#carabinieri reali
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Medaglie d'Oro della 2ª Guerra Mondiale - Carabiniere SAVINO COSSIDENTE - Marmarefià (Etiopia), 20 luglio 1940
Nome e CognomeSavino CossidenteLuogo e data di nascitaLavello (Potenza), 23 marzo 1916Forza ArmataRegio EsercitoArmaCarabinieri RealiCorpo o specialitàRepartoUnitàGruppo Carabinieri dell’EritreaGradoCarabiniereAnni di servizio1936 – 1940Guerre e campagnePrima Guerra Mondiale Guerra d’AbissiniaSeconda Guerra Mondiale (Africa Orientale)Luogo e data dell’eventoMarmarefià (Etiopia), 20 luglio…
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CARTOLINE COLONIALI - CARABINIERI REALI (DELL'AOI).
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Italian Model 1891 Carbine Gardone VT Calibre 6.5x52 Date: 1937
These were adopted on 9 June 1893 and under Act No. 116 dated of 15 July 1893 is when the nomenclature became official. These have been referenced as Cavalry Carbines this is incorrect and no such name has ever been used that called them as such.
These were initially made to be issued to Cavalry Troops but were however issued to other troops as well such as the Carabinieri Reali, Bersaglieri Ciclisti, and later to the Paratroopers and the MVSN Troops.
Initially these models did not have handguards on them but were added to them as per Circular No.400 dated June 30, 1916.
They modified or manufactured new made nose caps for these with a little tab on the top of them to fit the handguard into. As part of this modification process they also had to modify the rear sight assembly on the back where the handguard fit into it.
Gardone Val Trompia Manufactured 153,00 M1891 Carbines between 1935 - 1937
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Carabinieri Reali Bicorne from the Kingdom of Italy dated to 1915 on display at the Heeresgeschichtliches Museum in Vienna, Austria
The Royal Caribaneers, or "Carabinieri Reali", are the national gendarmerie (military police) of Italy. During the First World War they took part in the assault of South Tyrol under General Luigi Cadorna who deployed them as barrier troops, setting up machine gun posts in the rear to stop Italian soldiers retreating.
Photographs taken by myself 2022
#art#fashion#20th century#italy#italian#kingdom of italy#uniform#first world war#military history#heeresgeschichtliches museum#vienna#barbucomedie
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LO STATO DELLA COSE_CHIARA ALESSI
Ci sono e ci sono state pochissime persone, e pochissimi intellettuali, che hanno raccontato la Storia (quella con la “S” maiuscola) attraverso la storia degli oggetti. Così a memoria mi vengono in mente Paolo Fossati, Bruno Munari, ma anche Neil MacGregor, ricordando quel gran libro che è “La storia del mondo in 100 oggetti”. Non posso poi non citare Andrea Branzi e Kenya Hara e la loro grandiosa mostra “100 verbi” di qualche anni fa alla Triennale di Milano. Indubbiamente qualcuno c’è stato, ma non sono molti. È anche per questo che ho accolto con interesse e curiosità “Lo Stato delle cose” (Longanesi) di Chiara Alessi, dopo aver già letto “Tante care cose” lo scorso anno. Chiara Alessi entra quindi di diritto nel novero dei “raccontatori” della Storia attraverso le cose. “Lo stato delle cose” non è tuttavia la prosecuzione del libro precedente, pur trattando anch’esso di oggetti, in quanto in questo volume non si tratta più di oggetti di design, ma di oggetti di uso comune, ma in un certo senso molto simbolici. Non per nulla il sottotitolo del libro è “Breve storia della Repubblica per oggetti”. Chiara Alessi sceglie di parlare di sei “oggetti”, la borraccia, la penna a sfera, la “schiscetta”, il passamontagna, la striscia rossa dei carabinieri, il fiore del logo Fininvest. Apparentemente questi oggetti reali e simbolici, non sembrano avere un diretto rapporto tra loro, ma Chiara Alessi, racconta una storia fatta di legami sottili, che l’autrice ricerca con passione e che effettivamente appaiono convincenti, ma soprattutto affascinanti. La borraccia (in realtà una bottiglia) che apre il volume è quella che si scambiano Coppi e Bartali al Tour de France. Un’immagine pubblicata su “Lo sport illustrato”, che colpì molto la fantasia popolare, ma che forse non era un’immagine così genuina come si potesse pensare. Chiara Alessi, partendo dalla ricostruzione di tutto ciò che sta intorno a quello scatto, ci racconta la storia di questo oggetto e del suo mutare, anche in relazione alla storia del costume e della storia tout court. Le stessa cosa avviene, nel capitolo successivo, (che ha in realtà moltissimi punti di incontro con il capitolo precedente) per la penna a sfera, a cominciare dal legame con Gino Bartali, primo testimonial di una penna (sebbene stilografica) nel 1953. Questa capacità della Alessi di tenere vivo il legame tra gli oggetti, prosegue per tutto il libro. E così dopo la penna a sfera, messa in cantiere dall’ingegnere torinese Marcel Bich, e la penna Aurora prodotta da Olivetti grazie a Marcello Nizzoli, è la volta della”schiscetta, il contenitore per il pasto della classe operaia, che vedrà ancora la Olivetti come esempio inimitabile ed inimitato, nel rapporto tra impresa e classe operaia. Insomma come si sarà capito, non si tratta solo di oggetti, ma di rapporti umani, sociali, economici e di politica in senso nobile. È in questa chiave che viene raccontata la storia del passamontagna, indumento che da pratico diventa simbolico (ricordiamo il passamontagna dei terroristi o quello delle Brigate Rosse), ma è anche la storia del Conte di Cardigan che utilizzò il passamontagna per le truppe inglesi in Crimea, quello del Subcomandante Marcos e quello delle Pussy Riot. Capita la stessa cosa anche per il curioso capitolo sulle strisce rosse dei pantaloni dei carabinieri, la striscia rossa più famosa d’Italia, che fanno parte di una “uniforme” e non di una “divisa”, cosa molto diversa anche da un punto di vista concettuale. Anche il fiore del logo Fininvest contiene allusioni, significati e relazioni che sono tutt’uno con la storia del nostro Paese (ah già, dimentico sempre che adesso si deve dire “nazione”). Insomma un libro che parlando di “cose” in realtà parla di tutto, perché sono le cose che spesso parlano di tutto, basta trovare solo chi, come Chiara Alessi, riesca a farle parlare…
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Randazzo, Maletto e Maniace: deferite ben 55 persone che avevano manomesso il contatore dell'elettricità
Randazzo, Maletto e Maniace (Catania): deferite ben 55 persone che avevano manomesso il contatore dell'elettricità I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito di specifici indirizzi investigativi ed in stretta collaborazione con la società che gestisce il servizio di distribuzione dell’energia sul territorio nazionale, hanno da tempo avviato un’attività di monitoraggio per l’individuazione di “utenti” che, mediante l’approntamento di accorgimenti tecnici, elettrificano le loro abitazioni a discapito degli onesti cittadini che regolarmente pagano il corrispettivo del loro consumo. In particolare la Compagnia di Randazzo con la locale Stazione, nonché con quelle di Maletto e Maniace, hanno proceduto al deferimento di ben 55 persone che, nei loro rispettivi territori di competenza, si erano rese autrici di tale odioso stratagemma. Nel corso dell’attività, che come comunicato dallo stesso gestore elettrico avrebbe cagionato perdite nell’ultimo quinquennio per oltre 66.000,00 euro, i Carabinieri hanno scoperto svariate tecniche di “acquisizione abusiva” di corrente elettrica, constatando come esse spaziassero da interventi sugli stessi contatori elettrici ai più classici, ma rudimentali, allacciamenti sul cavo della rete pubblica. In particolare i Carabinieri, sempre supportati da personale tecnico della E-Distribuzione, hanno verificato che la metodologia più utilizzata dai “furbetti del contatore”, segno “dell’evoluzione dei tempi”, consiste quasi totalmente nella modifica del software del misuratore elettrico, ciò mediante il compiacente e prezzolato intervento di operai specializzati al fine così di indicare, in difetto però, il reale maggior consumo da parte dell’utente. Nulla, però, potrà confutare la lettura da parte del personale preposto, effettuata presso la centrale elettrica, dei reali e ben più onerosi consumi con conseguente denuncia di quel “furbetto” ai Carabinieri. Ormai meno utilizzata ma certamente più fantasiosa, invece, quella rappresentata dal classico e pericolosissimo sistema di allaccio alla rete pubblica che, per la sua precarietà, può causare folgorazioni o incendi nelle abitazioni. A tal proposito i Carabinieri sono rimasti colpiti nello scoprire l’estro illegale e la “tecnologia mistica” di un’anziana di Maletto la quale, nella propria abitazione, aveva fatto realizzare un singolare accorgimento, che stavolta però non aveva sortito l’effetto sperato, con il quale era in grado di avvalersi a proprio piacimento dell’elettricità “gratis” tramite un collegamento by-pass. In pratica la donna poteva decidere se utilizzare o meno il suo accorgimento, magari per utilizzare un grosso e dispendioso apparecchio domestico o, più semplicemente, per uscire indenne dall’ennesima verifica da parte del tecnico incaricato della verifica dei suoi consumi. Particolare pittoresco di questo sistema, inoltre, era rappresentato dal fatto che i collegamenti, con il relativo pulsante di comando, erano celati all’interno di una nicchia in un muro della cucina a copertura della quale la signora aveva apposto l’effigie di San Pio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Intervista impossibile a Rodolfo Siviero: prima parte
Rodolfo Siviero Intervista impossibile a Rodolfo Siviero, figura molto discussa, ricordato per aver revuperato e riportato in Italia opere d'arte trafugate dai Nazisti, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Tempo fa ho deciso di andare a visitare il museo dello 007 dell'arte Rodolfo Siviero. Nel Lungarno Serristori si trova un villino il cui proprietario collezionista e storico dell'arte ebreo Giorgio Castellano vi abitava insieme alla moglie Matilde Forti e il figlio Paolo. Questa abitazione venne acquistata dal Siviero dal figlio Paolo, dopo le leggi raziali emanate dal governo italiano. Ne fece la base di partenza per i suoi viaggi per il mondo a recuperare le opere d'arte portate via o acquistate dai Nazisti per le collezioni private di Hadolf Hitler e Herman Goering. Vi abitò fino alla morte facendone un museo lasciato per disposizione testamentaria alla Regione Toscana affinchè lo mantenesse e lo aprisse al pubblico per le visite. Mentre giravo per le stanze del piccolo museo, mi sono imbattuto in un elegante signore di circa 72 anni seduto ad una scrivania, mentre guardava con una lente di ingrandimento un quadro disteso sul piano. Mi sono fermato a guardare il suo lavoro. L'uomo sentendosi osservato , ha interrotto il suo lavoro e mi ha apostrofato: Desidera? Sono rimasto impietrito e ho farfugliato: Bu buon giorno, sta restaurando quel quadro? No sono il padrone di casa e di tutto quello che c'è dentro. Mi chiamo Rodolfo Siviero, e lei? Piacere, mi chiamo Alberto Chiarugi, sono venuto vedere la sua collezione di quadri e statue e se lei permette vorrei farle alcune domande sulla sua vita e l'attività di recupero. Una amichevole intervista da pubblicare sulla Rivista Fiorentina FlorenceCity. Va bene acconsento, le racconterò la mia avventurosa vita. Prego, inizi pure.
Mi chiamo Rodolfo Siviero, sono nato nel paese di Guardistallo nella Maremma pisana la viglilia del Natale del 1911, sono figlio di un sottufficiale dei Reali Carabinieri e della senese Caterina Bulgherini. Ho anche una sorella Imelde detta Rina più piccola. Giunsi con la mia famiglia a Firenze nel 1924, dove mio padre era stato trasferito. La mia carriera scolastica non era molto brillante, non ho mai preso un diploma. iniziai anni dopo a seguire corsi umanisti universitari. All'epoca mi consideravo un Don Giovanni, mi iscrissi come tanti italiani al Partito Fascista. Ero un grande idealista, amante dell'arte e poeta. Ho collaborato al giornale del Partito Fascista. Anni dopo sono entrato in contatto con gli intellettuali frequentanti il bar delle Giubbe Rosse, grazie a queste conoscenze iniziai a lavorare per alcune testate giornalistiche come critico artistico e letterario. Nel 1936 sono riuscito a pubblicare dall'editore Le Monnier una raccolta di liriche da me scritte dal titolo "La Selva Oscura". Così lei aveva realizzato il sogno di diventare poeta. Continui, la sua vita incomincia ad interessarmi. Conoscevo e parlavo correntemente diverse lingue straniere, riuscii ad entrare in contatto con alte cariche del Partito. Era mia intenzione di fare la carriera diplomatica o entrare a far parte di istituti di cultura italiani. Dopo un anno, il Servizio Investigativo Militare, mi fece avere una borsa di studio universitaria in storia dell'arte in Germania. In realtà si trattava di una copertura per un incarico di informatore. La missione si svolse nella città di Erfurt dalla fine del 1937 al 1938. L'incarico mi venne assegnato dal Generale Alberto Pariani, sottosegretario alla guerra, responsabile delle azioni segrete. Tutto per raccogliere informazioni sull'annessione dell'Austria al Terzo Reich. La missione in Germania ebbe fine nel dicembre del 1938, fui espulso come persona non gradita. Credevo che il ritorno a Firenze mi avrebbe riservato una accoglienza migliore. Purtroppo veni messo sotto controllo . Il servizio segreto dei fascisti, avevano scoperto che, durante la permanenza in Germania mi ero avvicinato agli alleati e in Italia ai movimenti antifascisti. Fine prima parte
Alberto Chiarugi Read the full article
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Ritrovata la lettera di Colombo in cui annuncia la scoperta dell'America. Era nella Biblioteca del Congresso Usa
(da AdnKronos) Si trovava nella Biblioteca del Congresso Usa la lettera che Cristoforo Colombo aveva scritto ai Reali di Spagna, Ferdinando e Isabella, annunciando la scoperta del Nuovo Mondo. Il documento era stato trafugato dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze e acquistato dalla Biblioteca del Congresso in una casa d’aste per 400mila dollari. Valore sottostimato, secondo i Carabinieri del…
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#Biblioteca del Congresso#Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale#Cristoforo Colombo#Scoperta dell&039;America#Stati Uniti
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Maxi operazione Cc in Calabria a tutela dell'ambiente, arresti
Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza, i Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica e del Comando per la Tutela Forestale e dei Parchi, stanno dando esecuzione a numerosi provvedimenti cautelari personali e reali, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica…
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25 lug 2023 19:08
"SEMBRAVA UNA BELVA IN GABBIA" - RITROVATI I DIARI DELL'UOMO CHE SCORTÒ E SORVEGLIO’ BENITO MUSSOLINI NELLE SETTIMANE SEGUENTI ALLA SUA DEPOSIZIONE - IL MARESCIALLO CURTI SCRISSE TUTTO NEI SUOI QUADERNI “DURANTE LA SUA PERMANENZA A LA MADDALENA BADOGLIO CONSENTE A MUSSOLINI DI RICEVERE DONI CHE ARRIVANO DA HITLER E DA GÖRING”. SULLO SFONDO LA PREOCCUPAZIONE MAGGIORE È QUELLA CHE IL PRIGIONIERO POSSA FINIRE IN MANO TEDESCA O ANGLOAMERICANA. “GLI ORDINI DI ROMA SONO DI NON LASCIARLO CADER VIVO: GLI SI SCARICA LA PISTOLA ADDOSSO E LO SI SPEGNE!” -
Estratto dell'articolo di Andrea Parodi per “la Stampa”
Osservatelo mentre passeggia sulla terrazza con lo sguardo truce. In quell'animo non vi è dignità, in quel cuore non vi è umanità. Sembra una belva in gabbia». Parole che descrivono Benito Mussolini, da pochi giorni deposto a seguito del suo arresto, il 25 luglio 1943.
La terrazza è quella di Villa Webber, all'isola della Maddalena, dove per venti giorni, dal 7 al 28 agosto, Mussolini viene rinchiuso prima del trasferimento al Gran Sasso.
A scrivere queste parole, lucide, è un testimone d'eccezione. L'autore è Edoardo Curti, un maresciallo dei Carabinieri Reali scelto dagli Alti Comandi per la missione più importante della sua vita: scortare e sorvegliare l'ex Duce nelle settimane immediatamente seguenti alla sua deposizione. Parole che emergono da un diario, casualmente riscoperto dai due figli solamente quindici anni fa, che sta per essere pubblicato da Edizioni Remedios, piccola casa editrice di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, dove Curti andrà a vivere dopo la guerra, al comando della locale stazione dei Carabinieri.
(...)
Da due anni Edoardo Curti, che nel 1943 ha 43 anni, si trova a Roma in missione con scopi investigativi per conto del Comando Generale dei Carabinieri Reali.
Quel 27 luglio viene scelto come uno degli uomini di fiducia per la missione. Mussolini viene portato prima in auto a Gaeta, poi in nave a Ponza, e da lì, sempre via mare, a La Maddalena, in Sardegna, per la sua permanenza più lunga, prima che un idrovolante lo trasporti «in continente», con destinazione Gran Sasso.
«È probabile che mio padre – spiega Graziano, l'altro figlio – abbia sentito la necessità, in quei giorni, di scrivere un diario, ben conscio di essere testimone di un momento di grande importanza, non solo per la sua vita professionale».
Dettagli che hanno colpito soprattutto la professoressa Giovanna Sotgiu, storica della Maddalena, che ha ritrovato passaggi di estrema importanza. «Per esempio, viene descritto per la prima volta il numero della scorta di Mussolini – spiega Sotgiu – composta da 70 carabinieri e 30 metropolitani». Ma anche incroci di testimonianze che la convincono sulla bontà del racconto di Curti: «Vengono citate le diverse visite di don Salvatore Capula, dettagli che coincidono con la versione del prelato».
Don Capula è il parroco della Maddalena negli anni della guerra. Viene chiamato da Mussolini per il supporto religioso, compresa la Messa officiata in ricordo del figlio Bruno, morto esattamente due anni prima in un incidente aereo. Celebrazione a cui lo stesso Curti partecipa, descrivendola nel diario. Sotgiu è tra i pochi ad aver avuto accesso alle carte di don Capula, custodite ancora oggi in un luogo segreto per sua specifica richiesta.
Durante il periodo della Maddalena, Mussolini è ospitato in località Padule, all'interno di Villa Webber, residenza ottocentesca di James Phillipps Webber, un ricco inglese che la costruisce in un improbabile stile moresco-italiano come propria abitazione per gli ultimi anni della sua vita. Risulta essere in cattive condizioni già all'epoca, oggi si trova in uno stato di completo abbandono.
Qui l'ex Duce (che Curti spesso paragona a Napoleone, per il comune destino di essere confinato in un'isola dopo la destituzione) viene spesso apostrofato con considerazioni personali. «Curti è un uomo che conosce bene il suo tempo ed è in grado di valutare i suoi contemporanei sulla base dei loro comportamenti – spiega Sotgiu -; profondamente negativa è la valutazione sulla impreparazione mostrata dalle autorità in tutta la vicenda dei trasferimenti di Mussolini».
Nel diario più volte esprime la sua contrarietà su quelle scelte. Si chiede perché scegliere Ponza (dove racconta esserci «solo due vecchie mitragliatrici» a difendere l'intera isola), ma nutre riserve anche sulla Maddalena. Dal diario di Curti emerge anche un altro dato, inedito, sottolineato dalla professoressa Sotgiu: «Durante la sua permanenza a Maddalena Badoglio consente a Mussolini di ricevere doni che arrivano da Adolf Hitler e da Hermann Göring – conclude -; Hitler lo omaggia di 22 volumi di opere di Friedrich Nietzsche, mentre Göring gli farà recapitare un busto dell'imperatore Federico II di Prussia».
Sullo sfondo la preoccupazione maggiore è quella che il celebre prigioniero possa finire in mano tedesca o angloamericana. «Sarebbe un'onta incancellabile per l'Italia», dice. Precisa anche quale sia l'estremo comando superiore che gli viene impartito: «Gli ordini di Roma sono di non lasciarlo cader vivo e, in ogni caso, meglio lascialo cadere in mano inglese che tedesca: gli si scarica la pistola addosso e lo si spegne!».
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16 gennaio 1943, la fucilazione della spia Laura D'Oriano
Alle ore 7,07 dopo aver letto ad alta voce la sentenza di morte proclamata dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, il comandante Mario De Mari dava l’ordine al plotone di esecuzione composto da militi della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale di eseguire la condanna a morte nei confronti di Laura D’Oriano. La spia italiana naturalizzata svizzera e al servizio degli Alleati,…
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#2^ G.M. I Carabinieri Reali#Controspionaggio#Laura D&039;Oriano#Spionaggio nel secondo conflitto mondiale
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Favara. La Dott.ssa Claudia Caramanna, Procuratore della Repubblica per i minorenni di Palermo per il convegno dell'I.C. "Brancati"
Organizzato dall’Istituto Comprensivo di Favara “V. Brancati” della Dirigente Scolastica Carmelina Broccia, si è svolto mercoledì 24 maggio, con inizio alle ore 11.00, nella sala del collare del Castello Chiaramontano della città dell’Agnello Pasquale, il Convegno “Cittadinanza attiva a scuola, tra conoscenza e partecipazione: diritti e doveri, regole e libertà”. L’evento ha avuto inizio con l’esibizione degli alunni del coro scolastico diretto dal prof. Antonio Cusumano che hanno cantato l’inno nazionale. Poi gli alunni della classe 4 G della scuola Primaria guidati dall’ins. Melissa Pullara hanno messo in scena una recita sul ruolo formativo, tra regole e diritti, della nostra Costituzione italiana dal titolo “Il giardino dei diritti”. La prima parte del convegno è stata dedicata alla visione del cortometraggio “Cambiare” realizzato dagli alunni della classe II C della scuola secondaria, con la partecipazione dei docenti, del personale della scuola e dei genitori. La sceneggiatura è stata affidata alla prof.ssa Ombretta Canu e la regia al prof. Giuseppe Cirlincione. Si è voluto fornire ai ragazzi, attraverso la simulazione di casi reali suggeriti dagli stessi, stimoli e strumenti per approfondire e riflettere su cittadinanza e partecipazione attiva. Dopo i saluti istituzionali della Dirigente Scolastica, del Sindaco Antonio Palumbo, della Presidente del Consiglio comunale, Miriam Mignemi, sono intervenuti per un saluto il Viceprefetto vicario, dott. Massimo Signorelli, il Questore di Agrigento dott. Emanuele Ricifari, il Comandante del centro anticrimine natura carabinieri Tenente Colonello Vincenzo Castronovo, Don Calogero Lo Bello e il Presidente del Misos prof. Ernesto Ciracì, Prima volta a Favara, in veste di relatrice, per la Dott.ssa Claudia Caramanna, Procuratore della Repubblica per i minorenni di Palermo, che è riuscita a coinvolgere gli alunni presenti con preziosi spunti di riflessione sul ruolo della Procura per i minorenni nel contrasto dell’illegalità e le devianze sociali con lo scopo sia di proteggere i più deboli che di attuare percorsi di misure rieducative. Emozionante è stato il momento nel quale la stessa Caramanna ha raccontato un suo ricordo del magistrato Francesca Morvillo, che aveva lavorato per ben 17 anni, dal 1971 al 1988, come Procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Palermo. La dirigente scolastica Carmelina Broccia, a conclusione dei lavori, ha espresso in primis un profondo ringraziamento alla Dott.ssa Claudia Caramanna per la sua presenza e si è complimentata con la stessa per la splendida lezione interattiva, pienamente coinvolgente per gli alunni che hanno avuto l’opportunità di porre domande ed esprimere le loro riflessioni. La dirigente nel suo intervento ha sottolineato l’importanza che la scuola agisca in stretta sinergia con la famiglia e con le Istituzioni a tutti i livelli, per contribuire, pur nella specificità dei propri ruoli, alla formazione di giovani cittadini attivi, consapevoli, capaci di osservare la realtà con senso critico, pronti a partecipare in maniera proattiva e responsabile alla vita della comunità. Ha coordinato i lavori la dott.ssa Etta Milioto, Cavaliere della Repubblica, da anni impegnata nel portare avanti assieme ai docenti dell’Istituto il progetto “Cittadinanza e Costituzione”. Ad arricchire la mattinata, gli interventi dell’alunna Emily Fallea che ha eseguito con il violino il brano “Le Filatrici” di Alberto Curci, guidata dalla prof.ssa Elisa Baglieri e accompagnata al pianoforte dal prof. Antonio Cusumano, dell’alunno Matteo di Fede che ha recitato la poesia da lui stesso scritta, dal titolo “A scuola di vita” e dagli alunni Sciortino, Rinoldo e Pullara Selenia, Giardina Giorgia guidati dalla prof.ssa Giovanna Arnone e dalla prof.ssa Margherita Palilla. Read the full article
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Model 1891 Carbine Brescia Date: 1918
These were adopted on 9 June 1893 and under Act No. 116 dated of 15 July 1893 is when the nomenclature became official. These have been referenced as Cavalry Carbines this is incorrect and no such name has ever been used that called them as such.
These were initially made to be issued to Cavalry Troops but were however issued to other troops as well such as the Carabinieri Reali, Bersaglieri Ciclisti, and later to the Paratroopers and the MVSN Troops.
Initially these models did not have handguards on them but were added to them as per Circular No.400 dated June 30, 1916.
They modified or manufactured new made nose caps for these with a little tab on the top of them to fit the handguard into. As part of this modification process they also had to modify the rear sight assembly on the back where the handguard fit into it.
Brescia Manufactured 286,000 M1891 Carbines between 1893 - 1919
These were recently released as Surplus by the Italian Carabinieri.
Still covered in Cosomoline Storage Grease, they were cleaned just enough to allow proof, we are now stripping & cleaning in preparation for sale.
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Pro Fondazione Carabinieri Reali #carabinieri #carabinierireali #neisecolifedele #medaglia #karaliscollezioni (presso Cagliari, Italy) https://www.instagram.com/p/Cm7N-tDoGe6/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Velletri: droga ordinata dal carcere con telefonini e pagata dai familiari con ricariche su carte prepagate
Velletri (Roma): droga ordinata dal carcere con telefonini e pagata dai familiari con ricariche su carte prepagate. Su delega della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri della Compagnia di Velletri, nelle province di Roma, Viterbo, Frosinone, Rieti, Latina e Chieti, con il supporto dei comandi dell’Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare – emessa dal GIP presso il Tribunale di Velletri - nei confronti di 33persone, per lo più italiane oltre che marocchine, algerine, romene e brasiliane (di cui 5 donne), – 11 destinatarie di custodia cautelare in carcere e 22 agli arresti domiciliari – gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente (art. 73 D.P.R. 309/90), estorsione (art. 629 c.p.) ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti (art. 391 ter c.p.). Sedici delle persone destinatarie delle odierne misure cautelari sono già detenute in carcere. Agli indagati sono stati contestati vari episodi di spaccio all’interno della casa circondariale di Velletri (oltre a due episodi di estorsione, per percosse e minacce subite da uno degli indagati e da alcuni familiari per forniture di sostanze stupefacenti non pagate), commessi tra gennaio e giugno 2023 all’interno del citato istituto di pena per un volume d’affari di circa 80.000 €. L’articolata e complessa indagine, supportata da mezzi tecnici, originariamente finalizzata al contrasto dello spaccio nell’area veliterna e dei Castelli Romani, portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Velletri, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all’utilizzo di un espediente abituale e collaudato, attraverso l’introduzione di droga nei pacchi diretti ai detenuti, per introdurre hashish e cocaina all’interno del carcere e non solo per soddisfare il fabbisogno di alcuni dei destinatari, ma soprattutto per farla circolare in favore di altri detenuti consumatori ma solo dopo che i parenti all’esterno avevano pagato tramite ricariche su carte prepagate, tant’è che sono sorti a riguardo conflitti interni tra alcuni detenuti per il mancato versamento del corrispettivo pattuito che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine ad episodi di estorsione ai danni di detenuti e loro parenti. La droga veniva occultata – unitamente a generi alimentari confezionati sottovuoto e beni di prima necessità - all’interno di pacchi destinati ai detenuti, tramite spedizionieri, raggiungendo costi pari al doppio per ogni singola dose rispetto ai prezzi di mercato all’esterno. A rendere ancor più difficoltosa la ricostruzione dei Carabinieri è stata la complessità della rete di relazioni tra i soggetti indagati, infatti, tra i mittenti ed i reali destinatari dell’illecita corrispondenza vi erano più passaggi di mano (familiari di detenuti, prestanome e detenuti compiacenti). Analoghi passaggi sono stati acclarati per ciò che ha riguardato i flussi di denaro, versato su carte prepagate, opportunamente intestate a prestanome spesso estranei alla cerchia di contatti dei detenuti od ai relativi familiari. In tre casi, i militari dell’Arma, con il supporto della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Velletri, sono riusciti ad intercettare i pacchi contenenti lo stupefacente sequestrando la cocaina e l’hashish destinato ai detenuti. Sono stati inoltre raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine all’utilizzo, da parte di alcuni detenuti in carcere, di telefonini, per comunicare con i familiari, ordinare lo stupefacente e anche minacciare i parenti per il mancato pagamento della droga, che non è ancora chiaro come siano stati fatti entrare e dove li tenessero nascosti. L’operazione su larga scala, condotta per l’esecuzione delle ordinanze, ha visto il dispiegamento di oltre 100 militari e un elicottero, effettivi principalmente al Comando Provinciale Carabinieri di Roma con il supporto del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri e dei Comandi Provinciali di Latina, Rieti, Viterbo, Frosinone e Chieti dove si è estesa l’operazione. Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ep.2 Grenoble e le disposizioni normative del 1816
#1815#1816#bonaparte#carabinieri#carica#emanuele#genova#grenoble#liguria#napoleone#piemonte#reali#restaurazione#savoia#vittorio
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