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Speculazione Alimentare: Produttori e Consumatori Restano gli Anelli Deboli della Filiera
Coldiretti Alessandria denuncia pratiche sleali e squilibri nella distribuzione del valore agroalimentare
Coldiretti Alessandria denuncia pratiche sleali e squilibri nella distribuzione del valore agroalimentare. Secondo un’indagine condotta dalla Coldiretti Alessandria basata su un rapporto Ismea e dati Istat, il settore agroalimentare continua a soffrire di gravi squilibri economici lungo la filiera. Produttori agricoli e consumatori risultano essere i più penalizzati, mentre commercio e trasporto…
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Roma, nuove sorprese da piazza Pia: riemerge il Portico di Caligola
Roma, nuove sorprese da piazza Pia: riemerge il Portico di Caligola
Redazione Nuove sorprese da piazza Pia. Nel corso dei lavori di scavo stratigrafico e delocalizzazione della fullonica rinvenuta nel cantiere per il sottopasso di piazza Pia, a Roma, sono stati rinvenuti i resti di un’interessante opera di sistemazione a giardino, affacciata direttamente sulla riva destra del Tevere. Si tratta di una struttura costituita da un muro in opera quadrata di…
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“ «Vi era una donna allora in Alessandria — narra la Storia ecclesiastica del contemporaneo Socrate [Scolastico], avvocato alla corte costantinopolitana — il cui nome era Ipazia. Costei era figlia di Teone, filosofo in Alessandria, ed era giunta a un tale culmine di sapienza da superare di gran lunga tutti i filosofi della sua cerchia, ricevere in eredità (diadochè) l'insegnamento della scuola platonica derivante da Plotino, esporre a un libero uditorio tutte le discipline filosofiche [...]. Da ogni parte accorrevano a lei quanti volevano filosofare.» Ipazia «aveva raggiunto un tale vertice d'efficacia nell'insegnamento, ed era così giusta e saggia e così straordinariamente bella e attraente» che gli allievi s'invaghivano di lei, si legge in Suida, il lessico bizantino del X secolo, nel lungo articolo intitolato Ipazia, o della faziosità degli Alessandrini. Le notizie di Suida derivano da due narrazioni, oggi perdute, del tempo di Giustiniano: quella, vera o presunta, di Esichio di Mileto e la Vita di Isidoro, ultimo sacerdote del tempio di Serapide, composta dall'ultimo scolarca dell'Accademia di Atene, il neoplatonico Damascio; di questa ci restano assai scarni frammenti. È presumibile sia la prima a dichiarare che Ipazia, «essendo per natura più dotata del padre, non si fermò agli insegnamenti tecnico-matematici praticati da lui ma si diede alla filosofia vera e propria, e con valore: pur essendo donna ella indossava il tribon [il mantello dei predicatori cinici] e andava per le vie del centro della città a spiegare pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla Platone, Aristotele o qualcun altro dei filosofi.» “
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Brano tratto da Ipazia, l’intellettuale, saggio di Silvia Ronchey raccolto in:
AA. VV., Roma al femminile, a cura di Augusto Fraschetti, Laterza (collana Storia e Società), 1994¹; pp. 214-15.
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Puntatori
Nel 1891, Sir Arthur Conan Doyle pubblica il primo dei 56 racconti con protagonisti Sherlock Holmes e John H. Watson. Il titolo è Uno scandalo in Boemia ed è, non solo a mio parere, una delle avventure più belle del detective londinese e del suo amico medico reduce di guerra. In particolare, questo racconto ha tre particolarità: la prima è che fu il primo, sulle pagine del The Strand, illustrato dalla matita elegante di Sidney Paget; la seconda, è che uno dei personaggi centrali è Irene Adler, cantante d’opera, avventuriera e amante dell’uomo che si presenta nello studio di Baker Street per chiedere aiuto, Wilhelm Gottsreich Sigismond von Ormstein, erede al trono di Boemia. La Adler finirà per raggirare il nostro eroe, tanto che il Dottor Watson senza malcelare la sua soddisfazione dirà che Holmes è “fallace di fronte all’arguzia di una donna”. Ma il terzo punto è quello che è davvero interessante: Holmes chiede a Watson di prendere notizie su questa Adler dal suo schedario, “un sistema di catalogare ogni trafiletto riguardante nomi e fatti notevoli, cosicché era difficile che venisse nominato qualcosa o qualcuno su cui Holmes non avesse qualcosa da aggiungere. Nel caso specifico trovai la biografia della signora infilata tra quella di un rabbino ebreo e quella di un comandante di stato maggiore, autore di una monografia sui pesci di mari profondi” (Sherlock Holmes, Tutti I Racconti, a cura di Luca Lamberti, Einaudi, 2011).
Holmes aveva uno schedario, che usava come un database, una sorta di indice in versione libera, che è uno dei punti più eccentrici che Dennis Duncan, professore di Inglese all’University College di Londra, racconta in questo splendido saggio, che è stato il mio compagno di viaggio nelle gite della settimana scorsa
Duncan racconta la storia di una delle più grandi invenzioni della conoscenza: l’indice analitico. Infatti, prima dell’indice a noi più comune, cioè “l’elenco dei titoli che distinguono le varie parti in cui l’opera è suddivisa o dei titoli dei brani, dei componimenti poetici che vi sono raccolti, talora soltanto della numerazione progressiva dei capitoli, disposti nell’ordine di successione con indicata a lato la pagina in cui si trovano; può essere posto prima o dopo il testo” (voce Indice, Enciclopedia Treccani)”, e che sembrerà strano è pratica comune solo da un 150 anni in editoria, l’umanità culturale si è interrogata spesso sulla costruzione di un indice analitico, o sommario, cioè un elenco strutturato di parole o locuzioni, le voci, trattate o citate all'interno di un testo e corredate da uno o più indicatori, i puntatori, che rimandano alle parti di testo dove è menzionata la voce relativa.
Tutto nasce, tra Storia e Leggenda, ad Alessandria, presso la maestosa Biblioteca del Mouseion, quando Callimaco di Cirene, che erroneamente ne è considerato bibliotecario (la storia è particolare, è probabile che non lo fu mai, si sa che fu Zenodoto di Efeso il bibliotecario storicamente attestato nel III secolo a.C.) si pose una domanda di fronte alla leggendaria ricchezza dei testi di quella biblioteca: tra quelle centinaia di opere, come era possibile trarre velocemente un’informazione? La sua soluzione furono i Pinakes, una sorta di prima opera bibliografica: pinax vuol dire tavola, in senso stretto le tavolette dove si scriveva, e l’opera di Callimaco, di cui non ci sono arrivati che frammenti da altre opere che la citano, doveva essere organizzata per genere di opere (retorica, legge, epica e tra cui il miscellaneo, dove si parla di plaukuntopoiika, che è l'arte di cucinare le focacce), disponendo gli autori in ordine alfabetico, da Alfa a Omega, aggiungendo piccole informazioni: il patronimico, il luogo di nascita, l’epiteto, la professione, dati biografici, spesso un elenco delle opere o un incipit. Questo fu il primo passo di una storia che passa per le corrispondenze medioevali, che aiutavano a cercare nella Bibbia i riferimenti per i sermoni e le prediche, ai numeri di pagina (la cui prima apparizione avviene solo nel 1470), alle dispute sull’uso dell’indice, visto come un’escamotage per non leggere davvero i libri, fino a cose sorprendenti, come l’uso satirico degli indici analitici, nel’700, per attaccare avversari accademici, politici e che fanno scoprire personaggi sconosciuti adesso come William King, che scriverà cose meravigliose attraverso indici satirici di altre opere di suoi contemporanei. E se la cosa può sembrare antica e melanconica, vi scrivo come inizia la pagina di Google che si intitola “In che modo la Ricerca Google organizza le informazioni”: È come l’indice alla fine del libro, con una voce per ogni parola visualizzata su ciascuna pagina web che indicizziamo. Quando indicizziamo una pagina web, la aggiungiamo alle voci per tutte le parole che contiene. Il mega indice del mondo moderno insomma. O di tutto quello che il mondo mette nel web.
Tra romanzi tutti giocati sull’indice (uno su tutti, il magnifico Fuoco Pallido di Nabokov), passando per monasteri innovativi del XIII secolo, fino a politici conservatori, scrittori narcisi e gli ebook, un viaggio straordinario su come, dice Duncan, “abbiamo imparato con fatica e ostinazione a rendere leggibile il grande e vitale caos di conoscenza che ogni giorno produciamo”.
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Como: il Questore emette altri 6 provvedimenti contro la movida violenta a Cantù.
Como: il Questore emette altri 6 provvedimenti contro la movida violenta a Cantù. La Polizia di Stato, a seguito dei gravi fatti avvenuti a Cantù e culminati con gli accoltellamenti la notte del 2 giugno scorso, proseguendo nell'analisi degli interventi effettuati dal personale dell'Arma dei carabinieri e della Polizia Locale di Cantù, ha emesso ulteriori 6 misure di prevenzione, firmati dal Questore di Como Marco Calì, nei confronti di giovani che si erano resi responsabili di comportamenti illegali. Un DACUR della durata di 3 anni – con divieto di accesso alle aree urbane di Cantù e di un largo perimetro della città – è stato emesso a carico di un canturino di 21 anni, reo di aver creato gravi problemi di sicurezza urbana. La Polizia Locale Intercomunale di Cantù, ha infatti redatto e poi trasmesso al Questore di Como una relazione dettagliata sulla condotta del giovane – il quale ha già collezionato precedenti di polizia per rapina – valutandolo "impermeabile ai precetti dell'autorità e pericoloso per l'ordine e la sicurezza pubblica", al 21enne è stato notificato anche l'avviso orale. Un Foglio di Via Obbligatorio della durata di 2 anni, con l'obbligo di presentarsi al Questore di Alessandria all'atto dell'avvenuta notifica, è stato emesso a carico di un 18enne di origini nord africane e residente in quella provincia. La relazione giunta al Questore di Como dai Carabinieri di Cantù, evidenziava sia i reati commessi dal giovane che l'inesistenza di qualsivoglia legale interesse del medesimo in questa provincia. Notificati inoltre 3 avvisi orali del Questore, uno per un 19enne di Cermenate, un secondo per un 16enne di origini nord africane residente nell'hinterland canturino e l'altro per un 14enne di Cantù; in questo caso, gli specialisti della Divisione Anticrimine della Questura hanno analizzato gli atti raccolti tramite i Carabinieri e la Polizia Locale Intercomunale di Cantù sul conto dei ragazzi – responsabili a vario titolo di reati contro il patrimonio, contro la persona e contro la pubblica amministrazione – permettendo al Questore di Como di inquadrarli in quella categoria di persone ritenute di "pessima condotta morale e civile", presupposto tra gli altri, determinante per l'emissione del provvedimento. I provvedimenti adottati si aggiungono alle precedenti ed immediate risposte che le Forze dell'Ordine hanno fornito in ordine alle disposizioni impartite dal Prefetto in sede di riunione tecnica di coordinamento e nella cornice di ulteriore intensificazione del controllo del territorio culminati nei controlli amministrativi degli ultimi giorni. L'azione di controllo del territorio e di contrasto all'illegalità continuerà anche nelle prossime settimane dove saranno intensificati i servizi straordinari interforze.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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SAN MARCO
San Marco Evangelista fu discepolo dell’apostolo Paolo e poi di Pietro. Fu probabilmente a Roma con Pietro, dal quale venne battezzato e seguì Paolo nella sua predicazione a Salamina, Cipro. La tradizione lo vuole evangelizzatore dell’Egitto, del quale è patrono. Non ci sono notizie certe della sua morte. Eusebio vescovo, autore della vita di Costantino, racconta che fu ucciso ad Alessandria…
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Egitto, uccisi due turisti israeliani ad Alessandria: a sparare un agente di sicurezza
Sarebbero due i turisti israeliani uccisi da un uomo armato che ha aperto il fuoco su un autobus in Egitto, secondo quanto riportato dai media israeliani e arabi. Il ministero degli Esteri ha dichiarato che sta esaminando le notizie su quanto avvenuto nella città portuale egiziana di Alessandria. Secondo altri media i turisti uccisi sono due: colpiti dal fuoco di un poliziotto egiziano. “Questa…
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Calciatrice accusa: 'insulto razzista e l'arbitro non sente'
articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/10/02/calciatrice-accusa-insulto-razzista-e-larbitro-non-sente_a899710c-1add-4a09-830d-9ac05392d664.html Nel derby Alessandria-Torino. ‘Spero che la federazione intervenga’ Alessandria, 02 ottobre 2023 Insulto razzista durante una partita ufficiale di calcio femminile, nella categoria Eccellenza. A riportare sui social l’episodio è…
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RASSEGNA STAMPA: INTERVISTA SU NOTIZIE NAZIONALI
Giovanni Margarone: “Occorre sognare per poter essere uno scrittore” Redazione • 12/04/2023 • Attualità Giovanni Margarone è nato nel 1965 ad Alessandria, da padre siciliano e madre ligure; ha vissuto a Savona fino a ventun anni, quando lasciò la sua terra per motivi di lavoro nel 1986. Lettore assiduo e profondo cultore di lettere, filosofia e musica, crescendo ha volto una spiccata…
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SCOPERTA UNA CITTÀ IN FONDO AL MARE: I MITI ESISTONO
Un gruppo di archeologi francesi ed egiziani che lavoravano nelle acque al largo di Alessandria d’Egitto ha annunciato la scoperta di una nuova area pieno di tesori risalenti all’era tolemaica (IV secolo a.C.).
La scoperta è stata effettuata dall’Istituto europeo di archeologia subacquea (IEASM), guidato dal ricercatore Franck Goddio che aveva già scoperto la città perduta di Heracleion oltre due decenni fa e che da allora ne continua ad esplorare i fondali per ricostruire la sua appassionante storia. La città era sepolta sotto oltre 5 metri di argilla che ne ha preservato per oltre 2000 anni tutti i resti, citata in diversi testi antichi, se ne era persa traccia, diventando un vero e proprio mito.
Heracleion, conosciuta anche con il nome egizio Thonis, era il porto d’ingresso obbligato in Egitto per tutte le navi provenienti dal mondo greco. Si trovava a 32 chilometri a nord-est di Alessandria, sul Mar Mediterraneo. La città aveva una grande importanza non solo commerciale ma anche religiosa per via della presenza del grande tempio di Amon; probabilmente sprofondò in mare tra il VII e l’VIII secolo d.C.. I ricercatori hanno trascorso anni a mappare e scavare l’area prima di fare la scoperta. Le loro rilevazioni hanno svelato finora meno circa il 5% della città e mostrano che questa si estendeva per decine di chilometri, con una rete di canali dentro e intorno alla città che le conferivano l’aspetto di una enorme palafitta.
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Fonte: Ministry of Tourism and Antiquities Egypt; Franck Goddio
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Lutto all’Ospedale Infantile di Alessandria: Cordoglio per la Triste Scomparsa di un Neonato
La Direzione e lo Staff si Stringono al Dolore della Famiglia
La Direzione e lo Staff si Stringono al Dolore della Famiglia Con profonda tristezza, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria ha comunicato la scomparsa di un neonato ricoverato presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale Infantile. Il piccolo, affetto da gravi problemi respiratori fin dalla nascita, era in attesa di un intervento chirurgico programmato. Un dramma che…
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EVENTI / Ad Alessandria tornano i Templari
#EVENTI / Ad #Alessandria tornano i #Templari @festivaldeitemplari @MTParmensis1275
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TASHRIFA Tashrifa, é la «festa di benvenuto» Riservata a coloro che vengono arrestati dalla polizia egiziana. Dopo aver trasportato il sospettato spesso bendato e legato, gli abusi cominciano già nelle stazioni di polizia, dove gli interrogatori si alternano a sputi, offese, minacce, in un crescendo che porta il detenuto a essere nudo e in posizioni di stress. Se non si ottiene una confessione, vera o falsa che sia, comincia la vera tortura. Secondo le testimonianze raccolte da Human Rights Watch gli agenti di sicurezza nazionale utilizzano spesso una pistola stordente elettrica in luoghi sensibili come l’orecchio o la testa e soprattutto i genitali. E poi schiaffi, pugni, percosse con barre di metallo. Nel caso in cui non si ottiene la sperata confessione, le torture peggiorano. Si va dalla sospensione a testa in giù, appesi a una corda e il continuo stordimento con la pistola elettrica fino ai colpi ai genitali con mazze di ferro. Le ultime stime parlano di oltre 60.000 prigionieri politici. A tutti loro é stata riservata la Tashrifa. Molti di loro sono spariti ed i famigliari NON possono richiedere notizie. Farlo significa protestare e quindi l'arresto. Gli arrestati che hanno bisogno di cure mediche, vengono ignorati. Nessun medico, nessuna medicina. Molti di loro muoiono nell'arco di tre mesi. Come é successo anche all'ex Presidente Morsi, lasciato marcire in carcere e morto di stenti. Ma noi riconosciamo l'Egitto ed il suo criminale dittatore, "Paese amico fraterno". Noi lo riceviamo con tutti gli onori, gli stringiamo la mano sorridenti. Non ce ne frega niente di Regeni, di Zaky, degli altri 60.000. Sono incidenti di percorso. Con la difesa dei Diritti Umani ci puliamo il ....... Ogni giorno decine di detenuti, ritenuti colpevoli di "sobillare il Popolo contro lo Stato" vengono giustiziati. Questa mattina all’alba otto prigionieri sono stati messi a morte nella prigione di Borg el-Arab, ad Alessandria d’Egitto. I prigionieri facevano parte di un gruppo di 17 condannati alla pena capitale giudicati colpevoli da un tribunale militare, di terrorismo. Il processo si era svolto in carcere, ai detenuti non fu consentita nessuna difesa perché "le prove erano evidenti e quindi inutile negarle". Quali prove ? Non si sono mai conosciute. Il processo é durato 29 minuti. Tutti condannati a morte e i primi otto giustiziati questa mattina. Gli altri nove saranno impiccati martedi. Ed in un simile contesto c'é ancora chi crede che verrà fatta giustizia per Giulio Regeni ? Ancora qualche sprovveduto pensa che Patrick Zaky tornerà presto libero ? Avete visto per caso volare gli unicorni ? (Claudio Khaled Ser)
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Cuneo, operazione "Pater Familias": condannati i ladri da uno a otto anni di carcere
Cuneo, operazione "Pater Familias": condannati i ladri da uno a otto anni di carcere Tra il 26 luglio ed il 13 settembre dello scorso anno, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Cuneo avevano tratto in arresto 9 persone in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP presso il Tribunale di Asti ritenendole responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione, all’indebito utilizzo di strumenti di pagamento ed alla falsificazione di targhe, contestando loro la commissione di ben 64 furti in abitazione commessi nel cuneese ed in provincia di Alessandria ed Asti nel periodo compreso tra il dicembre del 2022 ed il luglio del 2023. Le investigazioni, in particolare, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, avevano dimostrato come gli indagati avessero costituito un’associazione strutturata, ove ognuno aveva compiti predefiniti sia nella commissione dei furti che nelle attività collaterali come l’elusione delle investigazioni mediante la periodica bonifica dei veicoli in uso e la fittizia intestazione dei mezzi a proprio nome. Era stato altresì evidenziato l’uso di targhe clonate (nel corso delle indagini era stato censito l’uso di 23 targhe false) ed il sistematico cambio di colore delle autovetture attraverso la tecnica del wrapping, cioè applicando delle pellicole adesive sulla carrozzeria. Lo scorso 14 giugno il Tribunale Ordinario di Asti - Ufficio del GIP, in sede di giudizio abbreviato, ha condannato: A.C. alla pena di anni 8 e mesi 4 di reclusione ed Euro 4.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena; A.L.M. alla pena di anni 6 e mesi 6 di reclusione ed Euro 3.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena; S.C. alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusione ed Euro 3.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena; P.F. alla pena di anni 5 e mesi 6 di reclusione ed Euro 2.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena; C.A. alla pena di anni 1 e mesi 10 di reclusione ed Euro 4.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali; D.D. alla pena di anni 1 di reclusione ed al pagamento delle spese processuali; C.N. alla pena di anni 1 di reclusione ed al pagamento delle spese processuali. A.C., A.L.M. e P.F. sono stati condannati anche al risarcimento dei danni, morali e materiali, alle parti civili. Altri due indagati sono, al momento, irreperibili sul territorio nazionale. È bene, inoltre, ricordare come quella in esame sia solo la sentenza di primo grado, ragione per la quale gli imputati debbano ancora considerarsi innocenti sino all’emanazione di una sentenza di condanna definitiva. La sentenza di cui trattasi, ottenuta grazie, se non soprattutto, alle querele presentate dalle vittime, assolutamente necessarie per l’instaurazione del procedimento penale, costituisce una sia pur parziale e limitata risposta alla preoccupazione della popolazione, ed alla correlativa richiesta di incremento della sicurezza, per un fenomeno, quale quello dei furti in abitazione e delle truffe in danno di anziani che rappresenta una piaga sociale che attanaglia il territorio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Sono passate quasi 48 ore dalla rivolta messa in atto da parte dei detenuti del carcere Sant’Anna di Modena e il bilancio somiglia sempre più a un bollettino di guerra.
Sette morti. La strage al carcere di Sant’Anna, 48 ore dopo
Sette, in totale, i detenuti morti. Tre sono stati rinvenuti all’interno della struttura modenese. Per gli altri quattro, invece, l’agonia si è prolungata per lunghe ore dato che sono morti al loro arrivo nelle carceri di Parma, Verona, Alessandria e Marino del Tronto (Ascoli Piceno).
Per quest’ultimo caso, si legge, “già al suo arrivo nella struttura ascolana le condizioni erano parse subito gravissime”. 18 i detenuti feriti di cui 6 ricoverati in terapia intensiva (2 al Policlinico di Modena, 3 all’ospedale di Baggiovara e 1 a Carpi).
A scatenare la rivolta è stata la notizia di detenuto risultato positivo al coronavirus e sembra che anche che la notizia fosse nota già dallo scorso fine settimana. All’interno del carcere modenese sono presenti ancora alcuni detenuti. 16 pare siano stati trasferiti a Parma e 15 a Sassari.
Queste le informazioni che trapelano dai giornali che sono gli unici, al momento, a fornire qualche dato. Le famiglie dei detenuti, infatti, dopo quasi 48 ore dall’inizio della rivolta, non sanno ancora dove siano stati trasferiti i propri cari e quali siano le loro condizioni di salute. Le informazioni che ora dopo ora stanno venendo fuori, inoltre, smentiscono tutto quello che era stato riferito loro domenica sera. I familiari, infatti, erano stati rassicurati sull’assenza di casi di contagio da coronavirus all’interno della struttura carceria. Oggi, in realtà, sappiamo che un primo detenuto contagiato era già stato individuato tra venerdì e sabato. “Perché, prima della cancellazione dei colloqui, a noi familiari è stato imposto di mantenere il metro di distanza durante gli incontri con i detenuti e il personale penitenziario invece non è stato dotato di alcun mezzo protettivo? Il corona virus poteva entrare nel carcere anche attraverso un poliziotto, non solo attraverso noi familiari”.
Eppure era la stessa Ausl di Modena a confermare le voci di uno dei detenuti trovati positivi al coronavirus. (Info da Modenatoday)
È stato questo, con buona probabilità, l’ultimo fatto che si è rivelato decisivo per l’inizio della rivolta dei detenuti che altro non chiedevano se non maggiori garanzie contro il contagio, soluzioni alternative per mantenere i contatti con i propri familiari e seri provvedimenti contro il sovraffollamento. Rimangono, ad oggi, due dati che vanno dunque sottolineati: da 48 ore i familiari non hanno alcuna notizia dei propri cari. Non sanno né dove si trovino adesso né in che condizioni siano. I detenuti stessi non hanno ancora avuto modo confrontarsi con i propri legali i quali, anche loro, aspettano notizie. Un vero e proprio limbo, insomma.
Nel mentre, anche i sindacati degli agenti della polizia penitenziaria del carceri di Marino del Tronto si dicono “preoccupatissimi e ritengono gravissimo che il Dipartimento abbia preso questa decisione senza avvertire” e anche al carcere di Sassari, dove sarebbero in arrivo 15 detenuti provenienti da Modena, non sembrerebbero averla presa affatto bene, come riportato qua.
“Se l’Amministrazione non blocca immediatamente questi trasferimenti scellerati, e prosegue con queste scelte scellerate, ci ritroveremo il contagio negli istituti penitenziari sardi. Il Ministro e il capo del Dap non fanno altro che prendere decisioni sbagliate. E’ gente che si deve dimettere subito perché stanno mettendo in grave pericolo tutto il sistema penitenziario. I fatti di Modena, con sei morti, ne sono l’espressione eloquente”, afferma Villa. Il segretario della Fns Cisl sarda afferma “che il Ministro e il Dap devono fermare immediatamente le traduzioni”. Chiaro che il rischio c’è, ed è concreto: “Se arriva un detenuto asintomatico dalla ‘zona rossa’ e dopo il periodo di incubazione invece risulta malato, contagia nel frattempo tutta la popolazione carceraria, compresi gli Agenti. L’unitarietà che stiamo mostrando qui in Sardegna tra Provveditorato, comandanti e sindacati – prosegue Villa -, devono dimostrarla a Roma, a livello centrale. Invece siamo in mano a gente che sta prendendo decisioni folli, in barba al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove sono citate più volte gli inviti a diminuire le movimentazioni da una regione all’altra. Negli Istituti stanno entrando persone senza controlli, altro che triage”.
L’ultimo dato invece, quello più grave, riguarda i sette detenuti morti. La Procura di Modena, infatti, ha avviato le indagini per i tre deceduti nella carcere di Sant’Anna. Per gli altri quattro, invece, viene meno la competenza territoriale e dunque sarà compito delle procure di Alessandria, Verona, Ascoli Piceno e Parma fare luce su quanto accaduto e soprattutto sulle responsabilità di chi ha permesso lo spostamento di queste persone senza verificarne lo stato di salute.
Misura che, con buona probabilità, avrebbe risparmiato loro la vita.
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Incidente nell’Agrigentino, motociclista muore dopo aver investito un cane
Incidente nell’Agrigentino, motociclista muore dopo aver investito un cane
Read More Un motociclista di Alessandria della Rocca (Agrigento), Alessandro Mulè di 52 anni, ha perso la vita stanotte in un incidente stradale lungo la statale 115 a Montallegro The post Incidente nell’Agrigentino, motociclista muore dopo aver investito un cane appeared first on BlogSicilia – Ultime notizie dalla Sicilia. Agrigento, alessandria della rocca, incidente, montallegro,…
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