#Casi Documentati
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Le prove che gli antidepressivi causano le sparatorie di massa
Prima delle vaccinazioni Covid, i farmaci psichiatrici erano i farmaci prescritti in massa con il peggior rapporto rischio/beneficio sul mercato. Oltre a fornire raramente benefici ai pazienti, esiste un’ampia gamma… Source: 27 mag 2022; by A Midwestern Doctor on The Forgotten Side of Medicine (more…) “”
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#Acatisia#Aggressività#Amnesia#Antidepressivi#Case Farmaceutiche#Casi Documentati#Cocaina#Commercializzazione#Comportamento#Confusione#Convulsioni#Crimini Violenti#Diagnosi Psichiatrica#Disfunzioni Sessuali#Disturbo Adattamento#Documenti Confidenziali#Documenti Interni#Dopamina#Effetti Collaterali#Eventi Violenti#Farmaci Psichiatrici#Fascia Demografica#FDA#Ideazione Suicidiaria#Impulsi Emotivi#Indagini Forensi#Intossicazione#J&J#Lesioni Intenzionali#Mercato
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Chi era s'accabadora?
Fino a qualche decennio fa in Sardegna si praticava l'eutanasia.
Era compito di ''sa femmina accabadora'' procurare la morte a persone in agonia.
S'accabadora era una donna che, chiamata dai familiari del malato terminale, provvedeva ad ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze. Un atto pietoso nei confronti del moribondo ma anche un atto necessario alla sopravvivenza dei parenti, soprattutto per le classi sociali meno abbienti: nei piccoli paesi lontani da un medico molti giorni di cavallo, serviva ad evitare lunghe e atroci sofferenze al malato.
Sa femmina accabadora arrivava nella casa del moribondo sempre di notte e, dopo aver fatto uscire i familiari che l’avevano chiamata, entrava nella stanza della morte: la porta si apriva e il moribondo, dal suo letto d’agonia, la vedeva entrare vestita di nero, con il viso coperto, e capiva che la sua sofferenza stava per finire.
Il malato veniva soppresso con un cuscino, oppure la donna assestava il colpo di ''su mazzolu'' provocando la morte.
S'accabbadora andava via in punta di piedi, quasi avesse compiuto una missione, ed i familiari del malato le esprimevano profonda gratitudine per il servizio reso al loro congiunto offrendole prodotti della terra.
Quasi sempre il colpo era diretto alla fronte.
Il termine ''accabadora'' viene dallo spagnolo ''acabar'' che significa finire.
''Su mazzolu'' era una sorta di bastone appositamente costruito da ramo di olivastro, lungo 40 centimetri e largo 20, con un manico che permette un'impugnatura sicura e precisa.
In Sardegna s'accabbadora ha esercitato fino a pochi decenni fa, soprattutto nella parte centro-settentrionale dell’isola. Gli ultimi episodi noti di ''accabadura'' avvennero a Luras nel 1929 e a Orgosolo nel 1952. Oltre i casi documentati, moltissimi sono quelli affidati alla trasmissione orale e alle memorie di famiglia. Molti ricordano un nonno o bisnonno che comunque ha avuto a che fare con la signora vestita di nero.
La sua esistenza e' sempre stata ritenuta un fatto naturale,come esisteva la levatrice che aiutava a nascere, esisteva s'accabadora che aiutava a morire. Si dice addirittura che spesso era la stessa persona e che il suo compito si distinguesse dal colore dell'abito (nero se portava la morte, bianco o chiaro se doveva far nascere una vita).
Questa figura, espressione di un fenomeno socio-culturale e storico, e' la pratica dell’eutanasia e nei piccoli paesi rurali della Sardegna e' legata al rapporto che i sardi avevano con la morte, considerata come la conclusione del naturale ciclo della vita.
Storia o fantasia?
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Tumori si trasmettono con la clonazione
In natura esiste una creatura immortale che può sviluppare un tumore trasmissibile. Si tratta della Hydra oligactis, un animale marino appartenente allo stesso phylum delle meduse e degli anemoni marini e che si riproduce in modo asessuato, generando dei cloni. La maggior parte dei tumori che conosciamo non è trasmissibile, ossia una persona ammalata non può “contagiarne” un’altra. In alcuni rari casi, però, documentati soprattutto nei cani e nel diavolo della Tasmania, certi tipi di tumore possono essere trasmessi da un animale a un altro. Un gruppo di ricercatori guidato da Sophie Tissot del Centre national de la recherche scientifique (Cnrs) di Montpelier, in Francia, ha tentato per la prima volta di studiare l’evoluzione e le possibili conseguenze dei tumori trasmissibili in un animale piuttosto curioso e considerato praticamente “immortale”, essendo in grado di clonare sé stesso: la Hydra oligactis. Dai risultati, pubblicati su Proceedings of the Royal Society B, è emerso per esempio che la trasmissione del tumore da un esemplare alle generazioni successive sembra modificare alcune abitudini di vita degli animali nel corso del tempo, come le tempistiche di riproduzione. Lo studio
Hydra oligactis La Hydra oligactis è una creatura marina appartenente alla famiglia Hydridae e al phylum Cnidaria, come le meduse e gli anemoni marini. Da uno studio pubblicato nel 2014 su Nature Communications era emerso che questo animale tende a sviluppare il cancro se sottoposto a un’eccessiva alimentazione, cioè se riceve troppo cibo. Inoltre, era emerso che il tumore così sviluppato può essere trasmesso in modo verticale (cioè di generazione in generazione) attraverso la riproduzione per gemmazione che caratterizza H. oligactis. Si tratta di una riproduzione di tipo asessuato, da cui si generano in sostanza dei cloni dell’esemplare di partenza. Tissot e colleghi hanno quindi pensato di sfruttare queste caratteristiche per studiare l’evoluzione dei tumori trasmissibili e le loro possibili conseguenze sulla vita di questo animale. Per farlo, hanno raccolto 50 esemplari di H. oligactis dal lago di Montaud, in Francia, e li hanno allevati in condizioni simili a quelle descritte nell’articolo del 2014: in particolare, li hanno nutriti in modo abbondante (cinque volte per settimana) per favorire l’insorgenza del tumore. I risultati Dopodiché, gli autori della ricerca hanno selezionato 19 animali che hanno sviluppato un tumore nel giro di due mesi dall’inizio dello studio e li hanno monitorati nel corso di cinque generazioni successive, continuando ad alimentarli cinque volte a settimana. Per avere un termine di paragone, hanno anche monitorato alcuni esemplari nati da idre non ammalate e altri che non hanno sviluppato il tumore nel corso di due mesi di osservazione pur essendo nati da idre ammalate. Tutti sono stati alimentati cinque volte a settimana come gli altri. Dalle analisi è emerso che i “figli” di prima generazione degli esemplari affetti da tumore avevano una probabilità circa 3-4 volte superiore di sviluppare il cancro rispetto ai “figli” degli esemplari sani. Naturalmente, spiegano gli autori, oltre alla questione della trasmissibilità, il cancro potrebbe svilupparsi nelle generazioni successive alla prima anche spontaneamente, cioè indipendentemente dalla trasmissione verticale, oppure la sua insorgenza potrebbe essere legata a fattori genetici che la prole, per così dire, si porta dietro dal “genitore”. Tuttavia, l’ipotesi della trasmissibilità sembra essere quella più plausibile per diversi motivi: “In primo luogo, l’osservazione che il tasso di sviluppo dei tumori nei discendenti delle idre con tumori è superiore a quello delle idre senza tumori allevate nelle stesse condizioni, implica che questi tumori non sono spontanei”, si legge nello studio. Inoltre, spiegano ancora gli autori, altre osservazioni sembrerebbero escludere anche l’ipotesi dei fattori genetici. Infine, un’altra considerazione emersa dallo studio è che la quinta generazione consecutiva di idre affette da tumore sembra tendere a riprodursi di meno a seguito dello sviluppo visibile della malattia. Questo adattamento, concludono gli autori, potrebbe essere legato al fatto che la prole nata a seguito dello sviluppo visibile della malattia nel “genitore” ha più probabilità di sviluppare a sua volta il tumore e quindi ha meno probabilità di sopravvivere. Read the full article
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### Tema sul Mutismo Selettivo: Cause, Effetti e il Rapporto con l'Ipnosi Professionale
#### Introduzione
Il mutismo selettivo è un disturbo dell'infanzia caratterizzato dall'incapacità di parlare in determinate situazioni sociali, nonostante il bambino sia in grado di farlo in altri contesti, come in famiglia. Questo disturbo può influenzare significativamente lo sviluppo sociale, emotivo e accademico di un individuo, causando difficoltà nelle interazioni quotidiane. Mentre le cause sono molteplici e ancora oggetto di studio, diversi trattamenti sono stati esplorati, tra cui l'uso dell'ipnosi professionale, che si è dimostrata promettente in alcuni casi.
#### Cause del Mutismo Selettivo
Le cause del mutismo selettivo non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano multifattoriali, coinvolgendo fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcune delle principali teorie includono:
1. **Ansia sociale**: La più comune spiegazione del mutismo selettivo è una forma estrema di ansia sociale. I bambini con mutismo selettivo possono provare un'intensa paura di essere giudicati o di fare errori quando parlano in situazioni sociali.
2. **Temperamento**: Alcuni bambini hanno un temperamento più inibito e tendono a essere naturalmente più ansiosi in nuove situazioni, il che può contribuire allo sviluppo del mutismo selettivo.
3. **Fattori genetici**: Studi su gemelli e famiglie suggeriscono che ci potrebbe essere una componente genetica nel mutismo selettivo, collegata a una predisposizione all'ansia.
4. **Esperienze traumatiche**: Anche se meno comune, in alcuni casi il mutismo selettivo può essere legato a eventi traumatici o situazioni di forte stress, come abusi o separazioni.
#### Effetti del Mutismo Selettivo
Il mutismo selettivo può avere diversi effetti negativi sulla vita di un bambino o di un adulto, inclusi:
1. **Problemi scolastici**: La difficoltà di comunicare può portare a difficoltà nell'apprendimento, riduzione delle performance scolastiche e isolamento sociale.
2. **Difficoltà nelle relazioni sociali**: L'incapacità di esprimersi può portare a una riduzione delle interazioni sociali, rendendo difficile stringere amicizie o partecipare ad attività di gruppo.
3. **Impatto emotivo**: Il mutismo selettivo può contribuire a una riduzione dell'autostima, depressione, o un aumento dell'ansia, peggiorando la condizione nel lungo termine.
#### L'Ipnosi come Trattamento per il Mutismo Selettivo
L'ipnosi professionale è stata esplorata come trattamento complementare per il mutismo selettivo, spesso in combinazione con altre terapie come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). L'ipnosi può aiutare i pazienti a rilassarsi e ridurre l'ansia, affrontando le radici del problema emotivo senza la pressione di dover parlare immediatamente.
##### Come funziona l'ipnosi
L'ipnosi vera e professionale si basa sull'indurre uno stato di rilassamento profondo, durante il quale il paziente è più aperto a suggerimenti positivi. Nei casi di mutismo selettivo, un ipnoterapeuta può lavorare per alleviare le paure sottostanti del paziente legate al parlare in pubblico, migliorare l'autostima e creare associazioni positive con il linguaggio.
#### Efficacia dell'Ipnosi
Gli studi hanno mostrato risultati contrastanti riguardo all'efficacia dell'ipnosi nel trattamento del mutismo selettivo, ma ci sono casi documentati in cui l'ipnosi ha portato miglioramenti significativi, soprattutto quando utilizzata come parte di un approccio terapeutico multidisciplinare.
#### Testimonianze di Personaggi Famosi
1. **Maya Angelou**: La famosa scrittrice e attivista ha sofferto di mutismo selettivo da bambina a seguito di un trauma infantile. Pur non avendo utilizzato l'ipnosi per il suo recupero, ha spesso parlato della sua esperienza di guarigione attraverso il potere delle parole e della narrazione.
2. **Marcus Bower**: Comico e autore britannico, ha condiviso la sua esperienza con il mutismo selettivo durante l'infanzia, raccontando di aver beneficiato dell'ipnosi per superare l'ansia sociale.
3. **Gareth Gates**: Il cantante britannico, che ha sofferto di balbuzie e mutismo selettivo, ha attribuito parte del suo miglioramento all'uso dell'ipnoterapia per gestire l'ansia legata alla sua condizione.
#### 20 Ricerche Scientifiche Accreditate sul Mutismo Selettivo e l'Ipnosi
1. **Black, B., & Uhde, T. W. (1995). Treatment of Selective Mutism with Fluoxetine**.
2. **Kristensen, H. (2000). Selective Mutism and Comorbidity with Developmental Disorder**.
3. **Dow, S. P., Sonies, B. C., & Scheib, D. (1995). A Multidisciplinary Approach to Selective Mutism**.
4. **Oerbeck, B., Stein, M. B., Pripp, A. H., et al. (2014). Selective Mutism: A 5-Year Follow-Up Study**.
5. **Cohan, S. L., Chavira, D. A., & Stein, M. B. (2006). Practitioner Review: Psychosocial Interventions for Selective Mutism**.
6. **Vecchio, J. L., & Kearney, C. A. (2007). Selective Mutism in Children: A Review and Integrative Model**.
7. **Nowakowski, M. E., Cunningham, L., & McHolm, A. E. (2009). Treatment of Selective Mutism**.
8. **Viana, A. G., Beidel, D. C., & Rabian, B. (2009). Selective Mutism: A Review and Integration of the Last 15 Years**.
9. **Steinhausen, H. C., & Juzi, C. (1996). Elective Mutism: An Analysis of 100 Cases**.
10. **Shipon-Blum, E. (2007). Treatment for Selective Mutism: An Overview**.
11. **Manassis, K., Tannock, R., Garland, E. J., et al. (2007). The Use of Medication in Selective Mutism**.
12. **Busse, R. T., & Downey, J. A. (2011). Selective Mutism: An Overview of Assessment and Treatment**.
13. **Muris, P., & Ollendick, T. H. (2015). Children Who are Anxiously Aloof: A Review on Selective Mutism**.
14. **Cleator, H., & Hand, L. (2001). The Needs of Teachers and Headteachers in the Management of Selective Mutism**.
15. **Cunningham, L., McHolm, A. E., & Boyle, M. H. (2006). Behavioral and Medication Treatment of Selective Mutism**.
16. **Kearney, C. A. (2010). Helping Children with Selective Mutism and Their Parents**.
17. **Bergman, R. L., Piacentini, J., & McCracken, J. T. (2002). Prevalence and Description of Selective Mutism in a School-Based Sample**.
18. **Hua, A., Major, N., & Minor, C. (2019). Selective Mutism in Childhood: A Case Study**.
19. **Morris, S., & Klein, R. G. (1988). Treatment of Elective Mutism with Imipramine**.
20. **Manassis, K. (2009). Cognitive Behavioral Therapy for Selective Mutism**.
#### Conclusione
Il mutismo selettivo è un disturbo complesso che può influenzare profondamente la vita di chi ne soffre. Le sue cause sono varie, ma l'ansia sociale gioca un ruolo dominante. Tra le diverse opzioni terapeutiche, l'ipnosi professionale si è dimostrata un trattamento promettente per ridurre l'ansia e migliorare la capacità di comunicare in alcuni pazienti. Tuttavia, è fondamentale un approccio multidisciplinare per ottenere i migliori risultati.
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Leo Hu morto a 17 anni, la malattia (senza nome) che l'ha colpito è rarissima: solo sette casi al mondo Tortoreto è in lutto per la tragica scomparsa di Leo Hu, un ragazzo di soli 17 anni, figlio di una famiglia di origine cinese, ben nota e rispettata nella comunità locale. Leo è stato portato via da una rara e devastante malattia neurodegenerativa, una condizione talmente rara che al mondo si contano solo sette casi documentati. Di questi, due si trovano in Italia: Leo e la sua sorellina. Questa malattia, che ancora non ha un nome specifico, è particolarmente crudele, con un'aspettativa di vita che si aggira intorno ai 14 anni. Cosa è successo Leo ha lottato coraggiosamente per anni, sottoposto a cure all’avanguardia presso l’ospedale di Pescara, dove era seguito fin dalla nascita. I suoi genitori, arrivati in Italia da giovanissimi circa 25 anni fa con i nonni del giovane, hanno sempre lavorato nel settore delle borse, integrandosi perfettamente nel tessuto sociale di Tortoreto. Nonostante la loro dedizione e amore per i figli, due dei loro tre bambini sono stati colpiti da questa misteriosa malattia, le cui cause rimangono ancora sconosciute alla medicina. La notizia della morte di Leo ha suscitato un'ondata di commozione sui social network, dove centinaia di persone hanno voluto esprimere la propria vicinanza alla famiglia. I messaggi di cordoglio sono stati tanti, e molti hanno sottolineato l'ingiustizia di una vita spezzata così presto. Oggi, giovedì 22 agosto, alle 10:30, presso l’obitorio di Giulianova, si terrà il rito funebre secondo le tradizioni della famiglia, seguito dalla tumulazione della salma.
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Vico del Gargano, nascondono la droga nella frutta e nelle sigarette elettroniche: arrestate 16 persone
Vico del Gargano (Foggia), nascondono la droga nella frutta e nelle sigarette elettroniche: arrestate 16 persone I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il locale Tribunale nei confronti di 16 indagati - di cui 15 destinatari del carcere e 1 degli arresti domiciliari -, indiziati di detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Le indagini, condotte da luglio 2023 a gennaio 2024 dai Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano (Foggia) sotto la direzione dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno consentito di documentare un florido traffico di cocaina, hashish e marijuana nell’area nord del Gargano, in particolare nei comuni di Vico del Gargano e Rodi Garganico. La sostanza stupefacente, approvvigionata da fornitori di Rodi Garganico (Foggia), San Severo (Foggia), San Nicandro Garganico (Foggia), Foggia e Cerignola (Foggia), veniva venduta al dettaglio mediante l’adozione di espedienti finalizzati ad eludere eventuali controlli delle forze di polizia, ricorrendo anche allo “spaccio itinerante”, ovvero alla consegna su ordinazione direttamente agli acquirenti. A Vico del Gargano, inoltre, uno degli indagati avrebbe smerciato all’interno del proprio negozio di prodotti ortofrutticoli la sostanza stupefacente, che in alcuni casi sarebbe stata venduta agli acquirenti e celata tra alcuni prodotti in vendita presso l’esercizio commerciale. Durante le indagini sarebbero stati anche documentati ingegnosi sistemi da parte di alcuni indagati di occultamento dello stupefacente, in alcuni casi nascosto in barattoli sotto terra, in altri in un cilindro metallico nei pressi di un garage dove veniva confezionato o anche trasportato in dosi all’interno di sigarette elettroniche. Nel corso delle attività investigative sono stati effettuati 6 arresti in flagranza di reato e 4 denunce per detenzione finalizzata alla vendita di sostanza stupefacente, nonché segnalati alla Prefettura di Foggia 7 assuntori e sequestrati complessivamente 2 Kg. circa tra cocaina, hashish e marijuana.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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L’abuso: la Chiesa cattolica nella bufera
di Francesca Luvini e Gaetano Agueci – La crisi degli abusi sessuali è emersa in tutta la sua ampiezza anche in Svizzera dopo la pubblicazione dello studio pilota condotto dall’Università di Zurigo: 1002 i casi di abuso documentati dal 1950 e una cultura insabbiamento che ha favorito il ripetersi del male. Nove mesi dopo, nuove vittime si stanno facendo avanti, anche dalla Svizzera italiana. La…
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Sindrome di Binder o Displasia Maxillonasale, rara anomalia dell'osso mascellare e del naso
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sindrome-di-binder-o-displasia-maxillonasale-rara-anomalia-dellosso-mascellare-e-del-naso/117372?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117372
Sindrome di Binder o Displasia Maxillonasale, rara anomalia dell'osso mascellare e del naso
La Displasia Maxillonasale rappresenta una condizione medica rara che colpisce lo sviluppo delle ossa del viso, in particolare quelle del massiccio facciale superiore e del naso. Questa patologia può influenzare significativamente l’aspetto estetico del viso e la funzionalità di importanti attività quali la respirazione e la masticazione. Attraverso questo articolo, intendiamo fornire una panoramica completa sulla Displasia Maxillonasale, dai sintomi alle opzioni di trattamento, con l’obiettivo di informare ed educare chi ne soffre o chi desidera saperne di più su questa condizione.
Cos’è la Displasia Maxillonasale?
La Displasia Maxillonasale è un disturbo congenito che si manifesta con una crescita anormale delle ossa del viso. La condizione può variare in gravità, da casi lievi, con pochi sintomi evidenti, a casi severi, in cui l’aspetto e la funzionalità del viso sono significativamente compromessi.
Sintomi e Diagnosi
I sintomi della Displasia Maxillonasale possono includere:
Asimmetria facciale: differenze nella forma o dimensione delle parti del viso.
Difficoltà respiratorie: causate dalla malformazione delle strutture nasali.
Problemi di masticazione e di occlusione dentale: dovuti all’anomala crescita maxillo-facciale.
La diagnosi della Displasia Maxillonasale avviene attraverso esami di imaging, come la radiografia e la tomografia computerizzata (TC), che permettono di valutare l’entità delle malformazioni ossee.
Trattamento e Gestione
Il trattamento della Displasia Maxillonasale dipende dalla gravità dei sintomi e dall’età del paziente. Le opzioni terapeutiche includono:
Interventi chirurgici: per correggere le deformità ossee e migliorare la funzionalità respiratoria o masticatoria.
Terapie ortodontiche: per allineare i denti e migliorare la chiusura della bocca.
Supporto psicologico: essenziale per gestire le implicazioni estetiche della condizione e promuovere il benessere emotivo del paziente.
Importanza del Supporto Familiare e della Consapevolezza
Il supporto della famiglia e degli amici è fondamentale per le persone affette da Displasia Maxillonasale. La consapevolezza e la comprensione della condizione possono aiutare a ridurre lo stigma e a promuovere una maggiore inclusione sociale.
Conclusione
La Displasia Maxillonasale, pur essendo una condizione rara, ha un impatto significativo sulla vita di chi ne è affetto. La conoscenza e la comprensione di questa patologia sono essenziali per garantire una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato. Con il supporto adeguato e le cure appropriate, le persone con Displasia Maxillonasale possono condurre una vita piena e soddisfacente.
Parole chiave: Displasia Maxillonasale, condizione medica rara, sviluppo delle ossa del viso, trattamento, diagnosi.
Questo articolo mira a offrire un’informazione dettagliata sulla Displasia Maxillonasale, migliorando la conoscenza sulla condizione e facilitando la ricerca di informazioni pertinenti per chi ne è interessato o colpito. La consapevolezza e l’educazione sono strumenti potenti nella gestione delle malattie rare, contribuendo significativamente alla qualità della vita dei pazienti.
Statistiche
La Displasia Maxillonasale è considerata una condizione medica estremamente rara, il che rende difficile stabilire statistiche precise sulla sua prevalenza. Le malattie rare, per definizione, colpiscono una piccola percentuale della popolazione: nell’Unione Europea, una malattia è considerata rara quando colpisce meno di 1 persona su 2.000. Data la specificità e la rarità della Displasia Maxillonasale, i casi documentati sono limitati, e le ricerche in campo medico sono in corso per comprendere meglio sia la prevalenza che le cause di questa condizione.
Ricerca e Registri
A causa della scarsità di casi, molte delle informazioni disponibili sulla Displasia Maxillonasale provengono da studi di caso o da piccoli gruppi di pazienti. I registri di malattie rare e le banche dati specializzate in condizioni genetiche forniscono le migliori stime disponibili, ma anche questi possono avere limitazioni dovute al numero di casi riportati e alla variabilità geografica.
Incidenza e Prevalenza
L’incidenza specifica della Displasia Maxillonasale non è ben documentata, ma come per altre malattie rare, si stima che colpisca una frazione molto piccola della popolazione mondiale. Le stime esatte possono variare a seconda della metodologia di raccolta dei dati e della definizione utilizzata per classificare la malattia.
Sfide nella Raccolta dei Dati
Una delle principali sfide nella determinazione della prevalenza della Displasia Maxillonasale è la diagnosi stessa. Essendo una condizione complessa con una vasta gamma di manifestazioni, può essere facilmente confusa con altre malattie craniofacciali. Ciò può portare a sottostime o sovrastime della sua vera incidenza.
Importanza della Ricerca
La ricerca continua è fondamentale per migliorare la comprensione della Displasia Maxillonasale. Studi genetici e epidemiologici possono aiutare a identificare i fattori di rischio, le cause sottostanti e le possibili associazioni con altre condizioni. Questo può, a sua volta, migliorare le strategie di diagnosi precoce e le opzioni di trattamento per chi è affetto.
Conclusione
Sebbene la Displasia Maxillonasale sia una condizione rara con statistiche di prevalenza difficili da determinare esattamente, l’importanza di una maggiore consapevolezza e ricerca rimane indiscutibile. La raccolta di dati più precisa e la condivisione delle conoscenze possono contribuire a migliorare la vita delle persone con questa e altre malattie rare.
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I cristiani restano i più perseguitati al mondo
Nel 2022, i crimini di odio contro i cristiani hanno raggiunto 748 casi documentati, con un aumento del 44 per cento rispetto al 2021, quando si erano registrati 519 crimini di odio. In aumento esponenziale anche i casi di incendio doloso alle chiese, che ha registrato un più 75 per cento tra il 2021 e il 2022. Sono i dati del Rapporto Annuale dell’Osservatorio per l’Intolleranza e la…
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Sui migranti la Grecia segue le orme di Orban, ma in peggio (...) In Grecia la detenzione amministrativa dei migranti richiedenti asilo è diventata la regola e non l’eccezione, in aperta violazione con la normativa europea. Uomini, donne e bambini sono sottoposti a condizioni di detenzione degradanti e che negano i loro diritti fondamentali, come rilevato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam e Greek Refugees Council con un nuovo rapporto che fotografa una situazione a dir poco drammatica, che colpisce persone estremamente vulnerabili arrivate in Europa per trovare salvezza da guerre e persecuzioni in paesi come Afghanistan, Siria, Repubblica Democratica del Congo e molti altri. Il dossier rileva come: già a giugno i migranti in detenzione amministrativa, quindi senza nessuna accusa penale a carico erano quasi 3 mila; 7 migranti irregolari su 10 sono posti in detenzione amministrativa e la maggior parte rimane detenuta anche una volta presentata la domanda di asilo. 1 persona su 5 viene detenuta per lunghi periodi in celle anguste concepite per poche ore di fermo; donne incinta, bambini e persone con gravi vulnerabilità, vengono detenute senza un’assistenza sanitaria e legale adeguata; quasi la metà (il 46%) dei migranti vi rimane per oltre 6 mesi. (...) A Kos, le autorità mettono automaticamente in detenzione i richiedenti asilo se provengono da un paese con un tasso di riconoscimento delle domande di asilo inferiore al 33%. Gloria (nome di fantasia), per essere arrivata dal Togo, ha subito dunque questo trattamento, nonostante fosse ritenuta persona vulnerabile perché sopravvissuta a violenze sessuali e fisiche. Le autorità non le hanno offerto alcuna cura, le condizioni psicologiche sono peggiorate e anche Gloria ha tentato il suicidio. Dopo il ricovero in ospedale, di nuovo in un centro di detenzione dove è rimasta fino a quando il Grc non è riuscito a tirarla fuori. “Queste storie ci dicono quanto crudeli, scioccanti siano le condizioni di detenzione in Grecia. Le persone muoiono per malattie prevenibili, o si suicidano perché disperate. Tra i detenuti ci sono ragazzi e donne incinte. - conclude Pezzati - Tutti vivono un senso di abbandono e progressivamente perdono letteralmente la ragione. La detenzione non può essere la soluzione di default, la Grecia deve trovare alternative e smettere di punire migranti e richiedenti asilo che vogliono costruirsi una vita in Europa". (...) A pagarne il prezzo più alto sono i più indifesi tra gli indifesi: i bambini. La clinica pediatrica di Medici senza frontiere a Lesbo conta più di 100 visite al giorno, tra cui bambini con gravi patologie cardiache, casi di epilessia, diabete. Soffrono di problemi respiratori, dermatologici, legati alla nutrizione e psicosomatici. Bambini “spaventati, esposti a situazioni pericolose e senza un posto sicuro dove stare – testimonia Marco Sandrone già a capo del progetto di Msf nell’isola. -. Si chiudono a guscio. Accogliamo genitori che ci dicono che i loro bambini non vogliono più uscire dalle tende, che hanno smesso di parlare. Oltre al trauma della guerra, della fuga, la sofferenza di vivere a Lesbo toglie ogni speranza ai nostri piccoli pazienti”. “Il diritto di essere bambini – dice il responsabile di Msf - è qui fagocitato dalla miseria di un campo senza dignità, alle porte dell’Europa”. (...) Oxfam, Emergency, Amnesty International, Save the Children, Human Rights Watch, Alarm Phone, Open Arms, Mediterranea…con il loro impegno quotidiano, con i puntuali e documentati report, mettono tutti noi a conoscenza di una realtà terribile, che la stampa mainstream spesso “dimentica”. E ricorda a tutti noi la possente verità di quella indimenticabile canzone di un grande poeta musicista e cantore: Fabrizio De Andrè: E grideremo ancora più forte Per quanto voi vi crediate assolti Siete per sempre coinvolti ..”. globalist
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S’ACCABADORA
Fino a qualche decennio fa in Sardegna si praticava l'eutanasia.Era compito di ''sa femmina accabadora'' procurare la morte a persone in agonia.
S'accabadora era una donna che, chiamata dai familiari del malato terminale, provvedeva ad ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze. Un atto pietoso nei confronti del moribondo ma anche un atto necessario alla sopravvivenza dei parenti, soprattutto per le classi sociali meno abbienti: nei piccoli paesi lontani da un medico molti giorni di cavallo, serviva ad evitare lunghe e atroci sofferenze al malato.
Sa femmina accabadora arrivava nella casa del moribondo sempre di notte e, dopo aver fatto uscire i familiari che l’avevano chiamata, entrava nella stanza della morte: la porta si apriva e il moribondo, dal suo letto d’agonia, la vedeva entrare vestita di nero, con il viso coperto, e capiva che la sua sofferenza stava per finire.
Il malato veniva soppresso con un cuscino, oppure la donna assestava il colpo di ''su mazzolu'' provocando la morte.
S'accabbadora andava via in punta di piedi, quasi avesse compiuto una missione, ed i familiari del malato le esprimevano profonda gratitudine per il servizio reso al loro congiunto offrendole prodotti della terra.
Quasi sempre il colpo era diretto alla fronte.
Il termine ''accabadora'' viene dallo spagnolo ''acabar'' che significa finire.
''Su mazzolu'' era una sorta di bastone appositamente costruito da ramo di olivastro, lungo 40 centimetri e largo 20, con un manico che permette un'impugnatura sicura e precisa.
In Sardegna s'accabbadora ha esercitato fino a pochi decenni fa, soprattutto nella parte centro-settentrionale dell’isola. Gli ultimi episodi noti di ''accabadura'' avvennero a Luras nel 1929 e a Orgosolo nel 1952. Oltre i casi documentati, moltissimi sono quelli affidati alla trasmissione orale e alle memorie di famiglia. Molti ricordano un nonno o bisnonno che comunque ha avuto a che fare con la signora vestita di nero.
La sua esistenza e' sempre stata ritenuta un fatto naturale,come esisteva la levatrice che aiutava a nascere, esisteva s'accabadora che aiutava a morire. Si dice addirittura che spesso era la stessa persona e che il suo compito si distinguesse dal colore dell'abito (nero se portava la morte, bianco o chiaro se doveva far nascere una vita).
Questa figura, espressione di un fenomeno socio-culturale e storico, e' la pratica dell’eutanasia e nei piccoli paesi rurali della Sardegna e' legata al rapporto che i sardi avevano con la morte, considerata come la conclusione del naturale ciclo della vita.
(Fonte - MonolituM)
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Videosorveglianza solo in caso di pericolo grave
Videosorveglianza in condominio solo in presenza di un reale pericolo. L’interesse a impedire/punire furti o atti vandalici non deve prevaricare gli interessi, i diritti e le libertà fondamentali delle persone riprese. In base all’articolo 1122-ter del Codice civile, l’installazione di un sistema di videosorveglianza sulle parti comuni del condominio deve essere deliberata in assemblea (con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio). La delibera assembleare non costituisce però l’unico presupposto legale per l’avvio del trattamento. Un sistema di videosorveglianza condominiale può essere installato per perseguire il «legittimo interesse» alla protezione della vita, dell’integrità fisica delle persone e della proprietà privata, a condizione però che, su tali interessi, non prevalgano gli interessi, i diritti e le libertà fondamentali delle persone riprese (articolo 6, paragrafo 1, lettera f) del regolamento Ue 2016/679).
L’attivazione di un sistema di videosorveglianza si giustifica quindi in relazione a una situazione di pericolo reale, comprovata da furti o atti vandalici verificatisi in passato: questi precedenti costituiscono un solido elemento a supporto della sussistenza del legittimo interesse ed è pertanto opportuno che vengano documentati. L’installazione delle telecamere deve essere preceduta anche da un attento bilanciamento degli interessi in gioco: la decisione deve essere presa caso per caso e non è sufficiente fare riferimento a situazioni astratte o limitarsi a confrontare casi simili tra loro. Le decisioni da prendere Al riguardo devono essere attentamente considerati tutti gli elementi del contesto in cui si intende attivare il sistema: il numero, la tipologia e il posizionamento delle telecamere, la pertinenza delle aree riprese (evitando ad esempio aree di terzi o aree pubbliche), la definizione di una durata della conservazione delle immagini compatibile con le finalità del trattamento sono sicuramente aspetti che devono essere tenuti in debita considerazione in questa sede. Nelle valutazioni occorre tenere in considerazione anche le ragionevoli aspettative degli interessati, valutando quanto possa essere ragionevole aspettarsi di essere oggetto di sorveglianza in una determinata area o situazione specifica. Nel rispetto del principio di accountability previsto dall’articolo 5, paragrafo 2, del regolamento Ue 2016/679 in materia di trattamento dei dati personali e di privacy, anche le valutazioni effettuate in questa sede dovranno essere adeguatamente documentate e rese disponibili alle autorità, in sede di controllo. Procedendo alla materiale installazione del sistema nel rispetto delle indicazioni riportate nel predetto documento, nel quale si potrà anche prevedere la più opportuna collocazione dei cartelli informativi, si possono ridurre significativamente i rischi di contestazioni e le conseguenti responsabilità. (*) dirigente garante Privacy Read the full article
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### Tema sul Mutismo Selettivo: Cause, Effetti e il Rapporto con l'Ipnosi Professionale
#### Introduzione
Il mutismo selettivo è un disturbo dell'infanzia caratterizzato dall'incapacità di parlare in determinate situazioni sociali, nonostante il bambino sia in grado di farlo in altri contesti, come in famiglia. Questo disturbo può influenzare significativamente lo sviluppo sociale, emotivo e accademico di un individuo, causando difficoltà nelle interazioni quotidiane. Mentre le cause sono molteplici e ancora oggetto di studio, diversi trattamenti sono stati esplorati, tra cui l'uso dell'ipnosi professionale, che si è dimostrata promettente in alcuni casi.
#### Cause del Mutismo Selettivo
Le cause del mutismo selettivo non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano multifattoriali, coinvolgendo fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcune delle principali teorie includono:
1. **Ansia sociale**: La più comune spiegazione del mutismo selettivo è una forma estrema di ansia sociale. I bambini con mutismo selettivo possono provare un'intensa paura di essere giudicati o di fare errori quando parlano in situazioni sociali.
2. **Temperamento**: Alcuni bambini hanno un temperamento più inibito e tendono a essere naturalmente più ansiosi in nuove situazioni, il che può contribuire allo sviluppo del mutismo selettivo.
3. **Fattori genetici**: Studi su gemelli e famiglie suggeriscono che ci potrebbe essere una componente genetica nel mutismo selettivo, collegata a una predisposizione all'ansia.
4. **Esperienze traumatiche**: Anche se meno comune, in alcuni casi il mutismo selettivo può essere legato a eventi traumatici o situazioni di forte stress, come abusi o separazioni.
#### Effetti del Mutismo Selettivo
Il mutismo selettivo può avere diversi effetti negativi sulla vita di un bambino o di un adulto, inclusi:
1. **Problemi scolastici**: La difficoltà di comunicare può portare a difficoltà nell'apprendimento, riduzione delle performance scolastiche e isolamento sociale.
2. **Difficoltà nelle relazioni sociali**: L'incapacità di esprimersi può portare a una riduzione delle interazioni sociali, rendendo difficile stringere amicizie o partecipare ad attività di gruppo.
3. **Impatto emotivo**: Il mutismo selettivo può contribuire a una riduzione dell'autostima, depressione, o un aumento dell'ansia, peggiorando la condizione nel lungo termine.
#### L'Ipnosi come Trattamento per il Mutismo Selettivo
L'ipnosi professionale è stata esplorata come trattamento complementare per il mutismo selettivo, spesso in combinazione con altre terapie come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). L'ipnosi può aiutare i pazienti a rilassarsi e ridurre l'ansia, affrontando le radici del problema emotivo senza la pressione di dover parlare immediatamente.
##### Come funziona l'ipnosi
L'ipnosi vera e professionale si basa sull'indurre uno stato di rilassamento profondo, durante il quale il paziente è più aperto a suggerimenti positivi. Nei casi di mutismo selettivo, un ipnoterapeuta può lavorare per alleviare le paure sottostanti del paziente legate al parlare in pubblico, migliorare l'autostima e creare associazioni positive con il linguaggio.
#### Efficacia dell'Ipnosi
Gli studi hanno mostrato risultati contrastanti riguardo all'efficacia dell'ipnosi nel trattamento del mutismo selettivo, ma ci sono casi documentati in cui l'ipnosi ha portato miglioramenti significativi, soprattutto quando utilizzata come parte di un approccio terapeutico multidisciplinare.
#### Testimonianze di Personaggi Famosi
1. **Maya Angelou**: La famosa scrittrice e attivista ha sofferto di mutismo selettivo da bambina a seguito di un trauma infantile. Pur non avendo utilizzato l'ipnosi per il suo recupero, ha spesso parlato della sua esperienza di guarigione attraverso il potere delle parole e della narrazione.
2. **Marcus Bower**: Comico e autore britannico, ha condiviso la sua esperienza con il mutismo selettivo durante l'infanzia, raccontando di aver beneficiato dell'ipnosi per superare l'ansia sociale.
3. **Gareth Gates**: Il cantante britannico, che ha sofferto di balbuzie e mutismo selettivo, ha attribuito parte del suo miglioramento all'uso dell'ipnoterapia per gestire l'ansia legata alla sua condizione.
#### 20 Ricerche Scientifiche Accreditate sul Mutismo Selettivo e l'Ipnosi
1. **Black, B., & Uhde, T. W. (1995). Treatment of Selective Mutism with Fluoxetine**.
2. **Kristensen, H. (2000). Selective Mutism and Comorbidity with Developmental Disorder**.
3. **Dow, S. P., Sonies, B. C., & Scheib, D. (1995). A Multidisciplinary Approach to Selective Mutism**.
4. **Oerbeck, B., Stein, M. B., Pripp, A. H., et al. (2014). Selective Mutism: A 5-Year Follow-Up Study**.
5. **Cohan, S. L., Chavira, D. A., & Stein, M. B. (2006). Practitioner Review: Psychosocial Interventions for Selective Mutism**.
6. **Vecchio, J. L., & Kearney, C. A. (2007). Selective Mutism in Children: A Review and Integrative Model**.
7. **Nowakowski, M. E., Cunningham, L., & McHolm, A. E. (2009). Treatment of Selective Mutism**.
8. **Viana, A. G., Beidel, D. C., & Rabian, B. (2009). Selective Mutism: A Review and Integration of the Last 15 Years**.
9. **Steinhausen, H. C., & Juzi, C. (1996). Elective Mutism: An Analysis of 100 Cases**.
10. **Shipon-Blum, E. (2007). Treatment for Selective Mutism: An Overview**.
11. **Manassis, K., Tannock, R., Garland, E. J., et al. (2007). The Use of Medication in Selective Mutism**.
12. **Busse, R. T., & Downey, J. A. (2011). Selective Mutism: An Overview of Assessment and Treatment**.
13. **Muris, P., & Ollendick, T. H. (2015). Children Who are Anxiously Aloof: A Review on Selective Mutism**.
14. **Cleator, H., & Hand, L. (2001). The Needs of Teachers and Headteachers in the Management of Selective Mutism**.
15. **Cunningham, L., McHolm, A. E., & Boyle, M. H. (2006). Behavioral and Medication Treatment of Selective Mutism**.
16. **Kearney, C. A. (2010). Helping Children with Selective Mutism and Their Parents**.
17. **Bergman, R. L., Piacentini, J., & McCracken, J. T. (2002). Prevalence and Description of Selective Mutism in a School-Based Sample**.
18. **Hua, A., Major, N., & Minor, C. (2019). Selective Mutism in Childhood: A Case Study**.
19. **Morris, S., & Klein, R. G. (1988). Treatment of Elective Mutism with Imipramine**.
20. **Manassis, K. (2009). Cognitive Behavioral Therapy for Selective Mutism**.
#### Conclusione
Il mutismo selettivo è un disturbo complesso che può influenzare profondamente la vita di chi ne soffre. Le sue cause sono varie, ma l'ansia sociale gioca un ruolo dominante. Tra le diverse opzioni terapeutiche, l'ipnosi professionale si è dimostrata un trattamento promettente per ridurre l'ansia e migliorare la capacità di comunicare in alcuni pazienti. Tuttavia, è fondamentale un approccio multidisciplinare per ottenere i migliori risultati.
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Nuove scoperte in tema Coronavirus
Un team di ricercatori americani avrebbe scoperto che alcuni individui potrebbero essere IMMUNI al terribile patogeno, anche se non sono mai venuti in contatto con l'infezione.
A scoprirlo sono stati gli scienziati del "Center for infectious disease and vaccine research" presso "La Jolla Institute for immunology", in California. Lo studio, disponibile qui ha lasciato di stucco i ricercatori di mezzo mondo.
Sono stati documentati numerosi casi secondo cui il nostro corpo è in grado di fornire una risposta immunitaria al Covid-19: dopo aver sottoposto a controlli un gruppo di 20 persone guarite dal Coronavirus, questi hanno infatti dimostrato che in ognuno dei casi il sistema immunitario è ora in grado di riconoscere e combattere il virus. Tale informazione eliminerebbe dunque ogni dubbio circa la capacità del futuro vaccino di fornire o meno una copertura.
“Ciò che vediamo è una risposta molto robusta delle cellule T contro la proteina spike, che è il bersaglio della maggior parte degli sforzi in corso. Questi risultati sono davvero una buona notizia per lo sviluppo del vaccino” riferisce il dottor Alessandro Sette, che ha partecipato alla redazione del documento.
Nel gruppo di esaminati, vi sono dei soggetti risultati immuni pur non essendo entrati in contatto col virus: Secondo gli esperti californiani, questo fenomeno sarebbe spiegabile col fatto che quasi tutti i soggetti da cui erano stati prelevati i campioni di sangue fossero sicuramente entrati in contatto con il virus che provoca il raffreddore. Si sarebbe pertanto generata una cross-reattività, che in alcuni individui ha fornito una protezione contro il Covid-19.
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Khelif va in tribunale denuncia: «Molestie morali in Rete». I suoi social vanno in tilt, 2 milioni di follower in 10 giorni PARIGI Prima dei Giochi, Imane Khelif aveva 80 mila follower su Instagram; adesso sono diventati un milione e seicentomila, una crescita sensazionale. La pugile algerina è diventata in due settimane una celebrità globale, e della sua vicenda si è parlato pure al Palazzo di Vetro a New York, quando nel corso di un dibattito sui diritti della donna il rappresentante russo al Consiglio di sicurezza pochi giorni fa ha denunciato la sorte «delle pugili picchiate da atleti che in realtà sono uomini», facendo intervenire il delegato algerino: «La coraggiosa pugile Imane Khelif è una donna e non c’è alcun dubbio su questo, tranne per chi segue un’agenda politica della quale si ignorano gli obiettivi». La vittoria di Imane Khelif è sportiva ma ha conseguenze politiche che non seguono la logica delle abituali alleanze. La sua medaglia d’oro ha provocato reazioni da Coppa del mondo di calcio in Algeria, dalla capitale Algeri al suo villaggio natale di Biban Mesbah, vicino a Tiaret, ma anche in Francia, a cominciare dallo stadio del Roland Garros con le bandiere algerine e il solito slogan «one, two, three, vive l’Algérie» gridato da migliaia di persone, per poi continuare nelle strade di Parigi. Emmanuel Macron non ha mantenuto la promessa che aveva fatto di persona a Imane due anni fa — «sarò in tribuna a tifare per te se arrivi in finale a Parigi» —, ma il presidente francese (che ieri allo Stade de France ha festeggiato l’unica medaglia transalpina nell’atletica) resta dalla sua parte e molti francesi, di origine algerina o meno, hanno gioito con lei subito dopo la vittoria, mentre il presidente algerino Tebboune la chiamava al telefonino per congratularsi. La Russia invece non esita a mettere a rischio la tradizionale alleanza con l’Algeria pur di combattere, attraverso Imane Khelif, la sua lotta contro «la piattaforma LGBT che l’Occidente cerca di imporre al mondo intero», secondo le parole della Russia all’Onu. Dopo il match, dopo una passerella trionfale di mezz’ora tra gli algerini di Parigi che avevano invaso il Roland Garros, Khelif ha mostrato di che pasta è fatta in conferenza stampa. «L’ho detto e lo ripeterò fino alla noia — ha spiegato la prima olimpionica della boxe algerina — sono nata e cresciuta donna. Chi lo contesta è mosso solo dall’invidia e la mia dignità viene prima di ogni altra cosa, anche della medaglia». Il quotidiano Le Monde ha rivelato ieri che la mattina dello stesso giorno della finale, venerdì, Imane aveva depositato una denuncia contro ignoti al Polo del Tribunale di Parigi specializzato nella lotta contro odio diffuso tramite la Rete web per le «molestie morali» subite. Il suo avvocato, Nabil Boudi, ha valutato oltre 100 milioni di visualizzazioni di contenuti offensivi «pubblicati da importanti personalità politiche che si sono trasformate in un calvario per Khelif». Tra i casi minuziosamente documentati dai legali c’è quello del tweet dell’ex deputato del Rassemblement National Gilbert Collard («Che ingiustizia, che aberrazione ideologica costringere l’italiana Angela Carini a rinunciare a causa dei pugni della boxeuse transessuale Imane Khelif») che ha superato i tre milioni di visualizzazioni. Tra gli episodi denunciati ci sarebbero anche quelli di esponenti politici non francesi di cui non è stata resa nota l’identità.
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