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Schermi Violenti: "L'Impatto Invisibile sulla Mente dei Bambini"
Come genitore, una delle mie preoccupazioni principali è sempre stata quella di proteggere i miei figli dall’esposizione a contenuti violenti nei media (cinema, cartoni animati, telegiornali etc…etc…) parlo degli anni ’80 e ’90, quando i miei figli erano piccoli. Questa mia scelta non era solo dettata dalla mia personale avversione per questo tipo di contenuti, ma anche da una profonda…
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#educazione educazione ai media#aggressività#aggressività infantile#apprendimento#comportamento#disordine sociale#empatia#imitazione#neuroni specchio#psicologia#psicologia fisiologica#violenza
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11/10/17 10:59 Psicología fisiológica yay!
#samyblresp#studyblresp#psicologia#fisiologica#studyblr#español#studyspo#physiology#psychology#psychological#uned#estudiar#study
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Com'è andato il tuo primo giorno da universitaria?
Bene mi sono innamorata del professore di psicologia fisiologica
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OBIETIVO UOMO:I SEGRETI DEL CERVELLO
VITA NUOVA , OBIETTIVO UOMO:
I SEGRETI DEL CERVELLO
Farmaci, molecole fantastiche, stimolazioni elettriche e psicologia spiritica ...
verso nuove scoperte sui meccanismi e le potenzialità del cervello.
“Gli studi dimostrano che il nostro corpo produce sostanze come le "endorfine". Queste molecole fantastiche sono in grado di sopprimere il dolore, generare euforia, modificare gli stati d'animo e il tono dell'umore.”
Il cervello, questo pianeta in gran parte inesplorato, costituito da circa venti miliardi di neuroni, decine di miliardi di cellule gliali con un numero astronomico di connessioni e capacità di reazione dell'ordine di millesimi di secondo, possiede facoltà effettive e potenziali in gran parte sconosciute e forse nemmeno supposte.
La neurobiologia afferma che il cervello è utilizzato dall'uomo in misura insufficiente e in modo irrazionale. Ai neurobiologi capita spesso di rimanere sorpresi dalle enormi potenzialità del sistema nervoso e la loro attenzione per questa struttura così importante dimostra quanto sia necessario conoscerne e identificarne i meccanismi fondamentali che determinano il passaggio e la trasmissione delle informazioni al cervello.
Le informazioni, sotto forma di impulsi elettrici, captati e trasmessi dagli organi di senso, viaggiando attraverso la rete nervosa giungono al cervello per essere elaborati e analizzati. Il loro significato è valutato mediante un confronto con le esperienze precedenti e i propri programmi genetici; il risultato di questa analisi si traduce in una reazione che vede tutto l'insieme uomo (spirito, psiche e soma) impegnato ad "agire" sull'ambiente.
Questa "azione" è il meccanismo innato dell'apprendimento, dell'adattamento e dell'evoluzione che si esplica grazie al sistema nervoso. La sopravvivenza dell'uomo e della specie è garantita da questa funzione e dal successivo sforzo di "agire", plasmando e adattando tutto l'organismo alle continue e differenti situazioni. Ma l'organismo, per poter sopravvivere, deve saper resistere e fronteggiare le frequenti sollecitazioni, istante per istante; le sue strutture (sistema nervoso, sistema endocrino, sistema immunitario e cervello) devono essere sane e pronte per garantire e preservare l'equilibrio interno (l'omeostasi) di fronte a questi continui cambiamenti.
Per l'uomo, gli stimoli psicosociali, frutto dell'interscambio e della convivenza con altri individui, con il gruppo o con le strutture sociali a cui appartiene, costituiscono i fattori più importanti nel modificare e alterare l'equilibrio.
La reazione emozionale diviene quindi il mediatore tra stimoli psicosociali e l’uomo nella sua interezza, ponendosi come causa evidente delle reazioni di adattamento al proprio ambiente sociale.
Negli articoli precedenti, abbiamo esaminato alcune cause e le relative conseguenze sull'organismo, provocate dal disordine e dallo squilibrio del sistema nervoso, il peso determinante della psiche sul soma e la necessità immediata di utilizzare tecniche precise di riequilibrio psicofisico ed energetico per ripristinare l'omeostasi dell'organismo.
Queste tecniche sfruttano le capacità stesse dell'uomo e, con l'ausilio della "volontà", possono intervenire ripristinando quel naturale equilibrio, già patrimonio dell'uomo. Abbiamo introdotto il concetto di malattia o meglio di squilibrio, dovuto in gran parte allo stress, a tensioni accumulate e mai scaricate, a blocchi energetici che interessano punti precisi, i plessi somatici responsabili del corretto fluire e dell'apporto di energia agli organi. Molto spesso le basi delle malattie sono poste dall'incapacità dell'individuo a gestire in maniera adeguata e bilanciata l'emotività.
Non sono gli eventi o i problemi della vita che favoriscono l'insorgere di malattie, ma il modo di viverli e di reagire ad essi.
In questo articolo tratteremo invece alcune malattie, comunemente classificate come psichiche, in cui l'adattamento e l'interazione tra il cervello e l'ambiente sono più continui e sottili, gli sforzi attuali della neurobiologia e della psichiatria per la cura di questi disturbi e i risultati che Vita Nuova ha finora ottenuto con l'ausilio delle tecniche di riequilibrio psico-fisico ed energetico.
Tali disturbi mentali comprendono le nevrosi (come l'ansia, la depressione, l'isterismo, in cui l'individuo è in relazione con il "mondo reale" come l'individuo normale, ma non riesce ad "agire" efficacemente su di esso) e le psicosi (fra le quali la schizofrenia è l'esempio più marcato).
Nelle psicosi il mondo dell'individuo cessa di essere quello normale, almeno per periodi di tempo assai lunghi; esso è costituito da un altro mondo in cui molti elementi sono stati creati dal soggetto stesso, composti da frammenti del "mondo reale" visti attraverso uno specchio deformante a molte facce, che appaiono all'osservatore esperto sotto forma di allucinazioni o illusioni.
Lo studioso che entra in questo tenebroso territorio si trova svantaggiato, poiché comunemente la psicologia e la psichiatria studiano un uomo senza corpo, vale a dire si preoccupano, per tutti gli aspetti del comportamento, di mettere in relazione uno stato "mentale" con uno stato "cerebrale", tralasciando le interazioni con il soma. Non considerano i molteplici segnali che il soma rilancia continuamente alla psiche, generando nuove reazioni, non posseggono ancora gli strumenti per studiare nuove soluzioni e ottenere migliori risultati.
Certamente, l'effetto di alcuni farmaci sul comportamento degli animali di laboratorio sono importanti e devono essere tenuti in seria considerazione, come i trattamenti fisici e chimici che hanno lo scopo dichiarato di "alleviare o curare" certi disturbi mentali specifici, ma la gamma dei disturbi mentali dell'uomo è incomparabilmente più ricca e complessa. Comunque, la documentazione di questi trattamenti, in gran parte messi a punto in questi ultimi decenni e somministrati anche all'uomo, non è certamente un elenco di notevoli successi, benché la farmacoterapia abbia rivoluzionato grandi settori della psichiatria.
Oggi, per fortuna, sono largamente screditate quelle tecniche che consistono nel sezionare le vie che uniscono i lobi prefrontali del cervello al resto del cervello (leucotomia) o nell'asportare ampie aree della corteccia frontale (lobotomia).
La tecnica della leucotomia è stata messa a punto negli anni trenta in ,Portogallo da E. Moniz e largamente adottata in Gran Bretagna e negli U.S.A. per tutti gli anni quaranta e cinquanta.
Nel 1949 in Inghilterra e nel Galles erano stati leucotomizzati fino a 1200 pazienti e nel 1959 il numero sfiorava ancora i 400 l'anno. Nelle indagini e dai controlli che furono eseguiti per parecchi anni, non si riscontrarono significativi miglioramenti rispetto ai pazienti non sottoposti a leucotomia. Inoltre, la perdita di una regione del cervello così importante tende a provocare un ritardo emotivo e intellettivo, diminuita creatività, egoismo, grettezza e una serie infinita di altri effetti indubbiamente dannosi.
Si tentarono nuove soluzioni e l'elettroshock resta ancora oggi il trattamento standard di alcune forme di depressione, specialmente quelle che non rispondono rapidamente alla farmacoterapia. Ma applicare un simile trattamento è come tentare di aggiustare una radio che non funziona prendendola a calci, o un calcolatore guasto escludendo alcuni dei suoi circuiti. Anche se molti accettano il valore terapeutico dell'elettroshock, altri sono dell'opinione che un trattamento così violento e grossolano, diretto a modificare le strutture cerebrali, non sia in grado di direi molto sulle basi neurobiologiche dei disturbi mentali che dovrebbe guarire.
Poi è arrivato il grande boom degli psicofarmaci che possono essere divisi in quattro grandi classi: sedativi, tranquillanti, antidepressivi e psicomimetici.I sedativi somministrati a forti dosi sono ipnotici (cioè inducono il sonno) ea dosi minori vengono usati per attenuare lo stato di agitazione, di irrequietezza e di sovraeccitazione. Con i barbiturici si entra nel regno di farmaci che possono creare assuefazione fisiologica, cioè il loro uso può alterare la biochimica del corpo e del cervello a tal punto che per il suo normale funzionamento il sistema diventa dipendente dal farmaco. Si sa che l'azione biochimica dei barbiturici interviene sul sistema ossidativo che genera l'energia cellulare e deprime sia l'attività elettrica della formazione reti colare che partecipa al ciclo veglia-sonno, sia la corteccia cerebrale.
I tranquillanti, a differenza dei sedativi, esercitano un effetto calmante, attenuando l'ansia e la tensione, senza ridurre il livello di consapevolezza, anzi alcuni possono aumentare il senso di vigilanza.
Come i barbiturici, essi sono usati in grandi quantità e sembra che sopprimano l'attività elettrica a livello dell'ipotalamo e del sistema limbico, riducono la trasmissione sinaptica del sistema nervoso autonomo e abbassano la temperatura corporea. Fra le categorie di farmaci che più hanno colpito l'immaginazione popolare e che hanno raggiunto un alto grado di diffusione, troviamo le amfetamine. Esse agiscono sulla formazione reticolare ed esplicano effetti che riproducono l'azione del sistema nervoso simpatico, accelerando il battito cardiaco e provocando una sensazione di nervosismo. Moltissimi, ne fanno un uso sproporzionato: per affrontare una cattiva giornata, per sostenere un esame, per vincere una gara sportiva o recarsi ad una festa che duri tutta la notte. Le amfetamine sembrano agire più da stimolanti che da antidepressivi; esse creano un senso di vivacità, combattendo la fatica e la sonnolenza, aumentando la sicurezza di sé e la capacità di decisione.
Pare che l'entusiasmo dei medici sul loro uso si sia in questi ultimi tempi raffreddato.
I rischi potenziali della psicofarmacologia sono notevoli perché l'uso di questi proiettili chimici per modificare l'umore, il comportamento, indurre il sonno o uno stato di euforia, provocano dipendenza, tossicità, il totale annullamento della volontà, la soppressione elettrica di alcuni importanti apparati del cervello. I sistemi naturali di riequilibri o vengono alterati, a volte annullati o compressi a tal punto che l'individuo stesso diviene indifferente allo sforzo e così, inibito ad "agire", reprime quella funzione di adattamento, apprendimento, sviluppo ed evoluzione che dovrebbe essergli propria. Purtroppo il quadro dell'attuale situazione non offre soluzioni confortanti e immediate e anche l'ambito della psicologia, cosiddetta scienza dell'anima, è diviso e frammentato in scuole diverse in disaccordo fra di loro sulle cause, i metodi e le terapie per la cura dei disturbi mentali.
Ma c'è un nuovo spiraglio, una ritrovata speranza grazie alla Psiconeuroimmunologia, una nuova scienza medica che studiando le interazioni tra psiche e soma ha fatto delle interessanti scoperte.
La personalità è costituita dall' intelligenza, dalla memoria, dalla capacità creativa e genera il comportamento, anzi quest'ultimo è la personalità in "azione", la personalità che si realizza, che fronteggia la vita.
Sarà un comportamento equo, equilibrato, capace di affrontare gli stress, le ambiguità, le sventure, se la personalità è forte, incisiva, colta, capace di fare buon uso dei problemi della vita, di ricaricarsi, di auto criticarsi, di rivedere i propri programmi, desideri, traguardi. La reazione alle situazioni della vita può essere di due tipi: la prima è caratterizzata da sconforto, da pena, da malessere ed è contrassegnata da un aumento dell'ormone ACTH che a sua volta fa aumentare il cortisone; la seconda è caratterizzata da una pronta risposta operativa, di autocritica, di rivalutazione delle cause ambientali e personali che hanno determinato l'evento stressante. In tal caso aumenta un ormone, "l'endorfina", che dà sicurezza, stima di sé, ottimismo, voglia di vivere.
Se l'uomo imparerà a far buon uso dello stress, sarà meno soggetto a malattie psicosomatiche, avrà meno paure, meno nevrosi, meno aggressività e violenza. Gli studi dimostrano che il nostro corpo produce sostanze come le endorfine solo se il comportamento è equilibrato e in "azione", permettendo a queste molecole fantastiche di circolare nel nostro cervello, nel midollo spinale e nel sangue. Esse sono in grado di sopprimere il dolore intervenendo sul sistema nervoso centrale e periferico, nella digestione, sul sistema endocrino e sull'apparato riproduttivo, generano euforia, modificano gli stati d'animo e il tono dell'umore.
Fra le numerose ricerche sul cervello, probabilmente le più interessanti sono quelle sulle stimolazioni elettriche cerebrali. In una serie di brillanti ricerche sperimentali, che nel 1949 gli valsero il premio Nobel, Hess dimostrò che la stimolazione elettrica di specifiche strutture nervose nel gatto è in grado di influire sulle funzioni autonome, posizione, equilibrio, movimenti, sonno, re, rabbia, mettendo per la prima volta in luce la possibilità di indurre in questo modo manifestazioni psichiche come l'aggressività.
Tecniche più sofisticate hanno dimostrato scientificamente che se inviamo impulsi elettrici nel cervello di un animale, non solo siamo in grado di influire sulla motilità degli arti, sulle funzioni degli organi interni, su tatto, vista, olfatto, ma possiamo anche modificare l'umore, provocando sensazioni di ira, paura, piacere. José Delgado, che ha fatto largo uso di questo metodo, ritiene che le ricerche correnti portino alla conclusione che i movimenti, le emozioni e il comportamento di un animale e probabilmente di un uomo possano essere comandati mediante energia elettrica.
Alcune tecniche impiegate sugli animali sono state riportate sull'uomo a scopo terapeutico. Attualmente la microchirurgia è in grado, con l'ausilio di particolari attrezzature di raggiungere senza alcun danno per il paziente, qualsiasi area cerebrale con sottili elettrodi e lasciarveli per giorni e settimane. Questo procedimento non solo consente di localizzare la sede da cui si dipartono alcuni
disturbi causati da malattie del sistema nervoso, ma anche di influire favorevolmente su alcune malattie organiche e psichiche ribelli ad ogni altro trattamento quali, ad esempio, alcune forme di epilessia, alcune forme spastiche, alcuni disturbi del comportamento. A questo proposito è utile ricordare che su una rivista americana (Psychology Today) di qualche tempo fa è apparsa una notizia sensazionale che riguarda proprio la stimolazione elettrica di un centro di controllo del dolore in un'area minuscola in mezzo al cervello.
Anche se i ricercatori non hanno ancora capito fino in fondo come agisca questo centro, i medici sono in grado di stimolarlo con scariche elettriche facendogli liberare "endorfine", alleviando così i dolori cronici.
E ciò è proprio quello che è successo a Dennis Hough, infermiere nel reparto psichiatrico di un ospedale americano: nel 1976 fu colpito alla schiena da un paziente con tale violenza da ritrovarsi con tre dischi vertebrali fratturati. Cinque anni più tardi, dopo due operazioni fallite, Hough era costretto a letto, con dolori lancinanti e continui alle gambe, alla schiena e alle spalle, e soffriva di una depressione che l'aveva spinto sull'orlo del suicidio. Proprio allora i medici stavano sperimentando per la prima volta una tecnica di impianto di elettrodi nel cervello; Hough si sottopose all'impianto e mediante un segnale radio da una trasmittente collocata nella cintura, egli può ora stimolare quattro volte al giorno la produzione di endorfine. Molti sono gli esempi di strumentazione elettronica che consentono di mantenere in funzione alcuni meccanismi fisiologici essenziali come i pacemaker e gli organi artificiali che sfruttano proprio le leggi dell'elettricità e del magnetismo alle quali sottostà anche il nostro corpo.
Ricordiamo ai nostri lettori che una ampia trattazione in materia è stata pubblicati nei numeri 57 e 58 della rivista e che la Psicobiofisica ha già approfondito e sperimentato da tempo ciò che la microchirurgia e la neurobiologia stanno ora incominciando a scoprire. Le sue ricerche provano che la rete del nostro sistema nervoso è percorsa da correnti elettriche, che in obbedienza alle leggi di Ampère, producono campi magnetici circolari e concatenati. Tali campi magnetici oltrepassano la frontiera esterna dell'epidermide e investono anche i circuiti nervosi degli altri individui.
Se si vuole quindi attribuire la giusta causa fisica alle forze che scaturiscono dall'interno dell'uomo, come esige il rigore scientifico, bisogna anche considerare queste radiazioni elettromagnetiche che sono ormai una realtà comprovata.
L'intero sistema nervoso si dirama in ogni parte del corpo e innerva tutti gli organi di senso, di moto, vegetativi centrali e periferici azionandoli e regolandoli con correnti elettriche. Da ciò si deduce che la malattia implica una disfunzione elettrica e che si possono ristabilire le normali funzioni, cioè la salute, in due modi diversi: assumendo dei farmaci oppure facendo variare le correnti elettriche nervose che vanno ad eccitare le ghiandole periferiche, in modo da accelerare o ritardare la secrezione chimica di ormoni, vitamine, anticorpi, atomi o· molecole diverse. l nostri medici spirituali sostengono che il rimedio sta dunque nell'agire sul legame psiche-fisico che racchiude e invia, se sollecitato nel modo giusto, la sostanza adatta nel momento adatto.
"Non è al di fuori dell'uomo, ma nell'uomo e nella natura che lo circonda e di cui fa parte, che si possono reperire le migliori medicine. Medicine di natura bioplasmatica quando occorre agire soltanto sui plessi e gli organi fisici non sono stati ancora intaccati o logorati; medicine di origine vegetale o animale quando occorre mettere la classica "pezza"! Sempre che non sia troppo tardi. Questo per puntualizzare, se fosse necessario, che gli interventi dei medici spirituali non saranno mai miracolosi, ma risulteranno "correzioni" di certi processi naturali male incanalati. Ciò in special modo per quanto riguarda la "psicologia spiritica" che tenderà ad indirizzare le forze del paziente, traendole da canali sbagliati e incanalandole nel giusto modo; sostituendosi per il tempo necessario a forze affievolite e logorate da modi di pensare e agire errati, lo psichiatra spirituale non farà che istruire, quasi addestrare, affinché almeno certi comportamenti errati basilari vengano corretti.
Le conoscenze a disposizione dei medici spirituali non sono che il risultato di una più approfondita conoscenza delle leggi che regolano la natura e su queste si basano.
Il sistema nervoso dell'uomo, in special modo quello che regola i movimenti e i processi involontari, il sistema simpatico, è il perno sul quale i medici spirituali possono agire sia come mezzo di interscambio sia come canale energetico
attraverso il quale indirizzare certe forze".
Alle tecniche di riequilibrio psicofisico ed energetico che si studiano e si praticano a Vita Nuova, si aggiunge il trattamento con "passi energetici" che l'operatore esperto applica sostituendosi per un momento alla volontà debole o bloccata del soggetto accelerando i naturali processi di scarico alterati da un eccesso di tensioni, scaricando l'accumulo di corrente della rete e dei plessi somatici per garantire e ripristinare il normale scorrimento dell'energia agli organi. Per naturali processi di scarico si intendono quei meccanismi che consentono, attraverso il riposo, il sonno, il rilassamento di scaricare con un atto della volontà naturale, i conflitti psichici razionali e irrazionali.
l farmaci, inibendo l'attività del sistema nervoso e comprimendo il soma con processi innaturali, alterano il delicato equilibrio di questo meccanismo agendo sulla volontà nel modo opposto, cioè escludendola e bloccando le energie nei canali energetici principali dato che calmano, quasi addormentano la mente o meglio la parte del sistema nervoso che ne regola i meccanismi.
Quale rimedio-prevenzione invece suggerisce la psicologia spiritica sulla base delle conoscenze e delle esperienze fin qui raggiunte? Favorire i naturali processi di scarico orientando il pensiero in modo da affrontare con la dovuta calma mentale ogni problema si presenti e controllando il più possibile le proprie emozioni, non soffocandole, ma impedendo che coinvolgano con le loro scariche energetiche il fisico.
Attuare quelle tecniche di respirazione e rilassamento che aiutano a mantenere percorribile la rete nervosa. Educare e orientare la volontà ad esprimersi, in modo che la mente, invece di seguire schemi, di rielaborare dati visti in modo unilaterale, si apra al confronto e lasci alla volontà, attributo della personalità spirituale, spazio sufficiente per giungere veramente a mettere in atto il libero arbitrio.
#cervello#psicologia-spiritica#respirazione#rilassamento#psichiatria#neurologia#endocrinology#ricerca-psichica#farmacia#conflitti-psichici#scarico-psicofisico#psicosomatica#plessi-somatici#riequilibrio-psicofisico#passi-energetici#ghiandole-periferiche
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mia sorella segue la prima lezione di psicologia fisiologica e io con la mia insaziabile voglia di conoscenza così ☹️ non posso seguire con lei perché devo studiare italiano per stranieri per un esame che ho già tipo dopodomani
#essere interessata di tutto mi stressa#kyda#interessata di?#la struttura russa per questa frase mi stressa#dovrei declinare qualcosa allo strumentale#☹️
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La manipolazione si basa sull’induzione di una dissonanza cognitiva, ossia una contraddizione interna che porta qualcuno a parlare e a pensare in modo contrario a ciò che sente e percepisce o a ciò che un ragionamento logico suggerirebbe.
La sudditanza psichica, implica sempre una dissonanza cognitiva, ecco perché essa è funzionale al potere.
Un prigioniero, ad esempio, si abitua a vedere un benefattore nel proprio carceriere, imparando a negare dentro di sé le emozioni di rabbia e paura, così come la consapevolezza che questi lo privi della sua libertà.
Una donna che rimane accanto ad un marito violento, nega a se stessa che l’uomo che oggi, scusandosi, le ha portato un bel mazzo di fiori, sia lo stesso che ieri l’ha presa a pugni.
Capiamo quindi molto bene perché il potere si serva di queste leve psicologiche: un essere umano allenato a negare ciò che sente e ciò vede può essere indotto a fare qualsiasi cosa e obbedire a qualunque ordine, senza alcun limite etico.
Diversi esperimenti lo hanno dimostrato in modo incontestabile, laddove la storia non basti a fornire esempi.
Ho scelto la nuova campagna di marketing firmata Gucci, in quanto molto istruttiva nell’indicare come funzioni la comunicazione manipolativa.
La ricetta della manipolazione è la seguente:
Si presenta un fatto, che induce un certo sentire.
Nel caso di Gucci si sceglie come testimonial una donna, che palesemente mostra un aspetto contrastante con il ruolo assegnatole.
Chiunque, vedendo la sua foto, sente immediatamente che c’è qualcosa che non va.
Quel medesimo sentire viene però indicato come “sbagliato”, sotto il peso di un giudizio morale e di una conseguente punizione, che può essere anche la semplice stigmatizzazione sociale, cui l’essere umano è molto sensibile (punizione).
Nel nostro caso, chiunque facesse notare ciò che tutti vedono, ossia che la donna in questione non è bella, dimostrerebbe di essere un individuo meschino, che giudica una donna per il suo aspetto – ma di una foto su una copertina, cos’altro si dovrebbe giudicare, se non l’aspetto???
Si spingono quindi le persone, sotto il peso della minaccia (la riprova sociale è una forma di “punizione”), a dover affermare l’opposto di ciò che sentono, elogiando nel contempo chi accondiscende alla negazione (premio).
Ammiriamo in questo caso le sofisticate contorsioni retoriche di chi cerca di affermare che la modella abbia una “bellezza differente” ed altre sciocchezze del genere, che sarebbero argomenti validi in un saggio di filosofia, ma che non cambiano il fatto meramente estetico (forme, proporzioni, armonia, colori) che la modella non è bella.
Questo è l’aspetto più sottile. La reazione fisiologica che si genera nella psiche di chi sta subendo una manipolazione è la rabbia.
La rabbia, se incanalata correttamente, avrebbe proprio la funzione di spingere a reagire contro chi ci sta manipolando. Dal momento però che la natura della manipolazione è restare nascosta, la maggior parte delle persone prova in questi casi una forte rabbia, ma non sa perché.
Non trovando il suo vero bersaglio, ossia il manipolatore, la rabbia devia verso un oggetto secondario (la modella), che non è il manipolatore, ma parte del contesto attraverso cui si viene manipolati.
La rabbia è dovuta alla percezione di essere manipolati, ma quasi nessuno riesce a chiarirsi cosa stia accadendo. Il manipolatore (Gucci o chi per loro) non viene visto e la rabbia si dirige verso il mezzo con cui si è stati manipolati: la modella.
La vittima (il manipolato) sopraffatta dalla rabbia, la sfogherà in modo scomposto verso la modella che, di per sé, è solo una donna che si è prestata ad un servizio fotografico. E rivolgerà a quest’ultima una serie di insulti.
Questi deprecabili insulti, ma naturali e spontanei, serviranno ai manipolatori a “dimostrare” (faziosamente) quanto coloro che non si piegano alla manipolazione siano delle persone orrende.
ATTENZIONE, è verissimo che insultare una persona per il suo aspetto è un comportamento scorretto. Chi lo fa, sbaglia.
Ma il punto è questo(!): chi lo fa è stato indotto a sbagliare dalla manipolazione stessa!!!
Questo giochino è il sigillo più raffinato della manipolazione e si chiama in psicologia:”doppio legame”. Cioè la situazione nella quale qualunque comportamento agito da un soggetto (la vittima) sarà sempre considerato sbagliato e penalizzante.
Se fai il “bravo bambino” e accondiscendi, sei penalizzato perché devi ingoiare il rospo e negare ciò che senti.
Se protesti, sei giudicato cattivo e violento e sarai colpevolizzato.
Come si esce dalla manipolazione?
Semplice: unendo pensiero & sentire.
IL sentire fastidio o rabbia di fronte alla foto della modella – per restare nell’esempio – non va negato, ma accolto come legittimo e motivato.
In secondo luogo uso la mente (pensiero) per analizzare la situazione e trovare la vera causa della rabbia: scoprendo che non sono arrabbiato con la modella, ma con il comportamento manipolativo di Gucci.
In questo modo potrò produrre un’azione integra che esce dal doppio legame:
non cedo alla manipolazione, né protesto insultando la modella – cosa che mi fa ricadere nella manipolazione;
e poi posso denunciare la modalità manipolativa della campagna di Gucci.
Questo processo possiamo applicarlo a ogni caso di manipolazione in cui c’imbattiamo.
Bisogna sempre fare un salto di livello rispetto al contesto della manipolazione.
Meditate, allenatevi a riconoscere le manipolazioni ed eleviamoci al di sopra di esse, perché ci rendono docile gregge nelle mani di persone abiette.
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Le emozioni
Credo che il mistero delle emozioni non sia risolto nemmeno nell'ambito della neurologia e della psicologia. Se ne conoscono i meccanismi come risposta fisiologica, se ne è scoperta la loro stretta dipendenza dalla cultura, educazione e ambiente sociale, ma la loro origine è al pari di quella della coscienza; cioè un mistero che, secondo me, nessuna scienza potrà mai risolvere.
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Disabilità intellettiva: è possibile recuperare le abilità esecutive con la realtà virtuale
Disabilità intellettiva: è possibile recuperare le abilità esecutive con la realtà virtuale. Una ricerca diretta dalla professoressa Paola Marangolo, ordinario di Psicobiologia e psicologia fisiologica presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con il Laboratorio Sperimentale Afasia di Torino patrocinato dalla Fondazione Carlo Molo Onlus, diretto dal dottor Alberto Giachero, sottolinea infatti l’importanza della realtà virtuale per migliorare le abilità esecutive in persone con disabilità intellettiva. Lo studio dal Titolo “Procedural Learning through Action Observation: Preliminary Evidence from Virtual Gardening Activity in Intellectual Disability” pubblicato sulla rivista internazionale Brain Sciences ha coinvolto 14 persone con diversi gradi di disabilità intellettiva dalla nascita. La disabilità intellettiva compromette il funzionamento intellettivo e adattivo. È una condizione clinica che compare nelle prime fasi dello sviluppo. L'eziologia può dipendere da diversi fattori di rischio. I fattori genetici includono malattie cromosomiche o ereditarie, mentre le cause non genetiche possono occorrere in epoca prenatale (malattie cromosomiche, errori congeniti del metabolismo, malformazioni cerebrali e malattie materne), perinatale (eventi legati al travaglio o al parto che portano a encefalopatia neonatale) e fattori postnatale (ipossia, infezioni, lesioni cerebrali, disturbi convulsivi, intossicazione tossico-metabolica). Le persone con disabilità intellettiva mostrano difficoltà nell’eseguire attività complesse (es. fare la spesa, cucinare, fare giardinaggio) con perdita di autonomia nella vita quotidiana. L’unico rimedio per aiutare queste persone a migliorare le loro abilità è programmare percorsi intensivi riabilitativi focalizzati sul recupero delle abilità compromesse. Ricerche neuroscientifiche indicano chiaramente che la riabilitazione risulti più efficace se viene effettuata in contesti che simulino situazioni reali. Nel presente studio, 14 ospiti con disabilità intellettiva della comunità Villa Lauro della Fondazione Agape dello Spirito Santo di Torino sono stati coinvolti in un training cognitivo sperimentale finalizzato all’apprendimento delle procedure di giardinaggio. I soggetti dovevano osservare la ricostruzione virtuale di un orto presente nella comunità che proiettava su uno schermo virtuale le procedure necessarie alla coltivazione delle zucchine. Contemporaneamente gli veniva richiesto di svolgere esercizi cognitivi per il recupero degli strumenti utili alla coltivazione e interagire tra loro commentando le scene osservate. L’utilizzo della realtà virtuale ha favorito l’apprendimento della procedura di giardinaggio rivelandosi uno strumento più efficace rispetto ai laboratori implementati nel contesto reale e precedentemente frequentati dai 14 soggetti coinvolti nella ricerca sperimentale. Dopo quattordici settimane di trattamento, effettuato due volte alla settimana, tutti i partecipanti sono stati in grado ad utilizzare nel contesto reale le procedure di giardinaggio apprese migliorando anche le loro abilità cognitive misurate prima e dopo il trattamento ai tests di attenzione, apprendimento spaziale e di pianificazione. “Lo studio parte dalla teoria dell’Embodied Cognition o ‘conoscenza incarnata’ ormai consolidata in ambito neuroscientifico. Secondo questa prospettiva - spiega la professoressa Paola Marangolo, esiste una relazione tra il sistema cognitivo e il sistema sensorimotorio: linguaggio, memoria, attenzione, funzioni esecutive sono in parte controllati dal sistema motorio, in quanto mediati da azioni motorie. La realtà virtuale, garantendo l’immersione all’interno di ambienti di vita reale, attiva il sistema sensorimotorio e, di conseguenza, facilità il recupero delle abilità cognitive”. “Il nostro lavoro - afferma la professoressa Marangolo - apre la strada a nuove frontiere neuroriabilitative. Data la gravità della patologia e l’impatto negativo che le disabilità intellettiva determina a livello sociale, psicologico e comunicativo, riteniamo che i nostri risultati possano indicare la necessità di realizzare nelle persone diversamente abili percorsi riabilitativi quanto più reali e contestualmente motivanti al fine di considerare l’impatto ecologico della riabilitazione nelle abilità di vita di tutti i giorni”. Read the full article
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La menofobia è la paura irrazionale delle mestruazioni o del sangue mestruale. La menofobia non riguarda solo le donne, sia gli uomini che le donne sono soggetti a sperimentare la menofobia in quanto ha a che fare con la psicologia, non con la biologia. Le persone con menofobia vedono il ciclo mestruale come sporco o mostruoso. La ragione della menofobia può essere collegata all'ignoranza fisiologica e importante delle mestruazioni. La menofobia può causare ansia a qualcuno al pensiero che una donna abbia il ciclo o che sia vicino alla donna in questione. Le donne con la paura delle mestruazioni hanno una paura incontrollabile dei propri periodi, soprattutto quando li sperimentano per la prima volta nella loro vita. Una donna che soffre di menofobia vive i giorni di ciclo con terrore. Questo non è solo a causa della paura, ma a causa di molti sintomi naturali del ciclo mestruale come sbalzi d'umore, desiderio di cibo, dolore al seno, nausea, letargia, gonfiore, mal di testa, dolore alla vita e dolore addominale e così via. Questi sintomi normali innescano la menofobia su alcune persone.
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Recensione: Io ti appartengo di Pepper Winters
Io non ho parole per descrivere il mio disappunto e la mia tristezza infinita dopo la lettura. Io AMO i romanzi dark! Li adoro! Non sono Pro "tizio a caso che fa lo stronzo e massacra la tizia per poi sposarla e avere con lei 1000 piccoli psycho" però... riesco abbastanza a passare sopra la cosa, soprattutto se il libro è fatto bene, la psicologia dei personaggi è ben delineata e curata nei particolari, la follia umana viene mostrata in tutta la sua crudeltà e spietatezza, la trama è forte e le violenze sono in qualche modo contestualizzate e "analizzate" senza essere buttate a caso nella storia per spaventare il lettore verginello di turno. Inutile quindi sottolineare il mio disappunto dopo aver finito sto... coso che definire dark è una bestemmia. Questo libro è una delusione incredibile a partire dalla trama. Una tizia costretta con la forza a seguire un gorilla maschio alpha per evitare la morte del padre e del fratello (e ci può stare) e portata in una casa di pazzi stupratori e questo perché la poveraccia ha gli antenati peggiori dell'universo e un suo bis bis bis nonno 600 anni prima ha avuto la brillante idea di vendere il culo delle nipoti nei secoli dei secoli... così... per salvarsi le chiappe e non essere ammazzato. E... non ho capito?! Cioè... perché? Un contratto di 600 anni fa scritto su una pergamena? Firmato con il sangue di qualche animale? In quale universo un contratto di secoli dovrebbe avere una valenza legale e permettere di ridurre in schiavitù una persona contro qualsiasi legge e diritto umano... questo non ha senso e il libro si basa sul nulla! Non ci troviamo in una distopia in cui viene giustificata questa cosa... dove viene detto che i contratti sono vincolanti per sempre, che se sei ricco fai quello che vuoi e te ne sbatti delle leggi. Ci troviamo nel MONDO REALE, negli anni 2000! Non nel Medioevo! Questa scelta è così a caso che rovina completamente fin dal primo secondo l'atmosfera Dark... avrebbe avuto più senso a questo punto che il famoso debito fosse un debito della madre di Nila, la madre che vende il culo della figlia, la donna che magari era amante del padre di Jethro, è scappata con un altro e allora ha pensato di dare la figlia come risarcimento... avrebbe già avuto più senso e avrebbe permesso anche una critica morale e umana verso la famiglia, avrebbe permesso di analizzare il rapporto madre e figlia ecc invece così mi immaginavo nella testa il servo della gleba che vede una mucca nel campo del vicino Re e la ruba e questo re gorilla super scazzato che vede la scena e agita i pugni in aria all'urlo di "Mi prenderò tutte le vacche della tua famiglia!! Nei secoli dei secoli!" ed essendo l'uomo senza mucche decide di prendere nei secoli le donne per compensare in un modo molto trash e tragicomico "tanto hanno le tette e fanno il latte anche loro" XD come se io rompessi l'Iphone del mio vicino di casa e gli dicessi "Mi dispiace ma non ho i soldi... però ti posso dare in omaggio il culo e la verginità delle mie nipoti :D i tuoi nipoti saranno contenti e mi ringrazieranno! Patatonza gratis e pure recapitata a casa! Ma solo se sono primogeniti se no... sti cazzi" cioè... MA ANCHE NO! Inutile dire che partendo da questo.... coso... l'unica mia speranza a questo punto, vista la mancanza totale di senso e visto che la protagonista prende per oro colato il contratto e tutti sembrano venerarlo come un vangelo.... l'unica speranza erano i protagonisti! La psicologia dei protagonisti! Se non c'è trama per lo meno dovrebbero esserci dei personaggi degni di portare avanti la storia no? E infatti... no! La protagonista inizialmente mi aveva preso, la classica ragazzetta tenuta prigioniera dal padre e dal fratello, due uomini possessivi che le hanno impedito di avere contatti umani e che desidera un pene. È da condannare? Assolutamente no! Mi sarei aspettata un po' di senno DOPO il rapimento, vedere come una ragazzina matura nel tempo e diventa una donna e guerriera e invece... la tizia si ritrova circondata da malati di mente e l'unica reazione che riesce ad avere e provare piacere e piagnucolare immaginandosi di scopare il suo carceriere, di farlo cadere ai suoi piedi ecc.... ma perché? Ci sta che il tuo corpo se stuzzicato si ecciti... ci sta... è una reazione fisiologica.... ma la tua mente non dovrebbe andare su Narnia tre secondi dopo... lo stronzo ti palpeggia e molesta, ti fa strisciare e ti tratta come un cane, ti fa dormire con i cani e tu osi pure pensare di andarci a letto insieme? Ma che malattia hai???? Di certo non ti hanno scelto come protagonista per il QI mia bella figliola! E il protagonista maschile? OMG! Già la scelta di dargli il POV per me... è no... perchè avrebbe avuto più senso essendo 6 e dico 6 libri dargli voce in seguito quando inizia a cambiare o quando c'è un cambiamento nella storia e ha senso sentire i suoi pensieri, in questo libro ha l'unico senso se non quello di rovinare tutta la sua aura da malvagio. Se nella prima pagina ci viene presentato bene, come il cattivone che divorerà la puttanella, il suo giocattolino poco dopo diventa una macchietta, è un mix tragico di mr "Devo metterti in rigahhh!" e un tredicenne in calore che non pensa ad altro che a volersela scopare in ogni luogo e lago e questo NON HA SENSO!! Non all'inizio! Se tu vuoi presentarmi lo stronzo che addirittura ha subito lui stesso un addestramento quasi militare per riscuotere il debito della protagonista NON PUOI farmelo eccitare come un teenager! Presentamelo come uno stronzo senza cuore e anima che la massacra, che non reagisce di striscio al suo corpo nudo, che la disprezza! Ci sta ma non farmelo tormentato come un pupetto! Così facendo tutta l'aura negativa crolla miseramente. Per tutto il libro si oscilla dal punto di vista di una aspirante ninfomane a quella di un mentecatto e per un romanzo senza senso e con una NON trama... è il dramma.... L'autrice ovviamente prova ad intrattenere buttandoci due elementi a caso che dovrebbero dare qualche trigger ma... anche no. Il primo è la presenza di un "essere" misterioso, Kyle, che messaggia con la protagonista e... SPOILER... è lo stronzo! Lo so perchè ho letto? NO... lo so perchè 1) non avrebbe senso che la tizia possa messaggiare con qualsiasi uomo senza che il maniaco lo sappia essendo prigioniera, figurati se gli viene permesso di messaggiare con un essere dotato di pene che non sia il suo psicopatico personale e 2) lo stile in cui sono scritti gli sms sono un copia e incolla del pensiero di Jethro! È lui!! Ci sono frasi che sembrano copiate e incollate e il fatto che Nila si avvicini a uno dei fratelli e si metta a pensare che lui può essere diverso....LMAO triangolo scemo in cui lei si innamora di Kyle e di Keller pensando che Keller sia buono e sia Kyle quando in realtà Kyle è il suo aguzzino che cerca di bombardarle il cervello oppure in mondo cringe dimostrare che lui sa provare amore e sentimenti ma non sa esprimerli perché è malato di mente tra 3...2...1! Ci sarà sicuramente una roba del genere perché... è palese e banalissimo! Ci sarà il triangolo, gli sms sono del mentecatto che nella migliore delle ipotesi la sta manipolando (e in quel caso sarebbe carino) oppure è il suo modo di esprimere la sua spiritualità da farfallina. Questo è il motivo per cui ODIO il Pov del demente! Perché l'autrice ha dato così troppi indizi sul fatto che sia Kyle che è sconfortante, senza il Pov di Jethro avremmo potuto pensare che lui fosse pazzo, essere costantemente in ansia non sapendo cosa cavolo pensava durante le violenze, pensare che Kyle potesse magari essere il fratello o non esserlo... saremmo stati al buio come Nila e senza frammenti o dettagli a cui aggrapparci per capire la sua personalità... avremmo dipeso solo dalla psicologia di Nila e anche lì avremmo potuto ad un certo punto dubitare di lei e della sua sanità mentale dovuta alla violenza. Creare una storia con un solo Pov e rendere bene la figura dell'aguzzino non è così scontato e sarebbe stato meglio. La Pepper sa scrivere quindi un intero primo libro dal pov della ragazza sarebbe stato perfetto per farci prendere dall'ansia e farci dubitare magari della stessa protagonista, chiederci se è lei la pazza o meno, fare ipotesi strane e invece... NO! Secondo elemento tirato in ballo... il cliffhanger che dovrebbe spingere a preoccupare il lettore? OVVIAMENTE NO! Perché... è la cosa più banale del mondo. Lasciare la vittima libera è la cosa che fa ogni rapitore o pazzo manipolare, lascia la vittima libera di scappare, le fa assaporare la libertà e poi la cattura per farle capire che non si salverà MAI... è la stessa cosa che in GOT ad esempio fa Ramsay con Theon, lo fa scappare, lo aiuta, lo fa sperare in una libertà e poi ZACK lo riporta dov'era, spezzato e a pezzi facendogli capire che non sarà mai libero... e nel secondo libro succederà la stessa cosa! La tizia scapperà per qualche pagina, penseremo "OMG è libera" e arrivata al confine si ritroverà tutta la famiglia Kruger ad aspettarla sorridendo e via di violenze belle. Francamente non so se questa serie si riprenderà... so che la continuerò perché ho speso 9,90 euro per la collection cartacea con i sei libri, un mattone di 1400 pagine che leggerò non volendo ammettere a me stessa di aver buttato i soldi dalla finestra però... NON CI SIAMO! Manca qualsiasi emozione forte. Non c'è il disgusto perché la protagonista riesce a rendere pure le violenze noiose, una tizia si ritrova ad essere leccata e palpeggiata da miliardi uomini arrapati e l'unica mia reazione è stata sbadigliare perché mancava quell'ansia, quel disgusto, quella paura... c'era solo lei che delirava tra un "ma non capisco, il mio corpo è eccitato... ma non sono cattivi... si prendono quello che io gli offro...Omg! Viulenzaaaa"e "Ah non riesco a smettere di pensare a lui, quanto è figo ma non mi avrà MAAAAAIII!" Manca la paura e l'incertezza perché lei è una mentecatta e non capisce che al 90% non la ammezzeranno perché lei è L'ULTIMA... è l'ultima della dinastia e se crepa... con quale ragazza giocano i bambini ritardati di sta famiglia? Giocano con lei e lei neanche si fa due domande... non pensa "Ma forse se è una cosa secolare fino a che non avrò una figlia mi terranno in vita come mia madre" non pensa a cercare una alternativa di fuga, non sfrutta IL CELLULARE che continua ad avere e con cui messaggia con il mentecatto maniaco per provare a messaggiare il primo della sua rubrica scrivendo aiuto!! Semplicemente è lì che cinque minuti pensa "Non mi spezzeranno MAI!" e tre secondi dopo piange come una bimba o troieggia scrivendo messaggi erotici a Kyle... non pensa neanche di chiamare la polizia... NULLA! Ok... sei un medioevo però almeno PROVA! Quel contratto non ha valenza legale e il loro "Sei venuta qui" non ha senso perché se io ti prendo mentre sei in uno status alterato o dopo averti minacciato la famiglia... rende il tutto nullo! Se io mi trovassi in una situazione in cui ho una collana al collo che mi toglieranno solo quando mi taglieranno la testa... non ho NULLA da perdere quindi ci provo! Ho un telefono, il tizio neanche rompe più le palle per dirmi di non messaggiare? Addirittura sull'aereo le aveva detto che avrebbe potuto continuare ad usare internet. Ma io scrivo messaggi, apro blog, faccio petizioni... faccio QUALCOSA!! Non rimango lì a piangere come una cretina. Tanto morta per morta! Tanto vale lottare e piuttosto morire subito e indolore e non dopo anni di torture e abusi! Questo libro non ha senso ed è un'offesa ai veri romanzi dark. Non è erotico perché di erotismo c'è ben poco e quel poco è noioso e per nulla eccitante, di dark... c'è solo il nome è un collage di wtf e situazioni ridicole, personaggi simili a una macchietta ed elementi imbarazzanti. Se non avessi speso soldi non continuerei MAI la lettura e per una serie il primo libro dovrebbe essere il trampolino di lancio quindi... non immagino i sequel. Bocciato in pieno e sconsigliato!
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Come mai hai scelto di fare psicologia?
Penso che la mente umana sia qualcosa di affascinante ed esplorabile oltre ogni immaginario. Diciamo che della psicologia mi interessa più la parte clinica, fisiologica e neuroscientifica, non la parte educativa. Se non mi sono spiegata a sufficienza, chiedi pure ☺️
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Armonia Con La Natura: I 3 Passi Da Seguire Per Ristabilirla
La crisi ci offre una nuova opportunità. Ritroviamo con 3 passi legati alla nostra interiorità, la giusta armonia con la Natura. Al di là delle cause esterne e delle responsabilità che ci hanno portato a questa crisi, possiamo concentrarci sul cogliere l’opportunità di cambiamento che offre. E possiamo farlo attivando il contatto con l’interiorità. Dal mio personale punto di vista, una grande opportunità che si apre, è quella di creare lo spazio per ristabilire un ordine perduto: l’armonia dell’uomo con la Natura. L’anima è una lingua, ma è raro trovare chi la parla.LilaSchon, Twitter Le civiltà antiche si sono sempre curate di rispettare l’ordine della Natura. Prima di operare un intervento, un consiglio di anziani, si consultava per valutare, se potesse rappresentare una minaccia o meno per il suo equilibrio. Quelle civiltà avevano sicuramente meno conoscenza, ma non mancavano di saggezza.
La nostra civiltà, è più grezza, ha accumulato molta conoscenza, senza accompagnarla a saggezza, rendendosi così pericolosa. Non solo ha perso la relazione e l'armonia con la natura, ma ha indotto lo scompiglio del suo ordine.
Abbiamo creato una società che non ha più bisogno di anziani, né di Dio, né di gratitudine. Una società che risponde solo ai bisogni del consumo e del guadagno esponenziale. Fino a considerare il pianeta come usa e getta. La consapevolezza e i meeting ecologici, non sono stati in grado di trovare una via efficace per fermare questo andamento. In questo senso la crisi è utile. Una pandemia di questa portata ha saputo fermarci. Secondo la visione epigenetica siamo creatori della realtà in cui viviamo. Ognuno di noi ha avuto bisogno di creare questo drastico arresto di movimento, per fermarsi ad ascoltare. La saggezza è insita nella memoria delle nostre cellule, occorre risvegliarla, concedendosi il tempo dell’ascolto. Il tempo dedicato ad ascoltare se stessi, e ciò che ci circonda. L’ascolto e la saggezza sono fondamentali per la crescita umana, per la sua evoluzione.
Il primo passo ci parla di come onorare il dolore
Secondo la eco-psicologia, è doveroso fermarsi ad ascoltare IL DOLORE DEL PIANETA, per costruire il ponte relazionale con la Natura. La prima cosa essenziale che ci permette questa crisi è quella di ONORARE IL DOLORE. Nella visione taoista siamo parte dell’universo, il micro nel macro e viceversa. Se il pianeta soffre, anche i suo abitanti ne risentono inevitabilmente. Abbiamo messo in sordina il dolore planetario. Come quando il corpo si ammala e curiamo solo il sintomo, anziché ascoltare il messaggio che il corpo ci rimanda. Questo atteggiamento umano si definisce, nella psicologia essenziale, "fase di compensazione". E’ più facile trovare compensazioni alle nostre mancanze, piuttosto che guardare da dove provengono. Riflettere su cosa raccontano di noi, e quanto in profondità ci possono portare. Il desiderio di stare bene, di essere felici, ci fa bypassare le tappe che ci porterebbero a un più autentico benessere, ad essere armoniosi, fino all’autoconoscenza.
Cogliendo l’opportunità di onorare il dolore, si apre l’opportunità di entrare in connessione, in armonia con la natura in un modo autentico. Rappresenta il primo passo per costruire quel ponte tra l’umanità e la natura. La psicologia essenziale ci dice come gira il ciclo dell’ego. Nella prima fase nega il proprio dolore, o le proprie mancanze. Le compensa nella seconda. Nella terza trova un boia esterno da incolpare. Poi reagisce e infine, nella quarta fase, si separa. Riconoscere la propria sofferenza significa cessare il ciclo dell’ego. Per poi andare nella propria essenza per entrare in una visione più elevata. Onorare il dolore, prendersene la responsabilità e la cura. Attraverso questo processo è possibile salire nel ciclo dell’anima, la nostra realtà autentica.
Il secondo passo è ristabilire la saggezza perduta.
Se parliamo di armonia con la Natura, la saggezza dell’umanità nella relazione con la Natura stessa è fondamentale.
Essa è necessaria alla conoscenza affinché non diventi pericolosa. La saggezza non è qualcosa che si acquisisce sui libri, ma è basata su un’educazione all’ascolto e una paura fisiologica. Come sappiamo dalla medicina cinese la paura alloggia nei Reni, dove per altro alloggiano anche la Fiducia e la volontà. La funzione della paura fisiologica è quella di mantenere gli equilibri della natura, di non mancare di rispetto alle persone. Potremmo chiamarla timore. Il timore misurato che porta un codice di gentilezza autentica, senza negare se stessi e gli altri. La pandemia ha indotto una grande paura. Possiamo cogliere la possibilità di trasformare questa paura “terrorizzante” in un’emozione costruttiva. Cessiamo il terrore che blocca la creatività e riportiamolo ad uno stato di timore.
Il terzo passo riguarda centratura e armonia.
Cercare l’armonia esistenziale. Oggi molte persone sono costrette a ridefinirsi sul piano professionale. Prendiamo il coraggio di ascoltare chi siamo. Essere in armonia con noi stessi significa essere centrati. Ed essere centrati significa riuscire a trovare la nostra funzione, il lavoro che ci corrisponde, quello che ci soddisfa, perché ci nutre non solo materialmente, ma anche spiritualmente.
Esseri umani armonici esprimono gioia. E anche un sistema immunitario forte capace di resistere alle minacce esterne. Uomini e donne infelici, che non risuonano con quello che fanno, hanno inevitabilmente condotto la Terra ad uno stato infelice.
Scentratura significa debolezza della forma, della direzione e di conseguenza anche del sistema immunitario. Centratura significa armonia, forza, e una buona energia difensiva.
Possiamo parlare di alimentazione, di movimento, di tante pratiche la cui validità è indiscutibile. Ma senza un’interiorità attiva non sarebbero così efficaci. Dalla medicina cinese sappiamo che ogni organo risuona. Può risuonare con un sapore, un colore, una stagione, un’emozione e una parte dello spirito (shen). Ciò che nutre la salute del corpo è lo spirito. Ciò che nutre lo spirito degli organi è il risveglio della saggezza. La saggezza si acquisisce con un’educazione all’ascolto interiore, per questo dal 2014 guido meditazioni, durante le sessioni di agopuntura, che riportano all’interiorità. Lavoro con IPNOSI TAOISTA. Uno strumento antico che favorisce la trasformazione e il radicamento di nuove consapevolezze della coscienza. Si tratta di un viaggio interiore trasformativo dello spirito. Quando ascoltiamo e acquisiamo nuove informazioni, queste si depositano temporaneamente nella memoria di breve termine. Occorreche vengano decantate prima di essere, comprese e integrate. La nuova consapevolezza deve percorrere il tragitto ipotalamo corticale. Questo non è l’unico meccanismo su cui agisce l’ipnosi taoista. Essa induce gli emisferi cerebrali ad emettere onde di bassa frequenza (4-7 Hz), onde theta, tipiche del dormiveglia. Queste onde fanno strada ad uno stato profondo, collegato al subconscio. E governano la mente tra il conscio e l’inconscio. In questo stato, “theta”, avviene il bilanciamento della secrezione di adrenalina e dopamina, la generazione di nuove cellule, di nuove connessioni cerebrali. Le membrane cellulari liberano potassio e sodio, favorendo un reset emotivo che cancella i microtraumi. Questa tecnica può essere un supporto per la trasformazione delle emozioni traumatiche e le malattie che ne derivano. Attivando e guidando l’ascolto profondo dell’interiorità. Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.Galileo Galilei La consapevolezza collettiva è urgente, se continuiamo a girare nel ciclo dell’ego, rimaniamo separati, perdendo l’opportunità di evolvere. Ciao da Amal! Vieni a visitarci sulla nostra pagina Facebook e Metti il tuo MiPiace! Condividi il nostro articolo sui tuoi social >> Read the full article
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Lezione base sui Processi Sensoriali Una lezione introduttiva, completa e densa, sulla struttura dei nostri processi sensoriali Il flusso delle sensazioni ci mantiene in contatto con l'ambiente, lo monitora, ci passa informazioni su molto di ciò che è fuori e dentro di noi I processi sensoriali sono alla base della nostra conoscenza sensibile, cioè del processo nell'ambito del quale il cervello, per il tramite dei sensi, raccoglie, sperimenta e interpreta l'ambiente in cui viviamo La dottrina originale che studia i processi sensoriali èl’Estetica Fino al romanticismo (fino a Kant) l’estetica coincide con la dottrina della nostra conoscenza (rappresentazione) sensibile Con la riforma illuminista-modernista, di Baumgarten (Metaphysica, 1739) l'estetica si trasforma in verifica della qualità più o meno alta, nel senso della gerarchia intellettuale-sociale, di un’opera dell'ingegno In psicologia, l’estetica equivale allo studio della sensazione-percezione animale I Processi Sensoriali si sviluppano in una sequenza continua La SENSAZIONE sfuma nella PERCEZIONE, che a sua volta sfuma nella RAPPRESENTAZIONE SENSAZIONE è l'attivazione degli organi di senso specifici stimolati da una fonte di energia fisica PERCEZIONE è il primo livello di individuazione e di organizzazione basale (il semi-lavorato) degli stimoli, da parte degli organi di senso e poi a cura del cervello RAPPRESENTAZIONE è l'elaborazione, a un livello più fine, degli stimoli organizzati dalla percezione, fino a produrre le varie forme dei contenuti mentali, secondo criteri semeiotici, emotivi, cognitivi, mnestici ecc Il processo del SENTIRE è una modificazione dello stato psichico, provocata da stimoli sensoriali Il processo sensoriale trae origine da una risposta chimico-fisica Ci sono sensazioni esterne e sensazioni interne, a seconda della provenienza, o della localizzazione soggettiva, degli stimoli La sensazione vera e propria si determina per il passaggio di energia entro il sistema nervoso Il singolo recettore sensoriale viene stimolato da quelle fonti di energia fisica (stimoli ambientali) cui è specificamente sensibile Nella sensazione è presente una dimensione oggettiva-fisiologica, che coincide con i processi sensoriali biologici Nella sensazione è presente una dimensione soggettiva-psicologica, che coincide con la sensazione-percezione-rappresentazione Fisiologicamente: la sensazione deriva dalla eccitazione di un organo di senso e/o delle vie nervose correlate Psicologicamente: la sensazione coincide con la rappresentazione (sensibile) diretta (in tempo reale) di aspetti del mondo Non siamo in grado di non-ricevere o di non-elaborare gli stimoli che attivano le nostre terminazioni sensoriali Il segnale può essere percepito: a livello cosciente o sub-cosciente o di coscienza alternativa (al di fuori della coscienza esplicita) Lo stimolo è di ordine fisico; sostanzialmente: una variazione di energia La sensazione è di ordine psicologico; sostanzialmente: una rappresentazione di coscienza (esplicita o implicita) Lo stimolo distale ha un'origine fisica (a monte) dello stimolo Lo stimolo prossimale suscita la reazione automatica di un recettore sensoriale La soglia è il confine-valvola del processo sensoriale La SOGLIA ASSOLUTA è l’intensità minima (o massima) che definisce la gamma di stimoli che sono in grado di attivare un recettore La SOGLIA DIFFERENZIALE è il più piccolo cambiamento di intensità registrabile, fra due stimoli, dal sensore-percettore I potenziali elettrici attivati nei recettori non determinano direttamente un potenziale d'azione, ma variano il potenziale di membrana fra l'interno e l'esterno della cellula Le terminazioni sensoriali sono sensibili alle variazioni nella stimolazione, più che alla stabilità-continuità del segnale I recettori sensoriali presentano una disposizione all'adattamento, per cui tendono ad elevare la soglia del potenziale d'azione con il permanere della stimolazione Per comprendere pienamente l'insieme del processo, assai articolato, occorre considerare anche i meccanismi di funzionamento del sistema nervoso, del sistema endocrino ecc I canali sensoriali sono sempre attivi, indipendentemente dalla nostra coscienza, dal momento in cui l'organismo è formato Il sistema di elaborazione sensoriale-percettiva negli esseri senzienti (es: umani) è incessante, inesorabile, ininterrotto e mai interrompibile, almeno dalla nascita alla morte Possono talvolta venire sospesi alcuni collegamenti (anestesia, trance ipnotica suggestiva, distrazione ecc) ma i nostri processi sensoriali permangono sempre attivi = = = = = CdP - CORSO di PSICOLOGIA - Per non perdere tutte le altre lezioni e talk rilasciate nell’ambito del Corso di Psicologia, segui : https://www.youtube.com/playlist?list=PLI4G5_zx1lKUTg8rc7xZ5FHzhszwB_R4p
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Matteo Saltalamacchia Introduzione storico-filosofica: le radici comuni di cibernetica e psichedelia. Tra gli oltre 50 partecipanti alle conferenze di Cibernetica (matematici, biochimici e scienziati sociali), Harold Abramson diede l’LSD a numerosi di loro, organizzando una successiva serie di incontri dedicati esclusivamente all’LSD (Macy Conference 1953-1959) che culminarono con la prima conferenza internazionale sull’Uso dell’LSD in psicoterapia (1959). Parte di queste ricerche è legato allo scandalo del programma CIA MK-Ultra sul controllo della mente, con suicidi di stato ed esperimenti oggi impensabili su uomini e animali, ma tra i molti consulenti passarono i futuri promotori del movimento psichedelico. Un’interpretazione ecologica della cibernetica arrivò poi in California tramite Gregory Bateson, tra i cui illustri studenti ‘acidofili’ della Silicon Valley troviamo Stewart Brand, profeta dei personal computer, che promosse le idee del maestro con The Whole Heart Catalog, la ‘rivista-bibbia’ che Steve Jobs definì ‘una sorta di Google 35 anni prima’ e che lo ispirò (oltre all’acido) con l’augurio ‘stay hungry, stay foolish’. Dal punto di vista della filosofia morale le storiografie sottolineano le infinite connessione tra i due filoni di ricerca o per indicare una via di liberazione politica e spirituale oppure per mettere in guardia da intenzioni manipolatorie, siano quelle delle nostre stesse istituzioni o altre che alludono a più ampi complotti (illuminati, rettiliani, ecc.). Dal punto di vista della filosofia della mente e dell’epistemologia il modello-macchina continua a influenzare la ricerca sugli psichedelici (come tutta la psicologia), orientando l’osservazione scientifica all’analisi neuro-fisiologica. Ma in che senso i computer sono un modello del sistema nervoso? E il nostro codice genetico può essere paragonato al programma di un computer? Fino a che punto l’analogia tra inconscio collettivo e internet può orientarci nell’introspezione dello ‘schermo della coscienza’? Domande che fanno risalire cibernetica e psichedelia a dilemmi comuni della scienza e della filosofia della mente tra cui: • modello analogico (gestalt) vs modello digitale (reti neurali); • la teoria delle percezione dei colori di Goethe vs quella di Newton; • libertà del comportamento vs necessità. Matteo Saltalamacchia, codirettore e cofunder di Buka, mastro di cerimonia in Opposticoncordi, Carnemvale e altre feste alternative milanesi dagli anni ’90. Appassionato studioso di filosofia della mente, si è laureato a pieni voti con un percorso di studi personalizzato, ha approfondito il pensiero sitemico e l’epistemolgia delle scienze umane, le teorie legate all’uso degli psichedelici, la scienza dello spirito, e gli aspetti filosofici del movimento surrealista ‘Patafisico. In uscita con l’articolo ‘Gregory Bateson e l’LSD’ sulla rivista Altrove 2018, presenta la sua ricerca il 21-24 Giugno 2018 al Forum internazionale di Praga BeyondPsichedelic, e il 23-25 agosto a Torino al convegno Psichedelica della Sissc (Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza). https://ift.tt/33p5St3
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Ambra Vallo: «Qualsiasi difficoltà è superabile se siamo in controllo dei nostri sensi, respiro e mente»
A Milano, dal 18 al 20 ottobre 2019
A Milano, dal 18 al 20 ottobre 2019
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A Milano, dal 18 al 20 ottobre 2019
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La sua missione è diffondere non soltanto la pratica fisica di asana, ma anche l’amore per la storia e la filosofia dello yoga. Un passato da Prima Ballerina del Birmingham Royal Ballet, un presente da istruttrice di yoga per l’Aston Villa Football Club, Ambra Vallo ha girato il mondo, tenendo workshop e seminari in tutta Europa e svolgendo il ruolo di mentore di molteplici corsi di formazione per insegnanti. Il ritiro dal mondo della danza le ha permesso di concentrarsi sulla sua grande passione: lo Yoga, appunto, approfondito attraverso corsi di formazione in Ashtanga Vinyasa, Dharma Yoga, Rocket Yoga, Forrest Yoga, Tripsichore e Gokul Vinyasa Yoga, fino a sviluppare un approccio semplice e funzionale, nonché un insegnamento divertente e spontaneo che segue il lignaggio di Larry Shultz, Ana Forrest e Sri Dharma Mittra.
Con la sua esperienza e grande passione sarà tra i protagonisti dello YogaFestival Milano 2019, il maxi evento annuale dedicato al mondo dello Yoga, in programma al Palazzo del Ghiaccio, in Via G.B. Piranesi, dal 18 al 20 ottobre. In questo contesto, Ambra terrà due lezioni di DHARMA MASTER SĀDHANĀ (18 ottobre alle 17) e di DHARMA MAHA SHAKTI (19 ottobre, alle 9.45). L’abbiamo intervistata.
Tre motivi per seguire le sue lezioni durante lo Yoga Festival. 1) Il mio approccio allo Yoga è divertente e spontaneo ma allo stesso tempo assolutamente rigoroso soprattutto nell’allineamento. 2) Faccio in modo che gli allievi sviluppino una pratica completa, non solo fisica. Includo sempre tecniche di pulizia, respirazione, meditazione e canti nelle lezioni. 3) Amo l’anatomia e trovo che la conoscenza anatomo-fisiologica del corpo ci consente di rendere la pratica accessibile agli allievi di tutti i livelli.
Posizioni preferite? «Non ho particolari preferenze perché tutte ci aiutano a favorire la percezione del nostro corpo, ad accrescere l’energia vitale, a purificare l’organismo e migliorare l’equilibrio psico-fisico. Ogni posizione è deputata a migliorare una parte del corpo: i muscoli, le articolazioni, la colonna vertebrale, gli organi interni, le ghiandole endocrine, il sistema nervoso, cardiocircolatorio e digestivo apportando equilibrio e benessere a tutto l’organismo. Nello yoga le posizioni sono di importanza secondaria rispetto all’atteggiamento che portiamo nella pratica in termini di presenza mentale e di apertura di cuore».
Dalla danza allo yoga il passo è stato semplice? «Il mio ritiro dalla danza classica è stato certamente favorito dal mio iniziale interesse per lo yoga e da un dottorato in Psicologia presso la Birmingham University. Al culmine di una carriera artistica internazionale, lunga e piena di successi in Italia ed all’estero, ho scoperto la mia seconda passione. Ho iniziato la danza classica all’età di quattro anni, ho partecipato a concorsi giovanissima, in breve tempo sono stata nominata prima ballerina e poi étoile al B. Royal Ballet, sottoponendo il corpo e la mente a stress, fatiche giornaliere e a ritmi di lavoro frenetici. Dopo un infortunio, nella fase di recupero, iniziai a praticare Yoga ottenendone immediatamente inaspettati risultati. Avevo trovato ciò di cui il mio corpo e la mia mente avevano bisogno. Approfondii i vari metodi e cominciando a conoscere bene il mio corpo mi appassionai sempre di più a questa disciplina».
È stato un percorso più ricco di ostacoli o di vantaggi? «Il passaggio danza-Yoga è stato un percorso semplice e naturale. Se l’avessi conosciuto prima! Nella danza, la pratica dello Yoga può dare risultati straordinari nel miglioramento delle performances e nella prevenzione degli infortuni. D’altronde Natalia Makarova già a suo tempo sperimentava le tecniche di meditazione prima degli spettacoli e Marcia Haydeé, famosa per il virtuosismo tecnico, Direttrice del Colon di Buenos Aires, impartiva lezioni di Yoga agli allievi prima della classe giornaliera».
Come è cambiata Ambra da quando pratica Yoga? «Quando ballavo tutta le mie energie erano concentrate su me stessa, “so that I could always be on top of my game” per essere al meglio delle mie abilità sia fisiche e mentali. Ora sono felice ed onorata di essere il veicolo della sapienza dei miei insegnanti e di riuscire ad aiutare gli altri. Lo yoga mi ha insegnato che qualsiasi difficoltà è superabile quando siamo in controllo dei nostri sensi, respiro e mente. Lo yoga è una scienza, tecnica e filosofia per la cura del corpo, sviluppo delle capacità mentali e realizzazione del Sé. Siamo molto di più del corpo e della mente ordinaria. Da quando pratico Hatha Raja Yoga ho sviluppato maggiore attenzione e sensibilità verso la mia alimentazione, ho estremo rispetto per la natura e gli esseri viventi (compresi gli animali) e mi sento più vicina alla natura e alla madre terra».
Qual è la sua idea di benessere? «Una vita basata sull’armonia mentre alleniamo mente e cuore. L’equilibrio tra corpo, mente e spirito».
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Interazioni cuore/cervello: le nuove frontiere in neuro-psico-fisiologia
I meccanismi di integrazione tra i sistemi rappresentano la sfida che muove da sempre la ricerca delle Scienze Umane.
In che modo l’attività fisiologica del cuore interagisce con le funzioni del cervello umano? E, al contrario, quando e come le funzioni fondamentali del nostro cervello, quelle emotive, cognitive e comportamentali interagiscono con le attività autonomiche del “sistema cuore”? In altre parole, il cuore e il cervello come comunicano? Quando e in che modo il contesto affettivo e sociale diviene importante in questa interazione?
Il XXI secolo tira le fila sugli sviluppi compiuti dai numerosi studi della neurofisiologia, psicofisiologia e neuroscienze cognitive. L’interesse è rivolto a comprendere i meccanismi che legano i processi funzionali di regolazione mente-corpo intrasistemici e intersistemici in un’ottica neurobiologica, psicologica e sociale. In questa direzione e nell’ambito delle interazioni cuore-cervello, è estremamente interessante la Teoria Polivagale di S. Porges (Porges, 2001-2007) che si propone di spiegare i meccanismi neurofisiologici sottostanti questa interazione ampliando, così, il paradigma classico del sistema nervoso autonomo.
Porges, partendo dagli studi anatomofunzionali del nostro cervello, integra la sua teoria con i moderni paradigmi della psicologia evoluzionistica, della Infant Research (in neuropsicofiologia e psicopatologia infantile) e delle scienze cognitive.
Come sappiamo, la teoria neurofisiologica classica divide il sistema nervoso autonomo in sistema simpatico e sistema parasimpatico. In questo modello, il sistema simpatico ha funzione attivante e catabolica (utilizza energia), aumenta lo stato di reattività dell’organismo (arousal), predisponendolo all’attacco o alla fuga. Le reazioni sono mediate da adrenalina e noradrenalina. E’, dunque, responsabile della nostra sopravvivenza. Il termine arousal (traducibile in italiano, in maniera poco esaustiva, con il termine “stato di attivazione”) si riferisce alla modalità dell’organismo di essere reattivo rispetto a stimoli interni ed esterni di varia natura, modificando parametri fisiologici come la frequenza cardiaca, il ritmo respiratorio, la vasodilatazione, la vasocostrizione, l’attività elettrica del cuore, la motilità intestinale, la secrezione ormonale, la conducibilità elettrica della cute, il diametro pupillare, ecc. Il sistema parasimpatico, all’opposto, ha funzioni anaboliche, ovvero di risparmio e ripristino dell’energia, diminuisce lo stato di arousal, agisce attraverso il nervo vago a trasmissione colinergica, rallenta la frequenza cardiaca, facilita la digestione. Ha un ruolo, quindi, protettivo e di recupero dell’omeostasi.
La visione dualista e antagonista dei due sistemi, così come è stata studiata negli anni, ha determinato una maggiore enfasi sul ruolo del simpatico nell’attivare le nostre risposte allo stress e ha dato una minore attenzione alla comprensione delle funzioni specifiche del sistema parasimpatico. Secondo Porges, la prospettiva simpatico-centrica del nostro sistema autonomo, pur spiegando bene il funzionamento di alcuni organi specifici a livello locale, non costituisce un modello esaustivo per spiegare come gli esseri umani si difendono dalle diverse e molteplici condizioni avverse della vita.
Porges propone un modello bidirezionale che lega mente e corpo, considerando il ruolo del cervello nella regolazione della fisiologia periferica (per esempio la regolazione neurale sia delle attività cardiovascolari sia delle funzioni endocrine), come una piattaforma neurale da cui emergono i comportamenti sociali con funzioni adattive e orientate a uno scopo. La Teoria Polivagale pone l’enfasi su:
l’esistenza di due circuiti vagali anziché uno solo;
l’importanza della relazione gerarchica tra loro;
l’importanza di considerare tutte le risposte difensive come adattive di fronte alle difficoltà ambientali e di relazione sociale.
Il primo quesito è: ci difendiamo solamente agendo risposte di iper-arousal? Per rispondere a questa domanda, Porges prende in considerazione il paradigma evoluzionistico della specie e questa cornice è la prima differenza tra dualismo antagonista del SNA e Teoria Polivagale. La prospettiva filogenetica fa riferimento al cervello tripartito di McLean (1973) in cui, nell’uomo, è possibile rilevare tre sezioni strutturali:
Cervello Rettiliano (la struttura più antica, tipica dei rettili ancestrali), formata dal tronco encefalico, dall’ipotalamo, dal talamo e dai nuclei della base;
al disopra del cervello rettiliano, circa 100 milioni di anni fa si è formato il Cervello Limbico, struttura formata dal riencefalo e dal lobo limbico che caratterizza il cervello dei mammiferi inferiori;
Crescendo di complessità, circa 20 milioni di anni fa, si è aggiunta la terza struttura neurale: Cervello Neocorticale o Neopalio o Cervello Mammifero, composta dalle circonvoluzioni più esterne della corteccia cerebrale che caratterizza il cervello dei mammiferi superiori.
Ciascuna struttura del cervello ha proprietà peculiari che riguardano particolari tipi di intelligenza, di memoria e di organizzazione spazio-temporale. Le tre sezioni costituiscono un Sistema interagente e funzionante come un’organizzazione per livelli gerarchici in cui i circuiti più evoluti del sistema nervoso inibiscono quelli più primitivi e, solo quando i nuovi circuiti falliscono, allora intervengono i più antichi. Il Sistema Nervoso Autonomo dell’uomo funziona nello stesso modo. Il secondo punto di differenza importante, tra la teoria classica del SNA e la Teoria Polivagale è, quindi, la nozione stessa di “Nuovo Circuito” inteso in senso filogenetico che evidenzia le interconnessioni biologiche tra le vie afferenti e quelle efferenti. Il vago non è un unico nervo, ma è formato da molteplici percorsi neurali che si originano in diverse zone del tronco encefalico.
Quindi, Porges descrive il SNA composto da tre circuiti neurali, gerarchicamente organizzati, che regolano l’adattamento dello stato comportamentale e fisiologico in contesti relazionali e sociali sicuri, pericolosi e potenzialmente letali: 1) il ramo Ventrale Parasimpatico del nervo vago che risponde agli stimoli sociali positivi; 2) il ramo Simpatico-adrenergico che risponde alla mobilizzazione (iper-arousal / attacco-fuga) 3) il ramo Dorsale Parasimpatico del nervo vago che produce una risposta di immobilizzazione o perdita di coscienza.
Il Sistema Ventro Vagale, evolutivamente il più recente, è presente solo nei mammiferi e si è poi evoluto ulteriormente negli esseri umani. E’ il Vago Intelligente, composto, per lo più, da fibre mielinizzate: quindi, funzionalmente mature e più efficaci, efferenti del Nucleo Ambiguo che innervano gli organi sopradiaframmatici, è associato con processi attivi di attenzione, movimento e comunicazione. Il SVV guida i muscoli del volto, della laringe, dei polmoni, del cuore e determina la nostra capacità di esprimere le emozioni con il volto, la voce, la prosodia e il respiro; risponde a stimoli sociali in situazioni di relazioni interpersonali favorevoli e sicure. Correla con l’attivazione fisiologica “ottimale”, definita da Siegel “finestra di tolleranza”.
Nell’uomo consente cambiamenti impercettibili e molto repentini degli organi interni, in particolare del ritmo cardiaco e respiratorio, ovvero esercita una regolazione viscerale con un minimo impatto sul sistema biochimico ad esso associato. La sua funzione fondamentale, quindi, è quella di avere un effetto modulatorio del Sistema Nervoso Simpatico e una inibizione del Sistema Dorso Vagale, determinando una regolazione degli stati emotivi e del comportamento di coinvolgimento sociale.
Vengono facilitati i sistemi di azione dell’attaccamento (ad es.: lasciarsi cullare nelle braccia della madre, ricercare il conforto di una persona amica, abbandonarsi ad un abbraccio amoroso, ecc.), della socializzazione, del gioco, dell’esplorazione (Van der Hart et al. 2006).
Il sistema Ventro Vagale si forma tra il secondo e il terzo anno di vita e media la modulazione delle emozioni da parte della corteccia prefrontale ventrale. Prima di questa età, quindi, i bambini molto piccoli non sono capaci di modulare le proprie risposte allo stress attraverso un’azione corticale, hanno bisogno che i loro caregiver (gli adulti che li accudiscono) lo facciano per loro. La Ricerca sulla Psicopatologia Infantile degli ultimi cinquant’anni - considerando gli aspetti bio-temperamentali di ogni individuo - ha dimostrato l’importanza delle buone cure tra genitore e bambino che consistono in una sintonizzazione affettiva con i bisogni primari del piccolo che sono il contatto fisico-uditivo-cinestesico e che facilitano la nutrizione, l’addormentamento e la vigilanza in uno stato di calma.
I processi interattivi di regolazione neurofisiologica (genitore-bambino) permettono una maturazione e una crescita del sistema nervoso organizzandosi anatomo-funzionalmente in pattern di attivazione (connessioni neuronali), come schemi-circuiti di esperienze apprese.
Dunque, questi nuovi processi di attivazione di regolazione affettiva rimangono impressi nella memoria episodica e, poi, immagazzinati nella memoria autobiografica e sono potenzialmente attivi tutta la vita. Quindi, anche in età adulta, il SVV modula e/o interagisce con il Sistema Simpatico in contesti in cui prevale il senso della “sicurezza” e del “benessere”, come ad esempio nel divertimento giocoso, nei comportamenti sessuali condivisi, ecc.
Il Sistema Simpatico Adrenergico In situazioni di ambiente insicuro, al contrario, il Sistema Ventro Vagale viene inibito. Il pericolo percepito attiva in automatico, o in modo semi-automatico, il Sistema Simpatico adrenergico, facilitando le reazioni di attacco o di fuga. In caso di mancata risoluzione dell’attivazione simpatica, ovvero nel caso di continue minacce ambientali, il sistema simpatico può rimanere attivo in uno stato di iperattivazione (iper-arousal): paura incontrollabile, panico, immobilizzazione rigida, determinando a livello locale sul cuore disfunzioni del battito come le tachiaritmie.
Il Sistema Dorso Vagale, il sistema di difesa non mediato dal Cervello emotivo (lobo Limbico) e dalla Neocorteccia. Il più antico, è l’ultimo sistema di emergenza nell’uomo. Un sistema di fibre non mielinizzate controllato dal Nucleo Motore Dorsale che innerva gli organi sottodiaframmatici (milza, fegato, stomaco, intestino tenue, colon tratto prossimale) e che riduce drasticamente il metabolismo di tutto il corpo. In situazioni di pericolo di vita, oggettivo o percepito – come nelle esperienze traumatiche acute e/o ripetute, in cui la minaccia è soverchiante e insormontabile, non si può né fuggire né attaccare, si attiva nell’animale come nell’uomo l’antica via Dorso Vagale, di sottomissione, congelamento (freezing), dissociazione (percezione di essere estranei al proprio corpo o all’ambiente circostante), immobilità tonica, bradiaritmie fino alla asistolia con perdita di coscienza (sincope neuromediata). Tali reazioni, adattive e difensive in alcune specie animali, come la morte apparente (feigned death), perdono la loro funzione regolatrice negli esseri umani. La risposta dorsale vagale di ipo-arousal consiste in una disconnessione funzionale (detachment) (Holms e al. 2005) tra le strutture del cervello tripartito, cioè tra le strutture limbiche inferiori (amigdala), il tronco dell’encefalo e quelle superiori corticali.
Altri studi neurofisiologici hanno confermato ed integrato le ipotesi di Porges sui meccanismi di disregolazione autonomica nei disturbi stress-correlati.
Nella pratica clinica in psicologia dell’emergenza e in psicotraumatogia sono spesso presenti quadri sindromici in cui si evidenzia anche una grave compromissione nella regolazione autonomica del tono vagale che può manifestarsi transitoria o cronica.
Gli studi sulla variabilità del ritmo cardiaco (HRV) di van der Kolk e colleghi (2015) in soggetti con Disturbi da Stress Post Traumatici hanno evidenziano che questi soggetti, quando ricordavano episodi di vita terribili, presentavano una significativa instabilità della frequenza cardiaca, contrariamente ai soggetti del gruppo di controllo che riuscivano a stabilizzare il battito e non avevano un Disturbo post-traumatico. Altri recenti studi di neuroimaging (Lanius et. al. 2005, 2009; Shore, 2007) hanno evidenziato che l’arousal disregolato, presente nelle varie forme traumatiche ripetute, determina una dissociazione delle aree cerebrali normalmente collegate tra loro, che può manifestarsi transitoria come nelle forme semplici di Disturbo da Stress Post Traumatico, oppure può influire sullo sviluppo di alcune aree cerebrali, determinando un deficit di integrazione tra l’attivazione emotiva (mediata dall’amigdala), i sistemi di significato profondo (mediati dal sistema prefrontale destro) e la memoria esplicita (ippocampo e cervello sx), come nei Disturbi Complessi Trauma-correlati.
In conclusione: le nuove frontiere della neuro-psico-fisiologia hanno aperto le porte alla conoscenza “dell’essere umano” nella sua complessità, la cui salute o malattia non può più prescindere dalla stretta relazione con i contesti sociali-affettivi e ambientali. Scoprire i meccanismi di come questa integrazione avvenga è una sfida che muove da sempre la ricerca delle Scienze Umane. Paola Foggetti Psicoterapeuta, Psicofisiologa Clinica Psicologia d’Emergenza e Psicotraumatologia Sesto Centro di Psichiatria e Psicoterapia Cognitiva Roma
Articolo pubblicato su www.cardiolink.it
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