#magistratura Alessandria
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Alessandria: trovato morto un uomo su una panchina davanti all’Istituto VoltaIndagini in corso per accertare le cause del decesso
Alessandria, 3 dicembre 2024 – Questa mattina, alle ore 8:30, un uomo è stato trovato senza vita su una panchina di fronte all’Istituto Tecnico Volta
Il ritrovamento Alessandria, 3 dicembre 2024 – Questa mattina, alle ore 8:30, un uomo è stato trovato senza vita su una panchina di fronte all’Istituto Tecnico Volta. La scoperta è stata fatta da alcuni passanti, che hanno prontamente avvisato una volante della Polizia Locale in transito nella zona. Gli agenti, resisi conto della gravità della situazione, hanno allertato il servizio di emergenza…
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corallorosso · 5 years ago
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LE SQUADRACCE FASCISTE DEL CAIRO. "Baltagiya" in arabo significa teppista. Negli ultimi anni il termine viene usato per indicare i componenti di una banda criminale dedita ad atti di violenza contro cose e persone I Baltagiya sono gruppi di individui reclutati dalla Polizia egiziana nelle carceri. Prostitute, ladri, violenti di ogni risma. Addestrati nelle stesse prigioni e poi lasciati liberi per esercitare il lavoro "sporco" fatto di violenza, con il consenso della Polizia. Il regime, l'altro giorno, ha liberato oltre 500 prigionieri. Molti di loro sono finiti nelle bande al soldo del Potere, sono diventati appunto baltagiya, protetti oltre misura per tutti i crimini che commetteranno. Squadracce fasciste che hanno creato in Egitto una rete di potere occulto, il cui fine é snidare ogni pensiero diverso, ogni parola sbagliata contro il regime e distruggerlo. Leila Seif e le due figlie, Mona e Sanaa, sono state aggredite davanti alla prigione di Tora, dove il figlio e fratello, Alaa Abdel Fattah, è recluso dal 29 settembre scorso per aver espresso il proprio dissenso. Un gruppo di baltagiya formato da donne, le ha circondate e picchiate sotto l'occhio indifferente dei soldati. Le hanno lasciate a terra, coperte di sangue e lividi. Sempre al Cairo, un ragazzo di 19 anni, ritenuto incline all'omosessualità, é stato rapito, violentato per ore da un gruppo di baltagiya e abbandonato in un campo. Ritrovato dai parenti, si trova ora in fin di vita all' ospedale. Nessuna inchiesta é stata aperta. I baltagiya ascoltano, riferiscono, accusano, eliminano per conto del dittatore. Sono pagati per questo. Tutti voi ricorderete che, pochi giorni dopo l'omicidio di Giulio Regeni, la Polizia fece irruzione in una casa e a colpi di mitra uccise 5 uomini, ritenuti responsabili del sequestro e dell'omicidio di Giulio. Erano baltagiya, criminali al soldo della stessa Polizia. Eliminati perché sapevano troppo oppure perché non sapevano nulla. In ogni caso, "capri espiatori" del crimine. Delinquenti pagati dai Servizi egiziani i cui capi sono tuttora introvabili e di cui la Magistratura italiana chiede invano l'arresto. Tre giorni fa, ad Alessandria d'Egitto, un uomo al mercato della frutta si lamentava del prezzo di mele e pomodori. Sosteneva che il Governo doveva fare qualcosa per aiutare il Popolo a sopravvivere perché perfino la verdura ha raggiunto costi che i poveri (la maggioranza) non si potevano permettere. Quattro uomini lo hanno circondato e trascinato via di peso. A casa aspettano ancora i pomodori. Claudio Khaled Ser
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luigicassandra · 4 years ago
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Il 25 gennaio 2016 alle 19.41 Giulio Regeni inviò dall’Egitto il suo ultimo sms. Di lui non si seppe più nulla fino al ‪3 febbraio, quando il cadavere, torturato, fu trovato su una strada tra Il Cairo e Alessandria. A cinque anni da quel messaggio la verità sull’assassinio del ricercatore friulano è ancora lontana, nonostante il lavoro della magistratura italiana e l’impegno del governo. #regeni #verità #giulioregeni #amnestyinternational #pergiulioregeni #veritapergiulioregeni #egitto #italia #amnestyitalia #5annisenzagiulio #giuliofacose #dirittiumani #humanrights #giuliosiamonoi #alsatriogeiodiorgio #editorialcartoon #farnesina #giustizia #rispettoeprotezioneperognisingolavita❤ https://www.instagram.com/p/CKeoTINBVyE/?igshid=1hrbcnvq7i846
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tupaisdigitalrd · 5 years ago
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#PresosMuertos #Italia •• • Suben a seis los presos muertos en un motín en Italia por temor al coronavirus --Seis presos de la cárcel de Módena (norte de Italia) han muerto en medio de una revuelta surgida como protesta por las restricciones por la crisis del coronavirus, mientras se extienden los motines en otras prisiones del país, como Milán. La magistratura investiga ya la causa de las muertes, aunque no se cree que estén vinculadas a la violencia del motín en sí, sino al abuso de estupefacientes durante el desconcierto de las protestas. Al menos tres de los reclusos murieron tras saquear la enfermería de la cárcel de Módena ayer domingo, mientras que de los otros tres aún debe esclarecerse la causa, explican a Efe fuentes del sindicato Coordinación Nacional de la Policía Penitenciaria (CNPP). Desde el ministerio de Justicia confirman también esta tesis, pues dos cadáveres no presentaban “señales de lesiones físicas” y el otro de cianosis, coloración negruzca de la piel por problemas circulatorios. La cárcel ha sido hoy vaciada para las pesquisas y los presos han sido trasladados a otras instalaciones. El motín en Módena comenzó contra las restricciones en el régimen de visitas impuestas por el Gobierno italiano para tratar de contener la propagación del coronavirus, que ya suma en Italia 366 muertos y 6.387 contagiados, sobre todo en el norte del país. Las protestas siguen actualmente activas en otras partes del país como en Milán (norte), donde algunos reclusos se han subido al tejado de la penitenciaría de San Vittore; pero también en Prato (Centro) y Foggia, Bari y Palermo (sur), indicaron las mismas fuentes. Una de las más importantes fue anoche en Pavia (norte), sofocada a última hora del domingo, donde los presos del centro de Torre del Gallo tomaron a dos policías como rehenes y liberaron a varios reos. También hubo ayer protestas en las penitenciarías de Nápoles, Salerno o Frosinone, en el sur, y en las de Alessandria y Vercelli, ambas ciudades en las nuevas zonas aisladas por el Ejecutivo, en la región norteña de Piamonte. Para el secretario general del Sindicato Autónomo de la Policía Penitenciaria (SEPPE), Donato Capece, se trata de “intentos https://www.instagram.com/p/B9ibd9PJPMZ/?igshid=hy3wnt0vtdgy
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matteorossini · 8 years ago
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I curiosi sviluppi del caso Regeni
Difficile non notare come il caso Regeni abbia diffuso bel mondo la convinzione che l’Italia e la sia politica estera siano inconsistenti e facilmente pilotabili.
La morte del giovane ricercatore italiano resta un mistero ma addebitare le responsabilità solo all’Egitto del presidente Abdel Fatah al-Sisi fa parte delle strumentalizzazioni politiche che spesso hanno accompagnato l’uccisione di italiani all’estero, siano essi giornalisti, ricercatori o altro.
Cominciamo dalla fine, cioè dallo “scoop“ del New York Times. Un articolo “freddo”, tenuto nel cassetto chissà da quanto tempo e pronto per essere pubblicato al momento opportuno. E cioè, guarda caso, il giorno in cui l’Italia manda, dopo un anno, di nuovo un ambasciatore al Cairo in seguito all’invio di altri documenti sul caso da parte della magistratura egiziana.
Chiudere le relazioni diplomatiche con l’Egitto non ci ha dato la verità su Regeni ma ha svantaggiato l’Italia su tutti i fronti in cui i rapporti con al-Sisi hanno un valore strategico, dall’energia alla crisi libica. Meglio non dimenticare che l’Eni ha scoperto al largo di Alessandria un gigantesco giacimento di gas. Non a caso i nostri “alleati/competitor” europei hanno approfittato della crisi con l’Egitto per accaparrarsi un po’ di contratti. Incluso il settore delle armi per le forze egiziane dove l’Italia sembrava in pole position dopo gli incontri tra Renzi e al-Sisi, prima dell’omicidio Regeni e invece il business è andato a francesi e russi.
Vale la pena ricordare che anche cittadini di altri paesi europei sono tragicamente scomparsi in Egitto, il caso più importante è forse quello del francese Eric Lang morto all’interno di un commissariato di polizia egiziano. Parigi ha più volte protestato e chiesto giustizia ma senza mai interrompere i contatti col Cairo che dalla Francia ha comprato negli ultimi anni (solo nel settore militare) navi da guerra e cacciabombardieri per 6 miliardi di euro.
Non si tratta di accettare violenze, soprusi e omicidi di connazionali in cambio di affari ma di affrontare la questione con pragmatismo e sono in molti a non voler il ritorno di ottimi rapporti tra Roma e Il Cairo, specie a Parigi dive l’intesa con al-Sisi e il generale libico Khalifa Haftar punta a scalzare l’Italia dalla sa ex colonia.
Torniamo al NYT, ormai diventato un giornale militante nella “terza guerra civile americana” contro Donald Trump. Ci infirma che l’Amministrazione Obama ci aveva fornito tutte le informazioni sugli alti vertici egiziani responsabili dell’omicidio. Roma nega ma la notizia va presa con le molle. L’Amministrazione Obama ha avuto ampie responsabilità nello scatenarsi della primavera arabe e ha sempre sostenuto la Fratellanza Musulmana, movimento cui appartenevano alcuni consiglieri di Obama.
Oggi che Trump si sta avvicinando ad al-Sisi il giornale “militante” NYT ha tutto l’interesse a celebrare le scelte di Obama per attaccare l’attuale amministrazione.
Le sue rivelazioni non dicono molto di nuovo ma alcune cose sono di innegabile interesse. Ci dicono che anche i servizi segreti USA tenevano d’occhio Regeni, un po’ troppo “attenzionato” da tanti servizi di sicurezza e intelligence per essere un semplice ricercatore e un po’ troppo assiduo frequentatore degli ambienti dell’opposizione per apparire solo come uno studente.
Perché Roma non ha preteso spiegazioni dal Centro di ricerche dell’università di Cambridge che lo aveva invito al Cairo o dal governo britannico? Tra l’altro nessuno ha notato che il docente di riferimento di Regeni, la professoressa Maha Abdelrahman, è un’egiziana con passaporto britannico schierata con la Fratellanza musulmana, ostile ad al-Sisi e pur sempre n movimento jihadista che si pone come obiettivo l’imposizione della Sharia (quello che cercava di fare il presidente Mohammed Morsi prima di essere deposto da rivolte popolari e dall’intervento militare).
Nessuno ha fatto caso che, come ha notato anche il generale Maro Mori già capo dell’intelligence interna italiana (SISDE oggi AISI), quella di “ricercatore” è tra le coperture più diffuse per l’intelligence e che i servizi segreti britannici (MI6) utilizzano i centri di ricerca universitari come paravento per la raccolta di informazioni?
Il generale Mori disse nel gennaio scorso a Radio 24, come ha ricordato ieri Sussidiario.net, che Regeni “era inconsapevole, ma chi lo ha mandato nella bocca del leone, la professoressa, non poteva non saperlo. E’ stato venduto ed è stato fatto ritrovare per una lotta di fazioni all’interno del governo egiziano”.
Tenuto conto che anche se l’attività di Regeni fosse stata considerata pericolosa dal governo efgiziano sarebbe bastata una telefonata alla nostra ambasciata al Cairo per farlo rimpatriare (senza bisogno di ucciderlo) resta un’ultima domanda.
In un paese come l’Egitto dove la tortura è legale e centinaia di oppositori scompaiono nel nulla chi aveva interesse a far ritrovare il corpo di Regeni con addosso i segni inequivocabili della tortura nella rotonda più trafficata del Cairo? Solo chi avesse voluto creare un muro nei rapporti tra Italia ed Egitto.
Foto: Ansa e New York Times
da Nuova Bussola Quotidiana
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caputolex · 8 years ago
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Un esito vergognoso per un processo di questa gravità. La magistratura dovrebbe fare ben più che scusarsi.
Il processo è infinito, dura 20 anni. E lo stupro è prescritto. Così cade l'accusa per l'uomo che abusò della figlia della convivente quando era ancora bambina. Nel 2007 era arrivata la condanna in primo grado, ma in Appello tutto si è arenato. Tanto che la giudice chiede scusa. La storia è riportata dal quotidiano la Repubblica.
"Questo è un caso in cui bisogna chiedere scusa al popolo italiano". Con queste parole, la giudice della Corte d'Appello Paola Dezani, ieri mattina, ha emesso la sentenza più difficile da pronunciare. Ha dovuto prosciogliere il violentatore di una bambina, condannato in primo grado a 12 anni di carcere dal tribunale di Alessandria, perché è trascorso troppo tempo dai fatti contestati: vent'anni. Tutto prescritto. La bambina di allora oggi ha 27 anni. All'epoca dei fatti ne aveva sette.
Dall'aula l'hanno chiamata per chiederle se volesse presentarsi al processo, iniziato nel 1997, in cui era parte offesa. Ma lei si è rifiutata: "Voglio solo dimenticare". Il procedimento è rimasto per nove anni appeso nelle maglie di una giustizia troppo lenta. Lo ammette senza mezzi termini il presidente della corte d'Appello Arturo Soprano: "Si deve avere il coraggio di elogiarsi, ma anche quello di ammettere gli errori (elogiarsi? N.d.A.). Questa è un'ingiustizia per tutti, in cui la vittima è stata violentata due volte, la prima dal suo orco, la seconda dal sistema (il “sistema” ha nomi e cognomi, però. N.d.A.)".
In aula, a sostenere l'accusa della procura generale, è sceso l'avvocato generale Giorgio Vitari. "Ha espresso lui per primo il rammarico della procura generale per i lunghi tempi trascorsi - spiega il procuratore generale, Francesco Saluzzo - Questo procedimento è ora oggetto della valutazione mia e del presidente della Corte d'Appello. È durato troppo in primo grado, dal 1997 al 2007. Poi ha atteso per nove anni di essere fissato in secondo".
La storia riguarda una bambina violentata ripetutamente dal convivente della madre. La piccola, trovata per strada in condizioni precarie, era stata portata in ospedale, dove le avevano riscontrato traumi da abusi e addirittura infezioni sessualmente trasmesse. La madre si allontanava da casa per andare a lavorare e l'affidava alle cure del compagno.
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pier-carlo-universe · 15 hours ago
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Lo Scandalo Parmalat: Il Crac Finanziario che Scioccò l'Italia e il Mondo
Una bancarotta fraudolenta da 14 miliardi di euro che ha segnato la storia economica italiana
Una bancarotta fraudolenta da 14 miliardi di euro che ha segnato la storia economica italiana Lo scandalo Parmalat rappresenta uno dei più grandi fallimenti finanziari della storia italiana, con un buco di oltre 14 miliardi di euro che travolse risparmiatori, banche e investitori in tutto il mondo. La vicenda, che venne alla luce nel dicembre 2003, scoperchiò un sistema di falsificazioni…
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pier-carlo-universe · 15 hours ago
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Lo Scandalo di Tangentopoli: Il Caso che Sconvolse l’Italia e Spazzò Via la Prima Repubblica
Un sistema di corruzione radicato, inchieste senza precedenti e il crollo della politica tradizionale Lo scandalo di Tangentopoli rappresenta uno dei momenti più bui della storia italiana contemporanea. Un intreccio di corruzione politica, appalti truccati e finanziamenti illeciti ai partiti, portato alla luce dall’inchiesta Mani Pulite, che travolse l’intero sistema politico della Prima…
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Giorgia Meloni sotto inchiesta: polemiche sul rimpatrio del signore della guerra libico. Financial Times
Il 28 gennaio 2025, la Procura di Roma ha avviato un’indagine nei confronti della Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, e di alcuni membri del suo governo, tra cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. L’inchiesta riguarda la decisione del governo di rimpatriare in Libia Osama Elmasry Njeem, un signore della guerra libico ricercato…
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Sardegna, falsi messaggi per screditare i procuratori del caso Solinas
La Procura di Roma indaga su una campagna diffamatoria contro i magistrati Vacca e Pilia.
La Procura di Roma indaga su una campagna diffamatoria contro i magistrati Vacca e Pilia, false chat per screditarli.’. Un attacco contro la giustizia in Sardegna.La Procura di Roma ha avviato un’indagine per far luce su un caso di diffamazione contro i procuratori Andrea Vacca e Guido Pilia, due figure chiave nelle inchieste riguardanti la mala politica in Sardegna, inclusi i procedimenti…
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Un sistema giudiziario a due velocità: il rischio dell'ineguaglianza nell'azione penale.
Giuseppe Bellelli esprime preoccupazione per il futuro della giustizia in Italia.
Giuseppe Bellelli procuratore della Repubblica di Pescara esprime preoccupazione per il futuro della giustizia in Italia, avverte sul rischio di una giustizia differenziata che minaccia l’uguaglianza dell’azione penale. Giuseppe Bellelli è una figura di spicco nel panorama giudiziario italiano. Con un’esperienza consolidata nel campo del diritto penale, Bellelli è noto per il suo impegno nella…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Todde «decaduta» in Sardegna: Una crisi politica senza precedenti
L’inizio del 2025 porta con sé un terremoto politico in Sardegna. Alessandra Todde, governatrice M5S e presidente della Regione, è stata dichiarata decaduta dalla carica di consigliere regionale dal collegio regionale di garanzia elettorale, presso la Cor
L’inizio del 2025 porta con sé un terremoto politico in Sardegna. Alessandra Todde, governatrice M5S e presidente della Regione, è stata dichiarata decaduta dalla carica di consigliere regionale dal collegio regionale di garanzia elettorale, presso la Corte d’Appello di Cagliari. Il motivo? Presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese della campagna elettorale. Questa decisione implica…
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Operazione DDA e ROS: Sgominate dai vertici della ‘Ndrangheta internazionale, la reazione del Presidente Domenico Rossi. PD. Torino
Un richiamo alla responsabilità collettiva per contrastare il radicamento mafioso in Piemonte.
Un richiamo alla responsabilità collettiva per contrastare il radicamento mafioso in Piemonte. Un’operazione contro il traffico internazionale di droga. L’operazione condotta dai Carabinieri del ROS e dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) ha portato a sgominare un’organizzazione internazionale dedita al traffico di stupefacenti, che aveva ai vertici figure tutte al femminile. Tra gli…
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Alessandria: Violenza di genere, un evento formativo per sensibilizzare e agire. Un incontro multidisciplinare per affrontare e contrastare la violenza di genere
L'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria (AOU AL) rinnova il suo impegno nella lotta contro la violenza di genere organizzando un evento formativo e di sensibilizzazione.
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria (AOU AL) rinnova il suo impegno nella lotta contro la violenza di genere organizzando un evento formativo e di sensibilizzazione. Giovedì 5 dicembre, nel Salone di Rappresentanza di Via Venezia 16, dalle ore 9 alle 16.30, esperti del settore, professionisti sanitari e rappresentanti istituzionali si confronteranno per analizzare e condividere…
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