#Complessità sfide
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divulgatoriseriali · 8 months ago
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I paesi invisibili: un viaggio tra le realtà dimenticate d'Italia
“I paesi invisibili” è un viaggio attraverso gli angoli più remoti e trascurati dell’Italia, guidato dalla mia penna e dalla mia passione per le piccole comunità delle “aree interne” del paese. In questo libro, esploro strade deserte e case centenarie avvolte nel silenzio, incontrando persone che resistono nonostante lo spopolamento e l’abbandono. Le loro storie, raccolte in queste pagine, sono…
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falcemartello · 11 months ago
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Il paradosso di Epimenide
Epimenide era un cittadino della Creta antica, il quale affermava che: "tutti i Cretesi sono bugiardi". Se la sua affermazione fosse vera, allora Epimenide stesso, essendo un Cretese, starebbe mentendo. Ma se la sua affermazione è falsa, allora almeno uno dei Cretesi, in tal caso, Epimenide, dice la verità.
Questo paradosso crea una contraddizione intrinseca, poiché se la dichiarazione di Epimenide è vera, è falsa, e se è falsa, allora potrebbe essere vera. Il paradosso riflette la complessità delle dichiarazioni auto-riferenziali e le sfide nella logica che coinvolgono affermazioni che parlano di se stesse.
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mezzopieno-news · 3 months ago
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INVENTATO IL SISTEMA PER POTER TOCCARE A DISTANZA: ANCHE TENERSI PER MANO
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Un dispositivo da utilizzare sulle dita che riproduce fedelmente la sensazione di interazione con gli oggetti o con le persone. È stato sviluppato da un team guidato da ricercatori dell’University College of London e apre la strada ad un gran numero di applicazioni, dal ripristino della perdita del tatto, nella chirurgia robotica e nella gestione dei rifiuti pericolosi ma anche nelle videochiamate a distanza o nelle lavorazioni industriali.
Questa nuova tecnologia tattile consente di inviare un feedback realistico sulla punta delle dita, simulando il tatto in modo naturale. La complessità della percezione tattile umana è da tempo un ostacolo allo sviluppo di dispositivi efficaci correlati al tocco, spesso con conseguenti sistemi che hanno difficoltà a fornire una risposta realistica. Il sistema BAMH, ispirato al modo in cui funziona la percezione umana, affronta queste sfide stimolando i quattro tipi principali di recettori tattili nella pelle umana: “ Alcuni sono più bravi a rilevare i bordi, ad esempio, mentre altri sono più bravi a interpretare la consistenza … Il sistema che abbiamo sviluppato può produrre stimoli statici e pulsanti in vari punti della punta delle dita, con livelli di intensità che possono scendere al di sotto o superare la soglia di sensibilità umana. Questi stimoli vengono forniti entro un intervallo di frequenza che corrisponde alla sensibilità dei recettori tattili della pelle, consentendo un’esperienza tattile che emula da vicino la sensazione di interazione con oggetti reali nella vita di tutti i giorni” spiega il professor Wurdemann dell’UCL Mechanical Engineering.
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Fonte: University College of London; foto di Pollinations AI
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luposolitario00 · 11 months ago
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“Noi non siamo Gomorra”
Scampia ha le sue sfide e i suoi problemi, ma è anche una zona ricca di storia, cultura e persone che lottano per un futuro migliore. Bisogna evitare di generalizzare e comprendere che ogni città ha una complessità unica che va oltre le rappresentazioni mediatiche.
Io sto a Scampia e ci sono anche cresciuto, ammetto che non è un quartiere facile ma ci vivono anche tante persone oneste.
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LupoSolitario00🐺
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lalacrimafacile · 6 months ago
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Becoming Elisabeth - Il ritratto di una regina (2022)
Alla scoperta di "Becoming Elizabeth": Un'immersione nella storia Tudor
"Becoming Elizabeth" è una miniserie che cattura l'attenzione degli appassionati di storia e delle serie TV storiche. Essa offre uno sguardo affascinante e dettagliato sugli anni formativi della futura regina Elisabetta I d'Inghilterra. La serie, ambientata nel tumultuoso periodo post-Enrico VIII, esplora le dinamiche politiche e personali che hanno influenzato la giovane Elisabetta.
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Fedele ai Riferimenti Storici
Una delle principali forze di "Becoming Elizabeth" è il suo impegno nel rimanere fedele ai fatti storici. Ovviamente presenta qualche inevitabile licenza artistica. Nonostante il focus su Elizabeth, la miniserie mette anche in evidenza eventi chiave come la morte di Enrico VIII assieme alla successione di Edoardo VI. Vengono rappresentate le lotte di potere tra le diverse fazioni della corte inglese. Attraverso dialoghi ben scritti e una trama avvincente, la serie riesce a trasmettere l'atmosfera di incertezza politica che caratterizzò l'epoca.
Ecco che Elisabetta, interpretata da Alicia von Rittberg, è presentata come una giovane donna intelligente e ambiziosa. Una persona consapevole delle insidie che la circondano. La serie non manca di esplorare le sue relazioni personali. Sono inclusi i complessi rapporti con il fratellastro Edoardo VI, la sorella Maria, e il patrigno Thomas Seymour. Queste dinamiche sono trattate con una sensibilità che permette di comprendere meglio le sfide e le pressioni a cui Elisabetta fu sottoposta fin dalla giovane età.
Ambientazioni Autentiche
Le ambientazioni di "Becoming Elizabeth" sono curate nei minimi dettagli, offrendo uno spaccato realistico della vita nella corte Tudor. I set, dalle grandi sale del palazzo reale ai giardini curati e ai castelli austeri, contribuiscono a creare un senso di immersione totale. Le riprese, realizzate in parte in location storiche in Inghilterra, aggiungono autenticità e profondità visiva alla narrazione.
Come detto in precedenza, infatti, ogni ambiente è attentamente progettato per riflettere l'epoca, dai lussuosi appartamenti reali ai più modesti alloggi dei servitori. Le scelte cromatiche, la disposizione degli arredi e l'uso della luce naturale nelle scene interne contribuiscono a creare un'atmosfera che rispecchia fedelmente il periodo rinascimentale.
Costumi Dettagliati
Continuando a parlare dei particolari su cui i creatori si sono soffermati, parliamo dei costumi.
Un altro elemento che distingue "Becoming Elizabeth" è l'attenzione ai costumi. Quest'ultimi sono ricchi di dettagli e riflettono accuratamente la moda dell'epoca Tudor. Abiti sontuosi, ricami intricati, tessuti pregiati e gioielli sfarzosi contribuiscono a delineare lo status e la personalità dei personaggi.
Elisabetta, con i suoi abiti elaborati, trasmette l'evoluzione da giovane principessa a futura regina. I costumi di personaggi come Maria Tudor e Caterina Parr sono ugualmente curati. La serie quindi offre un ulteriore livello di profondità e autenticità alla rappresentazione storica.
Recitazione Eccellente
La qualità della recitazione in "Becoming Elizabeth" è un altro punto di forza della serie. Alicia von Rittberg offre una performance convincente e sfaccettata come Elisabetta. L'attrice riesce a trasmettere sia la vulnerabilità che la determinazione della giovane principessa.
Da fan delle romance, molto importante è stata anche la chimica tra la protagonista a l'attore di Robert Dudley. Jamie Buckley diventa uno dei principali attori negli ultimi episodi, dando alla serie una sfumatura più giovanile.
Gli attori di supporto, tra cui Romola Garai nel ruolo di Maria Tudor e Tom Cullen come Thomas Seymour, offrono interpretazioni altrettanto solide, aggiungendo complessità ai loro personaggi. Le interazioni tra i personaggi principali sono cariche di tensione emotiva e sottigliezza, riflettendo le sfide e le rivalità che caratterizzavano la corte Tudor.
Conclusione
"Becoming Elizabeth" è una miniserie che merita di essere vista sia dagli appassionati di storia sia da chi ama le narrazioni ricche e ben realizzate. La sua fedeltà ai riferimenti storici, le ambientazioni autentiche, i costumi dettagliati e la recitazione di alto livello si combinano per creare un'esperienza coinvolgente e istruttiva.
Guardando "Becoming Elizabeth", gli spettatori possono immergersi nel mondo complesso e affascinante della corte Tudor, scoprendo le radici di una delle sovrane più iconiche della storia inglese.
Se anche voi amate le serie storiche, romanzate come questa appena descritta, commentate e scrivetemi la vostra preferita!
Non perdetevi gli altri articoli di questo blog. Se avete dei consigli su quali serie TV recensire o qualche argomento che vi appassiona, scrivetemi!
Stay Tuned! La vostra Easy Tears
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apinfosec · 2 years ago
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Democrazia e AI: Opportunità e Sfide
Prefazione In questo articolo proverò ad introdurre me stesso, come relatore, ed il lettore in un nuovo contesto dell’intelligenza artificiale, ancora poco esplorato ed ancor meno declamato a causa della complessità della tematica e, probabilmente, dei rischi della tecnologia che porta con se. I sistemi neuromorfici sono il futuro dell’intelligenza artificiale, o meglio SONO l’intelligenza…
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veritanascoste · 1 year ago
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11 ottobre 2023 da Salvo Privitera
In Cina, un team di scienziati ha intrapreso un'impresa audace: scavare un buco profondo 10.000 metri nella crosta terrestre. Questa non è una semplice esplorazione geologica, ma un viaggio nel tempo, mirato a raggiungere le rocce del Periodo Cretaceo, noto come Sistema Cretaceo, che risale a ben 145 milioni di anni fa.
Questo progetto, che è recentemente iniziato, non è solo una missione scientifica, ma potrebbe rivelarsi fondamentale per identificare risorse minerali e valutare rischi ambientali come terremoti ed eruzioni vulcaniche. Mentre la profondità di questo buco è impressionante, non deterrà il titolo di buco più profondo mai realizzato dall'uomo (e dalla natura).
Quell'onore appartiene al Pozzo Superprofondo di Kola, situato nella Penisola di Kola, nel nord-ovest della Russia. Il progetto, iniziato nel 1970 e conclusosi poco dopo il crollo dell'Unione Sovietica, ha visto la sua parte più profonda raggiungere ben 11.034 metri sotto il livello del mare. Le scoperte fatte durante quella perforazione hanno rivoluzionato la nostra comprensione della geologia, rivelando, tra le altre cose, che le rocce nelle profondità della Terra erano molto più umide di quanto ci si aspettasse.
Tuttavia, scavare non è sempre un'impresa facile. Un team americano negli anni '60 ha raggiunto una profondità di 183 metri sotto il fondo marino prima che il progetto fosse annullato a causa di problemi finanziari e di gestione. Nonostante le sfide, la Cina è determinata a portare avanti questo progetto ambizioso. Come ha descritto Sun Jinsheng, accademico presso l'Accademia Cinese di Ingegneria, la complessità di questo progetto di perforazione è paragonabile a un grosso camion che guida su due sottili cavi d'acciaio
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Quanto è importate il “lighting” per conservare ed esporre al meglio i capolavori dell’arte?
Per capirlo consiglio di leggere l’articolo Interaction between daylighting and artificial lighting in relation to conservation and perception, according to new illumination system of Sistine Chapel, scritto da V. Cimino, M. Frascarolo, M. Mucciante, U. Santamaria e pubblicato in Journal of Cultural Heritage, ottobre 2022, pp. 256-265.
Una delle sfide più importanti nella progettazione illuminotecnica (lighting) nel campo dei beni culturali è il raggiungimento del giusto equilibrio tra illuminazione naturale e artificiale.
La luce nei musei viene generalmente “progettata” per soddisfare i requisiti visivi dei visitatori come parte del loro comfort e del loro piacere dell'esperienza museale. Tuttavia, il comfort dei visitatori si realizza completamente quando si prendono in considerazione tutte le condizioni ambientali.
In particolare, in Cappella Sistina, la luce svolge - da sempre - un duplice ruolo molto importante, compiuto in origine dalle grandi finestre: rivelare lo spazio che contiene gli affreschi e mettere in risalto le stesse scene rappresentate sulle pareti e sulla volta.
Dal 2014 l’illuminazione è assicurata da 7.000 apparecchi LED di OSRAM che consentono ai numerosi visitatori di ammirare i dipinti in tutta la loro magnificenza. L’installazione è incentrata sull’illuminazione uniforme, sulla visibilità ottimale, sulla conservazione e sulla protezione dei colori.
E proprio dal progetto di illuminazione artificiale del 2014, ha visto la luce il lavoro condotto da V. Cimino, M. Frascarolo, M. Mucciante e U. Santamaria. Gli studiosi hanno analizzato prima l'incidenza della luce naturale sulle superfici da un punto di vista quantitativo, inteso come misura della quantità di luce incidente sulle pareti affrescate, e da un punto di vista percettivo, inteso come studio delle alterazioni specifiche dovute all'apporto della luce diurna e di come queste possano essere percepite dall'osservatore.
L'obiettivo finale è stato la valutazione di quanto la quota di illuminazione diurna contribuisca alla percezione naturale (non statica, museale) dello spazio e degli affreschi, senza snaturare le scelte fatte - a livello quantitativo e percettivo - nella progettazione della luce artificiale.
Secondo gli studiosi inoltre l’illuminazione a LED, consente oggi di conservare al meglio i capolavori fornendo un'illuminazione adeguata alla percezione visiva.
Ma per comprendere la complessità dell’analisi compiuta da Cimino, Frascarolo, Mucciante e Santamaria è necessario dedicare del tempo alla lettura del loro interessante articolo.
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enkeynetwork · 3 days ago
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coach4y · 4 days ago
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Astrologia e Ipnosi: strumenti utili nella vita quotidiana
Scopri come queste tecniche possono migliorare il tuo benessere In un mondo frenetico e pieno di sfide, la ricerca di strumenti efficaci per gestire la vita quotidiana è più importante che mai. L’astrologia e l’ipnosi emergono come due tecniche complementari che possono aiutarci a navigare attraverso le complessità della nostra esistenza. Ma in che modo l’astrologia e l’ipnosi possono realmente…
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edoardozolloitalian · 12 days ago
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Edoardo Zollo: Orientare le relazioni attraverso la terapia di coppia
Edoardo Zollo è un rinomato esperto nel campo della terapia di coppia, dedito ad aiutare i partner a navigare nelle complessità delle relazioni moderne. Con un approccio compassionevole e tecniche basate sull'evidenza, Zollo lavora per favorire la comunicazione, ricostruire la fiducia e coltivare connessioni emotive più profonde. La sua pratica affronta un ampio spettro di sfide, tra cui la risoluzione dei conflitti, i problemi di intimità e le transizioni di vita, consentendo alle coppie di riscoprire l'armonia e la comprensione reciproca.
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oltrearcobaleno · 15 days ago
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Ezio Bosso: Il Genio della Musica che ha segnato un’epoca
Ezio Bosso, nato a Torino il 13 settembre 1971 e scomparso a Bologna il 14 maggio 2020, è stato una delle figure più emblematiche della musica italiana e internazionale. Compositore, pianista, contrabbassista e direttore d’orchestra, ha lasciato un’eredità straordinaria nel panorama musicale, ispirando generazioni di artisti e appassionati.
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Gli Inizi: Torino e L’Avvicinamento alla Musica
Cresciuto nel quartiere operaio di Borgo San Donato, Bosso si avvicinò alla musica a soli quattro anni grazie all’influenza di una prozia pianista e del fratello musicista. La musica diventò presto la sua passione, portandolo a frequentare il conservatorio. Nonostante le difficoltà iniziali, incluso un episodio con un docente severo, la sua strada si incrociò con quella del compositore sperimentale John Cage, che riconobbe il suo talento. Questo incontro lasciò un segno indelebile, ispirandolo a comporre successivamente il brano “Dreaming tears in a crystal cage”.
A 16 anni, Bosso debuttò come solista in Francia, intraprendendo un viaggio musicale che lo portò a collaborare con orchestre prestigiose in Europa. La sua formazione continuò all’Accademia di Vienna, dove approfondì studi di composizione e direzione d’orchestra.
Un Carriera Brillante
Bosso raggiunse la fama internazionale negli anni Novanta, esibendosi in luoghi iconici come la Sydney Opera House, la Royal Festival Hall e il Teatro Colón di Buenos Aires. In qualità di direttore, lavorò con orchestre di fama mondiale, tra cui la London Symphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli e l’Orchestra Filarmonica della Fenice.
Parallelamente alla carriera orchestrale, Bosso scrisse musica per il cinema, collaborando con registi come Gabriele Salvatores per film di successo quali “Io non ho paura” e “Il ragazzo invisibile”. La sua musica veniva richiesta anche da istituzioni prestigiose come il New York City Ballet e il Teatro Bolshoij di Mosca, confermando il suo status di innovatore nel panorama musicale.
Le Sfide della Malattia e la Dedizione alla Musica
Nel 2011, Bosso affrontò un delicato intervento per la rimozione di una neoplasia cerebrale e, successivamente, una malattia neurodegenerativa. Nonostante le difficoltà fisiche, continuò a comporre e dirigere, mantenendo un legame indissolubile con la musica. La sindrome autoimmune neuropatica compromisse l’uso delle mani, portandolo a sospendere l’attività pianistica nel 2019. Tuttavia, Bosso rimase un testimone e ambasciatore instancabile dell’importanza della musica come strumento di unione e speranza.
Progetti Sociali e Riconoscimenti
Bosso non si limitò a brillare sul palco; dedicò tempo e risorse a progetti sociali, diventando ambasciatore dell’Associazione Mozart 14, fondata da Alessandra Abbado. Questo impegno rifletteva la sua convinzione che la musica potesse abbattere barriere culturali e sociali, offrendo opportunità e speranza.
Nel corso della sua vita, ricevette numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il David di Donatello per la colonna sonora di “Io non ho paura” e il Cremona Musica Award per la comunicazione. Fu insignito di diverse cittadinanze onorarie, a testimonianza dell’impatto profondo che aveva avuto sulla cultura e sulla comunità.
L’Eredità di Ezio Bosso
La musica di Ezio Bosso ha toccato milioni di persone in tutto il mondo, grazie a composizioni che intrecciano profondità emotiva e complessità tecnica. Il suo album “The 12th Room”, pubblicato nel 2015, rappresenta un capolavoro, simbolo del suo talento e della sua resilienza. Durante il Festival di Sanremo del 2016, Bosso emozionò il pubblico con il brano “Following a bird”, tratto dallo stesso album.
Nonostante la sua prematura scomparsa, l’eredità di Ezio Bosso continua a vivere. Il suo archivio è stato affidato alla Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci presso il Polo del ‘900 di Torino, garantendo che il suo contributo alla musica non venga mai dimenticato.
Conclusioni
Ezio Bosso è stato molto più di un musicista; è stato un narratore di emozioni, un pioniere della musica e un simbolo di speranza. La sua capacità di trasformare le difficoltà in arte ha ispirato e continuerà a ispirare artisti e ascoltatori di tutto il mondo. La musica, per Bosso, era un linguaggio universale, capace di unire e trasformare. E così, il suo nome rimarrà per sempre legato al potere straordinario della musica.
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nuovo-universo · 1 month ago
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Droni Misteriosi: Minaccia Terrestre o Segnale dallo Spazio?
Un enigma nei cieli Negli ultimi anni, un fenomeno inquietante ha attirato l’attenzione di esperti e governi di tutto il mondo: l’avvistamento di droni avanzati sopra siti sensibili come basi militari e centrali nucleari. Questi dispositivi, spesso non tracciabili, sollevano domande sulla loro origine e il loro scopo. È tecnologia terrestre o stiamo assistendo a qualcosa di molto più complesso? Avvistamenti significativi in tutto il mondo Stati Uniti Nell’ottobre 2024, la base aerea di Langley, in Virginia, è stata sorvolata per 17 giorni consecutivi da una flotta di droni non identificati. Nonostante gli sforzi congiunti del Dipartimento della Difesa e della NASA, l’origine di questi dispositivi resta un mistero. Regno Unito Tra il 20 e il 26 novembre 2024, episodi simili sono stati registrati presso basi dell’aeronautica statunitense in territorio britannico, tra cui RAF Lakenheath e RAF Mildenhall. Anche in questo caso, i droni si sono dimostrati inafferrabili. Svezia Nel gennaio 2022, droni sospetti hanno sorvolato il parlamento e centrali nucleari svedesi, destando allarme. L’intelligence locale ha aperto un’indagine per valutare potenziali minacce alla sicurezza nazionale. Ipotesi sull’origine dei droni misteriosi Gli avvistamenti hanno portato a diverse teorie, ognuna delle quali presenta implicazioni significative: 1. Spionaggio da potenze straniere Una delle ipotesi più accreditate è che si tratti di operazioni di spionaggio. I droni potrebbero essere utilizzati per raccogliere dati strategici su installazioni critiche, forse da nazioni rivali come Cina o Russia. 2. Tecnologia extraterrestre Teorie più speculative suggeriscono che questi droni possano essere strumenti di intelligenze non terrestri. Alcuni scienziati, come il professor Garry Nolan della Stanford University, ipotizzano che entità aliene possano usare droni e intelligenza artificiale per studiare l’umanità senza esporsi direttamente. 3. Retroingegneria aliena Un’ulteriore possibilità è che si tratti di tecnologia derivata da presunti incontri con UFO, successivamente adattata per scopi terrestri. Questa teoria, sebbene affascinante, non ha ancora trovato conferme ufficiali. Misure adottate e sfide future Le autorità di tutto il mondo stanno rispondendo con strategie diverse: Rapporti ufficiali: La NASA ha recentemente pubblicato un rapporto sui Fenomeni Aerei Non Identificati (UAP), sottolineando la necessità di ulteriori indagini scientifiche. Tecnologie anti-drone: La NATO sta testando nuovi sistemi per rilevare e neutralizzare droni non autorizzati, adattandosi a standard di sicurezza sempre più stringenti. Tuttavia, il mistero persiste, alimentato dal silenzio ufficiale e dalla complessità del fenomeno. Minaccia o opportunità? Gli avvistamenti di droni misteriosi sopra infrastrutture strategiche rappresentano un enigma che sfida la nostra comprensione tecnologica e geopolitica. Se sono frutto di tecnologia terrestre, rivelano un livello di innovazione inquietante. Se invece provengono da intelligenze extraterrestri, potremmo essere di fronte a una rivoluzione nella nostra concezione del cosmo. In ogni caso, la trasparenza e la collaborazione internazionale saranno fondamentali per rispondere a queste domande e garantire la sicurezza globale.
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robycek · 1 month ago
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programmatoreweb · 1 month ago
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Benvenuti! Nel panorama in continua evoluzione dello sviluppo web, l’adozione di architetture moderne come i microservizi e l’architettura serverless è diventata essenziale per costruire applicazioni scalabili, flessibili e resilienti. Questi approcci innovativi permettono alle aziende di gestire grandi volumi di traffico, adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e offrire un’esperienza utente senza interruzioni. In questo articolo approfondiremo questi concetti, esplorando i loro benefici, le sfide associate e come implementarli efficacemente nei vostri progetti. Sommario Cos’è un Microservizio? Cosa Significa Serverless? Microservizi vs Serverless: Quale Scegliere? Casi di Successo Netflix Coca-Cola Airbnb Conclusione Approfondimenti e Risorse Utili Cos’è un Microservizio? Rappresentazione di un'architettura a microservizi con moduli separati che interagiscono tramite API. I microservizi sono un’architettura che suddivide un’applicazione in una serie di servizi piccoli, indipendenti e focalizzati su singole funzionalità. Ogni microservizio comunica con gli altri attraverso API ben definite, spesso utilizzando protocolli leggeri come HTTP/REST o gRPC. Caratteristiche chiave: Indipendenza: ogni servizio può essere sviluppato, distribuito e scalato in modo indipendente. Specializzazione: ogni microservizio è responsabile di un singolo compito o funzionalità. Decentralizzazione: promuovono l’autonomia dei team, consentendo loro di scegliere le tecnologie più adatte. Benefici dei Microservizi Scalabilità Granulare: permette di scalare solo i servizi che ne hanno effettivamente bisogno, ottimizzando le risorse. Flessibilità Tecnologica: consente l’utilizzo di diversi linguaggi di programmazione e stack tecnologici per servizi diversi. Ciclo di Sviluppo Accelerato: team più piccoli e focalizzati possono sviluppare e distribuire nuove funzionalità più rapidamente. Resilienza: un guasto in un microservizio non necessariamente compromette l’intera applicazione. Sfide dei Microservizi Complessità Operativa: la gestione di molti servizi indipendenti aumenta la complessità dell’infrastruttura. Gestione dei Dati: la consistenza dei dati può diventare una sfida quando i microservizi hanno database separati. Monitoraggio e Logging: è fondamentale implementare strumenti avanzati per tracciare le interazioni tra servizi. Sicurezza: l’aumento dei punti di interazione può esporre l’applicazione a nuovi vettori di attacco. Best Practice per l’Implementazione dei Microservizi API Gateway: utilizzo di un gateway per gestire le richieste in entrata e semplificare la comunicazione tra servizi. Containerizzazione: impiego di Docker e Kubernetes per facilitare il deployment e la scalabilità. Automazione CI/CD: implementazione di pipeline di integrazione e distribuzione continua per accelerare il rilascio di nuove funzionalità. Observability: adozione di strumenti per il monitoraggio, il logging e il tracing distribuito. Cosa Significa Serverless? Rappresentazione dell'architettura serverless, con funzioni che emergono dalla nuvola e operano senza gestione server tradizionale. L’architettura serverless consente agli sviluppatori di eseguire codice senza dover gestire l’infrastruttura sottostante. I provider cloud come AWS Lambda, Azure Functions e Google Cloud Functions si occupano dell’esecuzione, scalabilità e gestione dei server. Caratteristiche chiave: Event-Driven: il codice viene eseguito in risposta a eventi specifici. Scalabilità Automatica: il provider gestisce automaticamente la scalabilità in base al carico. Billing Basato sull’Utilizzo: si paga solo per il tempo effettivo di esecuzione del codice. Benefici dell’Architettura Serverless Riduzione dei Costi Operativi: elimina la necessità di investimenti in hardware e manutenzione dei server. Time-to-Market Rapido: permette di concentrarsi sullo sviluppo del codice senza preoccuparsi dell’infrastruttura.
Scalabilità Illimitata: gestisce automaticamente picchi di traffico senza intervento manuale. Manutenzione Ridotta: aggiornamenti e patching dell’infrastruttura sono gestiti dal provider. Sfide dell’Architettura Serverless Cold Start: ritardo iniziale nell’esecuzione delle funzioni inattive che può influenzare le prestazioni. Debugging Limitato: strumenti di debugging meno maturi rispetto alle applicazioni tradizionali. Limitazioni di Runtime: restrizioni su tempo di esecuzione, memoria e dimensione del pacchetto di deployment. Gestione dello Stato: le funzioni sono stateless, il che richiede soluzioni esterne per la gestione dello stato. Best Practice per l’Implementazione Serverless Ottimizzazione delle Funzioni: ridurre al minimo le dipendenze e ottimizzare il codice per migliorare i tempi di cold start. Architettura Event-Driven: progettare l’applicazione intorno a eventi per sfruttare appieno il modello serverless. Utilizzo di Strumenti di Monitoring: implementare strumenti come AWS CloudWatch o Azure Monitor per tracciare le performance. Gestione della Sicurezza: applicare principi di least privilege e utilizzare servizi gestiti per l’autenticazione e l’autorizzazione. Microservizi vs Serverless: Quale Scegliere? Un'illustrazione che mette a confronto la modularità e il controllo dei microservizi con la flessibilità e la scalabilità dell'architettura serverless. Criteri di Valutazione Dimensione e Complessità del Progetto: applicazioni complesse possono beneficiare della modularità dei microservizi, mentre progetti più piccoli possono essere più adatti al serverless. Team e Risorse: la gestione dei microservizi richiede competenze specializzate e team dedicati, mentre il serverless può essere gestito con risorse più limitate. Requisiti di Performance: se la latenza è critica, i microservizi potrebbero offrire maggiore controllo sulle performance. Budget e Costi Operativi: il serverless può ridurre i costi iniziali, ma i microservizi possono essere più economici a lungo termine per carichi costanti. Scenari di Applicazione Microservizi: Applicazioni enterprise con esigenze di integrazione complesse. Sistemi che richiedono elaborazione in tempo reale e bassa latenza. Progetti che necessitano di un elevato grado di personalizzazione e controllo. Serverless: Applicazioni con carichi di lavoro imprevedibili o intermittenti. Prototipazione rapida e MVP (Minimum Viable Product). Funzionalità isolate come elaborazione di immagini, notifiche o task schedulati. Combinare Microservizi e Serverless Molte organizzazioni stanno adottando un approccio ibrido, utilizzando microservizi per le componenti core dell’applicazione e funzioni serverless per task specifici. Questo consente di sfruttare i benefici di entrambi gli approcci, bilanciando controllo e agilità. Esempi di integrazione: Utilizzare funzioni serverless come trigger o processori di eventi per microservizi. Implementare microservizi che orchestrano l’esecuzione di funzioni serverless. Sfruttare servizi gestiti come database serverless all’interno di un’architettura a microservizi. Casi di Successo Tre esempi di successo dell'uso di microservizi e serverless: Netflix per lo streaming, Coca-Cola per le campagne promozionali e Airbnb per la gestione delle operazioni. Netflix Netflix ha rivoluzionato il settore dello streaming adottando un’architettura a microservizi. Gestendo miliardi di richieste al giorno, ha migliorato la scalabilità e la resilienza, permettendo un’esperienza utente fluida anche durante picchi di traffico. Strategie adottate: Decentralizzazione dei servizi per migliorare la resilienza. Utilizzo di strumenti come Hystrix per la tolleranza ai guasti. Implementazione di pipeline CI/CD per un rilascio continuo. Coca-Cola Coca-Cola ha utilizzato l’architettura serverless su AWS per gestire le campagne promozionali. Questo
ha permesso di ridurre i costi operativi e aumentare l’efficienza, eliminando la necessità di gestire l’infrastruttura durante periodi di basso utilizzo. Benefici ottenuti: Scalabilità automatica durante le campagne ad alto traffico. Riduzione del time-to-market per nuove iniziative. Miglioramento della flessibilità operativa. Airbnb Airbnb ha combinato microservizi e serverless per ottimizzare le operazioni interne. Utilizzando funzioni serverless per task come l’elaborazione di immagini e microservizi per la gestione delle prenotazioni, ha migliorato l’efficienza e l’esperienza utente. Approccio integrato: Utilizzo di funzioni serverless per task intensivi ma isolati. Adozione di microservizi per componenti critiche con requisiti di alta disponibilità. Implementazione di strumenti di monitoring avanzati per gestire l’infrastruttura ibrida. Conclusione La scelta tra microservizi e architettura serverless dipende da molteplici fattori, tra cui le esigenze specifiche del progetto, le risorse disponibili e gli obiettivi a lungo termine. Microservizi: offrono controllo e flessibilità per applicazioni complesse ma richiedono una gestione più intensiva. Serverless: permettono rapidità e scalabilità automatica con una minore manutenzione, ideali per carichi variabili e sviluppi rapidi. Raccomandazioni Finali Analisi Preliminare: valutare attentamente i requisiti funzionali e non funzionali prima di scegliere l’architettura. Formazione del Team: investire nella formazione per garantire che il team sia preparato ad affrontare le sfide tecniche. Prototipazione: iniziare con un piccolo progetto pilota per testare l’approccio scelto. Adattabilità: essere pronti ad adattare l’architettura in base al feedback e all’evoluzione delle esigenze. Ricordate, non esiste una soluzione unica che vada bene per tutti. L’importante è scegliere l’approccio che meglio si allinea con gli obiettivi del vostro progetto e che offra il massimo valore ai vostri utenti. Continuate a esplorare, imparare e innovare nel mondo affascinante dello sviluppo web moderno. Approfondimenti e Risorse Utili Per approfondire ulteriormente i concetti di microservizi e architettura serverless, ecco una selezione di risorse autorevoli che possono esservi utili: Martin Fowler - Microservices: un'analisi dettagliata dei principi dei microservizi da parte di uno dei maggiori esperti nel campo dello sviluppo software. Link: martinfowler.com/articles/microservices.html AWS - Microservizi: la guida ufficiale di Amazon Web Services sui microservizi, con best practice e casi d'uso. Link: aws.amazon.com/it/microservices/ Azure - Serverless Computing: documentazione ufficiale di Microsoft Azure sulle architetture serverless e su come implementarle. Link: azure.microsoft.com/it-it/solutions/serverless/ Google Cloud - Serverless Computing: una panoramica dell'offerta serverless di Google Cloud, con dettagli sulle tecnologie e i servizi disponibili. Link: cloud.google.com/serverless/ The Twelve-Factor App: una metodologia per lo sviluppo di applicazioni SaaS che sfruttano al massimo i benefici del cloud, applicabile sia ai microservizi che alle architetture serverless. Link: 12factor.net/it/ InfoQ - Microservices Patterns and Best Practices: una raccolta di articoli e interviste che esplorano i pattern comuni e le migliori pratiche nell'uso dei microservizi. Link: Microservices - InfoQ Serverless Stack: una guida open-source per costruire applicazioni serverless interamente sulla piattaforma AWS. Link: serverless-stack.com Netflix Tech Blog: approfondimenti tecnici dal team di Netflix sull'implementazione dei microservizi e sulle sfide affrontate. Link: netflixtechblog.com
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forzaitaliatoscana · 1 month ago
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Bergamini: Piano Mattei coraggioso e visionario
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La vicesegretario nazionale e responsabile esteri di Forza Italia Deborah Bergamini: "Piano Mattei coraggioso e visionario. Diplomazia parlamentare da prendere più sul serio"  Nel contesto dei Med Dialogues in corso a Roma, la vicesegretario e responsabile esteri di Forza Italia, Deborah Bergamini, ha sottolineato l'importanza cruciale del Mediterraneo come specchio delle dinamiche globali. Durante il suo intervento ha evidenziato come il Mediterraneo rappresenti non solo una regione geografica ma anche un crocevia di sfide e opportunità internazionali. Il Mediterraneo, uno specchio del mondo "Il Mediterraneo è uno specchio, lo specchio delle realtà del mondo, della nostra riluttanza a prendere decisioni su quello che vediamo sulla scena globale. Siamo noi a dover costruire le condizioni per un cambio di paradigma," ha affermato Bergamini. Questo commento riflette una visione chiara e critica della situazione attuale, richiamando all'azione per un cambiamento necessario nella gestione delle relazioni internazionali. L'importanza del ruolo europeo La deputata ha poi sottolineato un passo avanti significativo da parte della Commissione Europea: "La Commissione Europea ha, per la prima volta nella sua storia, un Commissario per l'area Mediterranea: vuol dire che ha capito l'importanza dei problemi relativi ad essa." Questo riconoscimento ufficiale evidenzia l'attenzione crescente verso questa regione strategica. Il Piano Mattei: un approccio innovativo Discutendo del Piano Mattei, Bergamini ha espresso un forte apprezzamento per la visione del governo italiano: "E' uno dei piani più visionari e coraggiosi di questo governo. Non ha un approccio paternalistico, è un modo di dire ai paesi africani 'siamo insieme a voi per ottenere crescita e sviluppo, altrimenti non ci saranno stabilità e prosperità." Questo approccio collaborativo e di partenariato è visto come un modello per il futuro delle relazioni tra Europa e Africa. La sfida della diplomazia parlamentare Bergamini ha concluso il suo intervento con un appello per una maggiore considerazione della diplomazia parlamentare: "C'è una diplomazia parlamentare che dovrebbe essere presa un po' più sul serio. È una sfida su cui lavorare insieme. Siamo espressione dei nostri popoli, conosciamo le criticità dell'area mediterranea. Se impariamo dalle lezioni del passato e siamo in grado di confrontarci possiamo davvero cambiare il futuro." Questo invito al dialogo e alla cooperazione parlamentare sottolinea l'importanza di un coinvolgimento attivo e serio delle istituzioni parlamentari nel plasmare il futuro del Mediterraneo e dei suoi paesi. Forza Italia, con la voce di Deborah Bergamini, ribadisce l'impegno verso una politica estera che non solo riconosca ma anche agisca sulle complessità e le opportunità del Mediterraneo, promuovendo un dialogo costruttivo e una cooperazione autentica tra le nazioni. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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