#giudizio
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licaonia · 14 days ago
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♠️_Ogni donna è un segreto:
un fuoco, un gesto,un’impronta,un silenzio..
🖤🌹
©️Licaonia Lupe
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illsadboy · 1 year ago
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in-consapevolezza · 1 month ago
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La vita ci insegna che bisogna sempre volare in alto. Più in alto dell’invidia, più del dolore, della cattiveria, più in alto delle lacrime, dei giudizi.
Bisogna sempre volare in alto, dove alcune parole non possano offenderci, dove alcuni gesti non possano ferirci, dove alcune persone non potranno mai arrivare.
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scogito · 12 days ago
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"Le persone possono capirci solo fino alla profondità con cui hanno incontrato se stesse.
Quindi se vivi di lodi altrui, morirai sotto le loro critiche."
(Neville Goddard)
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la-renna-che-parla · 7 days ago
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È facile per alcuni commentare vite che non hanno mai vissuto, dare opinioni su difficoltà che non hanno affrontato e giudicare strade che non hanno mai percorso.
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worldofdarkmoods · 2 months ago
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Mi disturba profondamente l’ignoranza, ma non quella che riguarda i libri mai letti, i film mai visti o i viaggi mai fatti. Quella non mi interessa. Mi infastidisce un’altra forma di ignoranza, più silenziosa ma altrettanto tagliente: quella di chi si sente in diritto di giudicare senza sapere, di chi parla come se conoscesse ogni sfumatura della mia vita, ogni ferita che porto addosso, ogni lacrima che ho nascosto.
È strano come certe persone si sentano autorizzate a costruire castelli di parole su fondamenta fatte di niente. Non sanno nulla delle notti insonni, dei giorni in cui anche alzarmi dal letto era una battaglia. Non sanno dei silenzi che mi hanno consumata dall’interno, delle volte in cui ho urlato nel vuoto senza che nessuno sentisse. Eppure parlano. Parlano come se fossero stati lì, come se avessero vissuto ogni passo, ogni caduta, ogni risalita.
C’è qualcosa di crudele in tutto questo, non trovi? Come se le persone ignorassero il fatto che dietro ogni volto c’è un’intera vita, un groviglio di esperienze, di dolori, di gioie rubate. Come se pensassero che ciò che vedono basti per capire, per giudicare, per dare sentenze.
Non sopporto questa leggerezza. La leggerezza con cui qualcuno può dire: “Ma perché sei così?” senza sapere quanto sia costato diventare così. Non sanno nulla delle fratture che ho cercato di ricomporre, dei pezzi che ho incollato insieme, anche se non combaciavano più. Eppure si permettono il lusso di puntare il dito, di mettere etichette che mi stanno strette, di cucirmi addosso storie che non sono le mie.
Ci sono persone che non si fermano mai a chiedersi cosa ci sia dietro. Guardano una superficie e si convincono che sia tutto lì, che non ci sia profondità, che non ci siano abissi nascosti sotto quel mare apparentemente calmo. Ma non sanno che ci sono stati giorni in cui quel mare era una tempesta, in cui non c’era un solo pezzo di me che non fosse in frantumi.
E la cosa peggiore? Non è solo il giudizio. È che questo giudizio arriva da chi non ha mai avuto il coraggio di tendermi una mano, di chiedere: “Come stai davvero?” Preferiscono costruire storie nella loro testa, perché è più facile così. È più comodo immaginarmi come vogliono loro, piuttosto che fare lo sforzo di vedermi per quella che sono veramente.
Ma io sono stanca. Stanca di difendermi, di spiegarmi, di giustificarmi. Non devo a nessuno il racconto delle mie battaglie. Non devo a nessuno la lista delle mie cicatrici. Se qualcuno vuole capire, deve avere la pazienza di guardare oltre, di ascoltare senza parlare, di accettare che non tutto può essere compreso con un’occhiata superficiale.
E sai cosa c’è di peggio? Quando queste persone riescono a farti dubitare di te stessa. Quando inizi a chiederti se forse hanno ragione, se forse sei tu a sbagliare, se forse la tua vita, con tutto il suo peso, non vale quanto quella degli altri. È un veleno lento, quello delle loro parole. Ma io ho deciso che non lo lascerò più entrare.
Perché la verità è questa: non importa quanto qualcuno cerchi di parlare al posto tuo, di riscrivere la tua storia con le loro parole. La tua storia è tua, e nessuno potrà mai capirla fino in fondo. Nessuno conosce il peso che hai portato, i passi che hai fatto, le decisioni che hai preso per arrivare dove sei ora.
E allora, sai cosa ho deciso? Ho deciso di non dare più potere a chi parla senza sapere. Perché le loro parole sono solo eco vuote, prive di significato. Non possono toccarmi, non possono ferirmi, non possono definirmi.
Forse non posso fermare l’ignoranza. Forse non posso impedire che la gente parli. Ma posso scegliere di non ascoltare, di non lasciare che le loro parole diventino il mio specchio. Posso scegliere di proteggere la mia verità, di custodirla come qualcosa di prezioso, qualcosa che appartiene solo a me.
E se qualcuno vuole davvero capire, dovrà avere il coraggio di chiedere, di ascoltare, di guardarmi negli occhi senza giudizio. Perché non ho bisogno di chi parla senza sapere. Ho bisogno di chi sa stare in silenzio e, in quel silenzio, mi accetta per quella che sono.
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chiamamicosi · 5 months ago
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Mi auguro di vergognarmi cosi tanto da avere le guance a fuoco, ma cosi tanto… pur di essere me stessa.
Oltre~
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ubriacadarte · 2 months ago
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A volte vorrei non aver mai dato ascolto a tutti quei giudizi non richiesti.
Avrei voluto, fin dal principio, avere la maturità adatta per reputarli futili, per niente corretti e costruttivi.
Altre volte li ringrazio per avermi fatto capire a chi e cosa non dare assolutamente retta.
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mementoinverbis · 4 months ago
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Troppo veloci a giudicare. Vediamo le ombre degli altri, senza guardarne mai il riflesso. -Memento
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mughetto03 · 5 days ago
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Mi piace il verbo «resistere». Resistere a ciò che ci imprigiona, ai pregiudizi, ai giudizi affrettati, alla voglia di giudicare, a tutta la cattiveria che è in ognuno di noi e che chiede solo di esprimersi, alla voglia di arrendersi, al vittimismo, al bisogno di parlare di sé.
Buona serata❤
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licaonia · 12 days ago
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♠️_E bene che il cuore sia ingenuo e che la mente non lo sia..🖤🌹
©️Licaonia Lupe
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shadyqueeneagle · 4 months ago
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Se alcuni uomini ci giudicano come donne con le quali non è possibile costruire una famiglia o farci neanche una storia (questo accade soprattutto nelle piccole realtà di paese, in Italia), dobbiamo solo che considerarci felici di questo!: non c'è niente di negativo in tale fattore, anzi, ma è un'occasione felice da prendere al balzo.
L'etichetta sociale indica in realtà buona qualità: gli uomini tossici vogliono solo donne insipide, senza nessun tipo di amor proprio e amore per gli altri.
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scogito · 20 days ago
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Alcuni costrutti abitualmente distorti in questa società.
Essere perfetti: significa comprendere la propria natura divina e esprimerla in modo concreto e autentico. Non significa ritenersi immuni dal dovere migliorare sè stessi, né ignorare la propria immondizia perché tanto siamo polvere di stelle.
Giudizio: è l'osservazione di sé stessi e dell'esterno, con logica, discernimento e onestà. Non ha niente a che vedere con la critica fine a sé stessa e fuorviata dai legami emotivi.
Intelligenza: è la capacità di guardare correttamente la realtà. Non c'entrano i titoli di studio, la cultura, né la furbizia e il successo.
Identificazione: quando è sana risponde al Sé ed è attiva, quando è distorta si cristallizza nella sofferenza, nelle paure, nei traumi, nelle convinzioni della mente ed è reattiva.
Potere: è uno stato di calma intoccabile, di non preoccupazione. Non ha niente a che vedere con l'esasperazione di egoriferimento, denaro, sopraffazione e infallibilità.
Ego: è lo stato di volontà distinguibile e concreto, è l'azione logica, il pensiero ambizioso, è l'ordine interno capace di applicare regole (giuste) e buonsenso. Quando si esprime in arroganza, prepotenza, cinismo, dogmatismo, inettitudine, abuso e vendetta si sta manifestando la sua distorsione.
Invidia: significa non-vedere, non c'è mai un'invidia sana perché chi ne soffre è innazitutto incapace di vedere se stesso. Va usata per conoscere i propri desideri e migliorarsi.
Rabbia, repressione, irritabilità, aggressività: sono tutte faccie istintuali e emotive legate alla personalità (maschera). Vanno usate per conoscere i propri limiti e per staccarsi o correggere le condizioni che non si sopportano, verso uno scopo elevato (rabbia sacra).
@scogito
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lostboy-94 · 1 year ago
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Se non ti cerca più è perché non ha la maturità sufficiente per affrontare il fatto che ti ha fatto del male e non te lo meritavi.
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libero-de-mente · 1 year ago
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MOMENTO LETTERARIO
Dal libro: L’amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder
I messaggi sono una forma di tortura molto raffinata. Un giorno senza risposta, pensi a una tattica. Due giorni senza risposta, ti offendi. Tre giorni senza risposta... ti innamori.
Così alcune donne aspettano il Principe Azzurro, questo stupido concept pubblicitario generatore di donne deluse e future zitelle inacidite, mentre solo un uomo imperfetto potrebbe renderle felici.
Ma dovete sapere che ogni uomo dopo i trent'anni, ancora in vita, è un coglione.
Non si è mai soddisfatti: quando una ragazza ci piace, vogliamo innamorarcene; quando ne siamo innamorati, vogliamo baciarla; quando l'abbiamo baciata, vogliamo andarci a letto; quando ci siamo andati a letto, vogliamo vivere con lei in un appartamento ammobiliato; quando viviamo con lei in un appartamento ammobiliato, vogliamo sposarla; quando l'abbiamo sposata, incontriamo un'altra ragazza che ci piace. L'uomo è un animale insoddisfatto, esitante tra diverse frustrazioni. Se le donne volessero giocare d'astuzia, gli si negherebbero, per farsi correre dietro tutta la vita.
Nessuno vi avverte che l’amore dura tre anni. Vi si fa credere che è per la vita, mentre, chimicamente, l’amore scompare nell’arco di tre anni. L’ho letto in una rivista femminile: l’amore è una botta effimera di dopamina, noradrenalina, prolattina, luliberina e oxitocina.
La società vi inganna: vi vende il grande amore mentre è scientificamente provato che questi ormoni cessano di agire dopo tre anni. Del resto le statistiche parlano chiaro: una passione dura in media 317, 5 giorni e, a Parigi, due coppie su tre divorziano nei tre anni successivi alla cerimonia.
Perché tre anni e non due, o quattro, o seicento? Secondo me, questo conferma l’esistenza di quelle tre tappe che Stendhal, Barthes e Barbara Cartland hanno spesso distinto: Passione- tenerezza- noia, ciclo di tre stadi che durano ciascuno un anno,  un triangolo sacro quanto la Santa Trinità.
Chi di voi ha letto questo libro del 1997, oppure visto la trasposizione cinematografica del 2011? Che giudizio date?
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ragazzoarcano · 6 months ago
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“È molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti bene è segno che sei veramente un saggio.”
— Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe
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