#abuso di potere
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Scintille divine. Siamo tutti scintille divine e "tutto è perfetto così".
Continua a ripetertelo mi raccomando.
(fonte video: MySecretCase - Intagram)
#responsabilità#discernimento#genitori#figli#pedofili#educazione#diavoli#zombie#società#società malata#svegliatevi#verità#sistema#aprite gli occhi#virus#scuola#professori#rincoglioniti#abuso di potere#distorsioni#veleno#video#mondo marcio#lavoro su di sé#schifezze#malati di mente#ingiustizia#scintille
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" La decisione del re, il 28 ottobre 1922, non fu un’alzata d’ingegno solitaria ed estemporanea. Nelle cerchie decisive non ci si fidava più di un Nitti o dello stesso Giolitti. Il «salvatore» si presentò alla Camera il 19 novembre 1922 ed ebbe la fiducia di tutti tranne i socialisti e i comunisti. Il re e lo stesso Giolitti ne furono lieti: non intravedevano quel che accadde poi. Oggi tante cose sono profondamente diverse da allora, e inoltre è raro che la storia si ripeta tal quale. La forma attuale del partito unico è tutt’altra: è il ‘superpartito��� risultante dalla riduzione delle formazioni politiche, malconce e impegnate in esercitazioni verbali, al ruolo – al di là dei necessari battibecchi – di comparse. Certo necessarie, nessun film funziona senza comparse. Non c’è bisogno di ‘sospendere’ i partiti, basta vanificarne l’effettiva possibilità di intervento. Conta molto di più l’ovazione irrefrenabile dei peones confindustriali e del loro loquace presidente. Sul piano delle incrinature costituzionali, la conferenza stampa concessa dal presidente del Consiglio [Mario Draghi] il 2 settembre 2021 ha segnato un punto alto: disdegno nei confronti dei partiti politici che peraltro, genuflessi conforme alle indicazioni dell'altro presidente, lo sorreggono. Senza ambagi ha detto in sostanza: i partiti ogni tanto fanno baccano, ma il governo può ignorarli e va avanti. Blindato dal capo dello Stato, con insistente ironia ha infierito: «I partiti hanno al proprio interno cinque o sei anime…»; «i partiti svolgano pure il loro dibattito, il governo va avanti». Sorprendentemente non ci sono state proteste, bensì un coro ammirato e masochisticamente osannante di fronte a queste frustate. Così TV e notiziari per l’intera serata. Anche quando il plebeo Mussolini sfidò l’«aula sorda e grigia», i giornali apprezzarono. "
Luciano Canfora, La democrazia dei signori, Laterza, gennaio 2022. [Libro elettronico; corsivi dell'autore]
#Luciano Canfora#letture#leggere#libri#saggistica#saggi#La democrazia dei signori#democrazia#citazioni#eversione#presidenza della repubblica#autorità#potere#Repubblica italiana#Parlamento#Quirinale#costituzionalismo#abuso di potere#autoritarismo#Storia d'Italia#Sergio Mattarella#Giovanni Giolitti#antifascismo#Francesco Saverio Nitti#colpo di stato#golpe#golpismo#tecnocrazia#seconda repubblica#partiti politici
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Important. Pls repost.
TW: P0LIC3 BRUT4LITY
I wanted to share this, because it's unfair, sad, awful. In our country (Italy) we have problems with police brutality. This is what happened this year:
25th May: police brutality against protesters. It was a peaceful protest against mafia, to remember Falcone and Borsellino's death.
23rd May: police brutality against a disabled trans woman.
16th August: police brutality against a disabled black man.
20th September: police brutality against protesters. It was a peaceful protest for animals' rights. This happened in a sanctuary.
3rd October (today): police brutality against students. It was a peaceful protest against our government.
#lgbtq italia#lgbtq#police#police brutality#abuso di potere#polizia#disability#animals rights#remember
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TUTTO CIÒ CHE SONO QUESTI MALATI MENTALI SONO DISTURBI PSICHIATRICI RICOPERTI DA PELLE, CRIMINALITÀ, RACCOMANDAZIONE, CORRUZIONE, IGNORANZA E GAMBE APERTE, ANCHE IN POLTRONA NEL SETTORE SOCIALE E SANITARIO.
MALATTIE MENTALI E CRIMINALITÀ EREDITARIE CHE SI TRAMANDANO DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE, IN UN INTERO CEPPO MALATO, CHE SI RIVERSANO SULLA VITA ALTRUI CON MALATA CRUDELTÀ E SENZA SCRUPOLO, PERCHÉ GLI PSICOPATICI E I NARCISISTI NON SANNO VIVERE DIVERSAMENTE E LA RACCOMANDAZIONE DI NASCITA E LA CORRUZIONE ITALIANA PERMETTONO DI FARE ANCHE DI VIOLARE VERI E PROPRI DIRITTI UMANI E LEGGI IN MANIERA DEL TUTTO LIBERA E IMPUNITA.
SIETE DA PRENDERE E DA BRUCIARE VIVI PERCHÉ IN QUESTA VITA SIETE SOLO MARCIUME MALATO CHE INQUINA E LEDE LA SOCIETÀ E LA VITA ALTRUI E NON MERITATE NEMMENO LA VITA.
VEDERVI MORTI NEI PEGGIORI DEI MODI È UN BISOGNO DI VITA CHE NON È POSSIBILE NEMMENO IMMAGINARE, PER AVERE FINALMENTE GIUSTIZIA, LIBERAZIONE E SOLLIEVO, PER AVERVI DOVUTO INGIUSTAMENTE INCONTRARE E SUBIRE IN QUESTA VITA.
GABRIELLA BON, MANICOMIO E GALERA IN UN PUTTANONE NELLE FINTE VESTI FEMMINILI, SEGUITA DA COGLIONI STRUMENTALI DELLO STESSO CALIBRO, MALATI E CON LE TASCHE BEN SPALANCATE PER LE MAZZETTE.
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La Malnata di Beatrice Salvioni: Un romanzo sulla crescita, l'amore per la libertà e la lotta contro l'ingiustizia. Recensione di Alessandria today
Due giovani amiche contro il conformismo e l'abuso di potere nella Monza degli anni '30
Due giovani amiche contro il conformismo e l’abuso di potere nella Monza degli anni ’30 Recensione: La Malnata, il romanzo d’esordio di Beatrice Salvioni, ci trasporta nella Monza del 1936, un periodo segnato dalla propaganda fascista e dalle tensioni sociali, attraverso gli occhi di Francesca, una dodicenne di famiglia borghese. Il libro ci racconta di una città rigida e conformista, dove i…
#abuso di potere#adolescenza#Amicizia#autrice italiana emergente#Beatrice Salvioni#Coraggio#Crescita Personale#critica sociale#denuncia sociale#Einaudi#guerra d’Abissinia#La Malnata#Libertà#libro d’avventura#lotta contro le ingiustizie#Monza 1936#narrativa giovanile#narrativa italiana#Narrativa storica#patriarcato#potere maschile#protagoniste femminili#protagonisti adolescenti#ribellione#ribellione adolescenziale.#romanzi sulle donne#romanzo al femminile#romanzo contemporaneo#romanzo d’esordio#romanzo di denuncia
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Su quelle poltrone ormai non conta nemmeno più l'impegno di saper mentire. Una volta architettavano plausibilità e mistificazioni, oggi vomitano la qualunque, contando sulla rassegnazione della maggioranza: tanto il potere sta lì e nessuno può toccarlo.
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Arte pura.
Qualunque commento rischierebbe di pregiudicare l'esperienza estetica e, soprattutto, estatica.
Da apprezzare in silenzio.
#zombie#società#società malata#aprite gli occhi#svegliatevi#sistema#manipolazioni#verità#dittatura#virus#politica#mass media#diavoli#discernimento#potere#corruzione#abuso di potere#vergogna
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𝖄𝖆𝖓𝖉𝖊𝖗𝖊 𝕬𝖗𝖙𝖍𝖚𝖗 𝕻𝖊𝖓𝖉𝖗𝖆𝖌𝖔𝖓 𝖝 𝖗𝖊𝖆𝖉𝖊𝖗
𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ Four Knights of the Apocalypse
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamento Yandere, sangue, rapimento, abuso di potere, ossessione, prigionia, giochi mentali
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 3576
Non credeva fosse possibile cambiare così tanto.
Questo era quello che pensava (nome), chiusa nella sua stanza con Arthur seduto davanti al camino aspettandosi forse una specie di spiegazione da parte sua. Ma ancora era scomparsa per 16 anni, chissà cosa sarà successo e cosa l’avrà cambiato, anche se in realtà non lo voleva davvero saperlo. Non quando ha ritenuto opportuno e di suo diritto, mandare diversi cavalieri a riprenderla con la forza e a portarla da lui.
Si sentiva alquanto inquietata e sospettosa sul modo rapido con cui l’hanno trovata. Solo 1 giorno di ricerche e Camelot era a 1 mese di distanza a piedi, contando che non avrebbero potuto sapere dove era, questo era decisamente sospettoso. Ma l’unica cosa che potevi distinguere oltre al terrore e al disgusto, era la delusione. Lui le aveva sempre detto che l’amore significava in qualche modo lasciare andare le persone affinché fossero felici, almeno prima di partire ti disse questo e forse eri diventata più romantica di quanto lo fossi a suo tempo.
Nessuno sguardo caldo e dolce che racchiude sempre un po’ della sua infantilità, nessuna considerazione allegra sulla crescita che la giovane di Camelot poteva aver dimostrato in 16 anni. Solo quello sguardo pieno di malvagia soddisfazione nel vederla difficoltà ed fuori luogo.
Questo non era decisamente amore.
❝ Dove sei stata in questi 16 anni? ❞La sua voce attraversò le silenziose mura della stanza, provocando un nodo di brividi lungo tutto il corpo di Lady (nome). Cosa poteva dire? Era attualmente imprevedibile. Mentire era rischioso, chissà cosa le avrebbe fatto se l’avesse scoperto e la verità era troppo complessa da spiegare, anche se avvolte (nome) si convinceva che non esisteva una spiegazione. ❝ In giro.❞ Forse lui avrebbe potuto anche rammentare come la sua amata non fosse mai stata una persona che amava le lunghe spiegazioni . Dalla sua espressione sembra ricordarlo ora.
Un sorriso più profondo unito al divertimento gli balló nelle iridi e sulle belle labbra. Distolse comodamente lo sguardo dalla figura tesa come corde di violino, per portarlo sulle fiamme del camino. Una volta , (Nome) avrebbe giurato che il riflesso del focolare nelle sue iridi, avrebbe in qualche modo dovuto portarle una sorta di calore e conforto, ma questo non avvenne. Forse era troppo cresciuta per definirsi ancora una immatura sognatrice, che non avrebbe mai capito la differenza tra affetto e ossessione, ma ora lo era. Lady (Nome) é abbastanza grande da capirlo, e semplicemente il nodo allo stomaco era l’ennesima tra le conferme. Doveva andarsene.
La ragazza si guardò attorno il più discretamente possibile, cercando di non far trapelare intenzioni che non avesse già esposto prima. Niente era davvero passato sotto i suoi occhi, che potesse esserle di aiuto. ❝ Sei molta carina così.❞ Si era distratta, o forse era meglio dormire che si era concentrata troppo; e non aveva notato che ora la stesse guardando. Lo sguardo era cambiato, come decine di volte in quell’ultima ora di imbarazzanti discorsi a senso unico.
In cui dalle labbra sottili di Lady (Nome) uscivano solo brevi frasi per accontentarlo. Era qualcosa di dolce e malinconico, come se si volesse scusare di cosa le aveva fatto, ma non si è lasciata ingannare. (Nome) abbassò lo sguardo verso la veste color cipria e non disse nulla. Prima che lui potesse venirla a vedere di persona, Alla giovane di Camelot era stato fatto un bagno, vestita, ed infine acconciata. Forse questa era una tradizione utilizzata a Camelot, tuttavia lei nata e cresciuta a Camelot e poteva vantarsi di conoscere abbastanza Arthur, almeno così aveva sempre creduto. Era tutto un trucco per metterla a disagio.
Un vestito rivelatore, che la metteva in mostra agli occhi del re, nessun segreto, segno o pensiero poteva essergli nascosto. I capelli acconciati abbastanza stretti da rendere difficile il corretto scorrere del sangue. Il forte profumo di incenso e fiori gelsomino era lo stesso che aveva odorato all’entrata di Arthur. Infine quei pesanti ornamenti legavano come un collare attorno al suo delicato collo, al pari di un animale al guinzaglio.
❝ Grazie… immagino sia opera tua.❞ Era stata scortese? Lo sperava sinceramente . Si è impegnata a mettere tutto il disdegno e il rancore possibile nella sua voce e sperava davvero che lo notasse. O prima o poi l’avrebbe fatto. Ma ancora sembrava velatamente farlo, dato che rise sommessamente alle sue parole. ❝ Perspicace come sempre, (nome). e questa situazione ti deve mettere così alle strette da renderti nervosa.❞ Non mosse un muscolo.
Non era come se lo stesse nascondendo in effetti, ma questo non voleva dire che lui potesse sottolinearlo. Era palese che quella situazione non le piacesse e il fatto che lui l’avesse detto non l’avrebbe dicerto cambiato, ovviamente. ❝ Non mi sembra di averlo mai nascosto.❞ Aveva risposto schietta e scortese, solo dopo un attimo di silenzio. Lui non parlò allora lo hai fatto tu, ma non sembrava turbato dalla tua impertinenza.
❝ Devo dire che sei cambiata molto in questi 16 anni.❞ Aveva premuto di nuovo il dito sulla ferita, forse il Re di Camelot voleva farla sentire in qualche modo in colpa. Non che ci fosse riuscito un granchè, e non avrebbe certo finto il contrario. Aveva continuato a divagare ancora in discorsi sul passato e sul tempo in cui era stata via. A volte erano domande retoriche che avrebbero dovuto farla sentire in colpa ma che non lo hanno fatto e altre volte invece erano innocenti ricordi che lei aveva deciso di dimenticare per tutto il tempo dell’incontro.
Anche se ad un certo punto aveva smesso ascoltarlo in verità, concentrandosi su una via di fuga. La sua presenza di Arthur era quello che più le rendeva difficile farlo, era ovvio non le avrebbe permesso di fuggire così tranquillamente, quindi doveva distrarlo.
Solo allora i suoi occhi caddero sul set da the in ceramica, che era posato su un tavolino in mezzo a loro. Strano, Lady (Nome) non ricordava che fossero mai stati là, e non deve essere da molto. La bevanda ambrata all’interno della tazzina fumava ancora intensamente, quindi era relativamente da poco tempo che è stata versa. Tuttavia non aveva visto nessuno entrare. Un’idea balenò nella sua confusa mente, forse non la migliore delle soluzioni che avrebbe potuto pensare per risolvere un problema, ma rimaneva l’unica idea che le era venuta in mente.
Con lenti movimenti si mossé lentamente e con eleganza, prendendo il manico sottile della tazzina e per poi lanciare il contenuto sul volto del Re. Grugnì piegandosi su se stesso cercando di alleviare almeno in parte il suo bruciore. La ragazza ne approfittó per correre verso la porta di uscita. Voleva andarsene il prima possibile.
(Nome) allungò la mano per afferrare la maniglia che però scomparve. Rimase pietrificata, come era possibile? Merlin non era presente e Arthur gli aveva chiesto di andarsene e di non intervenire in alcun modo. Quindi come era possibile? Cercò di spingere la porta nella vana speranza che si potesse aprire, ma non funziona. Lady (Nome) inizió a colpire ripetutamente il legno della porta con le mani strette in pugni. Era ovvio che non si sarebbe aperta, non aveva mai avuto un grande forza fisica, e solo ora poteva rammaricarsi con te stessa per non aver cambiato la cosa prima. I colpi, man mano che passa il tempo, si trasformarono in graffi. Neppure questo era di aiuto e osava dire fosse anche più doloroso per le sue mani. Le unghie raschiavano insistentemente il legno fino a consumarsi. Era doloroso ma non si é fermata nemmeno quando le sue ginocchia sono crollate a terra e il suo respiro divenne affannoso oscurando a poco a poco la sua vista. Per quanto (Nome) cercarse di tenere aperti gli occhi era tutto inutile. Si sentiva stanca e affannata, quando poi le mani di Arthur fermarono le sue era stato ancora più difficile, non caderci definitivamente. Alla fine lo hai fatto.
❝ Stai tranquilla (nome), passerà molto presto.❞ Non voleva sapere cosa intendesse, e scivolò nell’oscurità.
Quando si svegliò, tutto era al suo posto tranne lei stessa. Il fuoco era ancora acceso e le poltrone erano rimaste lì, non erano state spostate. La porta era ancora chiusa e Arthur non era più lì. Un sospiro di sollievo lasció le labbra della giovane ricercatrice, era ovvio che non fosse un sogno. Tutto questo guardando le mani, prive di qualsiasi segno. Le sue unghie erano perfette, curate e dipinte di un tenue colore rosato. Identiche a come lo erano quando le domestiche le avevano curate per lei dopo il bagno. La porta non portava segni dei suoi graffi che era sicura di aver lasciato e la maniglia c’era. Era frustrante non sapere cosa stesse succedendo.
Questo posto avrebbe dovuto portare un calore famigliare e ricordi felici, ma non lo fece. Arthur avrebbe dovuto scherzarci sopra con dolci e innocenti battute. Questo posto non le ricorda niente di così piacevole come la sua infanzia e Arthur era visibilmente cambiato, in peggio ovviamente.
L’unica cosa positiva, che in questo momento poteva trovare era che Arthur non c’era. Sarebbe stato stupido da parte su non approfittarne per guardare meglio l'ambiente e cercare una via di fuga.
(Nome) ha spostato le coperte che avvolgevano il tuo corpo.
Nonostante il torpore dei sensi e la vestaglia leggera che indossava che non apportava molto calore. Il movimento alzò per l'ennesima volta un forte odore, però questa volta diverso. Sembrava un profumo che avrebbe usato un uomo e che sarebbe rimasto impresso sulla sua amata dopo aver passato del tempo con lui. Solo che in tutto questo, (Nome) non era la sua amata e non voleva passare del tempo con lui.
La giovane di Camelot raccolse velocemente una giacca trovata appoggiata sul bracciolo di una delle poltrone e la indossò. Era sua, lo sapeva eppure quella vestaglia era troppo rivelatrice e trasparente per non provare freddo nonostante il fuoco acceso. Raggiunse una delle grandi finestre coperte da pesanti tende per impedire alla luce di entrare, forse per lasciarla riposare. Guardando attraverso la superficie poteva dire con certezza che sarebbe stato impossibile fuggire da qualsiasi finestra di quella stanza.
Non era al pari di una di quelle principesse rinchiuse su una torre, ma comunque la torre é abbastanza in alto da assicurarti una morte rapida, non appena avrebbe toccato il suolo. Forse l’ennesima misura di sicurezza per impedirle di poter scappare, anche se pensavi fosse improbabile. Dalle fattezze e la grandiosità della stanza (Nome) poteva chiaramente dire che era quella dove Arthur dormiva, rendendo l’altezza casualmente strategica. Se davvero avessero temuto per questo, Merlin avrebbe avuto di sicuro qualche incantesimo per risolvere la cosa.
Scosse il capo, non era davvero tempo per pensieri tanto aggrovigliati. Presto sarebbe tornato alla riscossa con qualche altra conversazione, e lei avrebbe trovato un modo per tirarla a suo vantaggio.
Era dura non trovare un qualsiasi motivo per scagliarsi contro di lui. Per questo aveva iniziato a evitarlo e la cosa era risultata più semplice da quando le era stato permesso di aggirarsi liberamente all’interno dei confini castello. Era quasi divertente, poteva quasi definirlo come un gioco se non fosse che perdere, non significa effettivamente perdere qualcosa, ma avere a che fare con colui che più temeva attualmente.
Questo però non lo ha fermato dal trovarla veramente quando voleva assolutamente vederla.
Quel castello non era normale. Non era un classico con torri e muri antiche. No.
O almeno, questi c’erano, ma non erano nel posto in cui dovrebbero essere. Torri e muro o semplici mattoni separati tra loro erano fermi nello spazio a mezz’aria. Senza fili o pilastri che potessero reggerli. Alberi e piante contorti o spezzati, si dividevano in forme mostruose, altri si alzavano in altezza con rami maestosi. No fiori, no frutti, no foglie. Niente di questi essere sembrava avere vita propria o ancora sembrano non avercela proprio una via.
Camelot era un'ombra assurda e oscura di quello che era stato una volta, e di quello che Lady (Nome) poteva ricordare così teneramente.
Ricorda ancora l’amaro stupore e il disgusto, quando l’ha portato fuori dal castello del re, sospeso su tutto quell’orribile spettacolo. La sua amata città natale sembrava un'accozzaglia di pattume ammassato dove lui governava con orgoglio.
(Nome) ricordò le lacrime che hanno minacciato di uscire e la disperazione mista a disgusto, ma non era arrivata ancora così in basso da concedergli le sue lacrime. Ma gli aveva gridato contro, nessuno ti avrebbe potuta trattenere dall’odiarlo apertamente. Era la cosa ti riusciva meglio in questo periodo è ne andavi fiere. Tutti i cavalieri presenti si erano fermati dalla propria marcia per guardare la favorita del Re di Camelot e temere pietosamente per la sua vita.
Lo aveva preso per il bavaglio e aveva continuato ad interrogarlo su questo.
Non ha detto niente.
Assolutamente niente riguardo a questo. Solo che lei avrebbe prima o poi capito che era anche per il suo bene.
Lady (Nome) decise segretamente a se stessa che lo avrebbe fermato. I loro occhi si scontrarono, mentre se lo sei promise e lui guardava solo con soddisfazione quello spettacolo straziante che ballava e vorticava mele iraconde iridi della sua amata. Conservava ancora quel fuoco che poteva ricordare e Arthur ne fu soddisfatto
(Nome) era sicura che il primo passo fosse capire quale assurda magia o maledizione lo affligge. Non ne sapeva molto di questo genere di cose, nessuno lì era disposto a darle più informazioni di quelle che aveva già. Ricordava amorevolmente che da qualche parte ci fosse una libreria. Almeno una volta c’era, ora non lo sapeva più. Annesso che potesse esserci dentro a quel chaos che era camelot e il suo castello.
Velocemente Lady (Nome) apprese che non sarebbe stato facile muoversi per quei luoghi. Le sale intricate e i corridoi infiniti portano a posti che non ricordava o che semplicemente non c’erano mai stati. Ogni ‘porta’ che attraversava portava a qualche punto diverso del castello e la maggior parte delle volte cambiava ogni giorno. La stessa porta non portava mai allo stesso luogo due volte consecutive.
Questo l’ha destabilizzato. Non sapere quale porta, con il quale una volta avrebbe familiarizzato, l’avrebbe portata nel posto che desiderava e sapeva ci fosse dietro, è in assoluto il modo più destabilizzante di torturarla. Annesso che Arthur la consideri una tortura. Anche gli alberi sono porte, o meglio dire portali, ognuno aveva il proprio incantesimo. Ma (Nome) non era una maga e di conseguenza non possedeva magia.
Solo qualche volta é riuscita a trovare la biblioteca, e il suo orgoglio si sarebbe comunque infranto l'istante successivo in cui Arthur ha sorpassato la stessa porta da cui era entrata ma che sospettava non fosse la stessa da cui era arrivata.
Non ha ricevuto nemmeno la possibilità di aprire un libro, nemmeno una di quelle due volte che era stata lì.
Astutamente, ha cercato un modo di dare un senso a questo posto, segnando su un taccuino quali porte portava in quali luoghi.
Ma era tutto inutile. Ogni giorno cambiava e non c’era un ciclo regolare con cui si sarebbe ripetuta quella sequenza di stanze.
Per questo era qui. Passando scale alla cieca e aprendo porte in vana speranza di un qualcosa. Forse lui poteva comandare anche questo susseguirsi di porte e stanze sempre diverse. Dargli un senso allora sarebbe inutile in ogni caso.
(Nome) incimpò sul tuo vestito ma non cade, è riuscita ad appoggiarsi al muro in tempo. Se si potesse chiamare ancora così ovviamente.
❝ TU non dovresti essere qua. ❞ Il suo viso si alzato alla frase sibilata con stupore. Un qualcuno che assomigliava ad una bambina decisamente graziosa e delicata per un posto come questo, era davanti a te. Voleva pensare che non fosse un posto per lei ma qui niente aveva davvero un senso.
Sembrava conoscerla visto la casualità con cui si è riferita a (Nome), tuttavia era sicura di non conoscerla.
Presupponendo fosse di Camelot era da sedici anni che non ci metteva piede, e lei non sembrava aver più di 10 anni ad occhi. Ma poteva sbagliarsi, é incredibilmente facile farlo in questo luogo. Invece se non fosse stata di Camelot non poteva dire con certezza dove si potessero essere incontrate prima.
❝ Ehm… Ciao piccola… ci conosciamo per caso? ❞ I suoi occhi sembravano stupiti di quanto le parole di (Nome) potessero essere delicate nei suoi confronti. La’ espressione della bambina le diceva questo ma ora come ora (Nome) non era sicura. Aveva un comportamento davvero strano.
❝No…❞ Prese una piccola pausa. Un piccolo respiro. Il tempo sembrava quasi scorrere più lentamente mentre la (colore) aspetta pazientemente che continuasse. ❝ Tu non mi conosci e non ci siamo mai incontrate prima. Ma io ti conosco. ❞ Ci capiva ancora meno ad essere sincera.
❝Non riesco a capire… ❞ Ha allungato una mano, piccola e minuta, adatta alla bambina che era. ❝ Non temere, avevo previsto un nostro incontro… ti spiegherò tutto.❞
Guinevere, questo è il nome della bambina, le ha spiegato tutto sul serio. Ogni cosa. Alcune cose erano vaghe altre decisamente dettagliate.
Da quello che (Nome) poteva supporre con il suo livello di compressione, la bambina poteva essere paragonata ad una qualche sorta veggente, anche se non era proprio così. Kaleidoscope. Si era riferita così in merito alla sua capacità.
Le ha spiegato che aveva previsto che loro si sarebbero incontrate. Non sapeva come, quando e dove ma lo aveva visto. Anche se non aveva mai pensato fosse in questo genere di situazione.
Poi le ha parlato di quello che è successo nei suoi più di 16 anni di lontananza da Camelot. Della guerra santa e del Chaos. Le ha rivelato i piani di Arthur, le ha rassicurato che tutto prima o poi sarebbe finito. Ma non aveva previsto il ritorno della stessa (Nome) - o rapimento -. Le ha spiegato in quale modo questi poteri funzionavano e come li controllava Arthur. Le ha rivelato il motivo per cui lei si trovata qua, e che Lady (Nome) non faceva parte del piano di Arthur. Era solo un capriccio che avrebbe tenuto per sé.
È stato straziante per molti versi ascoltarla e poteva quasi crollare su se stessa. Provò un minimo pietà per Arthur, ma non ha smesso comunque di odiarlo per quello che ha fatto.
❝ Cosa posso fare per fermarlo? ❞ Lady (Nome) giocó inconsciamente con le sue stesse dita, cercando di diminuire la tensione. I suoi occhi grandi la guardavano quasi sorpresa. (Nome) era palesemente impotente, lo sapeva già da sola ed era certa lo sapesse anche Guinevere. ❝ Niente... ❞ Stranamente non riuscì a sentire la delusione da questa affermazione pesare sullo stomaco. Si sentiva come una specie di principessa da salvare, anche se non era una principessa e non si vedeva nemmeno come tale.
❝ … dobbiamo aspettare. Ma ne usciremo di qui.❞ Ha giocato con le sue mani ancora, avvolte prendendo anche l’abito soffice insieme.
❝ E se le cose cambiassero…? ❞ Guinevere sbatté gli occhi con un'espressione accigliata. ❝ Hai detto che il fato non può essere modifica o ci saranno gravi conseguenze… ma se lui riuscisse ad evitare tutte le conseguenze…❞
(Nome) è una persona molto negativa e paranoica per natura, anche se la bambina non lo aveva visto questo, lo ha intuito. Ogni domanda che aveva posto durante la loro chiacchierata era qualcosa di assolutamente catastrofico.
❝ Delle conseguenza ci sono sempre… e lui le affronterà se decidesse di proseguire per questa stra-❞ ❝ Quali conseguenze? ❞
Una voce allegra, quasi al limite del fastidioso arrivó da dietro. Successivamente (Nome) venne avvolta da due braccia, rimase rigida anche quando appoggia il mento sulla spalle e le parlò. Un sussurro basso, ma non troppo, tanto che anche Guinevere lo aveva sentito. ❝La mia signora sta forse complottando contro di me? ❞
Il fianco le mancò o forse lo stava solo trattenendo, come se avesse qualcosa da nascondere. Ma ancora Lady (Nome) non aveva capacità, poteri o abilità straordinarie per poter essere utilizzata per i suoi scopi, era più un capriccio che si era concesso nei suoi piani.
Qualcosa dal passato che non era riuscito ancora ad abbandonare del tutto, nonostante fosse stato lui a permetterle di andarsene in primo luogo.
❝ Avrei qualche possibilità forse? ❞ Era retorica la domanda, con unica risposta. No. Ma lui sembrava quasi divertito. ❝No, mia cara… ❞ disse e poi si allontanò, andando a sedere in una poltrona che non ricordava fosse lì - o forse non c’era mai stata -. Congiunge le mani mentre i suoi gomiti sono appuntati sui bracciolo. ❝ Ma guarda qui… potremmo quasi sembrare una famiglia… ❞ Il primo sguardo fu rivolto a (Nome), con note amorevoli parlò ❝… la madre ❞ si voltò su Guinevere induro lo sguardo. ❝… e la figlia irrispettosa. ❞ Sapeva che le aveva raccontato tutto, non che avesse dubbi. Poi si voltò di nuovo verso la ragazza di cui era ancora innamorato, tornando calmo e rilassato. ❝ O ma giusto! Lei non è nostra figlia… Ma potrebbe essere un buon spunto.❞
Mai! Le guance della (colore) si tinsero e mentre le sue mani strinsero il tessuto già arricciato della gonna. ❝Toglitelo dalla testa, non accadrà mai!❞ Canticchia sommessamente. ❝ Non dare fretta al tempo (nome). C’è un tempo e un luogo per tutto. Quando saremo pronti accadrà senza che nemmeno te ne accorgerai…. ❞ Appoggia il viso al palmo della mano e avrebbe voluto spaccargli la faccia.
❝ …abbiamo tutto il tempo che vuoi. ❞
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La maggioranza degli uomini sono stati allevati da madri disfunzionali, così come la maggioranza delle donne hanno avuto esempi di madri disfunzionali.
I primi sono diventati possessivi principini tirannici, le seconde dedite alla comprensione e al sacrificio malato di sé stesse per "amore".
Spesso questi due si incontrano l'uno per soddisfare i bisogni dell'altro, e nemmeno se ne rendono conto.
Per superare la paura si può innanzitutto prendere fiducia in sé e lo si può fare in modi diversi.
Imparare la comunicazione non verbale per capire quei segnali che parlano più di qualsiasi maschera. Fare un corso di difesa personale. Prendere coscienza del proprio schema di riferimento materno. Riconoscere o capire come allinearsi al proprio valore. Frequentare amicizie sane prima ancora di fare coppia.
Sono solo alcuni esempi, la paura è tarata in modi diversi in ognuno e diversamente si deve superare.
Siamo stanche di dover avere paura di ogni uomo che incontriamo, ma questo continuerà fino a quando ogni uomo non si sarà educato all'affettività, al rispetto, al consenso e a decostruire il sistema patriarcale che hanno insegnato loro essere l'unico valido. Yes, all men.
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Toccata e Fuga
La “repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento”, da considerarsi “quasi uno sfioramento” non consente di “configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale”. Con il solito bolso uso aulico della lingua (che è per il potere il rifugio alla propria stupidità) un bidello è stato assolto dalla quinta sezione penale del Tribunale di Roma, secondo cui il palpeggiamento compiuto da quest'ultimo ad una studentessa nell’aprile del 2022 “non costituisce reato” dato che, per il tribunale, il palpeggiamento, è durato “tra i 5 e i 10 secondi”. Mi ha molto colpito questa sentenza, perchè quantifica la quantità necessaria di un’azione per essere considerata una molestia: come per esempio una suite d’albergo deve avere almeno due stanze altrimenti non può definirsi tale, qui la durata in secondi del gesto non può chiamarsi molestia.
L’altro giorno un post di @oceanblueeurope (che taggo con il suo permesso) si lamentava del come la libertà personale di mostrarsi su Tumblr, soprattutto rispetto al proprio corpo, sia vista spesso come un esplicito invito a chiunque per soddisfare una sua concupiscenza, per dirla come gli esimi giudici. La totalità di questi chiunque sono maschi, di età variabile. Non è la sola che come post fissato in alto sulla bacheca ha questa sorta di avvertimento: non scambiate quello che mi piace fare per il fatto che mi piaccia farlo con uno qualsiasi di voi.
Sembra un concetto limpidissimo e facilissimo da capire. Ma noto che è prontamente disatteso. Tra l’altro, se una delle ragazze se ne lamenta, con tutti i buoni possibili motivi del caso, passa per stronza, nel migliore dei casi.
C’è una sostanziale differenza tra il criticare un’idea e la persona che la trasmette. In un posto come Tumblr, il non accettare una azione che non si condivide è semplicissimo, basta non seguire più il blog da cui questa idea scaturisce. D’altronde, @oceanblueeurope non chiede a nessun altro né di emularla né di fare il contrario, ha tutta la possibilità, nel limite che lei o le regole di questo posto impongono, di poterlo fare. La sua libertà di fatto non va a collidere con nessuna delle libertà altrui.
Una delle subdole convergenze che il Web ha portato nei nostri tempi è una malcelata sessuofobia di genere: pure qui abbiamo tutti molto discusso del fatto che un capezzolo nudo, femminile ovviamente, sia censurato, un’argomentazione farabutta, storicamente errata e infamante di altri no, per il principio della libertà di espressione. Che, per un’idea totalmente anglosassone (e francamente stupidissima), può passare per parole dette o scritte ma non per rappresentazioni visive. Per cui, un paio di tette è molto più “pericoloso” che una citazione del Mein Kampf. Questo non fa altro che fissare la visione della nudità come univoca della sessualità, legata cioè alla condivisione del proprio piacere, e non come qualsiasi altro motivo (liberazione da vincoli, piena espressione di sé, momento di auto considerazione, perfino vanità, non è questo in discussione in questo mio post), che se ci pensiamo bene, è la stessa idea insita nella pornografia industriale, dove basta un sorriso per finire nudi in qualsiasi momento.
Ogni volta che succede un femminicidio, che ricordo è un omicidio perpetrato ad una donna in quanto donna (per cui un delitto tra mafiose ha valore in quanto delitto di mafia e non di genere) si dice che è una questione di educazione. In questi giorni dove un abuso sessuale è al centro della cronaca, nel caso specifico comprendente anche altre questioni niente male (il potere politico, la delazione di genere, il passaggio tra il caso specifico e abitudini di chi, presumibilmente, ha subito un’aggressione) si parla spesso di educare i figli maschi al rispetto delle femmine. È del tutto comprensibile e necessario. Ma prima di questo, sarebbe necessario imparare ad ascoltare, o leggere nel caso che ho citato, e capire cosa chiede un’altra persona, e avere la dignità di perdere un secondo per chiedersi se è meglio essere sinceri, essere limitati e non esagerare, essere pertinenti e chiari.
In sintesi, impariamo a rispettare gli altri, a non sentirci chiamati da spirito divino a commentare cosa fanno e come e a non pensare di vivere in un film porno.
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TW: Obviously our government stands with police. They justify police brutality.
🤡
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GABRIELLA BON
FRANCESCA ANGELUCCI
GIAMPIERO COSTANTINI
MARIA TUDECH HENKE
ALESSANDRA GAVA
LIVIA SCOVINO
MARCO VISINTIN
SIMONA AGOSTINIS
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Non si può. Queste sono le regole. Aspettate fuori.
Gli "eroi" in corsia e i plebei in strada.
"Le si erano rotte le acque alle 4 della notte, ha poi trascorso 17 ore in travaglio prima di partorire. Era sfinita, ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento e hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi. Lei stessa aveva implorato più volte il personale del reparto di portare il piccolo al nido per qualche ora per poter riposare un po’. Non ce la faceva più. Ma la risposta era sempre “no, non si può”.
Questo è il racconto straziante del padre del bambino m*rto, soffocato poiché la madre si è addormentata mentre lo stava allattando dopo il parto.
Non ci sono parole.
#ospedali#infermieri#medici#salute#responsabilità#zombie#società malata#società#svegliatevi#sistema#aprite gli occhi#manipolazioni#verità#dittatura#schiavi#catene#diavoli#discernimento#virus#vaccino#covid#bambini#ingiustizia#abuso di potere
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"La coppia perfetta" di B.A. Paris. Un thriller psicologico che svela il lato oscuro delle apparenze. Recensione di Alessandria today
Con "La coppia perfetta", B.A. Paris ci trasporta in un thriller psicologico avvincente che esplora i segreti più nascosti dietro una relazione apparentemente perfetta.
Con “La coppia perfetta”, B.A. Paris ci trasporta in un thriller psicologico avvincente che esplora i segreti più nascosti dietro una relazione apparentemente perfetta. Questo romanzo è una discesa negli abissi delle bugie, della manipolazione e dell’ossessione, in cui nulla è come sembra. L’autrice, nota per i suoi romanzi ricchi di suspense, crea un’atmosfera di tensione crescente che cattura…
#abuso psicologico#B.A. Paris#Colpi di scena#controllo emotivo#dinamiche di potere#Jack e Grace#La coppia perfetta#La coppia perfetta trama#libri avvincenti#libri di B.A. Paris#Manipolazione psicologica#personaggi complessi#Recensione libro#recensione thriller#relazioni abusive#Relazioni tossiche#relazioni tossiche nei romanzi#romanzi B.A. Paris#Romanzi da leggere#romanzi sulla manipolazione#segreti di coppia#Suspense#suspense psicologica#tensione narrativa#tensione psicologica#thriller 2024#Thriller bestseller#thriller domestico#Thriller Psicologico#trama avvincente
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Se viene commesso un abuso sessuale di gruppo ai danni di due ragazzine minorenni e quello che viene detto dai piani alti, in soldoni, è: dobbiamo bonificare il territorio per renderlo meno propenso alla criminalitá, c'è un problema. Mi ha fatto ricordare mia zia che, per evitare che mia cugina da bambina aprisse tutti i mobili della casa e ne riversasse il contenuto sul pavimento, tolse tutte le maniglie.
Eppure, nel secondo caso, viene spontaneo capire che il problema non sta nelle maniglie, ma nell'educazione. E allora, come mai è così difficile capire?
Gli stupri, le violenze, le molestie non avvengono per colpa di un 'territorio propenso alla criminalitá', di un vicolo buio, di una gonna corta, di parole che ti hanno fatto credere che. Succedono, e molto più di quanto faccia notizia, perchè manca l'educazione. Educazione al consenso, educazione di genere, educazione in ogni accezione possibile.
Sono giorni che sto in silenzio, giorni in cui voglio scrivere ma non mi pare mai di riuscire nel modo giusto, e probabilmente nemmeno questo lo è. Sentire di questi casi, prima Palermo poi Caivano, mi ha riportato alla mente un episodio accaduto a Parigi, di cui non ho fatto parola con nessuno.
Eravamo in metropolitana, il vagone era pieno zeppo, io avevo avuto la fortuna di trovare un posto seduta. C'era questo ragazzo in piedi davanti a me, non so come fosse fatto perchè non l'ho mai guardato davvero. Dicevo, il vagone era pieno, ma non c'era motivo per il quale lui dovesse stare così vicino a me. Non c'era motivo, per fare aderire il suo bacino al mio braccio, anche quando ho provato a spostarmi.
Non c'era motivo, per compiere quei movimenti oscillatori, sfregandosi come un animale. Non c'era motivo per nulla, eppure poi l'unica cosa che ho pensato è che mi fossi sognata tutto, che avessi sentito male, che avessi amplificato una semplice casualitá. Che non era possibile, perchè insomma chi potrebbe mai fare una cosa così? Chiedilo, a tutte le tue amiche, chi potrebbe mai fare una cosa così, senti quello che hanno da raccontare.
L'unica cosa da bonificare sono i pensieri, signora mia, lavorare su ciò che gli uomini si sentono in grado di poter fare.
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CARATTERISTICHE COSTANTI NEL MANIPOLATORE NARCISISTA
Indipendentemente dalla diagnosi (clusterB/psicopatia), ci sono alcuni tratti della personalità che si possono riscontrare in tutti gli autori di abuso psicologico e che ne fanno un manipolatore emotivo. Il detto “l’albero si riconosce dai frutti” è perfetto per descrivere la situazione: il più delle volte del soggetto abusante non abbiamo una diagnosi, la presenza però di alcuni comportamenti e tratti della personalità possono sopperire egregiamente e permetterci di fare una diagnosi teorica, ma assai verosimile.
A mio avviso vi sono caratteristiche principali, che non mancano quasi mai se parliamo di autore di abuso narcisistico: ▪Scarsa o totale mancanza di empatia ▪Anaffettività ▪Assenza di rimorso ▪Assenza di senso di colpa ▪Menzogna ▪Egocentrismo ▪Comportamento e umore intermittente.
Oltre a questi tratti, ve ne sono altri tipici, quasi sempre riscontrabili: ▪Crudeltà mentale ▪Comportamento aggressivo passivo ▪Desiderio di dominio e controllo ▪Insensibilità ▪Prevaricazione Possessività ▪Camaleontismo ▪Inaffidabilità ▪Critica e svalutazione ▪Sfruttamento ▪Umore imprevedibile (modalità “Dott Jackil e Mr. Hyde”) ▪Colpevolizzazione ▪Assenza di stima per la partner ▪Falsità ▪Noia.
Le personalità con questi tratti fingono di interessarsi al bene altrui, ma in realtà sono chiusi in una loro sfera di desideri e bisogni, non importa loro di ciò che gli altri provano. Possono essere intelligenti, talentuosi, piacevoli, simpatici, affascinanti, come chiunque possono avere qualità, che useranno per truffare e far cadere la preda nella loro trappola. Sono persone opportuniste, possono recitare ciò che vogliono al fine di ottenere ciò che desiderano.
I narcisisti patologici o maligni sono attori nati, ottimi bugiardi. Possono essere, soprattutto in caso di psicopatia, altamente competitivi e abili nell’argomentare. Sanno trovare giustificazioni per ogni cosa abbiano fatto, senza mai assumersi la responsabilità per i propri errori, sono fedeli solo a loro stessi, hanno cura solo di sé. I manipolatori perversi, non hanno alcun rispetto per il prossimo, alcun affetto autentico, indossano maschere per intrappolare, per far innamorare di sé e nutrire il proprio ego. Desiderano il potere e il controllo e in una relazione affettiva, soprattutto attraverso il sesso, possono ottenere il controllo sia della mente che del corpo di un altro essere umano.
(Dott.ssa Mina Rienzo diritti riservati
"La violenza psicologica un abuso che non si vede" 2020 ebook su Amazon )
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Anche per esperienza diretta posso dire che chiunque svolga un lavoro di assistenza al pubblico rischia l'esaurimento.
750 euro andrebbero contati per ciascun cliente gestito.
Altrimenti se li gestisse il grande capo e vediamo quanto l'hotel sarà ancora "di lusso".
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L'amministrazione dell' hotel ha rettificato la cifra del salario per un errore di digitazione. Il salario è 1750 euro, non 750.
La riflessione generale rimane.
(link annuncio corretto)
QuiComo: Hotel di lusso del Lago di Como cerca impiegato a tempo pieno. A 750 euro al mese
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