#abusi
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soleberlandieri · 8 months ago
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Hold onto me - Too weak (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1328594051-hold-onto-me-too-weak?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki Questa è una NaruIta. ItaNaru. Naruto X Itachi. Modern AU. Accenni di Zabuza X Itachi, Jugo X Itachi , Sasuke X Sakura, Kakashi X Iruka, Karin X Itachi e Suigetsu X Itachi. Naruto è un ragazzo orfano che è dovuto crescere completamente abbandonato a sé stesso. Per poter sopravvivere è dovuto ricorrere anche a metodi poco ortodossi. Vittima di solitudine e bullismo, inizia a farsi degli amici solo al liceo dopo aver smesso di lottare per avere la comprensione degli altri. Un solo ragazzo lo aveva capito, uno sconosciuto incontrato all'età di otto anni e mai più visto. Nonostante quel ragazzo avesse sia casa che famiglia, non voleva tornarci. Naruto capirà il perché solo molti anni dopo. Allerta trigger: Abusi sia su minore che in età adulta. Violenza. Pratiche illegali. Incesto padre / figlio. Omicidio. Suicidio. Bullismo. Uso di alcol e sostanze.
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illsadboy · 1 year ago
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Quanto cazzo è profonda questa canzone per chiunque come me ha avuto abusi famigliari! Bisogna avere coraggio e avere paura e chiedere aiuto non è per niente una debolezza anzi è avere coraggio! Fai del bene che il karma gira per tutti prima o poi.
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managinglyme · 2 years ago
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Heavy
Ci sono molte forme di violenza e maltrattamento che non sono fisiche. Per esempio, mio fratello mi ha pesantemente maltrattato e umiliato senza motivo da quando io avevo sei anni, e lui ne aveva undici, per almeno quindici anni finche’ non sono anche io riuscita ad allontanarmi piu’ stabilmente dalla famiglia. Fino a un certo punto, ricordo che giocavamo insieme, ci volevamo bene, come bambini, e fratelli. E ricordo perfettamente il momento in cui non e’ stato piu’ cosi’. Con la sua adolescenza, e’ arrivato il disprezzo a tratti rabbioso, l’indifferenza e il fastidio con cui reagiva alla mia presenza, ai miei tentativi di contatto affettuoso. Mi ricordo quando da adolescente, seduta sul gabinetto in un bagno di casa (senza chiave), mio fratello e’ entrato e ha lasciato la porta  spalancata mentre si lavava le mani, come se io non ci fossi, mentre un suo amico che era venuto a trovarlo stava li’, in piedi fuori dalla porta, probabilmente congelato dalla scena, come lo ero io, esposta in quel modo. Nessuno ha detto o fatto nulla. Mio fratello non e’ stato ripreso o punito dai miei genitori per quella violenta umiliazione, per di piu’ in un periodo di vita cosi’ delicato per una ragazzina. Ricordo che che venivo maltrattata costantemente, trattata come un stupida, un’idiota, un fastidio, spesso davanti ai miei genitori, e quando protestavo, la loro risposta era: “adesso basta!” oppure “finitela!” come se io c’entrassi qualcosa nel conflitto, e chiaramente non prendendo le mie difese ne’ riconoscendo il problema che veniva costantemente ignorato ne’ dando le responsabilita’ a chi le aveva. Ero solo una bambina e nessuno mi ha ascoltato ne’ preso le mie difese. Non so se i miei genitori abbiano mai parlato con mio fratello senza farsi vedere da me (ne dubito e comunque sarebbe sicuramente stato fatto in modo inefficace e autoritario tipo: “basta trattare male tua sorella!”) ma di sicuro io non sono stata riconosciuta ne’ difesa da quell’ abuso costante in alcun modo; anzi, sono stata zittita e soffocata piu’ volte nel mio disagio creando estrema frustrazione. Se protestavo perche’ venivo trattata male, il problema ero io. Bisogna subire e stare zitti per mantenere un apparente ordine. La mia sofferenza e urla rimbalzavano come su un muro di gomma, rendendomi il problema, quando la mia unica colpa era: esserci. Ricordo di aver scritto una lettera che ho lasciato in camera di mio fratello una sera, dove gli chiedevo perche’ mi tarttava cosi’, cosa avevo fatto, e credo gli pregassi di parlarmi e forse tornare come prima, non ricordo esattamente. Silenzio. Tutto continua come sempre.
Ad un certo punto, forse proprio dopo l’episodio del bagno, ho deciso di smettere di parlare a mio fratello. Forse non la migliore startegia per risolvere un conflitto, ma se nessuno era dalla mia parte o mi dava retta, dovevo farlo da sola, e tutti i precedenti tentativi non avevano sortito alcun effetto. A casa mia, il modo per “gestire” un conflitto era abortirlo, urlando e poi ancor meglio mettendo stando zitti e cosi’ si riparte da zero come se niente fosse. Chiusa in me stessa, ricordo interi pasti ogni giorno a pranzo e cena come una specie di tortura quotidiana, dove regnava il silenzio, l’aria pesante, il fastidio rabbioso di mio fratello che non mi guardava in faccia, e il far finita di nulla dei mie genitori, che non mi hanno mai riconosciuta, non hanno mai assunto una posizione, e hanno lasciato che questa situazione proseguisse per piu’ di una decade lasciandomi nella solitudine, nel silenzio pesante e omertoso per mantenere un apparente quieto vivere che era poi tutt’altro che quieto, piuttosto un vulcano in ebollizione. 
Ricordo che quando studiavo fuori sede e mio fratello si e’ laureato in un’altra citta’, non sono andata alla sua laurea inventandomi una scusa. Vaffanculo, no? Ovviamente nessuno ha detto nulla ne’ approfondito. Sentore di problema, poof! si crea il vuoto. A quel punto, muore mio nonno paterno. Ricordo bene quel momento fuori dal liceo, quando mio padre e’ venuto a prendermi a meta’ mattina per andare al funerale, di aver pensato, di fronte alla morte: “ma cosa sto facendo?”, quando ho deciso che avrei ricominciato a parlare a mio fratello. Perche’ comunque quella faida era una causa persa, nessuno faceva nulla, ogni mia reazione non veniva raccolta ma solo ignorata, e sarei stata meglio uscendone. Anche se sapevo che lui avrebbe continuato a non considerare la mia esistenza e i miei a far finta di niente. Ho ripreso a parlarci, ma cio’ non ha cambiato le cose ovviamente. La cosa davvero triste oggi e’ che nonostante siamo sempre stati parte della stessa famiglia, io non so chi sia mio fratello. Non l’ho mai conosciuto, al di fuori del suo risentimento e disprezzo rabbioso. Non so che cosa abbia fatto nella vita esattamente, al di la’ di quello che potresti leggere su Wikipedia, tipo, dove ha studiato o lavorato. Non so nulla. Non abbiamo mai condiviso nulla, momenti normali o divertenti, chicchierate fraterne o discussioni costruttive, nemmeno nulla di cio’ che semplici conoscenti potrebbero condividere davanti a un caffe’. 
Oggi io ho 41 anni e mio fratello ne ha 46. Ha due figli e ancora oggi, e’ una persona difficile. Ma da quando e’ diventato papa’, una piccola luce si deve essere accesa dentro di lui. Oggi in parte riconosce, e combatte con cio’ che ora capisco essere una patologica ansia rabbiosa, e anche se spesso lo agisce comunque, oggi vede il suo modo di aggredirti e distruggerti e in qualche modo sa che e’ una reazione al suo terrore di contatto emotivo, della sofferenza, della malattia, al suo bisogno di controllo, e chissa’ che altro. D’altronde, lo conosco poco. Quando sono tornata in Italia dopo anni di recente, abbiamo avuto per la prima volta una simil-conversazione da quasi fratelli, dove con gran fatica ha riconosciuto di sentirsi molto in colpa per come mi ha trattato da sempre. Lo so che sta facendo uno sforzo, alla luce del suo essere padre, e lo apprezzo molto. Meglio recuperare un po’ di fratello tardi, che mai. 
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marjane-satrapi-10 · 2 years ago
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Magnum
Sono passati un paio di giorni dalle interviste delle atlete Basta e Corradini, dove denunciano gli abusi subiti durante la loro vita da ginnaste.
Leggere quelle interviste, quelle frasi, ha aperto una parte del mio cervello che non ricordavo esistesse. O forse semplicemente ho deciso di evitare di ricordarmene.
Per 11 anni della mia vita sono stata un'atleta, anche se ripudio quella parola. Non mi riconosco come tale. Ho pochi ricordi di quegli 11 anni. Ho sprazzi di situazioni e discorsi nella memoria, ma in generale non ricordo molto. Ho capito solo adesso, con la terapia, che spesso il non ricordarsi è un modo in cui la mente cerca di proteggersi dai traumi.
Per 11 anni sono stata una nuotatrice agonistica. Dai tre ai quindici anni la mia vita si è svolta in una piscina. Dai 6, uscivo da scuola e andavo ad allenamento, mi svegliavo nei weekend alla mattina e andavo in piscina a gareggiare. Tranne il giovedì, tutti i giorni bene o male ero immersa in un' acqua piena di cloro.
Agli inizi amavo nuotare, gli allenamenti passavano in un attimo, avevo un'allenatrice che era un amore, e ci faceva sentire dei piccoli squaletti felici.
Poi con il passare del tempo le cose sono cambiate, a sei anni ho iniziato a gareggiare e ricordo che odiavo tantissimo gareggiare. Quando gareggiavo all'aperto pregavo continuamente che venissero fulmini e saette e che si annullasse tutto.
Odiavo che tutta la mia vita da bambina girasse intorno a delle date sul calendario, a degli obiettivi che bisognava raggiungere assolutamente. E se non lo si faceva allora eri solo una fallita.
Pure nel nostro caso, venivamo controllati a vista su cosa mangiavamo e cosa facevamo. Sia durante i campi d'allenamento che a casa. I nostri allenatori erano delle persone che andavano oltre ai nostri genitori come autorità, una loro parola per noi valeva come legge.
C'era una fila infinita di cibi che non si potevano mangiare, eliminati completamente dalla nostra alimentazione. I gelati confezionati, i dolci, i panini, le patatine, i fritti, la pasta solo in bianco, mezzo cucchiaino d'olio al massimo per condirla. La carne sì, ma occhio, la bistecca non al sangue, pollame spesso, troppo spesso.
Non potevamo avere ematomi o graffi, mille cazziatoni se succedeva.
Una volta a 7 anni chiesi al mio allenatore, se in vacanza potessi mangiare la crosta del grana (ne andavo matta) e lui mi urlo che dovevo essere rincoglionita per fare una domanda del genere.
Non ricordo le pesate sistematiche, ma ricordo che dopo le giornate d'allenamento volevo svuotare il frigo dalla fame che avevo, praticamente ci pesavano al grammo ciò che mangiavamo ed era vietato chiedere il bis. Mia madre, non capendo, mi minacciava di mettere le catene al frigo se non mi fossi data una calmata.
A 11 anni ebbi la fortuna di poter andare in Sud America a trovare i miei zii, durante il periodo di pausa estivo, anche se una pausa vera non c'era praticamente mai. Il mio allenatore mi prese da parte e mi organizzo l'allenamento pure in quel periodo di vacanza, non tenendo conto delle condizioni ambientali dove sarei stata. Avete mai provato a nuotare a 4000 m? Beh, è come nuotare nel miele, per cercare di stare ai ritmi scritti dal mio allenatore misi cosi sotto sforzo i muscoli per respirare che per giorni feci fatica a respirare normalmente dal dolore alle costole.
Un'altra volta, al ritorno da un campo dall'allenamento, un mio compagno di squadra comprò di nascosto un Magnum Classic durante una pausa ad un Autogrill. Il mio allenatore lo scoprì all'uscita dallo shop. Radunò tutta la squadra a semicerchio davanti al mio compagno e a lui, e poi dopo aver fatto un discorso (non ricordo precisamente le parole) su quanto fossero nocivi cibi come quelli, lo gettò via in un modo estremamente plateale.
Smisi di nuotare nell'estate dei miei 15 anni. Mi cacciarono dalla squadra dicendo che non ero prestante, che non stavo portando risultati alla squadra, le parole esatte furono "sei ferma al palo da più di un anno". Quando feci notare nell'ultime gare avvenute una settimana prima, avevo migliorato tutti i miei record personali, il mio allenatore mi disse che quei record non servivano a nulla.
La realtà era che a 15 anni uno inizia a farsi una personalità, a voler decidere un po' che cazzo fare della propria vita.
Io stavo diventando un'adolescente difficile da controllare secondo loro, quando in realtà semplicemente stavo diventando grande. Mi ero resa conto che tutto quei discorsi sull'alimentazione, sulle prestazioni, sugli obiettivi mi stavano stretti, ma li seguivo solo perchè serviva alla squadra. Mi sono trovata spesso negli ultimi anni nel nuoto a piangere di nascosto in bagno nelle pause dagli allenamenti perchè stavo male, ma la squadra veniva prima del mio benessere.
Io in realtà volevo semplicemente mangiarmi un gelato ogni tanto con gli amici di scuola, senza sentirmi nel cervello il mio allenatore che mi urlava che stavo buttando tutto nel cesso.
Vorrei dire che quando mi cacciarono (perchè quella fu la parola usata) mi sentì libera. Ma non fu così.
Passai i successivi mesi a sentirmi persa, depressa e sola. Tutta la mia vita era in piscina, non conoscevo nulla oltre alla squadra di nuoto. Quindi mi rifugiai nel cibo. Tutto quello vietato negli anni.
Da quell'estate sono passati 10 anni, la mia relazione con il cibo è un migliorata notevolmente, anche se tutt'ora mi chiedo se alcuni cibi non mi piacciono veramente o mi hanno convinto che non dovevo farmeli piacere. Capita che non senta la fame per giorni, a furia di ignorarla durante gli allenamenti. Ma ho imparato a mangiare regolarmente, e mi tolgo gli sfizi, senza sentire più il mio allenatore insultarmi.
Io in piscina non ci ho fatto più un allenamento, anche andarci con gli amici mi crea sentimenti contrastanti. Entro in acqua solo per una decina di minuti, faccio un paio di bracciate e poi mi appoggio al bordo o esco velocemente.
Per quanto l'acqua sia il mio ambiente, in piscina non mi sento più a casa.
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principiodiverita · 7 hours ago
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I MALATI MENTALI ABILITATI ODIERNI VENGONO STIPENDIATI PER VIOLARE E ABUSARE LE VITE DEGLI ALTRI, RIPORTANDO NEGLI ATTI UFFICIALI SOLO CIO CHE FA PIÙ COMODO.
ALESSANDRA GAVA, ASSISTENTE SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO, È LA PEGGIOR PSICHIATRICA EVIDENTE E COMPROVATA, PSEUDOSTALKER OSSESSIONATA A LIVELLI MANIACALI TANTO VIOLARE LA PERSONA SENZA PRESA IN CARICO O NECESSITÀ E L'UNICA ASSISTENTE SOCIALE CHE GARANTISCE AI CARNEFICI CHE COMMETTONO VIOLENZE DOMESTICHE E MINACCE DI MORTE DI DETERNE CONTROLLO E GARANTIRE IL PROSECUO DELLE MANIPOLAZIONI, DELLE VIOLENZE E DEL TERRORISMO PSICOLOGICO.
TI DEVONO PRENDERE A MARTELLATE NELLE MANI, NEI DENTI E NELLA TESTA FIN QUANDO DI TE NON RESTERÀ PIÙ UN CAZZO, CHE TANTO SULLA TERRA NON SERVI AD UN CAZZO DI NIENTE. SEI UN SOLO DISTURBO PSICHIATRICO INSCATOLATO IN UN 1 METRO E 50 DI UN CESSO CHE NON SI AVVICINA NEANCHE LONTANAMENTE AD UNA DONNA UMANA.
TI DEVONO SQUARTARE VIVA, CHE TANTO MORTA TU NON SI PERDE NIENTE SULLA TERRA. SEI UN MANICOMIO E SEI GALERA, DISTURBATA DA CAMICIA DI FORZA.
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bianchismo · 8 days ago
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dionysman · 13 days ago
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Di partenza, in assoluto, manca la sanità mentale dalle più alte poltrone nel Consorzio fino al personale che opera prevalentemente in ufficio. GABRIELLA BON è la peggior FECCIA, criminale più spudorata, nullità, psicopatica, raccomandata, pezzo di ignorante bifolca assoluta e ladrona. Alla veneranda età di 70 anni si trova ancora a gambe aperte, anche in cooperativa sociale. False malattie usate come scusanti per giustificare le violazioni diritti e di leggi. L'avvocato, consigliere del Consorzio, che va a letto con la presidente Gabriella Bon, consiglia esattamente come violare diritti e leggi. E la collaboratrice, malata mentale e criminale e corrotta, mente ed esegue il lavoro sporco della discriminazione e dell'atto fraudolento. I PIÙ GRAVI PSICHIATRICI VERI E CRIMINALI COMPROVATI E RIPROVATI TALI, PERENNEMENTE IMPUNITI E ABILITATI.
IN ITALIA SI PUò TUTTO GRAZIE ALLA RACCOMANDAZIONE E ALLA CORRUZIONE, ANCHE ESSERE ABILITATI NEL SETTORE SOCIALE E SANITARIO DOPO ESSERSI PROVATI DISTURBATI PSICHIATRICI GRAVI E CRIMINALI INCONFUTABILMENTE.
RESTARE IMPUNITI COME SE NULLA FOSSE AVENDO VIOLATO DIRITTI E LEGGI, PER I PROPRI DISTURBI PSICHIATRICI CHE SIEDONO IN POLTRONA.
GABRIELLA BON E' LA PEGGIOR PSICHIATRICA DA MANICOMIO, CRIMINALE DA GALERA E MALATA DI CAZZO TANTO DA SCEGLIERE IL PERSONALE DA ASSUMERE NEL PERSONALE DELLA SUA COOPERATIVA SOCIALE ESCLUSIVAMENTE PER QUESTO, LE "DONNE" SONO ASSUNTE PER COMPENSARE E MANTENERE UNA FINTA FACCIATA PERBENISTA, MA LA PUTTANA E' PUTTANA 360 GRADI. 70ENNE PSICHIATRICA, RACCOMANDATA, CRIMINALE, VIZIATA, CAPRICCIOSA E ANCORA BISOGNOSA DI ATTENZIONI MASCHILI E DI CAZZI IN FACCIA.
VEDERE MORTI SGOZZATI CRIMINALI E PSICHIATRICI COME VOI SARà ASSOLUTA GIOIA E LIBERAZIONE.
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viviween · 13 days ago
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Le persone che si offendono per questioni stupide, sono le stesse che commettono atti terribili contro indifesi.
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Corriere Del Mezzogiorno di Oggi venerdì, 02 agosto 2024
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soleberlandieri · 2 years ago
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Hold onto me - Empatia e resa (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1305345191-hold-onto-me-empatia-e-resa?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki&wp_originator=fLtVY0g2UeEKjNkyfsCqJHGFifPGNBuf7%2BV0nYtU8mY1fd4Z1wwD3Kr%2BE%2B0IQMcqsEO%2B5dIuCVGKFC00aA87F3HAxJ9d6%2F20p1frax7eap4Nc00kpC0AgTpTfAjnG0MJ Questa è una NaruIta. Naruto X Itachi. Modern AU. Accenni di Zabuza X Itachi, Jugo X Itachi , Sasuke X Sakura, Kakashi X Iruka, Karin X Itachi e Suigetsu X Itachi. Naruto è un ragazzo orfano che è dovuto crescere completamente abbandonato a sé stesso. Per poter sopravvivere è dovuto ricorrere anche a metodi poco ortodossi. Vittima di solitudine e bullismo, inizia a farsi degli amici solo al liceo dopo aver smesso di lottare per avere la comprensione degli altri. Un solo ragazzo lo aveva capito, uno sconosciuto incontrato all'età di otto anni e mai più visto. Nonostante quel ragazzo avesse sia casa che famiglia, non voleva tornarci. Naruto capirà il perché solo molti anni dopo. Allerta trigger: Abusi sia su minore che in età adulta. Violenza. Pratiche illegali. Incesto padre / figlio. Omicidio. Suicidio. Bullismo. Uso di alcol e sostanze.
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nicolacostanzo · 4 months ago
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osappleobeneduci · 5 months ago
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BENEDUCI: "PROCURE DELLA REPUBBLICA INDAGHINO SU RAPPORTO TRA SUICIDI IN CARCERE E MEDINALI SOMMINISTRATI"
LE PROCURE DELLA REPUBBLICA INDAGHINO SUL RAPPORTO TRA I SUICIDI IN CARCERE ED I MEDINALI CHE VI VENGONO SOMMINISTRATI . “La situazione nelle carceri italiane è estremamente drammatica come anche dimostra il dato, senza precedenti, dei 43 suicidi nei primi sei mesi dell’anno ed è assai probabile che esista una diretta relazione tra l’incremento tra i gesti estremi a volte infausti tra la…
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marcogiovenale · 5 months ago
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lavoro culturale precarietà abusi molestie sessismo: azione al teatro argentina oggi
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valhallarealm · 6 months ago
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in Baby Reindeer l'Abuser non è un mostro da abbattere ma una persona con un disturbo
Baby Reindeer è tratto da una storia vera vissuta dallo stesso protagonista che la recita, Richard Gadd, attore scozzese che l’ha trasposta da opera teatrale a serie Netflix. Dopo aver offerto una tazza di tè gratuita a Martha nel pub dove lavora, Donny si trova sommerso da mail e messaggi Facebook inviati dalla donna. Prova pena per lei e non la denuncia finché non racconta il falso ai suoi…
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lestoriedellasera · 10 months ago
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In questa puntata Linda racconta la sua storia, una donna che ad un certo punto della sua vita si trova intrappolata nella rete invisibile della violenza domestica. Il racconto rivela le sottili manipolazioni e le violenze fisiche ed emotive subite da Linda. Una storia di resilienza e forza, che offre uno sguardo crudo sulla violenza di genere e sulla lotta per la sopravvivenza in una situazione che sembra non avere via d'uscita. Un viaggio attraverso il buio, la speranza, ma alla fine arriva Emanuele ed inizia la strada verso la rinascita. Testi, musiche, pre e post produzione Paolo Castelfranato
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principiodiverita · 20 hours ago
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FAMIGLIA DI PEDOFILI SPUDORATI, SPACCIATORI, STALKERS, PSICHIATRICI GRAVI NON IN CURA, DROGATI, LADRI, SCHIZOFRENICI GRAVI NON IN CURA BUGIARDI PATOLOGICI, MANIPOLATORI, DELINQUENTI, OSSESSIONATI DALLA VITA ALTRUI TANTO DA COMMETTERE DECADI DI VIOLENZE, CALUNNIE, DIFFAMAZIONE, PERSEGUITARE IN OGNI MODO CHI NON SE LI CAGA NEMMENO DI STRISCIO, VIOLENTI E PERVERTITI SESSUALI ANCHE DAVANTI A MINORI E CON MINORI, MINACCIANDO DI MORTE CHI SUGLI ABUSI NON HA TACIUTO.
LIVIA SCOVINO
LUCIANO MARELLO
FRANCESCO SCOVINO
CHERUBINA DI PONZIO
LUIGI SCOVINO
GIOVANNI SCOVINO
ANTONIO N.
VIA GRAMSCI, N. 17/H, GRADISCA D'ISONZO
E VIA DI COLOGNA, N. 43, TRIESTE
AIUTO ATTIVO NELLO STALKING E NELLE VIOLENZE DA PARTE DI ALESSANDRA GAVA, PSICHIATRICA GRAVE DEL SERVIZIO SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO, FRANCESCO ISOLDI DEL CONSORZIO IL MOSAICO.
E ULTERIORI MANIPOLAZIONI E MENZOGNE DA PARTE DI MARCO VISINTIN E SIMONA AGOSTINIS DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA E GLI ABUSI E LE DENUNCE NON PRESE A MINACCE DI MORTE COMPROVATE DAI CARABINIERI DI GRADISCA D'ISONZO, DA PARTE DI MARELLO LUCIANO.
IL SERVIZIO SOCIALE DEI MINORI, A MESI DI DISTANZA DALLE SEGNALAZIONI DI VIOLENZE ANCHE SULLA MINORE IN AFFIDO AI NONNI PSICHIATRICI CHERUBINA DI PONZIO E LUIGI SCOVINO, QUANTO I RESTANTI MALATI MENTALI GRAVI NON IN CURA DELLA FAMIGLIA, CONTINUANO A NON PORTARE VIA LA MINORE.
QUESTO È LA Regione Friuli Venezia Giulia
VI SI AUGURA LA MORTE PER QUELLO CHE STATE FACENDO PASSARE AGLI ALTRI.
PERCHÉ ESPLICITE VIOLENZE E SEGNALAZIONI NESSUNO INTERVENIE.
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