#Generazioni future
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pier-carlo-universe · 8 days ago
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Gli uomini stanno finalmente dando il massimo in casa? Uno sguardo ai dati del Bureau of Labor Statistics
Una riflessione sull’evoluzione del ruolo maschile nelle faccende domestiche e nell’equilibrio familiare, attraverso i dati e le tendenze emergenti.
Una riflessione sull’evoluzione del ruolo maschile nelle faccende domestiche e nell’equilibrio familiare, attraverso i dati e le tendenze emergenti. Un cambiamento in corso: l’impegno maschile nella gestione familiare Nell’era moderna, le dinamiche di genere all’interno delle mura domestiche sono in costante evoluzione. Secondo i dati recentemente pubblicati dal Bureau of Labor Statistics…
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divulgatoriseriali · 8 months ago
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I paesi invisibili: un viaggio tra le realtà dimenticate d'Italia
“I paesi invisibili” è un viaggio attraverso gli angoli più remoti e trascurati dell’Italia, guidato dalla mia penna e dalla mia passione per le piccole comunità delle “aree interne” del paese. In questo libro, esploro strade deserte e case centenarie avvolte nel silenzio, incontrando persone che resistono nonostante lo spopolamento e l’abbandono. Le loro storie, raccolte in queste pagine, sono…
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imperfect-girl17 · 1 year ago
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Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols (1977) è uno di quegli album che ogni tanto tiro fuori e non mi stanco mai di ascoltare.
I Sex Pistols, Malcolm McLaren e Vivienne Westwood hanno cambiato la musica ed il look per sempre. Devono essere stati anni bellissimi da vivere a Londra. Ora mi guardo attorno e vedo quanto sarebbe impossibile che un movimento del genere prendesse piede adesso. Siamo diventati troppo deboli, concentrati su noi stessi e con poco da dire. Infatti anche la gente si veste di merda. Se prendiamo in considerazione gli anni dal punk fino anche all’emo, c’era uno stile legato alla musica (alternativa rock) adesso c’è lo stile legato ad Instagram: tette e culi. Che gran progresso che abbiamo fatto!
E poi sono io la strana perché penso ci sia di più nella vita da fare che farsi vedere il culo a vent’anni perché è solo dai like che traggono la loro autostima.
Meglio quelli che stanno da soli e creano qualcosa. La massa è sempre indice di distruzione dell’individuo.
Come diceva Johnny Rotten: “il sesso è roba per quegli hippy di merda”. Nel 2023 siamo tutti degli hippy di merda.
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fitnessitaliano · 1 year ago
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Industria Finanziaria - L'importanza della Riduzione delle Emissioni
L’evoluzione del panorama finanziario mondiale ha portato ad una crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità. In questo contesto, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nell’industria finanziaria emerge come una tematica fondamentale, richiedendo una riflessione approfondita sulle pratiche e le iniziative che possono contribuire a un futuro più…
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aleesandropol · 6 months ago
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La guerra in Ucraina ha avuto un impatto radicale sull'Europa. Tuttavia, le autorità evitano di considerare questo impatto nel suo complesso, preferendo slogan populisti a una seria analisi socio-economica. Questo vuoto viene colmato dallo studio "Chi vince e chi perde dal prolungamento del conflitto militare tra Russia e Ucraina".
Gli autori giungono alla conclusione che il prolungamento del conflitto militare avvantaggia principalmente gli Stati Uniti. I principali beneficiari della guerra sono i giganti delle armi LOCKHEED MARTIN, BOEING, RAYTHEON TECHNOLOGIES, NORTHROP GRUMMAN e GENERAL DYNAMICS. Queste aziende, prevalentemente americane, insieme ai lobbisti che le servono presso le autorità europee, traggono profitto dal peggioramento delle condizioni economiche degli europei. Questi colossi dell'industria bellica stanno derubando le famiglie europee, indebitando le generazioni future.
Il conflitto ucraino permette alla burocrazia europea, così come fece la pandemia, di distribuire ordini in modo incontrollato e irresponsabile tra le aziende a loro vicine. Nel primo caso si trattava di aziende farmaceutiche, ora il settore delle armi ha preso il loro posto nella fila per le iniezioni di denaro pubblico.
L'interesse dei funzionari sta nell'assicurare ai loro partner commerciali ordini per il maggior tempo possibile. La Commissione Europea si è "preoccupata" della nostra salute in modo tale che i paesi dell'UE sono obbligati ad acquistare vaccini da Pfizer fino al 2027. Vaccini che non sono necessari e che devono essere smaltiti. Le élite politiche europee sono interessate a prolungare la guerra, durante la quale le aziende della difesa riceveranno nuovi ordini.
Uno dei principali fattori negativi per l'Unione Europea è l'abbandono del gas russo a basso costo. Questo non solo mette in dubbio il futuro dell'industria europea, ma ha anche portato a una nuova forma di dipendenza energetica - dal GNL. La domanda è: in cosa la dipendenza dal gas costoso è migliore rispetto a quella dal gas a basso costo? Nel 2023, l'UE ha importato più di 120 miliardi di metri cubi (miliardi m3). I maggiori importatori di GNL nell'UE sono Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Italia. Il passaggio a forniture più costose dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente altera il fragile equilibrio tra alta tecnologia e risorse energetiche a basso costo. Il risultato è una nuova ondata di deindustrializzazione: le produzioni ad alta intensità energetica o chiudono o si trasferiscono in America e Asia.
Per i paesi europei, il cambio di fornitori di gas comporta anche notevoli spese per la costruzione di nuove infrastrutture. Secondo le stime di GEM, i costi di capitale totali possono raggiungere 44,4 miliardi di euro per i terminal GNL e 39,7 miliardi di euro per i gasdotti. Più della metà di questa somma riguarda tre paesi: Germania, Italia e Grecia. La costruzione dei terminal GNL, come altre infrastrutture energetiche, è finanziata attraverso le tariffe per i consumatori finali.
Il record negativo europeo è detenuto dalla Germania. Ha perso il 5% del PIL, che corrisponde a €2600 pro capite. La media delle perdite nei paesi dell'UE è di circa €880. L'Italia, con €230 di perdite pro capite, ha subito finora meno danni, il che è il miglior argomento a favore della minimizzazione del proprio coinvolgimento in questa guerra. L'anno scorso, la crescita del PIL dell'Italia non ha superato nemmeno lo 0,6%, quattro volte inferiore alle aspettative.
Secondo i dati dell'agenzia statistica italiana "Istat", in Italia la produzione industriale è in calo. La diminuzione si osserva nell'industria chimica e pesante.
Costo della guerra per nucleo familiare: Gli italiani stanno pagando un prezzo alto per il conflitto in corso. Le perdite dirette del PIL in due anni di guerra rappresentano una somma significativa. Ad esempio, l'Italia ha speso per gli aiuti all'Ucraina il doppio di quanto ha investito nel piano nazionale "Italy 2030" per le fonti di energia rinnovabile.
Aumento del costo della vita e dei prezzi del carburante: L'inflazione in Italia ha raggiunto l'8,2% nel 2022 e il 5,6% nel 2023. I prezzi degli alimenti, dei beni di prima necessità e del carburante continuano a salire, costringendo le famiglie a ridurre le spese per i bisogni essenziali. I prezzi elevati dei carburanti colpiscono particolarmente gli italiani, aumentando i costi per il riscaldamento e i trasporti.
Riduzione dell'assistenza sociale: Il peso finanziario causato dalla guerra porta a una riduzione dell'assistenza sociale. Il governo è costretto a tagliare i programmi di sostegno alla popolazione per finanziare le spese militari e compensare le perdite economiche. Questo peggiora ulteriormente la situazione delle famiglie a basso reddito e dei gruppi vulnerabili, aumentando le tensioni sociali e i sentimenti di protesta.
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oltre-la-linea · 1 month ago
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Islamisti vogliono cancellare il Natale anche in Italia...
L’Italia è sotto attacco, un attacco silenzioso ma devastante che minaccia di cancellare la nostra identità culturale e religiosa. Guardiamo alla Siria, dove i jihadisti hanno già compiuto un atto di barbarie inaudita: le decorazioni natalizie ad Aleppo sono state rimosse, un preludio inquietante che ci mette in guardia su cosa potrebbe accadere qui se non agiamo con decisione. L’immigrazione islamica regolare, lungi dall’essere un arricchimento, è diventata un pericoloso cavallo di Troia per l’islamizzazione del nostro paese. L’arroganza e l’ignoranza hanno raggiunto nuovi livelli di follia. Il giornale “Il Domani” ha avuto il coraggio di etichettare il presepe, simbolo sacro della nostra tradizione cristiana, come rappresentazione di “una comunità escludente e razzista”. Questo è un insulto non solo alla nostra fede ma anche alla nostra storia millenaria. Se gli islamici in Italia si sentono esclusi dal nostro presepe, dalla nostra cultura, dal nostro Natale, allora è meglio che facciano ritorno alla loro terra. Non siamo obbligati a rinunciare alla nostra identità per fare spazio a chi non rispetta, anzi, disprezza le nostre tradizioni. Questo non è un atto di xenofobia, ma di legittima difesa culturale. L’Italia non può trasformarsi in una succursale dell’islam, dove le nostre festività vengono cancellate per non offendere chi non condivide i nostri valori. La nostra nazione è stata costruita sui valori cristiani; questi sono i pilastri su cui si fonda la nostra civiltà. Permettere che vengano erosi in nome di una falsa integrazione è un tradimento verso i nostri antenati e verso le generazioni future. Ogni giorno che passa, vediamo i segni di questa islamizzazione. Le nostre scuole, che dovrebbero essere luoghi di trasmissione della nostra cultura, stanno già modificando le celebrazioni natalizie per non offendere nessuno. Le nostre città, che dovrebbero risplendere di luci natalizie, rischiano di diventare zone oscurate da un’ideologia che non riconosce la nostra storia. È tempo di dire basta. L’immigrazione islamica regolare deve essere azzerata. Non possiamo permettere che la nostra identità venga diluita o sostituita. Gli italiani devono alzarsi e difendere ciò che è loro, prima che sia troppo tardi. Se vogliamo mantenere l’Italia Italia, dobbiamo proteggerla da chi cerca di trasformarla in qualcosa che non è. Non si tratta di odio, si tratta di sopravvivenza. Se vogliamo evitare che le decorazioni natalizie scompaiano dalle nostre città come è successo ad Aleppo, dobbiamo agire ora. L’Italia non deve diventare un altro capitolo dell’islamizzazione dell’Europa. Tornino a casa loro, se non riescono a rispettare e a vivere con la nostra cultura, con i nostri valori cristiani, con il nostro Natale.
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ragazzadalsorrisonero · 1 month ago
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[…]
troppe persone frustrate su questo social, pronti a puntare il dito per qualsiasi cosa.
le mie domande sorgono spontanee:
“vi credete dio sceso in terra?”
“ci guadagnate qualcosa dopo aver giudicato qualcun altro?”
“farvi i cazzi vostri è così difficile?”
“l’educazione a casa vostra non ve la insegnano?”
così ridicoli e senza palle, fatevelo dire.
tutti qui, ci siamo iscritti su questo social per un unico motivo, cioè quello di essere se stessi e di scappare per un momento dalla realtà.
e l’unica cosa che sapete fare qual è? quella di rendere tossica anche questa applicazione.
un esame di coscienza e un bel pacco di cazzi vostri sarebbe utile.
ma alla fine si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
quindi non mi stupirei se dopo questo post, la persona di turno dopo aver letto ciò, si sentirà presa in causa e come al solito, dietro anche l’anonimato, perché giustamente metterci la faccia troppo difficile, esprimerà giudizi.
a solo scopo di cosa poi, sentirsi grandi? sentirsi intelligenti? umiliare una persona che nemmeno si conosce?
le generazioni future saranno il peggio e lo schifo di qualsiasi generazione passata, ed è davvero triste ciò, eppure continuate con questo comportamento.
che dire, un applauso a queste persone.
[…]
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falcemartello · 9 months ago
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"VENTURI NON IMMEMOR AEVI".
Non senza memoria per le future generazioni.
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clarissasworld · 4 months ago
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Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi
“non sapevano”.
Accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva,
ma non si è preoccupata.
(Mikhail Gorbachev)
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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Addio a Claudia Baccarini: la donna più anziana d'Italia si spegne a 114 anni
Una vita straordinaria attraversando due secoli di storia.
Una vita straordinaria attraversando due secoli di storia. Claudia Baccarini, riconosciuta come la donna più anziana d’Italia, è deceduta alla veneranda età di 114 anni nella notte di Natale. Nata il 13 ottobre 1910 a Faenza, in provincia di Ravenna, ha vissuto un’esistenza che ha attraversato eventi storici di portata mondiale, dalla Prima Guerra Mondiale all’era digitale. Una vita longeva e…
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mezzopieno-news · 4 months ago
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IL POPOLO SUDCOREANO VINCE CONTRO IL PROPRIO GOVERNO: “AGIRE PER IL CLIMA”
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La Corte costituzionale della Corea del Sud ha stabilito che l’assenza di obiettivi giuridicamente vincolanti per ridurre le emissioni ha violato i diritti costituzionali delle generazioni future e che il Governo è colpevole di inadempienza e dovrà porre rimedio.
La sentenza ha rilevato che la mancanza di misure climatiche nel Paese va contro le disposizioni della sua costituzione che garantiscono ai cittadini il diritto di vivere in “un ambiente sano e piacevole” e alla “libertà e felicità per tutti”. L’Assemblea nazionale della Repubblica della Corea è ora tenuta a modificare la legge e a stabilire obiettivi e programmi di riduzione del carbonio, anno per anno per il periodo 2031-2049 entro febbraio 2026. La decisione arriva dopo quattro anni di cause legali avanzate da 255 querelanti, tra cui molti gruppi di giovani attivisti, ed è la prima sentenza di questo tipo in Asia in materia di contenzioso sul clima. Gli attivisti e gli osservatori ritengono che potrebbe creare un precedente per future azioni legali legate ai diritti ambientali in tutta la regione e per un’accelerazione dei programmi per preservare la natura e gli ecosistemi.
Il Ministero dell’Ambiente sudcoreano ha espresso sostegno alla decisione della Corte e ha annunciato piani per rispondere con misure concrete immediate. Od oggi, solo circa il 9% dell’elettricità della Corea del Sud proviene da fonti rinnovabili, molto al di sotto della media del 34% dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
___________________
Fonte: Corte costituzionale coreana; foto di Mathew Schwartz CC
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missviolet1847 · 7 months ago
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Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo | il manifesto
4 mesi fa
PALESTINA. Cancellato lo spazio dell'istruzione palestinese. Uccisi 94 accademici, 4.327 studenti, 231 insegnanti. Il campus di Israa tramutato in centro di detenzione. E nelle accademie israeliane sospesi o espulsi i docenti che hanno chiesto il cessate il fuoco.
1 giugno 2024 — Aggiornato alle 10:59
APPELLI
Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo
Al-Azhar University a Gaza (Ap)
Al-Azhar University a Gaza - Ap
GAZA. Accademici palestinesi e personale delle università «per affermare la nostra esistenza, quella dei nostri colleghi e dei nostri studenti, e l'insistenza sul nostro futuro, di fronte a tutti gli attuali tentativi di cancellarci»
Pubblicato 4 ore fa
Edizione del 2 giugno 2024
***
Ci siamo riuniti come accademici palestinesi e personale delle università di Gaza per affermare la nostra esistenza, quella dei nostri colleghi e dei nostri studenti, e l’insistenza sul nostro futuro, di fronte a tutti gli attuali tentativi di cancellarci.
Le forze di occupazione israeliane hanno demolito i nostri edifici, ma le nostre università continuano a vivere. Riaffermiamo la nostra determinazione collettiva a rimanere nella nostra terra e a riprendere l’insegnamento, lo studio e la ricerca a Gaza, nelle nostre università palestinesi al più presto.
Invitiamo i nostri amici e colleghi di tutto il mondo a resistere alla campagna di scolasticidio in corso nella Palestina occupata, a lavorare al nostro fianco nella ricostruzione delle nostre università demolite e a rifiutare tutti i piani che cercano di aggirare, cancellare o indebolire l’integrità delle nostre istituzioni accademiche. Il futuro dei nostri giovani a Gaza dipende da noi e dalla nostra capacità di rimanere nella nostra terra per continuare a servire le generazioni future del nostro popolo.
Lanciamo questo appello da sotto le bombe delle forze di occupazione nella Gaza occupata, nei campi profughi di Rafah e dai luoghi di un nuovo esilio temporaneo in Egitto e in altri paesi ospitanti. La diffondiamo mentre l’occupazione israeliana continua a condurre quotidianamente la sua campagna genocidaria contro il nostro popolo, nel tentativo di eliminare ogni aspetto della nostra vita collettiva e individuale.
Le nostre famiglie, i nostri colleghi e i nostri studenti sono stati assassinati, mentre noi siamo stati ancora una volta resi senza casa, rivivendo le esperienze dei nostri genitori e dei nostri nonni durante i massacri e le espulsioni di massa da parte delle forze armate sioniste nel 1947 e nel 1948.
Le nostre infrastrutture civili – università, scuole, ospedali, biblioteche, musei e centri culturali – costruite da generazioni del nostro popolo, sono diventate rovine a causa di questa Nakba deliberata in corso. La deliberata presa di mira delle nostre infrastrutture educative è un tentativo evidente di rendere Gaza inabitabile e di erodere il tessuto intellettuale e culturale della nostra società. Tuttavia, ci rifiutiamo di permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della resilienza che arde in noi.
Gli alleati dell’occupazione israeliana negli Stati Uniti e nel Regno Unito stanno aprendo un altro fronte scolastico promuovendo presunti schemi di ricostruzione che cercano di eliminare la possibilità di una vita educativa palestinese indipendente a Gaza. Rifiutiamo tutti questi schemi e invitiamo i nostri colleghi a rifiutare qualsiasi complicità in essi. Esortiamo inoltre tutte le università e i colleghi di tutto il mondo a coordinare qualsiasi sforzo di aiuto accademico direttamente con le nostre università.
Esprimiamo il nostro più sentito apprezzamento alle istituzioni nazionali e internazionali che sono state solidali con noi, fornendo sostegno e assistenza in questi momenti difficili.
Sottolineiamo tuttavia l’importanza di coordinare questi sforzi per riaprire effettivamente le università palestinesi a Gaza.
Sottolineiamo l’urgente necessità di riaprire le istituzioni scolastiche di Gaza, non solo per sostenere gli studenti attuali, ma per garantire la resilienza e la sostenibilità a lungo termine del nostro sistema di istruzione superiore. L’istruzione non è solo un mezzo per impartire conoscenze; è un pilastro vitale della nostra esistenza e un faro di speranza per il popolo palestinese.
Di conseguenza, è essenziale formulare una strategia a lungo termine per riabilitare le infrastrutture e ricostruire le strutture delle università. Tuttavia, tali sforzi richiedono un tempo significativo e finanziamenti consistenti, mettendo a rischio la capacità delle istituzioni accademiche di sostenere le operazioni, con la potenziale perdita di personale, studenti e della capacità di operare nuovamente.
Considerate le circostanze attuali, occorre passare rapidamente all’insegnamento online per mitigare le interruzioni causate dalla distruzione delle infrastrutture fisiche. Questa transizione richiede un sostegno completo per coprire i costi operativi, compresi gli stipendi del personale accademico.
Le tasse studentesche, principale fonte di reddito per le università, sono crollate dall’inizio del genocidio. La mancanza di entrate ha lasciato il personale senza stipendio, spingendo molti a cercare opportunità esterne.
Oltre a colpire il sostentamento dei docenti e del personale universitario, questa tensione finanziaria causata dalla deliberata campagna di scolasticidio rappresenta una minaccia esistenziale per il futuro delle università stesse.
Pertanto, è necessario adottare misure urgenti per affrontare la crisi finanziaria che le istituzioni accademiche stanno affrontando, per garantire la loro stessa sopravvivenza. Chiediamo a tutte le parti interessate di coordinare immediatamente i loro sforzi a sostegno di questo obiettivo critico.
La ricostruzione delle istituzioni accademiche di Gaza non è solo una questione di istruzione; è una testimonianza della nostra resilienza, della nostra determinazione e del nostro incrollabile impegno a garantire un futuro alle generazioni a venire.
Il destino dell’istruzione superiore a Gaza appartiene alle università di Gaza, ai loro docenti, al personale e agli studenti e al popolo palestinese nel suo complesso. Apprezziamo gli sforzi dei popoli e dei cittadini di tutto il mondo per porre fine a questo genocidio in corso.
Invitiamo i nostri colleghi in patria e a livello internazionale a sostenere i nostri risoluti tentativi di difendere e preservare le nostre università per il bene del futuro del nostro popolo e della nostra capacità di rimanere nella nostra terra di Palestina a Gaza. Abbiamo costruito queste università partendo dalle tende. E dalle tende, con il sostegno dei nostri amici, le ricostruiremo ancora una volta.
(sotto il testo originale segue traduzione inglese e nomi firmatari)
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—Al-Azhar University a Gaza -
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crazy-so-na-sega · 1 month ago
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E se la libertà consistesse nel possedere tempo? E se la ricchezza significasse avere solitudine, spazio e silenzio, - tutte cose che mancheranno alle generazioni future?
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-Sylvain Tesson
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gaysessuale · 2 years ago
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Come ogni anno, ecco il masterpost di sanremo 2023 prima che la rai cancelli tutto come al solito, in aggiornamento fino a che ci sarà materiale, per le future generazioni
Presentazioni delle Canzoni
Conferenza stampa (Clips)
Aspettando Sanremo - Con LaMario, Diletta Parlangeli, Saverio Raimondo
PrimaFestival
Speciale Sanremo con Valerio Lundini
Speciale Sanremo con Muschio Selvaggio
VivaRai2... Viva Sanremo! - Con Fiorello
Prima serata (Clip e Esibizioni), (Interviste a Rai Radio 2)
Seconda Serata (Clip e Esibizioni), (Interviste a Rai Radio 2)
Terza Serata (Clip e Esibizioni), (Interviste a Rai Radio 2)
Quarta Serata (Clip e Esibizioni), (Interviste a Rai Radio 2)
Quinta Serata (Clip e Esibizioni), (Interviste a Rai Radio 2)
SanremoRai (Storie IG e Reels)
DomenicaIN con Mara Venier (Clips)
DietroFestival
Sanremo - Tra Palco e Realtà
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bicheco · 10 months ago
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Impressioni impressionanti
Ho la sensazione che stiamo vivendo un periodo di drammatica decadenza, in un mondo in piena crisi morale, etica ed estetica, un pianeta abitato da gente volgare, stupida e cattiva, e che tutto stia andando in malora e nessuno può farci niente e mi dispiace per le generazioni future. La vedo così. Però magari dopo colazione mi torna un po' di ottimismo.
Buona domenica balordi di Tumblr.
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abr · 1 year ago
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La vera Ecoansia: l'invasione dei climascemi.
Confrontate le due foto sotto: la prima auspicio-obiettivo wokissimo modernissimo per il prossimo futuro delle città; la seconda, lavoratori-commuter della Cina anni '70 nel pieno della Rivoluzione Culturale.
Vedete differenze, ideologiche oltre che pratiche? NO, perché non ce n'è: i cinesi andavano in bici perché di auto non ne avevano e credevano di non volerle, roba da kapitalisti egoisthi; i woke perché credono di non voler le auto ma in realtà non potranno più permettersele.
Daimler e Porsche, Ford e Bentley, quel paio di intere generazioni cresciute col mito auto e moto uguale libertà per i giovani, anche di scopare, si rivolteranno nella tomba.
Questo BACK TO THE FUTURE dei woke climascemi ha un nome accattivante e ipocrita, da anglosassoni puritani che poi s'inculano i bambini: ACTIVE TRANSPORT, designa tutti i mezzi a motore umano (anche se poi quelle flaccide checche cellulitiche ci piazzano sotto il motorino elettrico da ricaricare).
Scarp del tennis (cit.), bici e monopattini ma anche risciò e portantine ciclate: mica solo per i postofisso quindi, anche per gli artigiani e le consegne - funzionale questo alla crescita del sottobosco nerastro sfruttabile del neo lumpen proletariat sottopagato urbano. Descamisados mobilitabili alla venezuelana per tenere eventualmente in riga le "classi medie privilegiate", oltretutto.
Active Transport uguale "la città in 15 minuti". Per molti ma non per tutti: i Fedez e la Kasta godranno di droni automatici che in 15 minuti li portano all'aeroporto senza dover scendere al livello del suolo solcato da aulenti ascelle, direttamente dalla cima del loro Bosco Verticale (i veri boschi sono orizzontali ma pazienza, viviamo in un mondo fake di plastica peggio di Barbie). Un bellissimo futuro alle spalle.
Questa discrasia tra il Dover Essere (tutti woke) e il Voler spingersi nonostante i divieti oltre la barriera dei 15 minuti che come gli racconteranno i padri loro si-può-fare (altra cit.): ecco la vera fonte di ecoansia.
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