità, anche, sono il risultato di un collaborazione corale o vengono scritti solo da uno di voi?
Nonostante tutti quanti contribuiamo alle tematiche delle canzoni i testi vengono scritti quasi esclusivamente dal nostro cantante Christian Bartolacci. Il resto di noi si trova più a suo agio ad esprimersi attraverso lo strumento piuttosto che a parole.
Un momento particolarmente divertente della vostra lunga esperienza live?
Una scelta davvero difficile. Ogni volta che si parte per qualche data praticamente torniamo peggio dei ragazzini delle superiori che vanno in gita. Comunque quello che ricordiamo più divertiti è stato il soundcheck prima del nostro concerto a Mosca di spalla ai Sabaton. C’era il fonico che correva dietro al nostro cantante che, per testare il microfono wireless che gli avevano dato, andava saltellando e correndo in giro per tutto il teatro.
Il vostro ultimo lavoro sta avendo un ottimo riscontro, ve lo aspettavate?
Onestamente speravamo che andasse bene, ma non immaginavamo fino a questo punto. Siamo entusiasti dei risultati che sta ottenendo. Siamo molto grati a tutti coloro che ci stanno supportando e apprezzando. Speriamo di poter fare meglio anche con i lavori futuri.
Avete fatto da supporto a diversi big. Una band per la quale vi piacerebbe aprire oggi, qual è?
Indubbiamente la risposta è la stessa di quando abbiamo iniziato, Iron Maiden tutta la vita. E’ la band che praticamente ci ha spinto tutti ad iniziare a suonare e che ancora oggi ascoltiamo almeno un paio di volte al giorno.
Un consiglio, o un punto di vista, ai giovani che vogliono intraprendere la carriera musicale?
Al giorno d’oggi intraprendere la carriera musicale è dura, soprattutto per il fatto che con i social sono praticamente “tutti sul mercato” per così dire. L’unico consiglio che ci sentiamo di dare a chi voglia diventare musicista professionista è quello di ascoltare di tutto e di cercare di essere il più versatile possibile. Magari potrà non essere essenziale, ma di sicuro agevola parecchio.
Avete artisti di riferimento la cui carriera e il cui lavoro ancora vi stupisce?
Artisti di riferimento ne abbiamo a tonnellate. Partendo dai già citati Maiden fino ad arrivare a Korn, Megadeth, Six Feet Under, Bon Jovi, Fear Factory e molti altri. Effettivamente che ad oggi ci hanno stupito sono gli Skid Row, devo dire che il loro ultimo lavoro a nostro parere è davvero notevole.
Anche se non suona come un prodotto italiano, quanta italianità c’è nel vostro disco?
Di italianità, almeno secondo noi, ce n’è parecchia. Soprattutto nei temi trattati, anche perché la maggior parte delle nostre canzoni tratta temi che riguardano in particolar modo la nostra società ed il nostro paese. Ovvio che alcuni argomenti sono tranquillamente applicabili ad altri paesi, ma il nostro primo pensiero riguarda l’Italia.
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta.
Una domanda che non ci hanno mai fatto è stata “Quanto la musica ha cambiato le vostre vite?”. La risposta sarebbe: parecchio. Il nostro chitarrista Marco Vitali, con la musica ci lavora a tempo pieno. Il resto di noi, comunque, ha praticamente sviluppato più o meno la propria carriera e la propria vita privata in funzione di supporto e sviluppo della band.
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste?
Davvero una bella domanda, forse David Bowie, ma piuttosto che un’intervista preferirei una bella chiacchierata davanti ad una bella birra. Probabilmente finirei per chiedergli com’è stato vivere la musica dagli anni ‘60 in poi, ignari di stare scrivendo la storia della musica moderna.
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge
Un ringraziamento a tutta la redazione di Tempi Dispari per lo spazio concessoci. A tutti i lettori che sono rimasti con noi fino alla fine di quest’intervista. Aspettiamo di rivederci ancora a qualche concerto sia come artisti che come fan. Stay Metal _\m/
youtube
0 notes
ultragooner89 · 8 years ago
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Gio dos Santos 🙌 
8 notes · View notes
tarditardi · 5 years ago
Photo
Tumblr media
"Tornerà", prodotta da Stefano Pain & Friends, vede protagonista Alessandria ed un invito a rialzarsi dopo l'emergenza
Per uscire dall'emergenza Covid-19, commercianti, artigiani, professionisti e amministratori si uniscono in un brano composto da Stefano Pain & Friends
Tante sono le strategie messe in atto per fronteggiare l'emergenza Covid-19 e per sollecitare la comunità a resistere con "pazienza", ma anche a unirsi in un'ideale "coalizione" per risollevarsi, tutti insieme, e iniziare quel percorso di "ritorno alla normalità" che tutto il Paese attende.
Alessandria, in questo, non è da meno e, tra le tante iniziative realizzate, va segnalata una canzone nata da un'idea dei due noti dj's alessandrini Stefano Pain e Francesco Pittaluga, protagonisti, tra l'altro, dell'ultima edizione del Capodanno di Alessandria.
"Tornerà" è il titolo del brano composto da Stefano Pain & Friends, accompagnato da un video che sarà pubblicato sui canali social dell'Amministrazione Comunale e che rientra a pieno titolo nel progetto #alessandriasocial (lanciato proprio in occasione del Capodanno, mediante il quale il Comune promuove eventi e iniziative che valorizzano il protagonismo degli artisti alessandrini).
L'opera è stata completamente realizzata "da casa", con gli interpreti che hanno prestato gratuitamente il proprio contributo in smart working come omaggio alla Città, alla sua resilienza e alla sua capacità di far fronte alle avversità e risollevarsi.
Le parole del testo – che si riportano in calce al comunicato – sono particolarmente significative in tal senso e richiamano, oltre alle difficoltà del momento che tutti stanno vivendo, la voglia di tornare quanto prima alla normalità della vita.
Il testo è stato scritto a sei mani da Stefano Pain, Alessandro Marella e Davide Boveri, mentre l'arrangiamento musicale è stato curato da Matteo Mussoni.
Molte sono le persone coinvolte nella realizzazione del brano che vede tra gli interpreti Stefano Pain, Raimondo Russo, Federico Aime, Mike Patitucci, Cherima Fteita, Francesco Pittaluga, Davide Boveri, Davide Buzzi Langhi, Alessandro Marella, Nicola Imbres e Raul Donovan.
Il "Coro" è composto dalle voci di Martha Miller, Sara Caldarella e Matteo Festa.
Per il Mix&Master Samuele Bernardi & Matteo Mussoni, mentre la comunicazione e video-editing è stata curata da FP Consulting from DDSTAFF.it.
Il video musicale che accompagna il brano è caratterizzato da una serie di immagini mixate della Città di Alessandria con i diversi video-messaggi raccolti di amici, commercianti, artigiani, professionisti… che hanno colto l'importanza di sostenere fattivamente questa proposta.
Il brano – nel veicolare complessivamente un intenso messaggio di speranza e di "ripartenza" per Alessandria – intende inoltre valorizzare l'azione svolta dalla Fondazione Solidal Onlus e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che, nell'emergenza Covid-19, hanno promosso la raccolta fondi a sostegno degli Ospedali della provincia di Alessandria.
«Il valore aggiunto di questa canzone – dichiara il Sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco – sta innanzitutto nel profondo senso di coinvolgimento della nostra comunità alla realizzazione del progetto. Per questo ringrazio sentitamente Stefano Pain & Friends per l'idea e per la qualità con cui la hanno concretizzata. Un brano musicalmente eccellente e pieno di quell'ottimismo e quella fiducia che, mediante il riferimento al "tornerà" utilizzato come titolo della canzone, si esplicita nel video realizzato in cui compaiono i tanti amici di Stefano Pain e Francesco Pittaluga. Il ringraziamento quindi si estende a tutti loro, insieme ai commercianti, artigiani, professionisti alessandrini coinvolti: una squadra che, grazie al coinvolgimento della Protezione Civile e pure a due Assessori della nostra Giunta Comunale, testimonia come Alessandria abbia tutte le energie per riprendersi speditamente da questa drammatica emergenza e per guardare alle prossime settimane con rinnovato senso di ottimismo, con la tipica operosità degli alessandrini e con una sana dose di sincero orgoglio cittadino».
«Più volte, con i miei amici e collaboratori, ci siamo chiesti quale poteva essere il nostro contributo per la Città in questo lungo periodo di quarantena – ha spiegato il dj Stefano Pain –. Inizialmente avevamo pensato ad alcune opportunità rivolte più che altro al mondo dei giovani e della movida, ma non ci sembrava abbastanza. Nel corso di una di queste lunghe notti, mentre stavo lavorando su una base, l'ispirazione mi ha portato alla stesura di un primo testo in cui ho messo insieme pensieri e sensazionilegati a questo difficile periodo che certamente sono condivise da molti di noi: la malinconia, la mancanza di libertà, ma soprattutto la voglia di tornare, al più presto, alla nostra quotidianità, la voglia di riprenderci i nostri spazi, il nostro lavoro, i nostri momenti di libertà.
Con i miei collaboratori e amici, Francesco Pittaluga in particolare, abbiamo tentato di trasformare queste note e queste parole nella voce della Città, affiancando nella registrazione voci diverse, dalla lirica al rap per raggiungere un target di pubblico il più ampio possibile. Dove non è arrivata la voce, arrivano le immagini: il video che accompagna le note è la sintesi delle diverse realtà imprenditoriali del territorio che si sono schierate al nostro fianco, a titolo gratuito. Tutti i contributi che ci hanno inviato, ognuno da casa propria, lo ribadisco, sono stati montati insieme per restituire il quadro emozionante di una comunità che non si arrende e che è pronta a ripartire. Ringraziamo di cuore tutte le persone e le istituzioni che ci hanno aiutato e sostenuto in questo progetto: il Comune di Alessandria, La Stampa, Il Piccolo, Radio Gold, Radio Alex, Radio Vertigo One, Andrea Cherian di "Creative Academy", Danilo Rossini e tutti gli amici commercianti e artigiani e professionisti che hanno collaborato alla realizzazione del video ufficiale».
«Tra le diverse componenti della nostra comunità – sottolineano il Vicesindaco Davide Buzzi Langhi e l'Assessore alle Manifestazioni ed eventi Cherima Fteita (a cui Stefano Pain & Friends hanno chiesto di prestare, insieme ad altri, la propria voce nella canzone) – quella degli artisti è, senza dubbio, una realtà importante che, con il proprio operato e le proprie performances, promuove Alessandria in molteplici contesti, anche nazionali e internazionali.
Questa realtà, al pari di molte altre, è stata profondamente colpita dall'emergenza Covid-19 e dall'impossibilità momentanea di svolgere la propria attività artistica. Sotto questo aspetto, il brano che Stefano Pain & Friends hanno composto e realizzato non solo va apprezzato per la qualità musicale e l'alta ispirazione che sapientemente unisce il messaggio veicolato dalle parole con la scelta delle linee melodiche, della componente ritmica e strumentale impiegata e della struttura complessiva della canzone, ma al contempo mette in luce la grande vitalità del mondo artistico alessandrino. Una vitalità che non si ferma di fronte a questa emergenza pandemica e allo sconforto verso l'incertezza del "domani", ma anzi in qualche modo si rafforza e, con il sostegno di tanti amici, esprime il desiderio – o meglio, la convinzione che il linguaggio artistico riesce meglio di altri a trasmettere – che la quarantenadel momento finirà, che Alessandria "dal Covid uscirà", che Alessandria… "tornerà". Come Amministrazione Comunale ci sentiamo al fianco di Stefano Pain & Friends e, nel ringraziarli per quanto hanno prodotto, intendiamo insieme al Sindaco e alla Giunta sostenere le diverse realtà artistiche, creative e culturali della Città che, al  pari di quelle produttive, commerciali e artigianali hanno sofferto in queste settimane e meritano ogni attenzione per una celere ripresa della normalità che valorizzi l'intera nostra comunità alessandrina».
Di seguito il testo della canzone "Tornerà"
TORNERÀ (di Stefano Pain & Friends)
Un'altra notte insonne passata in quarantena tanta gente dorme mentre altra trema il suono delle sirene che ti fan pensare a quanti oggi soffrono in un ospedale. Questo virus ci ha voluto allontanare rimane solo uno sguardo per poter parlare. I nostri amici sono diventati nemici ci dicono state distanti se non avete mascherina e guanti. Alessandria è ferma negozi chiusi, piazze vuote e la strada deserta. Tutti uniti per la nostra città aspettando che apra le proprie attività. Dico che la noia è diventata libertà qui il tempo non passa l'hanno messo in pausa lontano dai guai, lontano dai bar. Un sei famoso in una stanza dimmi chi è la star. Io non credo ma ci vedo soltanto una soluzione fermarsi e programmare il futuro della nazione. Mi vedi nei colori perché io vesto di nero io rimango a casa per vedere ancora il cielo. Alessandria città di Gagliaudo, di Umberto Eco dalle grandi industrie, ospedali e università dal Covid 19 uscirà. Tornerà musica e movida la gente per le strade. Abbracciami non è finita. Tornerai. Cullami tra i fiumi riprendi la tua vita. Alessandria tornerà. Musica e movida senza doverci odiare. Abbracciami non aspettare. Tornerà la gente per le strade l'amore respirare. Alessandria Alessandria tornerà Alessandria tornerà. COMUNICATO REDATTO DA  [email protected] E DIFFUSO GRATUITAMENTE DA LTC
special adv by ltc - lorenzo tiezzi comunicazione
2 notes · View notes
corallorosso · 6 years ago
Photo
Tumblr media
Piazza Fontana, quando morì Pinelli, in questura c’erano i depistatori dei servizi segreti DI PAOLO BIONDANI Nella notte in cui morì Pinelli, in questura a Milano non c'erano solo i normali poliziotti. C'era anche uno squadrone di agenti e alti dirigenti del servizio segreto civile dell'epoca, l'Ufficio affari riservati, inviati da Roma con una missione di depistaggio: incastrare gli anarchici milanesi per la strage di piazza Fontana e per l'intera catena di attentati esplosivi del 1969, che inaugurarono gli anni del terrorismo politico in Italia. Una pista rivelatasi falsa, totalmente demolita dalle indagini e dai processi che negli anni successivi hanno comprovato le responsabilità dei veri criminali di opposta matrice ideologica: l'estrema destra eversiva. In questi tempi di leader politici e ministri che sdoganano movimenti apertamente neofascisti, giovani che si lasciano irretire da ex terroristi neri condannati per banda armata, neonazisti che tornano alla violenza e inneggiano al razzismo, anarchici delinquenti che spediscono pacchi-bomba per ferire o uccidere, la storia dell'innocente ferroviere Giuseppe Pinelli, arrestato ingiustamente per un eccidio infame e morto misteriosamente dopo un interrogatorio costellato di accuse false, andrebbe spiegata nelle scuole, ai tanti ragazzi che poco o nulla sanno di piazza Fontana e delle troppe vittime dirette e indirette degli anni di piombo. ... La pista anarchica frana solo a partire dal 1971, quando a Castelfranco Veneto si scopre un arsenale di armi ed esplosivi del gruppo nazi-fascista guidato da Franco Freda e Giovanni Ventura. La svolta fa riemergere altre prove fino ad allora ignorate, come le intercettazioni eseguite da un ottimo poliziotto di Padova (nel frattempo rimosso) e la testimonianza di un insegnante veneto, Guido Lorenzon, a cui lo stesso Ventura aveva confessato la strage del 12 dicembre 1969, pochi giorni dopo, organizzata «per favorire un golpe». A quel punto le indagini passano a Milano, dove il giudice Gerardo D’Ambrosio, con i pm Luigi Fiasconaro ed Emilio Alessandrini (poi ucciso dai terroristi rossi di Prima Linea), raccolgono prove gravissime contro quella cellula veneta di Ordine nuovo. L’inchiesta milanese accerta, tra l'altro, che Freda ha acquistato una partita di «timer a deviazione» identici a quelli della strage (e delle altre 4 bombe del 12 dicembre '69). Nel 1973, dopo l’arresto (e prima della provvidenziale fuga in Argentina), Ventura arriva a confessa tutti gli altri attentati esplosivi del 1969, tranne piazza Fontana. Quindi è il gruppo Freda che ha collocato le bombe in stazione, in fiera e sui treni delle vacanze, per cui furono invece incarcerati ingiustamente gli anarchici milanesi. ... Nei successivi processi di questi anni, da Milano a Brescia, le sentenze dichiarano dimostrata, grazie a nuove prove, la responsabilità storica anche per piazza Fontana degli stessi terroristi neri Freda e Ventura, non più processabili perchè ormai assolti. Sulla morte di Pinelli, invece, non c'è ancora giustizia. Il libro di Brogi ricostruisce però importanti pezzi di verità. Partendo da un verbale dimenticato, ritrovato nell'archivio di Stato, si scopre che in questura a Milano, durante il fatale interrogatorio, c'erano almeno nove agenti segreti, guidati da Silvano Russomanno, un ex fascista repubblichino diventato il numero due dell'Ufficio affari riservati. Sono gli stessi agenti che con la «squadra 54» hanno creato la falsa pista anarchica. Ed è Russomanno in persona che ha raccolto i falsi elementi contestati a Pinelli, nel vergognoso tentativo di incastrarlo per le bombe sui treni.... Dagli atti risulta che solo un carabiniere si precipita nel cortile, dove Pinelli è ancora agonizzante. Tutti i poliziotti (come gli agenti segreti di cui per anni si ignora perfino la presenza) restano invece nei loro uffici in questura, senza curarsi delle condizioni della vittima. Eppure, dopo l'arrivo degli infermieri, un appuntato di fiducia dei capi s'infila nell'ambulanza con il ferito gravissimo. Ed entra addirittura nella sala operatoria dell'ospedale, dove resta fino alla morte di Pinelli. Il libro riconosce che a tuttoggi non è emerso alcun riscontro oggettivo all'ipotesi di un omicidio o di un pestaggio alla Cucchi, ma conclude che troppi fatti anomali, come l'assurdità di mandare un agente in sala operatoria a sorvegliare un moribondo, continuano a sollevare interrogativi inquietanti: «Perché tutto ciò? Cosa si temeva che dicesse Giuseppe Pinelli?»
9 notes · View notes
giancarlonicoli · 5 years ago
Link
30 mag 2020 19:47
“WALTER TOBAGI? I RIFORMISTI NON PIACCIONO A QUESTO PAESE” - IL RICORDO DI CHIARA BERIA DI ARGENTINE: “LA SERA PRIMA DELL’OMICIDIO, AL CIRCOLO DELLA STAMPA, ERANO VOLATI URLA E INSULTI CONTRO TOBAGI. SO BENE CHE CHI SI ESPOSE INSULTANDO QUELLA SERA TOBAGI NON HA NULLA A CHE FARE CON CHI LA MATTINA DOPO SPARÒ. PERÒ MI DOMANDO: POSSIBILE CHE ANCHE DOPO 40 ANNI NESSUNO DEI GIORNALISTI PRESENTI E URLANTI DICA ALMENO CHE QUELLA SERA AVEVA SBAGLIATO?”
-
Chiara Beria di Argentine per il “Corriere della Sera”
Caro direttore, nel complimentarmi con tutti voi per il libro dedicato dal Corriere a Walter Tobagi che mi auguro venga diffuso nelle scuole e letto da tanti giovani vorrei, se me lo consenti, aggiungere una riflessione e un ricordo.
28 maggio 1980. All' improvviso nel pomeriggio arrivò a trovarmi mio padre Adolfo. Quarant'anni fa ero a casa in congedo di maternità (il mio secondo figlio Matteo era nato il 6 maggio) dal lavoro di inviato al settimanale Panorama. Erano ore serene (per me) fino a quando non ascoltai cosa voleva dirmi e chiedermi papà. Ricordo quei momenti: fu una delle rarissime volte nella sua vita (è scomparso il 26 luglio 2000) che lo vidi piangere. Dalla tv avevo già appreso l'ennesima, tragica notizia. Questa volta la vittima era un giornalista del Corriere, Walter Tobagi.
Non sapevo però che Tobagi, presidente dell'Associazione lombarda giornalisti e Beria, neopresidente dell'Associazione nazionale magistrati e collaboratore dal 1973 del Corriere stavano lavorando a un progetto comune. Non solo si erano confrontati la sera prima dell'omicidio a un «acceso» dibattito sul segreto istruttorio al Circolo della Stampa (come ricorda Massimo Fini nel capitolo «L'ultima notte» del libro curato da Giangiacomo Schiavi, ndr) ma dovevano rivedersi per creare i comitati «Giustizia e Stampa».
Rewind al tragico 1980. Quando il 23 marzo come leader della corrente Giustizia e Costituzione accetta di assumere l' impegno di presidente dell' Anm, Beria aveva visto uccidere dai terroristi uno dopo l'altro alcuni dei suoi amici e colleghi più cari da Girolamo Tartaglione, direttore Affari Penali del ministero di Giustizia (Roma, 10 ottobre 1978); a Emilio Alessandrini (Milano, 29 gennaio 1979); a Vittorio Bachelet, vicepresidente del Csm (Roma, 12 febbraio 1980); a Girolamo Minervini direttore del Dap (Roma, 18 marzo 1980); a Guido Galli (Milano, 19 marzo 1980).
Una ondata di sangue che spazzò via uomini coraggiosi e integerrimi come testimoniato nel vostro libro sia dall'articolo che scrisse proprio Tobagi in morte di Alessandrini che dalle parole trovate da Luigi Ferrarella nel suo intervento «La solitudine dei magistrati sotto tiro».
Ecco di solitudine vorrei ora parlarvi. Seguito il feretro di Minervini che era stato ucciso dalla Br sul bus che prendeva per andare al ministero (non voleva esporre a pericoli una scorta; oggi a sentire in tv nella trasmissione di Giletti che il posto di capo del Dap «fa gola» mi vengono i crampi, ndr) Beria come disse anche al presidente Pertini credeva che uno dei terreni per dare massima operatività alla lotta al terrorismo fosse quello di costruire un dialogo tra gli operatori dei due settori («..gli pareva che l' informazione peccasse di superficialità o di sensazionalismo...» cit. Franzinelli-Poggio. Storia di un giudice italiano, Rizzoli).
Nel giovane ma già così esperto e lucido Tobagi aveva trovato più che un prezioso interlocutore. Ma i riformisti non piacciono in questo Paese. E quella sera, mi raccontò papà, al Circolo della Stampa erano volati urla e insulti. Angosciato e molto amareggiato mi chiese chi era questo e quel tal collega urlante. Posso solo immaginare la tristezza dell' ultima notte di Tobagi. Ovviamente da cronista che poi ha seguito e intervistato negli anni ben noti brigatisti (dalla Braghetti a Gallinari) so bene che chi si espose insultando quella sera Tobagi non ha nulla a che fare con chi la mattina dopo sparò.
Non solo. Sono la prima ad aver fatto nella mia lunga vita di lavoro molti errori però mi domando: possibile che anche dopo 40 anni nessuno dei giornalisti presenti e urlanti dica almeno che quella sera aveva sbagliato? Amen.
Del resto, in queste ore di anniversari noto anche che tanti togati che dentro e fuori il Csm ostacolarono Giovanni Falcone non hanno mai avuto un minimo, laico ravvedimento.
Aprile 1992. L' ultima volta che parlai con Falcone mi chiese se gli editoriali che scriveva su La Stampa erano oggetto di critica. Sempre solitudine, a un passo dalla morte. Per il resto quei «non sono samurai» sono tutti più o meno a spasso; Benedetta Tobagi ha scritto parole d' oro in questo 40° anniversario; in memoria di quella generazione di uomini - giornalisti, giudici, servitori dello Stato - dell' inchiesta sugli ex vertici dell' Associazione nazionale magistrati con relative intercettazioni mi fa male solo a parlarne.
0 notes
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
Alessandria e Giffoni Experience: Un Protocollo d’Intesa per Promuovere la Cultura Cinematografica
Firmato un accordo strategico per coinvolgere le giovani generazioni nel mondo del cinema e favorire lo sviluppo culturale.
Firmato un accordo strategico per coinvolgere le giovani generazioni nel mondo del cinema e favorire lo sviluppo culturale. Il Comune di Alessandria e il celebre Giffoni Experience hanno siglato un protocollo d’intesa per promuovere la cultura cinematografica tra le giovani generazioni. L’accordo, firmato il 13 novembre 2024 presso il Municipio di Alessandria dal Vice Sindaco Giovanni Barosini e…
0 notes
pietroalviti · 2 years ago
Text
Supino, torna il carnevale sabato 18 febbraio
di Chiara Alessandrini Torna finalmente a Supino, dopo quasi tre anni di stop dovuti alla pandemia da COVID-19, la sesta edizione del “Carnevale a sorpresa”, evento organizzato dall’associazione ALL TOGETHER NOW in collaborazione con il Comune Di Supino e le altre associazioni del territorio.Il Grande evento è previsto per sabato 18 febbraio 2023 a partire dalle ore 14:30. Giovani e meno giovani…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
junker-town · 6 years ago
Text
The 6 ways to build an MLS squad
Tumblr media
Thanks to the league’s complex roster rules, there are a lot of different ways to build a winner. Or a loser.
By a combination of legitimate financial concerns, cheapskate owners, and a tight business relationship with U.S. Soccer, MLS is a boondoggle of bizarre rules. Some are intended to usher star players into the league, while other aim to develop American talent. Many of the league’s restrictive rules attempt to foster parity, preventing the gap from the best and worst teams from getting too big.
And because of this labyrinth of rules, there are a lot of different ways to build a successful team. Some of the best teams in MLS focus on taking advantage of the league’s incentives to develop their own talent. Others just go out and splash cash, figuring out clever ways to spend more than $30 million against a “salary cap” of about $4 million. Most of the bad teams in MLS use the restrictive rules as an excuse to do absolutely nothing, skating by with the knowledge that the best teams can never open up an insurmountable gap.
Understanding what teams are doing and why can be difficult to decipher because of the laws and bylaws that they’re picking apart. To help boil it down going into the 2019 season, I categorized teams’ squad-building philosophies in six different ways. If you don’t like how your team is represented here, yell at your team’s cheap and/or dumb owner instead of me.
1. Why build infrastructure when you can sign Zlatan?
The LA Galaxy get a category all to themselves, with a massive asterisk. They have the potential to be the league’s most well-rounded club in terms of internal player development, scouting, and acquisition of superstars. But right now they’re a mess of a club that counts on big names to solve all of their problems.
A hilarious lack of planning has landed the Galaxy in a pickle. They have four Designated Players* and only three DP slots. All four players — Giovani dos Santos, Jonathan dos Santos, Romain Alessandrini, and Zlatan Ibrahimovic — are on big enough contracts that the Galaxy virtually can’t use any of the league’s cap figure-reducing mechanisms to make it so they’re not DPs anymore. Assuming MLS isn’t going to change the rules overnight (possible!), the Galaxy have three options: 1) Get rid of one of these players, 2) continue to pay one an exorbitant salary to not be on the roster, or 3) convince one to take an enormous voluntary pay cut.
*The actual rule is complicated, but for the uninitiated, the short version is: Designated Players count for $500,000 against the salary cap despite costing their teams much more than that.
Every time the Galaxy suck on the field and see their attendance plummet, they react by signing the biggest name currently available on the market, leaving them in this awkward situation. They could probably afford to be a bit more picky with their DP signings and wait for the perfect acquisitions if they had a good scouting operation and academy to develop a pipeline of first team players, but they don’t.
But good news, Galaxy fans! New general manager Dennis te Kloese is the former youth technical director for the Mexican boys youth national team program, and a lot of his job involved recruiting Mexican-Americans from California to join up with El Tri instead of the USMNT. He has both a deep knowledge of and affinity for youth players in LA, so expect the Galaxy to do a much better job of utilizing the best academy in the country going forward. It also helps that new head coach Guillermo Barros Schelotto comes from Boca Juniors, a club where the directors expect managers to put talented teenagers in the shop window.
We’ll be having a much different conversation about the Galaxy a year from now. But for now, they deserve to be mocked.
2. Let’s spend as much as possible and see what happens
A huge shoutout to the teams that are really, truly trying their best. That’s not to say all of these teams are well-run and successful, but no one can accuse them of being cheap or conservative.
Good version: Atlanta United — In just their second season in MLS, Atlanta captured the MLS Cup, led by stars Josef Martinez and Miguel Almiron. The latter player was recently sold to Newcastle United for approximately $25 million, more than doubling Atlanta’s investment in the Paraguayan star. They spent about $15 million each on Ezequiel Barco and Pity Martinez, the two most expensive transfer fees in MLS history. They also spent $60 million on their training facility.
“But they get to play in a brand new NFL stadium rent free,” fans of other teams cry. To which the only appropriate response is: U mad.
OK version: Toronto FC — Before Atlanta came along, Toronto was the league’s model franchise. Their multiple stadium expansions, massive payroll, and Supporters Shield-MLS Cup double made them look like a goliath that could not be stopped. Now they’re very much in Atlanta’s shadow and facing the difficult task of replacing one of the league’s best ever players, Sebastian Giovinco. Their 4-0 loss to Independiente in CONCACAF Champions League suggests that they are going to stink until they make some big transfers, but they still deserve credit for pushing the league forward.
Bad version: Colorado Rapids — Don’t laugh. I know you’re wondering how the hell the Rapids ended up in this category, but it seems like they spend about as much as they reasonably can. They just have insanely low revenue compared to the league’s top teams. I’m not here to defend the Kroenke family — billionaires and perpetually mediocre sports owners — but they’ve been willing to lose like $10 million a year on this team.
3. Hello, yes, we are an MLS team
Most teams in MLS take a nice, safe, mixed approach to squad building. They sign one international star, a half-dozen solid, mid-level international players, some MLS veterans, and use their academy to churn out a couple MLS-level homegrowns. They don’t spend that much, nor are they particularly cheap. They scout for value abroad, but they’re not innovative. Their fans have nothing to complain about.
Good version: Seattle Sounders — The Sounders are one of the bigger spenders in MLS, but they’re also one of the league’s top revenue earners. Majority owner Adrian Hanauer has discussed the need to balance winning on the field with not losing a shitload of money, and he’s done a really good job of that. Even if he hasn’t spent at Atlanta and LA Galaxy levels, the signings of Clint Dempsey and Nicolas Lodeiro were ambitious. The Sounders’ academy and USL setup have progressed nicely. They’ve won an MLS Cup and they make the playoffs every year, usually with a first-round bye. The Sounders are a very well-run organization.
OK version: Half the league — I’m not going to list them, but if you don’t see your team mentioned specifically in this piece, they fit here. Your favorite team is not particularly ambitious, weird, or stupid. They’re just a pretty good and smart team. Congrats! This is a fine type of team to be a fan of. They win championships occasionally and rarely piss you off.
Bad version: Chicago Fire — International superstar Bastian Schweinsteiger! Extremely good goal-scorer Nemanja Nikolić! Homegrown gem and budding USMNT star Djordje Mihailovic! But also: Letting good players walk! A minus-13 goal differential and constant feuds with your own fans!
The Fire are weird, man.
4. Cheap but trying, a.k.a. “building from within”
Some teams don’t see a lot of value in signing big name international players or filling all three of their DP slots. That’s fine if you have a real strategy, or if you’re genuinely broke. And hey, maybe American soccer would be better off if rich teams took some lessons from these organizations.
Good version: New York Red Bulls — If I was a New York Red Bulls fan, I’d be pretty skeptical about the team’s reluctance to sign an international megastar following Thierry Henry’s departure. Henry was a roaring success, after all. And plus, the team is in the biggest media market in the country, is owned by a company worth more than $10 billion, and plays in a gorgeous stadium that was funded by taxpayers. Y’all really can’t get a serious, big-name DP?
But hey, if you’re going to be cheap, at least be cheap the way the Red Bulls are cheap. They won the 2018 Supporters’ Shield with a record points total despite changing coaches midseason. The spine of the team was made up of two homegrown signings — Tyler Adams and Sean Davis — and their defense was anchored by Aaron Long, who didn’t make his MLS debut until three years after he left college. Long started for the USMNT this January, and looks like he’ll have a big role in the national team going forward.
All three of those players spent significant time with USL affiliate Red Bulls II before establishing themselves as first team players. The Red Bulls currently have seven players signed to homegrown deals, plus another seven players on their roster who played significant minutes for Red Bulls II before winning roles with the senior squad. They’re doing a great job of identifying players who have the talent to be MLS starters and providing them with an environment to get better.
Yes, the Red Bulls are cheap, but the USMNT also wouldn’t have Tyler Adams and Aaron Long without them.
OK version: FC Dallas — Dallas has churned out more homegrown players than anyone else in the league. They currently have eight on their roster, and several more recent Dallas academy graduates play on other MLS squads. Those players have been instrumental in Dallas’ playoff runs. But Dallas’ lack of an owned-and-operated USL team has meant that a lot of their products have been asked to sink or swim in MLS way too early. Who knows how good Dallas could be if they had a Red Bulls-like setup to help former homegrowns who didn’t quite work out, like Bryan Leyva and Alejandro Zendejas.
FCD finally has its own USL team — North Texas SC — after years of resistance. Hopefully that leads to more of its academy products becoming good first team players.
Bad version: Philadelphia Union — The Union are certainly not without potential. Their homegrown centerback duo of Mark McKenzie and Auston Trusty — both excellent USMNT Under-20 players — suggests that Philly’s academy-to-MLS pipeline has turned a corner. Union head coach Jim Curtin has stated that they are committed to building through their academy and giving chances to as many young players as possible. But so far, the Union are the least successful of the teams operating under this model, with more disappointments than successes from their academy and draft picks (sad piano music plays for Zach Pfeffer and Josh Yaro).
5. Cheap and not really trying
Weirdly, I find that fans of these teams are willing to go to bat for their owners on Twitter? I’m not really sure why. Shoutout to these guys for doing juuuuuuust enough to keep the mob at bay, I guess.
Bad version: FC Cincinnati — Cincinnati gets a little bit of benefit of the doubt by virtue of being an expansion team. We have not seen them play yet, so we can’t say with any degree of certainty that they’ll be bad. They also have two Designated Players, so it could be a lot worse. But their roster looks bad and they haven’t been aggressive in scouting and recruiting international talent. They have a squad of veteran USL stars and MLS castoffs. They’ve essentially assembled a team of guys that other MLS teams didn’t think were good enough.
Worse version: Minnesota United — In their expansion season, Minnesota had a historically poor defense, allowing 70 goals. They did nothing to improve that defense in the offseason and allowed 71 goals the following year. They didn’t fire their coach. Osvaldo Alonso and Ike Opara — both over 30 and with significant injury histories — are the new acquisitions being counted on to fix the problem. New DP midfielder Ján Greguš might help too, but believing in this team requires a lot of blind faith.
6. I’m just here so I don’t get fined
Do Lew Wolff and Bob Kraft know that they own soccer teams? Well, it’s hard to say.
Bad version: San Jose Earthquakes — I have a suspicion that we will be talking about the Quakes in different terms shortly. Matías Almeyda is an ambitious head coaching hire, and he probably wouldn’t have taken the job unless he was convinced that the club’s infrastructure was improving rapidly. But the Quakes have consistently stunk for five years, signed a lot of very bad players, and still rely on 36-year-old Chris Wondolowski to generate most of their attacking output. They’ve tanked the careers of promising youngsters with ruthless efficiency — Tommy Thompson, in particular, comes to mind — and generally embarrassed themselves at every turn.
Wondo is a saint and deserves better. It sucks that this team won’t compete for a title until after he’s no longer able to play at a high level.
Worse version: New England Revolution — Every talented player they’ve had in the last three years has asked to leave, and their big offseason acquisition was Aston Villa and Depor washout Carles Gil. I am certain that the Krafts care more about their Overwatch team than the Revs.
There are lots of ways to build an MLS team. The Revolution are the absolute worst. If you give this team your money, you are being scammed.
0 notes
we-got-the-a-team · 8 years ago
Link
Here are the 2017 MLS players who make as little as or less than maximum NWSL salary:
None of them. The MLS minimum salary is $53,004. The NWSL maximum salary is $41,700.
Here are the 2017 MLS players who make in base salary (not counting guaranteed compensation) as much as or more than the combined 2017 team salary caps for all 10 teams’ 20-player NWSL rosters ($3.150,000):
Kaka
Michael Bradley
David Villa
Sebastian Giovinco
Andrea Pirlo
Bastian Schweinsteiger
Jozy Altidore
Giovani Dos Santos
Clint Dempsey
In other words, MLS teams pay these 9 players as much money as the total money it would take for 90 NWSL franchises to pay their combined 1,800 players.
Kaka, who makes a base salary of $6.6 million, earns enough money in salary to pay Marta’s $41,700 salary 158 times. That’s enough for nearly 8 full NWSL rosters full of Martas.
Or to put it another way, Kaka makes enough money to pay 232 NWSL players at $28,350, the median of the NWSL’s minimum and maximum salaries. That’s 10 rosters of 23-players each. The NWSL roster size maximum is 20.
Here are the 2017 MLS players who make as much as or more than the 2017 team salary cap for a 20-player NWSL roster ($315,000):
Diego Valeri
Maximiliano Moralez
Tim Howard
Miguel Almiron
Yura Movsisyan
Nemanja Nikolic
Romain Alessandrini
Shkelzen Gashi
Bradley Wright-Phillips
Fredy Montero
Nicolas Lodeiro
Fanendo Adi
Alejandro Bedoya
Osvaldo Alonso
Federico Higuain
Sebastian Blanco
Kevin Doyle
Josef Martinez
Roger Espinoza
Xavier Kouassi
Albert Rusnak
Simon Dawkins
Kei Kamara
Antonio Nocerino
Chris Wondolowski
Lucas Melano
Mauro Diaz
Mix Diskerud
David Accam
Kyle Beckerman
Maurice Edu
Jonathan Mensah
Giles Barnes
Matt Besler
Matias Laba
Graham Zusi
Juninho
Matteo Mancosu
Carlos Carmona
Hector Villalba
Sacha Kljestan
Erick Torres
Laurent Ciman
Roland Lamah
Victor Vazquez
Brek Shea
Liam Ridgewell
Benjamin Angoua
Benny Feilhaber
Jermaine Jones
Jelle Van Damme
Gaston Sauro
Gyasi Zardes
Vadim Demidov
Gerso Fernandes
Dom Dwyer
Darlington Nagbe
Jonathan Spector
Chris McCann
Johan Kappelhof
Luciano Acosta
Diego Chara
Michael De Leeuw
Lee Nguyen
Gonzalo Veron
Carlos Gruezo
Juan Agudelo
Steven Birnbaum
Jahmir Hyka
Ilsinho
Jay Simpson
Haris Medunjanin
Aurelien Collin
Florian Jungwirth
Ola Kamara
Ignacio Piatti
Nick Rimando
Daniel Royer
Yordy Reyna
Roman Torres
Danny Hoesen
Alberth Elis
David Mateos Ramajo
Will Johnson
Antonio Mlinar Delamea
Dax McCarty
Chris Pontius
Matt Hedges
Kenwyne Jones
Carlos Rivas
Fredrik Gulbrandsen
David Ousted
Marcelo Sarvas
Cristian Techera
Kevin Molino
Christian Ramirez
Joao Plata
Maxime Chanot
Ashley Cole
Bill Hamid
Chad Marshall
Kendall Waston
Marco Donadel
Roland Alberg
Alexander Ring
Ricardo Clark
Dominic Oduro
Michael Parkhurst
Will Bruin
Jack McInerney
Maynor Figueroa
DaMarcus Beasley
In other words, each of these individual players makes more than the combined full salaries of every unallocated player on most NWSL rosters.
tl;dr: NWSL players need to unionize
7 notes · View notes
Text
STRAALESSANDRIA2018
UNIAMO LE SPONDE
BORSALINO VIVE NELL’IDENTITÀ DI TUTTI GLI ALESSANDRINI NEL MONDO!
Dal sito organizzatore di StrSalessandria:
XXIII° edizione Appuntamento per tutti l’ 11 maggio 2018 per realizzare la ventitreesima edizione della corsa stracittadina. L’edizione 2018 conferma: luogo di partenza sarà il Ponte Meier simbolo della nuova Alessandria; luogo d’arrivo tornerà ad essere Piazza della Libertà. Il valore simbolico del percorso si riflette nello slogan “UNIAMO LE SPONDE!” parte fissa del marchio StraAlessandria, a testimonianza dello spirito di solidarietà della gara e della nostra comunità. Questa 23° edizione fa suo l’appello di solidarietà per la difesa dell’attività produttiva della BORSALINO che è patrimonio economico e storico della nostra città: BORSALINO VIVE NELL’IDENTITÀ DI TUTTI GLI ALESSANDRINI NEL MONDO! Venerdì 11 maggio 2018 corriamo con Borsalino in testa e nel cuore. Le attività progettuali programmate grazie alle risorse che la gara 2018 mette a disposizione sono:
Tumblr media
I GIOVANI PROGETTANO PER LA CITTÀ Viene messa a disposizione, a un gruppo di giovani già formati e con esperienza nel campo della progettazione, la somma necessaria per elaborare una proposta di recupero urbano e di rivitalizzazione di un’ area storica della città individuando un percorso concreto di fattibilità, le possibili fonti di finanziamento, il ruolo della società e delle istituzioni. In particolare la proposta dovrà individuare possibilità di riutilizzo condiviso per attività culturali, economiche e occupazionali. La proposta è gestita in collaborazione ICS Onlus – ACSAL – Comune di Alessandria.
DIRE CUCIRE ACCUDIRE Il progetto, al suo secondo anno, impegna giovani rifugiati formati professionalmente in laboratori: di comunicazione linguistica, di sartoria e di cura alla persona. Le attività intraprese: percorsi Clil di insegnamento delle materie scolastiche in lingua veicolare; apertura della sartoria FIDIA in Via Dossena 27; assistenza a persone in stato di necessità. Il progetto si avvale anche del contributo della Fondazione SociAL, di associazioni (Social Domus, Cambalace, Auser), di collaborazioni private (Centro Down, Coompany, Cissaca, San Benedetto) e istituzionali (Istituto Scolastico Fermi-Nervi, Prefettura, Comune e Provincia).
Tumblr media
CAMBOGIA E TANZANIA LA COOPERAZIONE DI ALESSANDRIA NEL MONDO Cento nuovi allacciamenti all’acqua potabile in Cambogia per le famiglie povere nella provincia di Kampong Thom agli acquedotti realizzati da ICS consorzio e implementati da ICS Onlus: n° 50 allacciamenti a Staung e di n° 50 allacciamenti a Taing Krasaing. Con questo i due acquedotti arriveranno cosi a servire 18000 abitanti. Gambe per correre e braccia per giocare in Tanzania al centro di riabilitazione fisioterapica Cheshire Home a Miali, provincia di Dodoma, cuore della Tanzania, dove da dodici anni il Dott. Carlo Origo, primario di Ortopedia dell’ospedale infantile di Alessandria, interviene con una equipe in prevalenza alessandrina. Centinaia di bambini dei villaggi operati e riabilitati. La festa sportiva sarà per tutti con: la straragazzi, la partecipazione degli atleti diversamente abili e la gara insieme ai detenuti della CR San Michele e della CC Cantiello Gaeta.
  Servizi foto e video Giuseppe e Andrea Amato.
ALESANDRIA. XXIII EDIZIONE STRALESSANDRIA 2018. STRAALESSANDRIA2018 UNIAMO LE SPONDE BORSALINO VIVE NELL’IDENTITÀ DI TUTTI GLI ALESSANDRINI NEL MONDO! Dal sito organizzatore di StrSalessandria:
0 notes
fashioncurrentnews · 7 years ago
Text
AD Choice – Seven for the Future
Si è tenuto il 19 aprile, allahiice Palazzina Appiani all’Arena di Milano, l’evento di presentazione del progetto AD CHOICE – Seven for the Future, ideato dal direttore di AD – Architectural Digest, Ettore Mocchetti. In questo progetto di impostazione poliennale AD, in qualità di Tutor, mira a promuovere la creatività di sette giovani designer e/o dei loro Studi di progettazione, under 35, italiani ed operanti in Italia, già ben avviati sul mercato ma ancora alla ricerca di una consacrazione definitiva.
La scelta dei designer è il frutto di un’attenta indagine sulla loro attività professionale basata su parametri progettuali quali la funzionalità, l’estetica, l’ergonomia, la componente emozionale e la presa sul mercato. Il ruolo di tutor così come configurato da AD, prevede di monitorare il lavoro dei progettisti con incontri nei loro atelier, la pubblicazione sulla Rivista delle loro storie e dei loro prodotti, l’opportunità di interfacciarsi con importanti aziende del settore e, alla fine del percorso annuale, l’esposizione dei progetti e delle realizzazioni in un evento speciale.
I nomi dei designer selezionati per il 2018 sono stati svelati nel corso dell’evento: Luca Alessandrini, Andrea Bonini, Matteo Cibic, Ilaria Innocenti e Giorgio Laboratore (Studio Li-do), Marco Lavit Nicora (Lavit Atelier), Federico Peri, Paolo Emanuele Nava e Luca Maria Arosio (Nava+Arosio Design). Nel presentarli Ettore Mocchetti  ha osservato: “Più di un premio che, con l’inflazione che c’è oggi in tal materia, rischia l’oblio nel giro di poco tempo, sono convinto che la nostra iniziativa costituisca per i selezionati un’occasione unica per entrare in contatto con un’ampia platea di aziende, interior designer e operatori del settore, e quindi per arricchirsi professionalmente e per acquisire visibilità là dove la visibilità ha un valore”.
L’evento è stato reso possibile anche grazie a SEAT, che per l’occasione ha messo a disposizione di un editor di AD la Arona, l’ultimo crossover arrivato in Casa SEAT, durante tutta la settimana del Salone. Grazie a un’ampia gamma di vetture, la casa automobilistica fondata a Barcellona risponde in maniera innovativa alle esigenze di mobilità dei clienti di oggi. Per seguire l’iniziativa #DesignTourWithSEATarona.
Thanks to CULTI MILANO e Carvico SpA, tessuti indemagliabili elasticizzati dal 1962.
L'articolo AD Choice – Seven for the Future sembra essere il primo su Vogue.it.
from Vogue.it https://ift.tt/2Hfyk4x from Blogger https://ift.tt/2HPHplY
0 notes