#genitorialità
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gregor-samsung · 9 months ago
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“ Ahmad aveva la febbre. Strofinare preparati a base di erbe sul suo corpo in fiamme non sortiva alcun effetto. A quel punto, Salima era andata a chiedere aiuto a suo zio Shaykh Sa‘id. Era invecchiato, certo, ma non abbastanza da lasciare che il suo cuore si sciogliesse davanti alle suppliche della nipote. Lo aveva implorato, gli aveva ricordato che era la figlia di suo fratello Shaykh Mas‘ud, l’aveva pregato di avere compassione, di dimostrare la sua fede, la sua signorilità, la sua generosità, magnanimità e saggezza. Si era appellata a tutto quello cui si può appellare una madre con il figlio dilaniato dalla febbre. Ma la risposta dello shaykh non era cambiata: “La Range Rover non lascerà mai ‘Awafi senza di me.” Il giorno dopo, la febbre di Ahmad era aumentata, il bambino aveva cominciato a delirare. Salima era tornata dallo zio accompagnata dal marito. ‘Azzan si era trattenuto a lungo con il vecchio, gli aveva spiegato che suo figlio peggiorava e che l’unico ad avere una macchina con cui portarlo all’ospedale al-Sa‘ada di Maskade era lui, Shaykh Sa‘id. Se ci fossero andati a dorso d’asino, ci avrebbero messo quattro o cinque giorni e non sarebbero riusciti a salvare il bambino. Gli disse che avrebbe pagato qualsiasi cifra gli avesse chiesto, compreso il salario dell’autista. “Non ho altro da dire,” aveva replicato Shaykh Sa‘id. “La Range Rover non esce da ‘Awafi. Tuo figlio guarirà anche senza dottori. Che sarà mai, tutti i bambini hanno la febbre e poi guariscono.”
‘Azzan e Salima erano usciti da casa dello shaykh cercando di non guardare il fuoristrada verde parcheggiato vicino al portone. Quando Shaykh Sa‘id l’aveva comprato, due anni prima, e l’autista l’aveva portato in paese, erano tutti usciti in strada per vederlo. Persino l’anziana madre dello shaykh si era avventurata fuori facendosi sostenere dalle sue schiave ma poi, quando aveva sentito il rombo del motore e visto le ruote nere che giravano velocissime, si era spaventata e gli aveva tirato una pietra urlando ai quattro venti che quella era opera del diavolo. La pietra aveva rotto un finestrino e Shaykh Sa‘id aveva ordinato alle schiave di riportare dentro la madre minacciando di frustarle sotto il sole se solo l’avessero fatta uscire di nuovo. Da quel giorno la Range Rover si era mossa solo quando lo shaykh sedeva al posto del passeggero. E se con lui c’era una delle sue mogli, i finestrini venivano oscurati con delle lenzuola. Salima aveva pianto per tutta la strada fino a casa e, da quel momento, ‘Azzan aveva nutrito un unico sogno: possedere una macchina. Aveva giurato che avrebbe chiesto al Sultano il permesso di comprarne una, esattamente come aveva fatto Shaykh Sa‘id, e poco importava se avesse dovuto vendere i campi ereditati dal padre. Ma Ahmad non aveva aspettato che ‘Azzan mantenesse fede al suo giuramento, la febbre era stata più veloce e lo aveva ucciso. Gli avevano tolto vestiti e amuleti e predisposto la rituale pedana di rami di palma in mezzo al cortile. I vicini avevano portato secchi d’acqua dal canale per lavarlo, l’avevano cosparso di incenso e di olio di oud, lo avevano avvolto in un sudario candido e avevano portato il feretro al cimitero a ovest del paese. Il giudice Yusuf aveva detto ad ‘Azzan: “Tuo figlio adesso è in paradiso, e quando verrà la tua ora ti porterà dell’acqua fresca per spegnere la tua sete.” ‘Azzan era stato zitto, non aveva detto che lui aveva sperato che suo figlio l’acqua gliela portasse lì, sulla terra, negli anni della sua vecchiaia. Si era mostrato fermo e paziente come si conviene e aveva stretto la mano di chi gli porgeva le condoglianze. Le aveva strette tutte, persino quella di Shaykh Sa‘id. “
Jokha Alharthi, Corpi celesti, traduzione dall'arabo di Giacomo Longhi, Bompiani (collana Narratori Stranieri), 2022¹; pp. 122-124.
[Edizione originale: سيدات القمر (Sayyidat el-Qamar; Le signore della luna), editore Dār al-Ādāb, Beirut, Libano, 2010]
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softevral · 1 month ago
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Se vuoi rovinare un figlio irrimediabilmente, dagli la stessa verità confezionata per te, dai tuoi genitori, quando eri bambino.
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monicadeola · 1 year ago
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… ché l’adulto competente non censura.
L’adulto competente, solleva la questione.
Stefania Andreoli
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nonesistedio · 2 years ago
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Sogno un mondo senza la chiesa, senza clero religioso, senza superstizioni: privo di psicopatici che, in nome di divinità inesistenti, sopravvivono per la soddisfazione primaria di rendere invivibile l'altrui esistenza.
Sogno una società di genitori Maturi e figli Felici.
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aitan · 2 years ago
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Le "scuole materne" stanno scomparendo, ma i "passeggini fronte mamma" resistono.
Vi vengono in mente altri esempi di uso del linguaggio che testimoniano come la madre sia considerata l'unica responsabile dell'accudimento e della prima formazione dei bambini e delle bambine d'Italia?
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pier-carlo-universe · 16 days ago
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"A Scuola di… Genitori": Un Progetto per Sostenere le Famiglie a Casale Monferrato
Prossimo Incontro il 15 Novembre per Approfondire il Disagio dei Giovani con Esperti e Professionisti
Prossimo Incontro il 15 Novembre per Approfondire il Disagio dei Giovani con Esperti e Professionisti Il Progetto “A Scuola di… Genitori”: Un Supporto per le Famiglie di Casale Monferrato Nell’ambito delle iniziative a sostegno della genitorialità e della crescita familiare, l’associazione I Care Family, guidata dalla dottoressa Renza Marinone, ha lanciato il progetto “A Scuola di… Genitori”.…
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pettirosso1959 · 2 months ago
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MA IN CHE MONDO SIAMO ?
Arrivare al venerdì tutto contento e poi ricevere una telefonata di un'esaurita che dice di avere avuto un figlio da me e che mi devo assumere la mia responsabilità di genitore e formare una famiglia con lei.
L'ho mandata affanculo e le ho detto che se quello che vuole sono i soldi, si può attaccare al cazzo e posso fare la prova del DNA.
Poco dopo mi ha inviato la sua foto con il bambino fra le braccia... io, che comunque non sono stronzo, ci ho ragionato sopra: "Che colpe ha il bambino?"
"Io mi devo prendere le mie responsabilità e dare alla madre quello che le spetta."
"Anzi, il bambino è identico a me!"
Papá ti ama!
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aaquilas-blog · 9 months ago
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Educazione Parentale: Una Necessità Inevitabile per il Futuro della Nostra SocietàEducazione parentale
Nell’ambito della formazione per i futuri docenti uno dei tanti compiti che gli vengono assegnati è quello dell’importanza di sensibilizzare gli alunni a non smettere mai di leggere, studiare, una volta usciti dalle scuole dell’obbligo onde evitare quel fenomeno sempre più contingente dell’analfabetismo funzionale o analfabetismo di ritorno, come lo chiamiamo noi a scuola, per questo si parla…
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metissagesanguemisto · 11 months ago
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Si può diventare esperti di genitorialità?
Si può diventare esperti di genitorialità?
Che ci crediate o no, siete già degli esperti di genitorialità perché nessuno conosce vostro figlio meglio di voi. Essere un vero esperto richiede l’impegno di affinare le proprie capacità e di apprendere continuamente il panorama in continua evoluzione della #genitorialità, dello sviluppo infantile e della scienza del cervello. L’umiltà è un aspetto cruciale dell’essere un Mentor genitoriale,…
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scienza-magia · 1 year ago
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Sempre importante il divario retributivo fra uomini e donne
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La disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro rimane un tema centrale all’interno delle più ampie politiche per la qualità della vita. Lo dimostrano alcuni dati rivelatori, emersi durante il seminario sulle Politiche di conciliazione, parte del progetto “Riequilibriamo”, che si è svolto stamattina a Roma. Secondo questi dati basati sulle rilevazioni Istat, le donne dedicano tre volte più tempo degli uomini all'accudimento di figli e anziani, con una media di oltre cinque ore al giorno. Questo impegno impatta significativamente sulle loro scelte professionali, spingendo molte a optare per lavori part-time o di minore responsabilità.
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Questa tendenza ha un risvolto economico preoccupante: in Italia, il divario salariale tra uomini e donne si aggira intorno al 5%, un dato che, sebbene positivo rispetto alla media Europea del 12%, rappresenta ancora una forma di discriminazione. L’impatto di queste dinamiche è evidente anche nella disoccupazione femminile, che raggiunge il 40% a livello nazionale e supera il 55% nel Mezzogiorno. Il seminario ha evidenziato iniziative innovative per affrontare queste sfide. Il progetto “Riequilibriamo”, finanziato dal Dipartimento per le politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio, punta a migliorare l'equilibrio lavoro-vita privata degli oltre tremila dipendenti di enti del terzo settore nelle regioni del Lazio, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna. Tra le misure proposte figurano lo smart-working, applicato soprattutto a chi opera in area amministrativa, la flessibilità oraria, il “turno familiare” per coppie che lavorano nello stesso luogo, e supporto per famiglie con figli piccoli, come il contributo babysitter e quello per attività ludico-sportive per i minori. Un ruolo importante è svolto dagli interventi legati all’assistenza ed alla cura in termini psicologici e psicoterapeutici, con interventi mirati che accompagnano tanto i lavoratori e le lavoratrici quanto i loro familiari in percorsi legati alla genitorialità, all’età evolutiva e adolescenziale, alla gestione delle crisi familiari. Un approccio quindi volto a far sentire lavoratori e lavoratrici al centro dell’attenzione dei datori di lavoro.
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Queste iniziative non sono solo un sostegno per le famiglie, ma si sono dimostrate efficaci anche in termini di produttività. Francesco Reposati, dell’ambulatorio sociale di psicoterapia, sottolinea come il progetto abbia migliorato sia il benessere dei lavoratori che la produttività complessiva delle organizzazioni coinvolte. Emanuela Proietti, ricercatrice del Dipartimento di scienze della formazione di Roma 3, enfatizza l'importanza di queste politiche per migliorare la qualità della vita dei lavoratori in generale “anche tenendo conto dell’invecchiamento generale della popolazione e dell’innalzamento dell’età dei lavoratori, che porta con sé nuove esigenze personali, nuove richieste di servizi e forme di sostegno.” “Questo richiede – ha concluso Proietti – un approccio meramente organizzativo in termini di organizzazione ed ottimizzazione del lavoro, ma anche la disponibilità di risorse, che chiama in causa tanto il pubblico quanto il privato e le più complessive politiche di wellfare. Risorse indispensabili per dare risposte concrete in termini di servizi ed opportunità che, come si è visto non sono dei meri benefit per i dipendenti ma si traducono in un migliore clima lavorativo e in una migliore produttività complessiva.” Servizio diffusione comunicati stampa ufficistampa.eu - Pietro Galluccio - 366.2385651 Read the full article
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Genitorialita' e sviluppo dei bambini, al nido Paperino si parla di letture in famiglia e del progetto 'Nati per leggere' Genitorialità e buone pratiche per lo sviluppo del bambino. È il tema della tavola rotonda che si svolgerà venerdì 10 novembre alle ore 16, presso la ...
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ La camera era in penombra, anche se ormai Bonaria non pativa più né luce né buio. Il corpo ridotto alle sue funzioni elementari era così minuto che il letto sembrava pronto a inghiottirselo tra le coperte. Andrìa stette un istante sulla soglia, guardò Maria in cerca di un cenno e poi si accostò al capezzale di Bonaria. La ragazza non fece niente per impedirglielo, neppure quando lo vide piegarsi sul cadavere vivo. Andrìa non si sedette accanto al letto, si inginocchiò sul tappeto per farsi più vicino, come a vederla meglio. Maria avvertì l'impulso di lasciarlo solo e uscire, ma lui se ne accorse. – Resta, disse, e a nessuno dei due parve strano che a dare il permesso fosse stato lui. Maria non replicò, e rimase in piedi accanto alla porta, mentre Andrìa in silenzio guardava il volto emaciato dell'accabadora di Soreni. Gli vide chinare le spalle fino a posare il capo sulla coperta senza però abbandonarvelo, come temesse di schiacciare il corpo fragile che c'era sotto, in un gesto di tenerezza che rivelò a Maria la parte di lui che credeva persa. Rimasero così per un tempo necessario e impreciso, lei in piedi a guardare, lui in ginocchio a respirare. Poi Andrìa si alzò, e sfiorò appena la mano inerte della vecchia in coma. Maria aprì la porta, ed entrambi uscirono senza scambiarsi una parola fino alla soglia di casa. – Grazie, disse Andrìa. – Di nulla... si sorprese a dire Maria, disarmata dal tono mite che lui aveva usato. Se vuoi venire, qualche volta. Lui scosse la testa. – No, non serve, mi bastava vederla così. Ma se invece tu hai bisogno di uscire, di prendere aria. si interruppe, con un imbarazzo che gli stava addosso come un guanto. ... insomma, sai dove sono. Lei gli sorrise, e quando tornò in casa si sentiva il cuore molto meno pesante. Per una misteriosa associazione di senso con la visita di Andrìa, il pensiero che da settimane la divorava come un verme aveva bucato la soglia della sua potenzialità, ed era divenuto decisione chiara. Entrando in camera trovò il cuscino in attesa sulla poltrona accanto al letto e lo prese, poi si avvicinò con la certezza che stavolta nessun senso di colpa l'avrebbe fermata. Forse fu il gesto di tenerezza che aveva visto compiere ad Andrìa a spingerla a chinare il capo verso il volto di Bonaria prima di agire, sfiorandole la guancia con le labbra con una levità che non sentiva di aver mai avuto da quando era tornata a casa. Ci sono cose che si sanno e basta, e le prove sono solo conferma; fu con l'ombra netta di una intuizione che Maria Listru seppe con certezza che sua madre Bonaria Urrai era morta. “
Michela Murgia, Accabadora, Einaudi (collana Super ET), 2014; pp. 160-161.
[1ª Edizione originale: Einaudi (collana Supercoralli), 2009]
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kommunic8 · 1 year ago
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Sto diventando bravissima nell'arte di mordermi la lingua per evitare di essere troppo impicciona per quanto riguarda le materie studiate da mio figlio. Ma vi assicuro che la tentazione è forte! Non so se ci riesco sempre, ma ci sto provando. TRANSLATION [ENG translation below] La verità è che io vorrei essere una madre permissiva, distaccata e che lascia al proprio figlio la libertà di fare le scelte che vuole, e così mi presento però ci sono delle cose che mi creano dei problemi. Allora, mio figlio è iscritto all'Università di Trento, dove studia interfacce e tecnologie della comunicazione, un corso di studi fantastico, ed è questo il problema, perché un corso di studi che contiene moltissime materie che io non solo conosco molto bene, ma che fanno parte del mio lavoro da tantissimi decenni. Per cui, che ne so, quando mio figlio mi chiama tutto contento e mi dice 'Ah, mamma, tu conosci il film Metropolis di Fritz Lang?" E mi viene la fregola perché io non solo Fritz Lang e Metropolis, ma ho dato quando studiavo all'università, un esame di storia del cinema con un corso monografico sul cinema dell'espressionismo tedesco con la bibbia, Sigfried Kracauer, insomma, lo conosco molto bene, anche perché poi, avendo vissuto in Germania, ho fatto una scorpacciata di film di quel periodo ogni volta che potevo, che c'era una retrospettiva. Oppure quando lui mi chiede se conosco Newromancer, il libro di William Gibson del 1984 che ha creato diciamo, non dico l'iperspazio, però un certo tipo di immagine del futuro. È un libro che io lessi quando uscì, e ho letto anche molti altri libri di William Gibson. Ecco, quindi mi trovo costantemente a dovermi frenare perché non lo voglio investire delle mie cose, non voglio diventare paragone per quello che fa lui, però porca miseria, è terribilmente difficile, anche perché, trattandosi di materie che conosco molto bene, e poi ci vivo giornalmente, sempre cercando nuove cose, nuovi materiali in rete, ho a casa anche tantissimi libri che ne parlano, quindi per me è molto difficile mordermi la lingua e evitare di dirgli, guarda che c'è questo, questo e quest'altro, perché è giusto che le cose le scopra lui, e quando non ce la faccio proprio più gli do dei consigli, poi come oggi, gli dico guarda, se mi vuoi mandare a quel paese, fallo tranquillamente perché ne hai tutto il diritto e sentiti anche sempre libero di non seguire i miei consigli e anche se mi arrabbio è un fatto mio, sono problemi miei, non sono problemi tuoi, segui quello che tu ritieni giusto. Insomma, ci sto provando a non essere troppo dispositiva. Non so se ci riesco, però ci sto provando. TRANSLATION The truth is that I would like to be a permissive, detached mother who lets her child have the freedom to make the choices he wants, and so I show up however there are some things that cause me problems. So, my son is enrolled at the University of Trent, where he is studying communication interfaces and technologies, which is a fantastic course of study, and that's the problem, because it is a course of study that contains a lot of subjects that I not only know very well, but that have been part of my work for many, many decades. So, what do I know, when my son calls me all excited and says "Ah, Mom, you know the movie Metropolis by Fritz Lang?" And I get the urge because I not only Fritz Lang and Metropolis, but, when I was studying in university, I had a film history exam with a monograph course on the cinema of German expressionism with the bible, Sigfried Kracauer, in short, I know the subject very well, also because then, having lived in Germany, I went on a binge of films from that period whenever I could, that there was a retrospective. Or when he asks me if I know Newromancer, William Gibson's 1984 book that created let's say, I don't say hyperspace, however a certain kind of image of the future. It is a book that I read when it came out, and I have also read many other books by William Gibson. That's it, so I constantly find myself having to restrain myself because I don't want to overwhelm him with my things, I don't want to become paragons for what he does, but for crying out loud, it's terribly difficult, also because it's subjects that I know very well, and I live with it on a daily basis, always looking for new things, new materials on the web, I also have at home a lot of books that talk about these subjects, so it's very difficult for me to bite my tongue and avoid telling him, look there's this, this and this and this, because it's only fair that he discovers his own things, and when I really can't resist, I give him advice, then like today, I tell him look, if you want to tell me to leave you alone, do it, no problem, because you have every right to do so and also always feel free not to follow my advice and even if I get angry it's my thing, it's my problem, it's not your problem, follow what you think is right. I mean, I'm trying not to be too dispositive. I don't know if I can, however, I am trying.
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monicadeola · 5 months ago
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doscimaya · 1 year ago
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Cosa fare quando diventi genitore.
La scelta più giusta alla nascita di un figlio? Non imporre ruoli. Lo registri con il genere di nascita (maschio o femmina) - il resto sarà lui a deciderlo, passo dopo passo. Perché siamo tutori di persone - e le persone, quanto gli altri animali, non appartengono a nessuno.
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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"La vita contro" di Rita RagoneseUn incontro tra due anime alla ricerca di redenzione e speranza. Recensione di Alessandria today
"La vita contro", pubblicato il 6 settembre 2024, è un intenso romanzo scritto da Rita Ragonese. La storia si sviluppa attorno a due protagonisti molto diversi tra loro, ma uniti dal destino: Umberto e Angela.
“La vita contro“, pubblicato il 6 settembre 2024, è un intenso romanzo scritto da Rita Ragonese. La storia si sviluppa attorno a due protagonisti molto diversi tra loro, ma uniti dal destino: Umberto e Angela. Umberto è un macellaio alla soglia della pensione, alcolista e con un passato segnato da una tragedia personale. Cresciuto al CEP di Venezia, un esperimento di aggregato popolare, Umberto…
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