#inchieste giudiziarie
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ Mia cara Francesca, le tue lettere arrivano, per lo più, alla sera. Verso le nove. Una mano entra nel buco, dicono "posta", poi le aprono e me le danno. Così le tue parole sono le ultime che ricevo: e me le porto in sogno. [...] Ho lavato i piatti (una ciotola di plastica, un piatto di plastica, delle posate idem) e le pulizie le farò nel pomeriggio, nell'interminabile viaggio che va dalle 15 al mattino dopo. Oggi è giorno di doccia (qui ci si lava un giorno sì e uno no) e aspetto il mio turno. Poi mi vestirò, e andrò all'aria. Girerò in tondo fino alle 11. In questa giostra assurda s'incontra ogni genere di uomini: falsari, spacciatori, zingari, bancarottieri; è un mondo tutto suo, credimi. E pieno di assurde favole, di storie incredibili; è impressionante il numero di giovani, di ragazzi, quasi. Da fuori, non si ha la sensazione di quello che accade qui, e di come enormi siano oggi i problemi della giustizia. Mi chiedi se desidero un libro. Sì. Di Dostoevskij "Memorie da una casa morta": attenzione, non "Memorie dal sottosuolo", che è un altro suo libro. Dico quello (alcuni lo traducono "M dalla casa dei morti") che parla della sua prigionia a Semipalatinsk, in Siberia. Lo lessi anni fa, e siccome è pieno di pensieri sulla pena, la prigione, e altro, vorrei rileggerlo. Davvero. Va bene? E io che posso restituirti? Senti, sbaglio o con Renata sei in freddo? Non so, mi è parso di capire che, in quel suo tirarsi indietro ti desse della pena. Guarda: succede, e alle volte è meglio che un amico dica francamente il suo pensiero piuttosto che vederlo accettare per forza. E il resto del lavoro? E la vita? E Milano? Io sono disgustato all'idea che esistano "giornalisti" del tipo attualmente in circolazione: criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili, folli. Adesso è di moda chiamare questo "il carcere dei vip": perché non vengono, per sette giorni, a questo Portofino delle manette? Credimi: il nostro non è un Paese. Ho gioito al ritrovamento delle reliquie del tuo S. Francesco: non avevo dubbi, credi, che il finale fosse quello. E troveranno il resto. Vuoi scommettere? Mi chiedi dei sogni? Beh, sono molto teneri, dolcissimi. Mi pare di essere accanto a te, e di perdermi nei tuoi occhi. È delizioso. Anche se è la sbiadita, pallida immagine del vero. Ma ti sogno spesso. Ti ho detto: ora sono sereno, niente può più toccarmi. Mi metterò a studiare storia, che e la mia passione. Storia italiana. Poi, mi interessa enormemente la "comune coscienza del peccato", che è cosa ancora più debole, da noi, del "comune senso del pudore". Parlo con delinquenti veri, Cicciotta: e mi interessa la loro psicologia, la loro relatività, il loro codice, che è, in molti casi, anche se patologico, regolato da leggi ferree. Sì, ho vissuto molte vite: so e conosco cose che nessun viaggiatore vede e vedrà mai, avrò da riempire sere e sere d'inverno. Non andrò mai più allo zoo: l'idea di una gabbia mi darà, per sempre, un fremito di disgusto. Tu dici che sono forte: io non lo so, Cicciotta. Sento che mi sentirei indegno di vivere, se fossi diverso. Non si può concedere loro niente: sono dei bari, capisci? Questo Paese ha sempre piegato la schiena, baciando la mano di chi lo pugnalava. E non ci sarebbero tiranni, se non ci fossero schiavi. Il vero patrono d'Italia (e non capisco perché non lo facciano) dovrebbe essere Don Abbondio. San Francesco poteva nascere benissimo in qualunque altra parte del mondo. Solo Don Abbondio è irresistibilmente, disgustosamente italiano. A me spiace parlar male del mio Paese: ma deve cambiare. È l'"odi et amo" di Catullo (traduzione di Ceronetti): e se vuoi un ritratto, che condivido, dell'Italia, leggi, sempre di Ceronetti "Viaggio in Italia" (Einaudi). È una barca cariata, un guscio vuoto, pieno di vermi, che galleggia su un mare inquinato. E per le anime, è peggio. Ti abbraccio, Cicciotta. Tanto tanto Enzo [Bergamo, domenica 9 Ottobre '83] “
Enzo Tortora, Lettere a Francesca, Pacini Editore, 2016¹; pp. 82-84.
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curiositasmundi · 1 year ago
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Un personaggio sempre sullo sfondo di vicende misteriose, che appare e scompare, di quelli che non finiscono sulle prime pagine dei giornali, ma il cui nome affiora più volte negli atti giudiziari degli ultimi trent’anni. A volte perché accostato alla mafia siciliana, più di recente alla ‘ndrangheta. L’uomo di cui parliamo ha quasi ottant’anni, è nato in Libia ma vive a Catania.
Si chiama Francesco Rapisarda e nel corso della vita ha stretto relazioni pericolose che – seppure non abbiano mai portato a imputazioni per associazione mafiosa – hanno contribuito ad alimentare sul suo conto ombre e misteri. Alcuni dei quali intrecciati con la massoneria. Ora che è al centro di inchieste dell’antimafia, il modo migliore per conoscerlo è risalire la linea del tempo.
Per ultimo il suo nome è comparso nell’inchiesta della procura di Catanzaro che, a inizio luglio, ha riacceso i riflettori sul villaggio Sayonara di Nicotera (Vibo Valentia), passato alla storia per avere ospitato, nell’estate ’92, uno dei summit in cui le ‘ndrine decisero di aderire alla strategia stragista inaugurata da Cosa nostra con le uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che, l’anno dopo, avrebbe portato le bombe a Firenze, Roma e Milano.
Per i magistrati, tre decenni dopo quella riunione, il Sayonara era ancora in mano alla ‘ndrangheta. E a dimostrarlo sarebbe proprio la presenza al suo interno di Rapisarda. Sayonara simbolo di un’alleanza duratura tra le organizzazioni mafiose divise dallo Stretto di Messina.
[...]
Per gli inquirenti, Rapisarda sarebbe arrivato al Sayonara forte di alcune referenze mafiose. In particolar modo da parte della famiglia Santapaola-Ercolano, che a Catania rappresenta Cosa nostra.
A sostegno di questa ipotesi, citano i fatti che nel 2016, l’anno prima di prendere la conduzione del lido, avevano portato Rapisarda e il fratello ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Brotherood. Al centro dell’indagine erano finiti i punti di contatto tra esponenti della famiglia Ercolano e alcuni appartenenti a una loggia massonica di cui proprio Francesco Rapisarda era il sovrano.
Grazie a tali convergenze l’uomo, che è anche rappresentante di un’associazione che rimanda all’organo di governo del Rito Scozzese Antico ed Accettato, sarebbe riuscito a turbare un’asta giudiziaria e rientrare in possesso di un complesso industriale. Vicende per le quali Rapisarda è stato condannato a due anni e otto mesi in appello, dopo essere stato assolto in primo grado.
Per spiegare perché la vicinanza agli Ercolano avrebbe rappresentato un buon biglietto da visita agli occhi di Mancuso, i magistrati ricordano invece l’amicizia che lega il boss di Limbadi ad Aldo Ercolano, nipote del capomafia Nitto Santapaola e condannato all’ergastolo per diversi omicidi, tra cui quello del giornalista Giuseppe Fava.
[...]
l capitolo pi�� misterioso della biografia di Francesco Rapisarda risale, però, a tempi più remoti. Si tratta di una vicenda in cui, in prima battuta, venne tirato in ballo insieme al fratello Carmelo, per poi uscire di scena: il duplice delitto della Megara.
È il 30 ottobre 1990 quando, nella zona industriale di Catania, l’auto su cui viaggiavano Alessandro Rovetta e Francesco Vecchio – amministratore e dirigente della più grande acciaieria di Sicilia – viene crivellata di colpi da un commando che, per gli investigatori dell’epoca, agì con «tecniche quasi militari».
Ad oggi non esistono colpevoli e l’indagine per tre volte è finita sul binario morto della richiesta di archiviazione. L’ultima attende il responso del gip, chiamato a valutare l’opposizione dei parenti delle vittime, convinti che non tutto il possibile sia stato fatto.
Sullo sfondo di questa storia c’è posto non solo la criminalità organizzata. Il 5 novembre 1990 una telefonata all’Ansa di Torino annunciò l’esecuzione di Rovetta e Vecchio per conto della Falange Armata, la sigla che ha accompagnato parte dei misteri italiani dagli anni Novanta in poi – dai delitti della Uno Bianca alle stragi – e che sarebbe sorta all’interno della settima divisione del Sismi, il servizio segreto militare. Di fatto, il duplice omicidio della Megara fu la seconda rivendicazione nella storia della Falange.
A mancare finora è stato anche il movente. L’acciaieria da tempo era nella morsa del racket e, con all’orizzonte una ristrutturazione miliardaria, Cosa nostra avrebbe avuto tutto l’interesse a evitare il clamore di un delitto eccellente.
È tra questi punti interrogativi che, a metà anni Novanta, compaiono sulla scena i fratelli Rapisarda: entrambi attivi nell’indotto della Megara, a citarli è il collaboratore di giustizia Giuseppe Ferone. Secondo il quale, Vecchio sarebbe stato ritenuto colpevole della riduzione di commesse a favore di una delle loro ditte e per questo destinatario di un’estorsione da parte degli emissari di un clan locale, a loro volta vicini ai Rapisarda.
[...]
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crossroad1960 · 11 months ago
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Presumo ricordiate la storia del vigile urbano di Sanremo sorpreso a timbrare il cartellino in mutande. Ne scrissero tutti i giornali con entusiastico corredo della prova documentale: la foto dell’uomo in slip, evidentemente pronto a rituffarsi fra le lenzuola in orario di lavoro. Era il 2015. Il vigile e la sua immagine divennero i simboli dell’Italia imbrogliona e nullafacente, su cui noialtri riversammo vibrante indignazione dall’alto della nostra statura morale. Tuttavia erano sufficienti cinque minuti per appurare che la casa del vigile, il suo ufficio e la timbratrice erano tutti nello stesso edificio. Il vigile si alzava alle 5.30, timbrava il cartellino, apriva i cancelli del mercato ortofrutticolo, di cui era custode, e cominciava la giornata. Bastava porre una domanda, ma a nessuno venne in mente. Così ci sono voluti cinque anni: nel 2020 il vigile è stato assolto, e forse sarà la mia negligenza, oppure che le cronache ne hanno dato notizia nell’angolo in basso, senza approfondimenti sui guasti di certe inchieste, giudiziarie e giornalistiche, ma io lo ignoravo. L’ho scoperto ieri quando è stato stabilito – a carico del comune di Sanremo, che licenziò il dipendente dalla sera alla mattina – un risarcimento danni di 227 mila euro. Un’ultima annotazione: a fornire ai giornali la foto, con cui il vigile è stato messo in ridicolo e alla gogna in tutta Italia, furono gli inquirenti. Però lo sappiamo: la magistratura è santa e non si tocca. E come al solito a noi delle redazioni importa poco di essere rimasti senza le mutande del diritto di cronaca: possiamo sempre coprirci le vergogne con il famoso bavaglio. (Mattia Feltri)
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superfuji · 2 years ago
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Se invece non c’è più nulla si può ricostruire, magari in fretta e, per l’emergenza, senza troppe regole e troppi controlli. Le nostre aziende sono pronte. Gli (im)prenditori, già assuefatti ed esperti delle nuove semplificazioni messe in atto in molti settori anche in un Paese ad alta corruzione come l’Italia, non avranno difficoltà. E anche l’esperienza di convivere con qualche mafietta locale, è ormai acquisita. D’altra parte lo suggerì un esponete di Governo di non molto tempo fa che con le mafie occorreva convivere. E chi, come Libero Grassi, non ne volle sapere si consegnò al martirio mentre le inchieste giudiziarie su quelle convivenze non hanno sinora dato alcun risultato. D’altra parte, e non è da oggi, il settore metalmeccanico nazionale si regge, in gran parte, sul reparto bellico. Volete che non tragga qualche beneficio anche da quello della ricostruzione? Sì, effettivamente c’è una variabile che si tende a sottovalutare o proprio a non considerare. Nel percorso, migliaia di esseri umani vengono sacrificati. Ma è necessario al trionfo del mercato. Senza il quale il mondo va in crisi. Se non riparte l’economia interi popoli andranno in sofferenza. Ce la vendono così e così trionfa l’economia del profitto, senza etica, senza morale, indifferente alle sorti di gran parte dell’umanità (la più povera) e dell’ambiente. Vite, storie, rapporti, ambiente, natura, diritti, libertà, giustizia, uguaglianza sono parole ignote all’algoritmo della crescita dell’economia e del mercato. Sì, perché ora non ci sono neppure più le facce, c’è l’algoritmo a sgravare le coscienze. In attesa che comandi l’intelligenza artificiale e i cuori delle persone si atrofizzino per mancato uso. Possiamo, può l’umanità accettare tutto questo? Fino a quando permetteremo che abusino della nostra pazienza? Fino a quando non incroceremo una politica capace di opporsi a livello globale al dominio di questo progetto di morte del pianeta e della nostra specie? Quando organizzeremo una seria opposizione al sistema nel quale siamo costretti a vivere nella certezza della negazione di un futuro per i nostri figli? Quante guerre dovremo ancora tollerare spinti a considerarle giuste quando siamo consapevoli che nessuna lo è? Quando vedremo muoversi un movimento capace di opporsi a tutto ciò, in ogni angolo del pianeta? Intanto lo sfregio continua e l’ultima aberrante proposta arriva dalla Commissione Europea che con l’Action Support of Ammunition Production vuole addirittura consentire di utilizzare parte dei fondi del PNRR per fabbricare munizioni che vadano a rimpiazzare quelle inviate, e utilizzate, in Ucraina, per rimpinguare le scorte di armamenti svuotate dal conflitto. Nel Piano che ha come fondamenti la transizione verde, quella digitale e la resilienza, si configurerebbero in quest’ultimo capitolo. La Resilienza passa dunque dalla guerra? Preferiamo rilanciare a gran voce, fino a urlarlo, che «si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai», richiamando il Parlamento e gli italiani alla Costituzione e al suo ripudio della guerra «come aggressione e come mezzo per risolvere i problemi fra gli Stati» dove quel “l’Italia ripudia” non ammette né incertezze né interpretazioni.
L’Ucraina e il cantiere perverso
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urgente-news · 4 years ago
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Zingaretti: si è dimesso o è stato accompagnato alla porta?
Prima di uscire ha accusato il suo partito di fare schifo e pensare solo alle poltrone.
O si è dimesso perché anche lui, noto poltronaro, pretende un'altra comoda poltrona (al governo o al comune di Roma)…. oppure perché qualcosa puzza nell'aria ed è stato messo alla porta dai suoi stessi fedelissimi di partito.
Ad esempio…. quei 700.000 euro mai riscossi dalla Link Campus University e i 16 milioni di euro mai investiti come da contratto? Presento oggi un'interrogazione proprio per capire il ruolo di Nicola Zingaretti in questa torbida vicenda….
Risultano circa 700.000 euro di affitti non pagati, oltre al mancato impegno da parte dell’Università Link Campus di effettuare una ristrutturazione dell’intero complesso immobiliare per 16,5 milioni di euro.
In merito a questi affitti non pagati, ed al danno erariale per le casse regionali, il Presidente Nicola Zingaretti fino ad oggi non risulta abbia effettuato alcuna vera attività per recuperare quanto dovuto e sembra ancor oggi non aver interesse ad intervenire per sanare la grave situazione di esposizione contabile e finanziaria, ricorrendo a vie legali e giudiziarie contro la Link Campus University per il recupero delle somme dovute.
Sono del 2020 le due principali inchieste che vedono la Link Campus University nel mirino di varie procure: quella di Firenze, che a maggio chiude le indagini sui presunti “esami facili” effettuati proprio presso la Link Campus con 71 indagati a vario titolo per associazione a delinquere e falso, tra cui proprio l’ex ministro Vincenzo Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, studenti: fra questi decine di poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp Felice Romano. E quella di Roma: che a metà luglio ha mandato il nucleo di polizia economico finanziaria per ricercare file, documenti, agende e rendicontazioni ipotizzando consulenze fasulle e il reato di indebita compensazione, grazie a progetti di ricerca e sviluppo finti ma che garantiscono un credito di imposta del 50 per cento del loro valore a chi li commissiona. Il sistema sarebbe emerso proprio dagli atti dell’inchiesta toscana e da alcuni accertamenti dell’Agenzia delle Entrate e l’inchiesta per ora ipotizza una truffa da 15 milioni di euro di credito di imposta (il valore dei progetti è di decine di milioni) e conta 14 indagati tra imprenditori e pezzi grossi dell’ateneo. Dal rettore Claudio Roveda, al presidente della società di gestione Gem Vanna Fadini, passando per il membro del Consiglio d’amministrazione e presidente della scuola d’ateneo per le attività Undergraduate e Graduate Carlo Maria Medaglia e per il direttore generale Pasquale Russo.
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adrianomaini · 15 days ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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collasgarba · 15 days ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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sapergo · 15 days ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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bigarella · 15 days ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Controcampo: Il Ruolo dei Media negli Attacchi alla Magistratura – Una Questione di Interesse?
Analisi critica delle motivazioni e degli obiettivi dietro le frequenti critiche alla magistratura da parte della stampa.
Analisi critica delle motivazioni e degli obiettivi dietro le frequenti critiche alla magistratura da parte della stampa. Alcuni giornali portano avanti un’opera di critica costante verso la magistratura, sollevando dubbi sulla legittimità delle inchieste e sulla politicizzazione delle azioni giudiziarie. Articoli recenti dipingono i magistrati come attori influenzati, suggerendo che le loro…
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ginogirolimoni · 2 months ago
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“Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni.
Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto.
In secondo luogo perché la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura.
In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi.
Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo. Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze.
Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura.
Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì”. 
(Questa è l'e-mail integrale che il sostituto procuratore della Cassazione ha inviato, pubblicamente, ad alcuni suoi colleghi).
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Questo è ciò che ha capito la Meloni!
A Nordio: sono i giudici che non capiscono le sentenze scritte in francese, o è questo governo che non capisce le e-mail, benché scritte in italiano?
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roma-sera-giornale · 2 months ago
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Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi... una frase di una gravità assurda..
De Ficchy Giovanni https://twitter.com/GiorgiaMeloni/status/1847966831367098460  “’Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione (…)’. Così un esponente di Magistratura democratica”. Con questa mail si conferma nuovamente la propensione di una…
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curiositasmundi · 2 years ago
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C’è una convergenza di interessi tra mafiosi ed estremisti di destra su alcuni delitti eccellenti e stragi, manovrata da una regia ancora occulta che mette in collegamento Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e terroristi neri. Storie macchiate dal sangue di vittime innocenti su cui si attende ancora una verità, non solo giudiziaria ma anche politica. Il tema centrale, come scrivono i giudici della Corte d’assise di Bologna nell’ultima sentenza sulla strage del 2 agosto, “è il collegamento tra Cosa Nostra, l’eversione terroristica di destra e i collegamenti con il gruppo di potere coagulatosi intorno alla P2 e a Licio Gelli“. Ci sono una serie di legami che dimostrano che tra i “neri” dei Nuclei armati rivoluzionari, di cui faceva parte anche Massimo Carminati, e Cosa Nostra, vi fossero scambi operativi, “mediati da altri soggetti”. Le inchieste giudiziarie documentano come in diverse vicende i boss calabresi sono andati a braccetto con i neri. E comprendere lo sviluppo di questo intreccio è compito pure della Commissione parlamentare antimafia. Lo scorso aprile sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza della Corte d’assise di Bologna, da cui si legge che è stato un attentato, quello del 2 agosto 1980 alla stazione, eseguito da neofascisti. I giudici mettono in collegamento la strage con l’omicidio a Palermo del presidente della Regione, Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato. Per quel delitto sono stati assolti i neri Fioravanti e Cavallini. Nel processo di Bologna sono stati recuperati elementi che hanno indotto i giudici a ritenere che “l’eliminazione di Mattarella dopo quella di Aldo Moro, al quale si apprestava a succedere, secondo ragionevoli interpretazioni della fase storica, era indispensabile per eliminare un irriducibile ostacolo ai piani della P2 e al contempo a quelli di Cosa nostra, convergenti sull’obiettivo data l’azione che Mattarella aveva avviato in Sicilia per sottrarre il suo partito all’alleanza con la mafia”. I sicari di Mattarella non hanno ancora un nome, ma sono stati condannati come mandanti i componenti della cupola. I neri rivendicarono il delitto: “Qui Nuclei Fascisti Rivoluzionari, rivendichiamo l’uccisione dell’onorevole Mattarella in onore ai caduti di Acca Larentia”. Seguita da comunicati di rivendicazione di Br e Prima linea ritenuti depistanti, quasi a correggere quella prima incauta rivendicazione. L’assoluzione in primo grado nel 1995 scaturisce dalle dichiarazioni di Buscetta e Marino Mannoia, i quali assicuravano che i killer erano uomini di Cosa Nostra, senza tuttavia saperli identificare. Fioravanti e Cavallini erano stati processati in base alle accuse rivolte da Cristiano Fioravanti, fratello di Valerio, che li indicava come autori dell’agguato; la testimonianza della moglie di Piersanti Mattarella che vide in faccia il killer e ne descrisse l’andatura ballonzolante di Fioravanti; e infine la presenza di Valerio Fioravanti a Palermo nei giorni in cui Mattarella fu ucciso. Su questo delitto la procura della Repubblica di Palermo sta ancora indagando. E poi c’è lo stesso modello di pistola che uccide Mattarella e il giudice Mario Amato, organizzato e portato a termine dai terroristi dei Nar. In questo caso spara Gilberto Cavallini. La perizia sulla pistola risulta “coincidente” con quella utilizzata per uccidere Mattarella. Ci sono “punti di collimazione�� e poi la Colt utilizzata dai “neri” per uccidere Amato aveva “un difetto di funzionamento”, come quella che i testimoni oculari hanno detto per l’arma utilizzata nell’agguato al presidente della regione siciliana. Gli specialisti del Racis dei carabinieri sono riusciti a comparare i proiettili dell’omicidio Mattarella con la Cobra usata dai Nar a Roma. Il risultato è “coincidente”: significa che c’è una probabilità molto alta che l’arma sia la stessa. Sulla saldatura tra mafia e Nar indagava pure Giovanni Falcone, lui non era il solo a credere nella pista “fascio-mafiosa”. La commissione antimafia presieduta da Bindi ha tolto il segreto alla relazione sul delitto Mattarella del 1989 firmata Loris D’Ambrosio, allora in servizio all’Alto commissariato, in cui spiega che “l’inesistenza di piste mafiose per gli autori materiali non implica, sia ben chiaro, l’esclusione della matrice mafiosa dell’omicidio”. Per D’Ambrosio non era solo mafia. Mattarella viene ucciso come “nemico dell’anti-Stato”. E proprio la scelta di affidare l’esecuzione a terroristi neri permette ai capi di Cosa Nostra di “disorientare l’opinione pubblica e l’apparato investigativo” e dimostrare “alla stessa organizzazione quanto devastante ed estesa sia la capacità di espansione e controllo che l’anti-Stato è in grado di esercitare”. Una storia fascio-mafiosa che è materia per un’attenta inchiesta di una commissione parlamentare. Magari quella dell’Antimafia.
Dal delitto Mattarella alla strage di Bologna: la trama oscura che lega mafia e terrorismo nero - Lirio Abbate – repubblica.it
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siciliatv · 7 months ago
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Applicato il Daspo ad agrigentino coinvolto in diverse inchieste su traffico di droga
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Applicato il Daspo ad agrigentino coinvolto in diverse inchieste su traffico di droga Nuovi guai giudiziari per Andrea Puntorno, 47 anni, ex capo ultras della Juventus e già coinvolto... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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m2024a · 7 months ago
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Nel Pd exploit per Decaro: più votato tra i dem. Vannacci spinge la Lega Giorgia Meloni, come era facile pronosticare, è la primatista assoluta di consensi personali di queste elezioni europee. Mancano dati ufficiali, ma è stimata oltre i 2 milioni di preferenze, essendosi candidata come capolista in tutte e cinque le circoscrizioni. La premier però non andrà a Strasburgo e cederà il suo seggio ad altri componenti della liste. E nonostante l’ottima performance personale non supera il primato di consensi personali stabilito da Silvio Berlusconi nel 1999: tre milioni di voti. E non dovrebbe superare nemmeno i 2,35 milioni di preferenze raccolte da Matteo Salvini alle scorse europee del 2019 È invece il sindaco di Bari Antonio Decaro il più votato nel Pd alle Europee. Al Sud - dove è il Pd è primo partito, con circa un punto percentuale di vantaggio su Fratelli d’Italia - Decaro incassa oltre 490mila voti (di cui 350mila in Puglia), più della capolista Lucia Annunziata, che ne raccoglie circa 240mila preferenze. Segue il governatore dell’Emilia Romagna e presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, che sfiora i 380mila voti, di cui 250mila nella sua regione. La capolista al Nord Ovest Cecilia Strada raccoglie circa 260mila voti. La segretaria Elly Schlein, candidata al Centro e nelle Isole ottiene oltre 200mila voti (in questo caso mancano all’appello i voti di oltre 2mila sezioni). Sotto la soglia psicologica del 10%, il risultato della Lega (al 9,1%, in leggera ripresa rispetto all’8,8% delle scorse politiche) è trainato dal generale Roberto Vannacci. Candidato in tutte le circoscrizioni, il generale raccoglie oltre mezzo milioni di voti, circa 180 mila al Nord Ovest, 138mila a Nord Est, 94mila al Centro, 71mila al sud e circa 35mila nelle Isole. Nel Pd, è exploit del sindaco di Bari Antonio Decaro. Le inchieste giudiziarie per voto di scambio, che hanno coinvolto la giunta Emiliano, non hanno intaccato la popolarità del candidato, a cui l’elettorato ha attribuito nella circoscrizione dell’Italia meridionale quasi 500mila. Solo in Puglia ha ottenuto circa 350mila preferenze quando mancano poche sezioni per completare lo scrutinio. Decaro trascina l’intero partito a un risultato sorprendente: la Puglia diventa la seconda piazzaforte «rossa» (33,6%) dopo l’Emilia Romagna (36,1%) e prima della Toscana (31,9%). Il primo cittadino di Bari prende il doppio dei voti dell’altra big per Ilaria Salis 165mila voti in lista al Sud, Lucia Annunziata. Ilaria Salis fa il pieno di preferenze nelle due circoscrizioni dove è candidata con Avs (6,6%), il Nord-Ovest, dove è capolista, e le Isole. Quando mancano ancora i dati di poche centinaia di sezioni, l’attivista agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico a Budapest, supera i 164mila voti. Ed è eletta perciò al Parlamento europeo Prima le donne: nella classifica delle preferenze alle europee nella circoscrizione del Nord Ovest sono loro ad aver ottenuto il primato. Prima assoluta con 582.565 voti è la premier Giorgia Meloni (379.253 nella sola Lombardia), seguita dalla capolista PD Cecilia Strada con 248.126 (157.638 in Lombardia). Terzo l’ormai ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori che sfiora i duecentomila voti, per l’esattezza 193.885, di cui 161.945 nella sua regione. A quota 176.622 Roberto Vannacci candidato dalla Lega, ma supera quota centomila preferenze anche Ilaria Salis. L’attivista ha ottenuto 110.130 preferenze, di cui 64.839 in Lombardia. Sfiora il tetto dei centomila Antonio Tajani con 98.620 preferenze, mentre Letizia Moratti, la presidente della consulta di Forza Italia ne incassa 36472 (29.790 a Milano dove è stata sindaco).
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glorioussharkstrawberry · 7 months ago
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News Bologna: Politica, Economia e Società
Nella sezione news Bologna, ci concentriamo su notizie riguardanti la politica, l'economia e la società. Seguiamo da vicino l'attività delle istituzioni locali, con un occhio particolare alle decisioni del Comune e della Provincia che impattano la vita dei cittadini. Le interviste ai protagonisti della scena politica e sociale, così come i nostri approfondimenti economici, mirano a darvi una visione completa e approfondita degli sviluppi più importanti.
Ultime Notizie Bologna: Aggiornamenti e Breaking News
Per non perdervi nemmeno una novità, la sezione ULTIME NOTIZIE Bologna è costantemente aggiornata con le breaking news. Dalle emergenze sanitarie agli aggiornamenti meteorologici, dai grandi eventi ai piccoli fatti di cronaca, troverete tutto ciò che è rilevante e urgente. La tempestività è il nostro motto, e ci impegniamo a fornirvi informazioni fresche e accurate ogni giorno.
Notizie di Cronaca Bologna: Gli Eventi che Contano
La cronaca è al centro del nostro lavoro e nella sezione notizie di cronaca Bologna troverete articoli dettagliati su tutti i fatti di rilievo. Dalle indagini poliziesche ai processi giudiziari, dagli incidenti stradali agli episodi di microcriminalità, documentiamo tutto con precisione e rigore giornalistico. I nostri reporter sono sul campo per raccogliere testimonianze e informazioni dirette, offrendo così un servizio di qualità superiore ai nostri lettori.
Eventi Culturali e Sportivi
Bologna è una città ricca di eventi culturali e sportivi. Nella nostra sezione dedicata, vi teniamo aggiornati su concerti, mostre, festival, partite di calcio, gare di basket e molto altro. Vogliamo che siate sempre informati su come potete trascorrere il vostro tempo libero, partecipando a eventi che arricchiscono la vita della nostra comunità.
Servizi e Utilità per i Cittadini
Oltre alle notizie, offriamo anche una serie di servizi utili per i cittadini di Bologna. Dalle previsioni del tempo ai bollettini sul traffico, dalle informazioni sui servizi pubblici agli aggiornamenti su lavori stradali e interruzioni, il nostro sito è pensato per essere uno strumento al servizio della comunità.
Conclusione
Bologna24ore.it è il vostro compagno quotidiano per restare sempre aggiornati su ciò che succede nella provincia di Bologna. Grazie a una copertura completa e tempestiva delle notizie Bologna, ci impegniamo a mantenervi informati e connessi alla vostra città. Continuate a seguirci per non perdervi nemmeno una novità e rimanere sempre al passo con gli eventi più importanti.
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