#abusi
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𝐒𝐭𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐭𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐞? Cerchi di fargli capire da mesi con calma che hai diritto ai tuoi spazi, ai tuoi amici: che stare insieme non vuol dire chiudersi in un rapporto solo a due, ma lui continua a dirti che 𝘴𝘦𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘻𝘰𝘤𝘤𝘰𝘭𝘢?
Non scoraggiarti: abbiamo la soluzione per te! Con "𝗢𝗿𝗮 𝘁𝗶 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗯𝗿𝘂𝘁𝘁𝗼", corso online gratuito distribuito dal 𝐌𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐨𝐧𝐨𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐃𝐢𝐟𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐃𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐃𝐢 𝐄𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐕𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐃𝐢 𝐀𝐛𝐮𝐬𝐢, risolverai ogni tipo di incomprensione! 📌
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Le ha scritte a se stessa per sapere sempre con chiarezza mentale perché non tornare indietro. Perché a livello affettivo si sentiva pure in colpa di farlo soffrire.
I genitori hanno reso noto questo elenco come monito per gli altri.
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➧ «Abbiamo litigato per il fatto che non lo avessi fatto venire al compleanno della Elena (la sorella di Giulia, ndr)».
➧ «Ha sostenuto più volte fosse mio dovere aiutarlo a studiare».
➧ «Si lamentava quando mettevo meno cuori del solito».
➧ «Necessitava di messaggi molte volte al giorno».
➧ «Ha idee strane riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, alla tortura, robe così».
➧ «Quando lui ha voglia tu non puoi non averne se no diventa insistente».
➧ «Non accetta le mie uscite con la Bea e la Kiki».
➧ «Non accetterebbe mai una vacanza mia in solitaria con maschi nel gruppo».
➧ «Tendenzialmente i tuoi spazi non esistono».
➧ «Lui deve sapere tutto, anche quello che dici di lui alle tue amiche e allo psicologo».
➧ «Durante le litigate dice cattiverie pesanti e quando l’ho lasciato mi ha minacciato solo per farmi cambiare idea…».
➧ «C’è stato un periodo in cui dopo esserci detti “Buonanotte” mi mandava sticker finché non vedeva che non ricevevo più messaggi per controllare che fossi davvero andata a dormire».
➧ «Tutto quello che gli dici per lui è una promessa e prova a vincolarti così».
➧ «Prendeva come un affronto il fatto che volessi tornare a casa prendendo l’autobus alla fermata più vicina e non in stazione».
➧ «Una volta si è arrabbiato perché scesa dall’autobus volevo fare 5 minuti a piedi da sola mentre lui era da un’altra parte senza aspettarlo».
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Sono personaggi (uomini e donne) pericolosamente manipolatori e fanno le vittime ogni volta che perdono il controllo.
Per quanto mi riguarda la cronicità e la presenza di tre di questi elementi deve determinare un taglio di qualsiasi relazione.
#violenza#abusi#potere#malati di mente#ego#responsabilità#relazioni#discernimento#zombie#società#giulia cecchettin#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#verità#pericoli#uomini#donne#manipolazioni#controllo
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Hold onto me - Too weak (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1328594051-hold-onto-me-too-weak?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki Questa è una NaruIta. ItaNaru. Naruto X Itachi. Modern AU. Accenni di Zabuza X Itachi, Jugo X Itachi , Sasuke X Sakura, Kakashi X Iruka, Karin X Itachi e Suigetsu X Itachi. Naruto è un ragazzo orfano che è dovuto crescere completamente abbandonato a sé stesso. Per poter sopravvivere è dovuto ricorrere anche a metodi poco ortodossi. Vittima di solitudine e bullismo, inizia a farsi degli amici solo al liceo dopo aver smesso di lottare per avere la comprensione degli altri. Un solo ragazzo lo aveva capito, uno sconosciuto incontrato all'età di otto anni e mai più visto. Nonostante quel ragazzo avesse sia casa che famiglia, non voleva tornarci. Naruto capirà il perché solo molti anni dopo. Allerta trigger: Abusi sia su minore che in età adulta. Violenza. Pratiche illegali. Incesto padre / figlio. Omicidio. Suicidio. Bullismo. Uso di alcol e sostanze.
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Quanto cazzo è profonda questa canzone per chiunque come me ha avuto abusi famigliari! Bisogna avere coraggio e avere paura e chiedere aiuto non è per niente una debolezza anzi è avere coraggio! Fai del bene che il karma gira per tutti prima o poi.
#il tre#il coraggio della paura#pezzi di vita#canzone#riflessioni#pensieri#abusi#sentirsi soli#famiglia#riflessione#rap#hip hop#Spotify
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Heavy
Ci sono molte forme di violenza e maltrattamento che non sono fisiche. Per esempio, mio fratello mi ha pesantemente maltrattato e umiliato senza motivo da quando io avevo sei anni, e lui ne aveva undici, per almeno quindici anni finche’ non sono anche io riuscita ad allontanarmi piu’ stabilmente dalla famiglia. Fino a un certo punto, ricordo che giocavamo insieme, ci volevamo bene, come bambini, e fratelli. E ricordo perfettamente il momento in cui non e’ stato piu’ cosi’. Con la sua adolescenza, e’ arrivato il disprezzo a tratti rabbioso, l’indifferenza e il fastidio con cui reagiva alla mia presenza, ai miei tentativi di contatto affettuoso. Mi ricordo quando da adolescente, seduta sul gabinetto in un bagno di casa (senza chiave), mio fratello e’ entrato e ha lasciato la porta spalancata mentre si lavava le mani, come se io non ci fossi, mentre un suo amico che era venuto a trovarlo stava li’, in piedi fuori dalla porta, probabilmente congelato dalla scena, come lo ero io, esposta in quel modo. Nessuno ha detto o fatto nulla. Mio fratello non e’ stato ripreso o punito dai miei genitori per quella violenta umiliazione, per di piu’ in un periodo di vita cosi’ delicato per una ragazzina. Ricordo che che venivo maltrattata costantemente, trattata come un stupida, un’idiota, un fastidio, spesso davanti ai miei genitori, e quando protestavo, la loro risposta era: “adesso basta!” oppure “finitela!” come se io c’entrassi qualcosa nel conflitto, e chiaramente non prendendo le mie difese ne’ riconoscendo il problema che veniva costantemente ignorato ne’ dando le responsabilita’ a chi le aveva. Ero solo una bambina e nessuno mi ha ascoltato ne’ preso le mie difese. Non so se i miei genitori abbiano mai parlato con mio fratello senza farsi vedere da me (ne dubito e comunque sarebbe sicuramente stato fatto in modo inefficace e autoritario tipo: “basta trattare male tua sorella!”) ma di sicuro io non sono stata riconosciuta ne’ difesa da quell’ abuso costante in alcun modo; anzi, sono stata zittita e soffocata piu’ volte nel mio disagio creando estrema frustrazione. Se protestavo perche’ venivo trattata male, il problema ero io. Bisogna subire e stare zitti per mantenere un apparente ordine. La mia sofferenza e urla rimbalzavano come su un muro di gomma, rendendomi il problema, quando la mia unica colpa era: esserci. Ricordo di aver scritto una lettera che ho lasciato in camera di mio fratello una sera, dove gli chiedevo perche’ mi tarttava cosi’, cosa avevo fatto, e credo gli pregassi di parlarmi e forse tornare come prima, non ricordo esattamente. Silenzio. Tutto continua come sempre.
Ad un certo punto, forse proprio dopo l’episodio del bagno, ho deciso di smettere di parlare a mio fratello. Forse non la migliore startegia per risolvere un conflitto, ma se nessuno era dalla mia parte o mi dava retta, dovevo farlo da sola, e tutti i precedenti tentativi non avevano sortito alcun effetto. A casa mia, il modo per “gestire” un conflitto era abortirlo, urlando e poi ancor meglio mettendo stando zitti e cosi’ si riparte da zero come se niente fosse. Chiusa in me stessa, ricordo interi pasti ogni giorno a pranzo e cena come una specie di tortura quotidiana, dove regnava il silenzio, l’aria pesante, il fastidio rabbioso di mio fratello che non mi guardava in faccia, e il far finita di nulla dei mie genitori, che non mi hanno mai riconosciuta, non hanno mai assunto una posizione, e hanno lasciato che questa situazione proseguisse per piu’ di una decade lasciandomi nella solitudine, nel silenzio pesante e omertoso per mantenere un apparente quieto vivere che era poi tutt’altro che quieto, piuttosto un vulcano in ebollizione.
Ricordo che quando studiavo fuori sede e mio fratello si e’ laureato in un’altra citta’, non sono andata alla sua laurea inventandomi una scusa. Vaffanculo, no? Ovviamente nessuno ha detto nulla ne’ approfondito. Sentore di problema, poof! si crea il vuoto. A quel punto, muore mio nonno paterno. Ricordo bene quel momento fuori dal liceo, quando mio padre e’ venuto a prendermi a meta’ mattina per andare al funerale, di aver pensato, di fronte alla morte: “ma cosa sto facendo?”, quando ho deciso che avrei ricominciato a parlare a mio fratello. Perche’ comunque quella faida era una causa persa, nessuno faceva nulla, ogni mia reazione non veniva raccolta ma solo ignorata, e sarei stata meglio uscendone. Anche se sapevo che lui avrebbe continuato a non considerare la mia esistenza e i miei a far finta di niente. Ho ripreso a parlarci, ma cio’ non ha cambiato le cose ovviamente. La cosa davvero triste oggi e’ che nonostante siamo sempre stati parte della stessa famiglia, io non so chi sia mio fratello. Non l’ho mai conosciuto, al di fuori del suo risentimento e disprezzo rabbioso. Non so che cosa abbia fatto nella vita esattamente, al di la’ di quello che potresti leggere su Wikipedia, tipo, dove ha studiato o lavorato. Non so nulla. Non abbiamo mai condiviso nulla, momenti normali o divertenti, chicchierate fraterne o discussioni costruttive, nemmeno nulla di cio’ che semplici conoscenti potrebbero condividere davanti a un caffe’.
Oggi io ho 41 anni e mio fratello ne ha 46. Ha due figli e ancora oggi, e’ una persona difficile. Ma da quando e’ diventato papa’, una piccola luce si deve essere accesa dentro di lui. Oggi in parte riconosce, e combatte con cio’ che ora capisco essere una patologica ansia rabbiosa, e anche se spesso lo agisce comunque, oggi vede il suo modo di aggredirti e distruggerti e in qualche modo sa che e’ una reazione al suo terrore di contatto emotivo, della sofferenza, della malattia, al suo bisogno di controllo, e chissa’ che altro. D’altronde, lo conosco poco. Quando sono tornata in Italia dopo anni di recente, abbiamo avuto per la prima volta una simil-conversazione da quasi fratelli, dove con gran fatica ha riconosciuto di sentirsi molto in colpa per come mi ha trattato da sempre. Lo so che sta facendo uno sforzo, alla luce del suo essere padre, e lo apprezzo molto. Meglio recuperare un po’ di fratello tardi, che mai.
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13esima: N. Sinno, Triste tigre, Neri Pozza
Micol Cittone ci segnala quello che l’editore definisce come “il caso letterario europeo del momento” In realtà Micol era indecisa se segnalarlo o no, dato che, come scrive: “Poi su Triste Tigre sono indecisa, si parla di abusi su minori pertanto non è un libro di piacevole lettura né che consiglierei a cuor leggero; tuttavia mi sono ritrovata a rifletterci per settimane intere (che credo sia…
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Di partenza, in assoluto, manca la sanità mentale dalle più alte poltrone nel Consorzio fino al personale che opera prevalentemente in ufficio. GABRIELLA BON è la peggior FECCIA, criminale più spudorata, nullità, psicopatica, raccomandata, pezzo di ignorante bifolca assoluta e ladrona. Alla veneranda età di 70 anni si trova ancora a gambe aperte, anche in cooperativa sociale. False malattie usate come scusanti per giustificare le violazioni diritti e di leggi. L'avvocato, consigliere del Consorzio, che va a letto con la presidente Gabriella Bon, consiglia esattamente come violare diritti e leggi. E la collaboratrice, malata mentale e criminale e corrotta, mente ed esegue il lavoro sporco della discriminazione e dell'atto fraudolento. I PIÙ GRAVI PSICHIATRICI VERI E CRIMINALI COMPROVATI E RIPROVATI TALI, PERENNEMENTE IMPUNITI E ABILITATI.
IN ITALIA SI PUò TUTTO GRAZIE ALLA RACCOMANDAZIONE E ALLA CORRUZIONE, ANCHE ESSERE ABILITATI NEL SETTORE SOCIALE E SANITARIO DOPO ESSERSI PROVATI DISTURBATI PSICHIATRICI GRAVI E CRIMINALI INCONFUTABILMENTE.
RESTARE IMPUNITI COME SE NULLA FOSSE AVENDO VIOLATO DIRITTI E LEGGI, PER I PROPRI DISTURBI PSICHIATRICI CHE SIEDONO IN POLTRONA.
GABRIELLA BON E' LA PEGGIOR PSICHIATRICA DA MANICOMIO, CRIMINALE DA GALERA E MALATA DI CAZZO TANTO DA SCEGLIERE IL PERSONALE DA ASSUMERE NEL PERSONALE DELLA SUA COOPERATIVA SOCIALE ESCLUSIVAMENTE PER QUESTO, LE "DONNE" SONO ASSUNTE PER COMPENSARE E MANTENERE UNA FINTA FACCIATA PERBENISTA, MA LA PUTTANA E' PUTTANA 360 GRADI. 70ENNE PSICHIATRICA, RACCOMANDATA, CRIMINALE, VIZIATA, CAPRICCIOSA E ANCORA BISOGNOSA DI ATTENZIONI MASCHILI E DI CAZZI IN FACCIA.
VEDERE MORTI SGOZZATI CRIMINALI E PSICHIATRICI COME VOI SARà ASSOLUTA GIOIA E LIBERAZIONE.
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Le persone che si offendono per questioni stupide, sono le stesse che commettono atti terribili contro indifesi.
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Noi non viviamo in un "Paese per donne" e i principi azzurri non esistono in Italia; qui c'è solo una realtà patriarcale che si trascina da secoli in un connubio anomalo fra Chiesa Cattolica (istituzione fortemente misogina e maschilista) e Stato Italiano patriarcale nelle norme stesse costituzionali, pertanto il maggior lavoro di tutela per se stessa, di prevenzione da abusi di ogni sorta, lo deve fare ogni donna mettendo i giusti paletti nella sua vita senza alcun indugio anche per le figlie.
" Non una di meno" non è solo il motto d'una associazione che vuole proteggere l'incolumità delle donne, ma un impegno sociale che devono prendersi tutte le donne: qualunque donna sia a conoscenza di un maltrattamento, deve intervenire e fare da scudo; non importa essere single, non importa essere sposate, non importa cosa ne pensi "il marito": l'incolumità di una donna è un problema di tutte noi, perché una società di uomini ancora tossici esiste anche a causa della vasta indifferenza femminile.
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PRIMA PAGINA Corriere Del Mezzogiorno di Oggi venerdì, 02 agosto 2024
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Hold onto me - Empatia e resa (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1305345191-hold-onto-me-empatia-e-resa?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki&wp_originator=fLtVY0g2UeEKjNkyfsCqJHGFifPGNBuf7%2BV0nYtU8mY1fd4Z1wwD3Kr%2BE%2B0IQMcqsEO%2B5dIuCVGKFC00aA87F3HAxJ9d6%2F20p1frax7eap4Nc00kpC0AgTpTfAjnG0MJ Questa è una NaruIta. Naruto X Itachi. Modern AU. Accenni di Zabuza X Itachi, Jugo X Itachi , Sasuke X Sakura, Kakashi X Iruka, Karin X Itachi e Suigetsu X Itachi. Naruto è un ragazzo orfano che è dovuto crescere completamente abbandonato a sé stesso. Per poter sopravvivere è dovuto ricorrere anche a metodi poco ortodossi. Vittima di solitudine e bullismo, inizia a farsi degli amici solo al liceo dopo aver smesso di lottare per avere la comprensione degli altri. Un solo ragazzo lo aveva capito, uno sconosciuto incontrato all'età di otto anni e mai più visto. Nonostante quel ragazzo avesse sia casa che famiglia, non voleva tornarci. Naruto capirà il perché solo molti anni dopo. Allerta trigger: Abusi sia su minore che in età adulta. Violenza. Pratiche illegali. Incesto padre / figlio. Omicidio. Suicidio. Bullismo. Uso di alcol e sostanze.
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BENEDUCI: "PROCURE DELLA REPUBBLICA INDAGHINO SU RAPPORTO TRA SUICIDI IN CARCERE E MEDINALI SOMMINISTRATI"
LE PROCURE DELLA REPUBBLICA INDAGHINO SUL RAPPORTO TRA I SUICIDI IN CARCERE ED I MEDINALI CHE VI VENGONO SOMMINISTRATI . “La situazione nelle carceri italiane è estremamente drammatica come anche dimostra il dato, senza precedenti, dei 43 suicidi nei primi sei mesi dell’anno ed è assai probabile che esista una diretta relazione tra l’incremento tra i gesti estremi a volte infausti tra la…
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lavoro culturale precarietà abusi molestie sessismo: azione al teatro argentina oggi
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