#audiovisivi
Explore tagged Tumblr posts
Photo
webtvstudios #glamour #fashion #style #love #beauty #model #makeup #portrait #photography #like #glam #instagood #art #moda #romavideoeventi #riccione #tv #audiovisivi #interviste #social #serviziaudiovisivi #mare #webtvstudios #febbraio2023 #marketing #pubblicità (presso Web Tv Studios) https://www.instagram.com/p/CouIOrcN7w6/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#glamour#fashion#style#love#beauty#model#makeup#portrait#photography#like#glam#instagood#art#moda#romavideoeventi#riccione#tv#audiovisivi#interviste#social#serviziaudiovisivi#mare#webtvstudios#febbraio2023#marketing#pubblicità
4 notes
·
View notes
Text
Il problema del gender sono gli adulti che giocano con le subculture adolescenziali
ull’ultimo numero della rivista New Media & Society ho letto un saggio sfrenatamente ellittico del mediologo canadese Bertram W. Holofernes che penso possa avere un interesse extra-accademico. Lo riassumo quindi a beneficio dei lettori, nella speranza che mi seguano fino in fondo e che ci trovino qualche utilità. Fin dal titolo, “Age trouble”, il saggio fa dichiaratamente il verso al libro più famoso di Judith Butler, “Gender trouble”. L’idea centrale – che in un primo momento mi è parsa bizzarra ma poi, pagina dopo pagina, mi ha conquistato – è semplice: ciò a cui assistiamo negli ultimi anni non è un ingarbugliamento dei generi, è semmai un ingarbugliamento delle età della vita che ha scelto il genere (ancorché non solo quello) come suo terreno elettivo. Non sono i pilastri del maschile e del femminile a essere abbattuti, ma quelli dell’infanzia e dell’età adulta, e il loro crollo ha lasciato sul campo le macerie di un’adolescenza informe e interminabile.
Holofernes si rifà al libro del 1985 di Joshua Meyrowitz, “Oltre il senso del luogo”, e alla sua tesi ormai classica secondo cui i media elettronici, unificando i pubblici, li hanno anche amalgamati. Se il libro stampato consentiva di tenere separati i canali d’informazione – letteratura femminile, letteratura per l’infanzia, ecc. – la televisione li ha fatti convergere su un solo schermo, un solo palcoscenico sociale. Gli effetti di questa implosione, secondo Meyrowitz, sono stati tre: l’indistinzione tra maschile e femminile, la confusione tra infanzia e maturità, la sovrapposizione tra sfera pubblica e privata (e la conseguente presentazione del politico come uomo comune). Ebbene, Holofernes sviluppa la tesi di Meyrowitz sostenendo che la nuova battaglia dei sessi e dei generi non è un’estensione della prima “conflation” (maschile e femminile) bensì della seconda (infanzia e maturità). L’autore riprende uno schema grossolano ma utile di Régis Debray: all’epoca della scrittura l’“età canonica” era quella dell’Anziano, ossia il saggio delle società tradizionali; la stampa gutenberghiana ha inaugurato l’egemonia dell’Adulto; i media audiovisivi hanno incoronato il Giovane. Il Sessantotto non è stato che un epifenomeno di questo smottamento profondo. Ebbene, al termine di osservazioni e deduzioni un po’ rapsodiche che mi sarebbe impossibile riassumere qui (segnalo però una pagina deliziosa sulla popolarità dei film della Pixar), Holofernes conclude che l’età canonica dell’epoca di internet e dei social media si avvia a essere quella dell’adolescente, il non più bambino e non ancora adulto. E l’attività principale dell’adolescente è la sperimentazione sull’identità. I millennial e i post-millennial della generazione Z non fanno eccezione.
Nella moltiplicazione delle etichette di genere non binarie – genderqueer, genderfluid, bigender, quadgender, agender, boyflux, libragender, perfino moongender (sono quelli il cui genere si manifesta solo di notte) – Holofernes vede in atto un’esplorazione dell’identità in linea con i “fantasy play” dell’infanzia e con gli avatar e i profili social delle interazioni in rete. Di per sé non ci sarebbe niente di nuovo o di strano, dice l’autore, se non fosse che l’“age trouble” ci ha privati della classe degli adulti, che faceva da argine e da “terminus ad quem” di queste esplorazioni. E così, persone anagraficamente mature fanno a gara a prendere sul serio e alla lettera tutto ciò che gli anagraficamente immaturi pretendono. Holofernes lo illustra con tre esempi: primo, l’adozione trasversale, nel dibattito, di gerghi tipici da subculture adolescenziali (da cui lo spettacolo deprimente di adulti puerili che si insultano a colpi di “cis”, “terf”, “enby”, ecc.); secondo, l’opinione corrente che i ragazzini siano fonti indisputabili circa la propria “identità di genere”, e che si debba accettare quel che dicono di sé (da cui la celebrazione del “trans kid”, il modello dell’“affirmative care” e l’uso dei farmaci che bloccano la pubertà); infine, la creazione di una galassia di microtribù identitarie (le decine di etichette di genere di cui sopra) rispetto alle quali gli adulti, ossia i nuovi adolescenti invecchiati, non trovano di meglio che consacrarle negli studi, legittimarle nei regolamenti universitari o addirittura infilarle nelle leggi. Tutto questo, conclude Holofernes, non è un rimescolamento dei generi e non ha nulla a che fare con il crollo di un fantomatico ordine eterocispatriarcale. È la confusione delle età della vita. (Il saggio non esiste, ma se qualcuno lo scrivesse lo leggerei volentieri).
-G.Vitiello
-----------------
non so quanto questa tesi si avvicini alla realtà, ma di sicuro chi sostiene il gender è rincogljonito.
50 notes
·
View notes
Text
Emilio Federico Schuberth
Moda e media ai tempi della dolce vita
Dorothea Burato
Electa, Milano 2023, 128 pagine, 17x24cm, ISBN 97888284317
euro 24,00
Il volume è l’esito di una approfondita ricerca sulla figura dello stilista di origini napoletane attivo a Roma a partire dagli anni Quaranta. Emilio Federico Schuberth si impone sul territorio nazionale e internazionale grazie soprattutto al sapiente uso di strategie di promozione del suo marchio attraverso il medium cinematografico e quello televisivo. Nel panorama della moda italiana, che si afferma a partire dal dopoguerra, Schuberth rappresenta una voce fuori dagli schemi: il suo atelier è stato una tappa obbligata per le dive del cinema, le soubrette del varietà e le donne più eleganti del jet set internazionale. Schuberth veste le più grandi dive del cinema, come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Martine Carol, Valentina Cortese, Alida Valli, Anna Magnani, Bette Davis e Gloria Swanson, sia dentro che fuori dallo schermo, recita in alcuni film e partecipa a trasmissioni televisive di grande popolarità come Carosello, Il Musichiere e La via del successo. Nel volume la storia dello stilista-star viene raccontata attraverso quattro macro-sezioni: la prima è dedicata alla biografia del sarto, fino ad oggi poco indagata; la seconda alla ricognizione del proficuo rapporto che Schuberth ha instaurato con il mondo del cinema in venti anni di attività, dalla partecipazione come attore in alcuni film, alla promozione del proprio marchio grazie alle più famose dive del cinema; la terza si focalizza sul lavoro di Schuberth come stilista al servizio del grande schermo; la quarta sezione è dedicata alle esperienze nell’ambito radiotelevisivo e all’uso strategico che lo stilista fa del neonato medium televisivo promuovendo le sue creazioni anche al pubblico di massa. Chiude il volume l’analisi del filmato promozionale Vedette 444, brillante analogia tra la creazione di moda e l’industria meccanica cui prende parte anche Schuberth. La ricerca, che incrocia materiale d’archivio con documenti audiovisivi e testimonianze di diversa origine, porta alla luce una figura imprescindibile per la conoscenza dello sviluppo del settore della moda che dal dopoguerra in avanti ha fatto la fortuna del Paese. Il materiale dell’archivio CSAC, nello specifico i figurini del Fondo Schuberth e le fotografie del Fondo Publifoto Roma, si è rivelato uno strumento di studio fondamentale per la ricostruzione dell’attività del sarto in oltre due decenni di attività e ha fornito un ricco repertorio di immagini e documenti per il libro. Ne è testimonianza l’album dei figurini di moda, in chiusura del libro, con una selezione di materiale particolarmente rappresentativo della vivacità e varietà che ha caratterizzato l’attività dell’atelier di Schuberth nei decenni centrali del Novecento. Lo studio, e dunque questa pubblicazione su Emilio Federico Schuberth, rappresentano quello che è il senso profondo di CSAC, ovvero la relazione imprescindibile fra le diverse forme d’arte, in cui si inserisce a pieno titolo anche la moda oltre che il cinema, e la comunicazione. Una visione inclusiva che abbraccia diversi saperi per fotografare il presente e il nostro passato recente. Il volume è il quarto di una serie di pubblicazioni e iniziative in collaborazione tra la casa editrice Electa e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. Lo studio, e il prezioso lavoro di riordino e catalogazione di cui questa pubblicazione offre testimonianza, ha dato a CSAC l’opportunità di catalogare e digitalizzare tutti i bozzetti e le fotografie del sarto in modo da rendere fruibile il patrimonio del fondo all’esterno.
25/01/24
#Emilio Schuberth#mondo cinema#ambito radiotelevisivo#Fondo Publifoto#CSAC Parma#fashion books#fashionbooksmilano
4 notes
·
View notes
Text
Tuttosport spiega al giuventino medio come funziona la Giustizia. Attenzione, NON SOLO la Giustizia sportiva - eteogenesi dei fini rispetto agli obiettivi del giornalaio. Speriamo che qualche lezione rimanga a loro insaputa nelle teste dei medioman lettori.
Testuale (rimuovendo "sportiva" e "del calcio" in due soli punti):
"La giustizia non è oggettiva, ma soggettiva e politica. Non c'è indipendenza del potere giudiziario (per quanto venga spesso sbandierata), la storia, compresa quella recentissima, lo dimostra: la giustizia è uno strumento in mano al potere, che può essere magnanimo e severissimo a seconda delle circostanze, dei protagonisti, delle convenienze. Tutto è interpretabile. Non c'è logica, non c'è diritto, in definitiva è sempre una questione di potere".
Aggiungiamo: la "professionalità" dei buromagistrati consiste nel saper PIEGARE l'interpretazione delle leggi e delle sentenze preesistenti (la cd. giurisprudenza) all'obiettivo prefissato. Si può fare SEMPRE, indipendentemente dalla Verità e anche dalla Logica; gli antichi romani lo consideravano normale, ne studiavano le tecniche chiamandole retorica. La lingua non ha ossa, si può piegare come si vuole, diceva un proverbio popolare veneto: ad esempio, si può giustificare che il canone Rai costituisca una tassa di possesso di mezzi audiovisivi o che l'obbligo di vaccino non sia un obbligo.
"Io sono innocente e spero vivamente lo siate anche voi", così provocò Enzo Tortora i suoi giudici. Un magistrato "innocente" cioè privo di obiettivi terzi che diventano interessi suoi, in natura non esiste: é come un medico sinceramente interessato al destino dei pazienti, il Sistema l'avrebbe emarginato a inizio carriera per manifesta inutilità.
8 notes
·
View notes
Photo
Collocata all’interno di Palazzo Mosca sede dei Musei Civici, la Sonosfera® è parte integrante del patrimonio di Pesaro Musei. Unico al mondo, questo Teatro per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica, nato per il progetto ‘Fragments of Extinction – Il Patrimonio Sonoro degli Ecosistemi’, nel 2014 ha ottenuto il brevetto internazionale ad opera dell’ideatore David Monacchi, professore del Conservatorio Rossini. Il progetto studia e propone i paesaggi sonori delle foreste primarie equatoriali registrati da Monacchi durante le spedizioni in tutto il pianeta. Visti i drastici mutamenti del clima e degli habitat naturali a livello globale, è ora di fondamentale importanza portare all’attenzione generale la ‘sesta estinzione di massa’. L’esperienza diretta e in tempo reale del suono degli ecosistemi che si vive all’interno della Sonosfera®, costituisce intatti uno strumento di consapevolezza verso il cambio di paradigma e la transizione ecologica, ormai richiesti inderogabilmente alla nostra civiltà. Il pubblico è seduto in una doppia cavea simile ad un anfiteatro, costruito per essere acusticamente perfetto, isolato dall’esterno e completamente fono-assorbente all’interno. Il suono proviene da 45 altoparlanti che si combinano creando al centro un campo sonoro sferico molto prossimo alla realtà. Gli spettrogrammi del suono e i contenuti audiovisivi sono proiettati a 360° ad altissima definizione e l’esperienza è quella di una vera e propria immersione in un panorama sonoro e visivo e di un’esplorazione sensoriale molto potente. Grazie alla coinvolgente esperienza proposta, la Sonosfera® costituisce uno straordinario strumento di divulgazione sia scientifica che per un pubblico più ampio, arrivando a coprire una serie di ambiti legati alla ricerca nelle scienze e nell’arte, all’educazione ecologica ed estetica. Sono allo studio anche applicazioni di tipo terapeutico legate alla specificità di uno strumento immersivo così avanzato e per questo capace di sollecitare stati di rilassamento profondo o di interagire con disturbi dello spettro autistico o disturbi sensoriali più in genere.
2 notes
·
View notes
Photo
white embraces black…🎹 #henoelgrech #henoelgrechcomposer #music #studioporn #pianoforte #soundcloud #mystudio #sound #soundtrack #film #newfilm #ciak #online #fire #dinohenoelgrech #nextspaceinfinity #stars #movies #hgstudioproduction #produzioni #audiovisivi (presso Italy) https://www.instagram.com/p/CofUNDkoIm9/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#henoelgrech#henoelgrechcomposer#music#studioporn#pianoforte#soundcloud#mystudio#sound#soundtrack#film#newfilm#ciak#online#fire#dinohenoelgrech#nextspaceinfinity#stars#movies#hgstudioproduction#produzioni#audiovisivi
2 notes
·
View notes
Text
Nascita di una favola
Millennium 82 é un’ associazione che crea contenuti audiovisivi che vuol unire le persone con la passione per il Cinema. Riunisce moltissimi film-maker, professionisti attori o anche semplici appassionati, di diversa età ed estrazione, e vive la produzione dei video innanzitutto come un’occasione di incontro, crescita e divertimento.In questi anni ha prodotto numerosi lavori. Da video di utilità…
0 notes
Text
MIA 2024: un bilancio ancora in crescendo, l'elenco dei premiati
Si è conclusa lo scorso venerdì 18 ottobre la decima edizione del MIA-Mercato Internazionale Audiovisivo – promosso da ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali) presieduta da Francesco Rutelli e APA (Associazione Produttori Audiovisivi) presieduta da Chiara Sbarigia e diretto per il 3° anno da Gaia Tridente. Presenze in crescita del 10% rispetto all’edizione…
0 notes
Link
Come cambia la comprensione dei prodotti audiovisivi quando i sottotitoli vengono tradotti in maniera approssimativa o, peggio ancora, meccanica? Una riflessione sullo stato dell’industria delle traduzioni per lo streaming, tra precarietà e automazione.
Quando, nel 2020, vinse il Golden Globe per il miglior film straniero per Parasite, il regista Bong Joon-ho disse alla platea americana, restia a guardare film stranieri e poco avvezza al doppiaggio, che c’era tutto un mondo di film da scoprire, bastava superare quel piccolo scoglio di due centimetri e mezzo che erano i sottotitoli.
Dentro quelle righe di testo c’è però un altro mondo ancora, quello di chi li traduce, che si differenzia dal doppiaggio per iter produttivo. Quando guardate un film, un documentario, una serie televisiva in lingua straniera o giocate a un videogioco, i sottotitoli che accompagnano la visione sono realizzati da persone diverse rispetto a quelle che hanno adattato il copione da far recitare ai doppiatori. Ci sono altre regole e sfide rispetto all’adattamento per il parlato (va infatti rispettato lo spazio sullo schermo, non si può tradurre una frase che occupa cinque righe tutte schiaffate insieme sul fotogramma, vanno scelte parole chiare e il più brevi possibile) ma, come il resto del settore delle traduzioni, anche questa branca ha visto l’arrivo dell’intelligenza artificiale come strumento di lavoro che dovrebbe piano piano soppiantare l’apporto umano.
Traduzioni all’ingrosso
Da tempo ormai tra cinefili, e non, si discute dell’opportunità di doppiare i prodotti audiovisivi, pratica che in Italia è sempre stata impiegata molto più che altrove, facendo fiorire un settore di grandi eccellenze ma anche di storture (il doppiaggese o un certo stile declamatorio che ha appiattito le performance degli attori originali) che sono diventate sempre più frequenti e hanno spinto il pubblico tra le braccia delle versioni non doppiate, e sottotitolate, di quegli stessi prodotti. Proprio nel momento in cui i sottotitoli stanno quindi diventando centrali nell’esperienza degli spettatori, il mercato cerca di abbattere il loro costo, a scapito della qualità.
Molto spesso, le piattaforme di streaming hanno a cuore l’adattamento solo di una manciata di titoli, a cui è dedicato un budget maggiore, mentre il resto è rumore di fondo per riempire il catalogo, e ricade nella fascia dei prodotti low budget.
La traduzione dei sottotitoli è commissionata dal distributore o dalla piattaforma di streaming a un’agenzia, che subappalta il lavoro ai traduttori. Molto spesso, le piattaforme di streaming hanno a cuore l’adattamento solo di una manciata di titoli, quelli di richiamo, a cui è dedicato un budget maggiore, mentre il resto è rumore di fondo per riempire il catalogo e dare l’illusione della scelta, e ricade nella fascia dei prodotti low budget.
Squid Game, inaspettato successo di Netflix, è nato come uno di quei titoli minori, tanto che inizialmente non era nemmeno stato doppiato in italiano, e i sottotitoli sono stati tradotti utilizzando la cosiddetta “lingua ponte”, cioè una traduzione del testo in una lingua che è diversa da quella originale. In questo caso, i sottotitolatori italiani di Squid Game hanno utilizzato come “lingua ponte” la traduzione inglese dei sottotitoli che erano a loro volta tradotti dalla lingua originale, il coreano. È una pratica non così rara e che però rischia di creare spesso strafalcioni, perché certi significati e giochi di parole si perdono (e questo è ancora più vero per le lingue orientali, dove il contesto conta moltissimo per decidere il significato giusto da scegliere).
Alcune agenzie hanno iniziato a implementare l’intelligenza artificiale fornendola come strumento ai traduttori, che dovrebbero idealmente lavorare sul testo già tradotto dal programma e correggere solo “gli errori più vistosi” (senza però dare una definizione di “vistoso”). Una fonte che preferisce restare anonima, ma che lavora nel settore da molto tempo, racconta che nell’ambiente delle agenzie, quindi non direttamente delle piattaforme o dei distributori, vige la regola della “good enough quality”, ossia la “qualità sufficiente”, un livello di decenza che questi grandi committenti si aspettano dalla traduzione ma che punta al ribasso, in favore di tempistiche stringenti e massimi ricavi.
Sottotitoli artificiali
Correggere un testo dovrebbe prendere meno tempo rispetto a tradurlo da zero. In realtà, quando si corregge un testo ci vuole molta più attenzione rispetto a quando lo si traduce da zero. È molto più facile che scappino degli errori in fase di revisione. Invece, per chi commissiona il lavoro il calcolo è puramente quantitativo: se cambi il 50% del testo verrai pagato il 50% del compenso. “È un ragionamento da ingegnere e non da linguista, e si vede” dice la fonte “non funziona così, perché magari il 50% che cambia un traduttore sono i giochi di parole, i doppi sensi o le cose complesse che portano via tempo”. Ma a volte vengono cambiati anche i semplici “ciao, come va?” perché l’IA, basandosi su casi precedenti, può confondere un saluto informale con una dichiarazione d’amore.
Non solo: in ambito delle traduzioni videoludiche, le agenzie utilizzano IA nel cui database sono immagazzinate frasi che possono ripetersi nel corso della traduzione. Il programma può trovare una frase uguale e proporre la traduzione che era già utilizzata. Se la frase tradotta resta uguale, l’agenzia poi sconta una parte del compenso e così uno strumento che, in teoria, avrebbe dovuto agevolare il traduttore, gli toglie lavoro.
Quello del “good enough” è un principio di ambito tecnologico ed è utilizzato quando si parla di software o progettazione di sistemi. Non è un caso: queste agenzie nascono con una vocazione tecnologica, il loro core business è, magari, proprio quel programma che offrono ai traduttori e che cercano di affinare attraverso la creazione di un database. Molto spesso, dice chi lavora nell’ambito, si capisce di chi è l’IA che si sta utilizzando perché nel suo database, come possibile traduzione di una frase, offre una battuta di un’altra serie o film che contiene anche il nome di un personaggio – perché magari è così che è stato tradotto dalla persona che curava i sottotitoli. Film e videogiochi si appoggiano sull’elemento visivo che dialoga costantemente con il testo e per un programma tradurre senza il contesto porta spesso a commettere errori marchiani: in un recente film tedesco distribuito da Prime Video un personaggio saluta esclamando “mattina!”, un calco di “morgen”, inteso come contrazione di “guten morgen”, “buongiorno” (sarebbe bastato tradurre “giorno”, come di solito si dice in italiano).
Dato che la macchina impara nutrendosi delle proprie esperienze, una volta che un errore viene incamerato dal programma il database si inquina, portando a un catalogo di traduzioni fallaci. Le traduzioni curate dall’IA sono destinate a diffondere un impoverimento linguistico e un incredibile appiattimento letterario.
E, dato che la macchina impara facendo e si nutre delle proprie esperienze (senza però distinguere tra quelle corrette e quelle sbagliate), una volta che questo errore viene incamerato dal programma, il database si inquina, portando a un catalogo di traduzioni limitate e fallaci. A forza di errori e pasticci linguistici, le traduzioni curate dall’IA sono destinate a diffondere un impoverimento linguistico e un incredibile appiattimento letterario.
Un lavoro a ribasso
Da parte delle piattaforme, il calcolo è puramente di rischio-beneficio. Se una traduzione ha seri problemi grammaticali (e qualcuno se ne accorge, dato non scontato) viene rimandata al fornitore, che poi rischia di non vedersi affidati altri lavori, però succede solo su alcuni prodotti, quelli più in vista magari. Alla fine, di tutto quel monte di prodotti audiovisivi tradotti, quanto importa davvero al pubblico? Se continua a guardare e non protesta, chi ha interesse a cambiarlo?
Intelligenza artificiale a parte, questo atteggiamento volto a cercare scorciatoie è ormai la norma. La piattaforma Rakuten Viki riesce a far tradurre opere gratuitamente, facendolo fare ai fan (attirati dalla possibilità di guardare gratis i loro prodotti preferiti e nel frattempo “imparare la lingua”), in un meccanismo che perverte il lavoro fatto per passione dei fansub dei primi anni Duemila – gruppi di traduttori amatoriali che però erano organizzatissimi e riuscivano a proporre sottotitoli di serie televisive stranieri a poche ore dalla messa in onda – in una dinamica ai limiti dello sfruttamento.
“Per me l’IA è più un dizionario, ti dà delle idee” dice la fonte “La vogliono vendere come un aiuto fondamentale che fa il lavoro di manovalanza non creativo ma al momento non riduce nemmeno quello, perché capita che sbagli anche traduzioni più elementari. Ma chi crea e distribuisce le IA ha una potenza di fuoco comunicativa immensa e sta riuscendo a far passare i concetti che fanno gioco a quel mondo.”
1 note
·
View note
Photo
webtvstudios #glamour #fashion #style #love #beauty #model #makeup #portrait #photography #like #glam #instagood #art #moda #romavideoeventi #riccione #tv #audiovisivi #interviste #social #serviziaudiovisivi #mare #webtvstudios #febbraio2023 #marketing #pubblicità (presso Web Tv Studios) https://www.instagram.com/p/Core5sOtrT6/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#glamour#fashion#style#love#beauty#model#makeup#portrait#photography#like#glam#instagood#art#moda#romavideoeventi#riccione#tv#audiovisivi#interviste#social#serviziaudiovisivi#mare#webtvstudios#febbraio2023#marketing#pubblicità
3 notes
·
View notes
Text
SONY MUSIC PUBLISHING partner della 3ª edizione di MUSICOMICS
a cura della redazione SONY MUSIC PUBLISHING - Partner della 3ª edizione del concorso dedicato agli artisti che operano nel campo delle colonne sonore per cinema, tv e videogames. MUSICOMICS PREMIO ROMICS MUSICA PER IMMAGINI Assegnato aLA RAPPRESENTANTE DI LISTA il Premio Miglior Sincronizzazione per progetti audiovisivi. SONY MUSIC PUBLISHING è stato partner della 3ª edizione di MUSICOMICS –…
0 notes
Text
Rolex e Ferrari, mega sequestro per l'imprenditore Salvo Castagna
Col supporto investigativo della guardia di finanza la Procura di ha sequestrato d'urgenza aziende e altri beni riconducibili all'imprenditore televisivo Salvatore Castagna.
Il provvedimento riguarda quote di partecipazione di Italiacom srl, Italiacom-net srl, Italiacom-tv srl, Holaphone srl; conti correnti personali e delle società, apparati informatici, orologi, orologi Rolex, e 9 veicoli tra i quali una Ferrari con targa sanmarinese. Le indagini sono dirette dal pm Claudia Ferrari e coordinate dall'aggiunto Dino Petralia.
L'inchiesta riguarda violazioni tributarie e truffe. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzazione di fatture false, truffa aggravata ai danni dell'Inps e di migliaia di utenti sottoscrittori di contratti di telefonia mai attivati.
L'indagine nasce nell'agosto 2013, quando i finanzieri eseguono un accertamento negli uffici di una società del gruppo imprenditoriale per un controllo in materia di lavoro e scoprono 38 lavoratori in nero impiegati nel call center della azienda. L'inchiesta accerta che tre società avevano impiegato irregolarmente, tra il 2010 ed il 2013, ben 218 lavoratori attraverso finti contratti di collaborazione autonoma occasionale che nascondevano rapporti subordinati.
L'imprenditore, inoltre, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni sarebbe riuscito a ottenere agevolazioni contributive.
Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari accertano una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l'imprenditore avrebbe acquistato auto di lusso (Ferrari, BMW ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante. Gli ingenti flussi di cassa, a cui nel tempo l'imprenditore ha attinto, erano però generati, non dalle sue attività imprenditoriali, ma da illeciti che gli hanno consentito di abbattere i costi d'impresa a danno dei dipendenti e delle casse dell'Erario.
I finanzieri avrebbero accertato inoltre emissioni e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti attraverso la creazione di società fittizie con sede a Londra e nel paradiso fiscale americano del Delaware (Usa) per circa 6 milioni di euro: Castagna avrebbe così ottenuto indebiti vantaggi fiscali e avrebbe gonfiato i bilanci da presentare alle banche per ottenere l'apertura di linee di credito e creare una virtuale e florida realtà contabile quale biglietto da visita per ottenere importanti commesse pubblicitarie.
La società avrebbe omesso versamenti alle casse dell'Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali per oltre 732 mila euro. Inoltre, è stato scoperto che due delle tre ditte hanno indebitamente prelevato dalle carte di credito di oltre 1000 clienti circa 491 euro pro - capite, giustificando questi movimenti come "adeguamento contrattuale una tantum" ovvero con la mancata restituzione del modem/router fornito al momento dell'attivazione, sebbene in alcuni casi lo stesso sia stato acquistato dai clienti stessi.
Nonostante questi flussi, una delle società ha accumulato debiti per oltre 10 milioni di euro, tant'è che ne è stato dichiarato il fallimento, a seguito del quale l'imprenditore è stato indagato per bancarotta fraudolenta, avendo distratto dalle casse sociali oltre 2 milioni di euro.
Infine, con la collaborazione diretta della Federazione per la tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali i finanzieri hanno "oscurato" un portale web creato dall'imprenditore per consentire agli utenti di poter visualizzare, in streaming film ed altre proiezioni protette.
Patricia Marks
1 note
·
View note
Text
Godless: Il Western Epico di Netflix che Ridefinisce un Genere
Un Racconto di Intensa Drammaticità e Dialoghi Profondi
“Godless” è una serie che affascina fin dal primo episodio, trascinando lo spettatore in un mondo di intensità drammatica.
Ammetto di averla cominciata solo per la presenza di un particolare attore come co-protagonista. Ma dopo pochi minuti dalla opening scene ho compreso quanto questa serie mi avrebbe coinvolto.
I dialoghi, scritti con maestria, risuonano come eco nei deserti del selvaggio West, rivelando l’umanità e la fragilità dei personaggi.
Ogni scambio di battute è carico di significato, ogni silenzio è eloquente. La serie non ha paura di affrontare temi difficili, e lo fa con una profondità che raramente si trova in televisione.
Recitazione Naturale e Coinvolgente: Il Cast Straordinario di Godless
L’interpretazione degli attori in “Godless” è semplicemente straordinaria.
Jeff Daniels, nel ruolo del crudele Frank Griffin, offre una performance che è al contempo terrificante e affascinante. La sua capacità di infondere vita a un personaggio così complesso è ammirevole.
Michelle Dockery, conosciuta per il suo ruolo in “Downton Abbey”, dimostra una versatilità incredibile interpretando Alice Fletcher, una donna forte e indipendente.
Meritato Riconoscimento per le Interpretazioni di Jack O’Connell e Scoot McNairy
Jack O’Connell, nei panni del tormentato Roy Goode, trasmette una vulnerabilità che colpisce al cuore. La sua chimica con Merritt Wever, che interpreta la risoluta Mary Agnes, è palpabile, creando alcune delle scene più memorabili della serie.
Scoot McNairy, come lo sceriffo Bill McNue, offre una performance che bilancia fragilità e determinazione, rendendo il suo personaggio uno dei più amati dagli spettatori.
Una Storia di Redenzione e Resilienza: Il Messaggio di “Godless”
Oltre alla sua spettacolare narrazione e alle interpretazioni indimenticabili, “Godless” trasmette un messaggio profondo e significativo.
La serie esplora temi di redenzione, resilienza e comunità in un’epoca in cui la legge era dettata dalla forza.
I personaggi, nonostante le difficoltà e le ingiustizie, lottano per un futuro migliore, mostrando che anche nei momenti più bui, la speranza e la determinazione possono prevalere.
L’Empowerment Femminile nel Selvaggio West
Un aspetto particolarmente rilevante di “Godless” è la rappresentazione delle donne.
In un genere tradizionalmente dominato da figure maschili, la serie pone al centro donne forti e determinate, che guidano la comunità di La Belle.
La loro lotta per la sopravvivenza e l’indipendenza è un tema potente e attuale, che risuona profondamente con il pubblico moderno.
Questo show riesce in qualcosa che, personalmente, pochi prodotti audiovisivi sono riusciti a fare. Hanno mostrato la forza delle donne e la loro capacità di perseveranza senza dipingerle come delle s*****e senza sentimenti.
Esse sono donne sensibili che amano e piangono, soffrono e gioiscono. Sono semplicemente anche forti, non solo donne forti. Non so se sono riuscita a trasmettere il concetto.
Conclusione Godless: Un Capolavoro Moderno del Western
“Godless” non è solo una serie western; è un’esperienza cinematografica che ridefinisce il genere. Con la sua storia avvincente, dialoghi intensi, recitazione naturale e un cast eccezionale, riesce a toccare corde emotive profonde. È una serie che rimane nel cuore e nella mente degli spettatori, lasciando un’impronta indelebile.
Scoprite “Godless” su Netflix e lasciatevi trasportare in un viaggio emozionante nel selvaggio West, dove ogni episodio è una lezione di vita e ogni personaggio un simbolo di coraggio e speranza.
Consiglio vivamente questa serie per chi ha voglia di una storia coinvolgente, forti colpi di scena e di protagonisti dal carattere forte. Una miniserie che colpisce dritta al cuore, con una pallottola piena di pathos e emozioni. Parola di EasyTears.
Se volete altri consigli su cosa vedere in queste sere di Ottobre cercate il vostro prossimo titolo negli ultimi post o nelle mie liste. Al prossimo episodio!
0 notes
Text
Rolex e Ferrari, mega sequestro per l'imprenditore Salvo Castagna
Il provvedimento riguarda quote di partecipazione di Italiacom srl, Italiacom-net srl, Italiacom-tv srl, Holaphone srl; conti correnti personali e delle società, apparati informatici, orologi, orologi Rolex, e 9 veicoli tra i quali una Ferrari con targa sanmarinese. Le indagini sono dirette dal pm Claudia Ferrari e coordinate dall'aggiunto Dino Petralia. L'inchiesta riguarda violazioni tributarie e truffe. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzazione di fatture false, truffa aggravata ai danni dell'Inps e di migliaia di utenti sottoscrittori di contratti di telefonia mai attivati. L'indagine nasce nell'agosto 2013, quando i finanzieri eseguono un accertamento negli uffici di una società del gruppo imprenditoriale per un controllo in materia di lavoro e scoprono 38 lavoratori in nero impiegati nel call center della azienda. L'inchiesta accerta che tre società avevano impiegato irregolarmente, tra il 2010 ed il 2013, ben 218 lavoratori attraverso finti contratti di collaborazione autonoma occasionale che nascondevano rapporti subordinati. L'imprenditore, inoltre, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni sarebbe riuscito a ottenere agevolazioni contributive. Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari accertano una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l'imprenditore avrebbe acquistato auto di lusso (Ferrari, BMW ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante. Gli ingenti flussi di cassa, a cui nel tempo l'imprenditore ha attinto, erano però generati, non dalle sue attività imprenditoriali, ma da illeciti che gli hanno consentito di abbattere i costi d'impresa a danno dei dipendenti e delle casse dell'Erario. I finanzieri avrebbero accertato inoltre emissioni e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti attraverso la creazione di società fittizie con sede a Londra e nel paradiso fiscale americano del Delaware (Usa) per circa 6 milioni di euro: Castagna avrebbe così ottenuto indebiti vantaggi fiscali e avrebbe gonfiato i bilanci da presentare alle banche per ottenere l'apertura di linee di credito e creare una virtuale e florida realtà contabile quale biglietto da visita per ottenere importanti commesse pubblicitarie. La società avrebbe omesso versamenti alle casse dell'Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali per oltre 732 mila euro. Inoltre, è stato scoperto che due delle tre ditte hanno indebitamente prelevato dalle carte di credito di oltre 1000 clienti circa 491 euro pro - capite, giustificando questi movimenti come "adeguamento contrattuale una tantum" ovvero con la mancata restituzione del modem/router fornito al momento dell'attivazione, sebbene in alcuni casi lo stesso sia stato acquistato dai clienti stessi. Nonostante questi flussi, una delle società ha accumulato debiti per oltre 10 milioni di euro, tant'è che ne è stato dichiarato il fallimento, a seguito del quale l'imprenditore è stato indagato per bancarotta fraudolenta, avendo distratto dalle casse sociali oltre 2 milioni di euro. Infine, con la collaborazione diretta della Federazione per la tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali i finanzieri hanno "oscurato" un portale web creato dall'imprenditore per consentire agli utenti di poter visualizzare, in streaming film ed altre proiezioni protette.
1 note
·
View note
Text
Bologna: la Regione Emilia Romagna finanzierà 20 progetti audiovisivi per favorire lo sviluppo di opere cinematografiche, televisive e documentari
Bologna: la Regione Emilia Romagna finanzierà 20 progetti audiovisivi per favorire lo sviluppo di opere cinematografiche, televisive e documentari. Opere cinematografiche, televisive e documentari.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
0 notes
Text
VIDEOCONFERENZE CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L'intelligenza artificiale (AI) è un argomento molto discusso. La copertura mediatica sulle sue potenzialità varia dal positivo ("Può essere un ottimo assistente virtuale.") al negativo ("I ragazzi la usano per fare i compiti.") fino al decisamente spaventoso ("Dopo che i robot ci avranno tolto il lavoro, ci elimineranno tutti."). Anche se la tecnologia può essere utilizzata sia in modo positivo che negativo, è importante ricordare che l'AI è uno strumento — uno strumento che può essere sfruttato in modo molto utile. Questo è particolarmente vero nei sistemi audiovisivi che utilizziamo nei moderni ambienti di lavoro ibridi. Per quanto riguarda Crestron, le nostre soluzioni AI includono una linea di telecamere intelligenti 1 Beyond e la soluzione Crestron Automate VX per il tracciamento vocale degli altoparlanti. Questi prodotti offrono un'esperienza di videoconferenza eccezionale grazie all'applicazione della cosiddetta "Visual AI" e funzionano perfettamente con piattaforme come Microsoft Teams® Rooms e Zoom Rooms®, sfruttando tutte le soluzioni AI che queste piattaforme offrono.
Cos'è la "Visual AI" e in cosa si differenzia dal video intelligente?
Potresti aver già visto o sentito parlare di termini come "video intelligente" e "Visual AI" usati come sinonimi. Un modo più preciso di definire i due concetti è: la Visual AI abilita le esperienze che chiamiamo video intelligenti. Il risultato è un sistema che può tracciare e inquadrare automaticamente un presentatore in una stanza basandosi sul riconoscimento facciale e del movimento, un aspetto fondamentale quando una riunione include partecipanti remoti. Vuoi che quei partecipanti virtuali vedano i gesti e le espressioni di chi è nella stanza dove si svolge la riunione. I lavoratori remoti rimangono molto più coinvolti quando possono ricevere tutti quei segnali non verbali. Rony Sebok di Crestron, direttore della gestione dei prodotti per il video intelligente, ha spiegato la potenza di questa tecnologia in un articolo per la pubblicazione online AI for All: "La Visual AI può essere utilizzata per creare una varietà di esperienze, tra cui "group framing" (adattamento dell'inquadratura per mostrare tutti i partecipanti), "auto-framing" (adattamento dell'inquadratura mentre una persona parla) e "presenter tracking" (seguire un presentatore in movimento all'interno di uno spazio). Può inoltre passare automaticamente tra i diversi oratori attivi nella stanza ("speaker tracking"), fornire una visione composita di più punti della stanza in un unico feed video, e altro ancora."
Di quale hardware ho bisogno?
Ci sono diverse opzioni. Le soluzioni più semplici si trovano spesso nelle videobar, alcune delle quali sono dotate di più telecamere che possono passare da un oratore all'altro. I sistemi più grandi, quelli progettati per le sale riunioni più importanti, possono essere gestiti da telecamere con capacità di video intelligente o combinati con una soluzione di tracciamento degli altoparlanti che utilizza segnali provenienti dai microfoni per seguire un presentatore o una conversazione.
Crestron offre tutte queste opzioni, inclusi le telecamere intelligenti PTZ 1 Beyond con zoom ottico, progettate per catturare ogni partecipante nella stanza, anche quelli fino a 18 metri di distanza dall'obiettivo. Lo zoom ottico avviene all'interno della lente fisica della telecamera, mentre lo zoom digitale ingrandisce e ritaglia un'immagine in primo piano. Lo zoom digitale riduce la densità dei pixel di un'immagine, diminuendo la sua chiarezza man mano che le distanze aumentano, riducendo così la capacità della telecamera di captare quei segnali non verbali critici. Scopri di più sui sistemi di videoconferenza intelligenti Crestron, non esitare a contattarci. Read the full article
0 notes