#basso impero
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gregor-samsung · 11 months ago
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" – Goethe, di cui pochi di noi possono sperare di vivere un’esistenza piú piena e interessante, dichiarò sul letto di morte – aveva ottantadue anni – di aver provato in vita sua non piú di un quarto d’ora di felicità –. Nessuna alzata di sopracciglio fisica da parte sua – quel gesto non apparteneva al suo repertorio –, ma senz’altro metaforica, per non dire morale. Perciò l’intera classe acquisí il dato e cominciammo a discutere chiedendoci se essere un grande – o anche un modesto – intellettuale significava votarsi all’infelicità, e se le persone sul letto di morte pronunciassero frasi come quella (cosa che a noi pareva palesemente improbabile) perché non ricordavano, o perché sminuire un aspetto cosí rilevante della vita poteva renderli meno restii ad accettare la morte. A quel punto Linda, che non temeva mai di esprimere idee che il resto di noi trovava ingenue, se non imbarazzanti, suggerí: – Forse Goethe non aveva trovato la donna giusta. In presenza di un altro docente, ci saremmo sentiti autorizzati a ridacchiare. Ma EF, per quanto rigorosa nell’esposizione del proprio pensiero, non si mostrava mai sprezzante riguardo ai nostri contributi seppur miseri, o sentimentali, o penosamente autobiografici. Al contrario, trasformava la paccottiglia delle nostre idee in concetti degni di interesse. – È certamente doveroso considerare, non solo nel nostro corso, ma anche fuori di qui, nelle nostre vite turbolente e burrascose, l’elemento casualità. Il numero di persone che arriviamo a conoscere nel profondo è curiosamente esiguo. La passione ci può portare violentemente fuori strada. E la ragione può fare lo stesso. Il nostro patrimonio genetico ci può tarpare le ali. Come pure il nostro passato. Non capita solo ai reduci di soffrire di disturbo da stress post-traumatico. Spesso è la conseguenza inevitabile di un’esistenza sublunare apparentemente ordinaria. A queste parole Linda non poté non assumere un’espressione vagamente compiaciuta. "
Julian Barnes, Elizabeth Finch, traduzione di Susanna Basso, Einaudi, 2024¹, pp. 17-18.
[Edizione originale: Jonathan Cape publishing, London, UK, 2022]
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jadarnr · 2 months ago
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 - From the Empire
FROM THE EMPIRE - CAPITOLO OTTO
Traduzione italiana di jadarnr basata sui volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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“Improperium exspectavit cor meum et miseriam - Il mio cuore era pronto all’ingiuria e all’afflizione.”
La porta si aprì mentre il coro dei ragazzi cantava l’“Improperium”, un canto della liturgia cristiana. Preceduta dal sacerdote che faceva oscillare l'incensiere, entrò una solenne processione di chierici vestiti con abiti e cappucci. Sebbene il numero di persone fosse esiguo per l'entourage delle persone più potenti del mondo, era adeguato alle dimensioni di quella cattedrale.
Situata trenta metri sotto la Basilica di San Marco, con il coro di ragazzi presente dall’inizio della cerimonia, alcune guardie simboliche ed il gruppo di chierici appena entrato, la cripta non aveva più spazio per mettere un solo spillo.
“Et sustinui qui simul mecum contristaretur, et non fuit - Attesi chi prendesse parte alla mia pena, ma non ci fu alcuno.”
Durante il canto dei sacerdoti, il Papa, con il cappuccio calato sulla testa, che gli copriva anche gli occhi, chinò reverentemente il capo verso l'altare dove si stava tenendo il sacramento. In mezzo al silenzio, consacrò una scatola contenente le sante reliquie sull'altare. Dopo aver completato quella parte della cerimonia, il Vescovo di Venezia, che gli stava accanto come assistente, iniziò a leggere la preghiera ad alta voce.
“Kyrie, eleison. Christe, eleison. Media vita in morte sumus quem quaerimus adjutorem nisi te, Domine? Kyrie, eleison - Signore pietà. Cristo pietà. A metà della nostra vita già ci troviamo nella morte, chi possiamo chiamare in nostro aiuto, se non Voi, o Signore? Amen.”
Il Papa si era alzato e, con l'aiuto del Vescovo assistente che lo teneva per mano, aveva lasciato l'altare. Normalmente, dopo questo momento sarebbero dovuti essere eseguiti la comunione eucaristica e gli altri sacramentI, ma erano stati omessi dalla cerimonia. Si diceva che il Papa, il più giovane della storia, soffrisse di un'estrema fobia sociale e che in un'occasione fosse addirittura svenuto per la paura mentre celebrava la Messa. Nel silenzio imbarazzante che ne seguì, il giovane pontefice, con passi incerti, si era diretto verso la porta.
Fu proprio in quel momento che una voce chiara risuonò nelle orecchie dei presenti.
“Alessandro XVIII, 399° Papa del Vaticano, ho una questione da discutere con voi.”
Nella direzione in cui tutti gli occhi si erano rivolti, un ragazzo si era alzato dal centro del coro. Sotto la sua veste fluente, un'enorme ascia brillava minacciosamente.
“Il mio nome è Endre - Endre Kourza, Conte di Zagabria del Vero Impero Umano! Voi, semplici primati che osate sfidarci, consegnate le vostre teste senza opporre resistenza!”
Le guardie non riuscirono nemmeno ad alzare le armi. Come un demone bellissimo e veloce, che si muoveva con la grazia di un angelo sotto l'effetto dell'Haste, balzò sopra gli attoniti presenti. Nell'aria, l'enorme ascia lampeggiò minacciosamente e, senza esitare, Endre la scagliò contro la testa del giovane Papa pietrificato...
“Cosa...?”
In un batter d'occhio, insieme a un suono chiaro, il corpo di Endre fu scagliato a grande distanza. Il bel viso dell’essere che atterrò contro la parete decorata con un magnifico mosaico fu distorto dalla sorpresa.
“Im-impossibile... Sei tu!”
“... Sei tu quello che farebbe bene a non opporre resistenza, Endre.”
Insieme al tono basso della sua voce, il cappuccio che copriva la testa del Pontefice cadde.
Sopra i suoi capelli di bianco avorio, una donna impugnava una robusta sciabola militare. Alla vista dei suoi occhi color ambra, una voce tremante di rabbia uscì dalla gola del vecchio vampiro.
“Tu, Astharoshe Asran! Come!”
“Endre Kourza, in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, lei è in arresto con l'accusa di quaranta omicidi.”
L'assistente del vescovo di Venezia... No, la persona che fingeva di essere lui gridò, aggiustandosi gli occhiali spessi come il fondo di una bottiglia di latte.
“Resistere è inutile. Arrendetevi immediatamente!”
“Com’è possibile...!? Siete stati troppo veloci! Il Papa? Dov'è il vero Papa?”
“Nella cassaforte del signor Marco Colleoni, che avete ucciso, è stato trovato un biglietto ── È stato ricattato con la figlia in ostaggio, e ha falsificato le analisi della Santa Eucarestia. La cerimonia è stata annullata... Ah, tutti i sacerdoti qui sono dipendenti dell'Ax. Non potete più scappare. Vi consiglio vivamente di gettare le armi e arrendervi.”
“Il biglietto è stato trovato dai parenti in lutto che stavano cercando il testamento. Se non lo avessi ucciso, probabilmente non sarebbe mai stato trovato. Arrenditi, stupido, ti sei scavato la fossa con la tua stessa crudeltà! Ora non hai più scampo!” Aggiunse Astha.
I sacerdoti estrassero simultaneamente i loro fucili da sotto le vesti. Il suono dell'armamento riecheggiò in sincronia.
“Ah! Nonostante mi sia infiltrato nel coro per arrivare prima che vi rivoltaste contro di me... Anche così...” Con visibile odio, il ragazzo sollevò le labbra e rise beffardo. “Arrenditi, hai detto?! Non farmi ridere, ragazzina!”
“Giù!” Nell'istante in cui la mano di Endre si girò, Astha tirò Abel verso di sé e lo fece chinare a terra. La grande ascia, emettendo un ruggito, spazzò via il vuoto dove si erano trovati loro un istante prima.
“Ricordalo bene, Astharoshe... Vieni, moccioso!”
“Aspetta, Endre!”
Il vecchio vampiro, afferrato uno dei coristi, iniziò a correre; Astha lo inseguì, seguita dalla voce disperata di Abel.
“Signorina Astha, non inseguirlo così... Ah, basta così! Tutti quanti, per favore, badate ai bambini!”
Nel frattempo, Endre allungò elegantemente la mano verso l'altare sullo sfondo. Quando l'altare, che pesava quasi una tonnellata, fu rovesciato di botto, si aprì un buco: erano i resti di un tunnel risalente a prima della Grande Calamità, il cosiddetto Armageddon. Il vecchio vampiro saltò dentro e anche Astha si lanciò dietro di lui.
“Non riuscirai a scappare!”
La luce della vernice fluorescente sulle pareti faceva apparire il tunnel stranamente biancastro. Le ombre dei Metuselah, che sfrecciavano nello spazio bianco in uno stato di haste, erano impossibili da cogliere per gli occhi umani. Tuttavia, grazie alla sua giovane età, Astha era leggermente più veloce.
“È finita, Endre!”
Il lampo di una spada militare spietata puntò alla schiena del vecchio vampiro che correva senza sosta con il bambino sotto il braccio.
“...Cosa!?”
Tuttavia, proprio mentre la lama affilata stava per squarciare il fondo, fu respinta senza alcun suono.
Intorno al vecchio vampiro, che stava saltando di lato, giravano otto sfere d'argento.
“Scudo Aegis!”
“Kuhaha! Getta via l'arma, Viscontessa di Odessa!”
Voltandosi, Endre sciolse l'haste e avvolse le dita intorno alla gola del ragazzo svenuto.
“Questa è la seconda volta... No, se contiamo la volta in cui ho ucciso senza pietà la tua compagna, sarebbe la terza, non è vero? Quindi, Astharoshe, se tieni alla vita di questo ragazzo, che ne dici di gettare via la tua arma?”
Per un attimo l'immagine della donna che era stata la sua compagna, fatta a pezzi, le balenò nella mente. Nonostante ciò poco dopo Astha gettò a terra la sua spada militare.
“Va bene, suppongo che tu non l’abbia fatto apposta... Ma ti sei messa in mezzo proprio al momento giusto! Immagino che dovrò darti una lezione, eh?”
Mentre estraeva la spada militare che era caduta sul selciato di pietra, Endre rise. La sua lunga lingua leccò la lama lucente.
“Ti avverto in anticipo, non pensare che questo sia l'unico piano che ho. Comunque vadano le cose, il Papa che avete salvato morirà. Sono già stati presi accordi in tal senso.”
“Se stai parlando della diga mobile, altre persone sono già in viaggio... Questa città non affonderà.”
“Come fai a saperlo?”
Endre strinse gli occhi come se fosse impressionato.
“Cavolo, sembra che io abbia esagerato con la mia battuta... Ti ho sottovalutato, pensando che fossi solo una ragazzina. Ma anche se sei arrivata a questo punto ── il crimine di interferire con le mie ambizioni è grave, Astharoshe.”
“Endre, bastardo, ti sbagli su due cose. Primo, non sono sola...”
Di fronte alla morte imminente, Astha, con un'espressione stranamente calma, guardò di nuovo in faccia Endre.
“E poi, quali sarebbero le tue ambizioni? Tsk, un maniaco come te non dovrebbe parlare con tanta audacia!”
“Cosa... cosa hai detto...?”
Era stato un discorso di estrema insolenza, ma sembrava che non fosse riuscito a capire subito cosa avesse detto. Mentre gli occhi di Endre si allargavano per la confusione, Astha sfoderò ancora una volta la sua lingua tagliente senza pietà. 
“Vigliacco e incompetente, ma con un enorme orgoglio. Vuoi essere riconosciuto dagli altri, ma non hai talento e non ci provi nemmeno. Come se non bastasse, tormenti e uccidi i Terrestri, fingendo di essere un artista... Ah! Un vigliacco depravato come te osa parlare di “ambizioni”? Non farmi ridere. Persino io mi vergogno di te.”
“Aa......”
Il bel viso d’angelo impallidì per un attimo, poi arrossì e infine impallidì completamente.
“Ragazza insolente!”
Una delle sfere d'argento cadde a terra accanto a Endre, emettendo un suono. Al suo posto, un ruggito esplose dalla gola del vecchio vampiro che brandiva la sciabola militare.
“Una come te... Che cosa puoi capire? Io sono diverso! Sono diverso dagli altri! Eppure non mi hanno riconosciuto! Ecco perché... Ecco perché io... ahhh!”
Un fulmine esplose diretto al cuore di Astha. Endre urlò, mostrando persino le gengive.
“Muori, mocciosa!”
“Ora, amico mio!”
Il suono dell'esplosione della polvere da sparo che riecheggiava nel tunnel non fu troppo forte. Ma sembrò avere una potenza sufficiente per far cadere in aria il vecchio vampiro infuriato.
“C…cosaaaaa!”
Il piccolo corpo, incurvandosi a forma di “C” nell'aria, rimbalzò una volta sulla parete, poi fu gettato a terra e rimbalzò di nuovo. Tenendosi l'addome, si contorse sul pavimento. Un proiettile d'argento, l'elemento più detestabile per i Metuselah, aveva perforato la sua cavità addominale e si era conficcato nella spina dorsale.
In fondo al tunnel, esattamente in direzione del sacerdote dai capelli d'argento dietro Astha, Endre gridò.
“Tu... Terran...! Mi hai ingannato, Astharoshe!”
“Non pensavo che saresti caduto in un trucco così meschino.”
Prendendo a calci l'Aegis caduto senza pietà, Astha sorrise maliziosamente.
Il sistema di difesa assoluta, Isis Aegis, aveva un difetto fatale in combattimento: finché il campo magnetico rimaneva attivato, era impossibile effettuare attacchi dall'interno verso l'esterno.
“Ben fatto, padre!”
“Cos'è questa storia del 'ben fatto'? Ti prego, non farmi innervosire così! Stai correndo avanti e mi stai lasciando indietro.”
Con il revolver ancora fumante in una mano, il sacerdote dai capelli d'argento aveva il fiatone.
“È un bene che ci siamo preparati in anticipo, ma sul serio, non avevo alcuna fiducia nelle mie capacità di tiro.”
La sua espressione era così buffa che Astha scoppiò a ridere. Ridendo, continuò:
“No, no. Io credevo in te, Tovarish... Hai fatto un ottimo lavoro!”
“Mi chiami compagno solo quando ti fa comodo eh... Ops, signorina Astha, è la prima volta che ti vedo ridere. Che bello!”
“...Dobitoku.”
Quando Astha distolse il viso, sembrava sconvolta, ma non riusciva a nascondere il fatto che le sue guance erano rosse.
Bene, questo conclude il lavoro. Non resta che scortare Endre nel nostro Paese. Poi sarà un addio a questo mondo detestabile: la mia nostalgica patria mi aspetta.
La nostalgica capitale imperiale. Un ritorno trionfale e pieno di orgoglio. Ma...
“...Grazie per il vostro aiuto, padre.”
“Non c'è di che.”
Il sacerdote inclinò leggermente la testa, con lo stesso sorriso spensierato di sempre. Astha strinse gli occhi, come se fosse stata colpita da qualcosa di abbagliante.
Probabilmente non lo rivedrò mai più...
Astha cercò di imprimere il volto del prete nella sua memoria. In quanto Terran, probabilmente non avrebbe vissuto più di altri cinquant’anni. Per lei, che avrebbe vissuto almeno altri trecento anni con lo stesso aspetto, cinquant'anni sarebbero passati in un batter d'occhio. E anche se un giorno avesse dovuto rimettere piede nel “mondo esterno” e i due si fossero incrociati, probabilmente non avrebbe riconosciuto il suo volto invecchiato.
“Ricorda bene il mio volto.” Chiese Astha. Poi continuò:
"Non sarò in grado di ricordarmi i volti di voi Terran per molto tempo. Quindi dovrai essere tu a chiamarmi, se mai ci rincontreremo, capito? Quando questo posto diventerà territorio del mio Impero, in onore dei vecchi tempi, magari ti nominerò responsabile di togliere le pulci ai gatti.” 
“Non vedo l'ora.”
Sorridendo dolcemente, il sacerdote strinse la mano che la sua compagna gli aveva teso.
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multiverseofseries · 19 days ago
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Godzilla e Kong - Il nuovo impero: come abbattere lo status quo del MonsterVerse
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Godzilla x Kong - Il nuovo impero, sequel che estremizza forma e stile del franchise sotto la firma di Adam Wingard, regalando un possente spettacolo action che va oltre il senso di ciò che racconta.
Dopo l'incredibile successo internazionale di Godzilla: Minus One, che prosegue "la linea nipponica" dedicata al kaiju per eccellenza, è ora il momento di rituffarci nel più occidentale MonsterVerse targata Legendary Pictures e Warner Bros con Godzilla e Kong - Il nuovo impero. Un titolo impegnativo che pone le basi di una costruttiva collaborazione tra i due sovrani del franchise cinematografico da 2 miliardi di dollari.
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Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero - Kong in una foto
Siamo al quinto capitolo della saga e al secondo crossover, e se la rivalità era il motore scatenante dell'azione e della distruzione in Godzilla vs Kong, nel secondo lungometraggio del MonsterVerse diretto da Adam Wingard è la reciproca ricerca d'aiuto che traina il film verso il suo esplosivo atto finale. Non una corsa ma una maratona, comunque, percorsa in due ore più o meno soddisfacenti da cui traspare però una certa stanchezza narrativa, soprattutto fuori dalle dinamiche relative ai Titani e invece dedicate agli umani, che sembrano non aver imparato davvero nulla dalla scrittura di Monarch: Legacy of Monsters.
Godzilla e Kong, sopra e sotto
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Godzilla E Kong - Il Nuovo Impero, una delle creature mostruose del film
A distanza di alcuni anni dalla devastante battaglia di Hong Kong tra il Predatore Alpha e il Re delle Scimmie, regna un delicato quanto funzionale status quo tra Godzilla e Kong. I due titani sono infatti sovrani e protettori di due mondi differenti ma intrinsecamente uniti: la Superficie e la Terra Cava. Mentre Godzilla difende e reclama il suo territorio da altri titani infuriati, proteggendo di conseguenza la civiltà umana, nella Terra Cava Kong trova la sua casa, anche se triste e solitario. Una vita per nulla facile, quella dei due sovrani, fatta di continui scontri per la supremazia e la sopravvivenza. La Monarch è ormai a capo di tutte le operazioni che riguardano non solo il monitoraggio ma anche la collaborazione e la salvaguardia dei Titani e la mappatura della Terra Cava, che resta per la maggior parte ancora inesplorata.
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Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero - una scena d'azione
Da uno di questi punti oscuri del sottosuolo comincia ad arrivare un misterioso segnale intercettato dalla mente di Jia, ultima sopravvissuta della tribù Iwi di Skull Island, che a quanto pare ha un curioso legame con il luogo. Nel frattempo Godzilla parte per il suo tour europeo (tocca Italia, Francia e Spagna, probabilmente per la prima volta in assoluto) alla ricerca di centrali nucleari con cui nutrirsi e ricaricarsi, mentre Kong entra in contatto con una civiltà sopravvissuta di scimmie guidate dal perfido King Scar. Tre fronti destinati a unirsi in una monumentale battaglia conclusiva per salvare le sorti della Superficie e della Terra Cava, dei Titani e dell'Umanità.
Quella parte umana un po' così
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Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero - Rebecca Hall, Dan Stevens, Kaylee Hottle in una scena
Godzilla x Kong - Il nuovo impero tenta di abbattere quella delicata armonia del MonsterVerse creatasi dopo lo scontro tra i due titani protagonisti. A dirla tutta, è più un film su Kong che su Godzilla, e questo già per la seconda volta, quasi ad ammettere una povertà d'idee per la continuity del Predatore Alfa, che resta più sullo sfondo rispetto al Re delle Scimmie, in un moto narrativo pretestuoso per utilizzarlo ma con parsimonia, raccontarlo senza approfondirlo. Kong è invece umanizzato all'eccesso, quasi che dai suoi occhi è possibile leggere una leggera depressione di fondo. Quando poi incrocia il suo cammino con Baby Kong, il senso di famiglia e comprensione si fa ancora più forte nonostante qualche iniziale attrito. La storia si muove per lo più dal basso della Terra Cava - come detto, il regno di Kong-, per cui è normale dare spazio a chi pattuglia e difende tale territorio, tant'è che anche gli umani protagonisti (Dan Stevens interpreta un veterinario dei titani ispirato ad Ace Ventura) vengono spediti da sceneggiatura e regia lì in fondo, questa volta alla ricerca di risposte per Jia.
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Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero - Kong incontra Suko in una scena
In linea di massima la scrittura dei personaggi è banale e mediocre, ma funziona come sollievo comico grazie al già citato Trapper di Stevens - un po' eccentrico ed hippie - e al ritorno del Bernie Hayes di Brian Tyree Henry, mentre è ripetitivo e poco convincente il rapporto madre-figlia tra la Dottoressa Andrews (Rebecca Hall) e la bambina iwi. Poco male, essendo un lungometraggio cinematografico da 140 milioni di dollari su dei giganteschi mostri pronti a darsele di santa ragione, e sarebbe stato ottimo se avessero sfoltito molta più run time dedicata al fronte umano per perseguire l'obiettivo ultimo del MonsterVerse sul grande schermo, che è quello degli scontri tra kaiju.
Un team up soddisfacente
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Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero: un'immagina tratta dal film
Dal punto di vista dell'azione, della messa in scena e dei combattimenti, Adam Wingard prosegue sulla cifra estetica e cinematografica del precedente capitolo, ampliando ed estremizzando ogni elemento possibile. Ci sono più Titani (alcuni molto famosi, per la gioia dei fan più sfegatati) e i confronti occupano più spazio all'interno del racconto, soprattutto guardando al percorso di Kong e alla sua evoluzione. Il fascino di un mondo inesplorato e pericoloso è ben restituito, e la ferocia del Re delle Scimmie sul campo di battaglia è bilanciata con la sua parte meno ferina e umana. Quello di Godzilla e Kong un viaggio che che parte da poli opposti ma con la stessa destinazione, ed è infatti nell'ultimo atto che il regista imbastisce uno scontro epico e monumentale tutto costruito su team up opposti, power up sorprendenti e una direzione che valorizza il senso primordiale e cinematico della sfida, sfruttando anche la gravità come elemento narrativo dell'azione.
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Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero - Godzilla e Kong in una foto
Al netto dell'indubbio divertimento che si cela dietro a questi conflitti e al maestoso impatto visivo, va detto che il film non riesce a superare il livello di spettacolarizzazione e "novità" di Godzilla vs Kong, perché nobilita in misura ridotta l'effetto scenico di alcune intuizioni action pur adoperandosi molte volte e con tono solenne nell'inquadrare i titani per esaltarne stazza, unione e contrasti. Un team up soddisfacente, questo di Godzilla x Kong - Il nuovo impero, da cui forse ci aspettavamo qualche virtuosismo in più e qualche rivelazione in meno dall'esorbitante materiale promozionale, che a dire il vero riesce persino a rovinare qualche sorpresa. Il Predatore Alfa e il Re delle Scimmie restano però una delle coppie dell'anno, pronte a fare danni.
Conclusioni
Un team atteso che non delude gran parte delle aspettative, Godzilla x Kong - Il nuovo impero. Tirando le somme, il secondo crossover del MonsterVerse diretto da Adam Wingard ha un carattere cinematografico deciso che estremizza la formula del franchise, creando spettacolo e divertimento, ma al contempo non sembra aver imparato la grande lezione di Monarch: Legacy of Monsters nello sviluppo dei personaggi umani, al netto di un Dan Stevens convincente nei panni di un veterinario per titani alla Ace Ventura. Non raggiunge i livelli di Godzilla vs Kong ma sa regalare momenti feroci ed entusiasmanti tra kaiju, ed è questo che va considerato prima di tutto.
👍🏻
Il personaggio di Dan Stevens, sopra le righe e molto carino.
Adam Wingard perfeziona la sua cifra monsterversale, e funziona.
Il percorso di Kong e le sua scene d'azione.
L'ultimo e spettacolare atto.
👎🏻
Godzilla non è sfruttato a dovere per due terzi del film.
La scrittura dell'intreccio e dei personaggi umani lascia un po' a desiderare.
Qualche virtuosismo registico in più non avrebbe guastato.
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valeria-manzella · 6 months ago
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\I grandi del mondo si costruiscono imperi con il dominio e la forza\Non così in Dio\Lui non ha troni, si cinge un asciugamano, s’inginocchia davanti a ciascuno, il suo impero è quel poco di spazio che basta a lavare i tuoi piedi\Da lì, dal basso cerca gli occhi d’ogni figlio, cerca le mie ferite per fasciarle con bende di luce\Essere sopra l’altro è la massima distanza possibile dall’altro\Dio invece si pone alla massima vicinanza\ai tuoi piedi\Ermes Ronchi\
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miblogstory · 1 year ago
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Dalla scalata con Italiacom al carcere, vi ricordate di Salvo Castagna? E' latitante da oltre un mese
La parabola dell'imprenditore-cantante partito dal quartiere Malaspina ha toccato il suo punto più basso quando una condanna per uso fraudolento di carte di credito e inadempienza degli obblighi familiari è diventata definitiva. In regime di semilibertà, ha fatto perdere le sue tracce da un mese giustificandosi di essere "un diplomatico delle Isole di Vanuatu"
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Qualcuno si ricorderà di Salvatore Castagna, l’imprenditore che aveva iniziato la scalata verso il successo creando un impero con diverse società che operavano nel mondo della comunicazione e della telefonia. Dopo il sequestro dei beni, e il dissequestro disposto dalla Cassazione, di lui non si è saputo più nulla. Probabilmente in pochi sanno che l’imprenditore, che aveva conquistato un certo seguito anche grazie alle sue doti canore, sta scontando dal 2023 una pena detentiva al Pagliarelli in regime di semilibertà vigilata. Ma dall'inizio di quest'estate ha fatto perdere le sue tracce. Dov'è ora Salvo Castagna? E' quello che si chiedono la Procura e le forze dell’ordine da quasi un mese, ovvero da quando non ha fatto più rientro in carcere dove aveva l’obbligo di andare a dormire dopo aver concluso, su permesso del giudice, la sua giornata di lavoro in una banca a Palermo. A oggi risulta dunque latitante e ai procedimenti subiti in passato, alcuni definitivi e altri ancora pendenti in appello, si aggiunge una nuova accusa, quella di evasione, che ha provato a respingere sostenendo tramite il suo avvocato di essere un "Trade commissioner"
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cleliaaconti · 11 months ago
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Datazione: Il sarcofago di Giunio Basso risale al 359 d.C.
sarcofago di Giunio Basso
Materiale: È realizzato in marmo, una scelta comune per i sarcofagi di alta qualità dell'epoca.
Dimensioni: Misura circa 2,4 metri di lunghezza.
Provenienza: Fu ritrovato a Roma, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dove Giunio Basso era stato sepolto.
Committente: Il sarcofago fu realizzato per Giunio Basso, un influente senatore romano che ricoprì la carica di praefectus urbi, ovvero prefetto della città di Roma.
Iconografia: La decorazione scultorea del sarcofago è suddivisa in due registri (fasce orizzontali). Essa rappresenta scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, tra cui:
Il sacrificio di Isacco
La cattura di Pietro
Gesù entrante a Gerusalemme
Il processo di Cristo davanti a Pilato
La traditio legis (Cristo che consegna la legge a Pietro e Paolo)
La resurrezione di Lazzaro
Stile: Il sarcofago mostra un misto di stili romano classico e cristiano, con figure scolpite in altorilievo che dimostrano una forte influenza della scultura romana del tardo impero, ma con soggetti cristiani.
Significato: Questo sarcofago è significativo perché rappresenta la fusione tra cultura romana e cristiana, indicando il passaggio del cristianesimo da una religione perseguitata a una religione accettata e prominente all'interno dell'élite romana.
Attuale ubicazione: Oggi, il sarcofago è conservato nei Musei Vaticani.
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enkeynetwork · 1 year ago
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giancarlonicoli · 2 years ago
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4 ott 2023 18:33
PERCHÉ JOHN ELKANN NON VUOLE CHE SIA RESO PUBBLICO IL SUO PATRIMONIO DI OPERE D’ARTE? – GIGI MONCALVO: “TEME CHE SI SCOPRA UNA COSA POCO COMMENDEVOLE? L'IPOTESI PIÙ PROBABILE: HA PAURA CHE SUA MADRE SCOPRA CIÒ CHE GIÀ SA. E CIOÈ CHE MOLTI DIPINTI NON APPARTENGONO A LUI, MA A MARGHERITA” – “QUESTO ‘OCCULTAMENTO’ DIMOSTRA CHE L’ACCORDO CHE LE HANNO SOTTOPOSTO È ANNULLABILE. SE TALE ‘AGREEMENT’ NON È VALIDO,  TUTTO CIÒ CHE JOHN HA RICEVUTO DALLA NONNA, A PARTIRE DALLA DICEMBRE, POTREBBE PORTARE ALLA CANCELLAZIONE DELL’ASSETTO DI CONTROLLO DELL’IMPERO…”
1. L’ALTRO TESORO SPARITO DI GIANNI AGNELLI – S’INFITTISCE IL CASO DELLE 400 OPERE D'ARTE APPARTENUTE ALL'AVVOCATO E ORA AL CENTRO DELLA DISPUTA EREDITARIA TRA MARGHERITA AGNELLI E I SUOI TRE FIGLI, JOHN, GINEVRA E LAPO ELKANN - SECONDO “PANORAMA”, LA STIMA DI 213 MILIONI DI EURO SAREBBE ERRATA, CON VALORI PIU' BASSI DEL REALE - TRA QUADRI DI KLIMT, MONET E PICASSO, IL VALORE SAREBBE DI OLTRE 2 MILIARDI – DOVE SONO FINITE LE TELE CHE ERANO CUSTODITE IN CAVEAU SVIZZERI?
2. LA DISPUTA SUI QUADRI DEGLI AGNELLI METTE A RISCHIO I POTERI DI ELKANN
Estratto dell’articolo di Gigi Moncalvo per “Panorama”, pubblicati da “La Verità”
Si è persino rivolto al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, che gli ha dato ragione. John Elkann si è opposto al fatto che venga reso pubblico l’elenco delle opere d’arte di cui è in possesso. Perché? Motivi di sicurezza? No di certo dato che le sue residenze, a Torino e a St. Moritz, sono inaccessibili e sorvegliate dalla security che fa capo all’ex impero Fiat.
John teme forse che si scopra una cosa poco commendevole, e cioè che non si è messo in regola con le leggi italiane secondo cui le opere di particolare pregio devono essere «notificate» dal proprietario e denunciate alle Belle arti, vincolandole qualora siano ritenute di «interesse nazionale»? Chissà.
Certo che sull’osservanza delle leggi Elkann ha già dato una precedente clamorosa dimostrazione tenendo celati per più di vent’anni, fino al luglio 2022, i documenti della società Dicembre […].
Altra ipotesi, la più probabile: Jaky ha paura che grazie a questo elenco ufficiale sua madre scopra ciò che già sa. E cioè che molti dipinti che il figlio ha appeso alle pareti delle sue case o alle fredde lastre in metallo dei cupi caveau di Ginevra, Zurigo, Chiasso, non appartengono a lui, che le ha ricevute dalla nonna Marella, ma a Margherita in virtù del suo titolo di unica erede di Gianni Agnelli (la mamma le aveva in usufrutto fino alla propria morte).
Il fatto è che Margherita rischia di fare del male anche a se stessa: se l’elenco dei quadri nelle mani di suo figlio venisse reso pubblico, il ministero della Cultura potrebbe attivare i carabinieri del nucleo per la tutela artistica
[…] l’elenco delle opere della Collezione Agnelli venne stilato alla fine del 2003 in sede di «spartizione» tra le due eredi. Solo che il duca di Beaufort, aristocratico mercante d’arte di Gianni e Marella, ha redatto un elenco di 309 opere attribuendo loro un valore molto basso. In realtà i capolavori erano circa 150 in più, i più pregevoli di tutti.
Solo a Villa Frescot a Torino ce ne sono 75 «sfuggiti all’attenzione di Somerset», a Villar Perosa altri nove, per non parlare di quelli racchiusi nei caveau in Svizzera, non inclusi nel primo inventario con la scusa che i luoghi in cui si trovavano non erano più tra le pertinenze di Donna Marella (in primis la penthouse di Park Lane a New York e lo chalet di Chesa Alcyona a St. Moritz «regalato» a John).
Tra l’altro, il confronto tra questi quadri mancanti dal primo inventario e quelli emersi dall’elenco che Margherita ha potuto stilare dopo la morte della madre […] ha una conseguenza ulteriore.
Le consente cioè di avere una prova che questo «occultamento» dimostra come fosse stata «ingannata» e che l’accordo che le hanno sottoposto è annullabile. Se tale «agreement» non è valido ecco che anche tutto ciò che John ha ricevuto dalla nonna, a partire dalla Dicembre, potrebbe portare alla cancellazione dell’assetto di controllo dell’impero [...].
L’erede di Gianni Agnelli si è rivolta ai pm di Milano segnalando che nel box numero 253, una delle «cabine extraterritoriali dei Magazzini generali con Punto Franco Sa di Chiasso», erano custodite almeno otto opere che le appartengono [...]. Ma le telecamere interne hanno dimostrato che tre giorni prima il contenuto del caveau era stato trasferito in un’altra camera blindata.
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personal-reporter · 2 years ago
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Sagra della Tira 2023 a Cairo Montenotte
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Dal 6 al 9 luglio a Cairo Montenotte, in provincia di Savona, torna la Sagra della Tira, omaggio a un cibo tipico della zona,  un panino cotto in forno impastato con la salsiccia. Oggi la sagra della Tira è un evento molto sentito dai cairesi e coinvolge anche turisti provenienti un po’ da tutta la Liguria e dal Basso Piemonte, organizzata grazie al lavoro di gruppo e sinergia che lega da sempre i componenti del direttivo della pro loco per un programma sicuramente ricco e soddisfacente, fatto di buon cibo e tante risate. Il nome di Cairo deriva dal latino medioevale cairum, a sua volta nato dalla radice del ligure antico car, con il significato di pietra o rocca.  Ritrovamenti archeologici di vari manufatti confermerebbero che il territorio venne abitato dall'uomo primitivo già in epoca neolitica e nel vicino comune di Roccavignale è stata rinvenuta una sepoltura con tre dolmen, mentre bracciali e altri piccoli manufatti in bronzo di epoca successiva sono attualmente conservati presso il museo delle antichità archeologiche di Torino. Dopo la conquista da parte dei Romani del territorio ligure, la val Bormida fu attraversata dalla via Emilia Scauri, opera del censore Marco Emilio Scauro del 109 a.C., che metteva in diretto collegamento Derthona (Tortona) e Vada Sabatia (Vado Ligure) e a Cairo sorgeva la stazione di Canalicum. La rete viaria fu ampliata con la costruzione della via Julia Augusta, voluta da Augusto nel 13 a.C. per assicurare il collegamento con le province galliche e a Cairo, dove oggi c’è  il santuario di Nostra Signora delle Grazie, sono stati ritrovati diversi manufatti romani e i resti di un'antica villa rustica d'epoca imperiale. Il toponimo Cairum è attestato per la prima volta in un documento del 967 sulla decisione dell'imperatore Ottone I di Sassonia di donare ad Aleramo delle terre devastate, in passato, da incursioni longobarde  e saracene, fu poi feudo dei marchesi del Vasto, all’inizio del XV secolo il territorio fu diviso tra il Marchesato del Monferrato e il Ducato di Milano, nel 1736 passò ai Savoia e, dal 1796, fu assoggettato da Napoleone Bonaparte. Nel 1796 si combatté, nei pressi del centro di Montenotte, la prima battaglia vittoriosa della Campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, ricordata come la Battaglia di Montenotte. Con la dominazione francese il territorio di Cairo venne costituito in municipalità del Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all’interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, rientrò nel I cantone, della Giurisdizione di Colombo e, dal 1803, centro principale del I cantone di Savona nella Giurisdizione di Colombo. Annesso al Primo Impero Francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il paese venne inserito nel Dipartimento di Montenotte, creato in ricordo delle prime fortune di Napoleone, che comprendeva gli attuali territori delle Province di Savona e Imperia. Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo gli accordi del Congresso di Vienna del 1814, e nel Regno d’Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio venne compreso nel IV mandamento di Cairo del Circondario di Savona, facente parte della Provincia di Genova; ma solo con la costituzione della Provincia di Savona nel 1927 il territorio cairese venne assegnato alla nuova circoscrizione provinciale. Nel 1880 i comuni di Carretto e Rocchetta di Cairo vennero aggregati al Comune di Cairo Montenotte, che nel 1929 assorbì anche parte dei territori dei Comuni di Santa Giulia e Brovida, con la restante parte che venne assegnata al borgo di Dego. Read the full article
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sayitaliano · 2 years ago
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Italia: Medieval Era (1)
As requested, a bunch of posts (3) about Italy in the Medioevo and during the Impero Romano (I should start with the latter to give you a proper historical timeline but... yeah, let's make things "funnier").
Italy has been through a various amount of sudden situations and events during its history, but this is especially true when it comes to the Medieval Era. The start of this historical period coincide with the end of the Impero Romano d'Occidente (476 d.C. = after Christ, in Italian it's "dopo Cristo"), while its end is determined by the "Discovery of America" by Colombo in 1492. We generally talk about Alto Medioevo (V-XI century, year 1000) and Basso Medioevo (XI-XV century).
In the Alto Medioevo begins the Era of the Romans and Barbarians Kingdoms in the feudatory's area of Italy: first it was Odoacre with the "Eruli" and then Teodorico with the "Ostrogoti". In the Southern part of Italy, it was Arabs trying to invade our Nation. In the years 535 and 553 d.C., the "Guerra Gotica" between the Ostrogoti and the "Bizantini" of Giustiniano (Emperor of the Impero Romano d'Oriente) took place: at the end, Giustiniano had been able to take control of all the old Impero Romano d'Occidente's areas especially after the Assedio di Napoli and the Assedio di Roma which allowed him to reach Milano and destroy it and conquer Ravenna as well. This war caused lot of poverty, destruction and plague epidemic in Italy, whose cities lost population (also cause the population tried to save themselves and hide on the mountains or the countrysides, which allowed them also to upgrade the ruralization process started in the V century).
The Longobardi though, already few years after the end of the Guerra Gotica, could conquer some of the Italian Region (others stayed under the control of the Bizantini for centuries): they made Pavia their capital city and basically reached the whole Northern Italy (except for some parts of Liguria and Veneto, which fell later on). So by the end of the 7th century, Italy had been divided into two Kingdoms. Side note: Costante had been the first Imperatore Bizantino to actually live in Italy, in Siracusa, but cause of the way he destroyed the Churches and raised taxes, he got assassinated while he was taking a bath. ...Does this remind you of someone else?
In the 8th century the Longobardi could conquer some more areas (also cause the Bizantini kept a political line that wasn't very accepted by the population, so there were lot of revolutions in the Bizantini's areas). This situation worried the Pope who started fearing the loss of his Ducato romano, and therefore he called for the new king of the "Franchi", Pipino il Breve, for help: he could retake control of some of the areas fallen in the hands of Longobardi, and this signed the start of the Stato della Chiesa.*
Later on, the Pope called again the Franchi for help: the new king Carlo Magno could conquer Pavia and became the new king of Longobardi and Franchi together. Under the protection of the Pope, Carlo could win more and more areas and became the Imperatore d'Occidente. At the same time, some areas under the control of the Bizantini, gained more indipendence under their own governors.
A few years after, Carlo Magno, after a battle against the Bizantini, could obtain to become the Imperatore (not of Romani though: this became possible only after the year 1024), with the famous "Trattato di Aquisgrana". With the loss of power by the Longobardi and the start of the Kingdom of the Franchi by Carlo Magno and his sons and nephews, we could say the Regnum Italiae (The Regno d'Italia = the Sacro Romano Impero) was born.
At this point, many wanted to be crowned King of Italy, despite it became a natural right for the Romani/Franchi Orientali (kings of Germany): they all used to be crowned in Pavia or rarely Milano.
Years after, Italy, being part of the Impero Carolingio, became the target of many invasions from Unni, Saraceni and other external populations that only wanted to loot around. With time, the aristocracy tried to find ways to be able to vote for the king as well: this made the actual kings in need to become closer to the aristocracy and gain their political and military favours.
*During the whole Alto Medioevo the Stato della Chiesa with its "potere temporale" (through which the Pope could basically control some areas of the Center of Italy) was the only mean that allowed the Latin culture to survive. Christianity helped the Romans and the Germans to connect and integrate their rules together and give birth to the European culture and also to many Universities. Medieval monks were able to protect and store many different pagan and arabic texts (medicine, math and philosophy) which were of huge help for our culture.
(wikipedia)
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gregor-samsung · 7 months ago
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" Sopportava il dolore da irriducibile, e non chiedeva aiuto a nessuno, aiuto morale intendo. Una volta citò a nostro beneficio, rapide come se ce le dettasse, parole che ritrovo in uno dei miei quaderni di appunti: «Le cose sono di due maniere; alcune in potere nostro, altre no. Sono in potere nostro l’opinione, il movimento dell’animo, l’appetizione, l’aversione, in breve tutte quelle cose che sono nostri propri atti. Non sono in poter nostro il corpo, gli averi, la riputazione, i magistrati, e in breve quelle cose che non sono nostri atti. Le cose poste in nostro potere sono di natura libere, non possono essere impedite né attraversate. Quelle altre sono deboli, schiave, sottoposte a ricevere impedimento, e per ultimo sono cose altrui. Ricòrdati adunque che se tu reputerai per libere quelle cose che sono di natura schiave, e per proprie quelle che sono altrui, t’interverrà di trovare quando un ostacolo, quando un altro, essere afflitto, turbato, dolerti degli uomini e degli Dei. Per lo contrario se tu non istimerai proprio tuo se non quello che è tuo veramente, e se terrai che sia d’altri quello che è veramente d’altri, nessuno mai ti potrà sforzare, nessuno impedire, tu non ti dorrai di niuno, non incolperai chicchessia, non avrai nessuno inimico, niuno ti nocerà, essendo che in effetto tu non riceverai nocumento veruno.»* Immagino che, leggendo Epitteto per la prima volta, le sue verità le siano sembrate palesi piú che rivelatorie. "
*Tratto dalla traduzione dal greco di Giacomo Leopardi (1825) del Manuale (Enchiridion) di Epitteto.
---------
Julian Barnes, Elizabeth Finch, traduzione di Susanna Basso, Einaudi, 2024¹, pp. 23-24.
[Edizione originale: Jonathan Cape publishing, London, UK, 2022]
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clacclo · 2 years ago
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Fabrizio De André
Una Storia Sbagliata
È una storia da dimenticare
È una storia da non raccontare
È una storia un po' complicata
È una storia sbagliata
Cominciò con la luna sul posto
E finì con un fiume di inchiostro
È una storia un poco scontata
È una storia sbagliata
Storia diversa per gente normale
Storia comune per gente speciale
Cos'altro vi serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite
Ora che il cielo ai bordi le ha scolpite
È una storia di periferia
È una storia da una botta e via
È una storia sconclusionata
Una storia sbagliata
Una spiaggia ai piedi del letto
Stazione Termini ai piedi del cuore
Una notte un po' concitata
Una notte sbagliata
Notte diversa per gente normale
Notte comune per gente speciale
Cos'altro ti serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite
Ora che il cielo ai bordi le ha scolpite
È una storia vestita di nero
È una storia da basso impero
È una storia mica male insabbiata
È una storia sbagliata
È una storia da carabinieri
È una storia per parrucchieri
È una storia un po' sputtanata
O è una storia sbagliata
Storia diversa per gente normale
Storia comune per gente speciale
Cos'altro ti serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite
Ora che il cielo ai bordi le ha scolpite
Per il segno che ci è rimasto
Non ripeterci quanto ti spiace
Non ci chiedere più com'è andata
Tanto lo sai che è una storia sbagliata
Tanto lo sai che è una storia sbagliata
Autore: Massimo Bubola, Fabrizio De Andre'
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ivanvolkovroleplay · 2 years ago
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Pogroms in nome di proteggere la fede cristiana ortodossa a causa del pericolo del re malvagio e iniquo ebreo di Israele:
*Dopo la rimozione delle statue di idolatria come quelle di Lenin e di Stalin che erano entrambi ebrei molto pericolosi, Ivan VII fece anche abolire la festa della liberazione di Auschwitz e fece invece festeggiare il martirio dei Romanov proclamati ancora una volta santi in modo ufficiale il giorno 17 luglio in cui i Romanov erano stati uccisi barbaramente e disumanamente a causa degli ebrei bolscevichi quindi il 27 gennaio è stato bannato,bloccato e censurato in tutta la Russia specificando che è un falso storico per rafforzare il potere ebraico che anche i Protocolli di Zion avevano avvisato del pericolo e specifica anche che non è una festa cristiana ma una festa ebraica bolscevica e quindi la sinagoga di Satana non è più benvenuta in Russia.
Subito dopo, gli ebrei russi piangono e si offendono minacciando di distruggere l'Europa e il cristianesimo  attraverso le armi nucleari e i terroristi e Ivan VII risponde invece che Israele sarà invasa e distrutta con le armi nucleari insieme al loro falso messia e al loro falso profeta, subito dopo la polizia russa inizia a fare arrestare i ricattatori ebrei russi e li manda in Siberia facendoli lavorare in modo forzato, morire di stenti,morire di malattia e li farà abortire e sterilizzare ogni giorno se non ritirano i loro ricatti anticristiani poi ci sono pochi ebrei russi che sono stati risparmiati dai pogroms per motivi che non loro non credono a nessun messia ebreo e sono più neutrali.
Il Sacro Romano Impero e il quarto reich supporta le azioni di Ivan VII in nome di proteggere la fede cristiana quindi fa consegnare gli ebrei italiani,austriaci e tedeschi alle autorità russe per farne ciò che vuole degli ebrei sionisti ricattori: ucciderli,torturarli,farli abortire, sterilizzarli e trasformarli in oggetti attraverso le loro ceneri per motivi che gli ebrei non capiscono nulla che Abu Qasim Muhammad è un distruttore nato e odia l'amore e il genere umano perché è Satana lui stesso, allo stesso tempo Heinrich III spera che in qualche modo i suoi alleati israeliani Jacopo Levi e Amir Menashe capiscono i loro errori e si convertano al cristianesimo in modo libero e con l'anima se proprio non desiderano continuare a vedere Abu Qasim Muhammad uccidere brutalmente i cristiani e I musulmani sunniti, anche il Sacro Romano Impero risparmia pochi ebrei, quei ebrei che rifiutano di riconoscere Abu Qasim Muhammad ed Ephraim Werner come i loro messia ebrei Ben David e Ben Joseph.
Ivan VII cita una frase della Profezia di Ezechiele che riguarda proprio appunto a un principe malvagio di Israele:
"A te, sconsacrato, empio principe d'Israele, di cui è giunto il giorno con il tempo della tua iniquità finale,  così dice il Signore Dio: Deponi il turbante e togliti la corona: tutto sarà cambiato: ciò che è basso sarà elevato e ciò che è alto sarà abbassato.  In rovina, in rovina, in rovina la ridurrò e non si rialzerà più finché non giunga colui al quale appartiene di diritto e al quale io la darò"
Ezechiele 21: 30-32
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qualcosalungolastrada · 2 years ago
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"le anime salve sono i solitari, i diversi, quelli che stanno ai margini, perché ce li ha cacciati il sistema o perché lo hanno scelto loro. sono salvi perché soli, perché liberi, perché lontani da questa civiltà da basso impero dove i bambini vengono stuprati e gli adulti si arrabbiano solo quando gli rubi l'argenteria a casa."
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corallorosso · 4 years ago
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GIUSTO DUE RIGHE, PER MORISI (...) ... E PER TANTI, TANTI ALTRI. Ricapitolando, secondo la filosofia iperreazionaria, iperconservatrice, ipercattolica e ipermoralista (ma solo quando si tratta degli altri), che tanto va per la maggiore: Se sei povero, e usi sostanze stupefacenti, sei certamente "un drogato di merda" e "una zecca da centri sociali"; se sei ricco, diventi "un amico straordinario da aiutare". Se sei povero, magari immigrato, e vendi sostanze stupefacenti, sei un "venditore di morte ai nostri figli" e uno "spacciatore schifoso a cui dare la caccia"; se sei ricco, allora diventi un "cessionario", e i tuoi sono solo "affari privati". Se sei povero, e organizzi festini gay, magari con dei disperati extracomunitari, sei solo un altro "frocio di merda che si fa incula' dai negri"; se però sei ricco, "hai delle problematiche esistenziali irrisolte". Se sei povero, e paghi per avere sesso, sei solo "uno schifoso che va a troie"; se sei ricco, allora "organizzi cene eleganti". Se sei povero, e hai rapporti con minorenni, sei "un pedofilo di merda"; se sei ricco, "stai solo aiutando le nipoti di Capi di Stato esteri". Se sei povero, e ricevi un aiuto economico dallo Stato, sei "un parassita da divano" e un "dopato da metadone di Stato"; se sei ricco, magari con stipendio mensile a cinque, sei cifre, le decine di miliardi di aiuti dallo Stato alla tua attività, diventano un "impulso all'economia". Se sei povero, ed evadi il fisco anche solo per sopravvivere, sei un "ladro infame, la rovina dell'economia"; se sei ricco però, magari con residenza, società fantasma, e conti correnti in paradisi fiscali, diventi un "imprenditore liberale", un "paladino delle libertà", e magari ti fanno anche "Cavaliere". Se sei povero, e da imputato salti un'udienza in tribunale, risulti quantomeno "contumace", e il tuo processo va avanti fino a sentenza, sempre che le guardie non ti vengano a prende' di forza; se sei ricco, si tratta solo di un "legittimo impedimento", e hai tutto il tempo e i modi per farti prescrivere, e uscirne pulito... E fin qui, facciamoci du' risate, anche se amare... Però, si potrebbe andare avanti ad oltranza, su tanti altri temi sensibili, e sulle porcate passate, presenti e future di questa associazione a delinquere, pomposamente chiamata "establishment": qualche decina di migliaia di farabutti che tengono sotto scacco 60 milioni di italiani. Ma m'è già passata la voglia e salito 'l vomito, basta così. E non a caso, non ho fatto distinzione tra destra e sinistra, ma tra ricchi e poveri. Nell'italica plutocrazia, la differenza fra chi può e chi non può permettersi quel che vuole, ormai la fa solo il censo, il quattrino. Gli esimi esponenti della sedicente "sinistra", parlamentari, amministratori pubblici e privati, sindacalisti, scrittori, giornalisti e così via, tutti comunque col culo al riparo da congiunture economiche, pandemie e disgrazie contingenti varie, legiferano, pontificano, tramano, rubano, corrompono e si fanno corrompere esattamente come quelli della "destra", in un clima fetido da fine basso Impero, approfittando tutti in egual misura delle leggi fatte apposta per mantenere privilegi e status quo. E ormai, senza nessuna vergogna e ad ogni livello. L'importante per tutti è che nell'eterno gioco delle parti dell'alternanza al governo, e dei valzer delle poltrone, né gli uni né gli altri perdano il benchè minimo privilegio autoattribuitosi. E che i "proletari" (che brutta e desueta parola, eh?) non alzino mai la testa dalle beghe quotidiane, si accontentino del minimo indispensabile per la sopravvivenza, e vengano adeguatamente distratti dai sollazzi più superficiali... Già lo so, sembra la descrizione di una società decadente e in crisi totale, di inizio secolo scorso... appunto. Piccola digressione storica: le rivoluzioni, da sempre, si fanno dal basso. E spesso iniziano e finiscono col sangue, a prescindere dalla loro riuscita. Cambiare il sistema dall'interno, in modo omeopatico, come vorrebbe credere e far credere qualcuno, più o meno in buona fede, o come qualcuno già ha tentato senza riuscirci, si è sempre rivelata un'enorme cazzata. Massimiliano Fanti
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diceriadelluntore · 4 years ago
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Spicci
Soldo ha una etimologia particolare: deriva da sŏldus, per sŏlĭdus (sottint. nummus), propriam. «intero, fatto tutto dello stesso materiale» e indica una moneta europea (soldo d’oro) in uso tra Goti, Franchi e Longobardi, derivante, tramite la frazione del tremisse, dal solido del Basso Impero (voce soldo Enciclopedia Treccani). Il solido infatti era una moneta aurea del tardo Impero romano, che ebbe corso soprattutto in Oriente, e dal 325 d. C. in poi fu coniata di circa 4,55 g (= 1/72 di libbra), con il proposito di dare in tal modo una moneta stabile al mondo romano (voce solido Enciclopedia Treccanit). Il soldo divenne poi frazione sempre di metallo diverso (soldino d’argento, o soldone di rame, che essendo meno prezioso faceva sì che la moneta fosse di grosse dimensioni) fin quando con l’Unità d’Italia indica la moneta da 5 centesimi di rame. Soldi ha un duplice significato: può essere usato in senso dispregiativo, come quando lo usiamo per un qualcosa “da quattro soldi”, oppure, soprattutto al plurale, è sinonimo di ricchezza: ha tanti soldi, costa un sacco di soldi.
Ho pensato a questa parola rileggendo la vicenda, per certi aspetti molti triste, delle dichiarazioni di Letizia Arnaboldi Moratti, neo assessore al Welfare della Regione Lombardia. Sebbene espresso con parole contorte, (e lascio qui la registrazione) con più incisività è stato scritto in una lettera al Commissario per l’emergenza Sanitaria Covid19 Arcuri in cui Arnaboldi Moratti indica che la ricchezza regionale prodotta in un anno venga inserita fra i criteri per la ripartizione delle dosi in vista della fase di vaccinazione di massa. Insieme alla mobilità, alla densità abitativa e al fatto di essere stata una delle zone più colpite dal virus. Ora il solo pensare a ciò la dice lunga sull’etica di chi l’ha proposta (il governatore Fontana l’ha definitiva proposta coerente e appropriata) e voglio anche, per il momento, andare oltre i limiti costituzionali, del principio della salute pubblica, dell’eguaglianza.
Voglio capire perché il PIL “si” e un altro fattore “no”: perché non stabilire priorità a chi fa i caciocavalli migliori? Oppure la salubrità delle coste? Perché non sulla bellezza dei lineamenti delle persone? Queste provocazioni mie devono essere considerate uguali alle proposte della Arnaboldi Moratti: sono delle osservazioni frutto dello stereotipo e del pregiudizio. Hanno valore gravissimo in senso etico, ma anche in termini prettamente economici. La ricchezza del PIL infatti si basa su un indice quantitativo, Prodotto Interno Lordo, che è per definizione il valore aggregato, a prezzi di mercato, di tutti i beni e i servizi finali (cioè esclusi i prodotti intermedi) prodotti sul territorio di un Paese in un dato periodo temporale. Il Pil non tiene conto per esempio delle prestazioni nell’ambito familiare, quelle attuate dal volontariato, qualsiasi attività ad uso e utilizzo gratuito (il giardino, l’orto familiare o di comunità) e così via; Il PIL non fornisce una misura della distribuzione del reddito all’interno della società, quindi non indica il livello di equità all’interno del paese, ed è ormai dimostrato che non è il PIL che definisce il benessere di una nazione: a parità di Pil tra due Paesi sono altri fattori (salute pubblica, istruzione e accesso ad essa, sistema di garanzie sociali e così via) che ne determinano il livello di benessere; Il PIL tratta tutte le transazioni come positive, cosicché entrano a farne parte, ad esempio, i danni provocati dai crimini (riciclaggio, compravendite fraudolente, false fatturazioni), dall’inquinamento, dalle catastrofi naturali. In questo modo il PIL non fa distinzione tra le attività che contribuiscono al benessere e quelle che lo diminuiscono: persino morire, con i servizi connessi ai funerali, fa crescere il PIL, fare gli incidenti stradali, produrre rifiuti; aspetto ancora più orribile, il PIL non attribuisce i profitti di una multinazionale allo stato dove questa ha sede (dove i profitti al finale tornano) ma li attribuisce allo stato dove la fabbrica o attività è locata. Questo nasconde un fatto fondamentale: le Nazioni dei paesi ricchi (definizione tra l’altro tutta basata sul PIL) prendono le risorse dei paesi del Sud del Mondo (o in via di sviluppo, descrizione costruita con lo stesso criterio) e lo chiamano un guadagno per questi ultimi. Persino il papà di questo strumento, il premio Nobel per l’Economia, Simon Kuznet, disse una volta:” Il benessere di una nazione difficilmente può essere dedotto da una misura di reddito nazionale come sopra definito” nel discorso che tenne al Congresso degli Stati Uniti dopo che il Presidente Franklin D. Roosevelt chiese ad un gruppo di analisti ed economisti di creare uno strumento per misurare l’andamento dell’economia del Paese. Il suo successo lo si deve al fatto che è descritto ne La Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith ed è alla base del sistema degli stadi evolutivi che in esso è proposto. Sono anni che la teoria economica tende a contenere il ruolo di questo indicatore e uno studio profondissimo di tre grandi economisti, Stiglitz, Sen e Fitoussi ha ben distinto che benessere e PIL sono due cose distinte, dimostrando così anche quanto sia errata la concezione che lega il benessere all’andamento del PIL.
Ma voglio andare oltre tutte queste obiezioni e dire, ok, basiamoci sul PIL. Sapendo benissimo che proprio la crescita indiscriminata suggerita dal PIL è alla base degli squilibri degli ecosistemi che sono alla base, alla radice, della diffusione in questo caso del virus SarsCov2 e probabilmente anche delle prossime che, spero il più tardi possibile, dovremmo affrontare.
Suggerisco quindi a chi la pensa come lei un grande saggio, che sebbene scritto nel 1973 è attualissimo: L’economia dell’età della pietra di Marshall Sahlins  (Stoneage Economics), rieditato nel 2020 da Eleuthera con aggiornamenti e nuovi contributi: il nucleo del discorso è che non è affatto vero che le civiltà che non accumulano surplus, come sosteneva Smith, sono arretrate e povere, e diventeranno civili quando diventeranno di “mercato”, anzi sono tutt’altro: secondo Sahlins molte testimonianze del passato inducono a pensare che le popolazioni “primitive” vivessero una relativa abbondanza caratterizzata da una limitata attività lavorativa, ritmi di lavoro lenti e apporto dietetico largamente adeguato in base agli standard occidentali: provocatoriamente sono per Sahlins società dell’abbondanza (affluent society). Ma c’è di più: per Sahlins l’organizzazione produttiva dei primitivi è il risultato della scelta di riprodursi limitando l’accumulazione e i bisogni e creando un’entità socio-culturale capace di adattarsi all’ambiente e godere di una vita ad alta intensità di tempo libero, con le regole sociali che limitano il rischio di carenze di bisogni primari, tramite le relazioni di parentela, la solidarietà del gruppo, il ruolo del capo come gestore delle risorse. Anche qui, provocatoriamente, parla di “via zen dell’opulenza”. Tutti gli studi non solo antropologici ma anche archeologici confermano la tesi centrale. Che fa emergere un altro punto fondamentale: che la pochezza dei beni disponibili non significa automaticamente essere poveri. La povertà non coincide con una ridotta quantità di beni ma è prima di tutto uno status sociale e in quanto tale un'invenzione della civiltà.
È bene avere il denaro e le cose che il denaro può comprare, ma è bene anche, ogni tanto, controllare ed essere sicuri di non aver perso le cose che il denaro non può comprare. George Horace Lorimer
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