#manga giapponese
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IL PADRE FONDATORE DEI MANGA: oSAMU tEZUKA
In questo articolo parleremo di Osamu Tezuka: maestro della tradizione manga giapponese, a breve scopriremo la sua vita durante la seconda guerra mondiale e ci inoltreremo negli incredibili mondi nati dalla sua matita. La Trasformazione di un Medico in Artista: Il Percorso di Osamu Tezuka nel Mondo del Manga Nato a Toyonaka nel 1928 e cresciuto a Takarazuka, fu un rivoluzionario artista del…
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dobbiamo fare il bancomat charlie brown
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“ Yūichi ritornò, facendo dondolare le chiavi dell'auto. "Visto che poteva stare così poco, bastava pure una telefonata," disse, mentre si toglieva le scarpe all'ingresso. Io risposi "Hmm" senza alzarmi dal divano. "Mikage, sei stata colpita dalla mamma?" fece lui. "Beh, non ho mai visto una donna così bella," dissi francamente. "Però sai..." Yūichi entrò nella stanza e sedendosi per terra davanti a me, continuò sorridendo: "Ha fatto una plastica." "Ah." Cercai di nascondere l'imbarazzo. "In effetti avevo pensato che di viso non vi assomigliate per niente." "Ma hai capito?" disse con un'aria come se gli scappasse da ridere. "Lei è un uomo" . Questa volta non ce la feci a fingere. Restai a fissarlo ammutolita, con gli occhi spalancati. Aspettavo che da un momento all'altro dicesse ridendo: 'Scherzavo'. Un uomo lei? Con quelle dita affusolate, quei gesti, quel portamento? Ricordando quella creatura bellissima, aspettavo la smentita col fiato sospeso, ma lui si limitava a guardarmi con aria beata. Fui io a parlare: "Ma tu hai sempre detto 'mia madre... mia madre'..." "Beh, per forza. Tu una così la chiameresti 'papà'?" rispose calmo. Aveva ragione. Era una risposta quanto mai appropriata.
"E quel nome, Eriko?" "Non è il suo vero nome. In realtà si chiama Yūji." Per un momento mi si appannò la vista. Appena riuscii ad articolare le parole, chiesi: "Allora, chi è tua madre?" "Tanto tempo fa Eriko era un uomo," rispose lui. "Quand'era molto giovane. E un giorno si sposò. Sua moglie era la mia vera madre." "Che... che tipo era?" chiesi. Non riuscivo a figurarmela. "Non me la posso ricordare. Ero troppo piccolo quando è morta. Ho una foto però. Vuoi vederla?" Feci di sì con la testa. Senza alzarsi, allungò il braccio per prendere la sua borsa. Tirò fuori dal portafoglio una foto e me la porse. La donna della foto aveva capelli corti e lineamenti minuti. L'età era indefinibile. C'era in lei qualcosa di bizzarro. Dato che restavo in silenzio, disse: " É un tipo stranissimo, non pensi?" Risi, imbarazzata. "Eriko era ancora bambino, quando andò a vivere dalla famiglia di mia madre, quella della foto. In pratica fu adottato. Lui e mia madre crebbero assieme. Anche quand'era un uomo era bello e pare che avesse molto successo. Lei aveva questo faccino buffo. Chissà perché proprio lei..." Sorrise guardando la fotografia. "Voleva molto bene alla mamma e per lei entrò in contrasto con la famiglia. Fuggirono insieme, sai?" Assentii. "Quando la mamma morì, Eriko lasciò il lavoro. Solo e con un bambino piccolo, non sapeva proprio che fare. Allora decise di diventare donna. 'Tanto ormai non mi sarei più potuta innamorare,' dice lei. Pare che prima di diventare donna avesse un carattere molto chiuso. Siccome non è tipo da lasciar le cose a metà si fece fare anche l'operazione al viso e il resto. Coi soldi che le restavano ha aperto il locale e mi ha tirato su. Insomma, mi ha fatto anche da padre...", concluse ridendo. "Che vita incredibile è stata la sua!" dissi io. "Ehi, mica è morta, sai!" fece Yūichi. Potevo credergli o c'era ancora sotto qualcosa? Più ascoltavo, più quella storia mi sembrava incredibile. “
Banana Yoshimoto, Kitchen, traduzione dal Giapponese e postfazione di Giorgio Amitrano, Feltrinelli (collana Universale economica n°1243), 2007³⁴, pp. 17-18.
[1ª Edizione originale: キッチン, Fukutake Editore, 1988]
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(via TRILLION GAME)
Tennoji Haru è sfrontato, comunicatore e bugiardo, Taira Manabu un nerd timidissimo, ma è un genio della programmazione. I due hanno un sogno un trilione di dollari. Ci riusciranno?
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@arthur-last-fantasy saw my recent obsession with One Piece and decided to make me happy! 🥹❤️
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Culture giapponesi
La luna è bella stasera, vero?: origini dell’espressione
Si tratta di una leggenda che risale agli anni 800-900. Un insegnante di inglese, Natsume Sosek, vide un suo studente tradurre in giapponese parola per parola l’espressione Ti Amo, ovvero, ware kimi o aisu. Natsume decise di far tradurre allo studente questa frase con La luna è bella stasera, vero? Per l’insegnante due persone che si amano non devono dichiararsi amore con ware kimi o aisu ma possono farlo facendo degli apprezzamenti alla luna. Inoltre, era anche un modo per eliminare la timidezza e avere il coraggio di esprimersi.
Qual è la risposta giusta?
Ti amo può avere, in giapponese, diverse traduzioni ma tra queste la più importante è Posso morire per te che viene utilizzata come risposta all’espressione La luna è bella stasera, vero? Un’altra alternativa sarebbe citare la frase Lo è sempre stata del manga The Silent Voice, scritto e disegnato da Yoshitoki Ōima uscito il 19 novembre 2014 ispirando un film di animazione uscito nelle sale giapponesi nel 2016.
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SOPRACCIGLIA E BARBA ROSSA
Questa è una storia su di me... a tratti noiosa e/o delirante, autocelebrativa e antipatica per taluni, commovente e sincera per altri.
Nel video che si trova fissato in alto nel mio tumblr, invito chi mi conosce da poco (oppure da molto ma superficialmente) a non confondere persona, personaggio e professionista.
Intendiamoci, non esistono tre Kon-igi schizoidi che in ogni momento non sai con quale interagisci ma di sicuro in questi spazi è molto facile che un muro scrostato e vecchio io ve lo intonachi con stucco veneziano e magari ci allestisca pure una mostra di arte contemporanea con giochi di luci meravigliose... ma comunque rimane un muro vecchio e scrostato, sull'imbellimento fantasioso del quale non ho mai mentito o promesso comodati d'uso a contratto capestro.
Mi piace citare cultura pop, video cringe, videogiochi, giochi di ruolo oppure anime e manga che abbiamo visto o letto in tre...
Ma sono nato nel 1972 e quindi sono mediamente vecchio, anche se non di merda (spero).
Nonostante tutto, difficilmente mi vedrete interagire con persone della mia età che non siano quei quattro famigerati gatti qua su tumblr, che per fortuna hanno resistito dal diventare quei vecchi di merda di cui è popolato il mondo reale e con cui faccio una miserabile fatica anche solo a prendeci assieme un caffè alla macchinetta a base di calcio&figa.
Mi autoelogio nel definirmi uno invecchiato bene... perlomeno nella testa e nel cuore (il corpo vabbe').
Ho imparato a frenare il mio paternalismo, il mio man(kind)splaining e la mia sindrome del salvatore, tenendo a bada anche una certa impiccionaggine nel voler sapere le cose degli altri per condividere ed essere d'aiuto.
Ma come state giusto ora sperimentando, perdo il prezioso dono della sintesi quando devo parlare di cose radicate ben dietro il personaggio, nella parte più profonda della mia persona.
In un post di qualche mese fa, quello in cui raccontavo in tono scherzoso del ricovero di Figlia Piccola, ho preso in prestito da uno dei miei anime preferiti (Le Bizzarre Avventure di Jojo) il concetto di STAND - una sorta di potente proiezione delle nostre energie psichiche dotata di poteri particolari - e l'ho usato come allegoria della sua enorme forza d'animo nel non farsi piegare dal dolore, fisico e psichico.
Continuiamo questo sciocco gioco metaforico e fate cortesemente finta di rimanere stupiti e sconvolti positivamente dalla descrizione del mio Stand e dei suoi poteri...
HEART ON JOHN
Se non lo sapevate ora ve lo dico, la pronuncia in giapponese è molto simile a quella del nome del famosissimo cantante e pianista inglese, a cui ho sottratto il titolo di una delle sue canzoni più famose per definire il suo attacco speciale
ROCKET MAN
Ma prima di dirvi quali sono le caratteristiche di Rocket Man, mi preme spiegarvi il titolo del post, frutto del mio citazionismo colto (ma manco per il cazzo).
Nella mitica serie 'Scrubs', a un certo punto JD si mette assieme a una collega psichiatra e la sua amica e collega Elliot, una bomba a mano emotiva, si mette di mezzo e bulleggia questa dottoressa, affermando che questa può dirle qualsiasi cosa che tanto lei è una donna equilibrata e forte... la camera inquadra la psichiatra che sorride e sussurra a Elliot 'SOPRACCIGLIA', con JD che controbatte 'Ma cosa c'è di male nella parola sopracc...' se non che la camera ritorna un attimo dopo su Elliot singhiozzante e disperata col mascara colato.
Barbarossa, invece, si riferisce a una delle scene per me più toccanti della serie 'Sherlock', quando il protagonista viene ferito quasi a morte da una certa persona (no spoiler per chi si fosse appena svegliato da un coma di 13 anni) e nel suo palazzo mentale rivive episodi del suo passato per cercare di trovare un modo per salvarsi, tra cui l'incontro col suo setter Barbarossa, l'unico essere vivente con cui da bambino abbia mai interagito con amore.
Ecco cosa fa Rocket Man.
Di chiunque entri nel suo raggio d'azione io posso vedere sia le sopracciglia che la barba rossa.
Di chiunque.
Di tutti.
Venite pure avanti con la vostra faccia di cazzo, con le vostre pretenziose idee di merda, con le vostre lamentele autocentriche di persone sfortunate o di individui speciali a cui tutto è dovuto, la cui unica dote è sparare cazzate con un potentissimo filtro instagram che sembra quasi riuscire a cancellare la stupida vacuità.
Il primo pugno manda in frantumi la vostra scintillante armatura di fasulla perfezione, il secondo vi riporta indietro all'ultima persona che vi ha detto di no, il terzo a quando anni prima il mondo vi sembrava pieno di promesse e luce e così via finché davanti a me non ho il bambino piangente a cui è stato negato un gesto di amore.
E quando l'ultimo pugno sembra poter cancellare ogni cosa, io invece vi abbraccio fortissimo e vi riporto indietro al presente, in mezzo ai frammenti di ciò che non volevate essere ma che siete stati costretti a diventare per non sentire il dolore.
Vi piace il potere del mio Stand?
Non l'ho scelto io e nella vita reale ovviamente non ci sono pugni, solo la mia consapevolezza di tutte le vostre sopracciglia e la mia scelta di voler arrivare fino a Barbarossa, accanto al quale giace in solitudine il bambino piangente che era stato felice quell'ultima volta.
Magari non vi sembrerà ma io a quel vostro bambino ci arrivo sempre.
E se suona come una promessa infatti lo è.
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Tetsuya Chiba diventa il primo creatore di manga a essere insignito dell'Ordine della Cultura giapponese Il creatore del manga Ashita no Joe dichiara di sentire un grande senso di responsabilità per questa onorificenza. Read more:--> https://www.gonagaiworld.com/tetsuya-chiba-diventa-il-primo-creatore-di-manga-a-essere-insignito-dellordine-della-cultura-giapponese/?feed_id=8087&_unique_id=671b969983665 #AshitanoJoe #RockyJoe #TetsuyaChiba
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Il termine enjo kōsai (traducibile come "appuntamento sovvenzionato" o "incontrarsi per un aiuto") indica un fenomeno sociale del Giappone contemporaneo, riguardante le studentesse tra i 12 e i 17 anni, ma anche le casalinghe, che in cambio di denaro o di regali sono disposte a frequentare di nascosto uomini adulti.
In pratica le ragazze/donne che praticano l'enjo kōsai sono da considerarsi delle escort a tutti gli effetti.
Il fenomeno apparve agli inizi degli anni novanta, quando i mass media nipponici iniziarono a interessarsi della giovane età delle ragazze e a domandarsi il perché di questo fatto.
Queste ragazze infatti provengono perlopiù da famiglie perbene e dispongono di una buona educazione, a differenza delle sukeban, le ragazze teppiste degli anni settanta.
Si può parlare, dunque, di prostituzione? A volte, purtroppo sì.
Infatti alcune ragazze si limitano ad accompagnare gli uomini ai locali di karaoke o al ristorante, altre si spingono oltre, arrivando ad avere rapporti sessuali.
Gli incontri avvengono tramite il computer, il telefono cellulare o i telekura. Gli uomini che frequentano le ragazze sono soprattutto professori, avvocati e i cosiddetti salaryman, ovvero uomini d'affari.
Talvolta il giro dell'enjo kōsai viene gestito da vere e proprie organizzazioni, le stesse che mettono in contatto i clienti con le ragazze fornendo loro numeri di cellulare, fotografie e quant'altro.
Non è un caso trovare attaccati alle cabine telefoniche dei quartieri 'a luci rosse' i biglietti da visita che ritraggono, spesso anche solo con un disegno in stile manga, le giovani prostitute, descrivendone il servizio offerto.
Biglietti che possono essere staccati da chiunque, per essere immediatamente rimpiazzati da personale apposito.
Gente che agisce per lo più nella clandestinità, ma al contempo sotto gli occhi di tutti.
Le ragazze spendono i soldi ricevuti principalmente in vestiti o borse firmate. Ma a parte questo, che cosa spinga un'adolescente a vendere il proprio tempo ed eventualmente il proprio corpo, è un mistero ancora da chiarire.
Abbiamo infatti appurato che queste ragazze non provengono da famiglie con problemi finanziari e non hanno problemi d'integrazione sociale, tutt'altro, ma il fenomeno è comunque in preoccupante espansione.
La polizia giapponese ha affermato che nel 1995 più di 5.000 ragazze tra i 14 e i 19 anni sono state fermate per problemi riguardanti la prostituzione, mentre nel 1996 nella sola città di Tokyo sono state fermate più di 1.000 studentesse.
Una ricerca del governo metropolitano di Tokyo ha appurato che il 3,5% delle studentesse delle scuole medie e il 4,4% delle studentesse delle scuole superiori ha praticato almeno una volta l'enjo kōsai.
Le cause di questo fenomeno potrebbero essere da ricercare anche in famiglia e nelle scuole.
Parlando di società giapponese, infatti, ci riferiamo a un ambito in cui una famiglia può difficilmente permettersi più di un figlio. Un tempo, il cosidetto 'nucleo familiare allargato' garantiva la sicurezza della solidarietà tra parenti, consigli e la trasmissione di valori che si stanno perdendo.
Come le famiglie europee, quelle giapponesi hanno sempre meno tempo da dedicare ai figli, prese come sono dal lavoro e dall'obiettivo del raggiungimento di una elevata posizione sociale. Nello stesso modo, e forse di conseguenza, anche il sistema educativo appare in crisi: le scuole giapponesi pretendono sempre di più, e qualsiasi errore viene mal tollerato: l'obiettivo è quello di ottenere sempre ottimi risultati, di frequentare le scuole migliori, superare gli esami per le università più prestigiose, trovare un lavoro che sia stabile, redditizio... e diventare ricchi.
Tutto questo sottopone gli studenti a un grado di stress che li porta e sfogare sui più deboli l'aggressività accumulata. Una tensione che sfocia in maltrattamenti verbali e, nei peggiori dei casi, fisici, e a isolare chi viene distinto come 'diverso': perchè non si comporta in un determinato modo o non possiede determinati beni che ne attesterebbero l'appartenenza a un gruppo piuttosto che alla massa anonima e standardizzata.
Da qui, probabilmente, il bisogno di chiudersi in casa, di non frequentare più la scuola, per rendersi invisibili; oppure, al contrario, la necessità di procurarsi, indipendentemente da come, quello che hanno gli altri. Per essere come loro.
L'enjo kōsai, dunque, forse è solo uno dei tanto modi in cui si manifesta una sofferenza che spesso dà risultati se possibile ancora più tragici: pestaggi a scopo di rapina o per divertimento, effettuati da bande di bambini, ai danni di anziani o barboni; delitti, suicidi. Esperienze che segnano non solo chi subisce violenza, ma anche chi le commette: guai con la legge che si ripercuotono su tutta una vita; problemi di coscienza per via di leggerezze che si sarebbero potute evitare. Le stesse giovani che si lasciano coinvolgere nel giro dell'enjo kosai non ne sono immuni, perchè quando si pentono d'essersi buttate via per motivi futili, per poter soddisfare un capriccio, calpestando la propria dignità per privilegiare il materialismo o entrare a far parte di un gruppo incapace di apprezzarle per ciò che sono... è già troppo tardi.
All'enjo kōsai ricorrono spesso le kogal, per ottenere i soldi necessari per i loro divertimenti.
Fonti: GiapponeOnline, Wikipedia, Gals Style
Personalmente penso che questo sia il risultato del voler "apparire" piuttosto che "essere", e che sia un fenomeno a cui la società ti COSTRINGE con forza, soprattutto se sei così giovane, cercando di farti credere che se non hai determinate cose, oggetti, stile, giri di amicizie, non appartieni alla società stessa.
Questo fenomeno di "coercizione" è presente anche in Italia, non solo in paesi così lontani come il Giappone.
Autrice del forum: @adaralbion
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È morto a 85 anni l’autore di manga e anime giapponese Leiji Matsumoto, conosciuto in Italia soprattutto per l’anime Capitan Harlock, che andò in onda dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Duemila. Matsumoto iniziò a lavorare come fumettista, specializzandosi presto in trame di fantascienza come quella di Capitan Harlock, ambientato nell’anno 2977 e il cui protagonista è un militare emarginato ribellatosi al governo della Terra e diventato un pirata spaziale alla guida di un’astronave, l’Arcadia. Tra gli altri suoi lavori più famosi c’è anche Galaxy Express 999, che andò in onda anche in Italia ed è ambientata nello stesso universo narrativo di Capitan Harlock. Matsumoto ha anche lavorato a diversi video animati dei Daft Punk, il noto gruppo francese di musica elettronica, compreso quello della canzone One more time.
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Da fan di manga da tipo quando ho memoria, continuo a seguire solo una serie, cominciata nel 2014 super presa bene, ovvero my hero academia; lasciatemi dire che la storia sta andando un po’ così e lo seguo più per curiosità e dedizione in tutti questi anni verso i personaggi, ma Porcoddio la fandom è buggata malamente nel cervello, i fan dei manga sono incontentabili, rompono il cazzo, non capiscono che il fumetto rimane UN PRODOTTO, una creazione che dell’autore c’ha fino ad una certa perché rimane ingabbiato in quello che è puro marketing editoriale giapponese (già sappiamo), da una parte mi fa piacere che il medium si stia allargando proprio come concezione, ma allo stesso tempo vorrei spaccargli la faccia con la loro attitude petty senza senso chill ragazzi vi prego fate una volta un salto nel fottuto mondo reale
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[✎ ITA 📽🇯🇵] BUZZ RHYTHM 02, Intervista con Suga dei BTS in occasione del suo SUGA/Agust D Tour | 03.06.23⠸
🎙BUZZ RHYTHM 02 🇯🇵
Intervista con SUGA | AGUST D
____ 01. 06. 2023 | Twitter ; 📽 Video
Sei arrivato da poco (in Giappone)
SUGA: Sì, sono arrivato questa mattina
Vuoi qualcosa da mangiare? Possiamo ordinare il servizio in camera..
SUGA: Ho già mangiato un bento, prima
L'ultima volta che i BTS sono apparsi a 'Buzz Rhythm' era nel giugno 2020
SUGA: Ah, sì, ricordo..
Pensieri riguardo i tuoi concerti?
SUGA: È il mio primo concerto giapponese in oltre tre anni, quindi non vedo l'ora
Ti piace il cibo giapponese?
SUGA: Sì, molto. Ho già prenotato in vari ristoranti..
Quali sono le cose fondamentali, da tenere a mente, quando si scrive musica?
SUGA: Dato che fare musica è il mio lavoro, subconsciamente tengo sempre presente ciò che è necessario perché la canzone abbia successo. Ovviamente, il messaggio contenuto nel brano è altri dettagli sono anche importanti, ma, prima di tutto, la canzone deve piacere affinché il suo messaggio arrivi al pubblico. Cerco di scriverla secondo i gusti delle/i fan e della gente. Inoltre, oggigiorno abbiamo a disposizione molti software musicali e altri programmi davvero ottimi. Basta avere un laptop e non c'è nulla di impossibile, ecco perché io me lo porto sempre con me.
E non c'è bisogno del cartaceo o di spartiti per creare musica?
SUGA: No, di questi tempi non è più così fondamentale, quindi io sono solito produrre sul mio laptop.
Usi anche il tuo telefono?
SUGA: Sì, prendo molti appunti sul telefono ed uso la funzione per le registrazioni.
Che messaggi vorresti trasmettere, attraverso i tuoi concerti qui in Giappone?
SUGA: È la prima volta in oltre 3 anni che vengo ad esibirmi qui... Avrei preferito fossimo tutti e 7 insieme, ma alcuni dei membri stanno prestando servizio militare. Ho avuto questa opportunità di fare un tour solista e non vedo l'ora di iniziare. Anche se sono passati più di tre anni, le/i fan hanno sempre continuato a dimostrarci tantissimo amore, quindi voglio mostrare loro quanto siamo riconoscenti.
Che cosa ti hanno detto i membri per il tour?
SUGA: Mi hanno ripetuto spesso di prendermi cura di me. Visto che il tour si estende per diverso tempo, la mia salute era ciò che li preoccupava maggiormente, ma io sono più in forma che mai! Negli scorsi giorni, ero un po' raffreddato quindi continuavo a tossire, specialmente durante le date a Jakarta, e non è stato facile.
I membri mi sostengono e fanno sempre il tifo per me, mi dicono che sto facendo un ottimo lavoro e la cosa mi fa molto piacere, sono loro grato.
Ti hanno scritto qualche messaggio?
SUGA: Mi hanno lasciato dei messaggi sulla chitarra che uso in tour.
Il gruppo ha forse qualche progetto futuro per il Giappone?
SUGA: Ci tenevamo davvero un sacco a fare un tour in Giappone tutti insieme. Avevamo già date in programma nel 2020, ma, a causa del covid, sono state cancellate. Avevamo grandi progetti per il Giappone, come un tour negli stadi e simili, ma non abbiamo avuto modo di portarli avanti, è proprio un peccato. Ora, tre anni dopo, siamo di nuovo in un periodo di pausa – per gli impegni e doveri dei membri, me incluso – quindi ci vorrà ancor di più. Saremo di nuovo tutti insieme solo nel 2025. Mi spiace davvero molto, perché vorremmo tutti fare dei concerti in Giappone, un tour mondiale e rilasciare nuovi album (di gruppo).
Sei felice d'esser stato nominato ambasciatore per la NBA?
SUGA: Ad esser sincero, non credo di dover essere io a promuovere la NBA. Mi sono anche chiesto perché la NBA avesse bisogno di un ambasciatore [visto quanto è già popolare]. Ma mi piace molto lo sport, specialmente il basketball, ed è fin da quando sono piccolo che seguo i match della NBA, quindi poter lavorare con loro è davvero un onore enorme.
Oh, quindi eri già fan del basket in generale?
SUGA: Sì, sono un gran appassionato di "Slam Dunk", ad esempio. A casa, ho tutta la collezione di manga della serie.
Qual è il tuo personaggio preferito di "Slam Dunk"?
SUGA: Mi piaceva la shooting guard (guardia tiratrice), Hisashi Mitsui.
Sappiamo che sei andato a vederlo [il film animato di 'Slam Dunk']..
SUGA: Sì, l'ho visto al cinema.
Cosa fai quando hai giorno libero?
SUGA: Quando ho dei giorni liberi, solitamente, la sera prima mi faccio una bevuta.
Che messaggio vuoi lasciare attraverso "D-Day"?
SUGA: Quest'album è l'ultimo di una trilogia rilasciata a nome Agust D, ed è uscito dopo un periodo che è stato piuttosto stancante e stressante, quindi, una volta pubblicato, mi sono sentito molto più leggero.
Hai potuto sfogarti e lasciarti alle spalle parecchie cose
SUGA: Sì, esatto, ora ho il cuore più leggero, nonostante il processo creativo per arrivare qui non sia stato semplice.
Da cosa e come trai ispirazione per le tue canzoni?
SUGA: Anche ora, che sono in tour, continuo a creare musica, ma solitamente non c'è un'occasione o un evento specifico che inneschi l'ispirazione... ad esempio, ci sono volte in cui magari mi vengono idee quando sono in bagno... È così che funziona. E credo che, di questi tempi, i produttori siano piuttosto ligi al loro lavoro, non funziona come viene mostrato dai media, non c'è quel momento improvviso di ispirazione. Più comunemente, per coglierla è necessario sedersi e mettersi al lavoro.
Com'è nata la collaborazione con il maestro Ryuichi Sakamoto?
SUGA: A dire il vero, sono fan del signor Sakamoto fin da quando ero piccolo. Quando ero più giovane, mi è capitato spesso di usare suoi sample nel produrre musica. La maggior parte dei suoi lavori è solo strumentale, quindi ero solito esercitarmi nella produzione usando parti dei suoi brani ed ascoltando la sua musica.
Hai anche caricato un breve video in cui suoni uno dei suoi brani...
SUGA: Non l'ho suonato molto bene... Era nel periodo in cui il maestro Sakamoto stava già poco bene, ed era da tanto che desideravo conoscerlo e poterci parlare un po'. E poi ho avuto l'opportunità di venirlo a trovare grazie alla NBA. Anche se non si sentiva molto in forma, mi ha riservato un po' del suo tempo. Al tempo del nostro incontro, "Snooze" era quasi completa, quindi gli ho chiesto se era possibile... Se se la sentiva di lavorare con me, suonando il piano per la canzone, ed il signor Sakamoto, molto gentilmente, ha accettato. È stato come un maestro, per me, lo rispettavo profondamente.
Com'è stato lavorare con lui?
SUGA: Era una persona davvero straordinaria. Anche se aveva già una certa età – era più anziano anche di mio padre -, non la dimostrava affatto. Quello era il nostro primo incontro, ma sembrava ci conoscessimo da una vita. Sono molto felice di aver potuto parlare con lui.
Che cosa fai nel tempo libero?
SUGA: Niente di che...
Stai semplicemente ad oziare e a far passare il tempo?
SUGA: Sì, ecco perché la sera prima, solitamente, bevo un po' e poi semplicemente mi riposo.
Preferisci il whisky o il sake?
SUGA: Mi piace molto il whisky. Apprezzo anche molto quello giapponese, ma è sempre più
costoso.
Abbiamo visto che bevi anche durante i concerti
SUGA: Prima di salire sul palco, mi faccio un bicchierino con la band. E durante il concerto...
Per disfarti di un po' dalla tensione?
SUGA: Esatto. Poi, su ogni persona (l'alcol) ha un effetto diverso, e la mia voce o gola non ne risentono particolarmente, quando bevo. Quando sono sul palco, la tensione sale ed il nostro corpo ha bisogno di scaldarsi affinché la gola sia sana, ecco perché bevo durante i concerti.
Abbiamo del whisky, qui? Potremmo berne un po'...
SUGA: Buona idea!
Cosa faresti, se non fossi SUGA dei BTS?
SUGA: Prima di debuttare, ho lavorato come ingegnere (/tecnico del suono) e compositore, quindi, se non avessi debuttato, penso farei ancora quello.
Ti piace bere, mentre lavori alla tua musica?
SUGA: Sì, ma se esagero, poi mi viene mal di testa e non riesco più a creare un granché. Quando produco, mi piace creare un'atmosfera informale, come se stessimo passando solo un po' di tempo insieme [*con i collaboratori], invece di lavorare. Quando scrivo il testo e la melodia, sono piuttosto stressato, ma quando lavoro al beat con la mia squadra, beviamo birra insieme.
[*Un centinaio di ARMY giapponesi sono statə intervistatə, prima del programma, riguardo SUGA, il suo tour e i BTS, n.d.t.] Le/i tue/i fan si sono emozinatə mentre ti ringraziavano, prima
SUGA: Sì, vederlə sull'orlo delle lacrime mi fa male al cuore. Vorrei poter venire più spesso e fare più concerti, ma sfortunatamente ho potuto organizzarne solo tre. Non vedo l'ora di poter tornare tutti e 7 insieme e fare un nuovo tour qui in Giappone.
⠸ eng: © MINSUGAHQ | ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
#Seoul_ItalyBTS#Traduzione#TradITA#ITA#BTS#방탄소년단#SUGA#AgustD#슈가#Suga_AgustD_Tour#BuzzRhythm02#Intervista#バズリズム02#030623
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comunque, non so quanti di voi lo sappiano, ma in giapponese il titolo de L'Attacco dei Giganti (ita) o Attack on Titan (Eng) è 進撃の巨人, che se Wikipedia non m'inganna, si traduce con IL GIGANTE D'ATTACCO.
Ecco, io da quando l'ho scoperto (mesi fa) devo ancora raccogliere la mandibola (e chi conosce l'anime/manga sa perché)
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@espressioneest_ndescenze 🈳 🈂️ 🈯️ ASPETTANDO IL FEFF ! Domenica 2 Aprile dalle 15 alle 20 - Circolo Nuovi Orizzonti (Udine, Rizzi) Ingresso libero ✏️ 🖌 Esposizione di tavole di Manga e live drawing a richiesta del pubblico A cura di @aldo_tocci giovane artista specializzato in strisce a fumetti, dallo stile versatile ed eclettico, spazia dal manga ai comics, dall’illustrazione al ritratto, con diverse tecniche, dalla china all’acquerello, passando per la grafica digitale, e pubblica per la Cyrano Comics di Verona. 👉 La mostra delle strisce di fumetto sarà accompagnata dalla presenza dell’autore, a cui sarà possibile chiedere in ex-tempore la realizzazione di disegni in stile manga. L’esposizione è un tributo allo stile di Akira (in arte Leiji) Matsumoto, fumettista e animatore giapponese recentemente scomparso. Tra i suoi manga più famosi si ricordano Capitan Harlock, Galaxy Express 999, Starzinger...serie, che spesso si intrecciano tra di loro attraverso le tematiche, mescolando personaggi e avvenimenti ricorrenti, e sono tutte state trasposte in anime. (presso Circolo Ricreativo e Culturale Nuovi Orizzonti) https://www.instagram.com/p/CqYfyzHsb72/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Il manga de Le Relazioni Pericolose è godibile e fedele al romanzo
Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos è il più grande libro sulla falsità e l’autenticità dei rapporti umani di tutti i tempi. La mangaka giapponese Chiho Saito, autrice del celebre Utena, ha deciso di trasporlo in fumetto. Una versione fedele alla storia con tanto di lettere tra personaggi, il romanzo infatti era in forma epistolare, e altrettanto struggente. In Italia è edito da Planet…
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Il manga crossover Ultraman: Along Came a Spider-Man verrà lanciato simultaneamente in inglese e giapponese il 13 agosto Tomo Hirokawa disegna, Shigenobu Matsumoto scrive il nuovo manga. Info:--> https://www.gonagaiworld.com/il-manga-crossover-ultraman-along-came-a-spider-man-verra-lanciato-simultaneamente-in-inglese-e-giapponese-il-13-agosto/?feed_id=461950&_unique_id=66a3ba3917b22 #Manga #Ultraman #UltramanAlongCameaSpiderMan
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