#atteggiamenti quotidiani
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pier-carlo-universe · 10 days ago
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Blagare: l’arte (discutibile) di vantarsi e ostentare
Un viaggio nel significato e nelle sfumature culturali di un termine curioso.
Un viaggio nel significato e nelle sfumature culturali di un termine curioso. Cosa significa “blagare”?“Blagare” è un termine di uso colloquiale in alcune regioni italiane, spesso utilizzato per descrivere chi ama vantarsi, ostentare o esagerare le proprie capacità, esperienze o qualità. È una parola dal suono curioso, capace di evocare immediatamente l’immagine di qualcuno che si dà un po’…
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schizografia · 1 year ago
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Gli autori femminili, le registe, non devono la loro importanza a un femminismo militante. Conta innanzitutto la maniera con la quale hanno innovato in questo cinema dei corpi, come se le donne dovessero conquistare l’origine dei propri atteggiamenti e la temporalità che corrisponde loro come gestus individuale o comune (Cléo dalle 5 alle 7; L’une chante l’autre pas di Agnès Varda, Mon cœur est rouge di Michèle Rosier). Con Mur murs e Documenteur, Varda costruisce un dittico la cui seconda parte presenta gli atteggiamenti e i gesti quotidiani di una donna che si è smarrita a Los Angeles, mentre la prima parte mostrava, agli occhi di un’altra donna a passeggio nella stessa città, il gestus storico e politico di una comunità minoritaria, affreschi murali dei chicani dalle forme e dai colori esasperati.
Gilles Deleuze, L’immagine-tempo
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a-dreamer95 · 7 months ago
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L'arroganza del potere è un tema che, quest'anno più che mai, ha toccato profondamente la mia vita. Mai come ora ho sentito il peso di persone che, ritenendosi potenti, esercitano il loro comando senza scrupoli e senza considerare l'aspetto umano degli altri. Sono stata trattata come una schiava sul posto di lavoro: sottopagata, derisa, esclusa e presa in giro da persone che si considerano superiori, superbe e boriose. Questi individui mi hanno minacciata, pretendendo che facessi ciò che volevano a tutti i costi, e spesso mi è stato detto "non sai con chi stai parlando", a riprova del loro senso di superiorità. Ho visto in loro una piaga della nostra società: il narcisismo patologico, la superbia, la boria e la totale mancanza di empatia.
Ho vissuto in prima persona la cattiveria nascosta dietro volti apparentemente buoni e benvoluti, rendendomi conto, a mie spese, che si trattava solo di una maschera ben costruita. Questo periodo mi ha insegnato l'importanza di non diventare mai una di queste persone e di mantenere l'umiltà come un valore fondamentale nella mia vita.
Ho resistito per quasi un anno e ne sono uscita a pezzi, sia fisicamente che emotivamente. Ho così capito che nessun contatto, nessuno stipendio vale più della mia salute fisica e mentale. Arrivare all'esasperazione per il lavoro fa solo male... e non ne vale la pena.
Questi atteggiamenti arroganti e sprezzanti hanno un impatto devastante sulla performance lavorativa e sulla qualità di vita delle persone che li subiscono. Essere costantemente umiliati e minacciati crea un ambiente di lavoro tossico, dove la paura e l'ansia diventano compagni quotidiani. Questa atmosfera negativa mina la motivazione e il morale, portando a un calo significativo della produttività.
Le persone sottoposte a questi comportamenti si sentono svalutate e demoralizzate, perdendo gradualmente fiducia nelle proprie capacità. La creatività e l'innovazione ne risentono, poiché chi vive sotto la minaccia del potere non osa esprimere idee nuove o proporre soluzioni innovative per paura di ulteriori ritorsioni. La mancanza di rispetto e di riconoscimento da parte di chi detiene il potere fa sì che i lavoratori si sentano solo ingranaggi di una macchina, piuttosto che individui con un contributo unico e prezioso da offrire. Inoltre, lo stress accumulato in un ambiente di lavoro ostile ha gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale. L'ansia cronica e la depressione sono comuni tra chi subisce abusi di potere. Le persone iniziano a vivere in uno stato di continua preoccupazione, il che si riflette negativamente anche nelle loro relazioni personali e nella vita familiare.
Il clima di sfiducia e paura che si instaura in un ambiente di lavoro dominato dall'arroganza del potere è controproducente non solo per i singoli individui, ma per l'intera organizzazione. La mancanza di coesione e collaborazione tra i colleghi, insieme a un turnover elevato, sono solo alcune delle conseguenze di un tale ambiente.
Per tutte queste ragioni, è fondamentale promuovere un cambiamento culturale nelle aziende e nelle organizzazioni, valorizzando l'umiltà, l'empatia e il rispetto reciproco. Solo creando un ambiente di lavoro sano e rispettoso si possono ottenere risultati eccellenti e garantire il benessere di tutti i collaboratori.
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susieporta · 1 year ago
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15(S)PUNTI DI RIFLESSIONE
Buongiorno Anime Belle,
e buon inizio mese!
In questi giorni facendo ordine dentro casa (e quindi dentro di me) tra le scartoffie è uscito un foglietto su cui avevo appuntato alcuni principi da seguire, atteggiamenti che ritenevo importanti per dare una svolta alla mia vita. Era qualche anno fa quando lo scrissi e stavo attraversando un periodo di profonda crisi personale.
Questi 15 punti, suggerimenti, spunti e non regole, sono stati importanti per superare quel periodo e visto che sono tornati fuori, li voglio condividere con voi così se qualcuno ne avesse bisogno sono a disposizione. Sono semplici e qualcuno potrebbe trovarli scontati o superficiali, ma vi assicuro che cambiando una sola abitudine anche la più scontata e semplice nella nostra vita, si crea una reazione a catena che condiziona poi tutto il resto.
Di solito si pensa che per cambiare la vita sia necessario apportare un grande cambiamento (come per “dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande” cit. pubblicità anni 80). Invece si inizia sempre da aspetti “normali”, quotidiani, piccoli gesti o atteggiamenti. Poi, di conseguenza, avvengono i grandi cambiamenti.
1)Mantieni la tua mente positiva;
2)Sii grato per le cose che hai e per quelle che non hai;
3)Respira profondamente;
4)Fatti la doccia a fine giornata;
5)Mangia più frutta e verdura;
6)Leggi tutti i giorni;
7)Allenati tutti i giorni anche se per soli cinque minuti;
8)Frequenta persone che ti vogliono bene e persone a cui vuoi bene;
9)Compra solo le cose che ti servono veramente;
10)Pratica la bellezza;
11)Stai a contatto con la natura;
12)Mantieni la tua casa in ordine e pulita;
13)Mantieni riservati i tuoi progetti;
14)Utilizza bene l’energia che hai a disposizione;
15)Evita i social almeno un’ora prima di coricarti.
… e prendi un caffè la mattina con la panna!
Buona giornata!
AKASH - astrologia evolutiva
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Prevenzione suicidio: aumentano le richieste di aiuto
Per quali azioni passa la prevenzione del suicidio? Attività ricreative e riposo notturno come dicono gli esperti. Ne parliamo nella Giornata Mondiale per la prevenzione del Suicidio che ricorre oggi 10 settembre attraverso la campagna di sensibilizzazione di Telefono Amico Italia. Secondo i dati diffusi dall'organizzazione di volontariato in sei mesi sono arrivate oltre 3.700 richieste d’aiuto per gestire pensieri suicidi, il 37% in più rispetto al primo semestre del 2022. Le segnalazioni sono arrivate prevalentemente da giovani tra i 19 e i 35 anni (il 18% tra i 26 e i 35 e il 17% tra i 19 e i 25) e da adulti tra i 46 e i 55 anni (il 16%), ma negli ultimi anni è stato registrato un aumento di contatti anche da parte dei giovanissimi (under 19) che chiedono aiuto soprattutto via WhatsApp e mail. «Nel 2022 abbiamo raccolto complessivamente quasi 6.000 richieste d’aiuto da parte di persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro, un numero enorme che, se prosegue la tendenza dei primi sei mesi del 2023, quest’anno rischia di registrare un ulteriore aumento» precisa la presidente di Telefono Amico Italia Monica Petra, sottolineando l’importanza e l’urgenza di interventi incisivi sul fronte della prevenzione, che passa anche dal prendersi cura di sé stessi. Prevenzione del suicidio e del disagio psicologico Prendersi cura di sé stessi con piccoli gesti e atteggiamenti quotidiani può, infatti, essere un piccolo passo per evitare di accumulare malessere e disagio psicologico, che, se sovrapposto ad altri elementi critici, potrebbe aumentare uno stato di rischio. «Spesso l’individuo cade in ginocchio quando più fattori si mettono insieme, esacerbati dall’esposizione ad un evento avverso; ciò potrebbe rappresentare un terreno fertile per l’emergere di una crisi suicidaria; in questi casi l’individuo sperimenta ciò che chiamiamo dolore mentale, fatto di emozioni negative e di un dialogo interiore che pone sempre in risalto lo stato di sofferenza», spiega Maurizio Pompili, Professore Ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma e Direttore della Unità Operativa Complessa di Psichiatria presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Andrea di Roma. Per ridurre il rischio di arrivare a situazioni di estremo disagio è fondamentale la prevenzione. Alleviare la sofferenza «Gli individui a rischio di suicidio non vorrebbero pensare alla morte, bensì vorrebbero veder alleviato il proprio dolore mentale; una manovra attuabile comprendendo lo stato di sofferenza, grazie anche all’intervento di professionisti della salute e di volontari. Esistono, tradizionalmente, dei fattori protettivi che vengono annoverati nell’abito della prevenzione del suicidio – prosegue il Professor Maurizio Pompili – Ovviamente non sono infallibili, ma rappresentano una sorta di approccio di igiene al benessere dell’individuo che può prevenire le situazioni di disagio psicologico. Sono classicamente definiti come fattori protettivi l’avere una rete sociale e familiare efficace, avere bambini in casa, coltivare una dimensione spirituale. E ancora avere del tempo da dedicare ad un’attività ricreativa, un hobby o degli interessi che rechino appagamento all’individuo, mettere quindi un freno all’attività lavorativa, non andare incontro al superlavoro. Anche il sonno è un elemento fondamentale, il rischio di suicidio germoglia, infatti, dove ci sono insonnia, ansia e agitazione ed è quindi importante avere un buon riposo notturno. Infine, comportamenti a rischio sono l’abuso di alcool e droghe: evitarli è, quindi, sicuramente protettivo per la mente». I dati di Telefono Amico Italia Telefono Amico Italia sostiene le persone che hanno bisogno di ascolto attraverso tre canali: il numero unico telefonico nazionale (02 2327 2327), il servizio di chat WhatsAppAmico (324 011 7252) e la mail, accessibile attraverso la compilazione di un form anonimo sul sito www.telefonoamico.it. Le oltre 3.700 richieste d’aiuto relative al suicidio ricevute da Telefono Amico Italia nei primi sei mesi del 2023, sono arrivate in gran parte al servizio telefonico (il 73%), seguito da WhatsAppAmico (20%) e dalla mail (7%). Il servizio telefonico è stato utilizzato prevalentemente da uomini (il 52,5%); le donne, invece, preferiscono usare il servizio Whatsapp Amico (il 58% delle chat è avviata da donne) e la Mail@mica (il 63,5% delle persone che scrivono è donna). Anche per quanto riguarda il parametro generazionale i tre servizi si discostano. Il disagio mentale dei giovani A chiamare sono stati in maggioranza adulti tra i 46 ai 55 anni (il 18,5%) seguiti da persone tra i 26 e i 35 anni (il 17,5%) e tra i 36 e 45 (il 16,5%). A scrivere in chat sono stati, invece, in maggioranza giovani dai 19 ai 25 anni (il 26%), seguiti dalla fascia tra i 26 ai 35 (il 22%) e dai giovanissimi tra i 15 e i 18 anni (19%). Anche la mail è stata usata in prevalenza da giovani tra i 15 e i 18 anni e tra i 19 e i 25 anni (entrambi al 18%), seguiti dagli adulti tra i 46 e i 55 anni (13%). Nel complesso, considerando tutti e tre gli strumenti di ascolto, il 29% delle richieste d’aiuto relative al suicidio arrivano da under 26. «È un dato che preoccupa – commenta la presidente di Telefono Amico Italia – e che testimonia il grande disagio vissuto dai giovani in questo periodo; disagio che non si manifesta solo nelle segnalazioni legate in maniera specifica al suicidio, ma si traduce in un aumento generale delle richieste di aiuto relative a difficoltà esistenziali e relazionali e che trova purtroppo eco anche negli ultimi gravi fatti di cronaca. Diventa quindi sempre più urgente affrontare il problema e trovare il modo di stare accanto ai più giovani». Come superare i momenti di difficoltà A offrire uno stimolo di riflessione su come aiutare i giovani a superare in maniera sana i momenti di difficoltà è la professoressa Michela Gatta, Direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedale-Università di Padova: «avere un progetto più o meno impegnativo e strutturato, possibilmente a breve - medio termine e da realizzarsi insieme ai pari, aiuta a fare sentire i ragazzi attivi, coinvolti, con uno scopo verso cui dirigere e investire le proprie passioni. Progettare significa porsi degli obiettivi, scoprire e sperimentare le proprie competenze, relazionarsi con gli altri al fine di un traguardo comune, esperendo così processi che sostengono l'identità, l'autonomia e la responsabilità». «Il periodo che stiamo vivendo sicuramente non aiuta a trovare un equilibrio psicologico e ad arginare preoccupazione e ansia – prosegue Petra – le crisi si susseguono una dopo l’altra e molto spesso sono amplificate da un linguaggio dei media che si focalizza sulla dimensione di crisi e allarme. Questo può avere un impatto negativo sul benessere degli individui, in particolare sui giovani, categoria particolarmente fragile. Bisognerebbe, quindi, recuperare un linguaggio e un atteggiamento che si focalizzino sugli aspetti positivi della vita,che siano in grado di infondere la speranza; speranza che ci permetta di guardare oltre le difficoltà del presente e di ritrovare un senso all’esistenza». Proprio questo senso di speranza nella capacità degli esseri umani di affrontare i grandi cambiamenti indesiderati e la possibilità di considerarli come prospettive per una maturazione personale e sociale sarà il tema del XXII congresso internazionale IFOTES (International Federation of Telephone Emergency Services), che si terrà in Italia, a Lignano Sabbiadoro dal 18 al 22 ottobre 2023 e che avrà come titolo Winds of Hope – Accettazione e capacità di cambiamento. Non parlarne è 1 suicidio Per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione del suicidio e del prendersi cura di sé stessi, domenica 10 settembre, Telefono Amico Italia organizza l’evento di piazza Non parlarne è 1 suicidio. I volontari dell’organizzazione, presenti in 20 piazze italiane, incontreranno i cittadini invitandoli a lasciare un pensiero che possa essere di aiuto per chi sta vivendo un momento di difficoltà. Tutti i biglietti, uno accanto all’altro su un apposito pannello, andranno a dare risposta alla domanda “In un momento difficile come ti prendi cura di te?”. Per simboleggiare la reciprocità di ogni relazione di ascolto, a chi lascerà il proprio messaggio sarà consegnato un biglietto con un pensiero di uno dei volontari di Telefono Amico Italia – insieme ad una matita di TAI. «Quest’anno abbiamo scelto di organizzare un evento di sensibilizzazione che sottolinei come ognuno di noi abbia la capacità di trovare in se stesso il proprio benessere emozionale – spiega la presidente Petra – La relazione di aiuto che instauriamo con chi ci chiama si basa, infatti, proprio su questo principio: ogni individuo ha in sé le risorse per stare meglio e noi volontari ci impegniamo per aiutarlo a scoprirle. In questo senso l’atto di scrivere un pensiero di “cura”, oltre ad essere un momento di autoconsapevolezza, può avere la funzione di sostegno reciproco tra gli individui: possiamo tutti prenderci cura degli altri offrendo degli spunti su come ritrovare benessere e speranza». Monumenti illuminati di blu Nel weekend, inoltre, in alcune città un monumento rappresentativo sarà illuminato con luce blu, il colore che contraddistingue Telefono Amico Italia. Tra le città che accenderanno i loro monumenti: Padova (torre campanaria di Palazzo Moroni – 9 settembre), Parma (Palazzo dell’Assistenza Pubblica – 9 settembre), Venezia (Cà Farsetti e Cà Loredan – 8/9/10 settembre), Mestre (Torre Civica e Palazzo Municipale - 8/9/10 settembre), Bergamo (Porta San Giacomo, visibile dalla Città Bassa – 10 settembre), Brescia (Palazzo Loggia – 10 settembre), Mantova (fontana di largo Pradella – 10 settembre), Alghero (Torre dell'Espero Real in piazza Sulis), Modena (fontana del Graziosi in largo Garibaldi). L'hashtag dell’evento è #nonparlarneè1suicidio, ha l’obiettivo di sottolineare il fatto che di suicidio si può e si deve parlare perché il primo passo per fare prevenzione è rompere quel tabù che purtroppo ancora esiste su questo tema. Si tratta del messaggio che Telefono Amico Italia vuole rivolgere sia a chi sta attraversando un momento di profonda crisi interiore, sia in generale a tutte le persone, per sensibilizzare su quanto sia importante dare modo a se stessi e agli altri di esprimere liberamente e senza vergogna le proprie emozioni e la propria sofferenza. La campagna di sensibilizzazione La campagna di sensibilizzazione di Telefono Amico Italia Non parlarne è 1 suicidio è sostenuta da numerosi artisti e influencer, tra cui: l’ex pallavolista Andrea Lucchetta, le cantanti Sabrina Salerno e Aba Chiara, i musicisti Alberto Bertoli, Daniele Bagni, Max Rivara, Cosimo “Zanna” Zannelli e Carol Mag, l’autore Sebastiano Zanolli, il comico Filippo Caccamo, l’influencer Elisa D’Ospina, la tik toker Elisa Altamura, gli attori Patrizio Cossa e Stefano Andrea Macchi, le attrici Barbara Bonanni e M. Evelina Buffa Nazzari, autrice dello spettacolo “Torna fra nove mesi” nato dalla sua condizione di survivor, in scena a fine gennaio 2024 a Roma (Teatro dei Documenti), e l’artista sardo Nicola Urru, che realizzerà una scultura di sabbia a tema sulla spiaggia del Terzo Pettine a Sorso (Sassari). Per sostenere i progetti di Telefono Amico Italia sulla prevenzione al suicidio e aiutare l’organizzazione a rispondere alle numerose richieste d’aiuto: https://www.telefonoamico.it/preveniamo-il-suicidio/ Per diventare volontario si può, invece, scrivere all’indirizzo [email protected]: si verrà indirizzati al centro locale più vicino dove poter svolgere un corso pratico-teorico di circa 6 mesi, al termine del quale potrà iniziare l’attività di ascolto. Persone sopravvissute al dramma del suicidio di un parente o di una persona cara. Read the full article
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mypickleoperapeanut · 2 years ago
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"Pavoni con la coda di paglia"
di Riccardo Rescio
Se siete fra gli atleti più o meno bravi, che giocano al calcio nella squadra della parrocchia del paese o in una prestigiosa compagine di serie A, non sentitevi potenziali vincitori del pallone d’oro, quello al massimo potreste vincerlo al fantacalcio.
Questo vostro sentire, diviene modo di essere, attraverso atteggiamenti, comportamenti e condotte che vi omologano, autorelegandovi in una categoria, che non vi considera come individui diversi e come tali unici, ma come esseri intercambiabili, come pezzi tutti uguali realizzati industrialmente.
Se invece siete avvocati, principi del foro o patrocinatori di cause perse, non sentitevi dei Perry Mason, perché quello è solo frutto della fantasia di uno sceneggiatore di telefilm americani.
Questione più delicata è quella dei professionisti della informazione, redattori del giornalino della scuola, inviati speciali di moda e costume o autorevoli penne di quotidiani o riviste a tiratura nazionale, non sentitevi potenziali vincitori del premio Pulitzer, perché questo ambito riconoscimento viene assegnato annualmente solo a chi, ha realizzato inchieste di interesse pubblico di grandissimo rilievo nazionale e internazionale. L’atteggiamento di distacco e poca considerazione altrui vi rende poco inclini a suscitare le simpatie delle persone e dei lettori in generale.
Forse è anche questa una concausa della scarsa lettura dei quotidiani.
Non parliamo poi dei notai, degli architetti, degli ingegneri, dei geometri, degli informatici, dei dottori, degli imprenditori, degli uscieri degli uffici pubblici e così via per ogni e qualsiasi professione, con o senza albo.
Una mera, simbolica, appartenenza ad una compagine, di qualsiasi natura possa essere, a prescindere dalle singole capacità professionali è ben poca cosa.
Un modo di fare che accomuna molte persone a prescindere dalla professione, attività o lavoro svolto, il cui agire li rende tutti uguali, facilmente, individuabilidi membri di Club elitari, esclusivi, di cui tutti ignoriamo gli indirizzi della rispettive sedi istituzionali.
A chi si senta toccato, irritato, offeso, da questa superficiale generalizzazione, consigliamo di leggere la storia della volpe e della sua coda di paglia.
La maggioranza degli appartenenti alle categorie nominate, certi della propria capacità professionale, non si sentiranno assolutamente toccati dalle considerazioni espresse, ai pochi restanti, irritati e indignati, invece ricordiamo che la coda di paglia”,
è tipica di chi teme ogni tipo di critica per un comportamento, una carenza, un difetto, una caratteristica, su cui si teme che gli altri possano infierire.
Come dice un proverbio toscano: “Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco”.
Ai suscettibili, a chi si senta quindi toccato, a chi è affetto da pirofobia, alle volpi e ai pavoni di turno, consigliamo di sostituire la paglia della propria coda con qualcosa di meno appariscente e molto più consistente, per la loro stessa incolumità e per la maggiore affidabilità e credibilità, nei confronti dei rispettivi potenziali clienti.
Abbiamo bisogno, ora più che mai, di meno, pavoni e volpi e di più persone capaci di fare e non di mostrare, ciò che non saranno mai.
Firenze 22 luglio 2021
Pubblicato su WordPress "I&f RotoWeb Illustrato" nel luglio del 2021 https://italiaefriends.wordpress.com/2021/07/11/if-rotoweb-illustrato-luglio-2021/?preview=true
Credito immagine https://www.zooabruzzo.it/zooabruzzo/pavone/
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toscanoirriverente · 3 years ago
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“Aboliamo il bollettino. E' una campana a morte sciagurata, che ci deprime e non serve più a niente”
"Che momento è della pandemia? Dobbiamo distinguere tra quello che appare sui quotidiani e che riflette ovviamente un po' di disorientamento da quella che è la realtà. Io ho proposto lo stop al bollettino dei contagiati per come lo intendiamo ora. Non ci dice più nulla. Dobbiamo guardare al tasso di ospedalizzazione ed in particolare al tasso di ospedalizzazione delle terapie intensive.
La campagna vaccinale che abbiamo effettuato ci pone a distanza siderale rispetto all'anno scorso. Ci vuole equilibrio, i numeri di ora erano attesi. E guardando le persone in terapia intensiva, numero molto ma molto molto molto minore rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, bisogna farne l'identikit. Oggi in terapia intensiva finiscono, parlo dei dati dello Spallanzani, per due terzi non vaccinato. L'altro terzo è composto di persone che hanno molte altre malattie ed una età particolarmente avanzata".
(…) Osserviamo quello che accade e prendiamo le decisioni in base a quello che succede. Vacciniamo le persone che vanno vaccinate. E togliamo tanta legna al fuoco di coloro che ancora credono alla terra piatta. Chiusure? Oggi secondo me non ne dobbiamo fare neppure una. Quelli che ancora non credono allo strumento vaccino? I numeri parlano chiaro. Sono davanti a noi. I vaccini funzionano".
Sulla terza dose: "Abbiamo visto che l'efficacia dei vaccini scende dopo cinque o sei mesi. Dobbiamo uscire dalla pandemia e secondo me ci riusciremo. Ma bisogna vaccinarsi. Non lamentarsi. Facciamo la terza dose, mettiamoci al riparo. Spingiamo sulla terza dose a partire dai fragili e agli anziani e poi apriamo a tutti. Abbandoniamo anche l'età anagrafica, a questo bollettino che è sciagurato e che ci deprime. E' una campana a morte che non serve più a niente. Ridiamo fiducia al nostro popolo. Sono d'accordo sulla terza dose a cinque mesi, sono stato tra i primi a proporla. Il messaggio giusto oggi è equilibrio, moderazione, speranza".
Sul super green pass: "Questa è una decisione che spetta alla politica, noi dobbiamo incentivare la vaccinazione. Se è ritenuto uno strumento ritenuto utile per incentivare la vaccinazione bene. Io preferisco andare dritto all'obiettivo, amplierei l'obbligo vaccinale, estendendolo a tutti quelli che hanno contatti con il pubblico".
Sul Natale: "Non ho la palla di vetro, né sono un mago. Mi aspetto che se noi aumentiamo la nostra capacità di vaccinazione e tutti manteniamo la calma e rispettiamo le regole, compresa la famosa mascherina, sarà un Natale tranquillo e sereno. Teniamocele strette le cose che riabbiamo conquistato. Ce le teniamo con il vaccino e con atteggiamenti saggi. (...)
Sulla fine della pandemia: "Quando potremo dire che è passata? Secondo me ci siamo vicini. Dobbiamo tirare un po' il collo per questo 2022 e arrivare finalmente a fare un vaccino come succede per l'influenza. Un vaccino di richiamo annuale che sia aggiornato. Bisogna chiamare le aziende a fare presto a riaggiornare i vaccini sulle varianti".
prof Francesco Vaia, direttore dell'Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma
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fotopadova · 6 years ago
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Donatello Mancusi, ”Percezioni”: intuire storie, tempi, situazioni, ritmi.
di Gustavo Millozzi
  -- "Fotografia capovolta" ovvero il primato dell'osservatore. –
Ogni fotografo che realizza street photography testimonia il suo tempo rappresentando ciò che lo circonda quando "esce di casa" con lo scopo di cogliere ogni aspetto della vita, dell’anima, in sintesi, l’essenza stessa della sua società. A mio avviso questa è l'interpretazione che ne dà magistralmente anche Donatello Mancusi nella sua mostra Percezioni, declinandola in quattro diversi temi.
È fotografia di strada, traccia del tempo presente, quella che nasce nel momento in cui ognuno riprende con una reflex, una compatta, un telefonino o un qualsiasi tipo di fotocamera, una situazione in un luogo pubblico, sia all’esterno che all'interno, in cui il soggetto principale sia la presenza umana, diretta o indiretta, ossia anche attraverso oggetti che ne evochino soltanto la presenza.
Con un passaggio in più Mancusi ribalta la prospettiva: il punto di vista privilegiato non è più quello del fotografo, ma diventa quello dell'osservatore che è chiamato ad interrogarsi su chi sia il personaggio ritratto (Privato), su cosa stia accadendo in una determinata situazione (Piccole storie), di che cosa sia rappresentato (Carta da parati) fino ad indagare il senso stesso dell'immagine (Icona).
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 © Donatello Mancusi, da Percezioni (Privato)
Partendo dal primo nucleo, Privato, Mancusi raccoglie immagini fotografiche che si avvicinano al genere del ritratto, della figura ambientata, colte da un angolo di ripresa non convenzionale in quanto l’intera serie è costituita da personaggi anonimi visti da dietro.
Nelle scienze delle arti visive questo è un elemento dal significato simbolico: il dorso della figura riprodotto in due dimensioni consente allo spettatore di prendere il posto del soggetto della foto e vedere ciò che la persona raffigurata vede. È tradizionalmente un modo molto efficace per aumentare l’illusione di entrare nell'immagine, aiutando a penetrare lo spazio pittorico/fotografico, attirando lo sguardo dell'osservatore nella profondità del lavoro stesso.
La figura umana occupa praticamente tutto lo spazio, impedendo all'osservatore di decodificare l'immagine avendo la vista bloccata da un retro solo apparentemente anonimo con vestiti e abiti che poco raccontano della persona e della sua vita. Il soggetto sembra negarsi al fotografo e, dove prima si tentava di decifrare l'espressione facciale del ritrattato per conoscerlo, qui la comunicazione si sposta sulla schiena, sulla postura, sui pochi indizi che l'osservatore è chiamato ad indagare. Questo cambiamento di prospettiva, che potrebbe essere letto come disinteresse o rifiuto, appare invece come un messaggio diretto ed efficace che, aiutato da un’ambientazione quasi inesistente, diventa un appello all’osservatore. È chiaramente un’impostazione “anti selfie” e pertanto anche una negazione della tradizionale “foto ricordo”, più concentrata su cosa, enigmaticamente, il soggetto vede e - sul suo profondo pensare con lo sguardo verso l’indefinito - che alla rappresentazione del soggetto stesso. Un atteggiamento spontaneo, non importa se in posa, che nella nostra mente non associamo ad un artefatto, in cui il soggetto appare chiuso in sé stesso.
Si consideri inoltre come questo messaggio visivo possa assumere un altro importante significato dove lo studio sistematico di Mancusi interpreta una tipologia classificata dalla sociologia contemporanea di Gottfried Keller. Questi sarebbe stato sorpreso nel vedere il suo Kleider machen Leute (Gli abiti fanno le persone) reinterpretato nelle immagini del nostro autore: “la ricerca dell'identità diventa una filosofia che si fonde con l'ideologia e alla fine viene indossata sul proprio corpo”.
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 © Donatello Mancusi, da Percezioni (Piccole storie)
Ciò che Mancusi ci presenta poi in Piccole storie è un'evoluzione, per certi versi, del lavoro precedente. Aspetti della realtà in cui immagini di diverso contenuto, che non hanno alcun rapporto tra loro, si trovano assieme per semplice coincidenza, come in tutte le coincidenze della vita, combinando persone e luoghi reali, ma non necessariamente persone e luoghi naturalmente vicini. L’autore non ci spiega in alcun modo quanto avviene nelle scene del teatro della vita che ha scelto di "bloccare" con personaggi che recitano ruoli che lascia a noi interpretare. E ciò può avvenire in diverse maniere, senza darci alcun indizio, come fossero parole di frasi che non hanno né principio né fine: possono esser da noi composte e lette come espressione di sentimenti diversi - dolore, indifferenza, gioia, solitudine... - secondo lo spirito ed il particolare momento che stiamo vivendo.
Sono fotografie di forte potenzialità narrativa, scattate in strade, ambienti e situazioni che chiunque di noi ha certamente già potuto vedere, ma sulle quali non si è mai soffermato non avendo neppure mai pensato di coglierne il significato profondo.
Mancusi, come succede per le immagini di Philip Lorca di Corcia sceglie gli eventi quotidiani togliendoli dal regno della banalità, cercando di ispirare nell’osservatore una consapevolezza della psicologia e delle emozioni contenute nelle situazioni della vita reale; ci invita a soffermarci su di esse ed a scoprire particolari ed atteggiamenti per risolvere il loro mistero che, come tutte le immagini della street photography, è quello del quotidiano, come la pittura di Hopper ci ha ben insegnato, che velocemente fugge con noi e, come noi, fugge verso una mèta indefinita.
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 © Donatello Mancusi, da Percezioni (Carta da parati)
Il terzo lavoro ci riserva uno studio delle superfici, dei colori e della materia. Nel nostro mondo di ogni giorno ci imbattiamo in vetrine, banchi, bacheche ed altri mezzi da esposizione dove veniamo colpiti da oggetti, forme e colori che, in fondo, rappresentano l’uomo e il trascorrere della sua esistenza, segnandone, evidenziandone e sollecitandone i consumi, le vanità e i desideri. E’ un ulteriore aspetto della street photography che Mancusi con Carta da parati ha saputo efficacemente cogliere e presentare in una raffinata esecuzione, impreziosita dal particolare supporto cartaceo.
Ognuna di queste immagini porta in sé la sua personale interpretazione di una porzione scelta della realtà, racchiusa nell'inquadratura: non c’è bisogno di una voce narrante che descriva o di un testo allegato che spieghi in quanto la forma di comunicazione è puramente visiva. Per esprimere la loro funzione e raccontare la loro storia sono sufficienti gli elementi rappresentati e le loro relazioni che svolgono un ruolo ben preciso per veicolare al meglio il messaggio che l’autore ha voluto trasmetterci.
Nell’osservare questa serie nel suo complesso mi è tornata alla mente la Teoria della Gestalt (La Legge della Vicinanza) constatando come le immagini, vicine tra loro, abbiano la capacità di essere percepite come appartenenti ad un unicum divenendo non più, per chi le guarda, scindibili l’una dall’altra e facendo capire come il fotografo abbia organizzato la loro combinazione in funzione di un risultato ben chiaro nella sua mente.
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 © Donatello Mancusi, da Percezioni (Icona)
 Infine Icona. Cosa è per noi un manifesto? È una presenza continua nella nostra vita che troviamo spesso e ovunque: alle fermate dei bus, sui muri delle strade, sui tabelloni pubblicitari, nei luoghi pubblici, spesso in forme e contenuti semplici, di facile comprensione, oppure in soggetti complessi, sempre comunque con la sola funzione di richiamare la nostra attenzione. Ma quanto durano, se non vengono, come il più spesso accade, rimossi o ricoperti da altri? Spesso vengono strappati mostrando, sotto tali ferite, strati di precedenti loro simili. In tali condizioni sono stati spesso oggetto di particolare interesse da parte di pittori - Mimmo Rotella, Jacques Villéglé e Raimond Hains - che ne hanno tratto opere in cui gli accostamenti cromatici, più che le forme, sono l’elemento principale. Ma anche i fotografi ne hanno trovato ispirazione come Paolo Monti che negli anni Cinquanta dà avvio alla serie Manifesti strappati nell’ambito di una più ampia sperimentazione sulla fotografia astratta.
Talvolta, ed è quanto ha voluto sottolineare Mancusi, questi prodotti pubblicitari terminano la loro vita invecchiando, dissolvendosi naturalmente sino alla scomparsa della loro identità per azione degli agenti atmosferici, per cause naturali, in relazione alla caducità della loro materia, cosa che noi possiamo avvertire e seguire come succede per i graffiti e i murales. L’immagine iconica di Moira Orfei segue parallelamente il declino fisico dell’artista circense, come se la sua stessa immagine sui muri invecchiasse con lei per poi scomparire e morire. All'opposto la medesima immagine, in quanto icona, resta sempre in vita, eterna, sempre uguale a sé stessa. Come un multiplo di Andy Warhol che si trovasse a mutare, col mutare del tempo, o un ritratto di Dorian Gray "capovolto".
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Una versione di questo scritto è riportata nel catalogo di:
Percezioni: Mostra fotografica di Donatello Mancusi a cura di Gustavo Millozzi
Padova, Palazzo Angeli - Stanze della  Fotografia, Prato della Valle 1/a
dal 7 giugno al 28 luglio 2019, orario: 10.00 – 18.00, chiuso il martedì - Ingresso libero
Comune di Padova - Assessorato alla Cultura
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tempi-dispari · 2 years ago
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Fabio Macagnino: 'i dialetti sono ricchezza culturale'
Ancora non si è fermata l’eco della pubblicazione del suo ultimo disco (recensione) che Fabio Macagnino è già proiettato sul prossimo. Un disco che potrebbe essere meno punk, più morbido nelle sonorità. Ma non solo. In questa intervista Macagnino racconta da dove è nata l’esigenza di un disco come Sangu, del suo punto di vista circa la musica popolare e molte altre chicche. Tutta la leggere.
Una presentazione per chi non ti conosce Fabio Macagnino, nato in Germania da madre calabrese e padre Pugliese. Il mio approccio alla musica è condizionato dal fratello maggiore che, quando avevo 10 anni, mi portava ai concerti Punk a Düsseldorf. A 13 anni cominciai a suonare la batteria, influenzato dall’ascolto dei Police, Supertramp, U2 e altri. Arrivato in Calabria ancora adolescente, formo la mia prima band Rock (testi in dialetto calabrese). Dopo diversi anni di militanza in questo gruppo, mi avvicinai alla musica popolare regionale. Imparai i tamburi a cornice e avviai la mia formazione teatrale. Per imparare bene la musica, studiai architettura con dottorato.
Entriamo subito nel vivo: la tarantella è punk anche nella sostanza o solo nella forma? Il mio approccio alla musica popolare è sicuramente influenzato dalla mia biografia. Il mio ultimo disco è caratterizzato volutamente da sonorità rabbiose, dure e tribali: è Punk nell’attitudine.
Perché l’esigenza di un disco come Sangu? L’esigenza nasce durante i lockdown. Avevo gli Hard Disk pieni di brani che avevo accumulato negli anni. Durante quei mesi di confinamento, cresceva in me il bisogno di oppormi a questa atomizzazione della società. Io faccio musica perché adoro la convivialità. La musica popolare è il mezzo che più mi consente di vivere immerso nell’atmosfera conviviale. Da qui nasce l’esigenza di tirare fuori quei brani: mi prefiguravo il ritorno nelle piazze, per respirare nuovamente quell’aria di libertà a cui sono abituato.
Il cantato dialettale non potrebbe essere un boomerang? I dialetti sono fonte di ricchezza culturale. La mia è una scelta poetica e politica. La lingua regionale, popolare, scaturisce dall’anima, naturale, senza artifici, informale, secca, breve. E’ una lingua che, in osmosi col territorio dal quale sgorga, ne è influenzata e ne favorisce una compenetrazione scambievole di idee e atteggiamenti. È la lingua del Popolo che è, da sempre, il vero Poeta di tutti i tempi.
La taranta non è solo musica, è uno spirito, un modo anche di vedere le cose. Il mondo ha bisogno di più tarantelle? Il mio approccio alla musica è frutto di studio e attenta osservazione della società. Io amo la cultura popolare, perché mi permette di riconoscere il permanente nel fuggevole. La ripetitività diventa rito, il rito diventa simbolo; il simbolo, diviene appiglio, in un mondo piatto e liquido. Secondo me è necessario scandagliare i simboli da consolidare e quelli da rigettare. In questo senso allora: si, ci vuole più tarantella.
I giovani, come reagiscono nei live? Sono presenti o mancano? Negli ultimi decenni, la Calabria, ha vissuto un revival eccezionale intorno alla riscoperta delle tradizioni. L’interesse abbraccia tutte le classi sociali e tutte le età. I giovano sono presenti e reagiscono con entusiasmo. Adesso è, però, necessario innovare. La tradizione che non si rinnova, muore.
Quanto teatro c’è in Sangu? ll teatro è uno strumento tecnico che pervade costantemente la mia attività musicale. Mi permette di sottolineare gli aspetti extra quotidiani, che caratterizzano qualsiasi attività artistica. Ma è soprattutto nei live attingo alla disciplina teatrale.
Ci sono canzoni che è stato difficile escludere dalla playlist definitiva? Si, ma per fortuna, ho un bravissimo produttore artistico (Mujura), che mi aiuta a scegliere con coerenza il materiale da utilizzare
Oggi il punk, domani? Ho già pronti nuovi brani. Non riesco a smettere di scrivere canzoni. Probabilmente saranno canzoni meno rabbiose
La musica mediterranea è valorizzata o sottovalutata? Credo che, tutta la cultura mediterranea, fatica a dare il proprio contributo in una società troppo condizionata dall’efficientismo di stampo anglosassone e mittel-europeo.
Quanto ha inciso e incide la musica popolare sulla crescita degli artisti nostrani? Mi sembra troppo poco. Siamo troppo esterofili.
Una domanda che non ti hanno mai posto ma ti piacerebbe ti fosse rivolta? Perché hai scelto di restare nella Locride? Scherzo
Se fossi tu ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervisteresti e cosa gli chiederesti? Intervisterei me stesso da ragazzo: “ma perchè cavolo ti sei innamorato di…”
Un saluto e una raccomandazione a chi ti sta leggendo Mi raccomando siate più critici, arrabbiatevi, non state zitti. Ballate, siate allegri, prendetevi le piazze.
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corallorosso · 6 years ago
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La dottoressa con il fidanzato nero: il razzismo, uno stillicidio quotidiano di Stefano Miliani Se «sei buono e ti tirano le pietre», se «sei cattivo e ti tirano le pietre», «qualunque cosa fai, / dovunque te ne vai, / tu sempre pietre in faccia prenderai», cantava Pierre-Antoine in una canzone del 1967 che fece epoca. Oggi il testo andrebbe aggiornato sul colore della pelle. Hai i soldi? Se sei una donna con un fidanzato dalla pelle nera, in Italia incappi in piccoli ma costanti incidenti di percorso che non conosceresti se entrambe foste bianchi. Una donna medico, di Firenze, 37 anni, ha un compagno francese. Di Parigi. Nero, 42 anni, psicologo. Persona schiva, con la comprensibile richiesta di anonimato per tutelare se stessa e soprattutto lui dalla eventuale furia che si scatenerebbe sui social, la donna racconta: «Il mio fidanzato è parigino, nero, laureato, indossa vestiti firmati eppure ogni singola volta che atterra all'aeroporto di Firenze, senza eccezione, viene fermato. Prima gli agenti gli chiedono da dove viene. "Parigi". Immancabile arriva la domanda: "Prima di Parigi?". Lui risponde: "Parigi". Poi la domanda successiva: "Ce le li hai i soldi?". "Certo". "E quanto hai?". Una volta, esasperato, ha preso il portafoglio e ha cominciato a contare: cinque euro, dieci euro, venti euro ... Un'altra ha mostrato la 'Carta Oro'. "Cosa vieni a fare a Firenze?" "A trovare la mia ragazza". Certo, gli agenti fanno il loro lavoro. Eppure in tanti viaggi a me due volte hanno chiesto di aprire il bagaglio, non mi hanno mai chiesto se ho soldi». Hai il biglietto? E gli altri...? Episodi di un razzismo strisciante, magari inconsapevole, senza aggressività? «Accade di continuo. Due anni fa, nel bel mezzo della mostra "Da Kandinskij a Pollock" a Palazzo Strozzi, in una sala a metà percorso l'addetta va dal mio fidanzato e solo a lui chiede il biglietto. Avevo io i biglietti ma ero in un'altra sala. Non è mai successo di sentirmi chiedere il biglietto a metà percorso - racconta la dottoressa - Mi infurio, a quel punto lei dice "mi dispiace, non importa", le rispondo che non si fa così, lei se ne va. Dopo si è scusata con il mio ragazzo. Spesso la gente agisce così, in buona fede: la ragazza era razzista inconsciamente, è un comportamento a livello inconscio ed è solo legato al colore della pelle». Oggi, chiosa, il clima è peggiorato. «Se non ero con lui, quel posto al ristorante c'era» I due cercano di non pensarci troppo. Il che è difficile. La dottoressa ricostruisce un altro fatto. Sempre piccolo, sempre insignificante, sempre significativo, nel suo piccolo. «Eravamo in un famoso ristorante romano dove avevo già mangiato, bene, una volta. Ci ero tornata con lui. Il posto era affollato, ma mettevano tutti a sedere tranne noi. Dopo 40 minuti vado a lamentarmi, ci trovano un tavolo per quattro, stiamo per ordinare quando un cameriere si scusa, ci dice che ci sono altre persone per questo tavolo e ci offre un altro tavolo e un prosecco. Ci alziamo, ci danno il prosecco, poi il cameriere sparisce e il tavolo per noi non compare. Aspettiamo, chiediamo, il cameriere ci indica un tavolo dove c'erano avventori che aspettavano il dolce. Non so quanto siamo rimasti lì, alla fine ce ne siamo andati e il mio ragazzo osserva "se non eri con me mangiavi". Aveva ragione». La dottoressa non ricostruisce quindi una discriminazione clamorosa, il gesto violento: ricostruisce un atteggiamento più sottile, che pervade momenti quotidiani in forma subdola, spesso con atteggiamenti inconsapevoli ma che non per questo non feriscono. Tanto da far vacillare eventuali decisioni sul futuro. «Un figlio? Non so, non è il momento giusto per nascere nero». Ohazuruike: "Da negro dico: Italia, dove vai se immigrati non hai?
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schizografia · 2 years ago
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Le autrici femminili, le registe, non devono la loro importanza a un femminismo militante. Conta innanzitutto la maniera con la quale hanno innovato in questo cinema dei corpi, come se le donne dovessero conquistare l’origine dei propri atteggiamenti e la temporalità che corrisponde loro come gestus individuale o comune. (…) Con Mur murs e Documenteurs, Varda costruisce un dittico la cui seconda parte presenta gli atteggiamenti e i gesti quotidiani di una donna che si è smarrita a Los Angeles, mentre la prima parte mostrava, agli occhi di un’altra donna a passeggio nella stessa città, il gestus storico e politico di una comunità minoritaria, affreschi murali dei chicani dalle forme e dai colori esasperati.
Gilles Deleuze
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wdonnait · 4 years ago
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Derealizzazione, sentirsi fuori dal corpo: cause e cura
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Derealizzazione, sentirsi fuori dal corpo: cause e cura
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La derealizzazione è un disturbo che colpisce molte persone.
Chi ne soffre si sente fuori dal corpo ma più che altro estraneo all’ambiente circostante. Tuttavia, si tratta di una problematica del tutto soggettiva, in quanto può insorgere a seguito di vari eventi traumatici o eccessivamente stressanti.
La gente affetta da derealizzazione ha molta difficoltà a percepire tutto ciò che gli sta intorno.
E di tale disagio ne risentono fortemente sia la mente che il corpo, attraverso deficit di memoria o disagi motori. Non bisogna però confonderla con la depersonalizzazione, in quanto quest’ultima porta ad un’elevata perdita della coscienza di sé e del senso di identità. Al massimo, si può soffrire di entrambe contemporaneamente.
Derealizzazione cause
A questo punto ci si chiede quali possono essere le cause della derealizzazione?
Come vi abbiamo detto in precedenza, i fattori scatenanti possono essere molteplici. Solitamente, i principali responsabili sono lo stress ed alcuni traumi, tra cui:
Le violenze emotive
Gli abusi sessuali
I lutti improvvisi
Allo stesso tempo però, alcuni soggetti presentano una certa predisposizione genetica, che si può notare attraverso una serie di atteggiamenti come ad esempio:
Cercare di allontanarsi da tante situazioni
Risultare spesso vulnerabili
Finta autostima
Disconnessione totale
Se ad una certa predisposizione si aggiunge lo stress ed altri fattori emotivi, allora il rischio di andare incontro alla derealizzazione è molto alto.
Ma non è tutto. Alcuni soggetti presentano tale disturbo a seguito di un abuso di droghe, in particolar modo THC, MDMA (alias ectasy), allucinogeni, salvia divinorum, ketamina e tante altre ancora.
Derealizzazione sintomi
In termini di sintomatologia, come traspare il problema della derealizzazione?
Essa si manifesta a 360 gradi: ciò significa che coinvolge la mente, la percezioni e gli atteggiamenti, visibili anche dalle movenze. Generalmente, i sintomi sono:
Il distacco emotivo dagli avvenimenti
La scarsa consapevolezza di ciò che accade
La difficoltà nel comprendere gli altri
Dimenticare alcuni impegni quotidiani
Totale perdizione nei propri pensieri
Esperienze distorte e di irrealtà
Sentirsi in una campana di vetro
Di conseguenza, la realtà circostante appare inutile, incolore ma soprattutto irreale. Tutto questo porta inevitabilmente a dei problemi in termini di percezione temporale, ma anche tattile, uditiva o visiva. Insomma, entrano in gioco anche i sensi.
Possibili sintomi fisici della derealizzazione:
Senso di stordimento
Ansia e stato perenne di agitazione
Testa pesante e ovattata
Spossatezza
Formicolio
Gesti ossessivo-compulsivi
Derealizzazione diagnosi
Come vi abbiamo già detto in precedenza, la derealizzazione non è un disturbo che si vive in maniera universale.
Pertanto, c’è chi ne soffre in maniera lieve e chi arriva a pensare di essere sulla soglia della pazzia. Il fatto che sia prettamente soggettiva è dato principalmente da alcune varianti, come ad esempio il carattere o il tipo di evento traumatico.
Solitamente, per diagnosticare la derealizzazione, l’esperto valuta i sintomi basandosi sui criteri diagnostici del DSM V, ossia il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali.
Allo stesso tempo, si andranno ad escludere lesioni cerebrali o altri disturbi facilmente fraintendibili, come ad esempio:
Depressione
Ansia
Bipolarismo
Psicosi di vario tipo
Ma non è tutto. Bisognerà tener conto di alcuni fattori molto importanti, tra cui: l’età del paziente, il contesto sociale in cui vive, l’uso di farmaci o droghe e la cultura di appartenenza.
Derealizzazione cura
Nel momento in cui si rileva il disturbo da derealizzazione, l’esperto potrà procedere con la cura.
Quasi sempre si procede con la psicoterapia e/o un trattamento farmacologico, a seconda del caso specifico e della sua entità. La prima, mira a fronteggiare tutti quegli elementi che hanno portato all’insorgenza della malattia ma si basa anche su:
Terapia cognitivo-comportamentale, la quale individua tutti quei comportamenti di disagio e li rimpiazza con approcci sani.
Terapia dialettico-comportamentale, in riferimento a tutti quei disturbi del comportamento causati da traumi o abusi.
EMDR (che sta per Eye Movement Desensitization and Reprocessing), interviene sullo stress che subentra dopo un trauma.
Terapia familiare, poiché anche il contesto della famiglia risulta essere fondamentale per scavare a fondo.
Musico-terapia o arte, in grado di stimolare la creatività e tutti quei pensieri che restano bloccati nella propria mente.
A questo punto ci si chiede: quali sono i farmaci per curare la derealizzazione?
In realtà, non ci sono dei medicinali ad hoc ma si possono placare alcuni sintomi attraverso gli ansiolitici oppure gli antidepressivi o gli antipsicotici per i casi più delicati.
Derealizzazione si può guarire
Molti non sanno che i sintomi correlati al disturbo di derealizzazione possono talvolta sparire in maniera spontanea. Alcune persone infatti, ne risultano affette in maniera lieve e riescono (inconsciamente o con forza di volontà) a ritrovare la percezione della la realtà circostante.
Diverso il caso di chi sembrerebbe non disposto a cambiare o quantomeno non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel. E senza ombra di dubbio ne risentono i rapporti interpersonali, specialmente gli affetti più cari.
Se la situazione dovesse essere complessa, si consiglia di rivolgersi ad una persona esperta nel settore. Come primo step, va bene anche confidarsi con qualcuno: questo gesto li aiuterà a sentirsi meno soli.
In termini di statistiche, la derealizzazione sembrerebbe non colpire prevalentemente uomini o donne. Anzi, a livello di percentuali risulta coinvolgere i due generi in maniera identica.
Ma non è tutto: ci sono tantissime persone che hanno sofferto nella loro vita di derealizzazione temporanea, senza neanche accorgersene. Magari hanno pensato di sentirsi molto presi da alcune questioni senza badare a tutto ciò che li circondava.
Ciò ci fa ben intuire che la derealizzazione sia molto più frequente in forma lieve e non si tratta di un disturbo anomalo. Anzi, sono in netta minoranza i soggetti che presentano tutta la sintomatologia che vi abbiamo presentato all’inizio.
Inoltre, secondo quanto riportato da varie fonti, essa può insorgere più in fase adolescenziale rispetto all’età adulta. Il motivo risiede nel fatto che da ragazzini si è molto più fragili o sensibili, anche se non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Ribadiamo dunque che si tratta di una questione altamente soggettiva e che può variare di intensità a seconda delle esperienze vissute. Tuttavia, per maggiori informazioni su questo disturbo, affidatevi ad una figura professionale.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Oroscopo di Chirya: dal 15 al 21 Agosto 2022
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Oroscopo di Chirya: cari tutti, siamo arrivati al giro di boa dell’Estate, anche se godremo ancora di due settimane d’Agosto, il Ferragosto ha in se il seme dell’Autunno, della raccolta e di una natura che chiede tono più pacati, vedremo. Intanto ecco le previsioni da Lunedì 15 a Domenica 21 Agosto, il Sole è ancora in Leone, per quest’ultima settimana, La Luna attraversa i primi tre segni dello zodiaco, dall’Ariete ai Gemelli. Domenica poi, Marte passerà in Gemelli, lascia definitivamente Urano nel Toro, e quei capricci di cui siamo stati testimoni a più riprese in questa Estate, ma questa è una storia di cui parleremo nel nostro prossimo incontro. A tutti Buon Ferragosto. Aspetti importanti: - Il 15 La Luna Calante in Ariete trigona il Sole, Venere e Giove donando a tutti una carica energetico potente, un pensiero positivo, tanta voglia di tenerezza, e un forte desiderio di confort food. - Il 15 Mercurio trigona il Nodo Nord, aspettiamoci una lettera, di incontrare un vecchio amico, di ricevere una notizia dal passato. - Il 19 la Luna quadra Plutone, assisteremo ad altre clamorose rivelazioni politiche, scandali, e gossip che non ci faranno pensare ai nostri problemi quotidiani. - Il 21 Saturno in trigono alla Luna nell’ultimo quarto calante ci regala una giornata adatta per prendere decisioni importanti.  Oroscopo di Chirya: dal 15 al 21 Agosto 2022 Ariete Cari amici dell’Ariete, questa settimana siete in una forma fisica e mentale perfetta. Conquisterete, amerete, e sarete riamati, Ferragosto vi aspetta con una sorpresa, un amore, un vecchio ricordo e non risolto, potrebbe essere il momento giusto. Un ok particolare per i single del segno, Marte, dal giorno 20, vi sarà amico, tutti vorrete dire la vostra, mettere il naso, voglia di dire, e connettervi a chi vi è vicino. In fondo, però, sapete che questo Agosto vi ha amato e protetto in tutti i modi possibile, ottimizzate questi doni e avrete capitalizzato una fortuna, non continuate a combattere, siate e rendetevi felici. Toro Cari amici del Toro, tutta questa energia in Leone non vi ha aiutato, anche se Marte è stato un alleato attento ma che vi ha resi nervosi. Al momento godetevi le vacanze, perché sentite il bisogno di allontanarvi da ciò che vi angustia, della famiglia, o dal lavoro, recuperate serenità, godetevi il Ferragosto. Non fatevi coinvolgere in atteggiamenti troppo accondiscendenti con tutti. Il 20 Agosto Marte lascerà il vostro segno e l’estate diventerà più serena, più dolce da vivere, mentre il Sole tra poco entrerà in trigono regalandovi nuovi e interessanti momenti di gioia. Gemelli Oroscopo, Cari amici dei Gemelli, aspettate qualche giorno e tutte le promesse saturnine arriveranno puntuali, sfrutterete le vostre qualità migliori, farete amicizie con tutti. In questa settimana porterete avanti soluzioni interessanti, e sarete protagonisti di ogni festa di Ferragosto, per voi molto divertente, cercate di non arrivare in ritardo, potreste pentirvene, e non prendete decisioni affrettate. Dal 20 Agosto tutto sarà più intenso, Mercurio, vi strizza l’occhiolino, e vuole ricompensarvi delle fatiche a cui Marte vi ha sottoposto. Ancora, per questa settima, rilassatevi e godetevi questo scorcio d’Estate. Cancro Cari amici del Cancro state brillando di luce propria in questa Estate di passione chiunque vi si avvicini. Il fascino lunare in queste vacanze vi ha reso sereni e pieni di attenzioni. Intanto siate più clementi con voi stessi, dedicatevi del tempo, state con i vostri amori, sbloccate i vostri. sentimenti. Sapete nel vostro cuore che è da parecchio tempo che vi sentite soli, quindi apritevi all’amore, non prendete decisioni lavorative, e rimandate tutto alla prossima settimana. Se volete potrete passere un Ferragosto scoppiettante. Leone Oroscopo di Chirya, Cari amici del Leone nella settimana di Ferragosto sarete pieni di doni e fortune, le stelle vi amano. Mi raccomando non rovinate tutto per un peccato d’orgoglio, che è il vostro difetto. Siate socievoli, poiché più conoscerete e più sarà facile trovare soluzioni ai vostri progetti. Organizzatevi con amici e parenti, viaggiate, fate di tutto, in quanto la vostra energia è inesauribile e vi aiuta a medicare le ferite marziane ed uraniane dei mesi passati. In settimana potreste essere tentati di fare di più, per vivere delle avventure indimenticabili, attenzione, al prezzo da pagare, siate sempre prudenti a quello che potreste perdere. Accettate i complimenti che vi faranno, sono sempre graditi. Vergine Cari amici della Vergine, state vivendo delle vacanze stupende, dopo tanta fatica siete carichi di energia, anche il Ferragosto non sarà da meno, e ve lo meritate. In settimana l'amore riveste i colori della tenera amicizia, Ferragosto vi regalerà il calore del Sole, i sorrisi e il divertimento, è anche carico di imprevisti che non saprete gestire, e potreste provocare qualche gaffe. Chi lavora in questa settimana, si deve organizzare al meglio, dividendosi tra doveri e piaceri, senza rimpianti, o piangersi addosso, intanto ci sono soldi in entrata e in uscita, bilanciatevi, dai parenti qualche pettegolezzo fastidioso, non fateci caso. Bilancia Oroscopo di Chirya, Cari amici della Bilancia questa estate vi trova molto riflessivi, tra voglia di fare e delusioni, state elaborando mesi non facili e allo stesso tempo state progettando future contromosse, così che Settembre, possa vedervi carichi. Le stelle vi consigliano di mettere in pausa ciò che vi preoccupa, e non cercate rimedi futuri, regalatevi, invece, un momento di serenità, pensate al vostro benessere psicofisico, e tutto troverà una soluzione al momento giusto. In settimana potrete esultare perché una notizia vi farà capire che il peggio potrà dirsi passato. Posso dire a tutti che in questa settimana di Ferragosto succederà qualcosa di importante e di positivo. Scorpione Oroscopo di Chirya, Cari amici dello Scorpione sarà un Ferragosto dal sapore nostalgico, non fateci caso, le stelle hanno una sorpresa nella settimana, per tutti voi, e vi regaleranno del tempo per divertirvi ed elaborare le prove che avete dovuto affrontare. Non complicatevi la vita, non litigate solo per sfogare la rabbia repressa, rendereste nervosi anche coloro che vi sono intorno, e creereste un clima non adatto alle vostre tanto attese vacanze. Prendete le distanze da quelle persone che sono invadenti e amano solo la critica sterile. Un consiglio vivete il Ferragosto in famiglia e tutti i giorni che potete, farà bene al vostro spirito.  Sagittario Cari amici del Sagittario, il fuoco che ancora arde dal Leone vi regalerà una settimana fantastica. Questa energia che vi ha fatto prendere decisioni con una facilità che avevate perso, vi ha fatto ritrovare l’entusiasmo su progetti che vi interessavano, ma che avevate perso di vista. In questa settimana avrete un'esplosione di idee e passione. Ci saranno giorni memorabili per le coppie che si amano, e via libera a incontri e appuntamenti, anche per chi non vuole impegnarsi, non godetevi quello che rimane di questa Estate, con un Ferragosto pieno di gioia. Capricorno Oroscopo di Chirya, Cari amici del Capricorno, fate tutto quello che potete per godervi il Ferragosto, anche per voi è arrivato il momento di rilassarvi e divertirvi, dimenticate la stanchezza dei mesi passati, passerà in questi giorni di Ferragosto, lontani dal vostro solito ambiente, ascoltate i vostri bisogni e capirete meglio le vostre esigenze. In settimana sarete, anche, troppo presi da voi stessi, Chi è rimasto in città, avrà più tempo per pensare e prendere decisioni importanti. Comunque sia o in città o in vacanza nel giorno di Ferragosto, ci saranno imprevisti per tutti, potreste anche emozionarvi per le stelle cadenti, o per un dono inatteso.  Acquario Oroscopo di Chirya, Cari amici dell’Acquario, lo zodiaco vi regalava momenti indimenticabili, da qualsiasi punto vogliate vederla, tutto vi mette alla prova, tante le decisioni da prendere, ma tutto vi rende forti. Le vacanze vi daranno l’energia per allontanarvi, e andate in vacanza cercando davvero di chiudere tutti con i vostri problemi. Quello che posso dirvi è che allontanarvi dalla routine vi permetterà di focalizzare l’attenzione, guardarvi dentro e scoprire quanta maturità avete conquistato in questi tempi. Buone occasioni per guadagnare dei soldi extra, anche se divertirsi non significa necessariamente spendere.  Pesci Oroscopo di Chirya, Cari amici dei Pesci siete in pieni di energia, e da tempo non eravate così ottimisti e creativi. Sapete che adorate essere in vacanza con le persone che amate, abbandonarvi alle lunghe chiacchierate e gioiose confidenze con la persona amata o gli amici. In questa settimana sarete più brillanti che mai. Tanta voglia di divertirvi, e infatti avrete un Ferragosto di emozione, amore e famiglia, Ferragosto, tante cose da fare ed anche il vostro spirito ne risentirà positivamente.  Potreste ritrovare un vecchio amore, o un invito da una persona ritrovata. Chi è in coppia e vuole mettere su famiglia, lo faccia solo se molto motivati. Seguiteci, saremo presto con voi per nuove previsioni con un nuovo oroscopo! Read the full article
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ultimenotiziepuglia · 4 years ago
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purpleavenuecupcake · 5 years ago
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Coronavirus: diteci la verità!
Coronavirus: diteci la verità!
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(di Marco Zacchera) Sono sempre più deluso, preoccupato ed arrabbiato: le settimane passano tra un mare di chiacchiere e intanto l’Italia fallisce. Conte parla a reti unificate senza dire praticamente nulla e “gli scienziati” - che non rischiano un’unghia del proprio reddito – giustificano il rinvio delle aperture, insensibili verso la realtà di un Paese dove la maggior parte delle persone non ha ancora capito verso quale disastro siamo diretti. Soprattutto ci contano delle gran balle con numeri quotidiani ingestibili se non si fanno tamponi e test statistici a tappeto. Intanto per esempio pochi sanno che – a fronte di 12.352 decessi a marzo per il coronavirus - l’anno scorso (fonte ISTAT) c’erano stati 15.189 morti in Italia per polmoniti (16.220 nel 2018) che quest’anno non ne risultano praticamente più: come si spiega? Questo solo per dire che i numeri si girano come si vogliono, ma intanto un fatto inequivocabile e vero è che a 60 giorni dall’inizio della pandemia le aziende italiane dai 2 ai 499 dipendenti NON HANNO ANCORA VISTO UN EURO e per i finanziamenti fino a 25.000 euro risultano a ieri accettate (non liquidate!) 28.500 pratiche su centinaia di migliaia in giacenza. Avete notato il balletto sul MES durato settimane con tutto che poi torna in silenzio dopo la affermata (da Conte) “impensabile grande vittoria in Europa”? Balle, il silenzio è per non far ricordare il voltafaccia 5Stelle ai loro elettori e salvare il governo, MA I SOLDI “VERI” NON CI SONO, E’ TUTTA UNA MANOVRA A DEBITO e intanto il nostro debito pubblico sta in piedi perché solo la Banca Centrale Europea sta comprando (per fortuna) quintalate di miliardi di titoli di stato italiani e si spera nel MES, mentre la platea delle chiusure incombe. Tranquilli, comunque, non arriverà la troika alla greca ma solo “Una vigilanza rafforzata” da parte di Bruxelles: le parole sono tutto, non conta mai la sostanza. Questo mi brucia: oltre al quotidiano bollettino sanitario delle ore 18 servirebbe un onesto “bollettino economico” di come si stia procedendo: dicano quanti finanziamenti siano liquidati al giorno, se non si vergognano… Perché gli “scienziati” parlano, tanto loro non rischiano: “Se si aprisse subito potremmo arrivare a 151.000 ricoverati in terapia intensiva” ci dicono, ma non ci spiegano PERCHÈ proprio quel numero, ma se lo dice Conte lo riprendono i media e allora tutto diventa vero. Intanto lo stesso Premier si precipita a Genova ad inaugurare “l’innalzamento dell’ultima campata del ponte” – ennesima passerella per un’opera pubblica che sulla pelle di 40 persone ha già goduto di una decina di festeggiamenti parziali - e intorno a lui si notava in TV una gran ressa di gente. Conte ha parlato (senza mascherina!) dei soliti futuri, immancabili destini. Tutto in evidente spregio ai decreti ma Lui può, noi no: perfino le Messe ci sono vietate! Atteggiamenti assurdi, così come nessuno sembra rendersi conto che sono stati superati tutti i limiti costituzionali, ma è “per l’emergenza” e allora va bene così. Sfugge il particolare che nessuno ha eletto Conte, così come gli scienziati, i comitati, gli esperti che di fatto dirigono l'Italia. Se questo atteggiamento fosse stato tenuto da un governo di centro-destra sarebbero saliti ululati di lesa maestà costituzionale. Ma intanto il parlamento è esautorato, la colpa è delle regioni e tanto il prode presidente Mattarella, firma sempre tutto. Restano però aperte tutte le domande drammatiche, vere, mai neppure sfiorate da mille (inutili) dibattiti. Per esempio chi controlla i conti della Protezione Civile o come si spendono milioni di euro “per l’emergenza”, oppure perché siamo così indietro con tamponi e controlli. Insisto: se in una qualsiasi attività si osservano le prescrizioni e le distanze perchè non si può e non si deve ricominciare a lavorare? Ditemi perché deve star chiuso chi vende mobili, oppure un orefice, un avvocato, una sarta, una pasticceria (però i dolci al supermercato e in panetteria puoi comprarli). I “Comitati tecnici” di Conte sono ben lontani dalla praticità dei problemi ed è ora che insorgano con più forza tutte le associazioni di categoria che purtroppo non vengono ascoltate. E se tutti – ovviamente muniti di mascherine ed osservando le distanze – dal 4 maggio semplicemente ci ribellassimo alle imposizioni e cominciassimo a muoverci e a lavorare liberamente? Sarebbe davvero una criminale sfida allo Stato? Direi semplicemente un rifiuto a quei suoi rappresentanti (neppure eletti!) che a due mesi dall’inizio del caos dimostrano - e ogni giorno confermano - di non essere all’altezza della situazione. Read the full article
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abr · 7 years ago
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Il sottosegretario Boschi ha semplicemente confessato con candore quale sia lo sport prediletto dal governo: dare la caccia ai soldi -  Molto si è già detto sull’infelice uscita di Maria Elena Boschi della scorsa settimana, quando il sottosegretario alla presidenza del consiglio ha espresso l'auspicio che si possa «Aggredire il contante nelle case degli italiani». Sarebbe facile liquidare la questione come una battuta infelice, e inconsapevole, di un esponente politico sempre al centro dell'attenzione e pertanto sotto stress. Invece a suo modo si tratta un’espressione emblematica di tre atteggiamenti caratteristici del potere politico. Se lo fanno dei privati cittadini, preannunciare un’aggressione configura il reato di minaccia aggravata. Aggredire il contante, in particolare, evoca il furto: un altro reato. Ma chi detiene il potere politico può invece usare a pieno titolo la forza, e agire e parlare come alle persone non è consentito. La frase è poi il frutto maturo di un pensiero diffuso, nelle nostre èlite (di governo e non), per le quali in fondo in fondo è assennato ipotizzare che ogni italiano abbia qualcosa da nascondere al fisco. Esiste un sospetto di colpa che aleggia su tutti. Parimenti diffusa è l'idea che di lì vengano i guai del bilancio dello Stato: tutti risolvibili, se solo “tutti pagassero” le imposte. Tra obblighi di Pos, fatture elettroniche, limiti al contante e rientro dei capitali siamo abituati a pensare alla moneta di carta come veicolo di evasione e riciclaggio, anziché per quello che semplicemente è: un mezzo di pagamento. Il sottosegretario Boschi in realtà ha semplicemente confessato con candore a suo modo ammirevole quale sia lo sport prediletto da donne e uomini di governo: dare la caccia ai soldi. Le prime anticipazioni sulla prossima legge di bilancio sembrano confermare in effetti che non sì è trattato solo di una battuta. La possibilità di sanatoria sul contante, di cui si è letto la scorsa settimana sui quotidiani, potrà forse, contando sulla paura, dare un contributo per far quadrare i conti di un bilancio difficile, stretto tra le clausole di salvaguardia e l’ipotesi di una graduale conclusione delle politiche monetarie non convenzionali. Il prezzo però è il venire meno del principio di legalità. Vittima, anch’esso, di una continua aggressione.
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“sanatoria sul contante”.  “sanatoria sul contate”. “sanatoria sul contate”. Lo ripeto perché la gente si abitua persino ai più assurdi ossimori e li dà per scontati, normali. 
Vale a dire, siccome lo stato è ineffciente e ridicolo nella repressione delle  malavite che secondo loro prediligono il contante, allora tutti dobbiamo rimetterci per la sua inefficenza, presumendo che il contante sia tutto frutto di illecito a meno di prova contraria.  
Beninteso, la mala col contante è quella rurale, di strada, è lo spacciatore di dettaglio o il cravattaro di quartiere: i grandi capitali malavitosi volano in Rete da anni ma qui in Borbonia non se ne sono ancora accorti. 
No, tutte balle: in realtà si sa, necessitano solo di spremervi ancora un pochino. “Tracciandovi” in tutto e per tutto, secondo la  balla da mafiosi per boccaloni più clamorosa del XXI Secolo : “pagassero tutti allora paghereste di meno”, ancora davanti in classifica alla più fresca: “ i migranti ci pagheranno le pensioni” . 
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