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#Consapevolezza territoriale
divulgatoriseriali · 5 months
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I paesi invisibili: un viaggio tra le realtà dimenticate d'Italia
“I paesi invisibili” è un viaggio attraverso gli angoli più remoti e trascurati dell’Italia, guidato dalla mia penna e dalla mia passione per le piccole comunità delle “aree interne” del paese. In questo libro, esploro strade deserte e case centenarie avvolte nel silenzio, incontrando persone che resistono nonostante lo spopolamento e l’abbandono. Le loro storie, raccolte in queste pagine, sono…
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fedelando · 4 months
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CAIAZZO: ESERCITO A SCUOLA, ALZABANDIERA E FOCUS SULLA SICUREZZA
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La giornata è iniziata con la cerimonia dell'alzabandiera che ha toccato profondamente tutti i presenti. Un solenne momento organizzato presso l’Istituto Comprensivo “Caiatino” di Caiazzo, che è stata l’occasione per riflettere sui più alti valori morali rappresentati dal tricolore, un simbolo che ci unisce tutti sotto l'amore e il rispetto per la patria. “È stata una cerimonia che ha suscitato in noi un profondo senso di appartenenza e orgoglio allo Stato e alla nostra Città– ha dichiarato la dirigente Silvana Santagata e margine della manifestazione – Abbiamo vissuto l’Esercito custode dei più alti valori democratici ed emblema di difesa della Patria. Una giornata, al tempo stesso, di Orientamento professionale e motivazionale”. “Un orgoglio per la Città di Caiazzo – ha aggiunto il sindaco di Caiazzo Stefano Giaquinto – Un segno tangibile della presenza dell’Esercito nella nostra comunità”.
Dopo l'alzabandiera, accompagnato dall’8° Reggimento Fanfara di Caserta, il personale del Comando Forze Operative Sud dell'Esercito Italiano, su iniziativa del Comandante dell’Area Territoriale, Gen. D. Claudio Minghetti, ha tenuto una sessione formativa sulla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, con un particolare focus sulla sicurezza in rete. Attraverso spiegazioni chiare e coinvolgenti, sono stati illustrati i rischi connessi all'uso di Internet, rendendo i ragazzi partecipi con esempi concreti e favorendo un dibattito aperto e dinamico.
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Un evento che è stato molto più di una semplice lezione; un vero e proprio momento di crescita personale e comunitaria. Sono stati esplorati temi fondamentali come l’etica, il rispetto reciproco e l’importanza della sicurezza, non solo online ma anche nella vita quotidiana. Un ringraziamento sentito va al Generale di Corpo d’Armata Angelo Michele Ristuccia, Comandante delle Forze Operative Sud, per aver reso possibile questa giornata speciale. La presenza del personale militare nella nostra scuola ha rafforzato la percezione dello Stato come una presenza vicina e attenta, ha mostrato l’Esercito come custode dei più alti valori democratici e simbolo di difesa della Patria.
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“Una giornata indimenticabile – conclude la dirigente - per averci mostrato il lato umano e valoroso delle Forze Armate, e per averci fornito strumenti preziosi per diventare cittadini più consapevoli e responsabili. Questa esperienza ci ha reso più forti e uniti, pronti ad affrontare con maggiore consapevolezza le sfide della nostra crescita”.
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mypickleoperapeanut · 8 months
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"Impronte Indelebili"
Ogni giorno come memoria viva e ogni attimo che respiriamo come un foglio bianco su cui imprimere la memoria.
Il Giorno della Memoria non può ed non deve esaurirsi nelle ventiquattro ore calendariali, ma è determinante che rimanga in modo permanente nel susseguirsi dei giorni degli anni a venire.
Un promemoria costante del nostro dovere di ricordare, comprendere, ed evolvere, segnato nel calendario dell'esistenza umana.
Il Ricordo si erge come un faro, una guida imperturbabile che rischiara le tenebre dell'oblio e contrasta l'intorpidimento della nostra memoria collettiva.
È il baluardo contro l'indifferenza, la sentinella che custodisce la verità storica dalla distorsione e dall'erosione del tempo.
La Consapevolezza si diffonde come un vaccino salvifico per l'animo umano, irrobustendoci contro la malattia dell'ignoranza.
È lo scudo che protegge l'integrità del nostro discernimento etico e morale.
Diviene la colonna portante che sostiene il nostro impegno a non ripetere gli errori del passato.
La Cultura si evolve come un organismo vivente, le cui radici si estendono nei profondi solchi del passato, nutrendosi di verità e saggezza per fiorire in un domani più giusto e illuminato.
È la crescita continua della coscienza collettiva, che progredisce attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle lezioni apprese dalla storia.
L'Arte testimonia con una voce che non si spegne, dipinge i contorni netti della memoria su una tela senza tempo.
È espressione viva che coglie i frammenti dell'umano patire, dell'incommensurabile perdita, e li eternizza affinché ogni occhio possa vedere e ogni cuore possa sentire.
La Storia, benché possa indossare nuovi travestimenti, minaccia di ripetersi in un ciclo vorticoso di tragedie se non manteniamo viva la memoria dei fatti e dei misfatti perpetrati dall'uomo.
Conoscere le pagine più oscure e dolorose del nostro passato rappresenta una forma essenziale di prevenzione, un vaccino contro la recrudescenza di ideologie perverse che hanno segnato l'umanità con cicatrici ancora palpabili.
Il Giorno della Memoria, pertanto, sancisce l'inizio di un nuovo ciclo di consapevolezza, un nuovo capitolo nei 365 giorni che costituiscono l'anno e tutti quelli che seguiranno.
Questi sono i giorni in cui siamo chiamati ad agire come custodi della memoria collettiva, giorni in cui l'impegno al ricordo deve essere vigile e incessante.
Non possiamo permetterci di dimenticare le atrocità che hanno marchiato la storia - la brutalità delle guerre, l'orrore degli olocausti, la follia dei genocidi.
È nostro dovere morale portare avanti la testimonianza di questi eventi, perché il ricordo è l'anima della storia e il fondamento sul quale costruire un futuro immune dalle piaghe del passato.
L'Arte, infine, svolge un ruolo cruciale nel processo di memoria.
Essa non solo può, ma deve contribuire a segnalare, a scandire i ritmi del dolore e a tracciare le ferite della storia affinché non si rimarginino nell'oblio. Attraverso di essa, il ricordo degli eventi passati non solo viene conservato ma viene anche trasmesso alle generazioni future, mantenendo viva la consapevolezza di quanto sia vitale ricordare per il benessere dell'umanità.
Riccardo Rescio
Firenze 27 gennaio 2024
L'immagine sottostante riproduce l'opera di Paolo Picasso dal titolo "Guernica".
L'opera fu realizzata dall'Artista nel 1937 nata per rappresentare il bombardamento della città basca di Guernica.
Nel corso degli anni è diventata un simbolo di denuncia contro le atrocità della guerra e le orribili conseguenze che ogni genere di conflitto, territoriale, religioso, ideologico, procura all'umanità.
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L'aumento dei giovani laureati in Italia: un'opportunità per il futuro
Nel corso degli ultimi anni, si è registrato un aumento significativo del numero di giovani laureati in Italia. Secondo i dati Istat, nel 2022 la quota di 25-34enni in possesso di un titolo di studio terziario è stata pari al 29,2%, in aumento rispetto al 27,4% del 2021. Si tratta di un risultato positivo, che testimonia una crescente attenzione alla formazione e al merito. I fattori che hanno portato all'aumento dei laureati L'aumento del numero di giovani laureati in Italia è da attribuire a una serie di fattori, tra cui: - L'aumento del tasso di scolarizzazione: negli ultimi anni, si è registrato un aumento del numero di giovani che proseguono gli studi dopo la scuola secondaria superiore. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui la maggiore consapevolezza dell'importanza dell'istruzione, la diffusione di corsi di formazione post-diploma e la maggiore disponibilità di borse di studio e finanziamenti. - La riforma del sistema universitario: la riforma del sistema universitario, introdotta nel 2010, ha introdotto una serie di misure volte a rendere l'università più accessibile e inclusiva. Tra queste, si segnalano la riduzione dei costi di iscrizione, l'introduzione di corsi di laurea a ciclo unico e l'ampliamento dell'offerta formativa. - L'influenza del contesto internazionale: l'aumento del numero di giovani laureati in Italia è anche una conseguenza dell'evoluzione del contesto internazionale. In un mercato del lavoro sempre più globalizzato, la laurea è diventata un requisito sempre più importante per trovare un'occupazione qualificata. I benefici dell'aumento dei laureati L'aumento del numero di giovani laureati in Italia ha una serie di benefici, tra cui: - Un aumento del livello di istruzione della popolazione: la laurea è un investimento importante per il futuro di un individuo, in quanto consente di sviluppare competenze e conoscenze che possono essere utili nel mondo del lavoro. - Un aumento del tasso di occupazione: i laureati hanno maggiori probabilità di trovare un'occupazione qualificata e di essere occupati a tempo pieno. - Un aumento dei salari: i laureati hanno in genere salari più alti dei non laureati. - Un aumento della produttività: i laureati sono in grado di contribuire in modo più significativo alla crescita economica. Le sfide da affrontare Nonostante i benefici, l'aumento del numero di giovani laureati in Italia presenta anche alcune sfide, tra cui: - Il divario territoriale: il tasso di laureati è ancora più basso nel Mezzogiorno rispetto al Nord e al Centro del Paese. - Il divario di genere: le donne sono ancora meno rappresentate tra i laureati rispetto agli uomini. - La necessità di migliorare la qualità dell'istruzione: è necessario garantire che tutti i giovani abbiano accesso a un'istruzione di qualità, indipendentemente dal proprio background socio-economico. Risultato positivo ma la strada è ancora tanta L'aumento del numero di giovani laureati in Italia è un risultato positivo, che testimonia una crescente attenzione alla formazione e al merito. Tuttavia, è necessario affrontare le sfide che ancora si presentano, in modo da garantire che tutti i giovani abbiano le stesse opportunità di successo. Possibili misure per promuovere l'aumento dei laureati Per promuovere l'aumento dei laureati in Italia, si possono adottare una serie di misure, tra cui: - Promuovere l'orientamento scolastico e professionale: è importante aiutare i giovani a scegliere il percorso formativo più adatto alle proprie aspirazioni e al proprio talento. - Rendere l'università più accessibile e inclusiva: è necessario ridurre i costi di iscrizione e offrire borse di studio e finanziamenti a chi ne ha bisogno. - Migliorare la qualità dell'istruzione: è necessario investire nella formazione dei docenti e nell'innovazione tecnologica. Adottando queste misure, si può contribuire a creare una società più inclusiva e competitiva, in cui tutti i giovani abbiano le stesse opportunità di successo. Foto di Foundry Co da Pixabay Read the full article
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personal-reporter · 1 year
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Birrificio Messina: racconto di straordinario valore italiano
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La storia che si cela dietro al Birrificio Messina è un racconto di straordinario valore italiano, una narrazione di resilienza e dedizione portata avanti da 15 Maestri Birrai che hanno trasformato un sogno di rinascita apparentemente irraggiungibile in una realtà concreta. È il racconto di coloro che non hanno mai smesso di credere in sé stessi, nei loro compagni e nella terra che li ha visti nascere, dando vita a una birra autentica e sincera che riflette l'anima di coloro che l'hanno ideata. Una tradizione autentica, riscattata da coloro che l'hanno fondata, portata avanti con orgoglio per un'intera vita e che hanno raggiunto risultati straordinari, superando sfide e sacrifici, dimostrando il coraggio di proteggere il proprio passato mentre guardano avanti verso il futuro. 09.08.2013 LA CHIUSURA DEL BIRRIFICIO STORICO Nel cuore della città di Messina, uno storico birrificio chiude i battenti dopo un maldestro tentativo di sfruttamento edilizio. In questo contesto, 15 ex dipendenti si uniscono in un'audace iniziativa: la creazione della cooperativa "Birrificio Messina". Nasce così il desiderio di rilanciare la produzione birraria con nuovo slancio. 02.09.2014 L'EMERGENZA DELLA COOPERATIVA Il Birrificio Messina suggella una proficua alleanza con la "Fondazione di Comunità di Messina onlus", entrando a far parte della "compagine sociale". Grazie alla generosità di questa fondazione, che mette a disposizione risorse, struttura e competenze, la cooperativa avvia una raccolta fondi iniziale. Questo sostegno si traduce in una campagna di comunicazione territoriale, nella stesura del piano industriale e nell'instaurazione di una rete di partner finanziari, sia a scopo di lucro che non profit. 20.10.2015 IL CAMMINO VERSO IL FINANZIAMENTO Si dà inizio a un intricato processo di finanziamento che coinvolge l'entusiasmo della comunità e di movimenti civici, portando alla costituzione di un eterogeneo team di finanziatori e sostenitori. Questi fondi provengono sia dal settore non profit che dal tradizionale mercato creditizio. Grazie a questo sforzo congiunto, vengono raccolti circa 5,5 milioni di euro, fondamentali per avviare l'attività produttiva. 20.06.2016 IL MONTAGGIO DELL'IMPIANTO INDUSTRIALE Dopo circa un anno dalla firma dei contratti di fornitura, i primi camion consegnano le attrezzature per l'impianto industriale. In questo momento emozionante, diviene evidente il progresso compiuto e le possibilità future, senza mai dimenticare gli enormi sacrifici degli anni precedenti. 29.07.2016 L'INAUGURAZIONE DELL'ATTIVITÀ Mentre i macchinari sono ancora in fase di installazione, l'attività del Birrificio Messina viene inaugurata. In una calda giornata di luglio, una folla entusiasta partecipa ai festeggiamenti, con la consapevolezza che questo evento segnerà la storia: la rivincita dei 15 soci della cooperativa e il loro trionfale ritorno nel mondo del lavoro, questa volta non solo come operai ma come imprenditori. 04.06.2019 L'ESPANSIONE DELL'IMPIANTO PRODUTTIVO La cooperativa, in piena espansione, avvia un progetto di ampliamento dell'impianto produttivo, quasi raddoppiando la capacità iniziale da circa 50.000 ettolitri all'anno a circa 95.000 ettolitri all'anno. 24.06.2019 SOSTEGNO AI PROCESSI PRODUTTIVI La cooperativa attira l'attenzione di Sefea Impact SGR s.p.a., un'azienda specializzata nella gestione di Fondi di Investimento Alternativi (FIA) chiusi, grazie al suo impatto sociale positivo sul territorio. Condividendo obiettivi come la promozione di una finanza d'impatto capace di generare cambiamenti positivi nelle comunità e la sostenibilità ambientale, Sefea Impact decide di investire nella cooperativa per supportarne la crescita. 25.06.2020 UNA SCELTA ECOLOGICA Il Birrificio Messina prende una svolta "green" installando un impianto fotovoltaico con una capacità di produzione di circa 99,99 kW/h sui tetti dei suoi capannoni. Questo non solo aiuta a ridurre il consumo di energia elettrica, ma contribuisce anche alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, dimostrando un impegno verso l'ambiente e il territorio. 24.07.2020 IL RAGGIUNGIMENTO DELLA PROPRIETÀ DEI CAPANNONI Con un anno di anticipo rispetto ai tempi previsti, il Birrificio Messina, grazie all'impegno e all'orgoglio dei suoi soci, diviene pieno proprietario dei due capannoni industriali. Ciò è stato possibile grazie a un'operazione finanziaria strutturata con il supporto degli esperti della Fondazione di Comunità di Messina onlus. 25.06.2020 IL RINNOVAMENTO GENERAZIONALE La compagine lavorativa del Birrificio Messina si espande ulteriormente, includendo 11 giovani lavoratori, tutti figli dei soci fondatori. Questo innesto di nuova energia ha permesso un aumento della produttività aziendale e ha garantito il raggiungimento dell'obiettivo di ricambio generazionale fissato fin dalla creazione della cooperativa. Il Birrificio Messina è l'incarnazione della tradizione. Questa tradizione ha radici profonde nei 15 soci fondatori, che rispettano antichi sapori ma guardano al futuro. L'azienda, fondata nel 2016 e attualmente in fase di espansione, è dotata di impianti all'avanguardia che consentono la produzione di diverse varietà di birra, mantenendo elevata efficienza ed energia ridotta. Il Birrificio Messina ha reso "green" le sue birre grazie a un impianto fotovoltaico da circa 100 kW installato sui tetti dei capannoni industriali. Questo investimento nella sostenibilità ha migliorato significativamente l'equilibrio energetico dell'azienda, consentendo di autoconsumare circa l'80% dell'energia prodotta e riducendo i consumi elettrici, oltre a abbattere le emissioni di anidride carbonica di circa 75,7 tonnellate all'anno. La cooperativa dimostra una profonda attenzione agli impatti sociali della sua attività sul territorio, seguendo il protocollo T.S.R. (Territori Socialmente Responsabili), ideato a livello europeo dalla Fondazione di Comunità di Messina in collaborazione con Reves (Rete Europea delle Città e delle Regioni per l'Economia Sociale). Questa è un'ulteriore ragione per scegliere le birre prodotte dalla cooperativa messinese, che con umiltà e orgoglio riesce a coniugare tradizione, passione e innovazione. CONTATTI SOCIETÁ COOPERATIVA via Comunale Larderia Inferiore Zona ex ASI Capannone n.4 98129 Messina partita iva 03272470836 +39 090 730072  [email protected] https://www.facebook.com/BirrificioMessina https://www.birrificiomessina.it/ Read the full article
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ross-nekochan · 2 years
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Nonostante io sia STANCHISSIMA, sento l'obbligo morale di parlare adesso di questo viaggio.
Un viaggio che è stato interminabile dall'inizio alla fine. Iniziato con la sveglia alle 6:00, siamo salpati bene o male con un leggero ritardo e attraccati di conseguenza. Da Palermo a Siracusa, l'unica via autostradale direzione Catania era completamente chiusa senza indicazioni su alternative (ora non si capisce se è stata una nostra svista causa buio pesto) e l'arrivo per Siracusa che doveva essere intorno alle 22/23, diventa le 01:30.
Il ritorno, non dico peggio ma quasi: traghetto che doveva salpare alle 8:30/9:00, lo fa alle DODICI. State leggendo bene, DODICI.
Also, come è possibile che NA-PA fatto via terra (733km) richiede 8h di viaggio, e via traghetto (366km, quindi circa la metà) ci voglia esattamente LO STESSO TEMPO, se non peggio. Quando io ho fatto NA-VE (poco meno di 700km) in CINQUE ore. Nel DUEMILAVENTIDUE.
Ora, ci saranno sicuramente delle regolamentazioni nautiche da rispettare, di sicuro, ma non è concepibile fare meno di 400km in 10h, non con il finimondo di conoscenze che abbiamo adesso.
Conclusasi la parte sul viaggio è necessario per me parlare delle sensazioni nell'isola.
Arrivare a Palermo, soprattutto, è stata una esperienza traumatica. Mi sono ritrovata a casa, senza essere a casa. Palermo è LETTERALMENTE la Napoli siciliana, e la differenza che la divide con le altre città è la stessa che divide Napoli dalle altre province campane.
I quartieri con palazzi fatiscenti e sul punto di crollare, la puzza di piscio eternamente onnipresente, i ragazzini con i motorini senza casco (tutto come a Forcella), le stradine strette illuminate con le frasette appese (Quartieri spagnoli), la totale anarchia dell'immondizia (non esisteva un cestino nel centro storico che avesse una scritta su cosa avrebbe dovuto contenere) e la sua presenza massiccia per le strade più impervie, la totale autoprostituzione col cibo locale (come se non ci fosse altro da poter vendere al turista), il caos totale nei mercati popolari, dove gas dei motorini e passanti si mescolano, mercato dove trovi le sigarette di contrabbando (Forcella pt. 2), ma dove trovi anche il venditore che canta a squarciagola l'ultima canzone di Blanco (perché sì), e i meravigliosi libri a 2-3€.
Sono rimasta traumatizzata, sconvolta, turbata: mi sentivo a "casa" pur non essendo quella la mia casa. Lo sconforto che ho provato per le cose brutte di Palermo è stato lo stesso di quando vedo letteralmente i cessi in Via Duomo a Napoli. La meraviglia e la consapevolezza delle meraviglie che ci sono in Sicilia mi hanno riempito d'orgoglio, così come mi riempiono d'orgoglio i piccoli e grandi monumenti della mia regione.
Poi la povertà palpabile, i bambini che già fumano, la fatica di chi sgobba come un maiale volontariamente manco fosse ancora nel dopoguerra, le case senza intonaco che praticamente sono fuori la strada, i palazzi alti, grossi, tutti uguali che sembrano figli del fascismo o del boom economico.
C'è qualcosa che accomuna Campania e Sicilia che è più della semplice passata appartenenza allo stesso regno, perché non ho avuto le stesse sensazioni in Puglia (dove sono stata tante volte). Forse, oltre alle questioni storiche, c'entrano anche la Mafia e la Camorra e di come si sono infiltrate nell'economia e nella società territoriale... o forse no, forse solo in parte. Chi lo sa...
Insomma, la Sicilia l'ho vista da fuori, ma è come se potessi palpare come si sente chi la vive da dentro.
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Distretto del Cibo del Chierese e Carmagnolese: un sogno a occhi aperti che diventa realtà Tutti uniti per farlo decollare.
Lettera aperta a istituzioni, imprese e cittadini dei 25 comuni coinvolti.
Nelle prossime settimane diventerà operativa l’associazione “Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese Ente del Terzo Settore”. Ottenuto il riconoscimento regionale il 1° aprile scorso, ora i 25 Comuni stanno facendo approvare dai rispettivi Consigli Comunali lo schema di Atto Costitutivo dell’associazione, lo Statuto e l’accordo di Distretto.
Si tratta del coronamento di un lungo percorso avviato dopo la pubblicazione dell’Atlante del Cibo nel maggio 2017 (a cui hanno lavorano per anni Regione, Città Metropolitana di Torino, Università e Politecnico) e reso possibile dalla cornice normativa offerta dal governo Gentiloni, che ha istituito i “Distretti del Cibo" e stanziato i primi fondi con la finanziaria 2018.
Un lungo cammino che ha visto impegnate via via molte persone illuminate, presidenti di associazioni, produttori agricoli, sindaci e semplici cittadini, che hanno messo da parte interessi personali e campanilismi per dare forma a questo importante progetto.
Un sogno che ruota intorno al cibo, nato dall’attenta osservazione delle potenzialità ancora inespresse dai prodotti agricoli di eccellenza del nostro territorio, dai comportamenti dei consumatori, ora in grado di apprezzare cibi tracciabili di qualità a “tempo zero” e dalla consapevolezza del cibo come catalizzatore per l’industria agroalimentare, del turismo e dell’accoglienza.
In sintesi, le filiere che possono essere costruite intorno al cibo sono in grado di muovere il PIL dell’intero territorio generando:
nuovi posti di lavoro
nuove imprese
e dando impulso e facendo crescere le imprese già attive.
Sarà il primo distretto del cibo del Piemonte. Noi come Italia Viva, che a febbraio 2021 avevamo avanzato il Business Plan del Distretto del Cibo e le nostre proposte operative, avremmo preferito la creazione di una S.r.l. con il capitale aperto anche alle persone fisiche, con un patrimonio iniziale minimo di 500.000 euro e una struttura manageriale. Quella che nasce oggi è una associazione del terzo settore gestita da un Consiglio direttivo senza compenso, aperta alle imprese in linea con le priorità del Distretto con una governance affidata ai rappresentanti dei comuni proponenti e ai rappresentanti delle associazioni dei produttori. Potrà contare su un fondo di dotazione iniziale di 30.000,00 euro messo a disposizione dai 25 comuni promotori in proporzione al numero degli abitanti.
Anche se non pienamente in sintonia con la forma giuridica scelta, come Italia Viva daremo il nostro massimo sostegno in tutte le sedi affinché il Distretto possa decollare e crescere insieme atutte le imprese connesse direttamente e indirettamente alle filiere del cibo.
Occorre far crescere con cura ogni anello della filiera perché, come dimostrano le esperienze consolidate, ogni anello è vitale per tutta la filiera. Non dovremo più leggere per esempio che “la tinca nuota sui social invece che nei nostri stagni”.
Occorre creare una identità sovracomunale per questo territorio, che conta su 145.000 residenti e per farlo servono a nostro parere alcuni passaggi preliminari:
che i tre comuni di Pancalieri, Carignano e Castagnole Piemonte chiedano di essere inseriti nell’area omogenea 11;
che i principali organi di informazione locali online e cartacei del territorio istituiscano una rubrica fissa dedicata al nuovo Distretto del Cibo;
che venga programmato un roadshow per la presentazione degli obiettivi del distretto nei 25 comuni.
La creazione di una identità collettiva territoriale per essere riconoscibile all’esterno come è per Langhe e Roero, ha bisogno di un lungo e faticoso percorso di convergenza di azioni e comportamenti collettivi che l’informazione locale può contribuire a costruire e far crescere.
Il Distretto del Cibo permetterà agli imprenditori agricoli del territorio di vedersi riconoscere il giusto prezzo e quindi il giusto reddito come accade per gli altri attori della filiera passando dai “contributi per non coltivare” ai “contributi per produrre in modo sostenibile”: il tutto reso possibile dall’accesso ai fondi europei attraverso il PSR. (Piano di Sviluppo Rurale)
Come ha sostenuto Renzi nel Seminario Nazionale dedicato al cibo del 12 maggio scorso, “il cibo è l’argomento politico per eccellenza, il cibo è tradizioni e valori culturali, il cibo è territorio, il cibo è sostenibilità, il cibo è posti di lavoro, pezzi di economia e infine abbiamo capito in questi mesi che il cibo è geopolitica.”
Viva il Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese.
22/05/2022
Per i Comitati di Italia Viva del Chierese e Carmagnolese
Pier Antonio Pasquero
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barrenwomb · 4 years
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post/617189183685066752/quelli-con-la-bava-alla-bocca-che-scrutano-con Io cercherò di evitare i social per i prossimi giorni e cerco di evitare anche i giornali il più possibile, vado sui siti del oms e della sanità italiana. Il post mi piace abbastanza perché fa un buon lavoro sulle fonti e cerca di riportare soltanto notizie più o meno verificate e verificabili, anche il sole 24. Sono arcistufa degli sceriffi e di quelli che si ergono a giudici moralisti.
Ti capisco perfettamente, anon. Sono stanca di chi crede di avere la verità in tasca e si crogiola nella sua presunta superiorità morale.
Viviamo nell’incertezza, barcollanti e senza neppure la vaga idea di cosa aspettarci. Non so davvero da dove le persone trovino la forza per farsi il sangue amaro.
Non mi entusiasma affatto che (a quanto pare, eh) la gente si sia riversata improvvisamente in strada, ma non sto con la schiuma alla bocca ogni istante della mia misera esistenza. Tra commenti rabbiosi, giornalismo becero, politiche imbarazzanti, una classe dirigente che cerca in tutti i modi di deresponsabilizzarsi, la mancanza di un piano sanitario e territoriale, la consapevolezza di vivere in un sistema che non funziona, etc. mi sento esasperata.
Il mio consiglio è di comportarsi coerentemente con ciò che si crede giusto e di lasciar perdere il caffè. Oggi c’è anche un bel sole. ☀️
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paoloxl · 5 years
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A Prato si è materializzata la prima applicazione degli infami decreti Salvini nei confronti degli operai, ma anche una significativa resistenza ad essi ha preso piede e ha coinvolto la cittadinanza.
Prato sta con gli operai: liberi dai decreti Salvini
"La guerra ai più deboli": non c'è altro modo per definire i due decreti Salvini che oltre a contenere norme contro i migranti, hanno come obbiettivo tutti i movimenti sociali, le lotte operaie e sindacali che rompono la classica ritualità dello sciopero. Vediamo oggi la prima applicazione di questi decreti in campo operaio con le multe comminate agli scioperanti di Prato. 76000 euro di multe, 4000 mila euro per ognuno dei 19 operai coinvolti. Le multe si riferirebbero al reato di "blocco stradale", mai avvenuto, ma in realtà hanno un obbiettivo più profondo e non è un caso che trovino applicazione per la prima volta proprio nella città di Prato.
Il SI Cobas e gli operai il lotta infatti hanno alzato il velo su una situazione di sfruttamento senza limiti che coinvolge migliaia di lavoratori sottopagati e senza i diritti essenziali nella città toscana. Le multe hanno come obbiettivo quello di spaventare gli operai in lotta, da sette mesi senza stipendio, e di impedire il diffondersi a macchia d'olio della protesta in tutti i settori in cui lo sfruttamento di manodopera tendenzialmente migrante avviene nel più totale silenzio. Per la controparte si tratta di una partita importante perché l'emergere della concretezza delle lotte operaie di questi settori di classe metterebbe in crisi tanto le retoriche d'integrazione (che in questi casi vuol dire sfruttamento), quanto quelle sovraniste che vorrebbero ridurre la questione dei lavoratori stranieri a problema di sicurezza per continuare a poter comprimere i loro salari e utilizzarli per alimentare la guerra tra poveri.
Il caso di Prato dunque è un crocevia di molti nodi, ma è anche il luogo dove il livello di sfruttamento e di ingiustizia a cui sono sottoposti questi operai ha coinvolto il sentire di una parte significativa della cittadinanza. Sabato 18 gennaio a Prato ci sarà una grande Marcia per la libertà per chiedere l'abolizione dei Decreti Salvini con la consapevolezza che oggi è toccato agli operai di Prato, ma che un domani potrebbe riguardare qualsiasi lavoratore che scelga di non accettare le proprie condizioni di miseria.
 
La denuncia dei Lavoratori Autorganizzati #SiCobas : "Sono 19 i lavoratori raggiunti da altrettante multe da 4000 euro per aver partecipato ad una protesta sindacale durante lo sciopero alla Tintoria Superlativa. Si tratta della prima applicazione a livello nazionale dei nuovi strumenti di limitazione delle libertà democratiche introdotti dal Decreto Salvini.
L'applicazione del Decreto Salvini contro le legittime proteste dei lavoratori è un campanello di allarme sullo stato di salute delle libertà democratiche sul nostro territorio. Ancora più grave che questo accada andando a “sanzionare” lavoratori in sciopero che non recepiscono retribuzioni da sette mesi e sono impegnati nella denuncia di situazioni gravissime di sfruttamento ed illegalità imprenditoriale che purtroppo contraddistinguono ancora il distretto pratese.
Dalle misure di vero e proprio razzismo istituzionale alle misure di limitazione del diritto di dissenso, il Decreto Salvini porta avanti una e vera e propria guerra ai più deboli in nome di una presunta “sicurezza”.
Lavoro nero, turni di 12 ore al giorno per sette giorni la settimana, negazione di diritti elementari come quelli alla malattia e le ferie, paghe da fame che spesso non superano i 1000 euro: questa è la realtà contro cui i lavoratori colpiti dalle multe si stanno battendo. Pensare che siano loro la minaccia alla “sicurezza” di Prato è assurdo e gravissimo.
La “sicurezza” di cui la città ha bisogno è quella di sapere che dentro i tanti capannoni industriali del distretto vengano rispettati diritti e dignità del lavoro.
I FATTI
Sotto accusa la partecipazione allo sciopero presso la tintoria Superlativa di via Inghirami. Quando i lavoratori entravano in agitazione non ricevevano stipendio da sette mesi. Ma non solo. Protestavano contro il mancato rispetto dell'accordo sindacale sottoscritto a Luglio che avrebbe dovuto aprire un percorso di regolarizzazione in un contesto di gravissima illegalità imprenditoriale e sfruttamento della manodopera. Lavoro nero, turni di 12 ore per 7 giorni la settimana, paghe di mille euro, niente ferie, malattie o permessi: queste le condizioni che i lavoratori insieme al sindacato denunciavano, tutte confermate dal controllo dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro che per la terza volta in 4 anni procedeva alla sospensione dell'attività e all'apertura di un fascicolo presso la Procura della Repubblica per sfruttamento.
Lo scorso 16 ottobre un auto in uscita dalla Superlativa travolgeva il sit-in degli operai in sciopero. La sindacalista Sarah Caudiero rimaneva ferita e doveva essere trasportata in ospedale in ambulanza. Arrivata la notizia nelle altre fabbriche del distretto, entravano in sciopero in segno di solidarietà e di condanna dell'accaduto anche alla Tintoria FADA, alla Tintoria DL, Tintoria GM e Panificio Toscano. Circa cento lavoratori raggiunsero il presidio ai cancelli in una protesta pacifica sgomberata poche ore dopo dalla Questura. Oggi i lavoratori vengono accusati di un “blocco stradale” mai avvenuto."
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cartofolo · 6 years
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Cartofolo cosa ne pensa sul fatto che la guerra accompagni sin da sempre l'uomo?
La guerra è sempre derivata dal bisogno di potere personale, economico o territoriale, Anon.Dopo la seconda guerra mondiale, e dopo l'assestamento geopolitico, sono tanti i fattori che lentamente hanno sollecitato la necessità di un nuovo equilibrio e abbiamo avuto tutti la consapevolezza che nessuna guerra sarebbe stata isolata e limitata a due nazioni contendenti.Gli interessi economici e di potere, oggi sono legati gli uni agli altri in un equilibrio mondiale che non permette nessuna eccezione.Quindi qualunque guerra si combatta nel mondo, ci appartiene oggi più di ieri.Come ha detto Baruch de Spinoza, "La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia."
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italian-wine-lover · 6 years
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Amo il vino perché non smette mai di stupirmi qualche tempo fa ne ho avuta l'ennesima conferma! Una piccola realtà dell'aretino che fa del rispetto in vigna e in cantina i propri dogmi. Una conduzione agronomica frutto di esperienza tramandata e di consapevolezza rinnovata, in cui l'obiettivo focale è quello di mantenere la naturale vitalità del terreno sostituendo la chimica con il lavoro e il rispetto. Ogni piccola parcella viene vinificata singolarmente al fine di mantenere integre le peculiarità di quello specifico pedoclima in quella specifica annata. Vini naturalmente puliti, carichi di personalità tra i quali spicca il Diamine capace di rendere l'uvaggio storico del Chianti del Barone Ricasoli non solo veicolo di identità territoriale bensì espressione contemporanea, agile e di grande beva di una "formula" così radicata nel passato. Vini di grande equilibrio, che godono di una particolare armonia fra la spontaneità toscana e l'eleganza della semplicità. Vigneron➡️ @marco_cannoni @marcocannoni 🍷🍇 (presso Tuscany) https://www.instagram.com/p/BotfR7HHD4G/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1y0npnjoo4wnu
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lamilanomagazine · 4 months
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Padova, un accordo tra il comune e le scuole contro la dispersione scolastica
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Padova, un accordo tra il comune e le scuole contro la dispersione scolastica È stato sottoscritto questa mattina, giovedì 16 maggio, a Palazzo Moroni l'accordo di rete per il contrasto alla dispersione scolastica che vede coinvolti il Comune di Padova, in qualità di capofila del progetto, l'Ufficio Scolastico Ambito Territoriale Padova e Rovigo, l'Azienda Ulss 6, Veneto Lavoro, il Centro Provinciale di Istruzione degli Adulti di Padova, il Dipartimento FISPPA dell'Università degli Studi di Padova, Sistema della Formazione Professionale. Presenti all'incontro per la sigla dell'atto, le assessore al Sociale e alle Politiche educative e scolastiche insieme ai rappresentanti delle parti firmatarie. Il progetto è rivolto a minori e giovani adulti a rischio di marginalità e alle loro famiglie o figure di riferimento. L'obiettivo è promuovere il successo e il benessere scolastico, formativo, educativo, attraverso percorsi che implicano processi di apprendimento che derivano dall'esperienza, con lo scopo di far acquisire ai ragazzi quell'autonomia e consapevolezza necessarie per il bene proprio e della comunità di cui sono parte. Il percorso esperienziale si snoda lungo tre macro aree di intervento: area istruzione e formazione, area riorientamento lavoro e stage, area socio sanitaria e socio educativa. L'area istruzione e formazione riguarda la fascia d'età che va dai 14 ai 17 anni, ed ha come destinatari minori in obbligo scolastico e giovani adulti che sono interessati ad un rientro nei percorsi di istruzione o formazione abbandonati o non conclusi. Le azioni previste sono mirate all'assolvimento dell'obbligo di istruzione attraverso piani di studio personalizzati, stage orientativi, finalizzati a motivare riorientando e supportando ragazzi o ragazze che vivono situazioni di fragilità. L'area riorientamento lavoro e stage riguarda giovani adulti che hanno assolto l'obbligo scolastico ma non hanno concluso alcun percorso formativo. Sono due le fasce d'età dei destinatari: dai 16 ai 18 anni e dai 18 anni ai 21. L'obiettivo è la presa in carico dei minori in situazioni di abbandono scolastico che vogliano, tuttavia, provare ad inserirsi nel mondo del lavoro attraverso percorsi di orientamento e stage formativi. In questa fase è prevista la figura del Case Manager, proprio per accompagnare ragazzi o ragazze nella nuova dimensione lavorativa, orientandoli e seguendoli nei contatti e colloqui con operatori del mercato al fine di definire i percorsi di inserimento più adeguati. L'area socio sanitaria e socio educativa è rivolta a minori e giovani con patologie cliniche conclamate, in dispersione scolastica e formativa, che si trovano in situazioni di vulnerabilità personale o familiare. L'obiettivo, anche in questo caso, è la presa in carico e la definizione di interventi specifici che consentano il reinserimento di ragazzi o ragazze nel circuito educativo o formativo professionale raggiungendo, nel contempo, almeno un livello minimo di inserimento socio occupazionale. Per concretizzare tutte le azioni previste, l'accordo di rete si è dotato di un proprio assetto che prevede una struttura di governo che comprende il capofila del progetto, una cabina di regia, un tavolo tecnico della cabina di regia, aree trasversali di intervento. Il flusso comunicazioni e vigilanza è gestito da Veneto Lavoro che prende in carico, per le prime valutazioni dei casi, i minori dai 14 ai 17 anni in abbandono scolastico e formativo segnalati dall'Anagrafe Regionale Studenti. Lo step successivo prevede il coinvolgimento dell'equipe di co-progettazione, competente a predisporre progetti individualizzati a seconda delle problematiche da affrontare.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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"La comunicazione è una cosa seria"
Da molti anni come Associazione di Promozione Sociale senza scopo di lucro "Assaggia l'Italia ApS", attraverso la presenza come Italia&friends " su tutte le maggiori piattaforme web, contribuiamo ad una maggiore comunicazione di tutto il bello e il buono che abbiamo nelle Terre Uniche delle nostre 20 Regioni.
Da oltre dieci anni, con una azione incessante e continua, ci dedichiamo con passione a far conoscere tutte le particolarità che caratterizzano il nostro straordinario Paese.
Purtroppo in alcuni casi le istituzioni pubbliche locali, le associazioni di varia umanità e le imprese private, affidano la comunicazione dei momenti e degli eventi, che potrebbero costituire elementi di forte attrazione territoriale e maggiore conoscenza degli stessi nel mondo, a soggetti di dubbia professionalità il cui provincialismo, la palese cecità e a volte anche la poca consapevolezza di come si muove la comunicazione nel terzo millennio, determina una forte penalizzazione della comunicazione delle meraviglie che abbiamo a disposizione.
Le ricorrenze, le feste patronali, le rievocazioni storiche, soprattutto per le località più piccole e meno famose, hanno necessità di un più ampio respiro nazionale e internazionale, per far conoscere i rispettivi momenti ed eventi.
L'Italia è il Paese dalle infinite attrattive, perché è un crogiuolo di tante culture ed etnie che lentamente e progressivamente sta diventando quello che merita di essere, un grande e prolifico Paese.
Un processo che potrebbe essere accelerato se non ci fossero i soliti noti che pensano di tutelare il proprio orticello, inquinando i terreni altrui.
Quello di cui dovremmo prendere sempre maggiore consapevolezza è l'immenso patrimonio che abbiamo a disposizione e la conseguente ampia e variegata offerta attrattiva dei nostri territori.
Le meraviglie territoriali, artistiche, culturali, culinarie, agroalimentari e le innumerevoli conseguenti opportunità che ne conseguono, vanno adeguatamente comunicate utilizzando strumenti e metodologie comunicative offerte dalla moderna tecnologia, che troppi per incapacità e incompetenza ignorano.
In attesa che le idoneità maturino diamo il nostro contributo condividendo tutto il bello e il buono che abbiamo intorno.
Per farlo abbiamo necessità e bisogno del contributo di tutti, perché proprio attraverso la condivisione del conosciuto di ognuno di noi si potrebbe realizzare la più grande campagna di comunicazione del nostro Paese mai fatta in passato.
Riccardo Rescio
Presidente "Assaggia l'Italia ApS"
Associazione di Promozione Sociale (no profit)
Italia&friends NetWork
https://italiaefriends.wordpress.com/2022/05/21/italiafriends-network-arte-cultura-attualita/?preview=true
Potrebbe essere interessante per gli addetti ai lavori la lettura di un articolo dal titolo "Giornalismo su carta e sul Web : differenze e analogie"
a cura di Silvia Caruso, Gravità Zero.
di seguito il link : http://www.accademiatelematica.it/art/Home/News/Giornalismo%20su%20carta%20e%20sul%20Web:%20differenze%20e%20analogie
Il video a corredo dell'articolo può risultare certamente troppo lungo, pesante e ripetitivo, ma necessario per dare il senso della nostra presenza negli eventi e nei momenti del nostro Paese.
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Conseguenze sociale ed economiche delle prima guerra mondiale
La prima guerra mondiale ebbe una portata catastrofica, non solo in termini di perdite di vite umane, ma anche per le conseguenze che rese sulla politica, sulle economie e sulla società mondiali. L'Europa, il continente su cui si concentrò la maggior parte del conflitto, risentì dell'impatto a lungo termine di questo evento. Di seguito, porremo alcune riflessioni sulle conseguenze sociali, economiche e politiche della prima guerra mondiale. Le conseguenze della prima guerra mondiale È importante sottolineare la profonda instabilità che l'Europa subì in seguito alla fine del conflitto, soprattutto a causa della spartizione territoriale e delle riparazioni imposte alla Germania. La creazione della Società delle Nazioni, pensata come un'organizzazione internazionale che avrebbe dovuto prevenire conflitti futuri, si rivelò sotto tutti gli aspetti un fallimento, con una serie di conflitti armati che si verificarono immediatamente dopo la fine della prima guerra mondiale. La guerra ebbe un impatto devastante sulle economie europee. La produzione industriale, già in declino a causa della guerra, fu ulteriormente diminuita, così come il commercio internazionale, con effetti negativi sui tassi di occupazione e sulle prospettive di crescita economica dei vari paesi europei. La ricostruzione di molte città distrutte durante il conflitto richiedeva considerevoli investimenti per la ricostruzione e la riparazione delle infrastrutture. La vita quotidiana La prima guerra mondiale scosse la società europea e influenzò profondamente la vita quotidiana delle persone. L'aumento della povertà, i traumi della guerra e la perdita di molte vite umane hanno determinato una serie di cambiamenti sociali radicali. La crescita del nazionalismo e del fascismo, in particolare, si sviluppò come reazione alla destabilizzazione causata dalla guerra ed al sentimento di frustrazione e umiliazione che si diffuse in Germania. Oltre alle conseguenze economiche, sociali e politiche sopra elencate, la prima guerra mondiale ebbe anche un impatto notevole sulla situazione delle donne in Europa. Con l'assenza dei loro figli, mariti, fratelli e padri, molte donne dovettero diventare autonomie e assumersi nuovi ruoli nella società. La loro partecipazione al mondo del lavoro crebbe in modo significativo, così come il desiderio delle donne di essere considerate come parte della società. Dalla prima alla seconda guerra mondiale E’ importante notare anzitutto che la prima guerra mondiale servì da accenditore per la seconda guerra mondiale, che ebbe conseguenze terribili per l'Europa e per il mondo. La ritorsione della Germania, resa ancora più rigida dalle clausole del trattato di Versailles del 1919, diede vita a molti dei nazionalisti ed ai rivoltosi che diedero vita alla seconda guerra mondiale. Peraltro parallelo all'accrescersi della povertà e della sofferenza indotta dalla guerra, si ebbe un forte aumento dei movimenti socialisti in tutta l'Europa, il che portò al sorgere di una maggiore consapevolezza dei diritti dei lavoratori e della necessità di una maggiore uguaglianza sociale. L'abile gestione delle tensioni sociali da parte dei partiti socialisti, insieme ad un rinnovato ingaggiamento nel dibattito politico, svolse un ruolo cruciale nel definire la storia europea nel ventesimo secolo. Foto di Matt Redding da Pixabay Read the full article
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Al direttore del "Corriere di Chieri" per la rubrica "Lettere e Opinioni"
Presto diventerà operativa l’associazione “Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese Ente del Terzo Settore” di cui il 31 maggio a Santena i 25 Sindaci hanno firmato l’atto costitutivo.
Un lungo percorso avviato dopo la pubblicazione dell’Atlante del Cibo nel maggio 2017 e reso possibile dal governo Gentiloni, che ha istituito i “Distretti del Cibo" e stanziato i primi fondi. Si sono impegnate per questo molte persone illuminate, presidenti di associazioni, produttori agricoli, sindaci e semplici cittadini, che hanno messo da parte interessi personali e campanilismi. Un progetto nato dall’attenta osservazione delle potenzialità ancora inespresse dai prodotti agricoli di eccellenza del nostro territorio, dai comportamenti dei consumatori, ora in grado di apprezzare cibi tracciabili di qualità e dalla consapevolezza del cibo come catalizzatore per l’industria agroalimentare, del turismo e dell’accoglienza.
Le filiere che possono nascere intorno al cibo sono in grado di muovere il PIL dell’intero territorio generando nuovi posti di lavoro, nuove imprese e dando impulso a quelle già attive.
Sarà il primo distretto del cibo del Piemonte. Noi come Italia Viva, che a febbraio 2021 avevamo avanzato il Business Plan del Distretto del Cibo e le nostre proposte operative, avremmo preferito la creazione di una S.r.l. con il capitale aperto anche alle persone fisiche, con un patrimonio iniziale minimo di 500.000 euro e una struttura manageriale. Quella che nasce oggi è una associazione del terzo settore gestita da un Consiglio direttivo senza compenso, aperta alle imprese in linea con le priorità del Distretto con una governance affidata ai rappresentanti dei comuni proponenti e ai rappresentanti delle associazioni dei produttori. Potrà contare su una dotazione iniziale di 30.000,00 euro messa a disposizione dai 25 comuni promotori in proporzione agli abitanti.
Come Italia Viva daremo il nostro massimo sostegno in tutte le sedi affinché il Distretto possa decollare e crescere.
Va creata una identità sovracomunale per questo territorio, che conta su 145.000 residenti e per farlo servono alcuni passaggi preliminari: che i tre comuni di Pancalieri, Carignano e Castagnole Piemonte chiedano di essere inseriti nell’area omogenea 11 - che i principali organi di informazione locali del territorio diano informazione e spazio a questo tema - che venga programmato un roadshow per la presentazione degli obiettivi del distretto nei 25 comuni.
La creazione di una identità collettiva territoriale per essere riconoscibile all’esterno, ha bisogno di un lungo percorso di convergenza che l’informazione locale può contribuire a costruire.
Il Distretto del Cibo permetterà agli imprenditori agricoli di vedersi riconoscere il giusto prezzo e quindi il giusto reddito come accade per gli altri attori della filiera passando dai “contributi per non coltivare” ai “contributi per produrre in modo sostenibile”: il tutto reso possibile dall’accesso ai fondi europei attraverso il PSR.
Per i Comitati di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese Pier Antonio Pasquero
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fedelando · 3 years
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“BORGHI E CIBO”, A CAPACCIO PAESTUM (SA) IL PRIMO CONGRESSO SUGLI ALIMENTI DELLA TRADIZIONE ITALICA
Gli alimenti della tradizione italica tra cultura e turismo. Nasce in questo contesto il primo congresso tematico “Borghi e Cibo”, in programma dal 21 al 23 Ottobre a Capaccio Paestum (Sa), presso il Mec Paestum Hotel.
Il congresso, organizzato dall’associazione ParvaRes in collaborazione con il Comune di Capaccio Paestum e con il patrocinio della Regione Campania, vedrà più di trenta esperti, provenienti da tutta Italia, confrontarsi per lo sviluppo dei territori attraverso il volano della cultura e delle tradizioni, rappresentato dagli alimenti della tradizione italiana nell’ambito Mediterraneo.  
Tre giornate di lavori congressuali ad accesso libero (previa iscrizione e nel rispetto delle attuali normative vigenti in materia Covid) che si apriranno giovedì 21 ottobre (ore 15) con i saluti istituzionali e la cerimonia inaugurale alla presenza di: Mafalda Inglese, presidente ParvaRes e promotrice del congresso; Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum; Gianfranco Masiello, assessore alle Attività Produttive del Comune di Capaccio Paestum; Michele Cammarano, presidente III Commissione Speciale Aree Interne della Regione Campania; Felice Casucci, assessore al Turismo della Regione Campania; Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania; Nunzio Angiola, vicepresidente Vigilanza CDP e delegato nazionale Aree Interne e Piccoli Comuni; Piero  De Luca, vice capogruppo Pd alla Camera dei Deputati. I lavori saranno moderati dal giornalista Maurizio Varriano.
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Il primo congresso dedicato agli alimenti della tradizione italiana vedrà la partecipazione di Comuni, Borghi, Associazioni e stakeholder del territorio. Tra i vari esperti ci saranno Francesco Tapinassi, direttore Agenzia Regionale Toscana Promozione; Sara Roversi, presidente Future Food Institute; Vincenzo D’Anna, presidenta nazionale Ordine dei Biologi.
L’ultima giornata, sabato 23 ottobre (ore 10) sarà dedicata alle aziende con un forum sulle imprese della tradizione alimentare. Coordineranno i lavori Mafalda Inglese, presidente di ParvaRes, e Maria Teresa Scarpa, esperta di Comunicazione e Marketing territoriale. Al forum prenderanno parte diverse aziende che lavorano alimenti della tradizione, presentando i loro prodotti e i relativi progetti in grado di coniugare economia e turismo.  
“Da tempo progettiamo un'occasione di incontro e riflessione condivisa sul tema dello sviluppo dei territori attraverso l'attenzione, lo studio e la "messa a valore" della cultura, delle tradizioni e del cibo che ne è espressione e sintesi – afferma l’ideatrice Mafalda Inglese - Borghi e Cibo è un congresso che diverrà un appuntamento annuale per aziende, istituzioni, addetti ai lavori interessati alla cultura degli alimenti della tradizione come volano di sviluppo dei territori, soprattutto dei piccoli centri italiani meno conosciuti. Il made in Italy riparte dall’Italia, da un’Italia segreta, più autentica e che continua ad esprimere una propria genialità fra antica saggezza e innovazione”
“La tre giorni che, in collaborazione con l’associazione ParvaRes e con il patrocino della Regione Campania, il Comune di Capaccio Paestum ha voluto sul suo territorio nasce dalla consapevolezza di quanto la nostra terra possa dare in termini di offerta enogastronomica e di come ogni luogo possa essere conosciuto più a fondo anche attraverso percorsi culinarie. C’è dunque la volontà di valorizzare le nostre eccellenze a fini turistici – dichiara l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Capaccio Paestum, Gianfranco Masiello - La nostra Amministrazione si sta già muovendo da tempo in questa direzione convinta che il turismo enogastronomico possa rappresentare un motivo in più per scegliere la nostra città”.
Il Congresso è a libero accesso previa registrazione entro il 15/10 (posti sono limitati)
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