#politica scolastica
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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Scuola, la Manovra 2024 taglia oltre 7.800 posti: ridotti i Prof e il personale amministrativo
Dal 2025 meno insegnanti e personale scolastico: il blocco parziale del turn-over ridurrà migliaia di posti nelle scuole italiane.
Dal 2025 meno insegnanti e personale scolastico: il blocco parziale del turn-over ridurrà migliaia di posti nelle scuole italiane. Il mondo dell’istruzione sarà uno dei settori più colpiti dalla manovra economica del 2024. A partire dal prossimo anno, il sistema scolastico italiano dovrà rinunciare a un totale di 7.834 figure professionali tra insegnanti e personale amministrativo, tecnico e…
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maxforz · 5 months ago
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Dispersione Scolastica: a che punto siamo? | Liberi oltre le illusioni
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der-papero · 6 months ago
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Aspiè, spiegami che hanno fatto Croce e compagnia 🫨
Qui
Quo
Qua
Un paragrafo che vale per tutti:
Secondo diversi storici e filosofi (es. Giulio Giorello nel 1992[4], Enrico Bellone[96], Armando Massarenti[97]), l'influenza antiscientifica di Croce e di Gentile[98] sarebbe stata fortemente deleteria sia sul piano dell'istituzione scolastica per gli orientamenti pedagogici della scuola italiana, che si sarebbe indirizzata prevalentemente agli studi umanistici considerando quelli scientifici di secondo piano, sia per la formazione di una classe politica e dirigente che attribuisse importanza alla scienza e alla tecnica e portando, per conseguenza, ad un ritardo dello sviluppo tecnologico e scientifico nazionale.
Per colpa di questi soggetti oggi dobbiamo accettare che in Italia ci si caghi sotto quando si sente la parola "logaritmo". Ti pare normale? A me no.
I numeri in dettaglio (l'ultima rilevazione, ma tanto abbiamo fatto sempre schifo).
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Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l'uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l'espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze. Non m'interessa qui chiedermi se le origini di quest'epidemia siano da ricercare nella politica, nell'ideologia, nell'uniformità burocratica, nell'omogeneizzazione dei mass-media, nella diffusione scolastica della media cultura. Quel che mi interessa sono le possibilità di salute. La letteratura (e forse solo la letteratura) può creare degli anticorpi che contrastino l'espandersi della peste del linguaggio. Vorrei aggiungere che non è soltanto il linguaggio che mi sembra colpito da questa peste. Anche le immagini, per esempio. Viviamo sotto una pioggia ininterrotta d'immagini; i più potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di specchi: immagini che in gran parte sono prive della necessità interna che dovrebbe caratterizzare ogni immagine, come forma e come significato, come forza d'imporsi all'attenzione, come ricchezza di significati possibili. Gran parte di questa nuvola d'immagini si dissolve immediatamente come i sogni che non lasciano traccia nella memoria; ma non si dissolve una sensazione d'estraneità e di disagio.
Italo Calvino, Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio, Mondadori, 1993
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Degli anni della mia formazione scolastica l’esperienza più emblematica che mi torna in mente è il sabato fascista: le ore che era obbligatorio trascorrere nella sede del fascio per essere indottrinati. Non che allora noi rifiutassimo o aderissimo alla dottrina di Mussolini, semplicemente la imparavamo a memoria, era un compito come un altro. Imparavamo a memoria anche le poesie, e non è che ne capissimo ogni verso. Ancora ricordo l’articolo primo, che era la base di tutto ciò in cui ogni bravo fascista doveva credere: «Lo Stato è un valore assoluto, niente fuori dello Stato, niente contro lo Stato, niente al di là dello Stato, lo Stato è fonte di eticità». È vero che chi non si presentava al sabato fascista, il lunedì non veniva ammesso a scuola ed era redarguito severamente, ma ciò ci appariva una punizione circoscritta all’ambito scolastico, legata al fatto che non eravamo stati buoni scolari, più che solerti futuri camerati. Non bisogna inoltre dimenticare che non tutti gli insegnanti subordinavano il loro dovere di maestri alle imposizioni del regime. Senza contare che quella dottrina era troppo lontana dal nostro mondo, dalla nostra cultura per far breccia dentro di noi, anzi, aggiungerei, era quasi considerata un’eresia. Sentivo a casa mia e in altre famiglie amiche discuterne, criticarla, rifiutarla: nel nostro Veneto cattolico l’eticità delle leggi era avocata a sé dalla Chiesa.
Solo quando lo Stato fascista cominciò ad applicare i suoi principi con mano pesante, a perseguitare, a processare, a deportare in Germania, a eliminare chi non li rispettava, solo quando l’alleanza tra fascismo e nazismo si fece sempre più stretta e infine, dopo l’8 settembre 1943, i nazisti divennero i veri padroni del territorio, solo allora capimmo che quel «fuori», «contro», «al di là» non erano termini con cui si potesse scherzare. Fu così che alcuni discorsi ascoltati nella mia famiglia, quando si era sicuri di poter parlare, e l’esempio di mio padre, le vessazioni che subiva, ebbero un altro valore. Le parole dei nostri parroci che, nelle prediche della domenica e negli incontri con noi giovani dell’Azione cattolica, invitavano all’amore e alla concordia, al rispetto solo dei dogmi della Chiesa, alla professione della fede, uscirono dalle parrocchie, a volte contro la volontà degli stessi preti. E le leggi razziali del 1938 smisero a un tratto di essere qualcosa di stabilito dal fascismo non tanto per intima convinzione quanto per mera opportunità politica, dovuta all’alleanza con Hitler, con il nazismo; infine ne cogliemmo tutta la portata, mentre, per lungo tempo, non avevamo avuto gli strumenti per decifrarle e non eravamo riusciti a immaginare che si sarebbe creato un sistema spietato per farle rispettare. Dopo l’8 settembre non ci fu più alcuna distanza tra le due dittature. E fu impossibile non schierarsi. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 10-11.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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rosateparole · 1 year ago
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Il potere popolare ci ha fatto cambiar scuola. Sempre bene intenzionato, il potere popolare, toglierci la scuola e farci andare nell’edificio della scuola croata per aumentare la dose di bratstvo i jedinstvo, unità e fratellanza.
Da via Castropola nella Città vecchia, siamo scesi in via San Martino, in un casermone rettangolare e grigio che non assomigliava a niente se non a una caserma, perché appunto tale era stato. Circolavano voci che lì i fascisti avessero torturato i bevitori di olio di ricino, sempre questi benedetti fascisti italiani che mi perseguitano, sempre loro, dove ti giri, dove ti volti, han combinato guai per i quali noi dobbiamo subir le conseguenze, noi che siamo nati in questo luogo, teatro di un eterno regolamento di conti, con questo nostro mestiere di capro espiatorio. Quotidianamente ci propinano racconti che, con tutto l’orrore dell’autenticità, parlano di ogni sorta di nefandezze subite sotto il fascismo, che sputava perfino in bocca allo slavo che parlava slavo.
E noi dovevamo pagare per quelle nefandezze. Perciò dall’oggi al domani, tutti fuori dalla scuola. Andate nella scuola croata, nel rispetto del principio di unità e fratellanza. Ci andammo, anche se questo rispetto assomigliava più a uno sfratto e a un abbraccio soffocante. E, per l’occasione, i banchi della classe sbatacchiati nel trasloco sotto il sole e la noia cittadina colpita dalla peste politica, i nostri libri, Manzoni e Foscolo, buttati sul camion e squinternati, il timbro Gimnazija battuta con forte inchiostratura sul frontespizio di ogni libro a sovrapporsi e ad annullare il vecchio timbro «liceo Carducci».
La scuola, in due giorni resterà vuota. Esattamente come un uomo al quale si sia improvvisamente cancellata la memoria. Il professur Pouli, rigido e impalato come il manico di uno scopettone, i knickerbockers da ragazzino, la cravatta alla lavallière, tutto bardato Old England, felice di assomigliare agli inglesi che si aggiravano per la città, con un’aria da poeta tenne stretta un momento contro il petto la Divina Commedia – stretta come lui, antifascista, aveva tenuto la speranza e una limpida e cieca fede nel fronte popolare –, poi la lasciò cadere tra un Ariosto e un Melzi, all’improvviso, come la speranza e la fede. Improvvisamente conscio di aver scambiato troppo mulini per giganti, prima che ce ne rendessimo conto era uscito dalla biblioteca scolastica e dalla scuola per abbracciare, in Italia, un impensato migliore destino. Nei tanti anni che gli rimasero fu felice a Parma. Come il pittore Golia, che lo seguì dopo poco perché non ce la faceva più, l’espressione di chi non capisce nulla di quello che succede, il pittore dava l’impressione di essere inciampato nella Storia per puro caso.
C’è chi non sopravvive a un’esperienza devastante, e chi invece ne viene fuori. C’è chi si rialza in piedi e c’è chi viene distrutto, la gente reagisce in modo diverso. Non so da cosa dipenda, se dall’incidente in sé o dal carattere delle persone. Anche dall’età, credo.
Anna Maria Mori & Nelida Milani, Bora. Istria, il vento dell’esilio
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schizografia · 2 years ago
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Le due facce del potere 3: il regno e il governo
«Le roi règne, mais il ne gouverne pas», «il re regna, ma non governa». Che questa formula, che è al centro del dibattito fra Peterson e Schmitt sulla teologia politica e che nella sua formulazione latina (rex regnat, sed non gubernat) risale alle polemiche secentesche contro il re di Polonia Sigismondo III, contenga qualcosa come il paradigma della doppia struttura della politica occidentale, è quanto abbiamo cercato di mostrare in un libro pubblicato quasi quindici anni fa. Ancora una volta, alla sua base sta un problema genuinamente teologico, quello del governo divino del mondo, esso stesso in ultima analisi espressione di un problema ontologico. Nel capitolo X del libro L della Metafisica, Aristotele si era chiesto se l’universo possegga il bene come qualcosa di separato (kechorismenon) o come un ordine interno (taxin). Si trattava, cioè, di risolvere la drastica opposizione fra trascendenza e immanenza, articolandole insieme attraverso l’idea di un ordine degli enti mondani. Il problema cosmologico aveva anche un significato politico, se Aristotele può paragonare immediatamente la relazione fra il bene trascendente e il mondo a quella che lega lo stratega di un esercito all’ordinamento dei soldati che lo compongono e una casa alla reciproca connessione delle creature che in essa vivono. «Gli enti» egli aggiunge «non vogliono avere una cattiva costituzione politica (politeuesthai kakos) e deve quindi esserci un unico sovrano (heis koiranon», che si manifesta in essi nella forma dell’ordine che li collega. Ciò significa che, in ultima istanza, il motore immobile del libro L e la natura del cosmo formano un unico sistema a due facce e che il potere – sia esso divino o umano – deve tenere uniti i due poli ed essere tanto norma trascendente che ordine immanente, tanto regno che governo.
Sarà compito della scolastica medievale e, in particolare, di Tommaso tradurre questo paradigma ontologico nel problema teologico del governo divino del mondo. Essenziale, a questo fine, è l’idea di ordine. Essa esprime, da una parte, la relazione fra Dio e le creature (ordo ad Deum) e, dall’altra, la relazione delle creature fra di loro (ordo ad invicem). I due ordini sono strettamente connessi e, tuttavia, la loro relazione non è perfettamente simmetrica come può sembrare. Che il problema abbia anche questa volta un aspetto politico, è evidente nel paragone che Tommaso istituisce con la legge e la sua esecuzione. «Come in una famiglia» egli scrive «l’ordine è imposto attraverso la legge e i precetti del capofamiglia, che per ciascuno degli esseri ordinati nella casa è principio dell’esecuzione dell’ordine della casa, allo stesso modo la natura degli enti naturali è per ogni creatura il principio dell’esecuzione di quanto gli compete nell’ordine dell’universo». In che modo, tuttavia, la legge, come comando di uno solo, può tradursi nell’esecuzione dei molti rispetto ad esso ordinati? Se l’ordine – come l’esempio certamente non casuale dello stratega e del capofamiglia sembra implicare – dipende dal comando di un capo, in che modo la sua esecuzione può essere iscritta nella natura degli enti così diversi tra di loro?
L’aporia che segnerà in modo crescente tanto l’ordine del cosmo quanto quello della città comincia qui a diventare visibile. Gli enti stanno fra loro in una determinata relazione, ma questa non è che l’espressione della loro relazione all’unico principio divino e, viceversa, gli enti sono ordinati in quanto stanno in una certa relazione con Dio, ma questa relazione consiste soltanto nella loro relazione reciproca. L’ordine immanente non è che la relazione al principio trascendente, ma questo non ha altro contenuto che l’ordine immanente. I due ordini rimandano l’uno all’altro e si fondano reciprocamente. Il perfetto edificio della cosmologia medievale riposa su questo circolo e non ha alcuna consistenza al di fuori di esso. Di qui la complessa, sottile dialettica fra cause prime e cause seconde, potenza assoluta e potenza ordinata, attraverso il quale la scolastica cercherà, senza mai riuscirci pienamente, di venire a capo di questa aporia.
Se torniamo ora al problema dell’ordine politico da cui siamo partiti e che rimanda esplicitamente a questo paradigma teologico, non sorprenderà ritrovare in esso le stessa circolarità e le stesse aporie. Stato e amministrazione, regno e governo, norma e decisione sono reciprocamente connessi e si fondano ed esistono l’uno attraverso l’altro; e, tuttavia – anzi proprio per questo – la loro simmetria non può essere perfetta né inequivocabilmente garantita. Il re e i suoi ministri, la «politica» e la «polizia», la legge e la sua esecuzione possono entrare in conflitto e nulla assicura che questo conflitto possa essere una volta per tutte composto. La macchina bipolare della politica occidentale è sempre in atto di corrompersi e frantumarsi, perpetuamente in balia di cambiamenti e rivoluzioni che ne mettono in questione il funzionamento e la bipolarità nella misura stessa un cui sembrano ogni volta riaffermarli.
Il primato del governo sul regno e dell’amministrazione sulla costituzione che noi stiamo oggi vivendo non è in realtà senza precedenti nella storia dell’Occidente. Esso raggiunse la sua prima e radicale formulazione nell’elaborazione della dottrina del rex inutilis da parte dei canonisti del XIII secolo. È sulla base di queste elaborazioni che, nel 1245, il pontefice Innocenzo IV, su richiesta del clero e della nobiltà portoghese, emanò la decretale Grandi non immerito, con la quale deponeva il re Sancho II dal governo del regno, che si era dimostrato incapace di amministrare, assegnando al fratello Alfonso di Boulogne la cura et administratio generalis e lasciando tuttavia a Sancho la sua dignitas regale. La duplice struttura della macchina governamentale contiene la possibilità che la bipolarità in cui si articola possa essere messa in questione se essa cessa di risultare funzionale al sistema. È significativo tuttavia, dal momento che nessuna delle due facce del potere ha in sé il suo fondamento, che anche in questo caso estremo la dignità regale non sia stata tolta. La dualità di legittimità e legalità non è che un aspetto di questa bipolarità: il regno legittima il governo e, tuttavia, la legittimità non ha altro senso che la legalità dell’azione e dei provvedimenti del governo.
15 marzo 2023
Giorgio Agamben
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Cremona, ritrovati in una soffitta i sei tablet rubati in una scuola a Codogno
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Cremona, ritrovati in una soffitta i sei tablet rubati in una scuola a Codogno Erano stati rubati la notte dell’8 giugno scorso in un istituto scolastico di Codogno, ma, durante un intervento, li hanno ritrovati in una soffitta di Cremona i Carabinieri della Radiomobile. Si tratta di sei tablet, perfettamente funzionanti e completi di alimentatori per la ricarica, oggetto di furto. Il pomeriggio del 15 giugno scorso una pattuglia della Sezione Radiomobile di Cremona è stata inviata presso un palazzo del centro città perché una donna aveva richiesto un intervento, ritenendo che la sua soffitta fosse occupata da qualcuno non autorizzato ad accedere. La donna e i Carabinieri sono entrati nella soffitta e non hanno trovato nessuno. I Carabinieri hanno quindi controllato l’intero locale, accertando la presenza di evidenti tracce ed effetti personali di qualcuno che era entrato nel locale senza alcuna autorizzazione della proprietaria. E, dentro una borsa, hanno trovato sei tablet che la donna non ha riconosciuto come propri. Ritenendo che potessero essere oggetto di furto, i militari hanno effettuato i necessari accertamenti attraverso le banche dati in uso. Quindi, hanno accertato che gli strumenti informatici erano stati rubati la notte dell’8 giugno scorso presso una scuola di Codogno. Al termine delle attività, i sei tablet sono stati restituiti alla dirigente scolastica, mentre sono in corso ulteriori accertamenti per individuare chi li ha portati nella soffitta.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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siciliatv · 6 months ago
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L'Istituto Brancati di Favara organizza convegno per il Centenario della morte di Giacomo Matteotti
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L'Istituto Comprensivo "V. Brancati" di Favara, Dirigente Scolastica prof.ssa Carmelina Broccia, rende omaggio a Giacomo Matteotti nel centenario della sua scomparsa (10 giugno 1924, Roma), organizzando un convegno dedicato alla memoria dell'uomo e del politico, simbolo della libertà e della democrazia. L'iniziativa, inserita nel contesto della XVI Festa della Legalità, si terrà mercoledì 8 maggio presso la suggestiva sala del Collare del Castello Chiaramonte, di piazza Cavour a Favara. Inizio dei lavori è fissato per le 9e30. Giacomo Matteotti, figura di spicco della politica italiana, sarà al centro di riflessioni, con l'obiettivo di approfondire il suo ruolo nella storia del nostro Paese e il suo impegno per la difesa dei valori democratici. L'evento rappresenta un'importante occasione di confronto e di approfondimento per la comunità scolastica e per tutta la città di Favara, evidenziando l'importanza di preservare e promuovere i principi fondamentali della legalità e della democrazia. Saranno presenti oltre alla Dirigente Scolastica Broccia, anche Miriam Mignemi presidente del Consiglio Comunale di Favara e Antonio Palumbo, sindaco. Ed ancora, Gaetano Scorsone, coordinatore della Festa della Legalità, Etta Milioto Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Favara. Sono previsti gli interventi dello scrittore e giornalista Paolo Cilona, di Francesco Curaba ex Dirigente Scolastico. Le letture e gli approfondimenti sono stati affidati alla poetessa Giuseppina Mira. A coordinare i lavori sarà Ombretta Canu, docente dell'Istituto Comprensivo "Vitaliano Brancati". Sono state previste anche riflessioni e performance artistiche degli alunni dell'Istituto Brancati. Il convegno si propone di analizzare il contributo di Matteotti alla costruzione di una società libera e giusta, nonché di stimolare una riflessione sulle sfide attuali che riguardano la difesa dei diritti civili e della giustizia sociale. La sala del Castello Chiaramonte offrirà uno scenario suggestivo per celebrare la memoria di Matteotti e riaffermare l'impegno verso una società basata sui principi di uguaglianza e solidarietà. L'iniziativa, aperta alla partecipazione di tutti i cittadini interessati, si propone quindi di essere un momento di incontro e di confronto, volto a mantenere viva l'eredità di Giacomo Matteotti e a promuovere valori di libertà, democrazia e legalità che costituiscono il fondamento della nostra società. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 9 months ago
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Maturità 2024, materie seconda prova: greco al classico, matematica allo scientifico
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(Adnkronos) - Greco al Liceo classico, matematica al Liceo scientifico. Queste alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della Maturità2024, secondo quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Per gli altri indirizzi: Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. L’Esame conclusivo del secondo ciclo d’istruzione si svolge secondo la struttura definita dal decreto legislativo 62/2017: una prima prova scritta di Italiano, comune a tutti gli indirizzi di studio, che si svolgerà dalle ore 8.30 di mercoledì 19 giugno 2024; una seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio (per i Professionali delineati dal d.lgs. n. 61/2017, la seconda prova scritta non riguarda specifiche discipline ma le competenze in uscita e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo alle stesse correlati); il colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale della studentessa e dello studente. Nel corso del colloquio, il candidato espone anche le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’Educazione civica. Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e da tre interni all’istituzione scolastica. È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena e bilingui sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia). Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca. Licei Greco per il Liceo classico; Matematica per il Liceo scientifico, anche per l’opzione Scienze applicate e la Sezione a indirizzo Sportivo; Lingua e cultura straniera 3 per il Liceo linguistico; Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane (Diritto ed Economia politica all’opzione Economico-sociale); Discipline progettuali caratteristiche dei singoli indirizzi per il Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione per il Liceo musicale; Tecniche della danza per il Liceo coreutico. Istituti tecnici Economia aziendale per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing” (Economia aziendale e Geo-politica nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing”) e Discipline turistiche e aziendali per l’indirizzo Turismo; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; Sistemi e reti per entrambe le articolazioni dell’indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni”; Progettazione multimediale nell’indirizzo “Grafica e comunicazione”; Trasformazione dei prodotti per l’articolazione “Produzioni e trasformazioni” degli Istituti agrari (Viticoltura e difesa della vite per l’articolazione “Viticoltura ed enologia”). Motore di ricerca delle discipline per l’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo d’istruzione per l’anno scolastico 2023/2024: https://visualizzamaterieesame.static.istruzione.it/ [email protected] (Web Info) Read the full article
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paoloferrario · 11 months ago
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POLITICHE E SERVIZI PER L'HANDICAP, indice del capitolo 7 del libro: Paolo Ferrario, Politica dei servizi sociali: strutture, trasformazioni, legislazione, Carocci Faber Editore, 2001, pagg. 333-404
7. Politiche e servizi per l´handicap, pagg. 333-404 Introduzione Aspetti sociali e culturali Indicatori quantitativi e qualitativi La legislazione sull´invalidità civile Politiche per l´integrazione scolastica Politiche per il lavoro La legge quadro sull´handicap I servizi socio-sanitari Legislazione statale Nota bibliografica VAI ALLA SCHEDA DEL LIBRO: Paolo Ferrario, POLITICA DEI…
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Cesare Chiesa, Nuovo Consigliere Provinciale: “Il Mio Impegno per il Territorio”
Il Sindaco di Rosignano Monferrato, eletto con il più alto numero di voti ponderati, punta su scuole, trasporti e strade provinciali per il suo mandato.
Il Sindaco di Rosignano Monferrato, eletto con il più alto numero di voti ponderati, punta su scuole, trasporti e strade provinciali per il suo mandato. Cesare Chiesa, Sindaco di Rosignano Monferrato e Segretario del Circolo del Partito Democratico di Casale Monferrato, è stato eletto Consigliere Provinciale nella recente tornata elettorale del 29 settembre 2024. Con un risultato straordinario…
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collasgarba · 11 months ago
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Scuola e società in Italia tra il 1950 ed il 1970
La prima metà degli anni Cinquanta segnava la fase finale della politica di ricostruzione, il mutamento degli schemi politici e l’acuirsi degli scontri ideologici – anche a livello internazionale con l’affermarsi del bipolarismo della Guerra Fredda – che incisero anche sulla mancata realizzazione del disegno di riforma scolastica predisposto da Gonella nel 1951, a seguito della lunga e discussa…
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adrianomaini · 11 months ago
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Scuola e società in Italia tra il 1950 ed il 1970
La prima metà degli anni Cinquanta segnava la fase finale della politica di ricostruzione, il mutamento degli schemi politici e l’acuirsi degli scontri ideologici – anche a livello internazionale con l’affermarsi del bipolarismo della Guerra Fredda – che incisero anche sulla mancata realizzazione del disegno di riforma scolastica predisposto da Gonella nel 1951, a seguito della lunga e discussa…
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bagnabraghe · 11 months ago
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Scuola e società in Italia tra il 1950 ed il 1970
La prima metà degli anni Cinquanta segnava la fase finale della politica di ricostruzione, il mutamento degli schemi politici e l’acuirsi degli scontri ideologici – anche a livello internazionale con l’affermarsi del bipolarismo della Guerra Fredda – che incisero anche sulla mancata realizzazione del disegno di riforma scolastica predisposto da Gonella nel 1951, a seguito della lunga e discussa…
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weirdesplinder · 1 year ago
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La mia top ten dei classici della letteratura italiana
Questa è stata senza dubbio la lista più difficile da scrivere, anche a causa del fatto che io sono un tantino esterofila e leggo più autori stranieri che non italiani, devo ammetterlo, perciò per questo elenco mi sono basata molto sulla mia formazione scolastica e ho dovuto inserire anche dei classici piuttosto moderni.
Inoltre ho scelto di non citare di nuovo qui i classici italiani che amo e che avevo già citato nella lista: La mia top ten dei classici della letteratura mondiale, che potete trovare qui: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/729284916889698304/la-mia-top-ten-dei-classici-della-letteratura
Ma passiamoa lla lista odierna:
1. I promessi sposi, di Alessandro Manzoni
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Trama: Ambientato in Lombardia durante il dominio spagnolo tra 1628 e il 1630, anno di massima diffusione della peste, narra la storia degli umili Renzo e Lucia. Il loro matrimonio è ormai prossimo ma don Rodrigo, signorotto dei dintorni che desidera Lucia per sé, intralcia la felicità dei due giovani impedendo il matrimonio con la forza. «Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai», dice uno dei bravi di don Rodrigo allo spaventatissimo don Abbondio. Tutti i personaggi si muovono all’interno di un contesto sociale e politico in cui gli umili sono vittime dei potenti ma in cui la fede nella divina Provvidenza, intesa come la mano di Dio che interviene nelle vicende umane, aiuta ad andare avanti permettendo di accettare le difficoltà.
2. La Divina Commedia, di Dante Alighieri
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Trama: Viaggio allegorico attraverso i mondi ultraterreni, rappresenta il percorso interiore del poeta verso la fede. L’opera è divisa in tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ad accompagnare Dante nella straordinaria discesa all’Inferno e nella salita al Purgatorio è il poeta latino Virgilio, che riveste il ruolo di guida spirituale. I personaggi che i due incontrano nei gironi infernali, appartengono non solo alla storia e alla mitologia, ma sono anche contemporanei dell’autore, che non esita a condannare i mali del tempo, e in particolare la corruzione di clero e papato. Per questo motivo La Divina Commedia è considerata anche un’opera politica. Nel Purgatorio, si trovano invece coloro che nel corso della vita compirono peccati più lievi; anche l’anima di Dante, nel corso della salita, si alleggerisce del peso delle sue colpe. Nel Paradiso Dante incontra l’amata Beatrice, che lo conduce attraverso i cieli, tra angeli, santi e beati, fino al cospetto di Dio, in un crescendo di luminosità e di purificazione
3. Il nome della rosa, di Umberto Eco
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Trama: Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk accompagna in un'abbazia dell'alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile. Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli.
4. Piccolo mondo antico, di Antonio Fogazzaro
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Trama: Ambientato sul lago di Lugano: ora calmo, ora tempestoso, idilliaco e impassibilmente crudele, quasi un protagonista. Il lago è anche testimone del sorgere dell’amore fra Luisa e Franco, un amore presto avversato a causa delle differenze sociali che dividono i due innamorati. Attorno a questo centro narrativo si dispongono tutte le altre figure (dalla nonna marchesa, fiera oppositrice dell’unione fra i due, al professor Gilardoni, ai tanti personaggi di un mondo di provincia nell’Italia risorgimentale) e i molteplici temi del romanzo: la scoperta della irriducibile diversità fra Luisa e Franco, la crisi del loro rapporto che si altera in un dissidio di natura religiosa, soprattutto dopo la morte atroce della figlia, la contesa sul testamento. Le vicende di natura patriottica con fughe e inseguimenti contribuiscono a dare vita e movimento a un ambiente provinciale altrimenti inerte, «segregato dal mondo grande».
5. Le tigri di Mompracem, di Emilio Salgari
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Trama: Primo capitolo del ciclo indomalese di Emilio Salgari. E' qui che ci viene introdotta la splendida figura letteraria di Sandokan : giovane superstite allo sterminio della propria famiglia, sovrana nel Borneo, da parte degli invasori europei. Mosso da spirito di vendetta, accompagnato dai suoi fedeli tigrotti, vivrà rocambolesche e piratesche avventure per poi scoprire l'amore..
6. Uno, nessuno, centomila, di Pirandello
Link: https://amzn.to/3thJGSK
Trama: La storia narra di Vitangelo Moscarda, un uomo ordinario che ha ereditato un cospicuo patrimonio dal padre e vive di rendita. Un giorno la moglie Dida gli fa notare un piccolo difetto fisico di cui non si era mai accorto: il naso leggermente storto. Questa semplice e apparentemente innocua osservazione gli fa capire quanto gli altri abbiano una percezione di lui completamente diversa da quella che egli ha di se stesso. Ciò lo scaglierà in un vortice di annullamento umoristico e folle del proprio io, fino a diventare Uno, nessuno e centomila.
7. Arlecchino servitore di due padroni, di Carlo Goldoni
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Trama:  La commedia si apre a Venezia in casa di Pantalone de’ Bisognosi, anziano mercante che sta assistendo alla promessa di matrimonio tra sua figlia, Clarice, e Silvio, figlio del Dottore Lombardi. I due sono innamorati ed è una fortuna che possano promettersi, dato che Federigo Rasponi, agiato torinese cui Clarice era destinata, è morto in una lite a causa della sorella di lui, Beatrice. Alla promessa assistono Smeraldina, giovane serva di Clarice a casa di Pantalone e Brighella, locandiere veneziano che fa da testimone. Inaspettatamente, nella scena irrompe Truffaldino, il giovane servo venuto per annunciare il suo padrone; si tratta proprio di Federigo Rasponi, venuto in Venezia per incontrare la sua futura sposa e per chiarire gli affari sulla dote della ragazza. In realtà, colui che si presenta in casa degli allibiti personaggi è Beatrice Rasponi, sorella del defunto in vesti da uomo, per poter andare in cerca di Florindo Aretusi, suo amante fuggito a Venezia in seguito al colpo mortale inferto di sua mano proprio a Federigo e che lei sta inseguendo.
8. Il castello dei destini incrociati, di Italo Calvino
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Trama: Alcuni viandanti, attraversando un bosco, raggiungono un castello dove si fermano a banchettare; qui si avvedono di aver perso l'uso della parola, e decidono quindi di raccontarsi le reciproche avventure facendo ricorso ad un mazzo di tarocchi che l'oste ha messo a loro disposizione. Poggiando sul tavolo le varie carte in sequenza si ottengono diverse narrazioni per diverse disposizioni. Tutti i racconti sono legati gli uni agli altri dalle stesse carte già posate sul tavolo e s'intrecciano narrando eventi, luoghi e storie completamente distinti. La particolarità è che, narrata una storia, e interpretata in modo del tutto individuale da ciascuno dei protagonisti; è possibile sviare da un percorso narrativo per seguire nuove strade e nuovi filoni. È possibile che una stessa sequenza di carte rappresenti storie diverse a seconda che la si legga dall'inizio oppure dalla fine.
9. Cuore, di Edmondo De Amicis
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Trama: Diario immaginario di un bambino di quarta elementare, Cuore narra gli episodi lieti e tristi di un intero anno scolastico, inframmezzati da nove racconti esemplari in forma di dettato, tra cui i celeberrimi Piccola vedetta lombarda, Tamburino sardo, Dagli Appennini alle Ande.
10. La lunga vita di Marianna Ucrìa, di Dacia Maraini
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Trama: Sicilia, prima metà del Settecento. Marianna Ucrìa è destinata dalla famiglia a sposare l'uomo che, da bambina, la violentò lasciandola muta e sorda per lo spavento. Ma la lettura aprirà uno spiraglio inatteso nella sua esistenza da reclusa, insegnandole a conoscere il mondo al di là dei confini ristretti della quotidianità.
Onorevoli menzioni:
Decamerone, di Giovanni Boccaccio
Pinocchio, di Collodi
I Beati Paoli, di Luigi Natoli
Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di lampedusa
Sicuramente non avrò citato autori di classici della lettaratura italiana che molti di voi amano, perciò non esitate a segnalarmi i vostri preferiti nei commenti.
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