#Alessandria progetto culturale
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Alessandria premiata come città europea per le buone pratiche teatrali: un riconoscimento prestigioso dal programma URBACT
L’UE premia Alessandria per le politiche culturali e teatrali innovative che promuovono inclusione e partecipazione: un segnale di speranza per il nuovo Teatro Comunale in arrivo.
L’UE premia Alessandria per le politiche culturali e teatrali innovative che promuovono inclusione e partecipazione: un segnale di speranza per il nuovo Teatro Comunale in arrivo. Alessandria celebra un importante traguardo culturale: il programma europeo URBACT ha insignito la città del prestigioso Premio Urbact UE per le sue buone pratiche legate al teatro, riconoscendo le politiche innovative…
#aggregazione sociale Alessandria#Alessandria#Alessandria modello europeo#Alessandria progetto culturale#Alessandria teatro comunale#buone pratiche teatrali#città europea cultura#comunità teatrale#cooperazione culturale#crescita artisti locali#cultura accessibile#cultura inclusiva#festival teatro europeo#Festival URBACT City#fondi PNRR cultura#Giorgio Abonante#inclusione fragili#Inclusione sociale#innovazione culturale#patrimonio culturale europeo#PNRR Alessandria#politiche culturali Alessandria#politiche europee teatro#Premio Urbact#Progetti Europei#promozione teatro#rete culturale europea#riconoscimento culturale UE#sviluppo sociale Alessandria#teatri privati
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Proseguono i lavori legati al piano strategico, "ASTI: VINO E CULTURA"
Proseguono i lavori legati al piano strategico, "ASTI: VINO E CULTURA". Proseguono i lavori legati al piano strategico "ASTI: VINO E CULTURA" che comprende una serie di azioni di recupero funzionale, restauro, riqualificazione, efficientamento energetico: sono già in corso le opere di riqualificazione di Palazzo Ottolenghi e Palazzo Civico, l'ampliamento del Museo di Sant'Anastasio mentre si è da poco concluso il restauro del complesso di San Pietro in Consavia. Sono anche stati consegnati i lavori legati al "PERCORSO M'ILLUMINO LE TORRI", un intervento, di importo totale 622.577,48 €, che consiste nella realizzazione del nuovo impianto di illuminazione pubblica artistica finalizzato alla valorizzazione di 13 torri individuate sul territorio e all'inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali; un progetto questo che riporta soluzioni di illuminazione architetturale che consentono la realizzazione di un ideale percorso museale all'aperto, con la valorizzazione delle 13 torri. Lo studio illuminotecnico tiene conto del contesto storico-architettonico per la valorizzazione artistica delle torri da restituire nella loro bellezza e complessità creando una "storia" di luce che conduce il visitatore/turista lungo l'immaginario percorso museale cittadino. Il progetto ha ottenuto il nulla osta da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio di Alessandria, Cuneo ed Asti. La contestuale installazione di sensori e dispositivi intelligenti fornirà la conoscenza di dati utili ed interessanti grazie alla rilevazione della qualità dell'aria e dell'ambiente in generale. L'obiettivo dell'intervento, afferma il Vicesindaco Stefania Morra con delega ai Lavori pubblici, è finalizzato anche all'uso razionale dell'energia elettrica nell'illuminazione pubblica esterna attraverso l'adeguamento degli impianti laddove già esistenti, nonché il dimensionamento ragionato del calcolo illuminotecnico con particolare attenzione agli aspetti di controllo dei costi gestionali nonché della dispersione del flusso luminoso verso la volta celeste. Le torri interessate dall'intervento sono le seguenti: 1 - TORRE CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA in piazza Cattedrale 2 - TORRE CHIESA SAN MARTINO in piazza San Martino 3 – TORRE COLLEGIATA SAN SECONDO in piazza San Secondo 4 - TORRE COMENTINA in piazza Roma 5 - TORRE DEI GUTTUARI in piazza Statuto 6 - TORRE DE REGIBUS in via San Martino 7 - TORRE ROSSA in corso Alfieri (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 8 - TORRE SOLARO in via Giobert 9 - TORRE TROYANA in piazza Medici (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 10 – TORRE CASA DEI ROERO in via Quintino Sella 11 - TORRE DEL BATTISTERO DI SAN PIETRO IN CONSAVIA in corso Alfieri (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 12 – TORRE EX CHIESA DI SAN GIUSEPPE in piazza San Giuseppe 13 - TORRE QUARTERO in corso Alfieri Soddisfazione da parte del Sindaco Maurizio Rasero che dichiara: "Mi illumino le Torri è un progetto strategico che valorizza il patrimonio culturale ed architettonico della nostra città ampliando l'offerta turistica ed accrescendo il benessere della comunità locale".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Cuneo Archeofilm 2023
Dal 5 al 7 ottobre, il Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo sarà il protagonista della prima edizione del Cuneo Archeofilm, il Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente dove ogni sera, a partire dalle 21, saranno proiettate due opere cinematografiche scelte tra le eccellenze della produzione mondiale legata a questi temi. L’accesso alle proiezioni è gratuito e aperto al pubblico fino a esaurimento posti inoltre, ad arricchire l’esperienza, verranno organizzati incontri con autorevoli figure del mondo della comunicazione storico-archeologica, in un’occasione unica per approfondire e contestualizzare le opere proposte. Il pubblico avrà il ruolo di giuria popolare e potrà votare per l’assegnazione del prestigioso Premio Cuneo Archeofilm alla pellicola più apprezzata. Questa iniziativa s' inserisce all’interno del progetto europeo Interreg IV A Alcotra 2021/2027 – P.E.P.A. Patrimonio ambientale culturale – approcci interdisciplinari e strumenti innovativi, dove il Comune di Cuneo svolge un ruolo di partner attivo. Cristina Clerico, assessora alla Cultura del Comune di Cuneo, ha ideato il Cuneo Archeofilm come strumento di promozione del patrimonio archeologico locale dove, attraverso lo spericolato business delle ossa, si racconterà dei fossili di dinosauro, tra i capolavori dell’arte rupestre nella grotta Cosquer, perché il piccolo paese delle Alpi austriache, Hallstatt, noto per le miniere di sale, era già noto nella preistoria, fino ad arrivare alla grande architettura Incas e a raccontare la vera storia di Tutankhamon. Inoltre, il docufilm fuori concorso ripercorrerà la ricerca dell’opera più grande sognata da Gaudì, la Sagrada Familia di Barcellona e gli interventi di nomi e personaggi del mondo della comunicazione storica-archeologica, che si intervalleranno tra le proiezioni, saranno occasione per contestualizzare le opere e acquisire nuove conoscenze. L’evento è stato promosso dal Museo Civico di Cuneo in collaborazione con Firenze Archeofilm, Archeologia Viva e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo. Read the full article
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Neutopia - Piano di fuga dalla rete in collaborazione con Fondazione Berardelli presenta:
𝑺. 𝑷. 𝑨. 𝑴. - 𝑺𝒆 𝒍𝒂 𝑷𝒐𝒆𝒔𝒊𝒂 𝑨𝒎𝒂𝒔𝒔𝒆 𝑴𝒆𝒏𝒐
Esposizione collettiva di Luc Fierens, Raffaella Formenti, Alessio Alonne, Elisa CG Camurati
A cura di Ivan Fassio, Margot Modonesi
In occasione del festival di urbanesimo e nuova poesia Poetrification _urbanismo inverso_ venerdì 3 maggio alle ore 18:00 presso il Comodo 64 di Torino inaugura la mostra 𝑺. 𝑷. 𝑨. 𝑴. - 𝑺𝒆 𝒍𝒂 𝑷𝒐𝒆𝒔𝒊𝒂 𝑨𝒎𝒂𝒔𝒔𝒆 𝑴𝒆𝒏𝒐.
L'esposizione vedrà 13 opere di poesia visiva dalla mostra di Luc Fierens alla Fondazione Berardelli di Brescia, aperta fino al 2 giugno, "Punti di vista e di partenza"; un'installazione di Raffaella Formenti, "Navigare a vista", dalla serie Che N E S O - Quali Nord Sud Ovest Est; collage di Elisa C. G. Camurati dalla serie kem in the middle.
Il vernissage ospiterà una performance del poeta Ivan Fassio.
➤ H. 18:00 - Aperitivo
➤ H. 18:30 - Performance
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❝Luc Fierens è un collagista e un poeta visuale belga. Il carattere provocatorio delle sue opere, prodotte a partire dai primi anni Ottanta, ha fatto sì che si confacesse a lui l'epiteto di Fierens l'enfant terrible. Giovane, rispetto ai più grandi esponenti delle Neoavanguardie internazionali, ma “terribile” nel portare avanti con lo stesso impegno e radicalismo il messaggio custodito nelle sue opere. La sua avventura nell'universo della sperimentazione verbovisuale prende avvio dall'84 quando fonda la rivista Parallel e sempre nello stesso anno diventa un mail-artist. Attraverso questi canali entrambi clandestini e liberi da qualsiasi tipo di restrizione ideologica entra in contatto dapprima con i membri di Fluxus, che segue per qualche tempo, e dopo con i grandi della Poesia Visiva. Nella sua vita entra in contatto attraverso la corrispondenza d'artista con artisti di fama internazionale come Shozo Shimamoto, Christo, Clemente Padin, Ken Friedman e Emily Harvey. L'avvicinamento all'esperienza tutta italiana della Poesia Visiva avviene a partire dagli anni Novanta quando comincia a frequentare Sarenco e la città di Brescia, il quale lo inserisce in due mostre collettive presso lo Studio Brescia Arte Contemporanea - Tre poeti d'Europa. Calleja/ Clavin/ Fierens (2004) e Alfabeti (2007). Da quel momento collabora anche con altre realtà e collezionisti, come la stessa Fondazione Berardelli. Con la Fondazione partecipa, nel 2009, alla mostra collettiva Omaggio a Lotta Poetica. 74 artisti e una rivista e ha anche realizzato un workshop la LABA (Libera Accademia di Belle Arti) di Brescia. Le sue pubblicazioni e opere si possono trovare nei grandi archivi di The Sackner Archive of Concrete and Visual Poetry di Miami e di Artpool di Budapest, nelle librerie del MoMa e dell'università di Buffalo, nei musei come il Mart di Rovereto e nelle collezioni private.❞
❝Raffaella Formenti, (Brescia '55) si forma all’Accademia di Brera a Milano. Dai primi anni Novanta abbandona l’uso della tela e dei materiali tradizionali per espandersi verso la terza dimensione. L’obiettivo è scardinare l’esito finale di ogni messaggio pubblicitario e dirottarlo a campo di colore, indagando sulla comunicazione ridotta a rumore visivo e trasformando il cartaceo in concrezioni, micro sculture o invasive macro installazioni ambientali. Il suo procedere prevede l’impiego e la frequentazione di differenti media e materiali: la carta dei manifesti pubblicitari, il video, la performance, il web, in costante riferimento alla Rete, da cui attinge le terminologie e ne fa parodie cartacee, per restituire peso e consistenza sensoriale alle entità virtuali in cui ci resettiamo. “Volevo solo leggere e scrivere, e viaggiare nei luoghi delle parole, ma anche le mani hanno preteso il loro spazio d’azione, e intervengono ogni volta che entro in rapporto con superfici cariche di parole”. La rivista Tellus le dedica un capitolo in “Vite con ribellione”, a sottolinearne l’ atteggiamento border line rispetto al mercato dell’arte, come si legge anche tra le righe di Antolini sulla rivista di letteratura Avanguardia. Ama esporre in luoghi di contaminazione culturale e rilanciare un suo dubbio irrisolvibile. Che N E S O: quali Nord Est Sud Ovest, in tempi di rotatorie e infinite traiettorie virtuali, di rotte aperte, coordinate multiple e instabili? Alcune sue opere (tra cui la “Torre Informatica” del ’92) fanno parte della collezione del Museo MART di Rovereto ed esposte in occasione di mostre sull”Archivio Nuova Scrittura, tra cui “La Parola nell’Arte” al MART e “ Libri Taglienti Esplosivi e Luminosi” al Museion di Bolzano. Di recente pubblicazione è il libro d’artista “Lettere dal bordo di un monitor” per le Edizioni Peccolo di Livorno, sua storica Galleria di riferimento.❞
❝Elisa Camurati è una graphic designer e collagista originaria di Quilpué (Cile) con base a Torino. I suoi collage dal registro onirico e surreale sono stati accomunati da Davide Galipò a Lamberto Pignotti e Sarenco. Curatrice del progetto grafico della rivista Neutopia Magazine, ha all'attivo numerose esposizioni tra cui le mostre di poesia visiva "Opporre Opposizione" in omaggio a Sarenco a Torino e la personale "Tempo Reale" ad Alessandria. Ha pubblicato i suoi collage su Neutopia Magazine e Tafanàrio.❞
https://www.facebook.com/events/407074699877194/?ti=ia
#poetrification#barriera di milano#poesia visiva#fotografia#collage#mostra#exhibition#comodo 64#torino
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Medieval Piedmontese cities and their cultural relevancy
*This thing’s fantastic. I’ve never seen the like. Especially in a website devoted to “future cities.”
L`aristocrazia militare del territorio di Asti: i signori di Gorzano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LIX (1971), pp. 357-447; LXX (1972), pp. 489-543.
Un`attiva minoranza etnica: gli Alamanni del comitato di Asti, in "Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken", LIV (1974), pp. 1-57.
Una valle di transito nel gioco politico dell`età sveva. Le trasformazioni del potere e dell`insediamento nel comitato di Serralonga, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 109-179.
Società e potere in Asti e nel suo comitato fino al declino dell`autorità regia, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 357-349.
Per una`archeologia medievale in Piemonte: un insediamento bassomedievale a Piea (Asti), in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 223-234.
Paesaggio, possesso e incastellamento nel territorio di Asti fra X e XI secolo, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 457-525.
L`"erudito avvocato" De Canis e la sua opera innovatrice: un contributo del primo Ottocento al progresso degli studi sul medioevo astigiano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 239-309.
Lo storico G.S. De Canis e la sua "Descrizione statistica della provincia di Asti, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 1976.
Andar per castelli. Da Asti tutto intorno, Torino, Milvia, 1976.
La città e il suo "districtus" dall`egemonia vescovile alla formazione del comune di Asti, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXV (1977), pp. 535-625.
Proposta per una lettura della "Corografia astigiana" dell`avv. G.S.De Canis, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 1977.
Una metodologia per le storie locali, in Atti del I convegno sul Canavese, Ivrea, 1979, pp. 97-100.
La genesi della classe politica del comune di Asti, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVII (1979), pp. 33-151.
Lo sviluppo delle relazioni personali nell`aristocrazia rurale del Regno Italico, in Structures féodales et féodalisme dans l`Occident mediterranéen (Xe-XIIe siécles). Atti del Colloquio intern. dell`Ecole Française di Roma (10-13 ottobre 1978), Roma, Ecole Française, 1980, pp. 241-249.
Assestamenti del territorio suburbano: le "diminutiones villarum veterum" del comune di Asti, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVIII (1980), pp. 127-177.
Città e territorio nell`alto medioevo. La società astigiana dal dominio dei Franchi all`affermazione comunale, Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1980 (Biblioteca storica subalpina, CC).
Spunti archeologici nelle descrizioni erudite fra Sette e Ottocento, in Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina, a cura di V. Fumagalli, Bologna, Il Mulino, 1980, pp. 139-154.
Lo sviluppo delle relazioni personali nel territorio del comitato di Bredulo: "domini, milites, pagenses", in “Bollettino della Società per gli studi storici, architettonici e artistici della provincia di Cuneo”(= Atti del Convegno "Agricoltura e mondo rurale nella storia della provincia di Cuneo", Fossano 23-24 maggio 1981), 1981, pp. 315-323.
Tema cittadino e "ritorno alla terra" nella storiografia comunale recente, in "Quaderni storici", XVIII (1982), 52, pp. 255-277.
Medioevo americano. Modelli iconografici e modelli mentali, in “Quaderni medievali”, 13 (1982), pp. 130-150.
Introduzione a Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti, a cura di R. Bordone e S. Pettenati, Torino, Musei civici di Torino, 1982.
Il "famosissimo marchese Bonifacio". Spunti per una storia delle origini degli Aleramici detti del Vasto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXV (1983), pp. 587-602.
La società urbana nell`Italia comunale, Torino, Loescher, 1984 (ried. 1998)
Medioevo all`inglese. L`esperienza pre-raffaellita tra neogotico e art nouveau, in "Quaderni Medievali", 18 (1984), pp. 82-112.
"Già parrocchiale, ora campestre e minacciante rovina..." Tracce romaniche per una storia del popolamento dell`Astigiano medievale, ne Le chiese romaniche delle campagna astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, Tutela, a cura di L. Pittarello, Asti , Provincia, 1984, pp. 7-11.
Un problema di memoria collettiva, ne "Il Platano", IX (1984), pp.228-233.
"Civitas nobilis et antiqua". Per una storia delle origini del movimento comunale in Piemonte, in Piemonte medievale, forme del potere e della società. Studi per Giovanni Tabacco, Torino, Einaudi, 1985, pp. 29-61.
La "convenientia" tra Novi, Genova e Pavia del 1135 alla luce dei più recenti orientamenti di storia comunale. Alcune considerazioni preliminari, in "In novitate", I (1985), pp. 2-6.
Medioevo illustrato. Carlo Nicco e il revival medievale torinese, in "Quaderni medievali, 20 (1985), pp. 150-190.
Nascita e sviluppo delle autonomie cittadine, ne La Storia, II, Il Medioevo, a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1986, pp. 427-460.
La riscoperta di una scoperta. Vent`anni di storiografia subalpina sul revival neomedievale ottocentesco, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXIV (1986), pp. 559-568.
Storia urbana e città medievale: prospettive di ricerca, ne La storiografia contemporanea. Indirizzi e problemi, a cura di P. Rossi, Milano, Il Saggiatore, 1987, pp. 303-321.
I comuni italiani nella I Lega Lombarda: confronto di modelli istituzionali in un`esperienza politico-diplomatica, in Kommunale Bündnisse Oberitaliens und Oberdeutschlands im Vergleich (Atti dell`incontro di Reichenau, 11-14 ottobre 1983), Sigmaringen, Thorbecke, 1987, pp. 45-61.
Il controllo imperiale del castello di Gavi, ne Il Barbarossa e i suoi alleati liguri-piemontesi (Atti del convegno di Gavi, 8 dicembre 1985), Gavi 1987, pp.29-40 (rist. anche in Luoghi di strada nel medioevo fra il Po, il mare e le Alpi occidentali, a cura di G. Sergi, Torino 1996, pp.93-102).
La città comunale, in Modelli di città. Strutture e funzioni politiche, a cura di P. Rossi, Torino, Einaudi, 1987, pp. 347-370.
La società cittadina del Regno d`Italia. Formazione e sviluppo delle caratteristiche urbane nei secoli XI e XII, Torino, Deputazione sub. di storia patria, 1987.
L`aristocrazia: ricambi e convergenze ai vertici della scala sociale, ne La Storia, I, Il Medioevo, a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1987, pp. 145-175.
Introduzione, ne L`evoluzione delle città italiane nell`XI secolo (Atti della Sett. di studi di Trento, 8-12 settembre 1986), a cura di J.Jarnut e R.Bordone, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 15-24.
Memoria del tempo negli abitanti dei comuni italiani all`età del Barbarossa, ne Il tempo vissuto: percezione, impiego, rappresentazione (Atti del seminario di Gargnano, 9-11 settembre 1985), Milano, Cappelli, 1988, pp. 47-62.
Equilibri politici e interessi familiari nello sviluppo dei monasteri urbani del Piemonte, in Dal Piemonte all`Europa. Esperienze monastiche nelle società medievali (Atti del Congresso storico subalpino, Torino 27-29 maggio 1985), Torino, Dep. subalp. di stori patria, 1988, pp. 229-248.
Le élites cittadine nell`Italia comunale, in "Mélanges de l`Ecole française de Rome", 100 (1988), pp. 47-53.
Le città italiane e l`impero nell`XI secolo. Spunti per una riflessione, in Cultura e società nell`Italia medievale. Studi per Paolo Brezzi, Roma 1988, pp. 131-147.
Affermazione personale e sviluppi dinastici del gruppo parentale aleramico: il marchese Bonifacio "del Vasto", in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo (Atti del I convegno di Pisa: 10-11 maggio 1983), Roma 1988, pp. 29-44.
Il castello di Belotto: processi di trasformazione del territorio del comune di Asti nel basso medioevo, in "Rivista di storia arte archeologia per le prov. di Alessandria e Asti", XCVI-XCVII (1988), pp. 47-89.
L`istituzione del Comune, in Civiltà di Lombardia. La Lombardia dei Comuni, Milano, Electa, 1988, pp. 7-32.
Fonti relative alle fabbriche medievali: riferimenti e metodologia di analisi, ne Il restauro architettonico per le grandi fabbriche, a cura di C. Bartolozzi e M.G. Cerri, Torino 1989, pp. 91-98.
Asti capitale provinciale e il retaggio di uno "stato" medievale, in "Società e storia", 12 (1989), 44, pp. 283-302.
Medievismo romantico e neomedievismo nell`immaginario moderno e contemporaneo: il castello da Walpole a Hearst, ne Il medioevo: specchio ed alibi, a cura di E. Menestò, Ascoli Piceno 1989, pp. 81-104.
La figura di Niccola Gabiani nel contesto culturale e amministrativo della città, in Fascismo di provincia: il caso di Asti. Atti del Convegno storico (Asti 18-19 novembre 1988), Cuneo 1990, pp. 131-143.
Prospettive di ricerca e di metodo per una storia del territorio, in "Alba Pompeia", XI (1990), pp. 65-68.
L`amministrazione del regno d`Italia, in "Bullettino dell`Istituto Storico Italiano per il Medio Evo", 96 (1990), pp. 133-156.
La città nel X secolo ne Il secolo di ferro: mito e realtà del secolo X (Settimane di studio del Centro italiani di studi sull`alto medioevo, XXXVIII), Spoleto, CISAM, 1991, pp. 517-563.
La codificazione dell`eclettismo alla fine dell`Ottocento, in Milano fin de siècle e il caso Bagatti Valsecchi. Memoria e progetto per la metropoli italiana, a cura di R. Pavoni e C. Mozzarelli, Milano, Guerini, 1991, pp. 191-199.
Le aristocrazie militari e politiche tra Piemonte e Lombardia nella letteratura storica recente sul Medioevo, ne Lo spazio alpino: area di civiltà, regione cerniera, a cura di G. Coppola e P. Schiera, Napoli, Liguori-GISEM, 1991, pp. 114-131.
Il passato storico come tempo mitico nel mondo cittadino italiano del medioevo, in "Società e Storia", 14 (1991), 51, pp. 1-22.
Medioevo alla sabauda. Carlo Alberto e il sogno del Medioevo, in "Quaderni medievali", 33 (1992), pp. 78-96.
Castelli e pennoni nelle miniature del "Codex Astensis": alla ricerca di un sistema iconografico medievale, in Bianca Lancia d`Agliano fra il Piemonte e il Regno di Sicilia. Atti del convegno (Asti-Agliano, 28/29 aprile 1990), a cura di R. Bordone, Alessandria, Ed. dell`Orso, 1992, pp. 235-242.
L`influenza culturale e istituzionale nel regno d`Italia, in Friedrich Barbarossa. Handlungsspielräume und Wirkungsweisen des staufischen Kaisers, Sigmaringen 1992, pp. 147-168.
L`immaginario neomedievale nelle vedute dell`«Album delle Castella« di Enrico Gonin, in Architettura castellana: storia, tutela, riuso. Atti delle giornate di studio, Carrù 31 maggio-1 giugno 1991, Carrù 1992, pp. 97-103.
Il tramonto comunale in Piemonte nella testimonianza dei cronisti astigiani, in "Società e Storia", 15 (1992), 55, pp. 1-27.
Influssi culturali nelle relazioni economiche fra i comuni dell`Italia settentrionale e la Francia del Nord, in "50, Rue de Varenne" (suppl. franc. a "Nuovi Argomenti"), settembre 1992, pp. 150-158.
Progetti nobiliari del ceto dirigente del comune di Asti al tramonto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", XC (1992), pp. 437-494 (rist. anche in Progetti e dinamiche nella società comunale italiana, a cura di R. Bordone e G. Sergi, Napoli, Ligori-GISEM, 1995, pp. 279-326).
Un tentativo di "principato ecclesiastico" fra Tanaro e Stura. Le trasformazioni bassomedievali del comitato di Bredulo, ne Le strutture del territorio fra Piemonte e Liguria dal X al XVIII secolo, Cuneo 1992, pp. 121-140.
Il "gabinetto gotico" di Palazzo de Larderel: un episodio della storia del gusto , in Palazzo de Larderel a Livorno, Milano 1993, pp. 187-199.
Lo specchio di Shalott. L`invenzione del medioevo nella cultura dell`Ottocento, Napoli, Liguori, 1993.
(con L. CASTELLANI), "Migrazioni" di uomini d`affari nella seconda metà del Duecento. Il caso dei Lombardi di Asti, in Demografia e società nell`Italia medievale (sec. IX-XIV). Atti del Convegno, Cuneo-Carrù, 28/30 aprile 1994, a cura di R. Comba e I. Naso, Cuneo 1994, pp. 455-473.
L`uomo del banco dei pegni. "Lombardi" e mercato del denaro nell`Europa medievale, Torino, Scriptorium, 1994 (ried. Asti, Centro studi sui Lombardi, 2003).
I "lombardi" in Europa. Primi risultati e prospettive di ricerca, in "Società e storia", 17 (1994), 63, pp. 1-17.
I Lombardi nelle città europee, in Spazio urbano e organizzazione economica nell`Europa medievale (Atti della Session C23 dell`XI International Economic History Congress, Milano 12-16 settembre 1994), Napoli 1994, pp. 81-97.
"Young" Carlo Magno. Una nuova immagine del Medioevo?, in "Quaderni medievali", 38 (1994), pp. 141-150.
Castelli e fate nell`illustrazione italiana del primo novecento. Analisi di un repertorio iconografico, in Tra fate e folletti. Il liberty nell`editoria per l`infanzia 1898-1915, Torino 1994, pp. 48-57.
Templarismo sette-ottocento in Italia (con particolatre riferimento al Piemonte), ne I Templari in Piemonte dalla storia al mito, Atti della giornata di studio, Torino 20 settembre 1994, Torino, Regione Piemonte, 1995, pp. 71-83.
Una famiglia di Lombardi nella Germania renana alla seconda metà del Trecento: gli Asinari di Asti, in Hochfinanz im Westen des Reiches, her. von F. Burgard, A. Haverkamp, F. Irsigler, W. Reichert, Trier 1996, pp. 17-48 (anche in "Rivista di storia arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti, CV (1996), pp. 21-54).
La leggenda della Bell`Alda, ne La Sacra di S.Michele simbolo del Piemonte europeo, Atti del IV Convegno Sacrense, 26-27 maggio 1995, Torino 1996, pp. 131-147.
Lo studioso, in Niccola Gabiani storiografo di Asti, a cura di R.Bordone, Asti, Biblioteca Astense, 1996, pp. 11-30.
I visconti cittadini in età comunale, in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo: marchesi conti e visconti nel Regno italico (secc. IX-XII). Atti del secondo convegno di Pisa: 3-4 dicembre 1993, Roma 1996 (Nuovi studi storici, 39), pp. 376-403.
Vescovi giudici e critici della giustizia: Attone di Vercelli, ne La giustizia nell`alto medioevo (secoli IX-XI), XLIV Settimana di Studio del CISAM, Spoleto, CISAM, 1997, I, pp. 457-490.
Caratteri della società urbana fra XI e XII secolo, in Storia di Torino, I, Dalla preistoria al comune medievale, a cura di G. Sergi, Torino, Einaudi, 1997, pp. 465-498.
Il movimento comunale: le istituzioni cittadine e la composizione sociale durante il XII secolo, in Storia di Torino, ibidem, pp. 609-656.
Vita economica del Duecento, ibidem, pp. 751-783.
Memoria del tempo e comportamento cittadino nel medioevo italiano, Torino, Scriptorium, 1997.
Magnati e popolani in area piemontese con particolare riguardo al caso di Asti, in Magnati e popolani nell`Italia comunale, Pistoia, 15-18 maggio 1995, Pistoia, Centro Italiano di studi di storia e d`Arte, 1997, pp. 397-419.
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Il tempo e il denaro, in Tempus mundi umbra aevi. Tempo e cultura del tempo tra medioevo e età moderna, a cura di G. Archetti e A. Baronio, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 2008, pp. 339-346.
Trasformazioni della geografia del potere tra Piemonte e Liguria nel basso medioevo, in "Bollettino storico-bibliografico subalpino", CVI (2008), pp. 445-463.
1500 anni di invasioni e dominazioni straniere. Dai territori costruiti dai comuni al 1861, ne La cultura italiana, diretta da L.L. Cavalli Sforza, I, Terra e popoli, a cura di L.L. Cavalli Sforza e A. Piazza, Torino, UTET, 2009, pp. 426-433.
(con G. SERGI), Dieci secoli di medioevo, Torino, Einaudi, 2009.
The Lady of Shalott. Di telai e di tele, di amore e di morte nel medioevo vittoriano, ne Dal mito alla contemporaneità. Tessere la vita. Telai e arte della tessitura a 360o. Per un percorso interattivo interdisciplinare, a cura di C. Gutermann, M.G. Imarisio, D. Surace, Moncalieri 2009, pp. 160-166.
L`attivita` tessile nel medioevo, ibidem,pp. 27-30.
Caratteristiche sociali e attività economiche del primo gruppo dirigente comunale, in Storia di Fossano e del suo territorio , I, Dalla preistoria al Trecento, a cura di R. Comba, R. Bordone, R. Rao, Fossano, Co.re Editrice, 2009, pp. 134-149.
"Ius primae noctis" alle origini di Fossano?, ibidem, pp. 175-178.
Commenda di Santa Maria del Salice, ibidem, pp. 214-217.
I cavalieri di San Giovanni dalle origini a Malta, in Cavalieri. Dai Templari a Napoleone. Storie di crociati, soldati, cortigiani, a cura di A. Barbero e A. Merlotti, Milano, Electa, 2009, pp. 91-103.
Le pretese di Bonifacio, in Bonifacio di Monferrato e il Comune di Asti. Scontri e confronti alla fine del secolo XII, a cura di E.C. Pia, Asti, Comune di Asti, 2009 (Atti della Tavola Rotonda, Asti, 6 ottobre 2007), pp. 35-51.
Attività e presenza territoriale dell`Ordine Gerosolimitano in Piemonte, in Cavalieri di San Giovanni in Liguria e nell`Italia settentrionale. Quadri regionali, uomini e documenti, a cura di J. Costa Restagno, Genova-Albenga, Istituto intern, di Studi Liguri, 2009 (Atti del Convegno, Genova, 30 settembre-2 ottobre 2004), pp.313-330.
La difficile attribuzione del santo Patrono: il caso di Villafranca d`Asti, ne “Il Platano”, XXXIV (2009), pp. 106-131.
The survival of medieval knighthood over the centuries: a journey through the culture and taste of the Occident in reverse, in"Imago Temporis Medium Aevum", 3 (2009), pp. 293-309.
Suggestioni neomedievali alla Mandria. Rosa Vercellana e il Castello dei Laghi, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", CVIII (2010), pp. 143-155.
Chieri nel medioevo: insediamento e organizzazione politica, in Archeologia a Chieri. Da Carreum Potentia al Comune bassomedievale, a cura di G. Pantò, Torino, Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte, 2010, pp. 33-37.
http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?GID=32&DOCID=5457
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Parole Parole Parole
Nel 1622 Paul Guldin, un astronomo svizzero di origini ebree convertitosi al cristianesimo, famoso per il Teorema di Pappo-Guldin che permette di determinare la superficie ed il volume dei solidi di rotazione, scrisse un piccolo trattato, Problema arithmeticum de rerum combinationibus. Con molta pazienza aveva calcolato tutte le dizioni generabili con 23 lettere dell’alfabeto latino (dato che u e v venivano usate senza nessuna distinzione) senza considerare il loro senso, la pronunciabilità, ma senza calcolare le ripetizioni. Il caro Guldin aveva calcolato che le parole di lunghezza variabile da 2 a 23 lettere erano più di settantamila miliardi di miliardi, per scrivere le quali sarebbero occorsi oltre un milione di miliardi di miliardi di lettere. Non contento, Guldin calcolò che se si volesse scrivere questo numero su registri di 1000 pagine, a 100 linee per pagina e 60 caratteri per linea, occorrerebbero 257 milioni di miliardi di registri fatti così; se si dovesse collocarli in una biblioteca, di cui l’autore traccia anche la disposizione, l’ampiezza e le condizioni di circolabilità, occorrerebbero delle costruzioni cubiche di 432 piedi di lato (pari a circa 131 metri), ognuna ospiterebbe 32 milioni di volumi, il tutto moltiplicato per 8052122350 biblioteche, che semmai fossero possibili costruire, occuperebbero una superficie più grande dell’intero pianeta Terra, che Guldin calcola possa ospitare “solo” 757213799 biblioteche.
La divertente e memorabile vicenda di Guldin l’ho letta nella mia ultima lettura, un saggio dal titolo La Ricerca della Lingua Perfetta nella cultura europea, di Umberto Eco. Il grande professore, scomparso nel febbraio 2016, è divenuto suo malgrado protagonista di una delle tante vicende particolari che accadono ogni giorno nel nostro Paese. Ad un anno dalla scomparsa infatti, il preside del Liceo Classico Plana di Alessandria, dove Eco ha studiato, insieme ad un gruppo di famiglie e di ex studenti, con il placet di vedova e figli, manda al Comune di Alessandria la richiesta di rintitolazione del liceo al suo illustre studente. Il comune di Alessandria ha una giunta leghista guidata da Gianfranco Cuttica di Revigliasco, storico dell’arte, che rigetta la richiesta di nuova intitolazione, scrivendo in una nota:” Bisogna coniugare lo slancio sotteso alla proposta di reintitolazione dell'istituto con la conservazione della memoria del passato, poiché è non dimenticando che si costruisce il futuro (...) Molti studenti e soprattutto ex erano contrari e quindi abbiamo ritenuto sensato ascoltare la posizione di tanti alessandrini. Non c'è nessuna opposizione a Eco che è un autore che ho letto e amato e con cui ho anche fatto un convegno qualche anno fa (..) La decisione della mia giunta non è stata tirata dalla giacchetta di chi era pro o contro, né da posizioni politiche, semplicemente ci sembra illogico cambiare il nome a un liceo storico che ha più di cent'anni di vita ed è un'istituzione che fa parte della tradizione alessandrina. So che si dirà che è la scelta del sindaco leghista ignorante ma non è questo il caso, ci abbiamo riflettuto e abbiamo cercato di ragionarci nel modo più asettico e obiettivo possibile”.
Detto che per per intitolare un istituto scolastico servono, nell’ordine, votazione del Consiglio d’Istituto e 3 votazioni del Consiglio Comunale, sono andato a vedere chi fosse questo Giovanni Plana. Astronomo, geodeta e matematico, visse tra la fine del 1700 fino al 1864. Nato a Voghera, in provincia di Pavia, studiò a Parigi, fu professore universitario a Torino, e ad Alessandria insegnò artiglieria per qualche anno, prima della chiamata a Torino. Inventò il Calendario Meccanico Universale che, grazie ad un ingegnoso sistema di ruote dentate, catene e viti, è in grado di identificare un giorno qualunque dall'anno 1 fino al 4000: il calendario fornisce anche informazioni riguardanti lunazioni e maree, che per precisione e meccanismi viene considerato il primo computer arcaico del mondo. Fu anche senatore del Regno per una legislatura. Il Liceo Classico Plana tra l’altro adesso accorpa un istituto magistrale, il Saluzzo. La storia ovviamente è arrivata fino alla Commissione Cultura del Senato, che si è detta indignata della decisione del sindaco. Che però promette: "Valuteremo se onorare la memoria di Umberto Eco mediante l’intitolazione di un museo oppure di una nuova istituzione scolastica o culturale che meglio possa valorizzare la persona e le opere dell’illustre concittadino, nel rispetto delle tradizioni e della storia locale (...) Un progetto perché Alessandria ricordi Eco c'è, il mio sogno è riunire in una chiesa del Duecento le tre sedi del museo civico e intitolare questa struttura di grande valore artistico e culturale al professore”
Laconica la risposta del preside dell’Istituto Plana-Saluzzo, che è stato il primo firmatario della proposta: "Come tutti sanno, Alessandria vuole aprire un museo degli scrittori e filosofi Ma soprattutto ogni tre giorni crescono nuove scuole nei prati, come fossero funghi".
Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è quella di gettare un’ombra di diffidenza sulle cose troppo serie. (Umberto Eco, Diario Minimo)
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Alessandria, 20 giugno 2018
COMUNICATO STAMPA
Progetto ‘IdeALiTU!’ e ‘Re-Generation’ Centro Giovani dei Giardini ‘Michele Pittaluga’
Martedì 26 giugno, alle ore 11, presso il centro giovani dei Giardini ‘Michele Pittaluga’ si concluderà il percorso dei progetti ‘IdeALiTu!’ e ‘Re-generation’ finanziati dalla Compagnia di San Paolo, in partenariato con l’associazione Cultura e Sviluppo, e dalla Regione Piemonte, con la premiazione dei vincitori. I bandi intendevano stimolare e favorire lo sviluppo di idee creative giovanili e valorizzarne il talento, dando la possibilità ai giovani di trasformare idee creative in attività tangibili, ponendosi come obiettivo la riqualificazione urbana di uno spazio storico della Città di Alessandria, i Giardini Pittaluga, con la ristrutturazione di un edificio collocato al loro interno. Parte dello stabile sarà destinato ai giovani che potranno autogestirsi in autonomia, offrendo la possibilità di condividere uno spazio di aggregazione e lasciando ai ragazzi la libertà di prevederne il tipo di destinazione d’uso, la tipologia di arredamento e le attività da proporre. In occasione della giornata sarà allestita all’interno dei rinnovati locali una mostra fotografica dedicata all’ ex complesso conventuale di San Francesco, nell’ambito del progetto “Leone X”, a cura dell’Istituto Saluzzo Plana. L’incontro sarà anche l’occasione per presentare le idee progettuali più interessanti scaturite dai lavori del CAMPUS residenziale gratuito ‘IdeALi Tu!’, rivolto ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni che si svolgerà dal 21 al 25 giugno presso le case alpine Coompany 2 in Valle d’Aosta. Con il nuovo anno scolastico si avrà l’apertura ufficiale del centro giovani ai giardini Pittaluga con l’avvio dei progetti che devono essere concretizzati entro dicembre 2018.
“Le idee progettuali che saranno premiate ci offrono una modalità creativa di utilizzo della struttura; le associazioni di giovani potranno trasformare le idee in attività tangibili, senza vincolare i locali ad un unico uso, ma gestendone l’amministrazione in totale autonomia con mostre, convegni, eventi musicali e forme di aggregazione – ha commentato l’assessore alle Politiche Giovanili, Cherima Fteita Firial –; Tutta la cittadinanza beneficerà di uno spazio urbano ritrovato, sottratto ad una dimensione di abbandono che tornerà a vivere ed animarsi con una ulteriore ricaduta positiva in termini di capitale sociale che certamente favorirà lo sviluppo e il consolidamento di relazioni tra i giovani sul territorio in un plesso oggetto di grande attenzione da parte di questa Amministrazione comunale”.
“E’ stato un percorso lungo quasi due anni, quello che ha portato all’apertura di questo spazio – ha aggiunto Alessio Del Sarto, direttore dell’associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria – Un percorso che ha messo alla prova l’entusiasmo dei ragazzi e di noi adulti delle organizzazioni. Ora siamo contenti di aver restituito che questo spazio alla Città, grazie al fondamentale contributo della Compagnia di San Paolo e alla collaborazione, anche finanziaria, dell’Amministrazione Comunale. Ci aspetta ancora un po’ di lavoro per dare ai ragazzi tutti gli strumenti di gestione di cui dovranno servirsi per organizzare questo spazio ed aprirsi, da protagonisti ad ogni proposta sociale e culturale del territorio. Speriamo che lo stesso modello di riqualificazione possa essere replicato su altri spazi inutilizzati di proprietà dell’Amministrazione Pubblica”.
“Questo progetto rappresenta un’occasione per sviluppare un dialogo proficuo tra i giovani, le istituzioni, la società civile, creando momenti di coesione sociale e di partecipazione attiva. AMAG Ambiente sosterrà economicamente i primi eventi che saranno organizzati dai ragazzi, in un’ottica di servizio alla comunità e in linea con l’idea della RESPONSABILITA’ SOCIALE IN AZIONE che anima l’operato del Gruppo AMAG. Inoltre – rilancia Fiorenzo Borlasta, Amministratore Unico di AMAG Ambiente – ci piacerebbe proporre ai giovani un laboratorio di restauro di mobili dismessi, conferiti presso i nostri centri raccolta, per promuovere la cultura del riciclo e del riuso. Arredare il Centro Giovani dei Giardini Pittaluga con mobili recuperati sarebbe un ulteriore valore aggiunto e un piccolo passo verso l’economia circolare”.
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L’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Alessandria e l’associazione Cultura e Sviluppo hanno proposto un bando finalizzato a promuovere e sostenere i giovani con la concessione di premi per la realizzazione di proposte innovative nell’ambito di ‘IdeALiTu!’, progetto finanziato dalla Compagnia di San Paolo e ‘Re-Generation’, progetto finanziato dalla Regione Piemonte. L’obiettivo generale sottoteso al bando è stato quello di stimolare e favorire lo sviluppo di idee creative giovanili e valorizzare il talento dei ragazzi, trasformando le idee in attività tangibili che potessero includere, in maniera diretta, le potenzialità di tutto il territorio. I progetti ammessi, da presentare entro lo scorso 25 maggio e realizzare entro dicembre 2018, dovevano comprendere l’ideazione, l’organizzazione, la realizzazione e la promozione di eventi, manifestazioni, mostre, laboratori, o micro-progetti di rigenerazione urbana da realizzarsi nel territorio locale relativi alle seguenti aree tematiche: arte e cultura, turismo, sport e manifestazioni, aggregazione giovanile, collaborazioni intergenerazionali, inclusione sociale e integrazione, rigenerazione urbana. L’importo massimo finanziabile di ammontava a € 2.000. Hanno potuto partecipare al bando le associazioni giovanili del territorio (i singoli cittadini non potevano presentare progetti) oppure i gruppi informali giovanili composti da almeno il 50% di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 35 anni.
ALESSANDRIA. IdeALiTU! E RE-Generation, centro giovani dei giardini”Michele Pittaluga” Alessandria, 20 giugno 2018 COMUNICATO STAMPA Progetto ‘IdeALiTU!’ e ‘Re-Generation’ Centro Giovani dei Giardini ‘Michele Pittaluga’
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PESARO – In occasione del centenario della nascita di Fausto Coppi (15 settembre 1919), sabato 7 settembre alle 16, inaugura nella Sala Laurana di Palazzo Ducale la mostra “100 anni di Coppi”. Pesaro città della bicicletta celebra dunque le mitiche gesta del grande campione del pedale con un’esposizione di bici d’epoca dagli anni ’40 agli anni ’60, periodo in cui Coppi, insieme a Gino Bartali, appassionava i cuori degli sportivi di tutto il mondo.
Seconda tappa di un progetto espositivo dedicato alle due ruote inaugurato con la mostra di biciclette storiche ai Musei Civici in concomitanza con la tappa pesarese del 102° Giro d’Italia, il nuovo evento è promosso dal Comune di Pesaro in collaborazione con l’associazione culturale Italian Legend Bicycles, ed è organizzato da Sistema Museo.
Le memorabili gare di Fausto Coppi, campione di tutti i tempi che durante la sua carriera ha toccato anche Pesaro sfrecciando nella pista del velodromo “Tonino Benelli”, offrono l’opportunità per raccontare ad appassionati e sportivi uno spaccato dell’Italia del passato.
Vincitore di Milano San-Remo, Giri d’Italia, Tour de France, Parigi Roubaix, Campionati del Mondo, Giri di Lombardia e recordman dell’ora, Coppi fu capace di dare nuovo entusiasmo agli italiani del dopoguerra. Il Giro d’Italia sfrecciava a Pesaro già negli anni ‘50 e la storia dell’epopea di Fausto Coppi, ritratto nel busto dello scultore Paolo Todeschini (Milano 1920-1993) esposto a Palazzo Ducale, si può ripercorrere attraverso le bici da corsa ma anche riviste d’epoca, libri, maglie, fotografie delle giornate di gloria oltre a quelle più private fra cui gli scatti che lo ritraggono a Pesaro ospite a Bagni Toto, e i due ritratti di Coppi dell’artista internazionale Ido Erani (Forlì 1945).
“Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco celeste, il suo nome è Fausto Coppi”: è la celebre frase del radiocronista Rai Claudio Ferretti. La mostra di Pesaro celebra la ‘leggenda Coppi’ e le sue imprese ormai mitiche: come quella compiuta nella Cuneo-Pinerolo del 1949 quando vince la tappa del Giro grazie a una fuga solitaria di ben 150 km. Con la Bianchi diventa il “Campionissimo” riuscendo vincitore in tutte le più importanti competizioni ciclistiche internazionali; corre anche con biciclette firmate Coppi costruite dalla Fiorelli, per poi tornare alla Bianchi a fine carriera.
Fausto Angelo Coppi nasce il 15 settembre 1919 a Castellania, in provincia di Alessandria. Nel 1933 lavora come garzone in una salumeria e nel 1939 disputa la sua prima gara da professionista. A soli 20 anni, con il compagno di squadra Gino Bartali al fianco nel team Legnano, vince il suo primo Giro d’Italia nel 1940. La seconda guerra mondiale blocca ogni attività sportiva. Nel 1945, dopo gli anni trascorsi in un campo di prigionia nel Nord dell’Africa, viene destinato al sud Italia come aiutante ad un tenente della RAF.
Qui grazie a un vecchio direttore di giornale riceverà una bicicletta Nulli per tornare a correre e approdare poi alla squadra Bianchi nel 1946. In questo anno vincerà per distacco la Milano-San Remo battendo nell’ordine Gino Bartali e Alfredo Martini. Poi arriva il mito: Coppi diventa l’eroe di una Italia che rinasce dalle macerie della seconda guerra mondiale e si afferma in tutta Europa come il ciclista più forte di tutti i tempi.
L’esposizione a Palazzo Ducale sarà visitabile fino al 29 settembre; l’ingresso è gratuito.
Domenica 15 settembre, giorno del compleanno di Coppi, si festeggia con una cicloturistica benefica a favore dell’associazione Gli Amici di Andrea che parte da piazza del Popolo. Ritrovo e iscrizioni (costo 4 euro) dalle 7.30 alle 9.00 sotto il loggiato del Palazzo del Comune, percorso libero e rientro in piazza del Popolo per le 11.00; dalle 11.30, premiazione. L’iniziativa è organizzata dall’associazione ciclistica “Pantere Rosa” di Pesaro, Acsi Pesaro e associazione Onlus “Amici di Andrea. Info: Marisa 339 7788885, Brunella 349 1843960, Marcella 340 5345174.
100 anni di Coppi
Sala Laurana di Palazzo Ducale, piazza del Popolo, Pesaro
7 – 29 settembre 2019
Inaugurazione sabato 7 settembre ore 16
orario martedì-venerdì h 17-20, sabato e domenica h 10-13 / 17-20
Ingresso gratuito
Info 0721 387541 [email protected]
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Alessandria e i Suoi Teatri: Un Viaggio nel Tempo con gli Studenti dell’Istituto Umberto Eco
Gli studenti dell'Istituto Umberto Eco di Alessandria esplorano la storia teatrale della città con un progetto innovativo di ricerca e drammatizzazione
Gli studenti dell’Istituto Umberto Eco di Alessandria esplorano la storia teatrale della città con un progetto innovativo di ricerca e drammatizzazione. Alessandria, 13 novembre 2024 – Con il progetto “Alessandria e i suoi Teatri”, gli studenti delle classi 3AC e 3BC dell’indirizzo Classico dell’Istituto d’Istruzione Superiore Umberto Eco si preparano a intraprendere un viaggio affascinante nel…
#Alessandria#Alessandria cultura#Alessandria eventi#Alessandria storia#Alessandria today#architettura storica.#Arte teatrale#attori giovani#classi liceo classico#Commissione Cultura#Cultura#drammatizzazione storica#educazione culturale#futuro culturale#giovani e cultura#Giovani Studenti#Google News#insegnamento creativo#Istituto Umberto Eco#italianewsmedia.com#mappe storiche#narrazioni storiche#Palazzo Comunale#Partecipazione Attiva#patrimonio culturale#patrimonio immateriale#Personaggi storici#Pier Carlo Lava#Progetti educativi#progetto scolastico
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Genova: il Monte Antola entra a far parte della rete di monitoraggio di Limet
Genova: il Monte Antola entra a far parte della rete di monitoraggio di Limet. La "Montagna dei Genovesi" è online con la nuova centralina meteorologica modello Davis Vantage Pro 2, installata con i fondi dell'Ente Parco Naturale Regionale dell'Antola presso il Rifugio Parco Antola dall'Associazione Culturale Ligure di Meteorologia Limet. La webcam, con vista privilegiata sul Lago del Brugneto, incastonata lungo il dorso meridionale della montagna, si trova a quota 1460 metri s.l.m., ad appena dieci minuti di cammino dalla vetta (1597 m) e rileva i principali parametri meteorologici (temperatura, umidità relativa, punto di rugiada, wind¬ chill, velocità vento, direzione vento, precipitazioni, pressione atmosferica) aggiornandoli ogni circa 2 secondi. La strumentazione si completa con l'attivazione di una nuova meteo webcam puntata sulla Valle del Brugneto che produce online, ogni 5 minuti, un'immagine Full HD (1920*1080 px) che consentirà a tutti di seguire il corso delle stagioni in una location così remota ed affascinante. "Si tratta di un presidio di monitoraggio di estremo interesse che ci consentirà, non solo di osservare "più da vicino" il microclima della zona, ma anche di comprendere meglio in che modo l'Antola influenza le dinamiche meteorologiche delle aree circostanti, prima fra tutte la valle del Brugneto, di cui costituisce il punto orografico sommitale" specifica Limet. "La vetta funge da spartiacque orografico tra la Liguria ed il Piemonte ed in particolare tra la valle Scrivia (Valbrevenna) e la val Trebbia (Propata) sul versante genovese e la val Borbera (Carrega Ligure) su quello alessandrino". Dal punto di vista geografico, dunque ci troviamo di fronte ad un unicum, in quanto l'Antola sorge nella zona delle cosiddette "Quattro Province", punto di incontro tra Genova, Alessandria, Pavia e Piacenza. "Il Parco ha sostenuto questa iniziativa molto importante soprattutto dal punto di vista scientifico finanziando completamente l'acquisto della stazione meteorologica e dei vari sensori di rilevazione – afferma il Presidente del Parco dell'Antola Giulio Oliveri -. La localizzazione, oltre a fornire dati in real time sulle condizioni meteo, importanti anche per la pianificazione di escursioni e trekking, offre dati importanti al rifugio che è completamente staccato dalla rete elettrica e sfrutta l'energia solare come fonte di approvvigionamento energetico". "La centralità dell'Antola rispetto alle Quattro Province – dice il vice presidente della Regione Liguria con delega ai Parchi e al Marketing Territoriale Alessandro Piana – permetterà a questo servizio di dare una molteplicità di informazioni e di migliorare ulteriormente la sicurezza degli escursionisti. Sono grato per il prezioso lavoro di squadra del Parco, di LIMET, ReteMet, del Cai e dei gestori che, con profondo impegno, continuano a valorizzare il patrimonio ambientale e a renderlo sempre più fruibile ai cittadini e ai viaggiatori, oltre a fornire dati utili per la biodiversità e per un monitoraggio di valore". "Disporre di un real time così elevato può essere molto utile per osservare e studiare i bruschi cambiamenti atmosferici frequenti in alta quota. Ringraziamo ReteMet, LIMET, l'Ente Parco Antola e la Sezione Ligure del CAI per averla resa possibile" affermano Davide Barbè e Linda Ghigino, gestori del Rifugio Parco Antola dove la centralina è ospitata. "Come rifugisti, siamo felici di partecipare ad un progetto importante per l'ambiente in cui viviamo e lavoriamo. Crediamo infatti possa essere una grande opportunità dal punto di vista scientifico per tenere monitorati valori climatici ad oggi molto preziosi nella nostra particolare zona geografica-climatica e offrire un servizio davvero utile per tutta la comunità e una buona opportunità di visibilità per il territorio del Parco dell'Antola".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Hangar Point 2023 a Torino
Prosegue l’attività di Hangar Piemonte con le realtà che hanno vinto il Bando Hangar Point 2023 e mercoledì 14 giugno ognuna di esse aprirà le porte degli spazi e dei luoghi che intende rivitalizzare attraverso la riflessione e l’attività culturale. Il desiderio di questo Open Day è creare un’occasione di incontro con soggetti, associazioni, istituzioni, reti e realtà del mondo culturale, sociale ed economico del territorio, interessate a conoscere i luoghi e a condividere alcune azioni da mettervi in atto. Tra gli otto comuni protagonisti di Hangar Point, dislocati nelle province di Cuneo, Novara, Alessandria, Asti, Torino e Vercelli, chi è interessato potrà visitare lo spazio, conoscere il progetto e aprire un dialogo e un confronto con le curatrici e i curatori di Hangar Piemonte. Ogni realtà ha scelto infatti di declinare uno dei temi-chiave del dibattito culturale contemporaneo che sono stati narrati nel corso della tappa precedente del percorso di Hangar, l’incontro Per una drammaturgia del presente che si è tenuto il 2 maggio a Toolbox di Torino. In ciascun Comune si affronterà dunque una riflessione differente, dall’ecologia all’accessibilità, dall’all gender al decoloniale, dal digitale alla cura e alla partecipazione, per raccontare alcune pratiche artistiche e culturali mostrando come alcuni soggetti attivi a livello nazionale e internazionale declinano nel concreto questa tematiche, così da fornire suggestioni ed esempi che ciascuna delle realtà vincitrici del Bando Hangar Point può utilizzare come ispirazione per il proprio progetto. Una parte della giornata è riservata ai team di progettazione attivi in ogni spazio, ai quali Hangar Piemonte dà disposizione i propri esperti di project management, trasformazione digitale, consulenza aziendale, fundraising, sviluppo sostenibile e comunicazione strategica per implementare i progetti e declinarli in funzione della tematica scelta per caratterizzare la propria azione. A Novara si lavorerà nello spazio del Centro Commerciale Ipernova Coop riflettendo con Oriana Persico sul tema dell’ecologia, ad Alessandria in un Community Center, dedicato al protagonismo giovanile, dove insieme ad Alessandro Rubini di Meet Digital Culture Center si parlerà di digitale. Nel Comune di Piea, in un hub culturale della comunità rurale, si parlerà di ecologia con Alessandro Tollari, nel Comune di Rovasenda, che ha scelto di lavorare su di una stazione ferroviaria, si affronterà il tema dell’accessibilità con Stefania di Paolo, a Grugliasco nella Casa di Comunità di ASLTO3 ci si confronterà sul tema dell’all gender con Viviana Gravano, nel cuneese La Fabbrica del Suono e La Compagnia Melarancio hanno deciso di lavorare condividendo la riflessione sul decoloniale con Giulia Grechi e sulla cura con Lorenzo Conti e a Fiano, presso l’Istituto Comprensivo, ci si confronterà sul tema della partecipazione con Alessandro Mondino di Labsus. Per poter prender parte ad uno di questi Open Day e conoscere gli orari delle attività si può consultare la sezione eventi del sito www.hangarpiemonte.it Read the full article
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SABATO 14 SETTEMBRE BEACH PARTY SULLA SPIAGGIA DI MULTEDO PER FESTEGGIARNE LA RINASCITA
A seguito dell’inaugurazione della nuova spiaggia gestita dalla Levante C Pegliese, gli storici organizzatori della Festa del Sole dopo 14 anni riportano a Multedo una grande festa di musica reggae
Sabato 14 settembre 2019, a partire dalle ore 18, al nuovo Beach Club sulla Spiaggia Multedo di Pegli, si tiene l’evento Multedo Beach Party, organizzato dalla Levante C Pegliese in collaborazione con Alessandro Galbusera, storico organizzatore della Festa del Sole, format che per anni ha animato diverse location della Liguria a ritmo reggae.
Dj-set, lezioni di dancehall, bancarelle di artigianato, punto ristoro e tanto altro, in una festa che ha un doppio significato simbolico: festeggiare la rinascita di uno spazio interamente dedicato ai cittadini e ai giovani con attività sportive e ludiche di ogni genere, e riportare in vita la tradizione della Festa del Sole, il format che per 4 edizioni ha animato il ponente e l’entroterra ligure e che dopo 14 lunghi anni torna nella spiaggia della prima edizione.
«Tornare sulla spiaggia di Multedo ha un significato particolare perché è stata la location della prima edizione della Festa del Sole – racconta il direttore artistico della serata Alessandro Galbusera, storico organizzatore del party reggae più famoso della Liguria – Per noi è un bellissimo ritorno alle origini. La Festa del Sole è nata a Multedo per poi arrivare fino a Forte Sperone e Prato Rondanino; dopo 4 intense edizioni siamo stati costretti a stopparla per motivi economici e organizzativi. Ringrazio la Levante C Pegliese per l’ottimo lavoro di riqualificazione della zona e per averci dato la possibilità di riportare in Liguria un format che mancava da tanti anni».
Durante la serata a ingresso gratuito, si altereranno alla console sulla spiaggia dj e artisti molto noti nel panorama reggae e hip hopcome dj True.S, dj Lock, Effe El Nari e Mr Angioni per donare alla serata una perfetta atmosfera di allegria e divertimento. Colonna sonora della serata la musica reggae, il genere musicale che maggiormente si presta per le feste sulla spiaggia. Alle 21 il pubblico potrà prendere parte alla lezione gratuita di dancehall tenuta dalla ballerina Alice Giaccone. Non mancheranno stand di artigianato con produzioni realizzate a mano e un punto ristoro, dove si potrà cenare e ordinare cocktail. Nel pomeriggio ci sarà la possibilità di prenotare i campi da beach volley. Il party continua fino alle 2 di notte, dopodiché si andrà avanti con il volume abbassato per non disturbare gli abitanti della zona. L’ingresso al party è gratuito; è vietato accedere alla spiaggia con bottiglie di vetro.
L’evento Multedo Beach Party fa parte del calendario di appuntamenti del nuovo spazio Levante Beach Club, gestito dalla Levante C Pegliese. Un lungo lavoro costato sacrifici e fatica, che a inizio agosto ha dato vita a un nuovissimo centro polisportivo e stabilimento balneare che ha la funzione di luogo di ritrovo per cittadini e giovani del Ponente genovese e non solo. «Da molto tempo avevamo l’obiettivo di riportare in vita una spiaggia che per anni è stata abbandonata e lasciata in condizioni di manutenzione precarie – spiega Marco Doragrossa presidente della Levante C Pegliese – Grazie a una riqualificazione totale della zona, abbiamo creato un centro polisportivo dove i cittadini possono svolgere le più svariate attività, dal beach volley al beach soccer fino alla canoa e pesca sportiva, ma anche semplicemente rilassarsi su una spiaggia perfettamente attrezzata e gustarsi un aperitivo al tramonto».
La nuova struttura, inaugurata a inizio agosto, presenta due campi da beach volley e beach soccer, un punto ristoro e un dehor che si affaccia su una spiaggia attrezzata con ombrelloni, sdraio, lettini, docce e 50 cabine spogliatoio capienti, perfette anche per le famiglie. Uno spazio che è già diventato un punto di riferimento per gli sportivi, ma anche per chi ama il relax, la musica, la comicità e l’intrattenimento di ogni genere. Quasi ogni sera, infatti, vengono proposti spettacoli e serate musicali, dal cabaret alla danza caraibica, dai concerti rock ai live acustici. «La nostra volontà era quella di creare uno spazio di aggregazione su misura per ogni cittadino – continua Doragrossa – Tra gli appuntamenti serali fissi abbiamo il mercoledì sera serata di cabaret con comici provenienti da Colorado e Zelig, il venerdì sera serata di balli caraibici, il martedì sera concerti e il sabato cene con musica acustica chitarra e voce. Le serate sono a ingresso libero e stiamo ottenendo un buon riscontro da parte dei cittadini». Tutte le attività del Beach Club sono completamente aperte alle persone disabili e con difficoltà motorie, grazie alla presenza di tappeti sintetici anche lungo la spiaggia.
BIOGRAFIA DEGLI OSPITI
Dj True.S
Stefania Sensi aka DJ True.S è una dj/producer di Genova. Il suo è un background black, che affonda le sue radici prima nell’Hip Hop della scena genovese, e dopo nei Sound System Giamaicani di quella bolognese. Nel 2010 inizia col progetto SensiStar, di cui lei è tuttora MC e DJ, sound system che propone una selezione dal rap alla Dancehall. Nel 2018 un altro progetto di cui fa parte come DJ e Producer, è Doyenne, crew al femminile di Genova, con cui ha già suonato in clubs ed importanti venues. Grazie all’amicizia con Jaws, dj/producer di Jamil Baida, affina sempre di più la sua tecnica nel djing e inizia a produrre. Propone selezioni che spaziano dalla new Dancehall allʼhiphop/trap, ispirandosi soprattutto alla realtà dei Major Lazer. Il claim dei suoi dj set, come quello della sua crew Doyenne, è “Move your peach”.
Dj Lock
Daniele zunino in arte Dj Lock inizia a mixare all’età di 15 anni sui dischi di musica underground. Inizia ad appoggiarsi a club e piano piano collabora in live con lo staff metempsicosi e apertura al tenax. Per anni si ritira dalla scena per motivi familiari, ma non perde la voglia e la passione per mixare. Inizia a mixare nuovi stili musicali arrivando al reggae dancehall e hip hop, quando all’inizio del 2016 incontra il duo Bomboletta e Gonzo, già noti sulla scena reggae hip hop, finendo come dj della Riviera massive. Collabora in serate con Raphael , Lion d aka David Lion, Raina Villa Ada posse, Sista awa, Natty Roots, Sound System di Alessandria, Inoki Ness, ESA aka El pres, Bresh, Vaz Te, Leli k Lidas, Rankin Fabio. Partecipa a vari festival come Revolution festival, Hanami, Sound splash nord ovest, Goa Boa nella serata con Bizzarri Sound Luciano e Kymani Marley. Attualmente gira la regione mixando reggae dancehall e hip hop.
Effe El Nari e Mr Angioni
Alessandro Frola in arte Effe el Nari è nato a Genova. Inizia il suo percorso artistico nel 2009 formando con noti volti della scena Ligure il collettivo BlazersCrue, nel quale collabora per 8 anni facendo uscire 2 dischi One Shot Ep One Kill mixtape. Attualmente fa parte del collettivo 149 Gang con Angioni, dj e producer. Il nuovo progetto intitolato 149 presenterà 8 tracce con 3 featuring. Da 8 anni è resident Host presso l’Aqa Café, dove insieme ad Angioni e ad altri componenti forma l’Aqa Friday, il movimento creato da dj Kamo sino a oggi presente. La sua associazione culturale e il collettivo sono molto presenti sul territorio, tanto da aver creato un progetto per il doposcuola che aiuta i ragazzi togliendoli da una piazza poco confortevole e insegnando loro la cultura dell’hip hop!
Alice Giaccone
Nasce a Genova il 9 ottobre 1995. Inizia a studiare danza classica e contemporanea all’etá di 7 anni, a 15 anni mi trasferisce a Lecce per proseguire gli studi di danza classica, a 18 anni viene ammessa all’Accademia Nazionale di Danza a Roma e nel 2014 entra a far parte della DiA Junior Company, ad Haarlem (Olanda), compagnia di danza contemporanea dove studierà e ballerà per un anno. A Rotterdam, comincia a seguire lezioni di dancehall presso la DTD-Dance Till Dawn Academy con Dawn Hook e si appassiona a questo stile e cultura. Negli anni a seguire, si specializza sempre di più in dancehall studiando in Italia e all’estero, nel gennaio 2017 inizia a lavorare come ballerina per i format Kawabonga, Big Mama e Juicy. A luglio 2017 parte un mese per Los Angeles dove studia diversi stili (heels, dancehall, dancehall funk, hip hop, jazz funk, groove, ballet, contemporary) con ballerini internazionali (JoJo Gomez, Brinn Nicole, Zaggazo, Tango Leadaz, Sisco Gomez, Cat Cogliandro, Diana Matos, Natalie Gilmore, Cameron Lee, Kayla Jenssen). Dal 2018 vive e insegna dancehall, heels e twerk a Genova.
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SABATO 14 SETTEMBRE BEACH PARTY SULLA SPIAGGIA DI MULTEDO PER FESTEGGIARNE LA RINASCITA SABATO 14 SETTEMBRE BEACH PARTY SULLA SPIAGGIA DI MULTEDO PER FESTEGGIARNE LA RINASCITA A seguito dell’inaugurazione della nuova spiaggia gestita dalla Levante C Pegliese, gli storici organizzatori della Festa del Sole dopo 14 anni riportano a Multedo una grande festa di musica reggae…
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Associazione Storico Culturale LA FEDELISSIMA
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All’evento che si è tenuto presso la Cittadella di Alessandria nelle giornate di sabato 6 e domenica 7 luglio abbiamo presenziato proponendo un set-up rievocativo dedicato alla campagna coloniale italiana del ‘35-’36.
In particolare abbiamo voluto ricordare la figura dello Zaptiè, nel nostro caso uno Zaptiè libico, cioè un membro dell’Arma dei Carabinieri arruolato tra le popolazioni indigene, questo militare delle truppe coloniali italiane purtroppo oggi “dimenticato” nonostante in passato sia stato più volte premiato.
Negli anni scorsi per primi avevamo presentato i Carabinieri Reali al servizio territoriale, ricostruendo oltre all’uniforme in panno turchino anche un servizio perlustrazione, ed ancora in questo caso possiamo dire di essere i primi ad aver ricostruito a livello rievocativo lo Zaptiè, impersonato dal nostro socio, italiano con origini africane, per una ricostruzione originale e fedele al 100%, per tale motivo la nostra Associazione gli ha voluto rilasciare un encomio che attesta la sua partecipazione all’evento e il “primato” raggiunto.
L’uniforme richiede ancora qualche ritocco sartoriale e qualche particolare va aggiunto, ma trattandosi del primo evento, potremmo dire che un ottimo risultato è stato raggiunto e che siamo all’opera per migliorare tutto nei minimi dettagli, felici ed orgogliosi del successo di questo nostro progetto stiamo già lavorando per presentare nuove cose oggi praticamente sconosciute.
Questo è il nostro compito, mostrare ciò che è stato scordato, non si tratta di semplici rievocazioni storiche ma di complessi studi e ricerche per rendere vivi i libri di storia. Sentirsi dire da alcuni parenti di reduci “mi sembra di vedere ciò che mio nonno raccontava” oppure quando i collezionisti di fotografie d’epoca ci dicono “mi sembra di vedere le mie foto a colori”, spesso non sappiamo come ringraziare quando riceviamo questi complimenti che danno molta importanza al lavoro che svolgiamo, possiamo solo dire che tutto ciò è una soddisfazione unica.
Un caloroso ringraziamento è dovuto agli amici che ci hanno aiutato e sostenuto nella ricerca e nella ricostruzione, quali: Guido Antoniazzi esperto di uniformi dell’Arma dei Carabinieri, Stefano Spazzini esperto di uniformi coloniali, Lucafabio Maiorano esperto di uniformi italiane, Alessandro Fontanesi e Matteo Leddi collezionisti.
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Il Presidente
Marcello Vaccari
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GALLERIA FOTOGRAFICA RIEVOCAZIONE STORICA “LA FEDELISSIMA”
Ad Alessandria rivive per la prima volta la figura dello Zaptiè Associazione Storico Culturale LA FEDELISSIMA All’evento che si è tenuto presso la Cittadella di Alessandria…
#carabinieri reali#Cittadella di Alessandria#colonialismo#colonie#La Fedelissima#Rievocazione storica#zaptié
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Sabato 4 settembre nell’Area Archeologica Libarna la presentazione
Sabato 4 settembre nell’Area Archeologica Libarna a Serravalle Scrivia si tiene una giornata dedicata al l Passito dal Passato con presentazione del progetto eno-culturale che lega l’antico Acinaticum agli attuali passiti della zona.Si parte al mattino con delle visite guidate all’area Archeologica Libarna a cura del personale della Soprintendenza. Poi dalle 15 gli interventi... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/3BL8VMb via Adriano Montanaro - Alessandria
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110 anni fa Filippo Tommaso Marinetti detto “Effetì”, la “Caffeina d’Europa”, il “cretino fosforescente” pubblica il Manifesto del Futurismo su “Le Figaro” (e s’inventò il giornalismo moderno)
L’avevano chiamato la Caffeina d’Europa. E Filippo Tommaso Marinetti, nato in una casa sul mare, ad Alessandria d’Egitto, “col preannunzio sciroccale”, il 22 dicembre 1876, con la sua dirompente carica rivoluzionaria e geniale, in effetti, aveva saputo infiammare lo scenario culturale dell’epoca, riuscendo a rompere la grammatica della tradizione letteraria, esaltando i nuovi miti della modernità, la macchina, i valori della potenza e del coraggio, e della guerra. La sua creatività e la sua originalità erano, a suo dire, patrimonio genetico: “Mio padre m’infuse nel sangue la sua tenacia piemontese – aveva scritto – Gli devo la sua grande forza di sanguigno volitivo e dominatore, ma fortunatamente non ho il fitto intrico dei suoi cavilli spirituali, né la sua memoria stupefacente”.
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L’avvocato, il padre, Enrico Marinetti è nato in una famiglia di piccoli trasportatori a Pontecurone, tra Tortona e Voghera, dove porta avanti uno studio legale ben avviato, si legge nella biografia Filippo Tommaso Marinetti. Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario di Giordano Bruno Guerri (Mondadori, 2017). Ad un certo punto, però, il padre del grande futurista si innamora di Amalia Grolli, che, purtroppo, è già sposata e pure triste. Così i due innamorati scappano ad Alessandria d’Egitto per vivere il loro amore autentico ma troppo anticonvenzionale, per l’epoca. La madre di Filippo Tommaso “fu tutta una poesia delicatissima e musicale di tenerezza e lagrime affettuose” e, prima dell’artista, nel 1874 aveva messo al mondo il primogenito, Leone. La casa natale sul porto antico di Alessandria è colma di arredi orientali e altrettanto abbondanti sono i nomi di Filippo Tommaso: Susù, Tom, Thomas, anche se, al consolato e all’anagrafe di Milano, è registrato soltanto come Emilio Angelo Carlo e dice di chiamarsi Filippo Achille Giulio, ma poi, dal momento in cui inizia a scrivere, sceglie Filippo Tommaso e per i più intimi, semplicemente “Effetì”. Una marea di nomi a cui votarsi.
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“Quando appariva distratto, preoccupato da problemi di difficile soluzione o non risolti secondo la sua direttiva – scrive di lui Aldo Palazzeschi – con la sigaretta in bocca si sedeva all’organo per eseguire una sonata che faceva assurgere al massimo livello l’atmosfera da Harem-Moschea di quella casa. Eseguita la sonata si alzava ridendo: ogni dubbio dileguato, ogni difficoltà risolta, il suo ottimismo era di tale lega che nulla riusciva a scalfirne la buccia”. L’appetito futurista, poi, è proverbiale (si ricordano ancore certe mangiate di pastasciutta al Savini di Milano) e ben alimentato con “costolette ampie come bandiere formaggio gorgonzola e vino Grignolino” servito dalla cuoca Marietta. Palazzeschi ricordava: “All’ora del pranzo e a quella della cena appariva Nina giovanissima cameriera azzurra e dalla grazia squisitamente goldoniana, con la massima spigliatezza e quasi con sdegno toglieva da quella tavola, divenuta una fucina, tutto quello che c’era di più per poterla restituire, almeno provvisoriamente, alla propria natura”. Un eccentrico e un dandy che, nonostante le numerose amicizie, incontra anche non poche polemiche e riceve curiosi epiteti: “una nullità tonante” lo definisce Gabriele d’Annunzio (del resto Effetì lo chiamava vecchio trombone e lui gli rispondeva: cretino fosforescente), “poeta degli imbecilli” fu invece il lieve soprannome affibiatogli da Antonio Fogazzaro. Ma la sua vitalità è incontenibile e passa volentieri dalle parole (e dai versi e dagli insulti), ai fatti.
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Nel 1905, appunto, pubblica l’inno, in francese, A l’automobile e pochi anni più tardi, si compra un’Isotta Fraschini da quasi cento cavalli, nomen omen. Ma guidare un “automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia” (il vocabolo è maschile, si sa, all’inizio, fino al 1923, quando d’Annunzio, in una lettera a Giovanni Agnelli, decide di cambiargli il genere) non è così immediato per Marinetti, che si domanda: “se un po’ alla volta riesco a imparare i rudimenti della lingua cinese, volete che non riesca infine a pilotare una Isotta Fraschini?”. Eppure, proprio mentre prende lezioni di guida dall’amico meccanico Ettore Angelici, il 15 ottobre 1908, in via Domodossola, il fattaccio. Gli compaiono davanti due ciclisti, “titubando come due ragionamenti, entrambi persuasivi e nondimeno contradditori” e il futurista sterza bruscamente, precipitando, con qualche ammaccatura, nel canale. Da allora, il futurista si fa accompagnare sempre da uno chauffeur. “Noi vogliamo inneggiare inneggiare all’uomo che tiene il volante” si legge, curiosamente, nel celebre Manifesto del Futurismo, ma l’uomo in questione è quindi l’autista, se vogliamo leggere alla lettera la sua vita. Il Manifesto appare in prima pagina su Le Figaro di Parigi, quello storico 20 febbraio 1909. Ma non è il solo giornale ad ospitare il Manifesto del futurista che dichiarò guerra al chiaro di luna, e non è il primo.
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“Marinetti aveva inondato i giornali italiani – scrive Guerri – di volantini con il testo e sono state rintracciate, finora, otto edizioni a stampa precedenti Le Figaro: sulla Gazzetta dell’Emilia, su Il Pungolo di Napoli, sulla Gazzetta di Mantova, sull’Arena di Verona, sul Piccolo di Trieste, a Napoli su Tavola rotonda, poi sul Giorno di Roma”. I quotidiani locali accolgono il progetto futurista con “il coraggio, l’audacia, la ribellione”, mettendo, in prima pagina, un articolo dalla potente carica esplosiva. Un articolo, in undici punti (tremila battute, spazi inclusi) destinato a “inventare” il giornalismo moderno, come ha scritto Pontus Hulten: “Marinetti ha inventato il giornalismo moderno. Ha capito che l’informazione precede gli avvenimenti. Quando ha pubblicato il Manifesto, il Futurismo non esisteva ancora”. Anche Marinetti, come molti scrittori, ha con sé un’arma carica, in punto di morte. Qualche mese prima di morire, Marinetti, che si è ormai trasferito a Como, vicino al Lario, riceve in dono una rivoltella da parte dell’ambasciatore giapponese Shinrokuro Hidaka. Grazie all’amico nipponico sono stati salvati anche cinque grossi faldoni di documenti, manoscritti, lettere e inediti di Marinetti. Ancora una volta, l’ambasciatore giapponese interviene nella vita del futurista, invitandolo a trasferirsi in due stanze all’Hotel Splendido, l’attuale Excelsior, di Bellagio. La vita abbandona il futurista, ormai sconfitto, magro e malato, davanti ad un lago, quello di Como, luogo di passaggio più che mai in quell’istante, da un mondo all’altro, dall’Italia del nord ferita sotto i bombardamenti alleati. La Caffeina d’Europa si spegne allo Splendido di Bellagio, il 2 dicembre 1944, dietro i monti del lago di Como. E si chiude così il Futurismo, per Marinetti, quel gelido giorno d’inverno.
Linda Terziroli
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CALLIMACO
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CALLIMACO
CALLIMACO
Non amo la poesia comune e odio la strada aperta a chiunque. Odio un amante goduto da tutti e non bevo ad una pubblica fontana. Odio ogni cosa divisa con altri. Certo, Lisània è bello! Bello! E ancora non l’ho detto che un’eco già ripete: “E’ anche d’un altro.”
Ant. Pal. XII, 43:
La traduzione è di Salvatore Quasimodo, che si dilettò con eccellenti risultati alla traduzione dei lirici greci. E’ un epigramma contenuto nell’Antologia Palatina, così chiamata perché ritrovata nel 1600 ad Heidelberg, nel Palatinato, basata su una raccolta di epoca bizantina.
E’ evidente la metafora: Callimaco proclama la propria volontà, il proprio programma poetico, con la ricerca dell’originalità avanti a tutto. Callimaco è di Cirene, colonia greca in Libia, e da Cirene proviene anche la regina Berenice II, moglie del faraone Tolomeo III Evergete (=Benefattore). E Berenice introdusse a corte e negli ambienti colti il suo concittadino, Callimaco.
Capitale dell’Egitto allora era Alessandria, una della ventina di città, tutte con lo stesso nome, fondate da Alessandro Magno, un raro esempio di modestia. La città era stata fondata sulla riva del Mediterraneo, sulla base di un progetto generale, elaborato su carta, sul modello della ricostruzione di Mileto, ad opera dell’architetto urbanista Ippodamo, dopo la fine delle guerre persiane, in cui Mileto era stata distrutta.
In precedenza le città greche nascevano intorno all’acropoli, un tempo residenza del re, ma poi divenuta area sacra e fortificata, come estremo baluardo in caso di attacco. Intorno al nucleo primitivo andavano aggiungendosi gli altri elementi urbanistici, con il criterio di armonizzarli all’esistente. Con Mileto prima, ed ora con Alessandria si afferma un nuovo modo di sviluppare una città: disegno su carta, con spazi ben individuati, e sua concretizzazione materiale, sulla base della razionalità e della funzionalità. I romani faranno la medesima cosa, partendo però dal modello del loro accampamento militare (vedi Torino ed Aosta, ad esempio).
Ad Alessandria regna la dinastia dei Tolomei, iniziata da Tolomeo I. questi era un luogotenente di Alessandro, che a lui aveva affidato il compito di regnare pro tempore sull’Egitto, con il progetto di riprenderselo, insieme a tutti gli altri territori conquistati, per la costituzione dell’impero universale. Ma Alessandro era morto prematuramente a Babilonia, forse di malaria, ed i suoi luogotenenti si tennero i regni ricevuti pro tempore. E Tolomeo I era divenuto faraone d’Egitto. Si formarono così i regni ellenistici, che si logorarono a vicenda in lunghe dispendiose ed inutili guerre, ed ebbero il solo risultato di indebolirsi a vicenda. Ed i romani ebbero gioco facile a sottometterli tutti.
Tolomeo si proclamò faraone, per inserirsi nella millenaria tradizione d’Egitto, ed essere accettato dai sudditi, ma l’elemento guida del regno era greco: funzionari di corte, dignitari sacerdoti, categorie produttive, alti gradi militari, élite culturale erano tutti greci, ed la lingua greco- ellenistica divenne l’inglese del tempo.
Ad Alessandria fu istituita la prima biblioteca dell’antichità, e sul suo modello si innalzarono dappertutto – Roma compresa – biblioteche pubbliche. L’immagine più comune che oggi si ha di una biblioteca, almeno da noi, è quella di un edificio destinato a contenere una gran quantità di volumi, nella consultazione dei quali c’è la ragione prima della sua esistenza. Ma allora non era così: ad Alessandria (ed altrove) la biblioteca aveva due funzioni principali: a. la raccolta la sistemazione e l’elaborazione della versione ufficiale delle opere che venivano dall’antichità (Omero ed Esiodo, ad esempio); b. elaborazione di nuovi prodotti, specialmente poetici.
Titolo di prestigio era quello di Bibliotecario di Alessandria: era la patente di uomo di immensa cultura e di grande carisma. Callimaco non rivestì mai questo ruolo, ma fu uno degli animatori della vita culturale di Alessandria, e la sua opera era destinata ad avere una enorme importanza nella cultura del tempo, e poi a Roma e poi nel mondo occidentale.
Mega biblìon mega kakòn: grosso libro grosso guaio. Questo detto è una delle chiavi principali per entrare nella produzione di Callimaco: negli ultimi decenni la letteratura si orientava verso il manierismo imitativo dei grandi poeti del passato, con inevitabile isterilimento della creatività. “Odio il poema del ciclo”, dice ancora Callimaco, che ama l’espressione condensata, sintetica, ma che nella sintesi contenga tutti i dati essenziale della narrazione di un tema. Dunque compito del poeta è di sfrondare l’espressione, rivedendo, correggendo, limando: ecco, nasce quello che a Roma si chiamerà ‘labor limae’.
Callimaco narra miti, ma cercando versioni meno note, che gli danno maggiore spazio creativo, sempre proteso verso l’originalità. E’ il fondatore della poesia ‘eziologica’ , vocabolo che discende da ‘àition’ , causa, ed uno degli aition più riusciti e destinati a grande fortuna nella storia della letteratura latina prima, ed europea poi, è “La chioma di Berenice.” , Tolomeo III era partito per una guerra contro la Siria, e sua moglie , Berenice, aveva fatto voto di sacrificare la sua splendida chioma, se il marito fosse tornato incolume. Cosa che avvenne, e lei tenne fede al voto. La chioma recisa fu posta nel tempio di Afrodite, ma misteriosamente scomparve. E l’astronomo di corte disse di averla ritrovata in cielo, sotto forma di costellazione. E tutto ciò è messo in versi da Callimaco, che fa raccontare il tutto dalla chioma stessa.
Brevitas e labor limae: saranno i criteri dominanti dell’elaborazione poetica, in Grecia come a Roma. Il poeta augusteo Orazio ammira l’autore di satire Lucilio, di un secolo prima, ma gli rimprovera la scarsa cura dell’espressione: definisce il suo verso limaccioso come l’acqua di un fiume, da cui molto è da togliere, che appesantisce l’opera. E noi moderni, italiani in particolare, siamo figli di Callimaco: è vero o no, che, quando ci disponiamo a scrivere, automaticamente elaboriamo un’espressione diversa da quella parlata? Labor limae, appunto.
C’era inoltre la novità del libro. Esisteva anche prima: Erodoto, ad esempio, deve aver per forza scritto la sua monumentale Storia, ma la diffusione era orale e fatta in pubblico, nella agorà di Atene, tanto per iniziare, ma per forza di cose l’aveva scritta. Se ne fecero delle copie (a mano, è ovvio), e cominciarono a circolare. Ad Alessandria, nella biblioteca, fu fatta l’analisi delle varie copie reperibili, e si stilò l’opera ufficiale, che è quella arrivata a noi. E così per Omero e gli altri. A fare materialmente il lavoro erano degli amanuensi, degli scribi, persone di buona cultura, che spesso nella zona marginale della pagina eventualmente rimasta libera inserivano i loro commenti, gli scholia marginalia, fonte preziosa per noi di innumerevoli notizie. Erano gli scoliasti.
Il materiale scrittorio era particolarmente costoso, papiro o pergamena che fosse. Perciò, quando si diffuse l’ambizione di avere il proprio libro di proprietà a casa, nella biblioteca familiare, per soddisfare tale desiderio, si doveva essere ricchi, essendo il libro un oggetto di pregio, e tale è rimasto fino all’inizio degli anni 60 del secolo scorso, quando si è diffusa l’editoria tascabile. La libreria domestica era un mobile con varie scansie, in cui si deponevano i rotoli di papiro, e fu un ulteriore elemento e fattore di disuguaglianza sociale. Per permettersi una libreria domestica, infatti, si doveva essere danarosi, avere quindi del tempo libero in abbondanza, e possedere adeguata cultura: tutta roba da ricchi. Lo scrittore, il poeta, questo lo sapeva, quindi doveva porre particolare cura nell’elaborazione dell’opera. Quando questa ha una divulgazione orale, verba volant, quindi non è indispensabile una cura insistita della forma. Invece, quando la sua diffusione è scritta e costa pure, scripta manent, ed il compratore il testo la ha lì, e lo può consultare quando vuole. E, se resta deluso, non comprerà più né consiglierà l’autore.
Ecco allora la precettistica di Callimaco: brevitas, mega biblìon mega kakòn, ed il labor limae, e spesso la citazione o l’allusione ad autori antichi e famosi, una delle cose più divertenti per chi comprava il libro. Ecco allora lo sviluppo della ‘industria’ cartaria, la nascita del mestiere dello scriba, quello del libraio e quello dell’editore. E’ nato il libro in tutte le sue componenti. L’opera è composta per essere diffusa per iscritto. Solo un autore in precedenza aveva scritto per la diffusione scritta delle sue opere letterarie: Platone (e come ti sbagli?!). I suoi dialoghi e le sue lettere sono le prime opere letterarie in prosa della nostra cultura pubblicate per una diffusione scritta. Letterarie ed in prosa, ho affermato, perché quelle di storia pure sono scritte, ma, ribadisco, destinate ad una divulgazione mediante pubblica lettura. Ora la lettura piace privata ed a casa.
Quando si impone un regime totalitario, c’è sempre il rogo dei libri, o materiale o ideale. Infatti anche quando si dice che la cultura non serve, e gli intellettuali sono guardati con sospetto e quasi messi alla gogna; quando si proclama che uno vale uno, e che la competenza in fondo non serve, quando arriva qualcuno che concentra su di sé tutta l’attenzione di un popolo, si torna indietro a passi da gigante. Quando ministri della Nazione diventano ex DJ, ex bibitari eccetera……..
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