#Giorgio Amitrano
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“ Yūichi ritornò, facendo dondolare le chiavi dell'auto. "Visto che poteva stare così poco, bastava pure una telefonata," disse, mentre si toglieva le scarpe all'ingresso. Io risposi "Hmm" senza alzarmi dal divano. "Mikage, sei stata colpita dalla mamma?" fece lui. "Beh, non ho mai visto una donna così bella," dissi francamente. "Però sai..." Yūichi entrò nella stanza e sedendosi per terra davanti a me, continuò sorridendo: "Ha fatto una plastica." "Ah." Cercai di nascondere l'imbarazzo. "In effetti avevo pensato che di viso non vi assomigliate per niente." "Ma hai capito?" disse con un'aria come se gli scappasse da ridere. "Lei è un uomo" . Questa volta non ce la feci a fingere. Restai a fissarlo ammutolita, con gli occhi spalancati. Aspettavo che da un momento all'altro dicesse ridendo: 'Scherzavo'. Un uomo lei? Con quelle dita affusolate, quei gesti, quel portamento? Ricordando quella creatura bellissima, aspettavo la smentita col fiato sospeso, ma lui si limitava a guardarmi con aria beata. Fui io a parlare: "Ma tu hai sempre detto 'mia madre... mia madre'..." "Beh, per forza. Tu una così la chiameresti 'papà'?" rispose calmo. Aveva ragione. Era una risposta quanto mai appropriata.
"E quel nome, Eriko?" "Non è il suo vero nome. In realtà si chiama Yūji." Per un momento mi si appannò la vista. Appena riuscii ad articolare le parole, chiesi: "Allora, chi è tua madre?" "Tanto tempo fa Eriko era un uomo," rispose lui. "Quand'era molto giovane. E un giorno si sposò. Sua moglie era la mia vera madre." "Che... che tipo era?" chiesi. Non riuscivo a figurarmela. "Non me la posso ricordare. Ero troppo piccolo quando è morta. Ho una foto però. Vuoi vederla?" Feci di sì con la testa. Senza alzarsi, allungò il braccio per prendere la sua borsa. Tirò fuori dal portafoglio una foto e me la porse. La donna della foto aveva capelli corti e lineamenti minuti. L'età era indefinibile. C'era in lei qualcosa di bizzarro. Dato che restavo in silenzio, disse: " É un tipo stranissimo, non pensi?" Risi, imbarazzata. "Eriko era ancora bambino, quando andò a vivere dalla famiglia di mia madre, quella della foto. In pratica fu adottato. Lui e mia madre crebbero assieme. Anche quand'era un uomo era bello e pare che avesse molto successo. Lei aveva questo faccino buffo. Chissà perché proprio lei..." Sorrise guardando la fotografia. "Voleva molto bene alla mamma e per lei entrò in contrasto con la famiglia. Fuggirono insieme, sai?" Assentii. "Quando la mamma morì, Eriko lasciò il lavoro. Solo e con un bambino piccolo, non sapeva proprio che fare. Allora decise di diventare donna. 'Tanto ormai non mi sarei più potuta innamorare,' dice lei. Pare che prima di diventare donna avesse un carattere molto chiuso. Siccome non è tipo da lasciar le cose a metà si fece fare anche l'operazione al viso e il resto. Coi soldi che le restavano ha aperto il locale e mi ha tirato su. Insomma, mi ha fatto anche da padre...", concluse ridendo. "Che vita incredibile è stata la sua!" dissi io. "Ehi, mica è morta, sai!" fece Yūichi. Potevo credergli o c'era ancora sotto qualcosa? Più ascoltavo, più quella storia mi sembrava incredibile. “
Banana Yoshimoto, Kitchen, traduzione dal Giapponese e postfazione di Giorgio Amitrano, Feltrinelli (collana Universale economica n°1243), 2007³⁴, pp. 17-18.
[1ª Edizione originale: キッチン, Fukutake Editore, 1988]
#Kitchen#letture#leggere#libri#Giappone#romanzi#amici#Banana Yoshimoto#romanzo#famiglia#shōjo manga#cucina#Giorgio Amitrano#casa#transessualità#transessuali#genere#famiglie non convenzionali#sensibilità#maternità#paternità#letteratura giapponese#Feltrinelli#estremo oriente#identità#letteratura degli anni '80#transessualismo#transgender#vita#identità di genere
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Kafka sulla spiaggia (Edizione speciale, 2023) - Murakami Haruki - Einaudi, Supercoralli
Kafka sulla spiaggia Murakami Haruki Copertina rigida – Edizione speciale Uno dei romanzi più amati di Murakami Haruki torna in un’edizione speciale con un’introduzione inedita dell’autore e la copertina illustrata da Lorenzo Ceccotti. Traduzioni di Giorgio Amitrano e Antonietta Pastore EINAUDI «Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione…
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#Einaudi#introduzione inedita Murakami#Kafka sulla spiaggia#Lorenzo Ceccotti#Murakami#Murakami Haruki#Supercoralli#Traduzioni di Giorgio Amitrano e Antonietta Pastore
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Qualche giorno fa Giorgio Amitrano scrive un post su IG in cui annuncia che ha comprato l'opera completa di Mishima in 40 volumi e si lamenta dicendo che ora non sa come portarseli in Italia e dove metterli.
Io che gli commento con:
"Il mio sogno 😢"
Quando vorrei dirgli con tutto il cuore:
Chella bucchina e mammt
#chillu cess#f semp annanz e aret#va pur a pernottà nei ryokan dove sono stati i grandi scrittori giappo#ma t'essar piglià a schiaff#strunz#random
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- C’è solo una cosa che vorrei da te, - dice la signora Saeki. Alza la testa e mi guarda negli occhi. - Che mi ricordassi. Se tu ti ricordassi di me, non mi importerebbe nulla anche se tutti gli altri mi dimenticassero.
Fra noi due cala il silenzio, un silenzio profondo. Una domanda cresce dentro di me. Diventa così grande da bloccarmi la gola e impedirmi di respirare. Ma mi sforzo e riesco ad inghiottirla. Al posto di quella domanda, ne faccio un’altra:
- Sono così importanti i ricordi?
- Dipende - risponde lei. Poi chiude leggermente gli occhi - A volte possono diventare la cosa più importante.
- Eppure lei stessa ha voluto bruciare i suoi.
- I miei ricordi erano diventati inutili. - La signora Saeki mette le mani sul tavolo, il dorso in alto.
- Ascolta, Tamura. Ho un favore da chiederti. Porta quel quadro con te.
- Vuol dire quel quadro raffigurante una spiaggia che era sulla parete della mia stanza in biblioteca?
La signora Saeki annuisce.
- Sì, Kafka sulla spiaggia. Voglio che porti quel quadro con te. Nel posto dove andrai, ovunque sia.
- Ma a chi appartiene?
- È mio. Me l’ha regalato lui, prima di partire per andare a studiare a Tokio. Da allora l’ho sempre portato con me ovunque. In tutti i miei spostamenti, lo attaccavo alla parete delle mia stanza. Solo quando ho cominciato a lavorare alla Biblioteca Komura, l’ho rimesso in quella cameretta, nella sua collocazione originaria. Ho lasciato nel cassetto della mia scrivania una lettera al signor Oshima in cui gli comunicavo la mia volontà che andasse a te. Inoltre, quel quadro apparteneva a te sin dall’inizio.
- A me?
Annuisce.
- Sì, perché tu eri lì. E io accanto a te e ti guardavo. Tanto tempo fa, sulla spiaggia. Soffiava il vento, c’erano alcune barche, ed era sempre estate.
Chiudo gli occhi. Sono sulla spiaggia, d’estate, steso su una sdraio. Riesco a sentire la tela ruvida sulla pelle, a riempirmi il petto del profumo del mare. Il sole è così forte da abbagliare anche attraverso le palpebre abbassate. Sento il rumore delle onde che si avvicina e si allontana, come fosse un pendolo azionato dal tempo. Seduta accanto a me c’è una ragazza dal vestito azzurro pallido a mezze maniche che mi guarda. Ha un cappello di paglia con un nastro bianco, capelli lisci. Fa correre la sabbia tra le dita. Dita lunghe e forti, da pianista. Le braccia, dalla pelle levigata come porcellana, brillano ai raggi del sole. Un sorriso naturale le solleva gli angoli delle labbra. Io la amo. Lei mi ama.
Me ne ricordo.
Haruki Murakami, da Kafka sulla spiaggia - Traduzione di Giorgio Amitrano
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20.07.2020
Unfortunately today, didn't go as well as I hoped it would go!
But I'm okay with that!
The book that I started reading is amazing, I'm really enjoying it!
It already gave a few answers I needed from life, and as long as I continue reading I'm getting more and more answers!
It's pretty useful in these times!
How did your first day of Reading Rush go?
If anyone of you is interested I’m RainbowLSparrow on thereadingrush.com and I’m searching for people to follow.
If you want drop your nickname down in the comments!
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Libri sul Giappone
Per cercare di avvicinarmi alla cultura nipponica e raccogliere spunti di viaggio, ho messo insieme un po’ di libri il cui obiettivo più o meno dichiarato è raccontare il Giappone - per questo non si trova qua in mezzo la letteratura che mi è capitato di leggere negli anni (Banana Yoshimoto, Haruki Murakami, Natsume Soseki, ...) e che pure, per quanto in maniera più laterale, può essere utile a comprendere l’attitudine dei giapponesi.
I titoli si trovano nella lista di seguito in ordine più o meno casuale.
Giappone, Guida Lonely Planet
Tokyo, Guida Lonely Planet Pocket
Kyoto e Osaka, Guida Lonely Planet Pocket
Giappone, The Passenger - Per esploratori del mondo, AAVV, Iperborea
Iro Iro - Il Giappone tra pop e sublime, Giorgio Amitrano, Dea
Big in Japan - Come perdersi a Tokyo e imparare ad amarla, Dario Moccia e Tuono Pettinato, Rizzoli Lizzard
Wabi Sabi - Per artisti, designer, poeti e filosofi, Leonard Koren, Ponte alle grazie
Autostop con Buddha - Viaggio attraverso il Giappone, Will Ferguson, Feltrinelli traveller
Quaderni giapponesi, Igort, Coconino
Kokoro, Igort, Oblomov
Made in Japan, AAVV, Coconino
Nonnonba - Storie di fantasmi giapponesi, Shigeru Mizuki, Rizzoli
Nippon folklore, Elisa Menini, Oblomov
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La Trieste in salita amata da Atsuko Suga che solo i giapponesi possono conoscere
La Trieste in salita amata da Atsuko Suga che solo i giapponesi possono conoscere
di Corrado Premuda
Trieste, città che giorno dopo giorno si costruisce un’identità sempre più letteraria, può contare su molti libri a lei dedicati. Uno di questi, scritto nel 1995, a Trieste non l’ha ancora letto nessuno. Il perché è presto detto: non è mai stato tradotto per intero dal giapponese. L’autrice è Atsuko Suga (1929-1998), scrittrice e traduttrice, e il titolo del volume è “Triest…
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#einaudi#giappone#Miramare#murakami#saba#trieste#Atsuko Suga#Banana Yoshimoto#Einaudi#Giappone#Giorgio Amitrano
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L’altrove tra noi
da un’idea di Piero Tosi
Fiorenzo Niccoli
Con scritti di Giorgio Amitrano, Quirino Conti, Caterina d’Amico, Giosetta Fioroni, Susanna Guida, Jacopo Pellegrini e Franca Valeri.
Quodlibet, Macerata 2018, 226 pagine, illustrazioni a colori e bn, ISBN 9788822902948 Testi in italiano e inglese
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Un pretesto. Questo è stato per Fiorenzo Niccoli e per Piero Tosi, con la collaborazione inconsapevole di Danilo Donati – fotografo il primo, costumisti supremi, da Oscar, gli altri due –, il presepe commissionato nel 2016 da Quirino Conti a nome della Fondazione Carla Fendi, e allestito presso la Chiesa degli artisti, in Roma. Il Natale come esca felicissima della fantasia, dell’estro, della più scatenata voluttà creativa. Rovistando negli armadi di due insigni sartorie teatrali romane, Farani e Il Costume, grazie a una squadra formata da artisti navigati e allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, la ferula implacabile di Niccoli e Tosi, amici e complici di vecchia data, ha dato vita, una vita raggelata quanto si vuole, eppure sempre lì lì per sciogliersi e animarsi in uno spettacolo teatrale, a un lampo, a un sogno, a un giuoco lungo centottanta immagini, disseminate di figure e figurine provenienti da un altrove e piovute chissà come qui tra noi. Una sacra rappresentazione che è al tempo stesso un frammento di circo o un brandello di rivista; un omaggio consapevole, affettuoso e pungente al tempo stesso, ai pagliacci, a Wanda Osiris, a Federico Fellini, alla fotografia come arte.
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Mishima 50: la spada, la vita in vendita, il volo sull’F-104
Yukio Mishima avrebbe voluto che la sua opera fosse riletta a partire dall’ultimo atto, dallo scatto, il suicidio rituale accaduto il 25 novembre del 1970. Gli scritti – una mole impressionante di scritti, tra romanzi e intenzioni – riassunti in un gesto, in un fendente. Il fatto che il suicidio rituale ordito da Mishima si sia svolto in forme grottesche, violacee, con rari complici, alimenta, a contrario, il senso del martirio. Una vita si riassume in una terzina – sintesi verbale propria di Dante – cioè in una scelta, in un singolo, definitivo azzardo; l’opera serve per scemare in labirinto il banale, il brutale. D’altronde, si scrive con l’intenzione – per quanto remota, velata, dimenticata – di vincere la morte; scagliandosi nel morire.
*
Esteta della forma letteraria, Mishima lo diventa della forma fisica – egli cerca far aderire la carne al verbo. Quanto più la sua opera si dilata – la quadrilogia terminale – tanto più il corpo si fa asciutto, la decisione esatta, un punto. L’opera si divarica, ramificandosi; il corpo si concentra in un singolo gesto. Il giorno della morte, per Mishima, coincide con quello della vita, con la fine del ciclo “Il mare della fertilità”. La morte fertilizza la vita, è fertile.
*
L’opera disattende sempre le intenzioni dell’autore. In Mishima questo accade in forma miliare. “Il mare della fertilità” non è il suo capolavoro – a parti meravigliose se ne alternano altre faticose. È l’opera, però, gravida di conseguenze – infine, non si scrive per dilettare ma per dilaniare. Avventarsi verso di sé, sventrandosi: lo scrittore, di suo, non ostenta la bella mente ma le viscere, che puzzano.
*
Vita in vendita, romanzo laterale di YM, dovrebbe uscire per Feltrinelli nella traduzione di Giorgio Amitrano; è uscito negli Stati Uniti con una certa rilevanza – riporto, in basso, la recensione del “NY Times”. Il tema è determinante, la data palpita. Il protagonista, afflitto da nichilismo postmoderno, mette in vendita la sua vita. Per lui la morte è un gioco, la vita un peso: diversi danarosi lo affittano; ma lui non muore mai. Non riesce mai a morire. Il tema è sorprendente: in verità abbiamo svenduto la vita al re del mondo, non siamo in grado di giocare l’esistere fino all’abisso, fino all’urlo. Mishima inscena una specie di personaggio di Dostoevskij, radioso nel grottesco. Il sesso perturba e disturba – il protagonista viene comprato da un vecchio magnate per diventare l’amante della moglie, giovanissima, che se la fa con un mafioso: l’intento è provocare una gelosia assassina –, e di ogni relazione Mishima disseziona il mostro.
*
Mishima atterra per la prima volta negli Stati Uniti nel 1951 – rifiuto e fascino si mescolano. Vi si trasferisce, per sei mesi, nel 1957, tentando la fama teatrale (conosce Tennessee Williams, tra l’altro). Andrà meglio dal 1960: i suoi libri vengono tradotti, le pièce messe in scena e lui diventa un ‘personaggio’, come vuole la tradizione americana. Vite in vendita esce, a puntate, su “Playboy” nel 1968. Nello stesso anno lo scrittore, icona anticonformista, scrive Sulla difesa della cultura: da una parte insiste sulla libertà di pensiero, sull’individualismo sovrano, contro ogni regime totalitario; dall’altra sul legame con la tradizione. “Il comunismo è quindi inconciliabile con la cultura giapponese perché nega la figura imperiale, garante della continuità storica e dell’unità culturale e razziale dei giapponesi” (Virginia Sica). Mishima è divisivo, come una spada: non soddisfa gli studenti di sinistra né gli organici di destra; di certo, il Nobel per la letteratura, a causa delle sue posizioni, sfuma, assegnato al suo maestro, Yasunari Kawabata.
*
In una lettera a Kawabata, nell’anno in cui scrive Vita in vendita, di ritorno da un viaggio in India – Mishima non viaggia per assistere, per vedere, ma per cercare –, la certezza dell’opera. “Saranno circa milleduecento pagine, e devo scriverne ancora quasi trecento per raggiungere la metà. Mi sono gettato in un’impresa troppo audace”. L’audacia del lavoro solitario – un allenamento – scandisce la distanza dal mondo degli intellettuali, apice della decadenza, etica in melma: “Nell’evoluzione che si delinea in Giappone e nei giapponesi, in particolar modo tra gli intellettuali, sono numerosissimi gli aspetti che mi disgustano, e considero spaventoso il torpore che regna persino negli ambienti letterari”. Disgusto, torpore: la consuetudine tarpa le ali all’opera, si alimenta di chiacchiere, alienata dal sacro. “Il mio recente volo a bordo di un caccia supersonico F-104 è stato un’esperienza esaltante”, scrive, infine, a Kawabata. Eccolo, Mishima. Il volo. L’acciaio dell’esistere. L’ebbrezza che salda l’opera. Eccedenza di vita che ci concede alla morte: tra la spada che falcia la carne e la velocità del suono l’esegesi è la rinascita. (d.b.)
***
Come molti grandi e prolifici scrittori, Yukio Mishima organizzava il proprio tempo. I romanzi più importanti, tra cui la tetralogia “Il mare della fertilità”, sono opere di rilievo, colme della sua ideologia nazionalista, di destra, ma anche di abissi, di profondità universali. Sono questi i libri che lo hanno portato per tre volte alla candidatura al Nobel per la letteratura. Vita in vendita [“Life for Sale”] è tra quei lavori che Mishima ha definito “minori”, seriali. Ne scrisse diciassette in vent’anni. Vita in vendita è l’ultimo, pubblicato nel 1968.
*
“Nel migliore dei casi erano pietre senza valore, abilmente tagliate e lucidate. Lo stesso Mishima disprezzava quei romanzi, quando li finiva era impermeabile alle critiche nei loro riguardi”, scrive John Nathan, biografo di Mishima. Lo scrittore disprezzava questi libri come Graham Greene i suoi “divertimenti”, eppure, ci sono echi di inquietudini profonde che vanno al di là delle parole dell’autore.
*
Mishima, come si sa, muore uccidendosi, nel 1970, dopo aver preso d’assalto un quartier generale militare, con alcuni membri del suo esercito, pronunciando un discorso in virtù del ritorno delle antiche tradizioni del Giappone; infine, realizzando il seppuku, l’antico rituale samurai di suicidio per sventramento. Hanio Yamada, giovane copywriter protagonista di Vita in vendita, tenta il suicidio per ragioni molto meno ideologiche o eroiche di Mishima. In effetti, non ha alcuna motivazione. “Se fosse stato costretto a trovare una ragione, avrebbe potuto concludere che voleva uccidersi per capriccio”. Dopo aver fallito nel suo tentativo, inserisce un annuncio su un giornale locale: “Vita in vendita. Usami come desideri. Sono maschio, ho 27 anni. Discrezione garantita. Non causerò alcun disturbo”.
*
La prima persona a rispondere all’annuncio è un vecchio la cui moglie, molto giovane, ha avuto una relazione con un mafioso. “Le chiedo di conoscere mia moglie, di diventare il suo amante, di assicurarsi che il mafioso vi rintracci. Egli, probabilmente, vi ammazzerà. È disposto a morire così per me?”. Hanio riesce a fare tutto tranne che morire. E presto scopre che si guadagna meglio con tizi simili che non lavorando. Vita in vendita è stato pubblicato a puntate su “Playboy”, ha ritmo, soprattutto nelle scene in cui Hanio, di fronte a diverse disavventure, riesce comunque a cavarsela.
*
Sono la velocità e la stravaganza del libro a renderlo affascinante. “Ho sempre voluto avere un gatto siamese come animale domestico, ma non ci sono mai riuscito”, dice Hanio a un cliente. “Quando sarò morto le sarei grato se potesse prenderne uno e occuparsene, come se fosse mio”. A un cliente suggerisce di usare i soldi che gli avrebbe pagato qualora fosse morto “per comprare un coccodrillo o un gorilla: così, ogni volta che guarderà i suoi occhi si ricorderà di me”.
*
Il romanzo, pur felice, ha sfumature cupe, esistenziali. “Una volta che il mondo è stato trasformato in qualcosa che ha senso, alcuni pensano di poter morire senza rimpianti. Altri pensano che siamo in un mondo privo di senso, quindi perché vivere? Dove convergono queste due opinioni?”. Anche in un’opera eccentrica come questa, sono presenti molti dei temi cari a Mishima: la ragione per vivere e morire, la pulsione di morte, l’erotismo del morire, la modernizzazione, l’occidentalizzazione del Giappone”.
*
La natura della morte di Mishima getta un’ombra su tutto ciò che ha scritto. “La tua prontezza di fronte alla morte è encomiabile. Hai il cuore e l’anima di un guerriero”, dice un personaggio a Hanio. Sono parole che si adattano perfettamente alla visione del mondo di Mishima. Ma l’ossessione di Hanio per la morte è spensierata, priva di ombre. Soltanto due anni prima della sua morte, Mishima faceva dire al suo personaggio qualcosa di sottilmente comico: “C’era qualcosa di divertente, non poteva essere disturbato proprio ora per combattere”.
John Williams
*Si riproduce parte della recensione di John Williams, pubblicata sul “New York Times” come “An Absurdist Noir Novel Shows Yukio Mishima’s Lighter Side”
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Strane Coppie 2019 – “Costellazioni”– XI edizione Giovedì 21 febbraio 2019 – ore 18
Strane Coppie 2019 – “Costellazioni”– XI edizione Giovedì 21 febbraio 2019 – ore 18
Giorgio Amitrano e Lisa Ginzburg dialogano su ritratti di signore e di società attraverso i romanzi “Piccole donne” di Louisa-May Alcott, “Anna Édes” di Dezső Kosztolányi, i due di Tanizaki Jun’ichirō “Neve sottile” e “Le domestiche” edito per la prima volta in Italia solo da pochi mesi. Conclude l’incontro la proiezione di “Édes Anna” (1958) raro film del maestro ungherese Zoltán Fábri.
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“ Hitoshi andava in giro con un campanellino attaccato al portatessera, non se ne separava mai. Era un piccolo dono che gli avevo fatto quando non eravamo ancora innamorati. Non aveva nessun significato particolare, ma lo portò con sé fino all'ultimo. Lo conobbi in seconda liceo, anche se era di un'altra classe, perché, come me, era tra gli organizzatori della gita scolastica di quell'anno. Il programma era diverso per ogni classe, facemmo insieme solo il viaggio di andata in treno. Sul binario, riluttanti a separarci, ci stringemmo scherzosamente la mano. Fu in quel momento che mi ricordai per caso di avere in una tasca della divisa un campanellino caduto dal collare del gatto. Glielo diedi dicendo: 'Un regalino d'addio'. Lui rise e fece: 'Che roba è?', ma con grande cura lo avvolse nel fazzoletto come se si trattasse di una cosa importante. Rimasi molto sorpresa: mi sembrava un gesto piuttosto insolito per un ragazzo della sua età. Che strano, fare una cosa del genere, pensai. Che l'avesse fatto perché glielo avevo dato io, o solo per buona educazione, il suo gesto mi piacque molto. Quel campanello mise in moto i nostri sentimenti. Ci rimase in mente per tutto il resto del viaggio. Ogni volta che il campanello tintinnava, lui si ricordava di me e del tempo trascorso insieme, e io passavo i giorni a pensare a lui e a quel campanellino che lo accompagnava sotto un cielo lontano. Al ritorno cominciò un grande amore. Per quasi quattro anni il campanello fu con noi a tutte le ore, invariabilmente. Con noi divise ogni momento che passammo insieme, il primo bacio, le grosse liti, il bel tempo, la pioggia, la neve, la prima notte. Ogni volta che Hitoshi tirava fuori il portatessera, che usava anche come portafogli, udivamo quel tintinnio fievole e argentino. E un suono che ho ancora nelle orecchie, dolcissimo. “
Banana Yoshimoto, Kitchen, traduzione dal Giapponese e postfazione di Giorgio Amitrano, Feltrinelli (collana Universale economica n° 1243), 2007³⁴; pp. 99-100. [1ª Edizione originale: キッチン, Fukutake Editore, 1988]
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Yukio Mishima - Vita in vendita - Traduttore: Giorgio Amitrano - Feltrinelli
Yukio Mishima – Vita in vendita – Traduttore: Giorgio Amitrano – Feltrinelli
Yukio Mishima – Vita in vendita Il bestseller postumo di Mishima Traduttore: Giorgio Amitrano Feltrinelli Questa è la storia di Hanio, un giovane copywriter che, colto da un improvviso disgusto per la vita, tenta il suicidio. Suo malgrado viene salvato, ma continua a desiderare di farla finita. Nella speranza di farsi uccidere, pubblica allora su un giornale un’inserzione per mettere in vendita…
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Trento Film Festival: Montagna, Società, Cinema, Letteratura - 66. edizione
Trento Film Festival: Montagna, Società, Cinema, Letteratura – 66. edizione
Dal 26 aprile al 6 maggio la 66. edizione della rassegna cinematografica, con il record di 710 film iscritti, di cui 149 selezionati (comprese le pellicole per le scuole e le famiglie) e 25 in concorso. 150 appuntamenti, tra serate evento, incontri, mostre e convegni. Il Giappone Paese ospite della Sezione “Destinazione…”. Numerose anteprime nazionali alla rassegna MontagnaLibri. www.trentofestiva…
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Italia-Giappone: il premio Umberto Agnelli a Giorgio Amitrano e Mario Vattani
Italia-Giappone: il premio Umberto Agnelli a Giorgio Amitrano e Mario Vattani
AGI – Dopo due anni di pausa forzata dovuta alla pandemia torna a riunirsi l’Italy Japan Business Group, il Forum degli Imprenditori italiani e giapponesi che si tiene con cadenza annuale alternativamente in Italia e in Giappone, e con esso il Premio intitolato alla memoria del suo primo presidente Umberto Agnelli e della Fondazione Italia Giappone. Per l’anno 2020 la giuria, riunitasi sotto la…
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This is the first book I’m gonna read for the Reading Rush! 💪🏻
Wish me luck! ❤️🤞🏻
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Lovere (BG), dal 19 al 24 settembre torna “cortoLovere”
Lovere (BG), dal 19 al 24 settembre torna “cortoLovere”. In viaggio nel mondo del cinema, tra i suoi protagonisti e le sue storie, sulle rive del lago d'Iseo: ritorna cortoLovere, il festival internazionale di cortometraggi diretto da Gianni Canova, giunto alla sua 24esima edizione. Appuntamento nel comune di Lovere (Bergamo), nella settimana da lunedì 19 a sabato 24 settembre. A partire da questa edizione, cortoLovere esplorerà le molteplici professioni, a volte poco conosciute, che contribuiscono coralmente a far funzionare la complessa e meravigliosa macchina del Cinema. L'edizione di quest'anno è dedicata al ruolo del direttore della fotografia. In prima fila ci saranno ospiti del festival: Italo Petriccione, che dal 1989 ha collaborato, tra gli altri, ai film diretti da Gabriele Salvatores, Matteo Cocco, vincitore del David di Donatello, del Globo d'oro e dell'European Film Awards per il film "Volevo Nascondermi" (del 2020, diretto da Giorgio Diritti) e Francesca Amitrano, candidata ai Nastri d'argento nel 2018 per il film "Ammore e malavita" dei Manetti Bros, con cui nel 2020 gira "Diabolik". La manifestazione prende il via lunedì 19 e martedì 20 settembre con l'arrivo delle troupe del concorso Occhi sul Lago (supportato da IULM – Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano), che inizieranno le riprese per la realizzazione del cortometraggio in gara. L'apertura ufficiale della rassegna avrà invece luogo mercoledì 21 settembre (ore 20.30 Teatro Cinema Crystal) con il benvenuto portato dal direttore artistico Gianni Canova e la proiezione dei corti selezionati per il Concorso Internazionale, che saranno votati dai giurati del Premio della Giuria Popolare. Tra gli animatori di questa edizione lo Studio Bozzetto, la celebre casa di animazione di Milano, partner del festival insieme a BAD - Bergamo Animation Days. Lo Studio Bozzetto sarà protagonista giovedì 22 settembre (ore 20.30 Teatro Cinema Crystal) con la serata organizzata in onore di Piero Angela, dove verranno proiettati dei contributi animati fatti per Superquark, con gli interventi del presidente onorario del festival Bruno Bozzetto e del direttore artistico Gianni Canova. Tra gli ospiti di questa edizione ritorna a cortoLovere Pupi Avati, nel ruolo di presidente di giuria del concorso Occhi sul Lago e protagonista sabato 24 settembre (ore 17.00 Piazza 13 Martiri) con la presentazione del suo ultimo libro "L'Alta Fantasia. l viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante" (Solferino, 2021) in collaborazione con la Biblioteca Mondadori. La manifestazione rende omaggio al regista venerdì 23 settembre (ore 20.30 Teatro Cinema Crystal) con la proiezione del film "Vorrei sparire senza morire", film realizzato da IULMovie LAB. La serata di venerdì continuerà poi con l'approfondimento sui mestieri del cinema con l'incontro "Il Direttore della Fotografia" sarà condotto da Gianni Canova, con gli interventi di Italo Petriccione, Matteo Cocco, Francesca Amitrano e del regista Ivan Silvestrini, che con Amitrano è al lavoro per la terza stazione della serie di successo "Mare Fuori". CortoLovere si conclude con Ia Serata di Gala del 24 settembre (ore 21.00 Teatro Cinema Crystal) con l'assegnazione dei premi, che quest'anno vedono delle novità: non saranno più divisi per genere e consisteranno anche in un'originale statuetta realizzata grazie al disegno a firma di Bruno Bozzetto, creato esclusivamente per il Festival. La giuria voterà il Miglior Film (a cui andrà un compenso economico di 2000 euro), la Miglior Fotografia (1000 euro), il Miglior Film d'Animazione, il Miglior Documentario, mentre la Giuria Popolare sceglierà anche il suo Miglior Film. Nel corso della serata, condotta dalla giornalista Martina Riva, sarà ospite sul palco Angela Finocchiaro, presidentessa di giuria del concorso Internazionale, a cui verrà consegnato il riconoscimento "Signora del Lago" 2022. Milanese, attrice e comica, Angela Finocchiaro inizia dal teatro negli anni Settanta fino alla tivù e al cinema, dove si riconosce come volto e voce originale del cinema italiano. Tra i suoi numeri film ricordiamo La bestia nel cuore (2006) e Mio fratello è figlio unico (2007) che le hanno valso il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.... Read the full article
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