#figli
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Prima regola per crescere sani e vivere felici: - stare alla larga da chiunque, parente o meno, offra consigli edulcorati con "lo dico/lo faccio per il tuo bene": quei sermoni sono un atto manipolatorio, perché l'unico bene conosciuto da queste persone è il proprio; i manipolatori agiscono solo in funzione della propria realizzazione, anche quando hanno dei figli.
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I figli di genitori separati vedono l'amore in modo diverso.
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Per crescere i figli in modo felice c'è una sola soluzione: le relazioni d'affetto, sia che si tratti di una coppia etero sia che si tratti di una omosessuale. Là dove vige l'amore si cresce bene, là dove vige la violenza o il gelo emotivo si cresce male. Che la smettano di dire che la famiglia è fatta da un uomo e da una donna, perché questa è una visione fondamentalmente materialista. Lo stare insieme non è semplicemente mettere al mondo i figli, ma ha anche il significato di volersi bene, di dedicarsi a un'opera educativa. [...] i figli sono figli non perché vai a letto con una donna e la donna va a letto con un uomo, sono figli perché li cresci, perché stai insieme a loro, perché rispondi alle loro domande, perché stai attento ai loro bisogni. Questo significa "paternità" e "maternità", da chiunque sia svolta.
- Umberto Galimberti
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«I figli non sono cerotti per cuori infranti, né sostituti di sogni infranti. Non esistono per riempire il vuoto della nostra esistenza. Sono piuttosto un richiamo alla responsabilità più pura, un dovere sacro che trascende l'ego. Sono i fiori più generosi dell'amore vero e incondizionato, germogliano dalla libertà e non dall'obbligo.
I bambini non sono giocattoli nelle mani dei genitori, né proiezioni delle loro ambizioni frustrate o un'estensione delle loro aspettative. Non sono venuti al mondo per esaudire i nostri desideri o per compensare le nostre mancanze. Sono individui unici, portatori della loro stessa essenza, e spetta a noi la nobile missione di guidarli affinché siano felici, consapevoli e liberi.»
Simone de Beauvoir
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Vero vero e vero. Questo vale per ogni tipo di relazione e in particolar modo per quelle dove si ha la responsabilità dell'altro.
Da figlia la cui figura paterna ha creato più danni che altro, posso esprimere il fatto che nessun genitore dovrebbe mancare in questo, anche quelli che credono di esprimerlo con i fatti e senza attuare atteggiamenti accudenti e teneri. Sono tutte cazzate, se un figlio è respingente magari state sbagliando metodo, ma non è affatto vero che non voglia ricevere amabilità, se invece a respingere l'amabilità siete voi fatevi una cazzo di domanda, perché un Essere umano nasce per tre cose, una delle quali è manifestare amore nel mondo.
Nessun genitore dovrebbe diventare genitore se ha problemi a esprimere emozioni di bene.
[nota a margine: anche il troppo non è una forma sana di amorevolezza, che spesso nasconde il bisogno dell'adulto e non affettività autentica].
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È proprio un bel libro per bambini la bibbia, pieno di abusi, stupri, violenza gratuita a go-go; di padri intenzionati seriamente ad uccidere il proprio figlio per dimostrare la propria fede: tutti atti considerati leciti perché "lo vuole dio".
Dov'è il Moige - battaglione per la moralità e la censura "per difendere i più piccoli" - quando serve davvero?
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Sabato sera, serata da autista per me.
- Allora ragazzi come, dove e quando? - Come, dove e quando cosa? - risponde figlio n. 1, con le dita della sua mano che si uniscono nel classico gesto. - Intendo come vi muoverete questa sera, dove andrete e a che ora per regolarmi con i passaggi in auto. - Non ce n'è bisogno "padre" - in maniera solenne - prendo l'auto e do un passaggio anche a mio fratello.
Guardo figlio n. 2 che accenna a un si con la testa.
- Ma come - balbetto - e io che cosa faccio? - Guardati la TV in pace, questa sera c'è "Madagascar", ti ricordi? Ti piaceva tanto. - Ma, ma... lo guardavo con voi sul divano il sabato sera. Piaceva tanto a voi... c'erano anche i giocattoli che vi portò Babbo Natale... - Papà - irrompe figlio n. 2 mentre si abbottona una camicia bianca - li comprasti tu e mamma. - Sì... però allora era Babbo Natale per voi. Lo sarà per sempre.
Li guardo partire insieme in auto, volevo sventolare un fazzoletto bianco per salutarli, ma faceva tanto da saluto al Titanic.
Dovrei imparare a godermi un po' di libertà, con ansia da rientro notturno incorporata, e accettare anche questo ulteriore passo in avanti dei miei figli.
Così, mentre scrivo, mi sto guardando Madagascar su Italia1, con un mojito senza alcol... mestizia.
P.s. Comunque sull'app per vedere dove sono ho notato che figlio n. 1 ha sbagliato strada una volta e fatto tre manovre di troppo per parcheggiare. Ok, la smetto di spiare.
#libero de mente#pensiero#frase#vita#racconto#pensieri#figli#sabato sera#passaggio#automobile#neo patentati
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I figli vanno amati: soltanto questo. E amare significa imparare a lasciar andare. Chi crede che essere genitore sia un diritto, e non un dovere, finisce per indottrinare i propri figli anziché educarli. I nostri figli però �� come scriveva Khalil Gibran – non sono nostri, non vengono da noi ma attraverso di noi, non bisogna considerarli di nostra proprietà: non devono essere costretti a pensarla come noi, a fare la nostra stessa vita, perché hanno i loro pensieri, che possono essere simili ai nostri, o a volte contrari, e in ogni caso è bene che li abbiano e che se li tengano stretti.
I tuoi figli non sono figli tuoi. Sono i figli e le figlie della vita stessa. Tante volte ho sentito dire da un genitore: io devo sistemare mio figlio. “Sistemare”. Come un vaso cinese. Hai messo al mondo un oggetto o hai messo al mondo un’anima? Se hai messo al mondo un’anima non la devi sistemare, l’anima va dove deve andare. Che messaggio diamo altrimenti? Siccome tu non ce la fai, ci pensa papà. Un genitore è un istruttore di volo, deve insegnarti a volare. Non è uno che spera che devi restare a casa fino a sessant’anni, così diventi una specie di badante. Questo è egoismo, non c’entra niente con l’amore. L��amore è vederli volare.
Franco Battiato
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«Invece di comprare ai tuoi figli le cose che non hai mai avuto, dovresti insegnare loro tutte le cose che non ti hanno mai insegnato. Le cose materiali finiscono, la conoscenza no.»
— Bruce Lee
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E...
... mi mancherai da fare male e sarai con me come il vento che accarezza una foglia prima di cadere, cullandola. Sarai con me a guardare quell'orizzonte oltre il quale Telemaco aspettava Ulisse e Ulisse si chiedeva dopo vent'anni come fosse suo figlio. E siamo genitori e figli che attendono qualcosa davanti al mare e che sappiamo vive oltre l'orizzonte.
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Blacklotus
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25 anni di Te auguri !!! Amore mio
Sono volati ?? Ummmm insomma, dovevo capirlo che eri uno tosto, stavi bene nella mia pancina, 3 giorni prima di deciderti di nascere e abbiamo entrambi anche rischiato di non conoscerci...ma ora siamo qui a festeggiare, tanti auguri e buona vita a te ❤️🥂
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Essere figlia unica è qualcosa che pochi capiscono davvero. Da fuori è facile giudicare, etichettare con parole come "viziata" ed "egoista", quasi fosse una condanna scritta nel mio destino solo perché non ho fratelli o sorelle.
Da bambina ho imparato presto a inventare giochi per conto mio, a creare mondi immaginari dove non serviva nessun altro per divertirmi. Ho dovuto affrontare il silenzio della casa quando i miei genitori erano impegnati, il peso di non avere qualcuno con cui spartire le colpe, le risate, le avventure. Ho dovuto sviluppare un’indipendenza che gli altri, circondati da fratelli e sorelle, non conoscono.
E poi c’è la responsabilità. Crescendo, si diventa consapevoli che un giorno tutto graverà su di te. Non ci saranno spartizioni di doveri, nessun altro che potrà prendersi un pezzo del carico quando i genitori invecchieranno. Sei tu, sola, a dover essere forte. Sei tu quella che non può permettersi di sbagliare.
Eppure, nonostante tutto, continui a sentirti dire che sei fortunata, che hai avuto tutto per te, che non sai cosa significhi condividere. Ma nessuno si chiede cosa significhi non avere qualcuno con cui dividersi il peso delle cose, con cui crescere fianco a fianco, con cui affrontare il futuro. Nessuno vede il lato meno romantico della solitudine.
Forse sono stata viziata, sì, ma non nel modo in cui pensano gli altri. Sono stata viziata dalla necessità di bastarmi, dalla consapevolezza di dover essere autosufficiente, dal silenzio che mi ha insegnato a resistere. E se questo è egoismo, allora che lo sia. Perché è solo così che ho imparato a stare in piedi da sola.
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Se nasci in una famiglia povera, hai il 99,9999% di possibilità di fare una vita da schiavo. Chi è povero e fa figli non sa cosa vuol dire amare e rispettare un essere umano.
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[...]
"Ma tu", ha detto mia figlia, "quando hai incontrato la mamma, come hai fatto a sapere che era la mamma?"
"Non ho capito", ho detto.
"Come hai fatto a capire che volevi amarla?", ha detto.
"Ah, quello", ho detto. "L'ho capito dopo circa dieci minuti."
"E da cosa?", ha detto.
"Quando ci siamo incontrati la prima volta, si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra la testa, e si è fatta uno chignon senza neanche un elastico, solo annodandoli", ho detto.
"E allora?", ha detto.
"E allora lì ho capito che lei aveva disperatamente bisogno di un elastico", ho detto. "E io dei suoi capelli."
"E tu ce l'avevi, l'elastico?", ha detto.
"No", ho detto, "ma quando la mamma lo ha scoperto ormai mi voleva già bene."
"Papà!", ha detto, "ma allora l'hai imbrogliata."
"Forse un pochino", ho detto, "ma il punto è che la mamma è stata la prima che mi abbia mai fatto venire voglia di cercare un elastico, capisci che intendo?"
Mi ha guardato per qualche secondo.
"Tieni papà", mi ha detto, sfilandosi l'elastico che le teneva su i capelli. "Così tu e la mamma non vi lasciate."
Lei ha riso, io per fortuna stavo affettando le cipolle.
-Matteo Bussola

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Ci sono voluti quasi 45 anni perché io e mia sorella riuscissimo ad avere un rapporto pacifico, ma ora finalmente riusciamo a parlare tranquillamente di quanto nostra madre sia una manipolatrice seriale e nostro padre sia un depresso anaffettivo.
Se ci penso, trovo miracoloso il fatto che sia io che mia sorella non ci siamo suicidati e non siamo diventati tossicodipendenti! I danni ci sono stati lo stesso, ovviamente, le nostre vite avrebbero preso una strada diversa e ci saremmo affermati nel lavoro se non fossimo stati menomati dell'autostima fin da piccoli, ma poteva andare peggio in fin dei conti...
Faccio questa confessione personale solo per dire che dai genitori di merda si può guarire, basta accettare il fatto che siamo stati vittime di patologie altrui di cui non siamo responsabili e andare avanti per la nostra strada senza cercare il loro consenso né quello altrui.
Non è facile e non è privo di dolore, di errori e di ricadute, ma è l'unica strada percorribile se non vogliamo diventare come le persone che tanto male ci hanno fatto...
L'insegnamento di certi genitori, più spesso di quanto vorremmo, è per negazione: cosa non vogliamo diventare, come non vogliamo comportarci, a chi non vogliamo assomigliare. Prima lo si capisce e meglio è, perché se muoiono prima che ce ne siamo emancipati psicologicamente c'è il serio rischio di prendere il loro posto!
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Hai mai festeggiato un fallimento?
Sei mai andato da tuo figlio con una guantiera di dolci dopo che non ha passato un esame?
Ti sei regalato il tuo profumo più caro dopo che hai ricevuto un due di picche al lavoro?
Hai prenotato al ristorante preferito dopo aver fatto una gaffe che nemmeno una cancellazione di memoria toglie via le emozioni scritte sulla pelle?
Non penso. Penso che il ragionamento a cui ti ha portato questa società è che i premi vanno ai vincitori e ai perdenti vanno due calci in culo.
Peccato che i vincitori sono quelli che si rialzano e trovano rimedi, soluzioni, alternative e ricominciano.
Peccato che il fallimento, come scrisse qualcuno, non è una strada... è l'unica strada!
Quindi la prossima volta che ti va male qualcosa pensa a premiarti per il modo in cui ti rimetti in piedi e per il fatto che non dubiterai di farlo, perché il resto conta un cazzo e di certo non te lo porti nella tomba.
L'esperienza invece, quello che determina le tue azioni, si inscrive nel DNA del tuo Essere.
E ti segue in coda ai tuoi talenti.
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