#ucraina
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🫶 Gorgeous Lviv, Ukraine 🇺🇦💛💙
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🇷🇺🇷🇺 VLADIMIR PUTIN HA COMMENTATO LA PROSPETTIVA DELL'IMPIEGO DA PARTE UCRAINA DI ARMI OCCIDENTALI A LUNGO RAGGIO PER COLPIRE LA RUSSIA:
🗣“Avviene un tentativo di confondere i concetti, qui, infatti, non si tratta di autorizzare o di vietare al regime di Kiev di colpire il territorio russo, cosa che già fa, attaccandoci con droni e altri mezzi. Ma se si tratta di usare armi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale, allora la faccenda è del tutto diversa. L'ho già detto e qualsiasi esperto può confermarlo sia nel nostro Paese, sia in Occidente: l'Esercito ucraino non è in grado di colpire coi moderni sistemi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale. Non può farlo. Se lo facesse, sarebbe solo grazie ai satelliti che l'Ucraina non possiede. Servono i dati che provengono esclusivamente dai satelliti dell'Unione Europea o degli Stati Uniti, in generale, della NATO. Questo per prima cosa.
🗣Secondo, ed è una cosa molto importante, in sostanza, solo i militari della NATO possono eseguire traiettorie di volo con questi sistemi missilistici. I militari ucraini non possono farlo.
🗣Quindi, non si tratta di permettere o meno al Regime ucraino di colpire la Russia, ma di decidere se i Paesi della NATO sono direttamente coinvolti nel conflitto militare. Se questa decisione verrà presa, non farà che attestere il coinvolgimento diretto dei Paesi della NATO, degli Stati Uniti e dei Paesi europei nella guerra in Ucraina. Il loro coinvolgimento diretto.
🗣E se così stanno le cose, ovviamente, cambia in modo significativo l'essenza stessa del conflitto. Significherebbe che i Paesi della NATO, gli Stati Uniti e i Paesi europei sono in guerra con la Russia.
🗣E, se questo è il caso, considerato il cambiamento dell'essenza del conflitto, noi prenderemo le nostre decisioni di conseguenza, valutando le nuove minacce che questo mutamento implica”.
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A cosa serve tutto questo dolore, tutte le vite cancellate nell’assurdità e insensatezza della guerra.
La presunzione dell’uomo di sapere tutto, quando in realtà non sappiamo nulla.
Ci vorranno milioni di anni per dimenticare tutto il male.
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This post is for Ukrainians. If you know people from Ukraine, please, send them this post, this is extremely important.(FINISHED)
Я вже двічі підписую цю петицію і у нас знову великий шанс її продути. У нас залишилося всього 20 днів, щоб набрати достатньо голосів на петицію про відставку Миколи Хавронюка.
Микола Хавронюк розробляє новий кримінальний кодекс України. В суспільстві він висловлювався за зняття відповідальности із насильника. Мовляв, занадто жорстоко, перекладає відповідальність на жертву (спровокувала), ставить запитання чи було проникнення і (!)яка інтенсивність. В петиції є повний текст і з цитатами, тому прошу прочитати і ПІДПИСАТИ. Людина, яка поширює подібні наративи в суспільстві не має жодного права впливати на закони нашої держави. Я прошу поширити цей допис, посилання і залучити якомога більше людей, инакше ми вдруге продуємо цю петицію.
https://petition.kmu.gov.ua/petitions/5329
Donate to the Ukrainian army, spread information about the ruzzian war crimes, Stand With Ukraine
#ukraine#ukrainian#ukrayna#war in ukraine#slava ukraini#ukrainians#слава україні#україна#український tumblr#український тамблер#український блог#українською#петиція#ucraina#russia is a terrorist state#russia ukraine war#putin ukraine#witchblr#witchcraft#heroyam slava#героям слава#russia war#russia is the occupier#ruzzia#russian invasion#russian aggression#save ukraine#help ukraine#help us#укртумбочка
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Appunto
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Qualche notizia sull’Ucraina
Tra le menzogne che vengono ripetute come se fossero verità ovvie, vi è quella che la Russia avrebbe invaso uno stato sovrano indipendente, senza precisare in alcun modo che quel cosiddetto stato indipendente non soltanto era tale solo dal 1990, ma era stato fin allora per secoli parte integrante prima dell’impero russo (dal 1764, ma già fra il XV e il XVI secolo era incluso del Granducato di Mosca) e poi della Russia sovietica. Ucraino era del resto forse il più grande degli scrittori in lingua russa del XIX secolo, Gogol’, che, nelle Veglie della fattoria di Dikanka, ha meravigliosamente descritto il paesaggio della regione che si chiamava allora «Piccola Russia» e i costumi della gente che vi viveva. Per la precisione occorre aggiungere che, fino alla fine della Prima guerra mondiale, una parte rilevante del territorio che ora chiamiamo Ucraina era, col nome di Galizia, la provincia più lontana dell’impero austro-ungarico (in una città ucraina, Brody, nacque Joseph Roth, uno dei maggiori scrittori in lingua tedesca del novecento).
È importante non dimenticare che i confini di quella che chiamiamo dal 1990 Repubblica Ucraina coincidono esattamente con quelli della Repubblica socialista sovietica Ucraina e non hanno alcun possibile fondamento anteriore nelle continue vicende di spartizioni fra polacchi, russi, austriaci e ottomani che hanno avuto luogo nella regione. Per quanto possa apparire paradossale, un’identità dello stato ucraino esiste dunque soltanto grazie alla Repubblica socialista sovietica di cui ha preso il posto. Quanto alla popolazione che viveva in quel territorio, essa era un insieme variegato costituito, oltre che dai discendenti dei cosacchi, che vi erano migrati in massa nel XV secolo, da polacchi, russi, ebrei (in alcune città, fino allo sterminio, più di metà della popolazione), zingari, rumeni, huzuli (che fra il 1918 e il 1919 costituirono una repubblica indipendente di breve durata).
È perfettamente legittimo immaginare che, agli occhi di un russo, la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina non risulti pertanto troppo diversa dall’eventuale dichiarazione di indipendenza della Sicilia per un italiano (non si tratta di un’ipotesi peregrina, dal momento che non si dovrebbe dimenticare che nel 1945 il Movimento per l’indipendenza della Sicilia, capeggiato da Finocchiaro Aprile, difese l’indipendenza dell’isola ingaggiando scontri con i carabinieri che fecero decine di morti). Per non pensare a quello che accadrebbe se uno stato americano si dichiarasse indipendente dagli Stati Uniti (ai quali appartiene da molto meno tempo di quanto l’Ucraina fosse parte della Russia) e stringesse alleanza con la Russia.
Quanto alla legittimità democratica dell’attuale repubblica Ucraina, è a tutti noto che i trent’anni della sua storia sono stati segnati da elezioni invalidate per brogli, guerre civili e colpi di stato più o meno nascosti, al punto che, nel marzo del 2016, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ebbe a dichiarare che ci sarebbero voluti almeno 25 anni perché l’Ucraina potesse soddisfare i requisiti di legittimità che avrebbero permesso il suo ingresso nell’Unione.
Giorgio Agamben, 2 agosto 2024
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Anna Bessonova, Ukraine 🇺🇦
Bochum World Cup 1999
#rhythmic gymnastics#anna bessonova#rg#gymnast#rhythmic gymnast#flexible#beauty#gymnastics#team ukraine#Ukraine#ribbon#Bochum World Cup#1999#1990s#ucraina#ball#hoop#rope
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L'illusione è finita, andate in pace.
Zelensky , di punto in bianco, così, come se ieri sera gli fosse girato il boccino, AMMETTE quello che anche l'ultimo degli uomini di strada sapeva sin dall'inizio del conflitto ucraino.
Vale a dire che l'Ucraina NON HA LE FORZE (testuale) per RIPRENDERSI Crimea e Donbass, che poi erano gli obiettivi dichiarati di Putin.
E' chiaro che quel subdolo cocainomane , schiavo dei comunisti USA e le loro Guardie Maoiste europee alla Michel e alla Borrel, se ha fatto queste dichiarazioni , è solo perché, dopo aver discusso con Trump, ha capito chiaro e tondo che gli Stati Uniti non FINANZIERANNO ulteriormente l'Ucraina.
Sotto nessun punto di vista, invio armi incluso.
Niente soldi dal congresso, niente armi americane.
Niente armi americane, niente più guerra.
Putin si piglia la Crimea, si piglia il Donbass e gli ALTRI MUTI , perché solo muto può stare chi non ha alcuna voce militare in capitolo.
Questo lo sapevo io, lo sapevi tu, lo sapevate voi... Tutti lo si sapeva!
Gli unici che non lo sapevano, anzi, facevano finta di non saperlo, erano i vertici UE e tutti i singoli governanti europei, ORBAN ESCLUSO e INCLUSA LA MELONI, colpevole di un VERGOGNOSO dietrofront post-elettorale, oltre ai democratici USA, i veri ingegneri di questo disastro.
Ma ciò ha comportato perdite economiche GRAVISSIME.
Ha comportato un'inflazione GALOPPANTE, anni SETTANTA, sui prezzi delle materie prime.
Ha comportato lo stato di POVERTA' per MILIONI di famiglie europee, distrutte dalla bolletta di luce e gas.
Ha comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro , la chiusura di aziende , l'ANNULLAMENTO dell'importante mercato russo per i nostri prodotti, con le relative conseguenze, a causa dell'embargo euro-americano su qualsiasi cosa.
Ha comportato, sotto il profilo geo-politico e militare , l'allontanamento definitivo della Russia dall'occidente, costringendola a far corpo unico con cinesi, iraniani e nord-coreani, la peggio feccia globale, pur di contrastarci in quanto Alleanza NATO, che preme alle porte sue, e la minaccia.
E allora a me, visto che io sono io, e me ne sbatto il cazzo sia dei kompagni dichiarati che dei finti destrorsi alla Meloni & Co., la domanda sorge spontanea.
Quando tutto questo sarà ufficialmente finito, vale a dire qualche settimana dopo l'insediamento di Trump alla Casa Bianca, CHI PAGHERA' IL CONTO di queste malefatte ?
E guardate che il conto dovrebbe essere salato assai.
Per quello che è successo, e soprattutto per la TRUFFA ideologica ed economica alla quale tutti siamo stati SOTTOPOSTI con la forza, la pena dovrebbe essere LA GALERA.
Per tutti quanti, dalla Von der Leyen e tutta la sua porca Commissione alla Meloni, passando per Macron e Sanchez, finendo con Scholz e solo per restare alla UE, senza manco nominare gli USA e i loro galoppini inglesi.
Finiranno in carcere , secondo voi, questi brutti ceffi ?
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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#pittura#Mostre ed Esposizioni#Arte#Kira Kharchenko#Ucraina#storie di guerra#Futuro e Speranza#Forza interiore#🇺🇦 🇺🇦 🇺🇦#24 febbraio 2024
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🫶 Sailor's wife monument, Ukraine 🇺🇦💛💙
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"L'Ucraina è sostanzialmente una gigantesca base della CIA"
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Dove eravate, per otto anni?
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Pasternak, Poesie
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Corte penale, l’autogol di Kiev e il doppio standard del diritto
Luigi Daniele
Ucraina/Russia. Zelenksy chiede l’adesione allo Statuto di Roma ma invoca l’articolo 124: nessuna indagine nei prossimi sette anni. A restare fuori, però, non sarebbero solo eventuali crimini ucraini: “via libera” anche a quelli russi commessi sul territorio del paese invaso. Torna l’idea di regole internazionali à la carte, buone solo quando servono contro i nemici
Nel 1945 il giudice che avrebbe servito come procuratore capo americano a Norimberga, Robert Jackson, criticando i profili di «giustizia dei vincitori» che le giurisdizioni penali internazionali avrebbero mantenuto da allora per molti decenni, dichiarò alla Conferenza di Londra: «Non possiamo codificare norme penali contro gli altri che non saremmo disposti a vedere invocate contro di noi».
Sembra questa, al contrario, la scelta del governo Zelensky, che ha ottenuto ieri dalla Verchovna Rada l’approvazione della propria proposta di legge di ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (Cpi). La legge contiene l’invocazione dell’articolo 124 dello Statuto, che stabilisce che «uno Stato che diviene parte al presente Statuto può, nei sette anni successivi all’entrata in vigore dello Statuto nei suoi confronti, dichiarare di non accettare la competenza della Corte per quanto riguarda la categoria di reati di cui all’articolo 8 quando sia allegato che un reato è stato commesso sul suo territorio o da suoi cittadini».
LA PROCURA della Cpi, giova ricordarlo, dal 2022 ha considerato la situazione in Ucraina una priorità assoluta, stanziando la più alta cifra del proprio budget (4,5 miliardi di euro) per le indagini, assegnandovi 42 investigatori, organizzando numerose visite in situ del procuratore e aprendo un country office nel paese. Un paese, però, che non aveva mai ratificato lo Statuto, essendosi limitato a una dichiarazione ad hoc di accettazione della giurisdizione della Corte sul proprio territorio e sui propri cittadini nel 2014 e nel 2015 (una sorta di invocazione di intervento della Cpi consentita anche agli stati che non ratificano il suo trattato istitutivo).
L’Ucraina si è trovata nella singolare posizione di essere al vertice delle priorità della Corte, pur non essendo uno Stato parte. La richiesta di aderire al sistema Cpi ridimensiona questa anomalia, aggiungendone però una ancor più stridente: l’invocazione della clausola dell’articolo 124, ovvero una richiesta di temporanea immunità per crimini internazionali eventualmente commessi da propri cittadini o, problematicamente, sul proprio territorio.
Relitto dei compromessi del 1998, anno in cui lo Statuto istitutivo della Corte fu approvato, l’introduzione dell’articolo 124 fu voluta dalla Francia, che minacciava di non firmare se non fosse stata inserita questa clausola, funzionale a tenere il proprio territorio e i propri cittadini «al riparo» dalla giurisdizione della Corte per sette anni dall’adesione.
L’articolo 124 apparì subito così contrario allo spirito dello Statuto che fu immediatamente destinato (come specificato nell’articolo stesso) a essere emendato nella prima conferenza di revisione del trattato. Nel 2015, quindi, l’Assemblea degli stati parte ha approvato un emendamento di cancellazione dell’articolo, che entrerà in vigore se sostenuto dai sette ottavi degli stati parte (tra quelli che hanno già acconsentito alla cancellazione figura la stessa Francia).
Nella speranza di mettere al riparo propri cittadini da possibili responsabilità per crimini di guerra, quindi, Kiev ha optato per la clausola in via di cancellazione. Tuttavia, anche se accettata, la clausola non potrebbe essere applicata retroattivamente.
QUELLO dell’Ucraina potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol: se l’articolo 124 fosse applicato, non escluderebbe solo la giurisdizione della Corte su possibili crimini di guerra commessi da cittadini ucraini, ma anche su crimini di guerra commessi su suolo ucraino, inclusi quelli contestati alla leadership e alle forze russe. L’articolo parla di crimini di cui sono sospettati cittadini dello Stato e di crimini la cui commissione è sospettata sul territorio dello stato. È indubbio che i crimini di guerra contestati a Putin, Lvova-Belova e ai comandanti delle forze russe rientrino in tale categoria.
Le implicazioni di questo tentativo, tuttavia, non si limitano ai gravi rischi di effetti controproducenti per il diritto alla giustizia delle stesse vittime ucraine. Segnalano, più profondamente, una riproduzione dell’approccio tipico degli Stati uniti al diritto internazionale penale: ci si indigna per i barbarici crimini internazionali dei nemici, proclamando a reti unificate la necessità morale della loro punizione, mentre si mantiene in vigore nella propria legislazione la cd. «Legge di Invasione dell’Aja», che autorizza all’uso della forza armata per liberare cittadini americani o di stati alleati imputati di crimini internazionali e in custodia della Corte.
Persino le norme più elementari di diritto internazionale, ovvero quelle funzionali alla prevenzione e punizioni dei crimini di massa (e di Stato) si dichiarano senza infingimenti buone solo per i nemici e simultaneamente inapplicabili a se stessi.
TRAMONTA così il nucleo di tre secoli di sviluppo della tradizione giuridica illuministico-liberale, cardine dei modelli democratici di giustizia penale, che esigono che sia il tipo di condotta, con il danno sociale che produce e non il tipo di autore, a essere al centro dell’attenzione dei codici penali e delle istituzioni punitive. Al contrario, l’enfasi sui tipi di autore – identificati di volta in volta come nemici «della razza», «della patria» o «della rivoluzione» – fu il tratto distintivo dei modelli punitivi delle esperienze autoritarie e totalitarie.
È un paradosso degno del regresso a cui la guerra ci condanna che siano proprio le forze che si proclamano a difesa delle democrazie a formalizzare e istituzionalizzare nuovi modelli di diritto del nemico, che globalizzano l’etica della diseguaglianza di fronte alla legge e forgiano politiche internazionali che riducono il diritto a strumento di guerra ibrida.
Il nemico totale, la guerra e il diritto del nemico totale sono stati i motori della distruzione della democrazia nel Novecento. Piaccia o meno, è solo l’ultimo a mancare all’appello nell’attuale discorso dominante delle democrazie occidentali. Guerra e democrazia, è una legge della storia, si combattono sempre, spesso all’ultimo sangue. Caduto il bastione dell’eguaglianza di fronte alla legge, anche crimini internazionali e genocidi potranno essere crimini buoni e giusti, purché a commetterli sia la nostra tribù, la tribù delle democrazie.
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IL VERBO DELLA LATRINA
Parla il peggior sacco di letame del ns continente,
Ursula Von der Leyen:
«L'Europa deve spendere di più e meglio per dare sostegno all’Ucraina.
L'Europa deve avviare la produzione di una nuova generazione di armi per la vittoria"
Io credo invece che l'Europa, (cioè i suoi cittadini), debba marciare fino a Bruxelles, catturare questa psicopatica e consegnarla a Putin.
Una simile criminale non può girare a piede libero
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