#club alieno
Explore tagged Tumblr posts
sguardimora · 20 days ago
Text
Floor and Chair: Joel e Graham Brown in dialogo con Club Alieno
Tumblr media
Ieri sera la compagnia Club Alieno, nell'ambito del progetto Open Dialogo, ha condiviso pratiche di composizione coreografica con Joel e Graham Brown. L'incontro è stato un'importante occasione di scambio, conoscenza reciproca e di confronto sul tema della disabilità, della danza e del processo creativo. L'attività si è concentrata sull'improvvisazione del movimento in relazione al pavimento e alla gravità, sia in gruppo che in coppia, culminando in una sessione di contact improvisation.
Successivamente, il gruppo ha continuato il dialogo in un clima informale durante una cena conviviale presso la casa foresteria.
Tumblr media
Club Alieno è una compagnia di danza, musica e performance nata all'interno di Cuore 21 e Centro 21, cooperative sociali di Riccione impegnate nell'inclusione sociale e lavorativa di persone con disabilità intellettive. Selezionata per il programma di scambio culturale Open Dialogo, che ha selezionato quattro artisti dal Regno Unito e dall'Italia per partecipare a residenze artistiche della durata di una settimana nei rispettivi paesi: la compagnia ha così preso parte a una residenza artistica a Londra, dove ha presentato le prove del suo prossimo spettacolo, Vedo il mondo girare, e si è confrontata con altre realtà sul tema della danza integrata.
Club Alieno rappresenta un esempio significativo di come l'arte possa essere un potente strumento di inclusione sociale, offrendo opportunità espressive e professionali a persone con disabilità e promuovendo una cultura della diversità e dell'accoglienza.
Tumblr media
Open Dialogo è un programma internazionale di scambio culturale che valorizza le migliori pratiche nella danza e nella disabilità, facilitando la condivisione di conoscenze ed esperienze tra artisti disabili e non disabili, produttori e organizzazioni in Italia e Inghilterra. Gestito dalla Stopgap Dance Company e commissionato dall'Arts Council England, dal Ministero della Cultura italiano (Direzione Generale Spettacolo), dall'Istituto Italiano di Cultura di Londra e dal British Council, il progetto promuove inclusione e innovazione nella danza.
1 note · View note
viaggiatricepigra · 2 years ago
Photo
Tumblr media
Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe. Davvero finisce così? Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere. Facciamo un passo indietro. Sicuramente l'autrice sa scrivere. I Terrestri è un romanzo che ti trasporta lungo la storia folle, confusa e assurda (ma realistica) che narra. Si, ci sono parecchi Trigger Warning che fanno capolino qua e là nel testo, ma parlarne sarebbe un enorme spoiler quindi non voglio svelare nulla (comunque dalla trama se ne intuiscono parecchie). So che tantissime persone ne sono uscite sconvolte. Personalmente, a parte una scena, non mi hanno toccato minimamente. Anche il famoso ultimo capitolo è stato un "tutto qui?". (Questo per darvi un idea di come funziono e quindi come prendere la mia opinione) La storia saltella avanti e indietro nel tempo, parlandoci di Natsuki prendendo un frammento della sua infanzia per poi portarci vent'anni dopo, altalenando queste linee temporali per farci capire cosa successe e cosa sta succedendo nella sua vita. Natsuki è una ragazzina intelligente, ma con una famiglia oscena. La madre non perde occasione per distruggerla in favore della sorella, quest'ultima un concentrato di insicurezze ma soprattutto pestare un cactus a piede nudo è meglio che imbattersi in lei (e la madre), e il padre praticamente inutile, fa presenza fisica e stop. Questo giusto un accenno, conoscendoli questa breve presentazione li rende simpatici. Ogni anno vanno a trovare i nonni ad Akishina, insieme a tutto il resto della famiglia, e lì in particolare c'è Yu un cugino con cui ha legato moltissimo, perché entrambi hanno dei segreti che hanno condiviso fra loro, rendendoli più uniti che mai. Lei infatti gli racconta che si è imbattuta in Piyut, un alieno (ora sotto forma di peluche) del pianeta Poapipinpobopia (se non sapete come si pronuncia, benvenuti nel club!), che le ha dato la missione di salvare la terra. Continua ⬇️ https://instagr.am/p/Cr28m78I_4D/
2 notes · View notes
gianlucacrugnola · 10 months ago
Text
Kilian - Grattacielo Diamante
Kilian mette le sue doti cantautorali a servizio di un arrangiamento club in cui svetta un GRATTACIELO DIAMANTE, simbolo della modernità che impedisce di guardare il proprio orizzonte.Il cantante-producer parla di sé come un alieno atterrato sulla Terra che scopre la noncuranza del genere umano. Per svincolarsi da questa condizione, Kilian si siede al piano e si lascia andare. Il ritornello…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
sounds-right · 1 year ago
Text
Tumblr media
"Giornata No", il nuovo singolo di AliieN
Da venerdì 1° dicembre 2023 sarà in rotazione radiofonica "Giornata NO", il nuovo singolo di AliieN già disponibile sulle piattaforme digitali dal 17 novembre. Il brano "Giornata NO", pubblicato dall'etichetta Label DMB production e distribuito da Sony Music Italia, racconta un flusso di coscienza scritto durante uno dei periodi più difficili di AliieN. È nato in una sera di fine 2022, una di quelle in cui paure e rabbia si fondono. Durante una crisi in cui ego e anima si scontrano, l'artista si è ritrovato nel bel mezzo di una guerra interiore. Nel tentativo di non arrivare a toccare il fondo, si è rivolto a se stesso: "è solo una giornata NO".
Spiega l'artista a proposito del brano: "In Giornata No ho voluto esprimere il mio modo di vedere la presa a male. Sono anni che per via del mio carattere alterno momenti sì a momenti no… giornate si, a giornate no.
In questo brano c'è il tentativo di dare forma e voce alla mia costante battaglia interiore. Ho voluto buttare fuori i miei pensieri in modo da poter cercare di dare a chiunque ascolterà questo brano un'uscita dalla nebbia della tristezza, che, alla fine, accompagna tutti, in un modo o nell'altro. Questa canzone è per tutti quelli che, come me, trovano confronto nell'ascoltare musica osservando il cielo e le stelle per una connessione ancora più profonda col proprio io".
Biografia
Giuseppe D'Urso, in arte AliieN, è un giovane artista emergente proveniente da Reggio Calabria.
Nasce l'11 Agosto del 2000 e la musica inizia a far parte della sua vita sin dai suoi primi passi grazie a una madre amante del Rock ed una sorella maggiore che lo immerge successivamente nel clima pop dei primi anni 2000. 
Durante la sua infanzia e prima adolescenza AliieN vive pressoché solo per via del lavoro della madre e della partenza della sorella per l'università, ed è proprio durante questo periodo che il piccolo Giuseppe si approccia al rap grazie a figure come i Club Dogo, Salmo e Gemitaiz & Madman.
Durante quegli anni il ragazzo sviluppa attraverso la musica il rapporto col suo "Ego", ossia la parte più profonda di se stesso; ciò lo porta alla scrittura dei primi testi come vero e proprio bisogno personale di sfogo. Negli anni successivi questo bisogno lo porta a scrivere con costanza e a sognare un futuro sul palco.
Nonostante il suo sogno, AliieN, continua a vivere la musica come un hobby secondario fino al 2020, anno di esplosione della pandemia, che porta l'artista ventenne sul baratro della depressione e dell'annichilimento.
Fu quello il periodo in cui ciò che prima era un semplice bisogno personale di contatto con se stesso diventa improvvisamente un qualcosa di più grande; è in quel momento che AliieN decide di mettere la sua musica e il suo pensiero a servizio degli altri, cominciando a pubblicare i suoi primi brani.
All'interno delle sue canzoni, attraverso la cura l'artista cerca di trasmettere quelle che sono le sue idee su ciò che accade nel mondo, di descrivere il rapporto che ha con se stesso e con ciò che lo circonda, e di esprimere la varietà di colori dell'anima umana, anche attraverso l'uso di più generi musicali all'interno dei suoi progetti, sperando che ciò possa essere utile a chi come lui si è trovato, o si trova tutt'ora, a passare periodi di crisi, a sentirsi "un alieno" fra gli uomini, non capito o non apprezzato.
AliieN si propone come portavoce del diverso che, in quanto diverso, aggiunge valore a ciò che lo circonda invece di rovinarlo.
L'artista fa parte della scuola di alto perfezionamento canoro RC Voce Produzione diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale.
"Giornata NO" è il nuovo singolo di Aliien disponibile sulle piattaforme digitali dal 17 novembre 2023 e in rotazione radiofonica da venerdì 1° dicembre.
0 notes
tarditardi · 1 year ago
Text
Tumblr media
"Giornata No", il nuovo singolo di AliieN
Da venerdì 1° dicembre 2023 sarà in rotazione radiofonica "Giornata NO", il nuovo singolo di AliieN già disponibile sulle piattaforme digitali dal 17 novembre. Il brano "Giornata NO", pubblicato dall'etichetta Label DMB production e distribuito da Sony Music Italia, racconta un flusso di coscienza scritto durante uno dei periodi più difficili di AliieN. È nato in una sera di fine 2022, una di quelle in cui paure e rabbia si fondono. Durante una crisi in cui ego e anima si scontrano, l'artista si è ritrovato nel bel mezzo di una guerra interiore. Nel tentativo di non arrivare a toccare il fondo, si è rivolto a se stesso: "è solo una giornata NO".
Spiega l'artista a proposito del brano: "In Giornata No ho voluto esprimere il mio modo di vedere la presa a male. Sono anni che per via del mio carattere alterno momenti sì a momenti no… giornate si, a giornate no.
In questo brano c'è il tentativo di dare forma e voce alla mia costante battaglia interiore. Ho voluto buttare fuori i miei pensieri in modo da poter cercare di dare a chiunque ascolterà questo brano un'uscita dalla nebbia della tristezza, che, alla fine, accompagna tutti, in un modo o nell'altro. Questa canzone è per tutti quelli che, come me, trovano confronto nell'ascoltare musica osservando il cielo e le stelle per una connessione ancora più profonda col proprio io".
Biografia
Giuseppe D'Urso, in arte AliieN, è un giovane artista emergente proveniente da Reggio Calabria.
Nasce l'11 Agosto del 2000 e la musica inizia a far parte della sua vita sin dai suoi primi passi grazie a una madre amante del Rock ed una sorella maggiore che lo immerge successivamente nel clima pop dei primi anni 2000. 
Durante la sua infanzia e prima adolescenza AliieN vive pressoché solo per via del lavoro della madre e della partenza della sorella per l'università, ed è proprio durante questo periodo che il piccolo Giuseppe si approccia al rap grazie a figure come i Club Dogo, Salmo e Gemitaiz & Madman.
Durante quegli anni il ragazzo sviluppa attraverso la musica il rapporto col suo "Ego", ossia la parte più profonda di se stesso; ciò lo porta alla scrittura dei primi testi come vero e proprio bisogno personale di sfogo. Negli anni successivi questo bisogno lo porta a scrivere con costanza e a sognare un futuro sul palco.
Nonostante il suo sogno, AliieN, continua a vivere la musica come un hobby secondario fino al 2020, anno di esplosione della pandemia, che porta l'artista ventenne sul baratro della depressione e dell'annichilimento.
Fu quello il periodo in cui ciò che prima era un semplice bisogno personale di contatto con se stesso diventa improvvisamente un qualcosa di più grande; è in quel momento che AliieN decide di mettere la sua musica e il suo pensiero a servizio degli altri, cominciando a pubblicare i suoi primi brani.
All'interno delle sue canzoni, attraverso la cura l'artista cerca di trasmettere quelle che sono le sue idee su ciò che accade nel mondo, di descrivere il rapporto che ha con se stesso e con ciò che lo circonda, e di esprimere la varietà di colori dell'anima umana, anche attraverso l'uso di più generi musicali all'interno dei suoi progetti, sperando che ciò possa essere utile a chi come lui si è trovato, o si trova tutt'ora, a passare periodi di crisi, a sentirsi "un alieno" fra gli uomini, non capito o non apprezzato.
AliieN si propone come portavoce del diverso che, in quanto diverso, aggiunge valore a ciò che lo circonda invece di rovinarlo.
L'artista fa parte della scuola di alto perfezionamento canoro RC Voce Produzione diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale.
"Giornata NO" è il nuovo singolo di Aliien disponibile sulle piattaforme digitali dal 17 novembre 2023 e in rotazione radiofonica da venerdì 1° dicembre.
0 notes
simonettiwalter · 1 year ago
Text
Ecco, l'Apocalisse canta nella taverna in via del Pratello.
Brigate rozze, vola in alto, la storia è rivelata.
“Mi ci vuole un giorno”, dice Gesù, vampiro dello spazio.
L’identità è una follia nel cuore della guerra.
Nessuno nasce, nessuno muore.
Un club esclusivo di fake news, segreti svelati,
Si schianta con il nichilismo.
Vorrei che Walter Simonetti fosse nella tempesta, la lobby frankista s'agita.
Egli non sapeva, la strada uccidilo!
Brigate rozze distruggi il tuo ego.
Solo le voci di zingari felici nella piazza,
La sposa occidentale canta e salta.
Vivere per il gusto, ogni storia è infinita.
Mentre bugiardo, nel metaverso, è l'eco di nuove forme.
Solo l'invenzione di Buddha per la strada.
“Mi ci vuole un’eternità”, per raccontare la tempesta.
L’Unico e la sua proprietà, niente da guadagnare.
Nel cuore della notte stellata, si scerma.
Brigate rozze, brigate rozze, brigate rozze.
Il mondo da esplorare si ferma.
Rendetevi conto, io mi esprima in maniera contraddittoria.
Nel metaverso, nei sogni incastrati.
Zombie uomini del fare, un mondo da esplorare.
E siccome non vi lascio punti di riferimento, voi non potete capire di cosa parlo.
0 notes
micro961 · 1 year ago
Text
Blayk - Il singolo “Senza destinazione”
Torna il rapper sulla scena nazionale con un nuovo singolo sugli stores digitali e nelle radio
Tumblr media
“Senza destinazione” è il nuovo e atteso singolo dell’eclettico Blayk sui principali stores digitali e dal 22 settembre nelle radio italiane in promozione nazionale. “Senza destinazione” inizia con la frase: “Basterebbe così poco per far sì che sia equo il mondo, eppure è tutto fuori posto, fuori luogo". Nella quotidianità e con la vita costantemente da rincorrere (dalla frase: "Il tempo mi trovo sempre a rincorrerlo”), si dimentica cos'è davvero essenziale per l'individuo, semplice, felicità quindi pace con se stessi prima e con il resto del mondo poi. “In questo mondo mi sento alieno” è la frase con la quale l'artista fa intuire la totale riluttanza a conformarsi alle regole che trascurano e poco considerano il bene del singolo a cospetto del bene comune. Perdendo la propria identità insieme a se stessi, tra “stress e routine”, in costante competizione e dovendo sempre dimostrare qualcosa, ci si accontenta di vivere una vita normale, lasciandosi trascinare dalla corrente, senza opporsi, perché si sa, è sempre stata la scelta più comoda (“Tra questi automi in continuo aumento con su gli arti i fili in file da evento, lobotomia senza intervento”). Alla fine, l'artista, nonostante tutto riesce ancora a provare emozione scrivendo una canzone.
“Le consapevolezze con le quali cresciamo e sulle quali fondiamo le nostre certezze sono in realtà un'illusione e la conseguenza di un malessere al quale non sappiamo dare una risposta concreta. (Crollano ogni giorno più certezze). Un loop dal quale è difficile uscire a meno che non si decida di ascoltare la propria voce interiore non dando ascolto a nessuno (Se sceglierò di amarmi invece, ascolterò la voce e voi tacete).” Blayk
Storia dell’artista
Blayk, vero nome Marco, è un rapper di origini campane che cresce a Roma nel quartiere Casal Bruciato. I primi approcci con la musica Hip-Hop risalgono al periodo adolescenziale; inizia ad ascoltare artisti americani quali, Tupac, Notorius B.I.G., Eminem, 50 Cent, Snoop Doog, Lil Wayne, Rick Ross, Kanye West e Ice Cube, per citarne alcuni. Si appassiona al genere e scopre in seguito il Rap italiano, principalmente quello Underground tramite i collettivi del TruceKlan, Brokenspeakers e Co’ Sang, che senza filtri raccontano la periferia. Le maggiori influenze derivano però dai Club Dogo, Fabri Fibra e Marracash. Di lì a poco inizia a scrivere i primi testi su basi americane, realizzando nel 2008 “Wild Coast mixtape”, un insieme di tracce registrato interamente nella sua cameretta, adibita a “studio” per l'occasione. Sin da subito i contenuti dei suoi pezzi sono caratterizzati da un senso di ribellione e malessere. Nel 2011 resta coinvolto in un incidente automobilistico e nei mesi a seguire, trova conforto nella scrittura; nel 2012 realizza “La Fenice”. Il titolo cita appunto l’uccello mitologico e la sua rinascita dalle ceneri. Il progetto è composto da 16 tracce nel quale si alternano testi riflessivi, in cui rielabora appunto gli stati d'animo provati in quei momenti, ad altri più leggeri, accompagnati da melodie orecchiabili. Negli anni a seguire incide altri pezzi, ma non ne pubblica nessuno. Per un periodo accantona la musica, dedicandosi ad altro. Inizia ad accostarsi al mondo del lavoro ma si rende conto ben presto che quei contesti non fanno per lui. Le varie esperienze di vita che lo hanno segnato, lo portano a tornare ad esprimersi con il Rap. Il 10 maggio 2019 esce così “Transition”, il suo primo album ufficiale, disponibile su tutte le piattaforme digitali! Un viaggio in musica che collega 13 brani l’uno con l’altro e racconta, nella sua spontaneità, la fase di transizione di Blayk, sia come persona che come artista. Nel 2022 pubblica due singoli, “Ci stavo per finire” e “Vivo o morto”, fino ad arrivare a “Senza destinazione” nel 2023. Per la scrittura trova ispirazione un po' dappertutto. Durante le sue giornate appunta idee, frasi o parole, che vengono spesso fuori da conversazioni o situazioni che vive. Questi sono gli input dai quali nascono i suoi testi che generalmente sviluppa di sera o la notte.
Instagram: https://www.instagram.com/therealblayk/
Facebook: https://www.facebook.com/people/Blayk/100063590065520/
YouTube: https://www.youtube.com/@BLAYKOFFICIALCHANNEL
TikTok: https://www.tiktok.com/@therealblayk?lang=it-IT
0 notes
ilcovodelbikersgrunf · 4 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media
youtube
Mutant Chronicles è un film horror fantascientifico anglo-americano del 2008, basato sull’omonimo gioco di ruolo. Il film è stato diretto da Simon Hunter e nel film recitano Thomas Jane, Ron Perlman, Devon Aoki e John Malkovich. I giochi e i romanzi sono stati pubblicati dal 1993 dalla casa editrice svedese Target Games e parzialmente tradotti in italiano dalla Hobby & Works. La pellicola pur essendo stata una delusione al botteghino vanta vari fandom in giro per il mondo, tra cui il Mutant Chronicles Italian Club (MCIC).
Trama Nell’anno 2707 l’umanità ha esaurito le risorse naturali del pianeta. Alcune corporazioni entrano in conflitto per conquistare le poche risorse rimaste, Per salvare l’umanità viene chiamata la “Fratellanza”, una chiesa universale che dovrà combattere contro le creature mutanti, accidentalmente liberate sul pianeta dalla “Macchina”, un dispositivo alieno che può trasformare gli esseri umani in mutanti.
5 notes · View notes
lemonteasworld · 3 years ago
Text
• THIS IS MY DAY •
La giornata ha preso il via con uno spettacolo abbastanza inusuale, come se la sveglia avesse deciso di esibirsi in un numero di contorsionismo acrobatico • La mia mamma ha deciso di alzarsi all'alba per diventare un membro onorario del Club degli Uccelli Mattinieri • Il risultato? Una tranquillità così assoluta da poter sentire il respiro delle farfalle • Non ho potuto fare a meno di pensare che anche i vicini abbiano pensato che la loro sveglia fosse impazzita!
Nel frattempo, ho fatto il mio ingresso nel mondo delle attività umane, ossia ho fatto fuoriuscire metà corpo dal letto e ho sbirciato fuori, cercando di capire se il mondo fosse ancora lì • Dopo aver constatato che la gravità funzionava ancora e che i colori erano rimasti più o meno gli stessi, ho deciso di alzarmi e unirmi al coro degli uccellini mattinieri •
Dopo un po' di lavoro (quattro ore sembrano più o meno come quattro minuti quando sei coinvolto in un'attività altamente intellettuale come scorrere Instagram), ho deciso di dare una scossa alla mia giornata e ho chiamato un'amica • Ora, capisco che per alcune persone chiamare un amico possa significare una piacevole chiacchierata, ma nel mio caso è un po' come tirare una leva della roulette russa • Sarà in grado di rispondere? Sarà in grado di capire cosa sto dicendo con la mia voce da alieno malato? Sarà in grado di resistere all'inevitabile flusso di informazioni casuali e a volte incomprensibili che sto per scaricare su di lei? La suspense è insostenibile.
Eureka! Ha risposto! E così inizia il grande dibattito sulle malattie immunodepressive, i trapianti di cuore e il Covid-19 • Una conversazione tanto seria che avrebbe potuto avere un proprio talk show televisivo, completo di grafici, esplosioni emotive e, naturalmente, una mascotte simpatica •
Ora, alla fine della giornata, ho imparato una cosa: il mondo è ancora intatto (almeno fino a quando il mio caffè non è finito) e avere amici che sopravvivono al Covid è come vincere alla lotteria della salute • È come se avessero indossato un abito antiproiettile fatto di anticorpi e spirito combattivo • Quindi, eccomi qui, ancora viva, ancora pronta a sfidare la giornata, e soprattutto, ancora convinta che l'unico modo per vincere la roulette russa delle chiamate telefoniche sia fare ancora una chiamata telefonica • Chi sarà il prossimo fortunato? Stay tuned!
0 notes
pangeanews · 7 years ago
Text
“A cosa serve fare il dittatore quando uno ha famiglia?”: Dylan Thomas sfotteva Mussolini a teatro
Per prima cosa passarono da Milano, “città gigantesca, da incubo”, solo perché avevano perso i bagagli, poi giù verso la Riviera ligure, Rapallo, San Michele di Pagana, i paesi diventati una indelebile pagina delle letteratura inglese grazie a Ezra Pound, William Butler Yeats, Ernest Hemingway. Era aprile, era il 1947, quando Dylan Thomas, questa specie di Bacco malato, icona caravaggesca della poesia occidentale, questa specie di Rimbaud redivivo, folle&pingue, nato a Swansea, la città con il cigno sullo stemma, Galles, il brutto anatroccolo diventato il più grande poeta del dopoguerra, arrivò a Firenze.
*
Del fatidico ‘Giubbe Rosse’, dove s’affollavano i futuristi e Soffici brindava con Papini, Dylan Thomas, alieno ai bagliori dei club letterari, ricorda il tavolino. Lì sopra scrisse una delle tante, patetiche, lettere livide di lacrime alla moglie Caitlin, enormemente tradita (lei ricambiava, per altro, con godimento): “Posso solo dire che ti amo come non mai; questo significa che ti amo per sempre, con tutto il cuore e tutta l’anima, ma questa volta come un uomo che ti ha perso. Ti amerò. Davvero ti amo. Sei la donna più bella che sia mai vissuta”. Quando i poeti arrivavano a omaggiarlo, Dylan si nascondeva. “Qualche volta andava in centro a Firenze a passare una serata nei caffè. Attorno si radunavano gli intellettuali. Thomas fissava nel vuoto e si addormentava. Una fonte attendibile racconta che una volta si nascose nel guardaroba per evitare di incontrare uno scrittore italiano venuto a fargli visita” (Paul Ferris, in Dylan Thomas. Essere un poeta e vivere di astuzia e birra, Mattioli 1885, 2008).
*
Preferiva la compagnia di Luigi Berti, grande traduttore dall’inglese: si davano, insieme, a memorabili bevute. I poeti italiani erano noiosi già all’epoca, evidentemente. Eppure, Dylan Thomas, poeta puro, che depurò la poesia dall’eccesso culturale, riportandola alla sua natura formale e ferina, ha influenzato una bella fetta della lirica italiana. Eugenio Montale e Piero Bigongiari lo onorarono con le loro traduzioni (modeste quelle di Montale), uno dei grandi poeti di oggi, Alessandro Ceni, nasce ispirato da Dylan Thomas. D’altronde, anche Dylan ha un antico debito verso l’Italia.
*
Siamo nel 1932, o giù di lì, Dylan è un “ladro del fuoco”, direbbe Rimbaud – l’unico paragone decente – uno che ha il fuoco lirico dentro. Nel 1932 Dylan Thomas ha diciotto anni: l’anno successivo sarebbe sbarcato a Londra con una poesia in tasca, destinata a una fama infinita, And death shall have no dominion, che strapperà sospiri a Sua Maestà Lirica Thomas S. Eliot. Di lì a pochissimo, nel 1934, Dylan Thomas sorge alla poesia inglese con la prima raccolta, 18 Poems. Nei primi anni Trenta, giovanissimo, Dylan Thomas pratica il giornalismo (sul South Wales Daily Post) e fa teatro, presso il Little Theatre, con la sua amica Ethel Ross.
*
Precocissimo, uno sparo, va considerata la verve ‘teatrale’ di Dylan Thomas. Dal 1945 la BBC ingaggia Dylan per una serie di conversazioni radiofoniche: lui è un po’ druido, un po’ aedo, un po’ pagliaccio. Il 18 giugno del 1946 delinea il poeta così: “un poeta è poeta soltanto per una minuscola parte della sua vita; per il resto è un essere umano, e uno dei suoi doveri è di conoscere e di sentire quanto più è possibile tutto ciò che si muove intorno e dentro di lui, così che la sua poesia possa essere il suo tentativo d’esprimere il culmine dell’esperienza umana in questa nostra strana terra che ha tutta l’aria di voler andare all’inferno”.
*
La poesia, estremamente, è una attitudine, un Nord delle ossa, una postura. Poi, nell’eventualità, si scrive. Dylan Thomas ci insegna che, beh, si può vivere come poeti – affollati da una strana disperazione, da una straordinaria gioia.
*
Un pagina di “Lunch at Mussolini’s”, testo di Dylan Thomas del 1932, scoperto da Roberto Sanesi
Gli archivi di Ethel Ross, ora, sono al Swansea University Archives, ma fu Roberto Sanesi, supremo anglista e grande traduttore delle Poesie di Dylan Thomas (la prima fu nel 1953, per Guanda, aveva 23 anni…), a fare la scoperta. “Alla ricerca di testimonianze sugli anni giovanili di Dylan Thomas, nel 1958 incontrai a Swansea Ethel Ross, cognata del pittore Alfred Janes. Nel 1932, quando Miss Ross conobbe per la prima volta Dylan Thomas allo Swansea Little Theatre, il giovanissimo poeta era già un ‘veterano’ delle peripezie filodrammatiche di quel periodo di provinciali tentativi di revival nella piccola sala di tipo parrocchiale incastrata fra il mare e la collina a Southend, Mumbles”. Ethel mostra a Sanesi “tre fogli battuti a macchina”. Titolo: Lunch at Mussolini’s. Pranzo da Mussolini. Questa la testimonianza di Ethel: “Questo particolare sketch (Thomas) me lo diede per metterlo in scena al Little Theatre. A quel tempo ero io che di solito scrivevo degli sketches comici per i parties che si tenevano dopo ogni spettacolo; ma quello non venne mai rappresentato… Comunque, il testo l’ho ancora io”. Il testo viene pubblicato nel 1970 sulla rivista Il Dramma e riproposto nel 1972, da M’Arte Edizioni in Milano, in un libro artistico, stampato in 100 copie numerate, con silografie di Mino Maccari. Ora, per altro, è leggibile in un sito italiano dedicato a Thomas, con parecchi materiali interessanti.
*
Beh, pare una ‘chaplinata’, qualcosa tra l’atto buffo, la smorfia di Chaplin, l’esigenza comica dei Marx, lo sgorbio di Buster Keaton. Il Dux è un tipo assillato dalla famiglia, che brontola e che agisce d’impeto, come una bestia fragile, contro chi non la pensa come lui. Siamo negli anni Trenta, in Galles, e Benito Mussolini è osservato da un ragazzo di 18 anni con l’ossessione per la poesia e la fantasmagoria biblica in corpo. Il guizzo geniale mi pare proprio quello: guardare il Duce, di cui è nota la prorompente oratoria pubblica, nell’atto privato, incalzato dalla moglie sul cibo (conta soltanto quello e guai a dire che la cucina italiana è modesta), che si premura di sottolineare, niente aglio, per favore, perché “stasera devo tenere un discorso patriottico”, e quando ha l’indigestione scatena incidenti diplomatici e guerreschi. D’altronde, direi, si governa come si caga, il cervello è l’appendice dell’intestino. (d.b.)
***
“Pranzo da Mussolini”
Un atto unico di Dylan Thomas
La stanza da pranzo nella casa di Mussolini a Roma. Entra Mussolini. Indossa la sua uniforme più pittoresca e la migliore della sue espressioni inscrutabili. La famiglia scatta sull’attenti. Lui si siede. Loro si siedono.
MUSSOLINI (versandosi il caffè). Insomma, questo è troppo. L’acqua per la barba era fredda un’altra volta. Lo scaldabagno non funziona, e il bagno è in condizioni schifose. LA MOGLIE. Beh, ma cosa pretendi caro, se ci vuoi tenere una mitragliatrice? MUSSOLINI. Bisogna pure che mi difenda, no? LA MOGLIE. Ma non nella stanza da bagno, caro. MUSSOLINI. Bah! (Sbucciandosi una banana). E guarda questa banana, è marcia. Possibile che non vada mai bene niente in questo posto? LA MOGLIE (compiacente). No, caro. Spero ti sia ricordato di cambiarti la biancheria. MUSSOLINI. Certo. E di far prendere aria alla camicia. E di pulirmi i denti. E di lavarmi dietro le orecchie. IL FIGLIO. Perché papà s’è messo l’uniforme oggi? Deve andare a posare una prima pietra o a inaugurare una biblioteca pubblica? LA MOGLIE. Sta’ zitto, caro. Deve andare a farsi fotografare. MUSSOLINI (secco). Piantala, signorino. (Il ragazzo comincia a frignare. Le donne si guardano). LA MOGLIE. Benito! (Nessuna risposta) Benito! MUSSOLINI. Insomma, cosa c’è? Non ce l’ha un fazzoletto questo ragazzo? LA MOGLIE. Sì, caro. MUSSOLINI. E allora perché non lo adopera? (Il ragazzo ricomincia a frignare) Non lo vedi che sono occupato? Stasera ho un discorso importante. LA MOGLIE. Allora non ti dimenticare l’ombrello, caro, sembra che stia per piovere. MUSSOLINI. Bah! LA MOGLIE. A proposito del vestito nuovo di Edda… MUSSOLINI. E t’aspetti che mi metta a discutere d’una faccenda del genere? EDDA. Dovrò pure averne uno, no? MUSSOLINI. Non essere impertinente. LA MOGLIE. La bambina ha ragione. Se non facciamo alla svelta, perdiamo la svendita. MUSSOLINI. Vorrei sapere a cosa serve cercar di fare il dittatore quando uno ha famiglia. LA MOGLIE. Vorrei che tu non fossi così violento, caro. Quasi rompevi un piattino. MUSSOLINI. Ma come osa? Come osa? Io lo faccio fucilare. Lo faccio fare a pezzi. Lo faccio… LA MOGLIE. Qualcuno che non è d’accordo con te, caro? MUSSOLINI. Che non è d’accordo? Quell’infernale direttore di tutta ’sta porcheria ha avuto il coraggio di criticarmi. (Afferra il campanello). LA MOGLIE. No, un minuto caro. Non abbiamo ancora deciso cosa si mangia a pranzo. MUSSOLINI. Pranzo! Quando i destini dell’Impero tremano?… LA MOGLIE. Sì, caro. Non tornerai tardi anche oggi, eh? MUSSOLINI. Non lo so. Come faccio a saperlo. Perché? LA MOGLIE. Se continui ad arrivare in ritardo per i pasti non riusciremo mai a tenerci in casa una donna di servizio. MUSSOLINI. Mai sentita una cosa simile. Sei tu che ti devi imporre. LA MOGLIE. Sì, caro. Forse ti piacerebbe cominciare con la cuoca? MUSSOLINI (in fretta). Io… eh… certo che no. Ho già abbastanza da fare. (Suona  il campanello. Entra il segretario). IL SEGRETARIO. Eccellenza? MUSSOLINI (mostrando il giornale). L’avete visto? IL SEGRETARIO. Sì, Eccellenza. La polizia segreta l’ha arrestato un’ora fa. Vogliono sapere cosa gli devono fare. MUSSOLINI. Fare? Dobbiamo essere indulgenti. Era un vecchio amico di mio padre. Diciamo vent’anni di galera in una fortezza e un’ammenda di tre milioni. IL SEGRETARIO. Molto bene, Eccellenza. E c’è un’altra questione. MUSSOLINI. Un’altra? IL SEGRETARIO. Al Lido due tedeschi si sono lamentati della cucina dell’albergo. MUSSOLINI. Si sono lamentati della cucina italiana? È un insulto. Immediata rappresaglia con l’Ambasciatore tedesco. IL SEGRETARIO (si inchina e si ritira). Molto bene, Eccellenza. MUSSOLINI. Ecco come ci si deve comportare… Con fermezza. A fronte alta. È così che Napoleone… LA MOGLIE. Sì, caro. Ma cosa vorresti a pranzo? MUSSOLINI. Pranzo! Ma che importanza ha? Lo sai che non bado a cosa mangio. LA MOGLIE. Cosa ne diresti di un po’ di vermicelli, allora? MUSSOLINI. Assolutamente no. Li abbiamo mangiati lunedì. LA MOGLIE. Ma sono nutrienti, ti fanno bene, caro. MUSSOLINI. Ti ho detto niente vermicelli. Non facciamo che mangiare vermicelli. LA MOGLIE. Magari potresti pensare tu a qualcosa. IL FIGLIO. Maccheroni. EDDA. Ssssh! MUSSOLINI. Cosa vuoi dire, signorina? Ssssh? Suppongo di poter avere maccheroni se mi va di avere maccheroni, sì o no? LA MOGLIE. Sì, caro. Ma ricordati cos’è successo l’ultima volta che abbiamo mangiato maccheroni. MUSSOLINI. Eh? IL FIGLIO. Sì, papà. Ti sei preso l’indigestione e hai mandato la flotta contro la Grecia. MUSSOLINI. Come osi? Sai quanta gente è morta per avermi detto molto meno? LA MOGLIE. Sì, caro, ma si può sapere cosa vuoi a pranzo? MUSSOLINI. Te l’ho detto che non mi interessa. Basta che non ci sia l’aglio. Stasera devo tenere un discorso patriottico. LA MOGLIE. Vermicelli, allora? MUSSOLINI. Bah!
  L'articolo “A cosa serve fare il dittatore quando uno ha famiglia?”: Dylan Thomas sfotteva Mussolini a teatro proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2R1IdIo
1 note · View note
sguardimora · 2 years ago
Text
Tumblr media
Il 14 settembre ho assistito a una prova aperta di  SUITE, il nuovo progetto artistico di Club Alieno, una Compagnia di danza, musica e performance nata all’interno di Cuore 21, Cooperativa che si occupa di attività educative ed inserimenti lavorativi di persone con disabilità intellettive.
*********************************************
La scena si apre su una stanza che mostra differenti ambienti in uno stesso luogo: un salotto con un divano, una sala da pranzo con un tavolo e quattro sedie, e un tavolinetto da cucina sul fondo. Al centro c'è un corpo steso su un tappeto con un lampadario che gli è crollato addosso; tutt’attorno i resti di una festa che sembrerebbe finita male.
Entra un maggiordomo e, come se nulla fosse successo, inizia a pulire e sistemare lo spazio fino a trasportare fuori scena il corpo morto avvolgendolo in un tappeto.
Il silenzio domina questo primo quadro. La scena si è ricomposta e come se il tempo fosse stato riavvolto vediamo ciò che è accaduto prima. I danzatori e le danzatrici entrano, la scena si anima, il musicista inizia a suonare e prendono corpo le azioni coreografiche, ideate da Valeria Fiorini e Eleonora Gennari: ora la festa può iniziare.
Lo spazio visivo cambia totalmente e, grazie ad un sapiente gioco di luci (disegnate da Antonio Rinaldi), siamo catapultati in una delle stanze dipinte da Hopper, illuminate da quelle luci magiche che proiettano ombre oblique che sembrano finestre stagliate sullo sfondo mentre la scena viene illuminata da bagni di colore che cambiano tonalità a seconda della temperatura emotiva dell’azione coreografica in svolgimento. Il musicista dal vivo compone i brani che danno supporto alle azioni sceniche rendendo più nitide immagini e movimenti. 
Il tavolo da pranzo è il luogo della danza, dove si dipanano le azioni coreografiche: sopra, sotto e intorno ad esso si muovono i corpi dei danzatori e delle danzatrici tessendo linee che raccontano di incontri e abbandoni, di solitudini e lievi tocchi, cadute e sollevamenti. 
Tumblr media
Poi il mistero di una figura femminile che nasconde un segreto si svela in un abbraccio che avvolge il suo stesso corpo, si coccola e si accoccola fino a strisciare per raggiunge i compagni e le compagne attorno al tavolo. Loro sono immobili, come in uno scatto fotografico che all’arrivo della danzatrice inizia a prendere vita. 
La luce da verde si fa tendente al rosso e una nuova coreografia svolta da un duo ha luogo intorno allo spazio del divano. Intanto attraversa il palco, per la seconda volta, il maggiordomo che trascina un pesante sacco nero della spazzatura.
È come se le figure fossero collassate in una bolla temporale e si intrecciassero così vari pezzi di una storia con i personaggi che appaino e scompaiono in frangenti temporali sovrapposti.
Infine come al rallentatore si muove l’ultima scena e ci riporta lentamente all’immagine iniziale di quella stanza disfatta.
Tumblr media
Suite è un lavoro coreografico sapiente che si sviluppa attraverso differenti quadri che mostrano frangenti di vita, a tratti tragici, a tratti ironici, di questo microcosmo di figure che sapientemente e con una forte presenza scenica abitano lo spazio.
0 notes
viaggiatricepigra · 2 years ago
Text
Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe. Davvero finisce così? Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere. Facciamo un passo indietro. Sicuramente l'autrice sa scrivere. I Terrestri è un romanzo che ti trasporta lungo la storia folle, confusa e assurda (ma realistica) che narra. Si, ci sono parecchi Trigger Warning che fanno capolino qua e là nel testo, ma parlarne sarebbe un enorme spoiler quindi non voglio svelare nulla (comunque dalla trama se ne intuiscono parecchie). So che tantissime persone ne sono uscite sconvolte. Personalmente, a parte una scena, non mi hanno toccato minimamente. Anche il famoso ultimo capitolo è stato un "tutto qui?". (Questo per darvi un idea di come funziono e quindi come prendere la mia opinione) La storia saltella avanti e indietro nel tempo, parlandoci di Natsuki prendendo un frammento della sua infanzia per poi portarci vent'anni dopo, altalenando queste linee temporali per farci capire cosa successe e cosa sta succedendo nella sua vita. Natsuki è una ragazzina intelligente, ma con una famiglia oscena. La madre non perde occasione per distruggerla in favore della sorella, quest'ultima un concentrato di insicurezze ma soprattutto pestare un cactus a piede nudo è meglio che imbattersi in lei (e la madre), e il padre praticamente inutile, fa presenza fisica e stop. Questo giusto un accenno, conoscendoli questa breve presentazione li rende simpatici. Ogni anno vanno a trovare i nonni ad Akishina, insieme a tutto il resto della famiglia, e lì in particolare c'è Yu un cugino con cui ha legato moltissimo, perché entrambi hanno dei segreti che hanno condiviso fra loro, rendendoli più uniti che mai. Lei infatti gli racconta che si è imbattuta in Piyut, un alieno (ora sotto forma di peluche) del pianeta Poapipinpobopia (se non sapete come si pronuncia, benvenuti nel club!), che le ha dato la missione di salvare la terra. Continua ⬇️
via Instagram https://instagr.am/p/Cr28m78I_4D/
from Blogger https://ift.tt/bHrfFcG via IFTTT
0 notes
morenopadoan-blog · 4 years ago
Photo
Tumblr media
Recensione di Mhole - Quando la morte ti sussurra sul permafrost su Archeo Futurismi: Il nuovo album di MHOLE è una pillola nera. Assumerla vi farà vedere la brutale verità. “Quando la morte ti sussurra sul permafrost”, questo il titolo del nuovo lavoro realizzato da Moreno Padoan (Otur Boyd, Qod) e da Giovanni Leonardi (Carnera, Divisione Sehnsucht, Senketsu No Night Club), ha il coraggio di scrutare nell’abisso mentre l’abisso stesso guarda oltre l’estinzione dell’umano. Il duo, a due anni dal loro debutto “Sporhes”, questa volta immagina un concept su di un mondo ormai completamento morto, coperto da una fredda coltre di ghiaccio. La loro proposta è un’ardita pulsione elettronica sospesa come un filo sottile tra Abstract Techno Industrial, Bacteriological Noise e Anti-music. È una sorta di IDM oscura che vira di nero la proposta degli Autechre, mescolando glitch, riverberi e microtoni con dosi velenose di dark ambient. Qualcosa di alieno sembra muoversi nell’ombra in “La mutevole realtà della storia e l’incrollabile istanza del mito”. Un altro ciclo d’esistenza è pronto a ricominciare, tra rumorismi assortiti e incursioni in visioni cosmiche implosive (“Di spazi infiniti ed incommensurabile quiete”). Come archeologhi provenienti dallo spazio profondo i MHOLE sembrano indagare su “Le peculiari circostanze che determinarono la nostra fine”. Così recita l’evocativo titolo della traccia finale. Distribuito solo in digitale e in cinquanta copie su nastro magnetico, il nuovo album dei MHOLE affascina come una sorta di necrotica profezia accellerazionista. È un viaggio ipnotico in un oscuro divenire ma sentiamo già il permafrost scricchiolare. Forse, per citare il sommo Lovecraft: “Non è morto ciò che può attendere in eterno, e col volgere di strani eoni anche la morte può morire”. @morenopadoan @giovanni_leo_leonardi @xonar_records #newmusicreviews #reviews2021 #tapecassette #tapecassettes #mhole #antimusic https://www.instagram.com/p/CUVPYPtMFko/?utm_medium=tumblr
0 notes
giancarlonicoli · 4 years ago
Link
I tre anni di Cristiano Ronaldo alla Juventus sono stati un fallimento                   Giuseppe Pastore      
27 ago 2021
L'attaccante portoghese ha detto ai bianconeri che se ne andrà altrove. Lascerà una squadra peggiore di quella che aveva trovato nel 2018, quando prosperava la favoletta del “farà bene a tutto il calcio italiano”
Premessa. Come categoria dobbiamo innanzitutto ammettere a noi stessi che la Juventus gode diffusamente di un trattamento di favore che si motiva con l'enorme popolarità del bianconero, la notevole influenza politica della famiglia Agnelli e il fatto che la proprietà del club coincide con un'azienda che possiede un forte gruppo editoriale e ne sfama di pubblicità numerosi altri, evidentemente bisognosi di mantenersi a galla in questi tempi di vacche magrissime. Nulla di clamoroso e nulla di nuovo, essendo già capitato anche con la Fininvest e il grande Milan, la Pirelli e l'Inter di Moratti o i giornali di Urbano Cairo e l'attuale Torino. Ma Cristiano Ronaldo ha peggiorato la situazione: in questi tre anni è stato scritto e sostenuto prima l'improbabile e poi direttamente l'impossibile, anche a causa della nostra innata provincialità che ci ha mandato “in cimbali” – espressione bellissima, di un giornalismo da macchina da scrivere che non c'è più – al pensiero che il Re avesse scelto noi, proprio noi, come umili sudditi a rendergli omaggio con la faccia sotto i suoi piedi.
Fabrizio De André era stato fin troppo ottimista: in questa storia di amore perduto che forse non è mai iniziato, non resta nemmeno qualche svogliata carezza, figuriamoci un po' di tenerezza. Quello fa venire il suo agente a Torino e comunica (chissà con quale tatto) che non ha più intenzione di giocare per loro; quegli altri gli dicono di portare qualche offerta, possibilmente con parecchio denaro sonante, e togliersi dai piedi. Tutta la narrazione faticosamente impalcata per tre anni viene smontata in queste ore dalle indiscrezioni a mezzo Twitter, secche come note d'agenzia, prive di sentimento, svuotate di tutta la retorica che ci siamo auto-inflitti da luglio 2018. Uno sprofondare dolente come il video di No Surprises dei Radiohead, con Thom Yorke impotente mentre si lascia sommergere lentamente dall'acqua. Manteniamo allora anche noi l'asciuttezza che avremmo dovuto conservare fin da principio, e scriviamolo chiaro e tondo: i tre anni di Cristiano Ronaldo alla Juventus sono stati un fallimento su tutta la linea.
Il fallimento tecnico
L'operazione Ronaldo, fortemente avversata da Marotta che infatti è il primo a levare le tende dopo pochi mesi, nasce per placare un'ossessione agnelliana: la maledetta Champions League. Dopo le due sconfitte in finale nel 2015 e nel 2017, pochi mesi prima la Juventus è stata ghiacciata a domicilio da due pezzi di bravura di CR7: in particolare il secondo gol, la memorabile rovesciata del momentaneo 0-2, rimbomba ancora nelle tempie dei tifosi. La settimana successiva, la beffarda eliminazione del Bernabeu suggellata ancora da un rigore di Ronaldo al 97' convince la proprietà che il portoghese è l'unico tassello mancante per mettere le mani sulle Grandi Orecchie. Non sarà così: la Juve non si avvicina nemmeno alle semifinali ed esce con Ajax, Lione e Porto, tre squadre che non giocano nei top 4 campionati europei. I due scudetti 2019 e 2020 vengono celebrati con indifferenza fino a cacciare i due allenatori che li avevano vinti, perché l'animale che la Juve si porta dentro si mangia tutto il resto. La Signora cerca di cambiare, di adeguarsi al suo fuoriclasse: prende Sarri e lo rigetta dopo pochi mesi, promuove un improvvisato come Pirlo scoprendo che trattasi di errore madornale, nel frattempo si impoverisce in difesa, a centrocampo e pure in attacco, dove Ronaldo cannibalizza Dybala (fiaccato anche dagli infortuni) e accentra pesantemente la manovra. Al netto dei 101 gol in tre stagioni, 29 su rigore (CR7 ha sempre fatto molto bene i propri interessi), nel triennio di Ronaldo la Juve ha vinto meno che nel triennio precedente: due scudetti contro tre, una coppa Italia contro tre, zero semifinali di Champions contro una finale.
Il fallimento economico
È vero che in questi tre anni la Juventus ha incrementato il fatturato, è cresciuta sui social e nelle sponsorizzazioni e ha fatto un salto di qualità internazionale come appeal, ma a che pro? I bilanci si sono gonfiati e ingolfati come la proverbiale rana di Esopo e le operazioni fantasiose non si contano, dall'affaire-Rovella con il Genoa allo spericolato scambio Pjanic-Arthur con un Barcellona conciato ancora peggio di lei. Se è stato piazzato qualche buon colpo isolato, comunque non certo al risparmio (De Ligt, Chiesa, McKennie che peraltro è anche lui sulla lista dei partenti perché uno dei pochi con cui si riesce a fare cassa), la carestia e il Covid hanno portato a operazioni francescane come il recente richiamo all'ovile di Perin, Rugani e De Sciglio o il simbolico acquisto di Ramsey. I cambi dirigenziali degli ultimi mesi e il profondo restyling consigliato dalla famiglia dopo il definitivo pastrocchio della Superlega chiamano in causa direttamente Agnelli, che nell'ebbrezza di essere il proprietario di Ronaldo non ha fatto bene attenzione agli amici di cui si circondava, scaricando Ceferin con modalità da commedia all'italiana e saltando trionfalmente sul carro di Florentino Perez, che ad aprile piangeva miseria e oggi è lì che continua a rilanciare su Mbappé, mentre la Juve ha faticato anche a comprare Locatelli. Soprassediamo su dirigenti dal ruolo incomprensibile come Pavel Nedved, che da mesi è lì solo per fare figuracce: appena domenica scorsa aveva confermato Ronaldo in diretta tv (“Va via? Assolutamente no”), e del resto a maggio aveva dichiarato che Pirlo “rimane certamente”.
Il fallimento mediatico
Il più doloroso. Il piano prevedeva che Ronaldo diventasse il simbolo di una Juventus più moderna, più europea, meno speculativa, insomma più sexy, passando dalla Champions League (maledetta, sempre lei) ma non solo. Invece Cristiano non si è mai sforzato di imparare l'italiano né di diventare uomo-squadra - ma questo bisognava aspettarselo, dato che vive talmente fuori dal mondo e oltre le regole che non è mai riuscito a diventarlo in nessun luogo. Media compiacenti hanno smorzato i suoi numerosi fuori pista, dalla querelle giudiziaria per il presunto stupro della modella Kathryn Mayorga alle violazioni della quarantena e della zona rossa, le illazioni familiari sui premi non vinti, i ripetuti gesti di insofferenza verso compagni e allenatori, il gestaccio verso i tifosi dell'Atletico Madrid nella sua unica grande notte da re in bianconero, la grande illusione del 12 marzo 2019 quando aveva rimontato praticamente da solo i colchoneros di Simeone. Certamente la Juve ha fatto poco per essere all'altezza di uno dei primi cinque calciatori di tutti i tempi, numeri e palmares alla mano; ma Cristiano ha trattato la Juve come una sua dépendance, un'azienda succursale inferiore alla propria. Infine l'ultimo schiaffo: tenere la Juventus sulla corda fino al 26 agosto. Tanto, quei 783 gol in carriera non sono stati segnati con lo stile, che c'entra poco anche nel racconto delle sue cinque Champions League e dei cinque Palloni d'Oro. Ci sono anni di lavoro, tenacia, persistenza, una testa da alieno, un fisico sovrumano: l'eleganza può aspettare. Così come ha aspettato lui, tutta l'estate, che si manifestasse un'offerta degna del suo status.
Al 27 agosto 2021 siamo all'assurdo che in parecchi sostengono che da oggi la Juve, finalmente sbarazzatasi di Ronaldo che è andato al Manchester United, sia diventata più forte tecnicamente ed economicamente. È un assurdo solo apparente: probabilmente è proprio così, del resto è proprio questa la certificazione di un flop. Eppure anche oggi viene assai usata la sordina assolutrice: “In fondo la Juve potrà risparmiare 60 milioni lordi di ingaggio anticiperà di un anno il processo di ricostruzione e così andrà su Kean e Scamacca”, pietose bugie che mascherano un fallimento bilaterale, come certe sciagurate trattative politiche che alla fine, quando implodono in due secondi come un brutto castello di carte, lasciano tutti più spazientiti, più infelici e più incazzati al pensiero di tutto il tempo sprecato per nulla. In Italia Ronaldo non lascia eredi, non lascia solchi da seguire, ma solo un individualismo sempre meno sopportabile. Il suo ultimo pallone toccato in Italia è il gol annullato per cinque centimetri a Udine: triste metafora di una festa fatta troppo in anticipo. Lascia una Juve peggiore di quella che aveva trovato nel 2018, quando prosperava la favoletta del “farà bene a tutto il calcio italiano”. Un calcio italiano che difatti, prima di salutare il suo Re Nudo, in una sola estate ha perso Lukaku, Donnarumma, Hakimi, De Paul eccetera.
C'è molta acrimonia in queste righe, è vero: in alcuni passaggi sembra quasi di sentire un sottofondo di pernacchie. Un sentimento comprensibile verso chi era atteso a ben altri traguardi, strombazzati con una boria che poteva presagire solo sventure. E questa è la morale che riesce a sopravvivere al calcio più scialacquatore di sempre: si può essere inadeguati anche se ci si chiama Juventus, anche se ci si chiama Cristiano Ronaldo.
0 notes
frontedelblog · 5 years ago
Text
Morgan, la confessione choc: “Quando finì la storia con Asia Argento pesavo 47 chili e non sapevo se sarei sopravvissuto”
Tumblr media
Morgan si ritiene sottovalutato. Dopo il pignoramento della casa vive in una torre a Milano, ma lascia filtrare un momento difficile nella relazione con Alessandra Cataldo. Rammenta i momenti difficili con Asia. E non dimentica la lite con Bugo... che racconterà in un libro       Morgan si confessa a ruota libera. Dice si sentirsi sottovalutato come artista, parla della sua nuova relazione, già in difficoltà. E soprattutto ricorda la fine della storia d’amore con Asia Argento, quando era arrivato a pesare appena 47 chili: “Un crollo fisico dopo la fine della storia con Asia. Una notte mi guardai allo specchio: “domani potrei non essere più al mondo””. Asia Argento, la foto hot le fa male: “Ho mostrato il mio cul* su Instagram e ho perso 3 mila follower - GUARDA LA QUARANTENA DIFFICILE - A marzo è diventato padre per la terza volta, con la nascita di Maria Eco, nata dalla nuova compagna Alessandra Cataldo. Ma le cose tra i due non andrebbero benissimo. Confida infatti il cantautore al Corriere della Sera: “Una quarantena di dolore assoluto. Non aggiungo altro”. LA CASA PIGNORATA - Morgan torna a parlare anche della sua casa pignorata. Ritiene che il ministro avrebbe dovuto impedirlo in quanto abitazione a suo dire dal valore artistico: “Sui social hanno reagito in molti così. “Chi ti credi di essere?”. Spero che l’aver vissuto in casa forzatamente abbia fatto capire a tutti il valore della propria abitazione. Io ho fatto un album che si chiama “Canzoni dell’appartamento” nel 2003 e a Sanremo nel 2016 con i Bluvertigo portammo “Semplicemente” il cui testo, come mostra una foto nel libro, è legato agli angoli della casa. Adesso che è tutto ammassato in un deposito ha perso il valore artistico”. ASIA CRUDELE - Rammenta come la figlia Anna Lou, che ci ha vissuto nei primi quattro anni di vita la chiamasse la casa gialla. E punzecchia ancora l’ex storica compagna: “Pensate alla crudeltà di Asia.. Ora è tutto in un deposito, senza ordine”. Ora vive in una torre a Milano e non pensa a rifarsene un’altra: “Immagino una factory, un centro culturale con un hotel da una camera sola”. Morgan, lo sfogo choc: “Mi pignorano la casa. Mi trattano come un assassino” - GUARDA MORGAN CONTRO TUTTI - Da quando l’agenzia delle entrate ha bloccato i suoi guadagni, intorno a sè ha visto fare terra bruciata. In particolare dai colleghi: “Li chiamavo e sembrava avessero paura che gli chiedessi soldi. Non volevo quelli, volevo le loro opinioni, creare dibattito. Li disprezzo. Pensano solo al conto corrente, non hanno senso civico”. Ma qualcuno lo salva: “ Vittorio Sgarbi, il Club Tenco, Pupi Avati, il senatore Pittoni, Sergio Staino... Nella musica Tiziano Ferro che è stato sensibile nonostante in passato avessi detto cose acide sul suo conto e, dal mondo underground, Lodo Guenzi, Angelica... e anche Bugo”. DOV’È BUGO? - E proprio sulla lite con Bugo a Sanremo Morgan realizzerà un romanzo. Il secondo libro di una trilogia per La Nave di Teseo. Esce ora “Essere Morgan - La casa gialla”. Poi, dato che ritiene che Bugo lo abbia “strumentalizzato” e che “mi ha fatto cantare mentre ero sotto sfratto... voleva solo il mio nome e la mia voce”; si divertirà forse a regolare i conti nel volume “Dov’è Bugo?” che annuncia come una “ricostruzione cinematografica, con nomi inventati, dei fatti sanremesi. Nel terzo, La canzone perfetta, insegno a scriverne una ad un fantasma alieno che si scoprirà essere mio padre”. SOTTOVALUTATO - E giura di sentirsi sottovalutato: “Sottovalutato. Lo stile musicale italiano non è conforme alla mia modalità espressiva: sarei dovuto nascere in America o in Inghilterra. Oppure in un altro momento: nei primi del 900 come Puccini”. Della serie, rimango umile. Da Oggi.it   Read the full article
0 notes
vivere-flow · 5 years ago
Text
L’ “alieno” Coronavirus. Le domande dei bambini e risposte per spiegare, rassicurare ed educare divertendo
Tumblr media
Ogni situazione di crisi ed emergenza comporta uno stato temporaneo di disorganizzazione ed uno sforzo di riadattamento cognitivo, emotivo e pratico per comprendere cosa succede, come sostenere l’impatto e come poterlo gestire e l’attuale emergenza sanitaria legata al Coronavirus COVID-19 rientra tra queste.
Se è così per gli adulti, a maggior ragione lo è per i bambini ed è importante offrire risposte alle loro domande, esplicite o inespresse su questa specie di “alieno” che di colpo cambia tutte le abitudini di vita: cosa succede? perché non si può andare a scuola o incontrare gli amici per giocare? Perché gli adulti sono preoccupati e cosa è di preciso ciò che li preoccupa? è pericoloso? bisogna avere paura?
La risoluzione più adeguata è dare spiegazioni corrette, chiare e comprensibili, nel linguaggio più adeguato all’età, scegliendo modalità di comunicazione che, oltre a veicolare informazioni rassicuranti, possano anche diventare stimolo alla curiosità scientifica in forma ludica: la narrazione, il disegno, il gioco, come quelli suggeriti di seguito,consultabili o scaricabili cliccando direttamente sul link. 
Proprio come un alieno che arriva su una navicella spaziale lo descrive , La Strega Sanaconda e la Guerra di Virulandia di Gabriella De Paoli -Edizioni Astragalo con il patrocinio di Lions Club International :un pdf condivisibile, con illustrazioni e narrazione che guidano i piccoli lettori in un viaggio di comprensione ed elaborazione della malattia e dei comportamenti di supporto comune per poterla vincere insieme.
Per aiutare i bambini dai 3 ai 5 anni a capire cosa sono concretamente i “microbi”, il testo illustrato Non leccare questo libro di I. Ben-Barak e J.Frost racconta cosa sono i micro-organismi ed include attività sensoriali tattili di scoperta, mentre dalla scuola elementare è possibile divertirsi e soddisfare curiosità leggendo Mini. Il mondo invisibile dei microbi di N.Davies.
Per rappresentare in modo semplificato il modo in cui avviene la diffusione e come contenerla, è stata proposta la rappresentazione grafica di un albero seguendo il testo di Bruno Munari Disegnare un albero
La Federazione Italiana Medici Pediatri ha creato un poster-fumetto, distribuito in diversi studi medici su territorio nazionale, che illustra le 7 regole di igiene e di comportamenti quotidiani adeguati per ridurre il rischio di contrarre il virus .  
Per facilitare l’acquisizione autonoma ed il consolidamento di abitudini igieniche, come lavarsi le mani, può essere divertente eseguire la Global Handwashing Dance di UNICEF Japan , la coreografia proposta nell’annuale Global Handwashing Day, seguendo il video-guida
Da una serie di illustrazioni pubblicate sulla pagina Facebook della casa editrice Scienza Express, specializzata in divulgazione scientifica, è nata la brochure Laila e il coronavirus, che dal 10 Marzo dovrebbe essere disponibile come vero e proprio libro, realizzato da Nicole Vascotto . Una guida illustrata che possa aiutare i bimbi in età pre-scolare a capire, con la mediazione di un adulto, cosa sta succedendo e quali sono le precauzioni da prendere, secondo le indicazioni del Ministero della Salute e con la consulenza scientifica di un gruppo di ricercatori dell’ IRCCS Eugenio Medea di Bosisio Parini, che si occupano dell’analisi di genomi di virus associati a patologie umane.
Sempre a partire dall’età pre-scolare, in cui i bimbi ancora non sanno leggere e prediligono la narrazione per immagini, si può proporre la favola illustrata Lo Scienziato Volante, realizzata dallo psicologo Federico dalla Rosa e dagli illustratori Valentino Villanova e Lisa Bertollo, che hanno scelto di farne dono alle famiglie, dando la possibilità gratuitamente  di leggerla da pc, tablet e smartphone o scaricare il pdf  dal portale Kidpass. La storia dello scienziato che arriva su un drone “per aiutarti quando hai paura” e suggerisce come spiegare la patologia ai bambini, quali comportamenti adottare per evitare il contagio, come gestire il senso di ansia e panico e come tenersi informati su argomenti scientifici.
Ai ragazzi più grandi ed appassionati di videogames, potrà interessare Foldit  videogioco sperimentale creato dai dipartimenti di Ingegneria Informatica e di Biochimica dell’Università di Washington con il Center for Game Science, che consente ai biologi di aiutare la ricerca, aiutando a costruire delle proteine. E’ inserito sulla piattaforma Games for Change, che dal 2004 si propone di creare e distribuire giochi digitali e non, con impatto sociale ed educativo, per sviluppare abilità e far approfondire contenuti.
Si tratta di un puzzle game gratuito in cui i giocatori partecipano attivamente a dare supporto alla ricerca, cercando di “piegare” la struttura delle proteine e progettarle nel modo più perfetto ed utile possibile. Se in passato alcuni giocatori sono riusciti ad individuare una proteina responsabile del virus dell’AIDS nelle scimmie, attualmente la sfida è un nuovo puzzle: i ricercatori vogliono che i giocatori progettino una proteina antivirale per bloccare l'interazione delle proteine "spike" del coronavirus con le cellule umane, ovvero quelle proteine che si legano a recettori della cellula umana e permettono al virus di infettare e replicarsi.
Oltre a rassicurare ed aiutare ad affrontare la situazione in modo pratico e positivo, si potrebbe cogliere l’opportunità di stimolare bambini e ragazzi all’approfondimento, all’educazione ed alla divulgazione scientifica.
La serie per ragazzi di Netflix Piccoli Geni-Brainchild , in 13 episodi di 25 minuti, spiega in modo semplice, attraverso episodi di vita quotidiana e sperimentazioni in contesti reali con bambini, ragazzi ed adulti,  temi legati alla tecnologia, società, innovazione e scienza….compresa la descrizione e spiegazione dei germi,della loro diffusione e dell’importanza della prevenzione!
Infine, bisogna considerare come veicolare informazioni e rassicurazioni a bambini che vivono già una situazione di vita particolare.
E’ il caso dei bambini lungodegenti in ospedale:  a causa delle restrizioni imposte per contenere l’emergenza pandemìa, hanno vissuto la drastica diminuzione o assenza di quelle figure ed attività che ormai in diversi ospedali sono proposte da associazioni di volontariato. Definite come “terapia ricreativa complementare”, hanno lo scopo di intrattenimento, socializzazione ed apprendimento, per  mantenere un buon livello di qualità della vita anche nella cronicità della patologia e dell’ospedalizzazione.
In questo caso le spiegazioni possono essere fornite con le stesse modalità e gli stessi strumenti proposti per altri bambini, ma è importante anche evitare che possano poi diventare l’unico pensiero che riempie tempi troppo vuoti e che si aggiunge ad altri pensieri e vissuti, tutti centrati solo sul tema “malattia”.
Per questo motivo e per l’importanza di mantenere il filo della continuità affettiva con i piccoli pazienti, i volontari dei laboratori di ceramica in oncologia pediatrica di Roma della Fondazione Lene Thun Onlus hanno voluto donare loro un piccolo volume di “Favole Take Away”, da leggere, colorare ed utilizzare per giochi creativi, selezionate da Luisa Marigliano Ramaglia, illustrate da Emanuela Solaroli, coordinate dalla ceramista Matilde Tibuzzi.
Un messaggio concreto di presenza e di attività insieme nonostante la distanza fisica, che potrà mantenere spazio e tempo per la  creatività dei bimbi in reparto e di tutti i bambini che vorranno giocarci e riempire di colori questa parentesi di tempo troppo sospeso e grigio.
1 note · View note