#genitorialità
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madreorchessa · 14 days ago
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Terzo giorno di inserimento all'asilo e abbiamo costato che mio figlio non sa fare niente e non ascolta nessuno: purtroppo è chiaro sin da subito che diverrà un elemento emarginato della società, tipo uno spacciatore, finirà in galera dove una cosca lo affilierà e io dovrò dichiarare ai giornalisti, finta come solo le madri sanno essere, che è sempre stato un bravo ragazzo e non so proprio giustificarmi quella spaccata alla tabaccheria.
E ovviamente è tutta colpa di mio marito che gli fa vedere Curioso come George alla TV, malgrado non voglia che guardi la TV.
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gregor-samsung · 11 months ago
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“ Ahmad aveva la febbre. Strofinare preparati a base di erbe sul suo corpo in fiamme non sortiva alcun effetto. A quel punto, Salima era andata a chiedere aiuto a suo zio Shaykh Sa‘id. Era invecchiato, certo, ma non abbastanza da lasciare che il suo cuore si sciogliesse davanti alle suppliche della nipote. Lo aveva implorato, gli aveva ricordato che era la figlia di suo fratello Shaykh Mas‘ud, l’aveva pregato di avere compassione, di dimostrare la sua fede, la sua signorilità, la sua generosità, magnanimità e saggezza. Si era appellata a tutto quello cui si può appellare una madre con il figlio dilaniato dalla febbre. Ma la risposta dello shaykh non era cambiata: “La Range Rover non lascerà mai ‘Awafi senza di me.” Il giorno dopo, la febbre di Ahmad era aumentata, il bambino aveva cominciato a delirare. Salima era tornata dallo zio accompagnata dal marito. ‘Azzan si era trattenuto a lungo con il vecchio, gli aveva spiegato che suo figlio peggiorava e che l’unico ad avere una macchina con cui portarlo all’ospedale al-Sa‘ada di Maskade era lui, Shaykh Sa‘id. Se ci fossero andati a dorso d’asino, ci avrebbero messo quattro o cinque giorni e non sarebbero riusciti a salvare il bambino. Gli disse che avrebbe pagato qualsiasi cifra gli avesse chiesto, compreso il salario dell’autista. “Non ho altro da dire,” aveva replicato Shaykh Sa‘id. “La Range Rover non esce da ‘Awafi. Tuo figlio guarirà anche senza dottori. Che sarà mai, tutti i bambini hanno la febbre e poi guariscono.”
‘Azzan e Salima erano usciti da casa dello shaykh cercando di non guardare il fuoristrada verde parcheggiato vicino al portone. Quando Shaykh Sa‘id l’aveva comprato, due anni prima, e l’autista l’aveva portato in paese, erano tutti usciti in strada per vederlo. Persino l’anziana madre dello shaykh si era avventurata fuori facendosi sostenere dalle sue schiave ma poi, quando aveva sentito il rombo del motore e visto le ruote nere che giravano velocissime, si era spaventata e gli aveva tirato una pietra urlando ai quattro venti che quella era opera del diavolo. La pietra aveva rotto un finestrino e Shaykh Sa‘id aveva ordinato alle schiave di riportare dentro la madre minacciando di frustarle sotto il sole se solo l’avessero fatta uscire di nuovo. Da quel giorno la Range Rover si era mossa solo quando lo shaykh sedeva al posto del passeggero. E se con lui c’era una delle sue mogli, i finestrini venivano oscurati con delle lenzuola. Salima aveva pianto per tutta la strada fino a casa e, da quel momento, ‘Azzan aveva nutrito un unico sogno: possedere una macchina. Aveva giurato che avrebbe chiesto al Sultano il permesso di comprarne una, esattamente come aveva fatto Shaykh Sa‘id, e poco importava se avesse dovuto vendere i campi ereditati dal padre. Ma Ahmad non aveva aspettato che ‘Azzan mantenesse fede al suo giuramento, la febbre era stata più veloce e lo aveva ucciso. Gli avevano tolto vestiti e amuleti e predisposto la rituale pedana di rami di palma in mezzo al cortile. I vicini avevano portato secchi d’acqua dal canale per lavarlo, l’avevano cosparso di incenso e di olio di oud, lo avevano avvolto in un sudario candido e avevano portato il feretro al cimitero a ovest del paese. Il giudice Yusuf aveva detto ad ‘Azzan: “Tuo figlio adesso è in paradiso, e quando verrà la tua ora ti porterà dell’acqua fresca per spegnere la tua sete.” ‘Azzan era stato zitto, non aveva detto che lui aveva sperato che suo figlio l’acqua gliela portasse lì, sulla terra, negli anni della sua vecchiaia. Si era mostrato fermo e paziente come si conviene e aveva stretto la mano di chi gli porgeva le condoglianze. Le aveva strette tutte, persino quella di Shaykh Sa‘id. “
Jokha Alharthi, Corpi celesti, traduzione dall'arabo di Giacomo Longhi, Bompiani (collana Narratori Stranieri), 2022¹; pp. 122-124.
[Edizione originale: سيدات القمر (Sayyidat el-Qamar; Le signore della luna), editore Dār al-Ādāb, Beirut, Libano, 2010]
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softevral · 4 months ago
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Se vuoi rovinare un figlio irrimediabilmente, dagli la stessa verità confezionata per te, dai tuoi genitori, quando eri bambino.
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monicadeola · 1 year ago
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… ché l’adulto competente non censura.
L’adulto competente, solleva la questione.
Stefania Andreoli
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nonesistedio · 2 years ago
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Sogno un mondo senza la chiesa, senza clero religioso, senza superstizioni: privo di psicopatici che, in nome di divinità inesistenti, sopravvivono per la soddisfazione primaria di rendere invivibile l'altrui esistenza.
Sogno una società di genitori Maturi e figli Felici.
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gioviannasposts · 2 years ago
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Cosa si intende per 'famiglia'.
La famiglia è spesso definita come un gruppo di persone legate da 'vincoli di sangue', di matrimonio, che condividono il loro tempo, le loro risorse e responsabilità per prendersi cura l'uno dell'altro; accade però che di essa facciano parte anche persone che spartiscono solo un legame d'affetto e riguardo reciproci, senza alcun vincolo.
In molte culture e società, la famiglia 'tradizionale' è composta da una madre e da un padre eterosessuali, ma ci sono molte altre configurazioni familiari, tra cui famiglie monoparentali, famiglie adottive e famiglie formate da genitori/tutori delle stesso sesso.
La famiglia può assumere molte forme diverse e può includere persone, di qualsiasi sesso o orientamento sessuale, che accudiscono un bambino o un adolescente. Non esiste una definizione di famiglia 'tradizionale' universalmente applicabile o accettata, così quanto non c'è una distinzione predefinita dei ruoli e dei comportamenti fra padre e madre o dei tutori all'interno di una famiglia. Le responsabilità e i comportamenti dei genitori o dei tutori possono variare ampiamente da famiglia a famiglia e dipendere da una serie di fattori, come le preferenze personali, le circostanze economiche e le responsabilità lavorative. Ciò che conta è che i genitori/tutori forniscano amore, supporto e un ambiente stabile e sicuro per i minori.
La definizione 'normale' non esiste scientificamente per indicare una qualità degli esseri umani, così quanto non esiste in etica; essa è stata coniata per consolidare pregiudizi, discriminazioni, fomentati dalla morale religiosa, cioè dalla maleducazione. Sono i conservatori, i tradizionalisti, a dividere le persone in modo binario (solo maschi e femmine eterosessuali), per convinzioni religiose: per loro enorme ignoranza su come sia davvero la realtà che li circonda. 
La 'cultura' patriarcale lede chiunque: così come esistono donne imprigionate in stereotipi di ruolo 'materni' o 'iperfemminili', così accade che esistano 'maschi' nati e cresciuti in contesti per i quali è un dovere dimostrare il proprio 'eroismo sacrificante' di 'padre di famiglia' che si prende molte responsabilità. Quando, come uomo, sei cresciuto in un contesto patriarcale e 'ti sei fatto una famiglia', in tale stile retrogrado, diventa difficile mollare la presa sul 'tengo famiglia', tradendo le aspettative dei tuoi 'subordinati' (moglie, figli) e della società maschilista che ti circonda.
E' importante che i genitori/tutori lavorino insieme per stabilire le responsabilità e i comportamenti che funzionino meglio per loro e per i loro figli, indipendentemente dal loro sesso e dall'orientamento sessuale - che non contano quando si tratta di crescere un bambino.
Con il 'nato da' non si matura bene, come persone; con tutori che abbiano empatia e cultura invece si. Essere persone dotate di cultura ed empatia non dipende dall'identità sessuale, dal genere sessuale, ma dall'intelligenza che un adulto qualsiasi deve avere quando ha a che fare anche con bambini.
Gusti sessuali (non solo eterosessuali) e biologia di un corpo umano, non sono la stessa cosa. Si può nascere in un corpo femminile, ma essere attratti da corpi femminili - e non perché venga insegnato o qualcuno ci abbia influenzati, ma poiché la nostra specie umana è fatta così. 
Essere sensibili, empatici, attenti alle esigenze altrui, non è legato in alcun modo al sesso o all'identità sessuale di una persona. Esistono soggetti di vario sesso e identità di genere che sono empatici, sensibili, attenti alle altrui necessità - così come accade il contrario.
Pecca di ingenuità colui che arrivi a pensare che i 'legami di sangue' offrano automaticamente anche amore e cure adeguate ad un bambino o ad un adolescente; non è così: esistono migliaia di minori abusati, molestati, schiavizzati e pure uccisi da familiari.
Avere una vagina e un pene 'funzionanti' garantisce di poter mettere al mondo un bambino, ma non di essere dei buoni tutori per un minore. L'omofobia di un genitore, di un adulto, è uno dei segnali da cui si comprende che tale soggetto è nato e cresciuto in un ambiente familiare, sociale, disfunzionale - cioè da 'cattivi' genitori.
L'omofobia è odio irrazionale, non supportato da alcuna logica ed è la prova oggettiva di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato tramite corretto approccio sanitario, rivolgendosi ad un buon psicologo.
I soggetti che si accaniscono contro terzi, che godono dell'altrui dolore (infliggendolo), rappresentano una delle specifiche sfumature che connotano chi è nato e cresciuto in una famiglia disfunzionale. Non tutti sono in grado di spezzare e imparare dal proprio dolore, ma lo rimettono in scena, continuamente.
Non è necessario vivere un'esperienza diretta di famiglia disfunzionale per capire quanto dolore comporti: può capitare, ad esempio, di assistere, all'interno del proprio condominio, ad episodi di maltrattamento di bambini e di occuparsene; o di incontrare persone che ti raccontano i loro traumi vissuti.
Il fatto che esistano molte realtà di famiglia disfunzionale definisce, scientificamente, che il sesso di un tutore, di un genitore, e la 'fertilità di una coppia' non incidono sull'educazione di un bambino o di un adolescente; ciò che rende davvero capace un genitore in ambito educativo è la sua cultura, la sua empatia, il suo equilibrio mentale. Essere 'mamma' o 'papà' di qualcuno non è sufficiente. 
Le famiglie vere sono dove c'è amore, cultura, rispetto per ogni tipo di altrui famiglia. Chi vive realmente un'esperienza di famiglia felice, non ha dubbio alcuno sul fatto che non conti il sesso dei tutori, l'identità di genere, ma i rapporti sani che si costruiscono fra persone.
Sono i conservatori a pensare che esista una lotta politica atta ad eliminare l'eterosessualità e la famiglia eterosessuale; di fatto, c'è solo la richiesta di riconoscere coloro che non sono eterosessuali quali persone a tutti gli effetti, con sentimenti, propensioni non diverse dagli eterosessuali. 
In molte parti del mondo, le coppie delle stesso sesso possono adottare e crescere bambini con successo; l'importante è che ci sia amore e supporto nella famiglia e che il benessere del bambino sia tema centrale per la sua crescita.
Due persone dello stesso sesso possono essere considerate una famiglia e crescere bene un bambino: la ricerca ha dimostrato che i bambini cresciuti da genitori omosessuali hanno lo stesso livello di benessere emotivo, sociale e psicologico di quelli educati da genitori eterosessuali.
I bambini non hanno pregiudizi, ma potrebbero maturarli qualora crescano in un ambiente patriarcale, poiché in esso si continuano ad assegnare, a torto, ruoli e diritti diversi a seconda dell'identità sessuale; potrebbero divenire, a loro volta, come i genitori, adulti ignoranti molesti.
Il problema non è 'mettere al mondo figli' (fin dall'antichità esiste il sistema 'utero in affitto'), ma se si è adatti a crescere un bambino: a farlo diventare un adulto sano, mentalmente equilibrato, poiché è questo lo scopo fondamentale del prendersi cura di qualcuno: renderlo felice.
Quello che conta per un bimbo, anche quando ne sei solo il tutore, è il rispetto che hai per lui: della sua integrità come individuo, della sua intelligenza. Più che di una famiglia, abbiamo tutti bisogno di una intera società sana, che ci ami, che ci rispetti e non ci molesti.
'Fare figli' non è atto obbligatorio: merita rispetto sia la coppia con figli che la coppia senza figli, che va considerata altrettanto una famiglia a tutti gli effetti.
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pier-carlo-universe · 4 hours ago
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Il posto del bambino nella famiglia
Riassunto: L'articolo parla dei vari conflitti familiari, delle loro cause, degli errori nel matrimonio e delle loro soluzioni.
Riassunto: L’articolo parla dei vari conflitti familiari, delle loro cause, degli errori nel matrimonio e delle loro soluzioni. Parole chiave: codice della famiglia, trauma infantile, diritto di famiglia, educazione fisica, educazione mentale, educazione morale. La famiglia è una fortezza. Non è creata da una persona sola. Quando diciamo famiglia, intendiamo sempre una famiglia con nonni,…
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seguilflusso · 2 days ago
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Rifiutare i consigli: un atto di coraggio
Il nuovo articolo parla dello sbaglio che molte persone fanno nel dare un consiglio. Sono consapevole che non venga fatto in cattiva fede, ma credo che vada evitato. Clicca sul link per continuare la lettura.
Quanti consigli vi sono stati dati nelle vostre vite? Li avete ascoltati? Se la risposta è sì, allora avete quasi sempre sbagliato. È un argomento molto delicato da affrontare, soprattutto per i genitori che credono di dare sempre ottimi consigli ai loro figli.Non credo nei consigli, sono fortemente contrario, una forzatura accettata dalla realtà.Addirittura si può passare per testardi perché…
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pettirosso1959 · 4 months ago
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MA IN CHE MONDO SIAMO ?
Arrivare al venerdì tutto contento e poi ricevere una telefonata di un'esaurita che dice di avere avuto un figlio da me e che mi devo assumere la mia responsabilità di genitore e formare una famiglia con lei.
L'ho mandata affanculo e le ho detto che se quello che vuole sono i soldi, si può attaccare al cazzo e posso fare la prova del DNA.
Poco dopo mi ha inviato la sua foto con il bambino fra le braccia... io, che comunque non sono stronzo, ci ho ragionato sopra: "Che colpe ha il bambino?"
"Io mi devo prendere le mie responsabilità e dare alla madre quello che le spetta."
"Anzi, il bambino è identico a me!"
Papá ti ama!
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aaquilas-blog · 11 months ago
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Educazione Parentale: Una Necessità Inevitabile per il Futuro della Nostra SocietàEducazione parentale
Nell’ambito della formazione per i futuri docenti uno dei tanti compiti che gli vengono assegnati è quello dell’importanza di sensibilizzare gli alunni a non smettere mai di leggere, studiare, una volta usciti dalle scuole dell’obbligo onde evitare quel fenomeno sempre più contingente dell’analfabetismo funzionale o analfabetismo di ritorno, come lo chiamiamo noi a scuola, per questo si parla…
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metissagesanguemisto · 1 year ago
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Si può diventare esperti di genitorialità?
Si può diventare esperti di genitorialità?
Che ci crediate o no, siete già degli esperti di genitorialità perché nessuno conosce vostro figlio meglio di voi. Essere un vero esperto richiede l’impegno di affinare le proprie capacità e di apprendere continuamente il panorama in continua evoluzione della #genitorialità, dello sviluppo infantile e della scienza del cervello. L’umiltà è un aspetto cruciale dell’essere un Mentor genitoriale,…
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madreorchessa · 14 days ago
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Oggi primo giorno all'asilo da solo del bambino
L'ho lasciato spaccato in due dalle lacrime - non una lagnetta da "voglio la mamma", bensì proprio un pianto furioso alla "ti chiuderò in una RSA gestita dalle SS, madre degenere" -. Stavo quindi ritornando a casa (da sola) e pensando a quale pacco di patatine comprarmi per riflettere (sempre da sola) su che pessima madre sono mentre mangio (finalmente da sola) degli snack insalubri, che in meno di cinque minuti la maestra mi invia una foto del bambino con la faccia incazzata, ma calmo, che gioca con le macchinine.
Un cuore di pietra, in pratica. Poteva disperarsi ancora qualche minuto per l'orgoglio della madre, e, invece, no, probabilmente non ricorda neanche più il mio volto.
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ La camera era in penombra, anche se ormai Bonaria non pativa più né luce né buio. Il corpo ridotto alle sue funzioni elementari era così minuto che il letto sembrava pronto a inghiottirselo tra le coperte. Andrìa stette un istante sulla soglia, guardò Maria in cerca di un cenno e poi si accostò al capezzale di Bonaria. La ragazza non fece niente per impedirglielo, neppure quando lo vide piegarsi sul cadavere vivo. Andrìa non si sedette accanto al letto, si inginocchiò sul tappeto per farsi più vicino, come a vederla meglio. Maria avvertì l'impulso di lasciarlo solo e uscire, ma lui se ne accorse. – Resta, disse, e a nessuno dei due parve strano che a dare il permesso fosse stato lui. Maria non replicò, e rimase in piedi accanto alla porta, mentre Andrìa in silenzio guardava il volto emaciato dell'accabadora di Soreni. Gli vide chinare le spalle fino a posare il capo sulla coperta senza però abbandonarvelo, come temesse di schiacciare il corpo fragile che c'era sotto, in un gesto di tenerezza che rivelò a Maria la parte di lui che credeva persa. Rimasero così per un tempo necessario e impreciso, lei in piedi a guardare, lui in ginocchio a respirare. Poi Andrìa si alzò, e sfiorò appena la mano inerte della vecchia in coma. Maria aprì la porta, ed entrambi uscirono senza scambiarsi una parola fino alla soglia di casa. – Grazie, disse Andrìa. – Di nulla... si sorprese a dire Maria, disarmata dal tono mite che lui aveva usato. Se vuoi venire, qualche volta. Lui scosse la testa. – No, non serve, mi bastava vederla così. Ma se invece tu hai bisogno di uscire, di prendere aria. si interruppe, con un imbarazzo che gli stava addosso come un guanto. ... insomma, sai dove sono. Lei gli sorrise, e quando tornò in casa si sentiva il cuore molto meno pesante. Per una misteriosa associazione di senso con la visita di Andrìa, il pensiero che da settimane la divorava come un verme aveva bucato la soglia della sua potenzialità, ed era divenuto decisione chiara. Entrando in camera trovò il cuscino in attesa sulla poltrona accanto al letto e lo prese, poi si avvicinò con la certezza che stavolta nessun senso di colpa l'avrebbe fermata. Forse fu il gesto di tenerezza che aveva visto compiere ad Andrìa a spingerla a chinare il capo verso il volto di Bonaria prima di agire, sfiorandole la guancia con le labbra con una levità che non sentiva di aver mai avuto da quando era tornata a casa. Ci sono cose che si sanno e basta, e le prove sono solo conferma; fu con l'ombra netta di una intuizione che Maria Listru seppe con certezza che sua madre Bonaria Urrai era morta. “
Michela Murgia, Accabadora, Einaudi (collana Super ET), 2014; pp. 160-161.
[1ª Edizione originale: Einaudi (collana Supercoralli), 2009]
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scienza-magia · 1 year ago
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Sempre importante il divario retributivo fra uomini e donne
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La disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro rimane un tema centrale all’interno delle più ampie politiche per la qualità della vita. Lo dimostrano alcuni dati rivelatori, emersi durante il seminario sulle Politiche di conciliazione, parte del progetto “Riequilibriamo”, che si è svolto stamattina a Roma. Secondo questi dati basati sulle rilevazioni Istat, le donne dedicano tre volte più tempo degli uomini all'accudimento di figli e anziani, con una media di oltre cinque ore al giorno. Questo impegno impatta significativamente sulle loro scelte professionali, spingendo molte a optare per lavori part-time o di minore responsabilità.
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Questa tendenza ha un risvolto economico preoccupante: in Italia, il divario salariale tra uomini e donne si aggira intorno al 5%, un dato che, sebbene positivo rispetto alla media Europea del 12%, rappresenta ancora una forma di discriminazione. L’impatto di queste dinamiche è evidente anche nella disoccupazione femminile, che raggiunge il 40% a livello nazionale e supera il 55% nel Mezzogiorno. Il seminario ha evidenziato iniziative innovative per affrontare queste sfide. Il progetto “Riequilibriamo”, finanziato dal Dipartimento per le politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio, punta a migliorare l'equilibrio lavoro-vita privata degli oltre tremila dipendenti di enti del terzo settore nelle regioni del Lazio, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna. Tra le misure proposte figurano lo smart-working, applicato soprattutto a chi opera in area amministrativa, la flessibilità oraria, il “turno familiare” per coppie che lavorano nello stesso luogo, e supporto per famiglie con figli piccoli, come il contributo babysitter e quello per attività ludico-sportive per i minori. Un ruolo importante è svolto dagli interventi legati all’assistenza ed alla cura in termini psicologici e psicoterapeutici, con interventi mirati che accompagnano tanto i lavoratori e le lavoratrici quanto i loro familiari in percorsi legati alla genitorialità, all’età evolutiva e adolescenziale, alla gestione delle crisi familiari. Un approccio quindi volto a far sentire lavoratori e lavoratrici al centro dell’attenzione dei datori di lavoro.
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Queste iniziative non sono solo un sostegno per le famiglie, ma si sono dimostrate efficaci anche in termini di produttività. Francesco Reposati, dell’ambulatorio sociale di psicoterapia, sottolinea come il progetto abbia migliorato sia il benessere dei lavoratori che la produttività complessiva delle organizzazioni coinvolte. Emanuela Proietti, ricercatrice del Dipartimento di scienze della formazione di Roma 3, enfatizza l'importanza di queste politiche per migliorare la qualità della vita dei lavoratori in generale “anche tenendo conto dell’invecchiamento generale della popolazione e dell’innalzamento dell’età dei lavoratori, che porta con sé nuove esigenze personali, nuove richieste di servizi e forme di sostegno.” “Questo richiede – ha concluso Proietti – un approccio meramente organizzativo in termini di organizzazione ed ottimizzazione del lavoro, ma anche la disponibilità di risorse, che chiama in causa tanto il pubblico quanto il privato e le più complessive politiche di wellfare. Risorse indispensabili per dare risposte concrete in termini di servizi ed opportunità che, come si è visto non sono dei meri benefit per i dipendenti ma si traducono in un migliore clima lavorativo e in una migliore produttività complessiva.” Servizio diffusione comunicati stampa ufficistampa.eu - Pietro Galluccio - 366.2385651 Read the full article
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monicadeola · 7 months ago
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Genitorialita' e sviluppo dei bambini, al nido Paperino si parla di letture in famiglia e del progetto 'Nati per leggere' Genitorialità e buone pratiche per lo sviluppo del bambino. È il tema della tavola rotonda che si svolgerà venerdì 10 novembre alle ore 16, presso la ...
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