#comportamento sociale
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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L'Origine e il Significato dei Saluti: Stretta di Mano, Abbraccio e Gesti di Amicizia
Un Viaggio nel Tempo tra Simboli di Amicizia e Rispetto: Perché ci Stringiamo la Mano o ci Abbracciamo?
Un Viaggio nel Tempo tra Simboli di Amicizia e Rispetto: Perché ci Stringiamo la Mano o ci Abbracciamo? Nel corso della storia, gli esseri umani hanno sviluppato una varietà di gesti per salutarsi e mostrare rispetto e amicizia. Tra questi, la stretta di mano e l’abbraccio sono tra i più comuni e simbolici, particolarmente diffusi nelle culture occidentali e spesso adottati anche in contesti…
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dropsofsciencenews · 1 month ago
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Topi e strategie sociali: come una femmina può salvarti la pelliccia
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Quando gli animali si muovono nel loro ambiente, non lo fanno mai in modo casuale o disinteressato. Valutano costantemente i rischi, osservano attentamente ciò che accade intorno a loro, utilizzano indizi sensoriali e acquisiscono nuove informazioni per adottare comportamenti appropriati. Del resto, il pericolo è sempre dietro l'angolo, e sapere cosa fare è cruciale per la sopravvivenza. I roditori, ad esempio, adottano posture difensive quando percepiscono minacce, come odori di predatori o ombre sospette.
Anche all'interno dei gruppi sociali, gli animali sviluppano meccanismi cognitivi per rispondere agli stimoli sociali e ai cambiamenti ambientali. In comunità con gerarchie ben definite, devono costantemente osservare i comportamenti degli altri per capire se sta per scoppiare un conflitto o se il gruppo è in quiete. Quando si presenta una minaccia, la fuga è una risposta classica ed efficace. Ma scappare non è sempre la scelta migliore, perché implica perdere risorse e opportunità di accoppiamento. Come fare allora per ridurre i conflitti all'interno di un gruppo? Per i piccoli topi della specie Mus musculus, la risposta è ingegnosa: utilizzare le femmine come distrazione.
Un gruppo di ricercatori ha registrato le interazioni di gruppi composti da due maschi e due femmine per un periodo di cinque ore. Hanno utilizzato l'intelligenza artificiale per codificare in maniera oggettiva come i topi gestiscono i comportamenti aggressivi dei loro simili. Essendo animali gerarchici, nei gruppi c'è sempre un maschio più aggressivo degli altri. I ricercatori hanno registrato 3.000 incontri tra maschi, determinando le risposte più probabili all'aggressione e se queste azioni risolvessero o peggiorassero il conflitto.
Tra questi incontri, i ricercatori hanno osservato un comportamento molto costante: il maschio aggredito spesso correva verso una delle femmine, riuscendo così a de-escalare l'aggressione. Dopo un confronto aggressivo, il maschio vittima interagiva brevemente con una femmina prima di allontanarsi rapidamente, poiché l'attenzione dell'aggressore si spostava su di lei. Questa sequenza comportamentale era l'unica che non portava ad ulteriori scontri violenti. In pratica, il maschio aggredito distraeva l'aggressore con la presenza della femmina, evitando così ulteriori conflitti senza dover fuggire lontano. Geniale, no?
Nonostante questi risultati, lo studio presenta alcune limitazioni. È stato condotto in un ambiente controllato con piccoli gruppi bilanciati per sesso, che potrebbero non rappresentare fedelmente le condizioni naturali. Inoltre, l'assenza di una gerarchia sociale ben definita tra i topi osservati potrebbe aver influenzato i comportamenti registrati. Future ricerche dovrebbero variare il numero e la composizione degli animali per comprendere meglio come questa strategia si applichi in contesti più naturali, ma una cosa è chiara, in alcuni casi basta affidarsi ad una femmina per uscire da una situazione difficile.
A Presto e Buona Scienza! fonte
fonte foto: George Shuklin (talk) - Opera propria, CC BY-SA 1.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5521043
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maddavvero · 1 year ago
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L'odio
Un fenomeno che emerge in modo importante nell’attualità di oggi, è quello dell’odio in rete che si esprime attraverso l’uso di un linguaggio aggressivo, violento e accessibile a tutti. Da dove viene questo fenomeno e perché sta diventando così diffuso?
Il fenomeno è ‘a chilometro zero’, cioè siamo noi. L’odio fa parte dell’essere umano, di tutti noi; è uno dei sentimenti naturali innati nelle persone anche se amiamo pensare che non sia così. Pensiamo ai bambini piccoli, per esempio, che quando non hanno ancora acquisito l’impostazione sociale dettata dal buon senso e dall’educazione, sanno essere a volte davvero ‘crudeli’ nella loro naturale sincerità. L’odio non arriva dal nulla e tutti possiamo esserne vittime o perpetratori. Ma l’odio deriva anche da un condizionamento mass mediatico che continua da decine di anni. La televisione, la radio, i giornali hanno assunto nel corso dei decenni degli atteggiamenti sempre più ‘scomposti e sguaiati’. Una volta una parolaccia in prima serata, ad esempio, sarebbe stata sanzionata, ora è visibile a tutti il fatto che si va ben oltre alla parolaccia. Oggi assistiamo a vere e proprie arene radiofoniche o televisive in cui due fazioni si scontrano apertamente e senza mezzi termini aggredendo verbalmente (e non solo a volte) chi ha un parere diverso. Se questo è il modello proposto dai mezzi di comunicazione di massa come possiamo pretendere che le persone ‘comuni’ online siano pacate e misurate? Attorno a noi c’è un mondo che urla e quello che noi proponiamo online è esattamente questo modello di comunicazione, sopra le righe, becera, scomposta, non curante di quello che una parola è in grado di scatenare. La differenza sta nel fatto che ci sono alcuni di noi che riescono a fare una distinzione tra un contesto privato e uno pubblico qual è quello dei social. Il grosso lavoro da fare oggi è quello sulla consapevolezza. Chi ha educato questi, che spesso sono adulti, a stare online? Chi li ha educati alla percezione di essere in un contesto pubblico, a capire che quello che scrivono ha delle conseguenze anche fattuali? C’è bisogno di formare queste persone allo stare online proprio come si formano queste persone allo stare in società.
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uemmersson · 2 years ago
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Da vítima ao algoz: a perigosa transformação do oprimido em opressor.
De oprimido a opressor: o perigoso ciclo de transformação de comportamento.
O processo de opressão é uma dinâmica complexa que pode se perpetuar por gerações. Aqueles que são oprimidos, muitas vezes lutam por igualdade e justiça, mas em algumas situações, quando alcançam poder e posição de destaque, podem se tornar opressores. Isso pode parecer contraditório, mas é uma realidade que acontece com mais frequência do que gostaríamos de admitir. Quando as pessoas são…
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isa04sblog · 2 years ago
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La ragazza d'ombra
《capitolo uno》
Mi svegliai un pò indolenzita, mi sentivo strana e vedevo tutto offuscato, vidi una figura muoversi vicino a me e chiamare qualcuno, provai ad alzarmi ma facevo fatica a muovermi. La mia vista migliorò è vidi tutto più chiaro, ero dentro una stanza d'ospedale e vidi entrare dalla porta un infermiera seguita subito dopo da mia madre. L'infermiera si avvicinò a me e iniziò a parlarmi, mi chiese come stavo, come mi sentivo, se avevo dolori. Io risposi a tutte le sue domande quasi senza esitazione, l'infermiera disse che fisicamente stavo bene e che era tutto nella norma, mia madre dietro tirò un sospiro di sollievo. L'infermiera uscì lasciando sole me e mia madre, lei si avvicinò a me e io la guardai senza proferire parola.
"Perché lo hai fatto?" Mi chiese lei quasi con le lacrime agli occhi.
Non risposi, rimasi più muta di un pesce. Non volevo parlarne anzi non voglio nemmeno pensarci a tutto l'accaduto. Mia madre stette lì aspettandosi una risposta ma vedendo che essa non giungeva fece un sospiro.
"Domani vedrai una signora, potrai parlare con lei di tutto quello che vuoi" disse lei.
Annuì e chiusi gli occhi, sentì mia madre uscire dalla stanza e io rimasi lì, sola a maledirmi per non essere riuscita nel mio intento.
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medicomunicare · 2 months ago
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Ecstasy (MDMA): meccanismi, d'azione, effetti sulla salute, effetti psicologici e risvolti terapeutici
Origine e sviluppo dell’MDMA L’Ecstasy, noto anche con il nome chimico MDMA (3,4-metilendiossimetanfetamina), è una droga sintetica che combina proprietà stimolanti e allucinogene, ampiamente utilizzata a scopo ricreativo per i suoi effetti euforici e di aumentata empatia. Scoperta per la prima volta nei primi anni del 1900, la MDMA ha guadagnato popolarità negli anni ’70 come strumento di…
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mondovr · 3 months ago
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A Jornada de Clara para a Autonomia
Como Clara se livrou dos esquerdopatas.
Era uma vez… Clara era uma jovem inteligente e criativa que sempre se destacou na escola. Quando entrou na universidade, ela se juntou a um grupo popular que tinha ideias e comportamentos bem definidos sobre política, cultura e estilo de vida. O grupo, conhecido como “Os Vanguardistas”, era altamente respeitado no campus por sua abordagem radical e suas ações coletivas em prol de diversas…
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rtrevisan · 3 months ago
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Como migrar do automóvel para modais inteligentes [C40]
A organização C40 Cities Climate Leadership Group, uma aliança global de grandes cidades comprometidas em enfrentar as mudanças climáticas, publica periodicamente textos e manuais para a transformação urbana sustentável. Entre outros eixos, o transporte urbano é tema abordado com grande frequência principalmente por ser responsável, atualmente, por um terço de todas as emissões de gases de efeito…
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edsonjnovaes · 8 months ago
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OS GRINGOS COMEÇARAM A COPIAR/QUERER A MESMA FAMA DO GREG
@southamericamemes os cara aprenderam a farmar seguidores #southamericamemes ♬ som original – de tudo um pouco Os caras aprenderam a formar seguidores. @South America Memes – Tik Tok OS GRINGOS COMEÇARAM A COPIAR/QUERER A MESMA FAMA DO GREG – imKary5. 07 abr 2024 Canal Secundario:    / @karyzinhaofc   Roblox: @imk4ry Após Vincent Martella, ator de Todo Mundo Odeia o Chris (Everybody Hates…
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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Milano prima per qualità della vita: emergono i costi dei sinistri stradali e la necessità di formazione continua
Dai dati allarmanti sulla sicurezza stradale all’attrattività di Milano, ecco i punti chiave dell’Indagine annuale ItaliaOggi-Ital Communications 2024.
Dai dati allarmanti sulla sicurezza stradale all’attrattività di Milano, ecco i punti chiave dell’Indagine annuale ItaliaOggi-Ital Communications 2024. Milano al primo posto per qualità della vita: un segnale di speranza Milano conquista nuovamente il primo posto nell’Indagine annuale sulla qualità della vita 2024 realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con…
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aaquilas-blog · 10 months ago
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Schermi Violenti: "L'Impatto Invisibile sulla Mente dei Bambini"
Come genitore, una delle mie preoccupazioni principali è sempre stata quella di proteggere i miei figli dall’esposizione a contenuti violenti nei media (cinema, cartoni animati, telegiornali etc…etc…) parlo degli anni ’80 e ’90, quando i miei figli erano piccoli. Questa mia scelta non era solo dettata dalla mia personale avversione per questo tipo di contenuti, ma anche da una profonda…
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divulgatoriseriali · 11 months ago
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Monografie seriali: Ezzedine sebai, il serial killer delle vecchiette
Ben Mohammed Ezzedine Sebai, noto come il serial killer delle vecchiette, fu un serial killer disorganizzato, alcolista edonista sessuale. Nato in Tunisia e immigrato in Italia, è noto come il serial killer delle vecchiette. Fatti ed eventi che lo contraddistinguono descrivono l’infanzia di un bambino dal carattere recalcitrante, indesiderato e stigmatizzato, allevato tra violenza e abusi, dalla…
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hansolsticio · 10 months ago
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ᝰ.ᐟ na jaemin — "nana".
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— colega de faculdade ! jaemin × leitora — gênero: fluff — conteúdo/avisos: uma tentativa de friends to lovers, roomate haechan, mark e giselle aparecem, linguagem imprópria, ciúmes, "nana". — word count: 1992 + 3 prints. — nota da autora: parece que eu peguei todos os clichês do mundo e enfiei aqui, vocês me perdoem.
"Não precisa ficar assim também. Só tô dizendo que toda brincadeira tem um fundo de verdade.", Hyuck — que estava jogado no chão do seu quarto — tenta fazer o 'controle de danos', você sempre ficava meio exaltada quando alguém tocava nesse assunto.
"E eu tô dizendo que você é muito emocionado! Fica vendo coisa em tudo.", o notebook no seu colo já havia sido esquecido há muito tempo, nem lembrava mais o que estava escrevendo. A mente voava longe e pousava nos ombros de um certo moreninho do sorriso bonito.
"Eu até concordaria contigo. Mas não sou só eu quem percebe, tá bom? Você sabe que não.", os polegares habilidosos não paravam quietos, ele jogava algum joguinho bobo no celular, nem parecia estar interessado na conversa.
"Não tem nada 'pra perceber, Donghyuck. O Nana é assim com todo mundo.", você se referia à personalidade galanteadora de Jaemin que, na sua opinião, era carinhoso com todos os seus amigos. Porém Hyuck não parecia pensar da mesma maneira.
"Nana.", imitou o tom açucarado que você usava para pronunciar o apelido. Haechan sentiu o corpo tirar um 'print' assim que o travesseiro fofinho voou em direção ao rosto dele, dando um gritinho meio cômico. "Ô inferno, 'cê quase me fez perder, tá vendo?!", levantou o torso com pressa, ficando sentado, não desgrudava o olho da tela.
"É? Achei que 'cê tivesse mais preocupado em ficar falando besteira.", as palavras saindo atropeladas, Hyuck conseguia ser uma praga. "Espero que você lembre que o prazo do relatório só vai até meia noite, cabeção.", alfinetou, sabia que ele não tinha nem começado.
"PUTA QUE PARIU!", ele levantou aos tropeços.
𐙚 ————————— . ♡
Você nunca havia parado para questionar a sua amizade com Jaemin, pelo menos não até os últimos dias. Pois desde que Haechan começou a insistir que tem algo a mais entre vocês dois — tal qual um diabinho sentado no seu ombro —, sua mente perdeu a habilidade de ficar em paz.
Jaemin entrou na sua rotina junto com a vida acadêmica. Não deu para se esquivar do moreno simpático que sempre passava por você nos corredores, já que ele adentrou seu círculo social sem dificuldade alguma. Quando você foi capaz de perceber, vocês já pareciam amigos de longa data — mesmo que só se conhecessem há alguns semestres. Nana era um dos homens mais fofos que você já conheceu, muito afetuoso e meio esquisitinho, mas você ria muito com o jeito excêntrico dele.
A afeição que você nutria por ele parecia ser retribuída na mesma intensidade. Você não era burra, sabia que Jaemin demonstrava um tipo de carinho diferente por você, mas atribuía esse comportamento ao fato de você ser mulher — querendo ou não, era algo que influenciava. Bom, você costumava pensar assim até Lee Donghyuck deixar as coisas estranhas.
𐙚 ————————— . ♡
Quem passasse por perto seria capaz de ouvir a conversa inteira sem um pingo de esforço, as vozes ecoavam pela sala vazia — sua "panelinha" (composta por você, Mark e Hyuck) sendo os únicos ocupantes, já que costumavam ficar após as aulas. Vocês gargalhavam descontroladamente, enquanto Mark contava aos risos sobre como acabou anexando o arquivo errado no e-mail e se assustou ao receber uma advertência da coordenação por ter enviado um meme grotesco para uma das professoras. Sentada em cima de uma das mesas, você sentia sua barriga doer e achava que ia desmaiar de tanto rir.
A porta abrindo não foi suficiente para cessar o riso de vocês, mas atraiu os olhares que agora assistiam um Jaemin sorridente adentrar o cômodo.
"Vocês são muito barulhentos, minha nossa...", o moreno brincou, já cumprimentando todo mundo de jeitos diferentes. Te deixando por último, já que você era a mais distante da porta.
"Aposto que só dá 'pra ouvir o escândalo do Hyuck.", Mark deu uma olhadinha de lado para o homem, esperando a provocação surtir efeito.
"Iiih, me erra, Mark Lee.", Haechan deu um soquinho no braço do amigo.
E essa foi a última coisa que você ouviu, a briguinha dos seus amigos virou plano de fundo assim que Jaemin apareceu na sua frente.
"Oi.", ele te deu um sorrisão e você sentiu seu coração vacilar dentro do peito.
"Oi.", você retribuiu de uma maneira mais contida, sorrindo sem mostrar os dentes. Se sentia meio tímida com a presença do moreno, tudo autoria de Hyuck que era responsável por (abrir seus olhos) deturpar seus pensamentos.
Jaemin ficou pertinho, a altura sendo perfeita para selar sua testa e sentir o cheirinho do seu cabelo, coisa que ele não hesitou em fazer.
"Nem te vi hoje. Tava ocupada?", te trouxe para perto num abraço, puxando seus braços para contornar o corpo dele quando percebeu que você não retribuiu automaticamente.
"Fiquei presa na biblioteca. Tinha um fichamento 'pra entregar.", você se aconchegou no peito dele, sentindo ele fazer carinho no seu cabelo.
"Hm. Eu te mandei mensagem, sabia?", as carícias agora atrás da sua orelha te faziam ter vontade de fechar os olhos.
"Eu nem vi, mal peguei no celular hoje.", você tinha visto sim, só não sabia o que responder.
"Vê e me responde então.", afastou um pouco o corpo, esperando você olhar para cima.
"É tão urgente assim?", você honestamente achava que não era.
"Não... é que vai ter uma reunião na casa do Jeno. 'Cê vai, não vai?", Hyuck já havia te perguntado essa mesma coisa e você negou. Você fez careta para ele, já rejeitando a sugestão e ele te deu uma risadinha fofa. "Vai sim. Eu passo lá 'pra pegar você e o Hyuck.", te abraçou novamente dando um beijinho no topo da sua cabeça.
"Ué? E eu não existo, não?", Mark pergunta indignado. Furando a bolha que circundava vocês dois. Jaemin deu uma gargalhada alta.
"Mas 'cê mora praticamente do lado do Jeno?!", Nana disse como se fosse óbvio.
"Mesmo assim. O que vale é a consideração. Nesses momentos que eu vejo quem são os de verdade.", O Lee fingiu uma expressão decepcionada, fazendo todo mundo cair no riso.
𐙚 ————————— . ♡
Você ouviu mais uma batida irritante na porta. Haechan já havia feito isso tantas vezes, ao ponto de nem te assustar mais.
"Bora, minha filha! Vai morar aí dentro?", dava para perceber que ele estava segurando o riso.
"Vai olhar se eu tô ali na esquina, Donghyuck. Já falei que tô terminando a maquiagem. Que pressa é essa?", você terminava de dar os últimos retoques. Pois já que tinha sido obrigada a ir para a tal reunião, você ao menos iria arrumada.
"Pois fique aí dentro então. Mas saiba que o seu 'Nana' já tá esperando lá fora.", você sinceramente achava que Hyuck não sabia falar nada sem usar aquele tom irritante de provocação. A porta se abriu como mágica, Haechan nem precisou soltar um 'Abre-te, sésamo'. "Opa, minha deusa! Já terminou, foi?", Haechan considerava sua expressão impagável. O peteleco que ele levou na testa só o fez rir ainda mais.
Você e Donghyuck se bicaram desde o elevador até a porta do carro de Jaemin. Mas o silêncio caiu entre vocês dois assim que perceberam a presença de uma mulher desconhecida no banco do passageiro.
"Oi! Não vão entrar?", Jaemin interrompeu a conversa telepática que você estava tendo com Haechan. Vocês dois entraram, cumprimentando Nana de um jeito meio desajeitado. "Ah, essa aqui é a Giselle. Acho que vocês não se conhecem.", ele apresentou a mulher que saudou vocês com um "Oi" meio tímido.
A viagem seguiu num silêncio desconfortável. Bom, pelo menos entre você e Haechan, já que Jaemin conversava animadamente com a nova conhecida de vocês. Vocês dois tentavam digitar de forma discreta, para não deixar óbvio que estavam conversando pelo celular.
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𐙚 ————————— . ♡
A pulga que você guardava atrás da orelha não te deixou em paz a noite inteira. Você não conseguia nem fingir, evitava ficar perto de Jaemin desde o momento que chegaram. Porém a tarefa se tornava muito complicada, Mark já tinha se metido em algum quarto com a namorada e Hyuck não parava quieto num lugar só. Cansada, foi para o lugar mais vazio que encontrou: a varanda da casa de Jeno.
"Se escondendo?", a voz doce te assustou. Jaemin estava muito bonito e você sequer tinha reparado, te olhava com as mãos enfiadas no bolsos.
"Não. Só tô pegando um ar.", sua voz soava pequena, parecia ter receio de falar.
"Entendi. Você nem me abraçou hoje. Fiz alguma coisa?", tombou o rosto pro lado, Nana parecia um gatinho as vezes.
"Não. Acho que só faltou oportunidade mesmo.", você definitivamente não tinha vocação para ser política: era uma péssima mentirosa.
"Ah é?", se aproximou mais de você, as mãos ainda nos bolsos. "Tentei falar contigo a noite inteira, mas 'cê corria pro Hyuck todas as vezes.", ergueu uma das mãos para ajeitar seu cabelo atrás da orelha. "Não vai mesmo me falar o que eu fiz?", olhou seu rosto em expectativa, a mão no seu cabelo tirando todo o seu foco.
"Já disse. Você não fez nada, Jaemin.", tentou soar o mais natural que conseguiu. Mas a última palavra te entregou. Ele franziu as sobrancelhas, havia te pegado no pulo.
"Me abraça então.", era mais um teste.
"Você tem certeza?", péssima, você só se afundava mais.
"E por que eu não teria?", 'confuso' era uma palavra limitante e não supria a descrição do estado de Jaemin.
"Não sei. Não tô a fim de atrapalhar seu lance.", o ciúme era realmente um monstro de olhos verdes, você sabia muito bem agora que sentia a coloração cegar sua convicção.
"Que lance?", Jaemin admitia que achava a situação um tanto divertida.
"Com a Giselle.", soou firme e objetiva — tudo que você normalmente não era. Jaemin não se aguentou, a risada saiu de maneira estridente.
"Bem que ele me avisou que 'cê tava... curiosa.", a última palavra era claramente uma escolha de última hora, substituía algum outro termo que Jaemin não queria que você ouvisse.
"Ele quem?", você sabia a resposta.
"O Hyuck.", era óbvio.
"Era só o que me faltava mesmo. O Hyuck tá meio esquisito, tá bom? Fica inventando umas histórias... não adianta dar muita atenção 'pra maluquice dele.", você tentou desconversar.
"Tem certeza? ele me pareceu bem normal. Me contou umas coisas muito interessantes.", Jaemin já te puxava para o abraço dele, tão calmo que você sequer parecia perceber, o sorriso bonito deixava seu corpo dormente.
"Que coisas?", você tinha até medo de perguntar.
"Disse que 'cê tava aqui toda emburradinha.", usou o mesmo tom meigo que ele fazia para falar com os gatos dele.
"E o que tem de interessante nisso?", seus braços já estavam em volta do pescoço de Jaemin, você não tinha certeza, mas achava que foi ele quem os colocou nessa posição.
"O motivo.", respondeu simplista.
"Não tô entendendo.", essa conversa não fazia sentido nenhum.
Você tinha certeza que já havia visto essa mesma cena acontecer em algum filme, mas nenhuma obra cinematográfica seria capaz de replicar o que você sentiu quando Jaemin te puxou para um beijo. A boquinha era tão macia quanto aparentava, ele tinha um sabor gostosinho — com certeza devia ter bebido algum drink doce. Você interrompeu o beijo, estava achando tudo aquilo um grande episódio de The Office.
"Nana?", sua expressão de confusão era muito engraçadinha.
"Oi?", os olhinhos brilhantes ainda encaravam sua boca.
"A Gis-", não deu tempo de falar.
"O lance dela é com o Jeno. Eu só servi de motorista. Vai continuar emburradinha comigo?", roçou o nariz no seu, a proximidade fazia seu corpo esquentar. "Hm? Se quiser eu te ajudo a ficar calma.", te deu mais um selinho.
Com Na Jaemin todo bonitinho na sua frente, perder tempo é algo que você não iria fazer. Agora foi você quem puxou o moreno, e ele era incapaz de se segurar, sorrindo todo fofinho no meio do beijo. O aperto na sua cintura fazia suas pernas fraquejarem e seu coração estava prestes a derreter.
Nem deu para ficar feliz por muito tempo. Você tinha certeza que Hyuck te faria escrever o relatório dele como "pagamento".
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crazy-so-na-sega · 5 months ago
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Oggi i sondaggi dell’opinione pubblica, come le notizie della televisione, sono completamente integrati nella nostra società. In meno di ventiquattro ore, si può fare uno “studio scientifico” su ciò che si ritiene la gente dica su un certo argomento. Dopo aver studiato i numeri dei sondaggi americani, gli studiosi sono arrivati alla conclusione che la gente adegua il proprio comportamento all’opinione prevalente; la gente è infatti talmente diretta e influenzata dai sondaggi che non oserebbe spezzare questo contratto sociale; deve fare ciò che gli altri pensano si debba fare, perché l’agire al contrario le provocherebbe sofferenza psicologica. Se vogliamo far credere qualcosa alla gente, tutto quello che dobbiamo fare è organizzare un sondaggio su una determinata affermazione e poi fargli pubblicità, preferibilmente in televisione. Daniel Estulin
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medicomunicare · 9 months ago
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Autoironia: la difesa contro rabbia e disagio
Le battute autoironiche sono le migliori – a meno che non le crei. “Vedi cosa ho fatto lì? A giudicare dal mio umorismo (o dalla sua mancanza), potresti pensare che non sono una persona molto sicura di sé o che ho la tendenza a essere triste”. Secondo alcuni studi, tuttavia, nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Qualche anno fa, ricercatori dell’Università di Granada in Spagna si sono…
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abatelunare · 2 months ago
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Le sorprese d'inizio settimana
Stamani, come tutte le mattine, accedo a Facebook. Nella dashboard mi appare il post di un contatto. Faccio per apporvi il mio like. E scopro che non è possibile. Perché mi appare questa finestrella.
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Il mio account non ha violato un bel niente. Secondo i miei parametri, per lo meno. Evidentemente sono ben diversi da quelli adottati nel social. I cui gestori non mi hanno nemmeno avvisato della restrizione (cosa che prima facevano). L'hanno messa in atto da un momento all'altro. Ho provato a controllare il registro delle attività. Sembra tutto normale. Qui il punto non sono le famigerate e sbandierate linee guida, bensì la loro voluta fumosità. Segnali una cosa che ti sembra scorretta, e loro ti dicono che invece va tutto bene. Fai una cosa che a loro non piace, e ti becchi una restrizione. Spero si rendano conto che questo comportamento non giova minimamente alla credibilità del sito. Sarebbe già qualcosa.
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