#beni confiscati Piemonte
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Operazione DDA e ROS: Sgominate dai vertici della ‘Ndrangheta internazionale, la reazione del Presidente Domenico Rossi. PD. Torino
Un richiamo alla responsabilità collettiva per contrastare il radicamento mafioso in Piemonte.
Un richiamo alla responsabilità collettiva per contrastare il radicamento mafioso in Piemonte. Un’operazione contro il traffico internazionale di droga. L’operazione condotta dai Carabinieri del ROS e dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) ha portato a sgominare un’organizzazione internazionale dedita al traffico di stupefacenti, che aveva ai vertici figure tutte al femminile. Tra gli…
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Antonio Neri e i carteggi in suo possesso
Antonio Neri abitava in via Santa Reparata 31 a Firenze, il documento che lo attesta è dell’ anagrafe e risale al primo aprile 1940. Antonio partecipò sia al Primo che al Secondo Conflitto mondiale. Ricevette una medaglia di bronzo al valore che si guadagnò in Russia e che ebbe direttamente dalle mani dal Principe di Piemonte Umberto di Savoia nel 1945. Nel 1965 ebbe un attestato dal Ministero della Difesa, un’ Onorificenza Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana firmato da Giulio Andreotti, all'epoca ministro della difesa. A parlarne è il nipote Mario Altieri, che dalla nonna Antonietta Neri ricevette un memoriale rimasto inedito per molti anni e scritto da Luigi Canali, purtroppo a macchina e non firmato, dunque il dubbio sull’autenticità di questo documento è rimasto.
Luigi Canali appartenne al Comitato di Liberazione Nazionale (CNL) e fu il fondatore della 52esima Brigata Garibaldi. Il memoriale fu spedito ad Antonio Neri nella speranza che coloro che lo avrebbero ucciso, sarebbero stati perseguiti per legge. Canali venne fermato durante la guerra perché si sospettava avesse tradito i suoi compagni partigiani e per questo venne condannato a morte in contumacia. L’importanza del memoriale di Canali è che rivela alcuni fatti inediti accaduti a Dongo e sulla morte di Mussolini. Per questo Canali risultò un personaggio scomodo.
Mussolini travestito da soldato tedesco si nascose in un camion, cercando di mettersi in salvo. Alla testa dell’autocolonna c’era Alessandro Pavolini segretario del Partito Fascista Repubblicano. Pavolini nel 1922 partecipò alla Marcia su Roma, e nel 1929 divenne federale a Firenze, nato in questa città nel 1903, morì poi a Dongo dopo essere stato fermato con il duce. L’autocolonna trasportava anche i beni personali del dittatore e i fondi riservati della Repubblica Sociale. Gioielli, oro, assegni, valuta estera e nazionale. Mai si è saputo con certezza il valore esatto, che va secondo le stime da qualche milione a qualche miliardo di euro attuali, tutti i beni vennero confiscati, insieme a delle valigie con all’interno custodivano documenti riservati. Due partigiani, Urbano Lazzaro e Pier Luigi Bellini Delle Stelle riferirono di aver visto dei fascicoli conservati nella valigia: documenti per il passaggio di Mussolini in Svizzera, verbali sul processo di alcuni cospiratori fascisti della congiura del 25 luglio del '43, documentazione sulla presunta omosessualità di Umberto di Savoia, documenti sulla questione politica dei territori rivendicati dalla Jugoslavia, della corrispondenza tra il duce e Hitler e il Carteggio segreto con Churchill, di cui è rimasta solo la leggenda, per altro ampiamente sfatata da seri studiosi del settore come Mimmo Franzinelli. Probabilmente anche questo memoriale e le testimonianze ad esso collegate sono un tentativo di frode da vendere al miglior incauto offerente, così come accadde per il famoso Carteggio, venduto più volte a diverse famose testate giornalistiche, ma che mai lo ricevettero. I pochi documenti mostrati dai possessori erano chiaramente dei falsi, visto che contenevano gravi errori di ortografia.
Riccardo Massaro Read the full article
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Bando della Regione Piemonte per riutilizzare a fini sociali i beni confiscati alla mafia
I Comuni piemontesi assegnatari di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata hanno tempo fino alle ore 12 del 28 settembre 2018 per aderire al bando emanato dalla Regione Piemonte per favorirne il riutilizzo a scopi sociali. Gli enti interessati sono 43, così suddivisi su base provinciale: 23 Torino, 1 Alessandria, 4 Asti, 1 Biella, 4 … L'articolo Bando della Regione Piemonte... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
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Il sindaco di Moncalvo,Aldo Fara, paese in provincia di Asti,ha spiegato che la realizzazione di un centro di accoglienza per le donne vittime di violenza non è più un sogno:”L’inaugurazione di Cascina Graziella, non è più un sogno, importanti sostegni in dirittura d’arrivo”.
La buona notizia è giunta con la sfida che le organizzazioni come Libera e Rinascita Donne hanno lanciato alla mafia nella trasformazione della cascina sequestrata al braccio destro di Bernardo Provenzano.
La Ragione Piemonte destinerà 150 mila euro per la riutilizzazione a Moncalvo di alcuni beni confiscati alla mafia e che consentirà di ufficializzare la notizia della nuova destinazione del cascinale a Libera,che si occuperà della ristrutturazione, e a Rinascita di Asti, che assiste 14 donne con problemi di dipendenza o di violenze subite.
I 150 mila euro provenienti dal bando della giunta regionale dello scorso settembre verranno rateizzati in tre versamenti da 50 mila euro,a fine anno o a inizio gennaio la prima parte del contributo.
Altri contributi sono in arrivo da CrTo, 30 mila euro,e Banca Asti con 20 mila euro per l’impianto elettrico che andranno sommati ai precedenti 60 mila euro della Fondazione CrAt.
Unaltro contributo sicuramente arriverà dalla Compagnia di San Paolo,dopo l’esito del sopralluogo al cantiere di frazione Santa Maria.
Le operazione del progetto della nuova struttura sono finalizzate al progetto pilota di reinserimento di una donna con figli che abbia già completato il primo ciclo di recupero. L’ingegnere William Carucci dello studio Aidue di Asti,che da anni è impegnato con il fratello Omar e l’architetto Ivan Schiavetto nella realizzazione del progetto,spiega:”Si tratta di un alloggio di 94 metri quadrati separato dal resto delle camere disposte su 560 metri quadrati, ubicato nella manica corta della cascina dove c’era il fienile”.
Il progetto di recupero del Cascinale sta particolarmente a cuore a don Ciotti.
Il ricordo della figura della ragazzina,Graziella Campagna, barbaramente eliminata dalla mafia nel 1985 all’età di 17 enne. La storia emblematica di Graziella e di come “cosa nostra” non lascia testimoni,colpevoli o incolpevoli, sulla sua strada: Graziella era una lavorante della lavanderia di Villafranca Tirrena, nel Messinese,quando rinvenne in un paio di pantaloni una carta d’identità che non corrispondeva all’uomo che li aveva consegnati per la pulitura e che la ragazzina conosceva bene.
La mafia vide nella sorella del carabiniere un pericolo e non volendo correre il rischio che questa confidasse il fatto al fratello decisero di eliminarla. Fu eliminata a colpi di lupara da due killer,ma le due storie,del sequestro della cascina nel 1996 a Francesco P.(braccio destro di “zio binnu” e che il tribunale di Trapani nel 2001 assegnò al comune di Moncalvo) e l’uccisione della ragazzina non hanno punti in comune,sono due storie diverse accomunate dal caso mentre i due assassini stanno scontando la pena dell’ergastolo.
ASTI. NASCE A MONCALVO IL CENTRO DI ACCOGLIENZA PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA. Il sindaco di Moncalvo,Aldo Fara, paese in provincia di Asti,ha spiegato che la realizzazione di un centro di accoglienza per le donne vittime di violenza non è più un sogno:"L’inaugurazione di Cascina Graziella, non è più un sogno, importanti sostegni in dirittura d’arrivo".
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Beni Confiscati in Piemonte: Sostenere i Piccoli Comuni per Facilitare i Percorsi di Riutilizzo Sociale
La Regione Piemonte e il Consiglio Regionale si impegnano per migliorare il riutilizzo sociale dei beni confiscati, puntando sul sostegno ai piccoli comuni
La Regione Piemonte e il Consiglio Regionale si impegnano per migliorare il riutilizzo sociale dei beni confiscati, puntando sul sostegno ai piccoli comuni. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati in Piemonte rappresenta una sfida significativa, soprattutto nei piccoli comuni, dove le risorse limitate e la complessità burocratica ostacolano spesso l’attuazione di progetti di recupero e…
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Il Piemonte approva la delibera per il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata assegnati ai Comuni
Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato a larga maggioranza la proposta di deliberazione “Criteri di riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati ai Comuni”, che coinvolge 63 Comuni della regione e 145 immobili già destinati. Entro la fine dell’estate il Piemonte si doterà di un bando che prevederà un fondo di 200 […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
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Finto vigile urbano, confiscati beni
Finto vigile urbano, confiscati beni
Oltre 600ml euro tra gioielli, auto, conti correnti, polizze
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