#Comune di Torino
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Alessandria accoglie il Tour della Fiaccola dei FISU World University Games Winter Torino 2025
Modifiche alla viabilità il 15 novembre per il passaggio della fiaccola che celebra l’avvicinarsi dei Giochi Universitari Invernali a Torino
Modifiche alla viabilità il 15 novembre per il passaggio della fiaccola che celebra l’avvicinarsi dei Giochi Universitari Invernali a Torino. La città di Alessandria si prepara ad accogliere il passaggio della Fiaccola dei FISU World University Games Winter Torino 2025, un evento simbolico e di grande rilevanza internazionale che celebra lo spirito sportivo e l’unione tra le università di tutto…
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“Tracce di Luce”, gli eventi del Natale di Carmagnola
a cura della redazione In programma tra il 6 e l’8 dicembre 2024.Tutti gli eventi sono gratuiti - www.comune.carmagnola.to.itCarmagnola si veste di magia con un programma ricco di eventi ed iniziative per celebrare il Natale. Anche quest’anno il progetto “Tracce di Luce”, avviato sette anni fa, rende unica l’atmosfera natalizia con spettacolari illuminazioni artistiche su Torre Civica, Chiesa…
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primis quella che garantisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Nessuna nazione intervenne, nonostante le Cancellerie ne fossero informate, questo fa capire che vi fossero accordi e una rete di relazioni segrete. L’unificazione italiana fu la distruzione voluta,
programmata e sistematica, che ridusse il più florido Stato della penisola nella miseria e nel degrado. Le fabbriche furono chiuse, in alcuni casi distrutte, i giovani coscritti o deportati, furono inviati i soldati piemontesi a reprimere il dissenso e compiute stragi indescrivibili. È ora di smontare il “falso storico” che ha generato il luogo comune più deleterio che il Paese abbia conosciuto: il Nord industriale ed evoluto, il Sud agricolo e arretrato. In realtà questo è stato l’obiettivo di casa Savoia e del suo padrone Cavour.
Scorrettamente chiamata dalla storiografia “questione meridionale”, essa emerse dopo l’unità, non prima. Quando l’opera di distruzione del tessuto sociale e produttivo del Sud, diede i suoi amarissimi frutti. Il Regno delle Due Sicilie era lo Stato più industrializzato d'Italia e il terzo in Europa, dopo Inghilterra e Francia, così risultò dalla Esposizione Internazionale di Parigi del 1856. I settori principali erano: cantieristica navale, industria siderurgica, tessile, cartiera, estrattiva e chimica, conciaria, del corallo, vetraria, alimentare.
Nel periodo borbonico (1734-1860) la popolazione si era triplicata, determinando lo Stato preunitario più esteso e popolato. Per la sua politica di sviluppo Ferdinando II formò grandi aziende statali, e incentivò anche il sorgere di aziende con capitale suddiviso in azioni di piccolo taglio, per attrarre nella proprietà anche i ceti medi. Nel 1851 fu istituita la "Commissione di Statistica generale pe' reali domini continentali" con lo scopo di guidare la politica economica del Paese, cui si affiancavano le Giunte Statistiche costituite in ogni provincia e circondario. Molti imprenditori nazionali ed esteri accorsero nel Regno. L’economia ferdinandea privilegiava lo sviluppo occupazionale senza spostare masse dai luoghi di origine. Fu uno sviluppo guidato dallo Stato. La propaganda liberale si scagliò con tutte le sue forze contro tale modello e mise in moto una macchina da guerra che distrusse tutte le industrie del Sud e rubò tutto persino i beni personali dei Borbone: con un decreto del 23 ottobre vennero confiscati alla Casa reale 6 milioni di ducati, anche i depositi che Francesco II
aveva lasciato a Napoli, dopo averli ripresi dal Banco d’Inghilterra, a dimostrazione di quanto fosse legato al suo popolo, lui che napoletano lo era per davvero. Cominciò così, dopo il saccheggio del 31 maggio 1860 del Banco di Sicilia da parte di Garibaldi (80 milioni di euro, 150 miliardi di vecchie lire, quasi la metà delle spese per la guerra franco-piemontese contro l’Austria dell’anno precedente), la corsa alla spogliazione e all’arricchimento. Il Regno delle Due Sicilie, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ovvero l’85% delle riserve auree di tutte le province. Oltre 80 milioni furono prelevati, in una anno, da Torino dalle casse dell’ex Regno delle Due Sicilie. Pochissimi investimenti al Sud ma tante ruberie. La boria e lo sprezzo verso le città del Sud, caratterizzava chiunque arrivasse da Torino. Il luogotenente Farini (in seguito Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia tra il 1862 e il 1863), il dittatore che entrò a Modena il 19 giugno come vincitore di un guerra che non aveva combattuto (gli Estensi fuggirono prima dell’arrivo delle truppe francesi e piemontesi), così si espresse riferendosi a Napoli: “Altro che Italia! Questa è Africa, i beduini a riscontro di questi caffoni, son fior di virtù civile”. Va da sé che il controllo delle ex Due Sicilie fu difficile, regnò la precarietà e l’insicurezza, così cominciò l’atroce guerra civile del brigantaggio. Uno Stato così imposto non poté che generare solo ingiustizie e latrocini. Fu messo in opera un preciso disegno della politica vessatoria di Torino: il Nord
si sviluppò ai danni del Sud. Il primo doveva avere il monopolio dell’industria italiana, al secondo invece fu destinato un ruolo agricolo e di fornitore di mano d’opera per l’industria del Settentrione. “Il dissidio tra la Lombardia e molta altra parte d’Italia ha origini in una serie di fatti: soprattutto il sacrificio continuo che si è fatto degli interessi meridionali”(dalla lettera di Nitti del 5 luglio 1898 a Giuseppe Colombo, direttore del Politecnico di Milano). Carlo Bombrini (banchiere, imprenditore, fondatore della banca di Genova) uomo di fiducia di Cavour e redattore del piano di “riequilibrio” economico post-Unità, disse: “Il Sud Italia non dovrà essere più in grado di intraprendere”. A questo punto riporto uno dei casi più eclatanti di distruzione industriale: l’Officina di Pietrarsa. A Pietrarsa, località posta nella zona orientale della città di Napoli, era attiva la più grande industria metalmeccanica d'Italia, estesa su una superficie di oltre tre ettari. Era l'unica fabbrica italiana in grado di costruire motrici a vapore per uso navale. A Pietrarsa fu istituita anche la
[continua su X]
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Lo ricordiamo a tutti, in modo che tutti possano di nuovo far finta di dimenticarselo.
-Castrese
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IL CONSERVATORIO DI TRIESTE DIVENTA IL PRIMO ACCESSIBILE AI NON VEDENTI
Il Conservatorio Tartini di Trieste è il primo in Italia a dotarsi di una tecnologia che permette alle persone con disabilità visiva di muoversi e di operare autonomamente all’interno della sua sede, senza la necessità di un accompagnatore.
L’accademia musicale triestina è la prima ad installare la nuova tecnologia LETIsmart che rende possibile la piena accessibilità dell’intero istituto di alta formazione musicale ai non vedenti e agli ipovedenti, studenti, insegnanti e pubblico. Il sistema permette l’utilizzo totalmente inclusivo di tutti i servizi, dagli spazi di studio, alle biblioteche, le sale di musica e per i concerti, i servizi igienici e i locali per il ristoro. Il sistema LETIsmart funziona grazie a un sistema di radiofari localizzatori installati in diversi punti dell’edificio. Questi segnalatori sono in grado di comunicate con il bastone bianco degli ipovedenti e fornire loro indicazioni in tempo reale sull’ambiente circostante, attraverso messaggi vocali o sensoriali.
Trieste è la prima città ad aver sperimentato il sistema LETIsmart su tutti i mezzi pubblici, gli attraversamenti semaforici sonori, i punti di interesse e le informazioni urbane e commerciali. 17 città altre città italiane hanno adottato questo sistema, tra cui Torino, Novara, Milano, Udine, Como, Bologna, Bari, Matera e Alghero. Il sistema è facilmente espandibile con un modello a rete di segnalatori che possono essere attivati da un dispositivo personale portatile, piccolo, leggero e facile da usare anche da persone anziane e senza una preparazione specifica che rende indipendenti i disabili visivi.
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Fonte: Conservatorio Tartini Trieste; LETIsmart; foto di Ivan Samkov
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Alcune panoramiche delle montagne della Val di Susa (in particolare nella prima foto si vede la montagna Rocciamelone alta 3.538 m s.l.m.) fotografate dalle frazioni site tra il comune di Gravere e Chiomonte) - provincia di Torino.
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" [Giacomo Matteotti] Non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non aver tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti. E così si risparmiava ogni sfoggio di cultura. Ma il suo marxismo non era ignaro di Hegel, né aveva trascurato Sorel e il bergsonismo. È soreliana la sua intransigenza. La concezione riformista di un sindacalismo graduale invece non era tanto teorica quanto suggeritagli dall'esperienza di ogni giorno in un paese servile che è difficile scuotere senza che si abbandoni a intemperanze penose. Egli fu forse il solo socialista italiano (preceduto nel decennio giolittiano da Gaetano Salvemini) per il quale riformismo non fosse sinonimo di opportunismo. Accettava da Marx l'imperativo di scuotere il proletariato per aprirgli il sogno di una vita libera e cosciente; e pur con riserve poco ortodosse non repudiava neppure il collettivismo. Ma la sua attenzione era poi tutta a un momento d'azione intermedio e realistico: formare tra i socialisti i nuclei della nuova società: il Comune, la scuola, la Cooperativa, la Lega. Così la rivoluzione avviene in quanto i lavoratori imparano a gestire la cosa pubblica, non per un decreto o per una rivoluzione quarantottesca. La base della conquista del potere e della violenza ostetrica della nuova storia non sarebbe stata vitale senza questa preparazione.
E del resto, troppo intento alla difesa presente dei lavoratori, Matteotti non aveva tempo per le profezie. Più gli premeva che operai e contadini si provassero come amministratori, affinché imparassero e perciò nei varii Consigli comunali soleva starsene come un consigliere di riserva, pronto a riparare gli errori, ma voleva i più umili allo sperimento delle cariche esecutive. Non ebbe mai in comune coi riformisti la complicità nel protezionismo, anzi non esitò a rimanere solo col vecchio Modigliani ostinato nelle battaglie liberiste, che per lui non erano soltanto una denuncia delle imprese speculative di sfruttatori del proletariato, ma anche una scuola di autonomia e di maturità politica concreta nella sua provincia. Così procede tutta la cultura e tutta l'azione di Matteotti, per esigenze federaliste, dalla periferia al centro, dalla cooperativa al Comune, dalla provincia allo Stato. Il suo socialismo fu sempre un socialismo applicato, una difesa economica dei lavoratori, sia che proponesse sulla "Lotta" di Rovigo o nella Lega dei Comuni socialisti dei passi progressivi, sia che parlasse dall' "Avanti!" o dalla "Giustizia" a tutto il proletariato italiano, sia che come relatore della Giunta di Bilancio portasse nella sede più drammatica e travolgente il suo processo alle dominanti oligarchie plutocratiche. "
Piero Gobetti, Matteotti, Piero Gobetti Editore, Torino, 1924, pp. 25-27.
NOTA: il brano è tratto dall'opuscolo pubblicato alla fine del luglio del 1924, nel vivo della crisi politica ed istituzionale scatenata dalla tragica scomparsa del deputato Matteotti. Il testo riproduceva integralmente un lungo articolo comparso un mese prima con lo stesso titolo sulla rivista di Gobetti La Rivoluzione liberale, così come erano tratti da questa pubblicazione i Cenni biografici sullo scomparso posti in calce all'opuscolo.
#Giacomo Matteotti#Piero Gobetti#antifascismo#socialismo#PSU#PSI#marxismo#Gaetano Salvemini#Hegel#Georges Sorel#Henri Bergson#riformismo#riformisti#Veneto#Polesine#Rovigo#Partito Socialista Unitario#politica italiana#Storia d'Italia#XX secolo#gradualismo#sindacalismo#Karl Marx#proletariato#rivoluzione#intellettuali italiani del '900#Regno d'Italia#primo dopoguerra#letture#leggere
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A Roma un uomo è finito in carcere per un errore dell’intelligenza artificiale di un sistema di riconoscimento facciale collegato a una telecamera di una gioielleria (1). A Milano il comune vuole acquistare un sistema di intelligenza artificiale per individuare e multare chi usa lo smartphone mentre guida (2). A Napoli una testata giornalistica ha sottoposto ChatGpt a una prova di dialetto napoletano concludendo che il software ha svolto il lavoro in modo più che sufficiente (3). A Milano alcuni giornalisti hanno usato l’intelligenza artificiale per realizzare un’intervista virtuale con il ciclista Luigi Ganna, morto nel 1957, il quale si è rammaricato per non aver potuto usare le attuali biciclette tecnologiche (4). A San Benedetto del Tronto (Ascoli) un esperto di economia ittica ha avvisato i pescatori che l’intelligenza artificiale troverà da sola le aree di mare più pescose (5). In una scuola di Lecco è partito un progetto per usare in classe l’intelligenza artificiale (6) fornita da Google (7). In una scuola di La Spezia un professore si è accorto che dal controsoffitto cadevano calcinacci e ha fatto evacuare l’aula, dove subito dopo il controsoffitto è crollato (8). A Roma una scuola dell’infanzia è stata chiusa per la presenza di serpenti e topi (9). A Lecce durante un incontro scuola-famiglia una donna ha preso a pugni una professoressa perché riteneva che avesse dato al figlio un voto troppo basso (10). In una scuola di Carrara uno studente di 15 anni ha salvato la vita di una bidella che stava per essere soffocata da una merendina praticandole una manovra appresa dalla madre infermiera (11). Alle isole Tremiti (Foggia) la scuola elementare ha riaperto dopo vent’anni grazie a una maestra precaria che ha accettato l’incarico (12) trasferendosi in un paese di 131 abitanti (13). A Trapani il 10,47 per cento dei ragazzi non finisce gli studi, facendo della città siciliana quella con la più alta dispersione scolastica in Italia (14). In Abruzzo l’84 per cento dei ginecologi degli ospedali pubblici non pratica l’interruzione di gravidanza, facendo della regione quella dove è più difficile abortire in Italia (15). A Perugia una donna ha denunciato di aver vissuto un’odissea girando per tre diverse strutture sanitarie per ottenere l’interruzione di gravidanza (16). A Torino c’è stata una manifestazione di donne contro la cosiddetta “stanza dell’ascolto” dell’ospedale Sant’Anna dove gli antiabortisti cercano di convincere le donne a non interrompere la gravidanza usando a questo scopo soldi pubblici (17). A Rapallo (Genova) un uomo che non aveva ottenuto l’eutanasia si è tolto la vita acquistando un kit per il suicidio sul dark web (18). A Vicenza un uomo con un grave tumore ha rivelato di essere andato in Svizzera per ottenere cure palliative con l’Lsd (19) e l’Associazione Coscioni ha chiesto che le terapie psichedeliche vengano autorizzate anche in Italia (20). A Vernio (Prato) una donna di 82 anni ha soffocato con un cuscino il marito malato di Alzheimer (21). Nell’ospedale di Baggiovara (Modena) è in corso l’Alzheimer fest che prevede momenti di svago e la cena finale “Non ti scordar di me” (22). A Bergamo per la Festa dei nonni i gelatai hanno regalato agli ospiti delle rsa centinaia di coni e coppette con un gusto a basso indice glicemico (23). A Peschici (Foggia) una gelateria ha iniziato a proporre il gusto alle cime di rape perché è adatto all’autunno (24). A Milano gli operatori della moda hanno convenuto che quest’autunno bisogna avere nell’armadio almeno un capo bordeaux (25), giacche in stile navajo (26) e cardigan da abbinare ai jeans (27), mentre per quanto riguarda il beauty il rossetto dev’essere color vinaccia o castagna (28). [...]
[...] Continua su: L’innocente arrestato dall’intelligenza artificiale e altre storie - Internazionale
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Oggi a #diariodelgiorno il bravissimo inviato a #Mestre Davide Loretti spiegava che il Comune di Torino aveva deciso di non acquistare un anno fa degli autobus elettrici molto simili a quello del disastro perché avevano scoperto che finivano di assemblarli sulla nave mentre lo portavano. E noi nel nome della lotta al #cambiamentoclimatico abbiamo distrutto un comparto dove avevamo una leadership per importare questa merda fatta bruciando carbone
via https://twitter.com/fdragoni/status/1709582004939808794
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A proposito dell'Amica geniale.
Vorrei scrivere alcune righe di commento a margine di questa lunga e complessa tetralogia, di cui conosco, al momento, solo la versione televisiva - quindi mi limiterò a questa, con gli spoiler del caso per chi non avesse ancora nè letto il libro, nè guardato la serie.
Premetto che a)non scrivo mai recensioni e questa non è e non vuol essere una recensione b)l'opera di Ferrante, e anche la sua riduzione televisiva ovviamente, è estremamente complessa e stratificata nelle sue tematiche, sicchè si presta a innumerevoli approcci e chiavi di lettura.
Ciò che farò quindi è suggerire alcuni spunti, dal mio punto di vista, che probabilmente ha qualcosa in comune, per varie ragioni biografiche, con il punto di vista di chi ha scritto la storia, chiunque essa sia.
Partirò dall'ultimo aspetto, quello che mi ha colpito guardando l'ultima puntata della serie, ieri sera - lasciandomi scosso fino al punto da non riuscire quasi a prendere sonno. Ciò che accade alla fine è la caduta dell'ultimo diaframma che ci separava dalla visione dell'opera stessa nel suo farsi, nel suo nascere: Elena (Greco/Ferrante), ormai anziana, apprende la notizia della scomparsa di Lila, e così, tradendo il suo desiderio di non lasciare alcuna traccia di sè, di svanire nel nulla, inizia a scrivere il racconto della vita dell'amica geniale, il racconto della loro storia. Sono passati circa vent'anni dal resto della vicenda, da ciò che era stato raccontato e mostrato fino a quel momento. Vent'anni, quelli dopo la menopausa, dopo l'età in cui i figli sono divenuti maggiorenni e se ne sono andati, quelli dopo il trasferimento a Torino - di cui la storia non racconta pressocchè niente. Dopo tanta vita fino ai 50 anni, dopo i 50 anni non c'è più niente da vivere, nient'altro che un'epoca in cui i sentimenti diventano sedimenti, stagionano, si placano, si chiariscono - diventano materiale da narrare, ingredienti per un racconto letterario. Questa cosa mi ha veramente terrorizzato.
Altro spunto, connesso con l'explicit con cui termina la storia. Il tema del tradimento, che attraversa dall'inizio alla fine, praticamente declinato in ogni maniera possibile, tutte le trame e sottotrame della vicenda, la vita di pressocchè ogni personaggio. Come se non si potesse vivere, senza tradire, e come se tradire fosse nient'altro che custodire il gusto del segreto, la possibilità di desiderare e di dare a desiderare, il sapore del mistero che anima le cose e le costringe a muoversi, anche quando esse sembrano riposare, tendere a un ordine e a un equilibrio possibile. Ecco: Lila dice una cosa ben precisa, a Lenù, ossia: Noli me legere, non voglio che tu mi legga, non mi leggerete affatto, manifestando l'intenzione di non scrivere nulla, della sua vita, e di non lasciare neppure a Elena nessuna traccia o materiale con cui scrivere di lei. Vuole svanire e svanirà, si lascerà dissolvere, tornare al nulla senza opporre resistenza; eppure Elena compirà un ultimo tradimento, iniziando a scrivere il racconto della sua vita - e in un certo senso affermando che scrivere è e non può non essere, innanzitutto e per lo più, un atto di tradimento, una rottura con la verità. Si scrive al margine della verità, non per dirla, ma per nasconderla irrevocabilmente.
Un altro argomento, poi, di carattere più sociologico, storiografico, generale; probabilmente più scontato. Tutto il racconto a me pare intessuto di un profondo pessimismo, o disincanto, soprattutto riguardo la condizione sociale, i rapporti di classe, la considerazione dei vari protagonisti da un punto di vista politico, economico, civile. Le origini della storia affondano nelle condizioni di vita misere e ai limiti della povertà di un mondo popolare in cui ancora i legami familiari sono forti, radicati, fin troppo solidi; ma l'evoluzione storica ed economica dell'Italia del boom e degli anni '70 e 80 irrompe, com'è ovvio, anche nelle vie più strette del rione, e alla fine quello che rimane (nonostante l'azione "conservatrice" dell'antistato camorristico) è l'individualismo, l'imborghesimo, la frammentazione del tessuto sociale, la sua esplosione in mille pezzi - l'uccisione dei fratelli Solara, la dispersione dei figli ormai grandi, l'arresto dei terroristi e di Nino etc.etc. Non si salva niente, di quel mondo popolare. Quello che resta è chiuso nel cassetto dei ricordi e dei sentimenti sedimentati. Alla fin fine, non è Lila, a svanire, ma è già svanito tutto ciò che rendeva possibile, ciò che rendeva aderente alla realtà, una figura come Lila. Sopravvive, ormai pienamente aderente (smartphone, pc Apple) alla realtà del contemporaneo, al ceto sociale che ha definitivamente vinto la lotta di classe, Elena: ricca, borghese, torinese, una vecchia signora isolata dal mondo, lontana da tutto, a cui basta un cane, una bella casa e ancora una storia da scrivere. C'è molto di pasoliniano, ovviamente, in questo cupio dissolvi pessimistico.
Infine, un piccolo spunto più marginale, riguardante soprattutto la prima parte della storia: è un mondo, quello degli anni '50 e '60, in cui la scuola pubblica, l'istruzione, con le sue rozzezze e brutture pedagogiche, con la scarsità di mezzi e di preparazione dell'epoca, inizia ad acquisire davvero la capacità propulsiva tipica di un fattore di ascesa sociale e di cambiamento profondo della società. E' una opportunità, che però non viene colta nello stesso modo da tutti i protagonisti della storia, e anzi, per lo più, come si vede a poco a poco, finisce per essere contro-agita e contraddetta da altre forze più conservatrici, che finiscono quasi ovunque per prevalere, riaffermando come siano le radici familiari, e di ceto, di condizione economica, ad essere determinanti, in un piccolo mondo come quello napoletano e un po' ovunque, in realtà; solo Elena riesce a liberarsi, almeno in buona parte, dell'opprimente radicamento nel suo habitat natio - grazie, sembra di potersi dire, non tanto alla determinazione nel costruirsi carriera e indipendenza, ma a un talento naturale per le lettere, e a scelte sentimentali e sessuali più felici, più opportune, più vincenti - perchè in fondo in questa Italia del tempo, e forse ancora di oggi, una donna può emanciparsi del tutto solo amando gli uomini giusti, tradendoli o venendone tradita. Fallisce, in fondo, anche l'istruzione pubblica: sono ben altre le cose che contano, la roba, la famiglia, i soldi, le amicizie, la possibilità di chiedere un favore a un onorevole, anzichè contare solo sulle proprie forze. Chi non ha avuto il talento e l'opportunità per realizzarsi come persona e di emanciparsi fino in fondo, e anche di scriversi, svanirà senza lasciare traccia, nella povertà, nell'oblio. O meglio: svanirà, nella cripta dell'immaginario e della scrittura di un'altra, diventando segreto, invenzione, letteratura.
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Carroattrezzi Torino 24h da 49€
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Rodolfo Marasciuolo è un dipendente del Comune di Torino che si occupa della cura del Verde Pubblico della città.
Rodolfo, però, è giardiniere che oltre al pollice verde possiede anche un animo molto artistico e romantico...
Nei momenti liberi dal suo lavoro, infatti, egli si dedica alla sua grande passione : realizzare sculture artistiche, con cui decorare i parchi e i giardini cittadini.
Le sue sono decorazioni affascinanti alle quali è impossibile passare vicino senza rimanerne colpiti e ammirati. Sculture piene di estro e
fantasia e perfettamente incastonate nello scenario floreale che le circonda .
Utilizzando materiali di recupero , quali la plastica, il legno e il ferro , l'eclettico giardiniere riesce a dare nuova vita agli oggetti, ed ecco che parchi e giardini diventano dei veri e propri luoghi incantati che si animano di storie e personaggi fiabeschi...
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Il nuovo Ponte Bormida ad Alessandria: Protopapa risponde alle polemiche e sottolinea l’impegno della Lega
20 milioni di euro garantiti per il ponte, grazie al lavoro di Riccardo Molinari. Protopapa replica al 5 Stelle Coluccio: “Informarsi prima di criticare.”
20 milioni di euro garantiti per il ponte, grazie al lavoro di Riccardo Molinari. Protopapa replica al 5 Stelle Coluccio: “Informarsi prima di criticare.” Marco Protopapa, consigliere regionale della Lega, ha voluto fare chiarezza sulle polemiche sollevate dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Coluccio, in merito ai 20 milioni di euro destinati al nuovo Ponte Bormida ad Alessandria.…
#Alessandria#Alessandria today#circonvallazione di Gavi#Coluccio#comune di Alessandria#Consiglio regionale#critiche al Movimento 5 Stelle.#critiche politiche#emendamento Legge di Bilancio#finanziamenti pubblici#fondi pubblici#Google News#governo e infrastrutture#infrastrutture in Piemonte#interventi socio-assistenziali#investimenti ambientali#investimenti pubblici#italianewsmedia.com#Lavori pubblici#Lega#Lega Nord#legge di bilancio 2025-2027#Marco Protopapa#metropolitana Torino#Molinari Lega#movimento 5 stelle#Novara#opere infrastrutturali#Opere pubbliche#opere strategiche
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FESTA DI SAN MARTINO 2024 A CARMAGNOLA
a cura delle redazione Un viaggio tra tradizione, cultura, sapori e divertimento con letteratura, storia, teatro, musica, fotografia ed enogastronomia10 novembre 2024 a Carmagnola (TO). In vari luoghi del centro storico www.comune.carmagnola.to.it Domenica 10 novembre, Carmagnola celebra una nuova edizione della Festa di San Martino, una ricorrenza che affonda le sue radici nelle antiche…
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La damina che si ripara dal sole con l’ombrellino di pizzo mentre annaffia i fiori. Giardini Lamarmora di Torino.
Rodolfo (o Rudy) Marasciuolo è un dipendente del Comune di Torino e lavora per il settore Verde Pubblico.
È grazie a lui che ci sono questi posti meravigliosi dato che ha con il compito di curare i parchi della città.
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CONTENITORI RIUTILIZZABILI AL SUPERMERCATO: PARTE LA SPERIMENTAZIONE
Dalla scorsa settimana, in alcuni supermercati CRAI di Torino è possibile acquistare i prodotti del banco gastronomia e del banco macelleria facendosi servire nei contenitori riutilizzabili, al posto dei contenitori monouso.
I clienti potranno richiedere, senza alcun costo aggiuntivo, il prodotto da asporto in un contenitore Around, riutilizzabile fino a 200 volte. Dopo avere consumato il pasto senza produrre rifiuti da imballaggio, il contenitore potrà essere restituito entro 7 giorni nel punto vendita, dove sarà sanificato e rimesso in circolo. Una ulteriore opportunità offerta da 3 punti vendita della grande distribuzione torinese coinvolgerà un gruppo pilota di persone che potranno acquistare la merce del banco gastronomia utilizzando i propri contenitori portati da casa, opportunamente sanificati.
“Questa sperimentazione è una delle prime in Italia, una bella opportunità per Torino – spiega Nadia Lambiase, fondatrice di Mercato Circolare, ente promotore dell’iniziativa Reusable Packaging Revolution, in collaborazione con l’Università di Torino e Aarhus University – La speranza è che insieme alle altre in atto, come quella di Spesa Sballata in provincia di Varese a cui ci siamo ispirati, possa contribuire a rendere queste esperienze delle prassi consolidate a livello nazionale… La sfida è riuscire a cambiare le abitudini”. Il progetto ha ricevuto l’appoggio del Comune di Torino all’interno del percorso dell’amministrazione nel progetto europeo Sme4green che ha portato alla stesura di un Piano di Azione Locale nel quale il Comune si è impegnato ad approfondire le opzioni di implementazione dei contenitori riutilizzabili con l’obiettivo di promuovere un sistema alimentare sostenibile e circolare in città.
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Fonte: Mercato Circolare; foto di Enesfilm
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Castello Cavour
La figura del conte Camillo Benso di Cavour è legata non solo a Grinzane Cavour (Cuneo) dove ricoprì l'incarico di sindaco per circa vent'anni ma anche al comune di Santena (Torino).
Qui si trova infatti il Castello Cavour, un vero e proprio museo che racconta la vita della famiglia e dello statista attraverso oggetti ed arredi. Di fianco all'edificio è situata la cripta di famiglia dove riposano anche le spoglie del conte.
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