#attivismo social
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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L'attivismo social: nuova forma di politica o semplice sostituto?
La rivoluzione digitale e il ruolo dei social media nel ridefinire l’impegno politico e civile
La rivoluzione digitale e il ruolo dei social media nel ridefinire l’impegno politico e civile Con l’avvento dei social media, il panorama dell’attivismo ha subito una trasformazione radicale. Piattaforme come Facebook, Instagram, Twitter (ora X) e TikTok sono diventate strumenti potenti per mobilitare le masse, diffondere messaggi e sensibilizzare su questioni sociali e politiche. Ma la domanda…
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ilgiardinodivagante · 4 months ago
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Cos'è davvero l'uguaglianza? È come una chimera, un ideale che sfugge, un concetto che ognuno interpreta a modo suo. Da una parte, c'è chi grida al merito, alla gerarchia, a una sorta di legge della giungla dove vince il più forte. Ma il merito è davvero così oggettivo? Non è che spesso è il frutto di un gioco di carte truccato, dove alcuni nascono già con un asso nella manica? E poi, c'è chi, all'opposto, sostiene che siamo tutti uguali, punto e basta. Ma se siamo tutti uguali, che senso ha valorizzare le differenze? È come dire che un Picasso e un bambino di tre anni che scarabocchia un foglio sono sullo stesso piano.
Io credo che l'uguaglianza sia il fondamento di una società sana, ma non nell'accezione di un livellamento che annulla le individualità. È il diritto di ogni essere umano a partire da una linea di partenza equa, a poter sviluppare i propri talenti, a non essere giudicato per l'origine, il colore della pelle o le preferenze sessuali. Ma questo non significa che tutti debbano fare lo stesso lavoro o raggiungere gli stessi traguardi. Un medico e un poeta hanno ruoli diversi, ma entrambi sono essenziali per la nostra società.
Il problema nasce quando confondiamo l'uguaglianza con l'uniformità. È come se volessimo tutti indossare la stessa taglia di scarpe, senza renderci conto che ognuno ha un piede diverso. Certo, possiamo creare delle scarpe standard, ma poi ci saranno sempre quelli a cui stringono e quelli a cui sono larghe.
La meritocrazia, se intesa nel modo giusto, può essere un motore di crescita. Ma deve essere una meritocrazia inclusiva, che non lasci indietro nessuno. È illogico pensare che un bambino cresciuto in un ambiente privo delle risorse fondamentali possa, senza alcun supporto, raggiungere gli stessi risultati di un suo coetaneo cresciuto in un contesto privilegiato. Dobbiamo creare delle reti di sostegno, delle rampe di lancio per chi parte svantaggiato.
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E poi c'è la questione della libertà di espressione. Certo, ognuno ha diritto a dire la sua, ma non tutte le opinioni hanno lo stesso valore. Un'idea ben argomentata, frutto di una profonda riflessione, è diversa da un'opinione buttata lì tanto per dire. E non dimentichiamo che la libertà di espressione ha dei limiti. Non possiamo gridare al fuoco in un cinema, né diffondere notizie false che possano danneggiare gli altri.
Per costruire una società più giusta ed equa, dobbiamo prima di tutto affrontare le contraddizioni e le sfide che ci troviamo ad affrontare. Come possiamo conciliare il principio di uguaglianza con quello di meritocrazia? Viviamo in un'epoca contraddittoria, dove si invocano i valori di pace e fratellanza, ma si perpetuano le disuguaglianze. Più parliamo di uguaglianza, più il divario tra ricchi e poveri sembra allargarsi.
Ci chiediamo allora: vogliamo davvero una società più equa? E se sì, perché le nostre azioni non corrispondono a questo desiderio? Siamo disposti a mettere in discussione i nostri privilegi per costruire un futuro più giusto? Le risposte a queste domande sono fondamentali per definire le azioni concrete che dobbiamo intraprendere.
Insomma, la strada verso l'uguaglianza è lunga e tortuosa. È un percorso che richiede impegno, dialogo e soprattutto onestà intellettuale. Dobbiamo essere disposti a mettere in discussione le nostre convinzioni, a uscire dalla nostra comfort zone e ad ascoltare le ragioni degli altri. Solo così potremo costruire una società più giusta e più equa, dove ognuno possa realizzarsi e trovare il proprio posto.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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darktimemachinechaos · 2 months ago
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Messaggio di servizio per le donne in rete: non accettate conversazioni private con questo account, qui sotto riportato: se non ottiene di poter avere un incontro con voi, vi molesterà a più riprese; è iscritto anche su Tinder, pertanto non si limita a comportamenti inadeguati solo su Threads.
Abbiate amore per voi stesse ! ❤️
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oltrearcobaleno · 8 days ago
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Lizzie Velásquez: Una Vita Dedicata all’Attivismo e alla Lotta contro il Bullismo
Elizabeth Anne Velásquez, meglio conosciuta come Lizzie, è un esempio vivente di resilienza e attivismo. Nata il 13 marzo 1989 a Austin, Texas, questa giovane donna ha trasformato la sua esperienza di vita unica in una missione per ispirare gli altri e combattere il bullismo. La sua storia, caratterizzata da una rara condizione genetica e da sfide personali straordinarie, è una testimonianza del potere dell’attivismo nel generare cambiamenti significativi.
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La Sfida della Malattia
Lizzie è nata con una condizione genetica estremamente rara conosciuta come sindrome dall’aspetto progeroide e marfanoide con lipodistrofia. Questa malattia le impedisce di accumulare grasso corporeo, mantenendo il suo peso corporeo al di sotto dei 29 chilogrammi per tutta la vita. Nonostante il suo aspetto unico e le difficoltà fisiche che affronta quotidianamente, Lizzie non ha mai permesso che la sua condizione definisse chi è o limitasse le sue ambizioni. Con una dieta rigorosa che prevede fino a 8.000 calorie al giorno e un atteggiamento determinato, ha affrontato la sua malattia con grazia e forza.
La Scoperta dell’Attivismo
L’attivismo di Lizzie è emerso come risposta al bullismo e al cyberbullismo che ha subito durante la sua adolescenza. Uno degli episodi più significativi è stato quando, all’età di 17 anni, un video su YouTube la definì “la donna più brutta del mondo”. Questo attacco devastante avrebbe potuto abbattere chiunque, ma Lizzie ha scelto di rispondere con forza e determinazione. Questa esperienza ha acceso in lei una passione per l’attivismo, spingendola a condividere la sua storia per sensibilizzare sul bullismo e promuovere la gentilezza.
Un’Autrice e Oratrice Ispiratrice
Lizzie è una scrittrice prolifica e un’oratrice motivazionale di fama internazionale. Tra i suoi libri più noti ci sono “Lizzie Beautiful: The Lizzie Velásquez Story”, scritto con sua madre, e “Dare to Be Kind”, una guida che esplora l’importanza della gentilezza basata sulle sue esperienze personali. Attraverso questi testi, Lizzie ha consolidato il suo ruolo di leader nell’attivismo contro il bullismo, incoraggiando le persone a vedere oltre le apparenze e a concentrarsi sulle qualità interiori.
Il suo celebre TED Talk, “How Do YOU Define Yourself”, è un manifesto di empowerment personale e un invito a sfidare gli stereotipi. Questo discorso ha avuto un impatto globale, raccogliendo milioni di visualizzazioni e ispirando persone di ogni età a ridefinire il proprio valore.
La Scienza Dietro la Sua Condizione
La malattia di Lizzie è stata oggetto di studi approfonditi, che hanno identificato una mutazione genetica nel gene FBN1 come causa della sua condizione. Questi studi hanno anche contribuito a migliorare la comprensione di altre malattie genetiche rare, sottolineando l’importanza della ricerca medica. Nonostante le sfide fisiche e mediche, Lizzie continua a promuovere l’attivismo, dimostrando che ogni ostacolo può essere trasformato in un’opportunità.
L’Influenza dei Suoi Valori
La fede ha giocato un ruolo cruciale nella vita di Lizzie. Crede fermamente nel cristianesimo e attribuisce la sua forza e resilienza alla preghiera e alla connessione con Dio. Questi valori sono centrali nel suo messaggio, rendendo il suo attivismo una missione non solo sociale, ma anche spirituale.
Dal Cyberbullismo al Successo Mediatico
Nel 2015, il documentario “A Brave Heart: The Lizzie Velásquez Story” ha fatto il suo debutto al South by Southwest Festival, narrando la vita di Lizzie e il suo viaggio verso l’attivismo. Questo film ha ulteriormente solidificato la sua posizione come figura ispiratrice e ha attirato l’attenzione su questioni cruciali come il bullismo e l’accettazione.
Lizzie ha anche condotto il talk show “Unzipped”, dimostrando ancora una volta la sua versatilità e il suo impegno nel sensibilizzare il pubblico. Attraverso i suoi libri, discorsi e apparizioni mediatiche, Lizzie continua a essere una voce potente nel mondo dell’attivismo.
Conclusione: Un Modello di Attivismo per Tutti
La vita di Lizzie Velásquez è una testimonianza di come il coraggio personale e l’attivismo possano trasformare le avversità in opportunità di cambiamento. Con la sua voce e la sua determinazione, Lizzie ha toccato milioni di cuori, dimostrando che l’aspetto esteriore non definisce il valore di una persona. Il suo impegno nell’attivismo ha non solo cambiato la sua vita, ma anche ispirato una generazione a essere più gentile, accogliente e resiliente.
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aaquilas-blog · 10 months ago
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La mia visione "politica" per una società più equa
Il mio cruccio quotidiano che mi affligge giornalmente è la presa di coscienza delle crescenti disuguaglianze e delle sfide globali che sembrano essere senza precedenti e che mi portano a rimuginare in cerca di soluzioni che siano condivisibili da tutti. In tutti questi anni mi sono sentita affibbiare molte definizioni “di colore partitico”, mi è stato dato del comunista, della fascista, della…
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cristianesimocattolico · 2 years ago
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Attualità di Leone XIII: virtù attive e virtù passive
Molta “partecipazione attiva” e “buone pratiche”, poca contemplazione. Un problema già affrontato oltre un secolo fa nella lettera Testem benevolentiae. Continue reading Untitled
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e-ste-tica · 8 months ago
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ho capito che nel sistema accademia, se non sei un* spocchios* arrogante, la sindrome dell'impostore è di default, il non sentirsi all'altezza è un sentimento previsto dal funzionamento della macchina per farti sviluppare l'ansia da produttività e farti partorire paper, scrivere interventi, sviluppare fomo per i convegni. ricordarmelo mi aiuta a contestualizzare l'ansia pervadente e pesante che provo. non ho neanche la vaga pretesa di essere particolarmente originale, mi importa dire cose sensate che non siano stronzate anche se banali. nella ricerca sociale 9 volte su 10 vengono dette cose che dice già chiunque altr* in contesti di attivismo, solo che non viene ascoltat* perché non parla da una cattedra. ricordarmi che non conto niente mi fa sentire meglio, non ho il peso di dover produrre chissà quale teoria enorme e incredibile. voglio solo creare spazio: portare un po' di mondo transgenere nei convegni che non lo prevedono, dare rilevanza a saperi che solitamente non vengono considerati, dire due cose basilari che sa benissimo chiunque abbia frequentato degli spazi queer ma che i mammuth in università non conoscono. voglio essere un tramite per altre voci e altre persone che hanno cose molto più importanti da dire, non aspiro a essere un genio né uno particolarmente brillante. e allora mi dico: stai calmo che due cose da dire a sta maledetta conferenza le accrocchi, una scaletta ce l'hai, e se farai schifo imparerai dove hai sbagliato e farai di meglio. così vado a dormire un po' meno agitato, la consapevolezza di non essere nessuno mi rasserena sempre.
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toscanoirriverente · 5 months ago
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Il progressismo britannico e quello americano si lasciano alle spalle le istanze di una fetta del mondo lgbtq+, che insorge contro il rapporto che raccomanda la sospensione della terapia affermativa per i minori: lo scontro fra medicina, etica e attivismo è appena iniziato
Si sono semplicemente accorti del fatto che appoggiare tali immense boiate non porta voti, ma solo qualche sbroc-like sui social. Tutto qui. La politica è sangue e merda e zero "puri e buoni".
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cartacei · 1 year ago
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Oggi durante un’assemblea, seduti nei tavoli messi storti, per stare più vicini e ascoltarsi tutti, Leo ha detto una cosa carinissima: sei una delle persone a cui ho sentito più volte dire ‘facciamo rete’ e questo mi scuote ogni volta e mi fa essere felice di averti conosciuto per tutto quello che mi stai trasmettendo ed insegnando. Mi ha fatto un piacere abnorme perché fare attivismo è stata una delle migliori - se non la migliore - scelte che abbia fatto nella vita. Se non avessi deciso nell’estate del 2015 di partecipare ad un banalissimo intervento dal basso, estirpando delle piante infestanti e raccogliendo dei rifiuti abbandonati, oggi la mia esistenza sarebbe del tutto diversa da quella che è. Non ci sarebbe il mondo dell’arte e dei collage digitali, sbloccatosi proprio grazie all’Associazione che abbiamo fondato dopo quel primo - e moltissimi altri dopo - intervento, con tutte le mostre personali e collettive fatte, aiutandomi a credere in me stesso. Non ci sarebbe nemmeno la fetta sociale, che ci ha aperto le braccia delle scuole, dei carceri e delle fondazioni per farci conoscere e sensibilizzare i cittadini a modo nostro. Non ci sarebbe quello culturale che vivevo già da prima, nella sua superficie marginale, mentre adesso lo sviluppo insieme ai personaggi di rilievo della città. Non ci sarebbe la parte ambientale, grazie ad altre associazioni e persone splendide che si spendono h24 e senza nessun aiuto da parte delle istituzioni. Non ci sarebbe la poesia, la giocoleria, la fantasia ancora intatta ed una collettività che continua a farci crescere come persone dotate di umanità. Lo devo ammettere: utilizzare il tempo per il bene comune e non solo per il proprio, rende tutto più morbido e felice.
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hiphopurbans-blog · 6 days ago
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Il Rap negli Anni ’90: La Golden Age che ha Cambiato la Musica
Gli anni ’90 sono stati un decennio fondamentale per il rap americano, un periodo che ha definito lo stile, l'identità e l'evoluzione di questo genere musicale. Considerato da molti l’apice creativo e commerciale della cultura hip-hop, questo decennio ha visto nascere vere e proprie leggende e ha dato vita a un’incredibile varietà di stili e sottogeneri. Ma cosa ha reso il rap degli anni ’90 così unico e iconico? Scopriamolo insieme.
Il panorama musicale e culturale
Il rap negli anni ’90 non era più soltanto una musica di nicchia: era una voce potente che parlava delle lotte quotidiane, delle disuguaglianze sociali e delle tensioni razziali. Il genere si espandeva in due grandi direzioni geografiche e stilistiche:
East Coast: Con New York come epicentro, la scena East Coast si caratterizzava per testi profondi e complessi, spesso incentrati sulla vita urbana e sulle difficoltà di vivere in quartieri difficili. Tra i nomi più rappresentativi troviamo Nas, The Notorious B.I.G., Wu-Tang Clan e Jay-Z.
West Coast: Sulla costa opposta, la West Coast puntava su un suono più rilassato, con influenze funk e atmosfere G-Funk. Gli artisti più noti di questa scena sono Dr. Dre, Snoop Dogg, 2Pac e Ice Cube.
La rivalità tra East e West Coast, spesso enfatizzata dai media, culminò in una serie di eventi tragici, tra cui la morte di due dei più grandi rapper di sempre: Tupac Shakur e The Notorious B.I.G.. Questi episodi segnarono profondamente la cultura hip-hop e il suo futuro.
I protagonisti della scena
Gli anni ’90 hanno visto emergere artisti che non solo hanno segnato un’epoca, ma che continuano a influenzare generazioni di rapper:
Nas: Con il suo album di debutto Illmatic (1994), Nas ha fissato nuovi standard per il rap lirico. L’album è considerato uno dei migliori dischi hip-hop di tutti i tempi.
Tupac Shakur: Poeta ribelle, carismatico e controverso, Tupac ha combinato una lirica potente con un’anima militante, toccando temi di giustizia sociale, amore e morte.
The Notorious B.I.G.: Biggie Smalls, con il suo flow inconfondibile e il suo stile narrativo, ha raccontato la vita di strada in modo crudo e realistico. Il suo album Ready to Die (1994) è ancora oggi un classico.
Wu-Tang Clan: Questo collettivo, composto da nove membri, ha rivoluzionato la scena hip-hop con il loro suono grezzo e la loro estetica ispirata ai film di kung-fu.
L’evoluzione sonora: dall’underground al mainstream
Negli anni ’90, il rap ha attraversato una trasformazione sonora incredibile. Mentre agli inizi del decennio dominava un suono più grezzo e minimalista, verso la metà degli anni ’90 il rap si arricchì di nuove influenze, tra cui il funk, il jazz e il soul. Questa evoluzione ha portato alla nascita di sottogeneri come:
G-Funk: Popularizzato da artisti come Dr. Dre e Snoop Dogg, il G-Funk ha mescolato ritmi lenti, linee di basso funky e sintetizzatori melodici.
Boom Bap: Caratteristico della scena East Coast, il boom bap si distingue per le sue batterie pesanti e i sample presi dal jazz.
Conscious rap: Artisti come Common e A Tribe Called Quest hanno portato avanti un rap più riflessivo e impegnato, trattando temi sociali e politici.
La cultura intorno al rap
Il rap negli anni ’90 non era solo musica, ma un movimento culturale che includeva moda, arte e attivismo. Lo stile dei rapper influenzava le strade: felpe oversize, cappellini da baseball e scarpe da basket diventavano il look di riferimento per milioni di giovani. Allo stesso tempo, i videoclip musicali su MTV contribuivano a diffondere l’immaginario hip-hop in tutto il mondo.
La cultura del rap si esprimeva anche attraverso il graffitismo e il breaking (breakdance), continuando a portare avanti le radici del movimento hip-hop nato nei ghetti newyorkesi negli anni ’70.
Un’eredità che vive ancora oggi
L’influenza del rap degli anni ’90 è ancora visibile nell’hip-hop contemporaneo. Molti artisti di oggi si ispirano direttamente a quella generazione, sia nei testi che nelle sonorità. Album di quel decennio sono considerati pietre miliari e continuano ad essere ascoltati da milioni di persone in tutto il mondo.
Il rap degli anni ’90 ha segnato una svolta epocale, trasformandosi da musica di protesta locale a linguaggio universale. E se oggi il rap è il genere più ascoltato al mondo, lo dobbiamo in gran parte a quegli artisti che hanno messo cuore, vita e talento nei loro versi.
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carmenvicinanza · 29 days ago
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Taylor Swift 
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Taylor Swift è la popstar numero uno al mondo. 
La più ascoltata, la più seguita, la più venduta, la più ricca, la più premiata. Ha infranto ogni record musicale.
Con oltre duecento milioni di dischi venduti, è la donna che ha trascorso più settimane al primo posto della classifica statunitense.
Il 31 ottobre 2022 è diventata la prima artista nella storia ad occupare l’intera top 10 della classifica Billboard Hot 100. 
Un successo planetario dovuto alla sua musica in grado di parlare a tutte e tutti. Con incredibile eclettismo passa dal pop al country, dall’indie folk all’alternative rock.
Utilizza la canzone come strumento di comunicazione largo e potente..
Riesce a dialogare costantemente col suo pubblico. Dà un’immagine di sé accudente, familiare nonostante sia una donna di immenso potere. Le piace stare dalla parte giusta della storia e usa la sua influenza per sostenere molte cause.
Ha combattuto importanti battaglie nel mondo della discografia a vantaggio anche di chi non ha il suo potere economico e negoziale.
Modello di indipendenza e empowerment femminile, controlla ogni singola cosa inerente al suo lavoro, scrive musica e testi e dirige i suoi video. Infrange le regole non scritte del mercato pop.
Taylor Alison Swift è nata a West Reading, in Pennsylvania, il 13 dicembre 1989. È cresciuta in una fattoria e la sua prima passione è stata la poesia.
A dieci anni è entrata in una compagnia di teatro per l’infanzia e iniziato a suonare la chitarra, a dodici ha scritto la sua prima canzone, Lucky You. A tredici ha firmato il suo primo contratto discografico.
Nel 2005 è stata assunta come autrice di canzoni dalla SONY, la più giovane in assoluto a ottenere un simile lavoro. Voleva incidere i suoi pezzi e per questo, scommettendo solo su se stessa è andata alla Big Machine Records, neonata etichetta con cui è rimasta fino al 2018.
Il suo album di debutto Taylor Swift, del 2006, una fusione di country tradizionale e moderno, è rimasto in classifica per 275 settimane vendendo cinque milioni di copie. Da quel momento sono piovuti premi e primati assoluti.
Ha vinto quattordici Grammy Award ed è l’unica donna ad aver conquistato il premio di miglior album dell’anno in tre diverse occasioni.
È l’artista più premiata in assoluto nei 40 anni di storia degli MTV Video Music Awards con un totale di 30 Moonmen.
Nel 2022 le è stata conferita una laurea honoris causa in Belle Arti dalla New York University.
Nel 2023 è stata la prima intrattenitrice della storia eletta Persona dell’anno dalla rivista Time e l’artista più ascoltata dell’anno con oltre 29 miliardi di riproduzioni.
Il suo Eras Tour è stato il più redditizio nella storia della musica. Sono stati 149 concerti, tutti sold-out, in 21 mesi, da marzo 2023 all’8 dicembre 2024, che hanno visto la presenza di oltre dieci milioni di persone, i ricavi dalla vendita dei biglietti hanno superato i due miliardi di dollari.
Alla fine dell’evento più importante di sempre, ha distribuito un bonus di quasi 200 milioni, oltre ai loro salari, allo staff compresi camionisti, servizio catering, ballerini, addetti ai suoni, luci, falegnami e tanti altri.
Attivista e filantropa è in grado di riuscire a parlare a tutte le generazioni con schiettezza, ironia, semplicità, si è esposta per molte cause, ha sostenuto Kamala Harris nelle elezioni contro Trump, si è spesa per i diritti di donne e persone Lgbtq+, contro le armi, il razzismo, il sessismo e per l’Equality Act. Attraverso la sua musica e i suoi seguitissimi canali social, non manca di dire la sua su ciò che accade nel mondo.
In dicembre 2024, il giorno prima del suo compleanno, ha battuto un nuovo record e ottenuto ben dieci premi della Billboard 200 per la sua ultima fatica, The Tortured Poets Department, portando il suo bottino totale a 49. È inarrestabile!
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pier-carlo-universe · 11 days ago
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Partecipazione Politica e Cittadinanza Attiva: Il Ruolo dei Giovani nel Futuro del Paese. Di Alessandria today
Negli ultimi anni, i giovani si sono dimostrati protagonisti di un rinnovato fervore politico e sociale. Dai movimenti per il clima a quelli per i diritti umani, l’impegno delle nuove generazioni è cresciuto esponenzialmente, rendendoli un pilastro fondam
Una Generazione che Scolpisce il Domani Attraverso l’Impegno Sociale e Politico. Introduzione.Negli ultimi anni, i giovani si sono dimostrati protagonisti di un rinnovato fervore politico e sociale. Dai movimenti per il clima a quelli per i diritti umani, l’impegno delle nuove generazioni è cresciuto esponenzialmente, rendendoli un pilastro fondamentale per il futuro del Paese. Questo articolo…
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ilgiardinodivagante · 4 months ago
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Scorrendo tra i post patinati e luccicanti dei social, mi sono imbattuta in una di quelle frasi che si attaccano alla mente come una melodia ossessionante: 'Tu prima di tutto!'. All'inizio sembrava un inno all'autostima, un invito a prendersi cura di sé. Poi, sul finale, ho iniziato a percepire un retrogusto amaro. Perché quel 'prima di tutto' non è un invito all'introspezione, alla scoperta di sé, ma piuttosto un imperativo categorico a mettersi al centro della scena, a brillare più di tutti gli altri.
'Affinché gli altri non abbiano altra scelta che prendere parte alla tua felicità o guardarti splendere'. Ecco la formula magica che ci propongono. Un'idea di felicità egoistica, che si nutre dell'ammirazione altrui come una pianta carnivora. Ma la felicità, quella vera, non è un gioiello da esibire, è un giardino segreto che condividiamo con chi amiamo.
Questo 'io' che ci viene proposto è un castello di sabbia, che ha bisogno di continue tempeste di applausi per non sgretolarsi. Un castello che, per sentirsi importante, deve necessariamente oscurare gli altri. È come un bambino che piange più forte degli altri per attirare l'attenzione, senza rendersi conto che le sue urla finiscono per annegare la sua voce.
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Ma l'amore per sé stessi non è egoismo, è consapevolezza. È come coltivare un bonsai, un piccolo albero che, con cura e attenzione, diventa un capolavoro di natura, portando serenità e bellezza a chi lo ammira.
Pensa a una casa: per invitare qualcuno a casa tua, devi prima averla costruita, arredata, averne cura. Non puoi certo invitarlo a vivere in un cantiere. Allo stesso modo, per offrire qualcosa agli altri, devi prima averlo sperimentato tu stesso. Come potresti consigliare un libro che non hai letto? Come potresti parlare di amore se non lo hai mai sentito sulla tua pelle?
L'amore per sé stessi e l'amore per gli altri sono profondamente interconnessi. Crescere nell'amore verso sé stessi ci permette di amare gli altri in modo più autentico e completo, e viceversa. Questa interconnessione è fondamentale per una vita appagante e significativa.
Quindi, la prossima volta che sentirai qualcuno ripetere 'tu prima di tutto', ricordati che la vera felicità non si trova isolandosi dal mondo, ma connettendosi con gli altri. E che l'amore, per essere autentico, deve essere condiviso.
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Con questo non sto dicendo che dobbiamo imporre i nostri valori agli altri, ma che i nostri valori sono come una lente attraverso la quale percepiamo il mondo. È come indossare un paio di occhiali colorati: tutto ciò che vediamo sarà tinto di quella particolare sfumatura. Aver chiari i nostri desideri e le nostre necessità, ci permette di capire chi siamo davvero e di scegliere, consapevolmente, le persone con cui vogliamo condividere la nostra vita. Non è una questione di essere migliori o peggiori, ma di essere compatibili.
Purtroppo, spesso cerchiamo l'approvazione di chiunque incontriamo sul nostro cammino, senza renderci conto che questo ci rende dipendenti e insicuri. È come chiedere a un gruppo di estranei di dipingere il nostro ritratto. Ma la nostra identità non può essere definita dagli altri. Creare relazioni stabili e sincere significa prima di tutto conoscersi profondamente.
L'amore per sé stessi e l'amore per il prossimo non sono due binari paralleli, ma due radici dello stesso albero. Quando ci prendiamo cura di noi stessi, stiamo automaticamente costruendo le fondamenta per amare gli altri. È un errore pensare di poter amare gli altri se prima non abbiamo imparato ad amarci. È come voler costruire una casa senza avere i mattoni. E più a lungo continueremo a praticare un amore per sé stessi egoistico e narcisistico, più sarà difficile cambiare rotta. Questo atteggiamento è pericoloso perché rischia di consolidare abitudini negative che saranno difficili da sradicare, non solo in noi ma in chiunque ci circonda.
L'amore per sé stessi è sia la soglia d'ingresso in noi che l’uscita per incontrare il mondo. Siamo pronti ad attraversarla con la nostra vera essenza?
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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paoloferrario · 1 month ago
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Cronologia Politica e Sociale del 1970 in Italia
Il 1970 è un anno cruciale nella storia politica e sociale italiana, segnato da significative riforme e tensioni sociali. Questo periodo è caratterizzato da un forte attivismo politico e da trasformazioni legislative che hanno avuto un impatto duraturo sulla società italiana. Riforme Legislative e Sociali Statuto dei Lavoratori: Introdotto nel 1970 grazie all’impegno del socialista Giacomo…
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unita2org · 1 month ago
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UN TEMPO POVERO DI SENSO
Polemos 08 Dicembre 2024 di Antonio Cipriani Ho conosciuto un attivista social, cacciatore di like e di condivisioni virtuali, sempre sul pezzo. Telefonino, iPad, pc, secondo il luogo dell’attivismo: in macchina, sul tram, a casa sul divano, alla scrivania, al bagno. Attivismo da seduta, si potrebbe dire. Alla fine della battaglia, sfiancato, si arma di telecomando alla ricerca di arene…
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aaquilas-blog · 11 months ago
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Vecchi Ideali, Nuovi Orizzonti: Costruire Ponti nell'Era dei Social
Basta girare la faccia dall’altra parte ..Facebook (e anche social come Twitter e lo stesso Linkedin) è ormai un social in cui vive la stragrande maggioranza di vecchi (io compresa) italiani.Abbandonato da molti anni dai ragazzi che si sono ritagliati i loro spazi lontani da questo social che puzza di naftalina…Mi chiedo e vi chiedo: Dove avete messo i vostri ideali con cui siete…
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