#disfunzioni
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scogito · 4 months ago
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Il principio di adattamento è una delle più grandi manipolazioni di questo Sistema.
Venduto come una quasi forma di virtù, di capacità e di responsabilità naturale, è di fatto la rappresentanza della prospettiva peggiore in cui l'essere umano ripiega, svolgendo la sua vita dentro uno stato di privazione e di auto annientamento.
La storia che sopravvive colui che maggiormente si adatta all'ambiente serve al controllo, cioè a tenere più schiavi possibili adattati anche al peggio e convinti magari di essere brave persone.
Basta pensare ai tanti psicologi che si occupano di fare adattare una persona sana a quelle malate, invece di proporre l'alternativa individuale. A quanto venga inculcata l'idea di essere giusti quando la maggior parte delle persone la pensa come te, o tu la pensi come loro. Per non parlare del fatto che in tali dinamiche si annulla quasi completamente la forza di potere cambiare qualcosa, o di scoprire la propria vera identità.
Se qualcuno ti dice che l'adattamento è sinonimo di maturità, ragiona 100 volte prima di assecondare quello che ti chiede.
Attenzione a non confondere l'adattamento con il compromesso, quest'ultimo in una società simile è purtroppo talvolta necessario.
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scogito · 5 months ago
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L'hanno sparsa come marmellata affinché fosse ritenuta un valore. Nell'era degli egoici non potevano attecchire concetti come "compromesso o adattamento", per cui si è passati alla forza di resistenza come qualità (disfunzionale).
Sono comunque tutte forze passive, ma la resilienza è più subdola perché si traveste di potere.
In realtà è solo l'altra faccia dell'eterno sacrificio.
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Avete mai sentito la parola resilienza?
Vi siete mai chiesti perché in televisione, alla radio, perfino sui giornali c’è la moda dilagante di usare questa parola?
Tutti la usano. I politici la adorano. Addirittura l’hanno messa nel nome del piano di ripresa nazionale.
Ma sapevate da cosa deriva la parola resilienza? Cosa significa?
Resilienza è una parola presa in prestito dal mondo della fisica.
Ha resilienza un «materiale capace di assorbire continui urti senza rompersi. Restando intatto, inerte».
La plastica è resiliente.
La gomma è resiliente, non importa quanto la colpisci, resta sempre uguale. Il vinile è resiliente, sì quello che viene usato per le pavimentazioni.
Ecco come ci considerando in poche parole. In un mondo in cui le persone sono definite «risorse», «contribuenti», «consumatori», in cui le vittime prendono il nome di «perdite e costi umani», come nei bilanci aziendali, gli esseri umani devono essere resilienti appunto.
E fateci caso: flessibilità, adattabilità, resilienza, tutti aggettivi che vanno di moda nel mondo del lavoro, sono tutti presi in prestito dallo stesso mondo: quello delle pavimentazioni.
L’ho già detto ma lo ripeto: le parole non sono mai soltanto parole ma sono orizzonti.
Le parole che usi creano e definiscono il tuo mondo.
E allora lo dico, e lo dico a gran voce: al diavolo la resilienza. Al diavolo il «rider felice di percorre cinquanta chilometri in bicicletta per consegnare un panino». Al diavolo l’uomo macchina che più lo insulti, lo maltratti e lo metti sotto pressione, più si lascia scivolare tutto addosso.
Quando la vita picchia duro non rispondo con un sorriso ebete. Accuso il colpo. Ogni urto mi lascia una cicatrice addosso.
Ecco cosa vorrei dirvi: non lasciate che nessuno vi consideri come una cosa e non come una persona!
«Siamo persone, non tasti di pianoforte. Nessuno può schiacciarci per suonare la musica che piace a loro».
E ogni volta che sentite qualcuno parlare di resilienza, mandatelo gentilmente a quel paese perché quasi sicuramente sta facendo una cosa, e una cosa soltanto: vi sta trattando come un elettrodomestico e non come una persona!
- Guendalina Middei
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scogito · 1 month ago
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🎯
Vero vero e vero. Questo vale per ogni tipo di relazione e in particolar modo per quelle dove si ha la responsabilità dell'altro.
Da figlia la cui figura paterna ha creato più danni che altro, posso esprimere il fatto che nessun genitore dovrebbe mancare in questo, anche quelli che credono di esprimerlo con i fatti e senza attuare atteggiamenti accudenti e teneri. Sono tutte cazzate, se un figlio è respingente magari state sbagliando metodo, ma non è affatto vero che non voglia ricevere amabilità, se invece a respingere l'amabilità siete voi fatevi una cazzo di domanda, perché un Essere umano nasce per tre cose, una delle quali è manifestare amore nel mondo.
Nessun genitore dovrebbe diventare genitore se ha problemi a esprimere emozioni di bene.
[nota a margine: anche il troppo non è una forma sana di amorevolezza, che spesso nasconde il bisogno dell'adulto e non affettività autentica].
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scogito · 3 months ago
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Nella maggioranza dei casi adattarsi agli altri significa permettere alle loro ombre di stare comode.
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scogito · 3 months ago
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Per il cambiamento maschile seguire da destra a sinistra.
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scogito · 4 days ago
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Oggi guazzetto di perbenismo con spolverata di finta umanità.
Prendo come esempio un post su FB e una risposta che ho ricevuto al mio commento (che essendo evolutivo è stato visto come privo di "immedesimazione").
Non condivido per polemizzare, non mi interessa perculare nessuno, io voglio porre in analisi il pozzo di immaturità senza fondo in cui moltissimi figli sono costretti a crescere.
Questo il post originario:
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Questo il commento sotto una mia risposta, che taccia me di insensibilità e chiede maggiore acutezza sul problema:
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Io vorrei che si capisse almeno un po' perché questo tipo di partecipazione è pericolosa, soprattutto perché non si rende conto di quanto lo è.
Elenco tre punti a proposito del mondo marcio emotivo in cui la massa ristagna; che è lo stesso putridume in cui nuotano allegramente le distorsioni dell’empatia, della comprensione e della compassione (l'immedesimazione di inizio).
Questa madre secondo il sensibile di turno va consolata. Forse secondo un ragionamento contorto, può così trarre più forza per continuare ella stessa a consolare il figlio. Tornerà a scuola in una classe di stronzi ma…è consolato.
In questo schema l’esempio che il genitore mette in atto è quello della colpa, che verrà assorbito e imparato dal figlio, come risposta emotiva alla non accettazione, alla critica, all’irresponsabilità altrui.
Incapace di creare soluzioni (perché bisogna compatirla) non ne darà nemmeno al figlio. Le uniche risorse di gioia sono i soldi e in carenza di quelli non ci sono altri rimedi. Questo schema si attiverà nel figlio come risposta mentale a problematiche simili.
Stato di fatto: no money no party. Sono un fallito, nessuno mi vuole, non ho gli stessi strumenti di tutti gli altri, vivo come un emarginato e me ne vergogno, in più a casa è inutile chiedere soluzioni perché non sono in grado di darmene.
Piccola parentesi: soltanto io ricordo l’enorme percentuale di persone che si sentiva “esclusa” da quegli idioti che non li facevano entrare nei bar? Soltanto io vedo e vedevo “adulti" che si comportano come 11enni? Cambiano le dinamiche non le risposte al problema.
Però attenzione, secondo il commentatore di questo post d'esempio la madre che subisce le colpe della sua educazione (che non ha risolto), non va rattristata, e nel vanto dell’inettitudine sacrosanta dei disorti insieme al buonismo e tutte le sue scusanti, il problema prima di tutto sta sempre da qualche parte fuori.
La responsabilità agli altri: insegnate ai vostri figli… (si fotta cosa sta insegnando lei col suo comportamento...).
La colpa ai cellulari: causano bullismo!
Che questi adulti si comportano come bambini, che vivono il rifiuto come alle elementari, che è addirittura scorretto scuoterli davanti a certe cose…Eh no, compatisci e non svegliare il sonno! Chissenefrega se un bambino viene su con questi esempi di merda.
Poi mi raccomando, attivarsi nei convegni in cui si dice ai piccoli cosa devono fare (a parole) …quello subito!
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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La Vitiligine Week arriva in Piemonte: incontri gratuiti con dermatologi per sensibilizzare e supportare i pazienti
Dal 25 al 30 novembre, Torino e Novara saranno tra le città protagoniste della Vitiligine Week, una campagna nazionale dedicata a chi convive con questa malattia cronica autoimmune.
Dal 25 al 30 novembre, Torino e Novara saranno tra le città protagoniste della Vitiligine Week, una campagna nazionale dedicata a chi convive con questa malattia cronica autoimmune. L’iniziativa, promossa da SIDeMaST e APIAFCO, offrirà incontri gratuiti con specialisti in dermatologia per migliorare la consapevolezza sulla vitiligine e presentare le ultime possibilità terapeutiche. Un’occasione…
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disfunzioni-atm · 1 month ago
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malocclusione di terza classe scheletrica 
L'intervento per correggere una malocclusione di terza classe scheletrica dipende dalla gravità del caso e dalle specifiche esigenze del paziente. Generalmente, il trattamento per una malocclusione di terza classe scheletrica richiede un approccio ortodontico-chirurgico, che coinvolge sia l'ortodonzia che la chirurgia ortognatica.
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la malocclusione di terza classe scheletrica coinvolge anche uno sbilanciamento scheletrico delle mascelle, l'ortodonzia da sola potrebbe non essere in grado di correggere completamente il problema. In questi casi, la chirurgia ortognatica può essere necessaria.
La chirurgia ortognatica è un intervento chirurgico che mira a correggere gli errori di posizionamento delle mascelle al fine di ottenere un'occlusione corretta. Durante l'intervento, il chirurgo ortognatico opererà sulle ossa mascellari per modificarne la forma e la posizione. Questo può comportare la rimozione di una porzione di osso, il riposizionamento delle mascelle o l'aggiunta di impianti ossei per correggere l'asimmetria e migliorare l'armonia facciale.
Dopo l'intervento chirurgico, il paziente dovrà seguire un periodo di recupero durante il quale le ossa guariranno e si adatteranno alle nuove posizioni. Potrebbe essere necessario indossare un apparecchio ortodontico per un periodo di tempo successivo all'intervento per completare il processo di allineamento e garantire una corretta occlusione.
È importante sottolineare che il trattamento per una malocclusione di terza classe scheletrica è altamente personalizzato e può variare da caso a caso. È fondamentale consultare un ortodontista specializzato in chirurgia ortognatica per valutare la situazione specifica e determinare il piano di trattamento più appropriato.
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scogito · 1 year ago
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La maggioranza degli uomini sono stati allevati da madri disfunzionali, così come la maggioranza delle donne hanno avuto esempi di madri disfunzionali.
I primi sono diventati possessivi principini tirannici, le seconde dedite alla comprensione e al sacrificio malato di sé stesse per "amore".
Spesso questi due si incontrano l'uno per soddisfare i bisogni dell'altro, e nemmeno se ne rendono conto.
Per superare la paura si può innanzitutto prendere fiducia in sé e lo si può fare in modi diversi.
Imparare la comunicazione non verbale per capire quei segnali che parlano più di qualsiasi maschera. Fare un corso di difesa personale. Prendere coscienza del proprio schema di riferimento materno. Riconoscere o capire come allinearsi al proprio valore. Frequentare amicizie sane prima ancora di fare coppia.
Sono solo alcuni esempi, la paura è tarata in modi diversi in ognuno e diversamente si deve superare.
Siamo stanche di dover avere paura di ogni uomo che incontriamo, ma questo continuerà fino a quando ogni uomo non si sarà educato all'affettività, al rispetto, al consenso e a decostruire il sistema patriarcale che hanno insegnato loro essere l'unico valido. Yes, all men.
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megachirottera · 2 years ago
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Le prove che gli antidepressivi causano le sparatorie di massa
Prima delle vaccinazioni Covid, i farmaci psichiatrici erano i farmaci prescritti in massa con il peggior rapporto rischio/beneficio sul mercato. Oltre a fornire raramente benefici ai pazienti, esiste un’ampia gamma… Source: 27 mag 2022; by A Midwestern Doctor on The Forgotten Side of Medicine (more…) “”
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astra-zioni · 6 months ago
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Prendo una pausa dallo studio per incazzarmi fugacemente; questa roba che nel 2024 considerate gli psicofarmaci come parte di un grande piano malvagio degli psichiatri brutti e cattivi che vi vogliono sedare per rendervi “servi” del sistema è una stronzata così colossale e approssimativa che può generarla solo chi ha avuto il privilegio di non dover ricorrere ad ausili di questo tipo.
1) Non c’è alcun piano malvagio dietro perché se sono depressa in culo non riesco a cambiare o sovvertire nel mio piccolo il sistema e non mi tange neanche un conflitto mondiale che si consuma davanti ai miei occhi; viceversa, con un antidepressivo in corpo, riesco a essere più lucida, determinata e costante nei miei obiettivi e sicuramente più proattiva; ne consegue che non sono gli psicofarmaci ad inebetirmi, ma la patologia.
2) “Eh ma chi può dire cosa sia patologia o cosa no, magari tu non hai niente che non vada ma è questa società che te lo fa credere!” Sì Gianfranco sono pure d’accordo però t’assicuro che questa argomentazione sull’interrogarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina in relazione a questioni così complesse porta a un vicolo cieco senza risoluzione da cui comunque esco depresso e comunque t’assicuro che società o meno le mie psicopatologie me le porto dietro dagli 0 anni di età, quindi facciamo che, come per tutto, la smettiamo di interrogarci in maniera inutile sulla questione e adottiamo la filosofia del “basta che funzioni”, cioè la filosofia che nella vita dovrebbe portarti a viverla, tipo, nel migliore dei modi possibili, cercando di essere un umano decente; e che se mi aiutano 10 gocce di xanax ben venga se in loro assenza e preda delle pippe mentali di cui sopra trucido dieci persone.
3) Il fatto che esistano psichiatri di merda che rifilano farmaci con dosaggi sbagliati o non imbroccano proprio la cura non rende lo psicofarmaco di per sé un problema (spoiler: ogni sostanza che ingeriamo, ogni farmaco che assumiamo, agisce sul cervello e su specifiche aree di quest’ultimo).
4) Per quanto l’introspezione e l’analisi critica della società sia fondamentale - anche - per guarire, fino a quando non mi trovate una soluzione alla depressione maggiore, al disturbo bipolare, alle varie disfunzioni chimiche cerebrali, all’insonnia e via dicendo che non siano discorsi alla Basaglia usciti però un po’ peggio continueremo a prenderci gli psicofarmaci che ci impediscono di buttarci sotto un treno davanti i vostri occhi.
5) Nelle tribù, per dirne una, dalla notte dei tempi si utilizzano sostanze psicotrope perché l’essere umano evidentemente ne sente l’esigenza pure quando vive in mezzo alla giungla e si gratta il sedere dalla mattina alla sera senza che ci siano questioni capitalistiche di mezzo, quindi figurati se io che vivo una vita di merda tra lo smog, la freneticità, le crisi mondiali, i conflitti, le disparità sociali e la precarietà esistenziale non devo assumere il Valium, ma va là.
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belovedblixa · 29 days ago
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St. Blixa.
Artist unknown. Shared on Disfunzioni Oscure on FB.
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scogito · 5 months ago
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Cosa genera questo concetto in distorsione?
Un mondo di "immortali" fancazzisti convinti del "lasciar andare" ogni cosa (giusta, ingiusta, utile, inutile, tanto il discernimento non è pervenuto), che tutto va bene così (che il tuo ruolo non è mica intervenire per sistemare alcunché).
Non sto dicendo che questo video porta una distorsione, sto dicendo che la maggioranza della gente lo interpreta come tale.
E in questa maggioranza più della metà sono "spirituali".
(fonte video: Francesca Guidi)
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sciatu · 10 months ago
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DOLCI VARI E PIGNOLATA MESSINESE
Non è l’ eccesso d’amore che porta Romeo a uccidersi sul corpo della dormiente Giulietta ? Non è l’eccesso d’amore che spinge il Moro di Venezia a uccidere Desdemona rea di aver tradito il suo stesso amore. Gli eccessi non sono mai visti  come situazioni o eventi positivi. Essere golosi è un male perché l’eccesso di cibo o  dolci porta a disfunzioni nel nostro organismo. Lo stesso  vale anche per il sesso perchè l’eccesso di sesso può porta a decadimento fisico o morale esponendoci ai rischi di malattie innominabili . Non a caso, l’eccesso è visto come il sintomo evidente di un malessere interno, che non si riesce a comunicare e che per questo ci fa scivolare nella solitudine. L’eccesso quindi è sempre riprovevole anche se, a ben notare, la golosità o il sesso, o l’amore danno piaceri equivalenti in quanto portano tutti e tre al piacere fisico, prima ancora che emotivo o esistenziale. Pensavo questo quando mia moglie si è mangiata tutto il vassoio di Pignolata Messinese appena comprata perché, come dicevo, la golosità è un eccesso molto simile al sesso e se ci si butta su uno dei due eccessi, è perché forse manca l’altro o non è abbastanza soddisfacente. Che mia moglie volesse dirmi qualcosa? Non lo so. Nel dubbio ho comprato un altro chilo di pignolata e l’ho messa sul mio comodino del letto, se la vorrà dovrà passare sul mio corpo e allora vedremo se vorrà soddisfare l’eccesso carnale lasciando la pignolata al suo posto o viceversa. Non si sa mai di quale eccesso siamo spinti a saziare, ma l’importante è essere pronti a soddisfarlo perché senza quell’eccesso d’amore che Romeo e Giulietta hanno mortalmente soddisfatto, sarebbero solo una delle solite coppiette di illusi e banali adolescenti.
Isn't it the excess of love that leads Romeo to kill himself on the body of the sleeping Juliet? It is not the excess of love that pushes the Moor of Venice to kill Desdemona, guilty of having betrayed his own love for her. Excesses are never seen as positive situations or events. Being greedy is bad because excess food or sweets leads to dysfunctions in our body. The same also applies to sex because excess sex can lead to physical or moral decay, exposing us to the risks of unmentionable diseases. It is no coincidence that excess is seen as the obvious symptom of an internal malaise, which cannot be communicated and which therefore makes us slip into loneliness. Excess is therefore always reprehensible even if, if you carefully note, gluttony or sex or love give equivalent pleasures as all three lead to physical pleasure, even before emotional or existential pleasure. I was thinking this when my wife ate the entire tray of Pignolata Messinese she had just bought because, as I was saying, gluttony is an excess very similar to sex and if you indulge in one of the two excesses, it is because perhaps the other is missing or not It's quite satisfying. Did my wife want to tell me something? I do not know. When in doubt, I bought another kilo of pignolata and put it on my bedside table. If she wants it, she will have to pass it over my body and then we'll see if she wants to satisfy her carnal excess by leaving the pignolata in her place or vice versa. We never know what excess we are driven to satiate, but the important thing is to be ready to satisfy it because without that excess of love that Romeo and Juliet mortally satisfied, they would be just one of the usual couples of deluded and banal teenagers
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matto77 · 4 months ago
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Siamo ai primi di luglio e già il pensiero
è entrato in moratoria.
Drammi non se ne vedono,
se mai disfunzioni.
Che il ritmo della mente si dislenti,
questo inspiegabilmente crea serie preoccupazioni.
Meglio si affronta il tempo quando è folto,
mezza giornata basta a sbaraccarlo.
Ma ora ai primi di luglio ogni secondo sgoccia
e l'idraulico è in ferie.
“I primi di luglio”.
𝘋𝘪𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘭 ‘𝟩𝟣 𝘦 𝘥𝘦𝘭 ‘𝟩𝟤 (𝟣𝟫𝟩𝟥), 𝗘𝘂𝗴𝗲𝗻𝗶𝗼 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲.
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scogito · 2 months ago
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Toh...che strane coincidenze.
Ho sempre ringraziato e ringrazierò sempre i quintali di paginette e di quadernini che ho scritto e consumato alle elementari.
« Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta diminuendo nell’ultimo ventennio.
Una delle cause è l'impoverimento del linguaggio.
Diversi studi dimostrano infatti la correlazione tra la diminuzione della conoscenza lessicale (e l'impoverimento della lingua) e la capacità di elaborare e formulare un pensiero complesso.
La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo.
Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.
Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.
Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare.
La storia è ricca di esempi e molti libri (1984, di George Orwell; Fahrenheit 451, di Ray Bradbury) hanno raccontato come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.
Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole.
Coloro che affermano la necessità di semplificare l'ortografia, sfrondare la lingua dei suoi “difetti”, abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana. »
Christophe Clavé
Tratto da pagina fb Filosofia e storia della filosofia
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