#innovazione culturale
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Un nuovo paradigma di bellezza
Giuseppina De Biase riflette sulla differenza tra chi lascia il segno e chi lascia un sogno. Ma oggi, quali valori guidano davvero la nostra società?
La riflessione di Giuseppina De Biase ci invita a riconsiderare i parametri con cui giudichiamo e diamo valore alle persone nella nostra società. È tempo di spostare la nostra attenzione dalle “belle persone”, che si limitano a essere attraenti agli occhi, alle “persone belle”, che parlano al cuore e all’anima. Come comunità, abbiamo il potere di invertire la tendenza e celebrare ciò che conta…
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I paesi invisibili: un viaggio tra le realtà dimenticate d'Italia
“I paesi invisibili” è un viaggio attraverso gli angoli più remoti e trascurati dell’Italia, guidato dalla mia penna e dalla mia passione per le piccole comunità delle “aree interne” del paese. In questo libro, esploro strade deserte e case centenarie avvolte nel silenzio, incontrando persone che resistono nonostante lo spopolamento e l’abbandono. Le loro storie, raccolte in queste pagine, sono…
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Una bella notizia, cari, sputo il rospo tutto insieme. Non avevo ancora scritto niente su questa novità ma a questo punto il viaggio è cominciato e bisogna pur attirare le energie positive: SONO STATO NOMINATO CONSULENTE PER LO SVILUPPO DELLA NUOVA BIBLIOTECA DI BRINDISI, IL MEDIAPORTO. E il prossimo 22 marzo con un convegno si inaugurano i lavori per la creazione di un OSSERVATORIO DI INNOVAZIONE CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA "NARRAZIONE" E L'ARTE.
Voilà. Una piccola rivoluzione, sì. Una bellissima notizia: una biblioteca e un centro di ricerca sulla povertà culturale attraverso la narrazione. Tutto insieme. All’adrenalina del palco ora si affianca un’energia ancora diversa. E credo che mi toccherà cercare un nuovo centro di gravità "errante".
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi è uno spazio multifunzionale ristrutturato con il progetto della Regione Puglia Community Library. Qualche anno fa il progetto vincitore lo scrisse Simonetta Dellomonaco e ora una cordata di istituzioni e persone speciali sono davanti a me a tirare la slitta, per dirla alla Zanna Bianca: Luigi De Luca per i #polibibliomuseali della Regione Puglia, Emilia Mannozzi, per il Polo di Brindisi, Toni Matarrelli per la Provincia di Brindisi, Giovanni Luca Aresta per #santateresaspa che di quella slitta ora tiene con energia nuova le redini in mano, il Teatro Pubblico Pugliese e un'infinità di persone laboriose che poco alla volta sto scoprendo dietro le quinte di questo luogo prezioso come l’ossigeno.
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi comprende sale studio (già affollate dalla riapertura!), un auditorium, una biblioteca ragazzi, una caffetteria di prossima apertura, sale convegni, spazi di co-working e mille altri spazi fisici e immateriali che saranno dedicati ai nuovi media, al cinema, ai libri, alle mie tanto amate storie. Ma soprattutto, e qui batte il cuore, a creare uno spazio dove il potenziale creativo delle ragazze e dei ragazzi del territorio possa trovare nutrimento. Il più alto possibile. E nel massimo rispetto della sovranità e dei mondi intoccabili dei ragazzi. Chi mi conosce può capire a cosa mi riferisco.
Cominciamo il 22 marzo alle ore 17 in rete con le scuole di ogni ordine e grado della provincia, l’ufficio scolastico provinciale, le reti scolastiche più prossime, la ASL, il Comune di Brindisi (il cui sindaco Giuseppe Marchionna ha dato avvio a tutto questo prima di diventare primo cittadino), la consulta provinciale degli studenti, il consiglio comunale dei ragazzi, le reti più virtuose della città (guarda caso la nomina è arrivata da un bando dove come concorrenti eravamo tutti amici cari di mille progetti svolti in città e dintorni) e lo facciamo con un convegno che apre il percorso per la creazione di un OSSERVATORIO DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA NARRAZIONE LE ARTI. Il Convegno è aperto a tutti. Muove un primo passo significativo del progetto culturale che vorrei nascesse in questo luogo.
Ho piantato letteralmente migliaia di alberi (erano i tempi che dai miei spettacoli nascevano i progetti di forestazione partecipata) e ho ben chiaro che il bosco nasce solo quando arriva un’esplosione ormai irrefrenabile dalla Terra, dalla Pancia. Quando l’ego, colui che vuole piantare, “io”, ha fatto, forse, quello che doveva fare e poi si è tolto di mezzo. Qui voglio fare questo: ariamo un poco il terreno insieme e quando sarà il momento, se lo sarà, togliersi di mezzo e qualcosa nascerà da sola. E non sappiamo nemmeno che forma avrà.
Che dire? D’ora in poi vi racconterò anche di questo luogo che si chiama Mediaporto di Brindisi. Ovunque siate fra poco potrà valere la pena venire a trovarci. Ah, dimenticavo: l’Osservatorio che sta nascendo si chiama MINISTERO DEI SOGNI. Vi piace? <3 (In una foto io e Carolina in uno dei boschi, vero Antonio…)
Ecco il programma del convegno del 22 marzo, h 17, vi aspettiamo. Contattatemi. Cerchiamoci. ---
Mediaporto di Brindisi 22 marzo 2024, ore 17.00
MINISTERO DEI SOGNI Osservatorio d’innovazione culturale ed educativa Convegno d’apertura
Saluti istituzionali
Introduce Giovanni Luca Aresta, Amministratore Unico di Santa Teresa S.p.A. Loredana Capone, Presidente del Consiglio della Regione Puglia Toni Matarrelli, Presidente della Provincia di Brindisi Giuseppe Marchionna, Sindaco di Brindisi Emilia Mannozzi, Direttrice Polo-Biblio Museale Brindisi Angela Tiziana Di Noia, Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale
Interventi e contributi
Luigi D’Elia, Consulente per lo Sviluppo del Mediaporto e coordinatore dell’Osservatorio Gaia D’Argenio, Presidente della consulta provinciale studentesca di Brindisi e Coordinatrice Regionale Luigi De Luca, Coordinatore Poli Biblio Museali della Regione Puglia Rosetta Carlino, Dirigente ICS “Cappuccini” Brindisi - Coordinatrice Rete delle Scuole che promuovono la Salute per la Provincia di Brindisi Mina Fabrizio, Dirigente ITT “Giorgi” Brindisi - Scuola Polo per la formazione Ambito PUGLIA BR 11 Diego Caianiello, Sindaco del CCR Brindisi Consiglio Comunale dei Ragazzi di Brindisi Maria Rita Greco, Dirigente ASL Settore psicologia clinica e pedagogia dell'età evolutiva Lucia Portolano, Dirigente scolastica Coordinatrice de Tavolo docenti per l’educazione ambientale e i “diversi” linguaggi Modera gli interventi Luigi D’Elia
Info: 0831 544301 - [email protected] Si raccomanda l’Iscrizione al link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeCQzKzUy5S_gjj5wzWxZCstD2nGm25fIiuBUgnHvvrN8k8yA/viewform?usp=sf
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Skank Bloc Bologna: Alternative Art Spaces Since 1977 è un volume a cura di Roberto Pinto e Francesco Spampinato che ricostruisce la storia degli spazi espositivi non-profit a Bologna dal 1977 a oggi. Che si tratti di iniziative individuali, imprese cooperative o centri sociali, questi spazi hanno prodotto un vero e proprio “modello Bologna”, peculiare sia rispetto alla situazione di altre città italiane sia su scala internazionale. Il titolo del libro richiama un brano del 1978 della band post-punk inglese Scritti Politti, emblematico della percezione internazionale di Bologna come epicentro di agitazione politica e innovazione culturale. Il volume include saggi a carattere storico-teorico, interviste con i membri fondatori degli spazi in oggetto, preziosi documenti visivi d’archivio e una mappa infografica che ricostruisce la genealogia del fenomeno. Il progetto è stato vincitore dell’undicesima edizione del bando Italian Council (2022) indetto dalla Direzione Generale per la Creatività del Ministero della Cultura italiano.
A cura di Roberto Pinto e Francesco Spampinato Testi di Roberto Pinto, Francesco Spampinato, Andrea Lissoni, Lara De Lena e Davide Da Pieve ed. MOUSSE, 2024
Alcune pagine sono dedicate a Fiorile Arte
#patti campani#arte#bologna#fiorile+#arte contemporanea#fotografia#artecontemporanea#pittura#art on tumblr#arte italiana#associazione culturale#skank bloc bologna#spazi alternativi bologna#roberto pinto#francesco spampinato#università degli studi di bologna#dipartimento delle arti
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Una quindicina di anni fa, l'allora Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ebbe l'idea di reclutare i docenti su base regionale.
Di tutta risposta Umberto Veronesi pubblicò un articolo intitolato sic et simpliciter: "Cara Gelmini la scuola non è regionale". Ne lascio qui qualche stralcio, perché mi sembra utile al dibattito sull'autonomia differenziata e sulla conseguente regionalizzazione dell'istruzione.
"L���ipotesi di legare il reclutamento dei docenti alla provenienza regionale [...] rischia di impoverire culturalmente la nostra scuola. Io sono un meridionalista convinto e credo che le menti del Sud Italia siano un punto di forza del nostro Paese. Non posso evitare di ricordare che il Meridione ci ha donato Pirandello, Verga, Tomasi di Lampedusa, Benedetto Croce.
E ha prodotto gioielli di pensiero meno noti come il carteggio fra Giustino Fortunato e Salvemini. [...] Le radici della cultura italiana e la sua evoluzione, non possono prescindere dalle terre del Sud. [...]
Non discuto il fatto che il legame con il territorio sia un elemento importante nella formazione culturale, ma diventa più produttivo se confrontato e integrato con altre culture. Il resto del mondo, in particolare gli Stati Uniti, ci dimostra che ciò che conta oggi nel processo formativo dei giovani è la cross-fertilization, quello scambio fra mentalità e culture diverse che rende appunto più fertili le menti. Questo è provato nella scienza, ma è vero anche in tutti gli altri settori di innovazione. Gli Stati Uniti hanno saputo fare della loro multietnicità (il crogiuolo delle razze o melting pot) il loro punto di forza innovativo, che li ha resi il Paese con il maggior numero di Premi Nobel scientifici negli ultimi anni. Come può il nostro Paese pensare di muoversi nella direzione opposta per rinchiudersi culturalmente addirittura nel regionalismo?
L’Italia è una nazione multietnica per ragioni storiche. Siamo figli delle culture del Mediterraneo, del Medio Oriente e poi dei popoli del Nord. L’estro e la genialità che ci hanno contraddistinto nel tempo vengono anche da questo miscuglio di etnie e delle loro culture. Tanto più striderebbe in Italia una scuola improntata al regionalismo. I nostri giovani, con le loro idee e i loro ideali, sono la vera ricchezza del nostro Paese. La scuola è il luogo ideale per coltivarli. Non lasciamo cadere il dibattito su tutto ciò che può renderla migliore o peggiore."
La Stampa, 31.07.2009
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Parigi: Cosa Vedere nel 2025
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Parigi, la Città delle Luci, continua a incantare i visitatori con il suo fascino senza tempo e le sue attrazioni in continua evoluzione. Nel 2025, la capitale francese offrirà una miscela unica di classici iconici e nuove esperienze emozionanti. Ecco una guida completa su cosa vedere e fare a Parigi nel 2025.
Attrazioni Classiche
Nuove Attrazioni per il 2025
Esperienze Culturali
Parchi e Giardini
Esperienze Gastronomiche
Shopping e Moda
Attività Uniche
Per rendere la vostra visita a Parigi nel 2025 ancora più speciale, vi consigliamo di prenotare una delle fantastiche escursioni offerte da Cityplanet. Potete trovare una vasta gamma di tour guidati e esperienze uniche su https://cityplanet.org/it/france/paris. Questi tour vi permetteranno di scoprire la città con guide esperte e di accedere a esperienze esclusive.
È importante notare che molti dei luoghi storici di Parigi sono riconosciuti dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità. Ad esempio, le rive della Senna sono state inserite nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1991, riconoscendo il valore eccezionale del paesaggio urbano di Parigi lungo il fiume. Potete trovare maggiori informazioni su questo riconoscimento sul sito ufficiale dell'UNESCO.
Per approfondire la storia e la cultura di Parigi, vi consigliamo di consultare la pagina Wikipedia dedicata a Parigi. Qui troverete informazioni dettagliate sulla storia millenaria della città, i suoi monumenti più importanti e il suo ruolo centrale nella cultura europea.
In conclusione, Parigi nel 2025 offrirà un mix affascinante di tradizione e innovazione. Che siate interessati all'arte, alla storia, alla gastronomia o alla tecnologia, la Città delle Luci avrà qualcosa di speciale da offrirvi. Non perdete l'opportunità di esplorare questa meravigliosa città in continua evoluzione, sempre fedele al suo spirito romantico e culturale. Con la giusta pianificazione e l'aiuto di servizi come Cityplanet, il vostro viaggio a Parigi nel 2025 sarà sicuramente un'esperienza indimenticabile."
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Nasce a Grotte un polo culturale dedicato alla promozione dell'arte e della cultura.
Vi invitiamo a partecipare alla conferenza stampa di presentazione del progetto
CASA D’ARTE PINA MAZZARA
Luogo di Incontri per L’arte e la Cultura APS
Avremo il piacere di presentare le nostre attività e di rispondere alle vostre domande.
La CASA D’ARTE PINA MAZZARA è intitolata alla celebre artista locale, originaria di Santo Stefano di Camastra; ha studiato a Palermo; «a Grotte [per amore] si è creata l’oasi prediletta per le sue spirituali evasioni» (Renzo Collura). Dal 1955, l’artista partecipa alla 1a Mostra di Arte Premio Alcide de Gasperi con Renato Guttuso, e dal 1959, quando diviene insegnante di Educazione Artistica, giunge ai giorni nostri segnando la propria carriera con mostre nazionali e internazionali; ancora oggi è amata e seguita pittrice e insegnante in pensione.
La Casa D’Arte si pone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale della pittrice quanto del territorio, promuovendo creatività e innovazione:
► Organizzeremo mostre personali e collettive, dedicate ad artisti locali, nazionali e internazionali; presentazioni di libri, film, poesia; incontri e ritiri con l’artista con l’obiettivo di far conoscere nuove tendenze e linguaggi artistici, e consentire di specializzarsi nei nuovi linguaggi richiesti da ogni ambiente del mercato audio-visivo.
► Promuoveremo una serie di iniziative culturali, come laboratori didattici e artigianali, conferenze e ricerche della memoria famigliare collettiva favorendo, in questo modo, il coinvolgimento attivo della comunità e il magico incontro tra artisti e pubblico.
► Collaboreremo con le istituzioni locali e le realtà culturali del territorio per valorizzare il patrimonio artistico e architettonico di Grotte, promuovendo itinerari turistici, progetti di arte pubblica, simposi per consolidare la realtà enogastronomica.
Un trait d’union dei progetti della “Casa Mazzara” sono le nostre trinacrie peculiarità: happening, performance, simposi.
Per informazioni:
e-mail: [email protected]
Instagram: @casadartepinamazzara.
instagram
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Santa Lucia ad Enna: tradizione e innovazione nel segno del gusto
Santa Lucia ad Enna: tradizione e innovazione nel segno del gusto
La festività di Santa Lucia ha riportato al centro della scena culturale di Enna il gusto, la storia e la convivialità grazie a un evento organizzato da Confartigianato Imprese Enna presso la Galleria Civica, con il patrocinio del Comune. La giornata è stata un’occasione per intrecciare tradizioni culinarie, arte e cultura, celebrando l’identità del territorio. Durante la mattinata, gli studenti…
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L’apertura delle danze è affidata a un confronto tra Marcello Pera e Tommaso Labate, perché noi di Atreju, dicono, siamo sempre pronti a confrontarci con chi non è dalla nostra parte, a differenza degli altri; Atreju 1, festa de L’Unità 0. L’intervento di Pera, custode della libertà, insiste su un punto: va bene essere liberali, ma bisogna anche essere conservatori.
Conserviamo il patrimonio artistico, conserviamo i monumenti, conserviamo le nostre radici, conserviamo le nostre tradizioni – nel frattempo, in sottofondo dalla pista di ghiaccio di sente John Lennon che canta Happy XMas, War Is Over, sarà che il titolo inglese ricorda qualcosa di molto italiano – conserviamo l’Occidente che dall’11 settembre del 2001 vive sotto minaccia. Ed Elon Musk? Chiede Labate, mentre Pera elogia il nuovo corso della politica italiana. Come lo inseriamo nel quadro della tradizione italica il magnate del futuro, il tycoon del tech, quello che punta a Marte e che chiama i figli con codici alfanumerici, quello che ci ha dato PayPal e la Tesla, non proprio un campione di passatismo, se non in ottica turbocapitalista.
«È la prova che la società libera genera l’innovazione», dice Pera, «l’umanità che cresce». Innovazione e tradizione, sembra lo spot su una televisione locale che promuove il restyling di un ristorante sulla Tuscolana che fa carne alla griglia ma anche sushi.
[...]
Eppure, qualcuno avrebbe dovuto farlo notare ai tre disallineati che è proprio la campagna social di Atreju a essere fatta di questi elementi. Immagini create con l’intelligenza artificiale, politicamente corretto strumentale – grande scandalo per una battuta di Filippo Ceccarelli a Propaganda live che ha detto «a Troia» invece di «Atreju», prontamente tacciato di maschilismo, come se non fosse un semplice gioco di parole rivolto al nulla – e vittimismo, l’ingrediente immancabile per ogni ricetta della destra italiana.
Non c’è un post, sul profilo Instagram dell’evento, che non funzioni per macchinosi parallelismi e litoti: «Atreju è come Piazzapulita, realizza interviste con gli avversari politici ma non lo fa di nascosto» o anche «Atreju è come Parenzo, combatte come una tigre ma non difende i centri sociali che lo odiano». L’impressione è che questa giovane destra non più così giovane, ora che finalmente è uscita dal circoletto di Colle Oppio ed è arrivata sulla piazza più grande, non abbia ancora imparato a mettersi da sola nell’angolo, come se avesse tutto e tutti contro, come se la sua identità culturale esistesse solo nella negazione di quella degli altri, oppositiva e differenziale direbbe Ferdinand de Saussure.
Insiste sul concetto di disallineamento, con una leader perfettamente allineata al presente, tutto gira dalla loro parte, eppure, più che il bambino de La storia infinita, si comporta ancora da brutto anatroccolo. Non è facile rendersi presentabili dopo anni nelle catacombe – qualcuno le avrebbe chiamate «fogne», ma questa è un’altra storia, sempre infinita –, chiaro, ma per fare egemonia culturale, forse, ci vuole un po’ meno confusione ideologica, almeno sulle faccende centrali, che sul ping pong e il caciocavallo impiccato siamo tutti d’accordo, pure Gramsci.
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Harry Styles, il David Bowie della GenZ
Esiste il modo per determinare perché le band classiche sono diventate tali? Perché un certo disco è considerato fondamentale nella crescita di un determinato genere? Per quale motivo, quel disco e non un altro, se non del medesimo gruppo, del medesimo filone musicale? La risposta è si. C’è il modo per determinare se una band, un disco o una canzone possano essere definiti classici o meno. Almeno secondo l’intelligenza artificiale.
Dal punto di vista dell’assistente virtuale ci sono alcune caratteristiche ricorrenti. Queste sono riassumibili in: Universalità dei temi: i classici spesso affrontano temi universali come l’amore, la perdita, la ribellione, la crescita e la ricerca di sé stessi. Questi temi risuonano con un pubblico vasto e variegato, superando le barriere culturali e generazionali. Melodie indimenticabili: le melodie sono semplici, orecchiabili e memorabili. Si incastrano nella mente e rimangono lì, anche dopo anni. E questo è innegabile.
Ritmi coinvolgenti: questi sono spesso potenti e trascinanti, invitando il pubblico a ballare, cantare e muoversi. Testo significativo: i testi sono spesso poetici, evocativi e ricchi di significato. Possono essere semplici o complessi, ma hanno sempre qualcosa da dire. Innovazione: molti classici del rock hanno introdotto nuovi suoni, strumenti o tecniche musicali, spingendo i confini del genere e influenzando le generazioni successive.
Qualità della produzione: la produzione è spesso di alta qualità, con un suono ricco e dettagliato che resiste alla prova del tempo. Impatto culturale: i classici del rock hanno spesso avuto un impatto significativo sulla cultura popolare, diventando inni di generazioni e simboli di un’epoca. Esecuzione magistrale: l’interpretazione dei musicisti è fondamentale. La passione, l’energia e l’abilità con cui un brano viene eseguito contribuiscono in modo determinante al suo successo.
Dando per buoni tali parametri, qualcuno più o meno discutibile, possiamo riportarli alla musica contemporanea? La risposta è ancora si. La capacità di un brano di emozionare, di creare un legame con l’ascoltatore e di lasciare un segno duraturo nel tempo è ciò che rende un classico, sia esso del passato o del presente. Questo è un ragionamento che cerca di rimanere nei limiti dell’oggettività. Certo non possono essere presi in considerazione i gusti musicali soggettivi e la capacità di ogni individuo di emozionarsi.
Stando così le cose, che piaccia o meno, esistono, allo stato attuale brani, band e dischi che sono destinati a diventare dei classici. Alcune canzoni lo sono già diventate. Basti pensare a certi inni di Ed Sheeran. È quindi possibile disquisire sulla validità o meno dei parametri, ma non su quella della musica proposta oggi. E il motivo è semplice. Ogni generazione, ogni tempo, ha la propria colonna sonora che la rappresenta. Stare a discutere su è meglio un certo approccio rispetto ad un altro, lascia il tempo che trova.
Un determinato modo di intendere l’arte è valido solo nel contesto in cui è stato presentato. Trascorsi anni, se non decenni, deve per forza cambiare qualcosa. Quell’approccio potrà cristallizzarsi diventando un classico, ma ciò che arriva dopo non può essere da meno. La generazione X ha come riferimento Bowie, ad esempio, per mille motivi. Eclettico, dissacrante, istrionico, icona generazionale. I giovani della generazione Z invece hanno davanti a sé Harry Styles, che, per loro, non è da meno.
Su che base possiamo dire che Styles è meno valido di Bowie? Perché è più commerciale? Vogliamo parlare delle hit del duca bianco? Ovvio, io, esponente della generazione X non potrò mai capire appieno Styles perché parla di qualcosa che non mi appartiene. Parla un linguaggio che non è più il mio. Il sordo, però, sono io, perché non ho la giusta chiave di lettura. Non sono i ragazzi di oggi che non sentono. Anche perché il ragionamento, fatto in maniera inversa, porta alla stessa conclusione.
Cioè, non avere la giusta chiave di lettura per poter apprezzare i classici. Il periodo cubista di Picasso non è compreso da tutti nello stesso modo. Guernica non è apprezzato da chiunque, pur essendo un vero capolavoro. La domanda quindi è: perché accusare chi non lo capisce di essere un idiota e di preferire Keith Haring, e non spiegargli come fare per interpretare Picasso?
Magari non lo interiorizzerà in toto, ma almeno potrà comprenderne l’importanza storica. Perché questo atteggiamento non viene messo in pratica anche nella musica? Perché ci si concentra sulla iterazione di ambienti sonori obsoleti? Tanto, che piaccia o no, le cose sono cambiate. Il non rendersene conto provoca semplicemente chiusura. I classici ci piacciono ci piaceranno sempre, ma questo non ci autorizza ad etichettare ciò che esce oggi come immondizia solo perché non lo comprendiamo.
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Alessandria e Giffoni Experience: Un Protocollo d’Intesa per Promuovere la Cultura Cinematografica
Firmato un accordo strategico per coinvolgere le giovani generazioni nel mondo del cinema e favorire lo sviluppo culturale.
Firmato un accordo strategico per coinvolgere le giovani generazioni nel mondo del cinema e favorire lo sviluppo culturale. Il Comune di Alessandria e il celebre Giffoni Experience hanno siglato un protocollo d’intesa per promuovere la cultura cinematografica tra le giovani generazioni. L’accordo, firmato il 13 novembre 2024 presso il Municipio di Alessandria dal Vice Sindaco Giovanni Barosini e…
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IL PADRE FONDATORE DEI MANGA: oSAMU tEZUKA
In questo articolo parleremo di Osamu Tezuka: maestro della tradizione manga giapponese, a breve scopriremo la sua vita durante la seconda guerra mondiale e ci inoltreremo negli incredibili mondi nati dalla sua matita. La Trasformazione di un Medico in Artista: Il Percorso di Osamu Tezuka nel Mondo del Manga Nato a Toyonaka nel 1928 e cresciuto a Takarazuka, fu un rivoluzionario artista del…
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Louis Braille: Il Genio Dietro una delle Invenzioni più Rivoluzionarie
Louis Braille, nato il 4 gennaio 1809 a Coupvray, è noto per aver cambiato la vita di milioni di persone con una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia: il codice Braille. Questa innovazione, ideata per la scrittura e la lettura da parte delle persone non vedenti, è un sistema di comunicazione ancora oggi fondamentale.
La Vita di Louis Braille
Louis Braille nacque in una famiglia modesta. Suo padre era un sellaio, un mestiere che Louis osservava con curiosità fin da piccolo. Tuttavia, proprio nella bottega paterna, a soli tre anni, un grave incidente gli causò un’infezione che portò alla perdita totale della vista. Nonostante questa tragedia, il giovane Louis non si lasciò abbattere. A 10 anni vinse una borsa di studio per l’Institution des Jeunes Aveugles a Parigi, uno dei primi centri specializzati per persone non vedenti. Qui, le condizioni erano difficili, ma la sua determinazione gli permise di eccellere.
Durante gli anni di studio, Louis iniziò a suonare l’organo e presto divenne un abile musicista, suonando regolarmente durante le cerimonie religiose. Nel 1827, appena diciottenne, fu nominato professore presso lo stesso istituto, dove insegnava musica e altre discipline. La sua carriera venne bruscamente interrotta nel 1852, quando morì a soli 43 anni a causa della tubercolosi. Oggi, i suoi resti riposano nel Pantheon di Parigi, un luogo dedicato ai grandi personaggi della storia francese.
L’Invenzione del Codice Braille
La vera svolta nella vita di Louis Braille arrivò nel 1821, quando Charles Barbier de la Serre, un ufficiale militare, visitò l’istituto. Barbier presentò un sistema di scrittura tattile basato su dodici punti in rilievo, ideato per le comunicazioni notturne tra i soldati. Questo sistema colpì profondamente Braille, che lo migliorò creando un metodo basato su sei punti. Nasce così il codice Braille, un’invenzione che permette non solo di leggere ma anche di scrivere in modo indipendente.
Il codice di Braille supera il metodo precedente, che utilizzava caratteri stampati in rilievo ma non consentiva la scrittura. Il sistema di Braille introduce un linguaggio universale, estendendosi nel tempo a settori come la matematica, grazie al Nemeth Braille, e la musica, attraverso il Codice musicale Braille. La sua semplicità ed efficacia lo hanno reso una delle invenzioni più importanti nella storia dell’accessibilità.
Riconoscimenti e Eredità
L’eredità di Louis Braille è incommensurabile. Il suo sistema è adottato in tutto il mondo, migliorando la qualità della vita di milioni di persone non vedenti. Nel 2009, in occasione del bicentenario della sua nascita, gli furono dedicate monete commemorative in Italia e Belgio. Inoltre, molte città hanno onorato il suo nome con strade e parchi, non senza qualche episodio curioso. A Piacenza, ad esempio, una strada dedicata a Braille, essendo senza uscita, suscitò ironia per il collegamento con il termine “vicolo cieco”.
L’Impatto delle Invenzioni di Louis Braille
Tra le molte invenzioni della storia, il codice Braille si distingue per il suo valore sociale e culturale. È molto più di un semplice sistema di scrittura: rappresenta l’autonomia, l’inclusione e l’uguaglianza. Per le persone non vedenti, poter leggere e scrivere è un diritto fondamentale che Braille ha reso accessibile.
Le invenzioni di Braille non si limitano al codice per lettere e numeri. La sua estensione alla musica ha permesso a molti non vedenti di studiare e suonare strumenti con precisione. Questo dimostra come le invenzioni possano influire in ambiti diversi, andando oltre le loro applicazioni originarie.
Conclusioni
Louis Braille è un esempio straordinario di come le invenzioni possano cambiare il mondo. La sua determinazione e ingegnosità hanno trasformato una difficoltà personale in una risorsa inestimabile per milioni di persone. Il codice Braille rimane una delle invenzioni più importanti di tutti i tempi, un simbolo di innovazione e speranza per chiunque affronti sfide nella propria vita.
Con il suo lavoro, Louis Braille ha dimostrato che l’ingegno umano non ha limiti e che le invenzioni più grandi nascono spesso dalla necessità di superare ostacoli apparentemente insormontabili.
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Di Pietro Nigro L'Italia del Cinema e non solo presente in forze al London Focus 2024, evento leader nel settore delle industrie creative, che si terrà il 10 e 11 dicembre 2024 al Business Design Centre di Londra. L’Italia Protagonista al London Focus 2024: Innovazione e Collaborazione nel Settore Audiovisivo Il London Focus 2024, evento leader nel settore delle industrie creative, si terrà il 10 e 11 dicembre 2024 presso il Business Design Centre di Londra. Dedicato a professionisti di cinema, TV, pubblicità, gaming e contenuti immersivi, il Focus si distingue per la sua capacità di riunire creatori, produttori e facilitatori di oltre 100 paesi in un ambiente di networking, innovazione e opportunità commerciali. La conferma, per esempio, è nei numeri record dei visitatori dell'edizione dell'anno scorso: ben 3.500 delegati, tra espositori, delegati, sponsro, professionisti e manager di cinema, TV, advertising, video giochi e immersive provenienti da 84 Paesi diversi. Cos’è il London Focus 2024? L’evento offre una piattaforma unica per esplorare opportunità di collaborazione, presentare progetti e accedere a incentivi per la produzione. Tra le attività principali: - Esposizioni con oltre 200 aziende specializzate in servizi di produzione, location, finanziamenti e tecnologie. - Un programma di conferenze gratuite con più di 150 esperti del settore. - Strumenti di networking avanzati, come matchmaking basati sull'intelligenza artificiale per facilitare incontri e accordi. La Presenza Italiana all’Evento L’Italia avrà un ruolo di primo piano con una delegazione di aziende, enti e professionisti del settore. Tra i protagonisti italiani confermati: - Film Commission Italiane, che promuoveranno i servizi e le location cinematografiche disponibili in Italia, offrendo incentivi per attirare produzioni internazionali. - Case di Produzione Indipendenti, pronte a presentare progetti innovativi per collaborazioni europee. - Aziende Tecnologiche specializzate in software per la post-produzione e piattaforme interattive, che presenteranno soluzioni all’avanguardia. In particolare, sarà messa in risalto la diversità delle location italiane, dalle città d’arte ai paesaggi naturali, con lo scopo di attrarre produzioni internazionali di film, serie TV e pubblicità. Cosa Aspettarsi dalla Partecipazione Italiana? - Presentazioni e incontri B2B per promuovere partnership tra professionisti italiani e internazionali. - Workshop tematici per condividere le migliori pratiche e strategie di produzione. - La promozione di progetti sostenibili che valorizzano il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Un’Occasione per Innovare e Crescere La partecipazione italiana al London Focus 2024 non è solo una vetrina per i talenti nazionali, ma anche un'opportunità per stringere relazioni strategiche e posizionarsi come protagonisti nel panorama internazionale delle produzioni creative. Per maggiori informazioni sull’evento e sul programma completo, visita il sito ufficiale: London Focus 2024. ... Continua a leggere su Read the full article
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"AVELLINO LETTERARIA" di ROSA MANNETTA
"Avellino Letteraria" non è solo una rassegna, ma un vero e proprio laboratorio culturale, in cui letteratura, arte e innovazione si incontrano per stimolare il dibattito e la riflessione. Ogni anno, la manifestazione propone un’ampia gamma di eventi, che spaziano dalla presentazione di libri alle letture pubbliche, arricchiti dalla presenza di ospiti di rilievo nazionale. La rassegna è anche un’occasione per mettere in luce talenti emergenti, offrendo loro un palcoscenico privilegiato dove confrontarsi con autori affermati e un pubblico attento. La cornice di Avellino, con il suo patrimonio storico e culturale, aggiunge fascino e autenticità all’evento, rendendolo un’esperienza immersiva e coinvolgente. In pratica, "Avellino Letteraria" celebra la potenza della parola come strumento di conoscenza che deve essere accessibile a tutti. Norberto Bobbio scriveva: "La cultura va diffusa...". La dott. Annamaria Picillo, ha la responsabilità di "Avellino Letteraria". Responsabilità culturale notevole...
ROSA MANNETTA
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