#magistero
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Le anime del Purgatorio e la loro intercessione per noi
Il Catechismo e i santi insegnano che non solo noi possiamo offrire Messe e preghiere per abbreviare le pene delle anime purganti, ma queste stesse anime intercedono per noi, ottenendoci grazie corporali e spirituali. Continue reading Untitled
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Nella fede dei nostri Padri
Nonostante le numerose persecuzioni che san Pio subì in vita, il suo amore verso la Chiesa non fu mai scalfito: egli si sottomise in tutto. L’insegnamento che il Santo ci lascia è quello di rimanere sempre ancorati al Magistero e alla fede dei nostri Padri. Seguiamo il suo esempio. Continue reading Nella fede dei nostri Padri
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Il vescovo Schneider spiega perché Maria è la debellatrice di tutte le eresie
S. E. Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, in Kazakhistan, ha concesso al sito americano Per Mariam, curato dal vaticanista Michael Haynes, di pubblicare il quarto capitolo del suo libro intitolato Flee From Heresy, dedicato alla Beata Vergine Maria quale debellatrice di tutte le eresie. Abbiamo tradotto il testo perché mons. Schneider spiega ottimamente come Dio abbiamo…
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L’Immacolata nell’insegnamento del venerabile Pio XII
Il mistero dell’Immacolata trova nel venerabile Pio XII ampia trattazione nell’Enciclica Fulgens Corona, che evidenzia, fra gli altri numerosi interventi lungo il suo pontificato, quanto profonda fosse la sua devozione mariana. Continue reading Untitled
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#anno mariano#eugenio pacelli#Fulgens Corona#Immacolata#insegnamenti#magistero#Papa Pacelli#Papa Pio XII#pie xii#pio xii#pius xii
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SACRAMENTUM CARITATIS - 1
SACRAMENTUM CARITATIS – 1
“La fede della Chiesa è essenzialmente fede eucaristica e si alimenta in modo particolare alla mensa dell’Eucaristia. La fede e i Sacramenti sono due aspetti complementari della vita ecclesiale. Suscitata dall’annuncio della Parola di Dio, la fede è nutrita e cresce nell’incontro di grazia col Signore risorto che si realizza nei Sacramenti: « La fede si esprime nel rito e il rito rafforza e…
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Unfortunately, bad news for all comic book fans, the genius artist for Disney comics, Maximino Tortajada Aguilar, passed away last week. He is from Spain and is the brother of the equally brilliant artist José Miguel Tortajada Aguilar who is also an artist working for Disney and Egmont editing Disney comics. While José Miguel worked more on Mickey Mouse comics, Maximino Tortajada Aguilar worked more on Donald Duck comics combining various styles depending on the publisher and given outcomes. He was born on 24-X-1961 in Barcelona, and he started his career back in 1980 and continued his career until this year. He also drew on the OG Ducktales comics, Chip and Dale Rescue Rangers, Talespin and other Disney cartoons that made it into the comics, as he also drew for Egmont drawing for Dutch and Scandinavian comics. He is certainly one of my favorite artists and it is a great shame that he left us on August 20th of this year. Unfortunately, there is not much information about him, except on the Lambiek encyclopedia, and I learned about his death on the Inducks Discord from a friend of mine as well as here: https://www.tebeosfera.com/autores/tortajada_aguilar_maximino.html
lso bad news for all fans of Disney (Mickey Mouse and Donald Duck) comics. Yesterday, the genius artist for Disney comics, who did commission art, Sergio Asteriti, died. He was born on February 13, 1930 in Venice, and began his career in 1952. "Sergio Asteriti was born in Venice, and studied at the Scuola di Magistero d'Arte, section Publicity. In 1952, he moved to Milan, where he was employed by the advertising agency S.P.I.N.T.A. The agency folded two years later, and Asteriti turned to comics. He made his comics debut with the 'Bingo Bongo' series at the publishing house Alpe in 1955. He soon expanded his activities and did illustration work for various publishers and magazines. Asteriti joined the art studios of Roy d'Ami in the late 1950s. There, he drew for the British Fleetway agency ('Fun in Toyland', 'Freddie Frog', etc.) and for Il Corriere dei Piccoli, where he took over the 'Formichino' series from Roberto Sgrilli.
Asteriti has been an artist of Disney comics for Topolino since 1963. From 1974, he also took on the writing of Disney stories. He has mainly done stories with 'Mickey Mouse', but also other characters, such as 'Uncle Scrooge', 'Super Goof', 'Gilbert', 'Tanti Auguri', 'The Prince and the Pauper', 'Indiana Pips'." Taken from the Lambiek encyclopedia. He certainly contributed a lot to the Mickey Mouse universe. He died on August 27, 2024. Kudos to him for his truly outstanding work! Rest in peace! Amen.
#disney duck comics#comics#disney#comic artists#egmont#panini#european comics#italian comics#spain#italy#maximino tortajada aguilar#sergio asteriti#mickey mouse#donald duck#topolino#mouseverse#duckverse#duck comics#scrooge mcduck#ducktales#chip and dale rescue rangers#huey dewey and louie#goofy#disney ducks#goofy goof#arizona goof#the prince and the pauper#peg leg pete#other characters#rest in peace
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"Durante il mio insegnamento universitario, ho trasmesso elementi di conoscenza per forgiare lo spirito critico degli studenti, in modo che potessero utilizzarli come meglio credevano in seguito. Ma oggi non è più cosi: il wokismo è ostile allo sviluppo di grandi narrazioni, cioè all'assunzione di prospettive deduttive. Questo approccio intellettuale è ora vilipeso come un atto di violenza simbolica esercitato da un uomo bianco dominante, e quindi illegittimo. L'attenzione si concentra invece sulla frammentazione e sulla divisione infinita della società e dei suoi individui, portando a quello che Freud chiamava "il narcisismo delle piccole differenze". Questa confusione multi-identitaria spinge alla perdita di fiducia nella conoscenza e nei punti di riferimento cognitivi e alla distruzione del magistero razionale, che viene sostituito dall'entusiasmo ideologico e mistico-politico: un terreno fertile per demagoghi e studiosi mediocri".
Gilles Kepel, Olocausti, Feltrinelli 2024.
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Questa foto è del 1981, forse del 1982.
5 mesi prima oppure 7 mesi dopo quel 19 Novembre 1981 quando fui arrestata per atti osceni in luogo pubblico.
Uscivo dalla lezione di Psicologia ore 19 a Magistero (Roma Piazza Esedra) e avevo un po' di matita agli occhi, abiti vivaci in sintonia con la vivacità dei tempi. Attraversando Piazza dei Cinquecento fui fermata durante una retata, condotta in questura e da li a Regina Coeli dove rimasi 4 giorni e 4 notti. Avevo 24 anni e quell’esperienza resta una cicatrice profonda che non potrò mai cancellare perché ignoravo le ragioni per quello che ritengo essere stato un vero e proprio sequestro.
Non avevo fatto nulla se non essere quello che ero. Il processo per direttissima al quarto giorno sentenziò Atti Osceni. All’avvocato (De Cataldo del Partito Radicale) che mi difese dissi che non avevo fatto nulla e lui mi disse alzando le spalle: la tua parola contro la loro!
Meglio patteggiare. 2 mesi con la condizionale e la non iscrizione al casellario giudiziario (quest’ultima risultava essere la conquista strappata a uno stato che attraverso la sua “Buon Costume” sentenziava sul mio modo di essere).
Ieri, 42 anni dopo, il telegiornale dice che il governo Meloni vuole ripristinare il reato di Atti Osceni aggravando le pene. Un brivido mi ha scosso dal torpore. Rabbia e incredulità per il susseguirsi di atti inquietanti (direi osceni) di questo esecutivo. Assistere alla regressione lascia attoniti. Ieri era il giorno della Memoria.
Porpora Marcasciano, Facebook
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La paura della morte è una catena.
È qualcosa che impedisce alla vita di aprirsi ala vita. Ecco perché sottolineo nel mio libro che una delle parole più convincenti dei Vangeli è "effatà". Effatà è la parola che il sacerdote ancora oggi pronuncia nel rito del battesimo quando segna col segno della croce la bocca e le orecchie del bambino. Effatà significa "Apriti". Se dovessimo trovare una parola che riassume il magistero di Gesù è "Apriti". Apriti alla vita, alla bellezza della vita, alla contingenza illimitata, allo splendore della vita. Questo mi convince, per questo mi dico cristiano. Trovo convincente che l'essere umano teme la vita e che il compito della parola di Gesù è liberare l'umano da questa paura.
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Di ricorrenze che si stanno avvicinando
Oh, il 29 marzo la mia laurea compie 34 anni. A pensarci, mi viene come una sorta di mancamento. L'ho conseguita qui a Parma. Presso la facoltà di Magistero (che ora non esiste più da un bel pezzo). Il mio relatore - si dice così, vero? non sono più addentro al gergo universitario... - è stato il professor Marzio Pieri. A lui debbo la curiosità nei confronti di qualunque forma di scrittura esistente. Gli ho chiesto la tesi subito, al primo anno. Quando mi ha chiesto su chi avrei voluto laurearmi, gli ho fatto due nomi: Vittorio Imbriani e Antonio Delfini. Tu mi dai un colpo al cuore (oddio, ho pensato, l'ho combinata grossa) perché mi piacciono entrambi. Ma ti sconsiglio Imbriani: gli specialisti ti farebbero a pezzi. Allora ho scelto Antonio Delfini. Il titolo del mio parto cesareo era ed è tuttora Il romanzo mancato di Antonio Delfini. (La parte più difficile è stata trovare i testi dell'autore, ma in qualche modo me la sono cavata). La mia copia l'ho regalata alla biblioteca di Modena (Delfini era modenese). A me sono rimasti i fogli originali, non rilegati, sparsi qua e là. Credo siano in una di quelle cartelle di plastica con la cerniera. Però non ne sono sicuro. E - a voler essere del tutto sincero - non me ne frega niente. Perché quello non sono più io.
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Io li conoscevo
Pietro Tartamella qualche anno fa mi aveva chiesto qualche delucidazione di dettaglio per un suo libro di ricordi dedicato - così avevo capito - a Ventimiglia. Non so se questa sua fatica si sia poi concretizzata in quello che Bruno Veri - già mio compagno di scuola alle Superiori - definisce il suo ultimo racconto dal titolo "Senza compianto per il luogo natio". Sì, perché sono ritornato, nella ricerca di notizie su "Piero", alla bella memoria scritta da Bruno in occasione, due anni fa, della scomparsa di Tartamella. Che ho ripubblicato integralmente in data odierna (il link pertinente si può vedere anche su questo social) su di un mio blog di carattere antologico, aggiungendo qualche frase presa qua e là sul Web, di modo da rendere un'immagine un po' approfondita di una persona che avevo ben conosciuto e che solo sbrigativamente si può definire un semplice poeta. Aggiungo solo che al viaggio in autostop rievocato da Bruno Veri partecipai anch'io, per lo meno sino alla Svizzera italiana: il quarto componente quella piccola spedizione era Oreste Passeri, altro sodale di classe mio e di Bruno. Per certi versi nelle mie riflessioni ho tante volte accomunato, forse per la loro tenacia, a Tartamella Nello Pozzati, un altro (all'epoca: metà anni Settanta) ragazzo emigrato da Ventimiglia (dove era arrivato bambino dal Polesine alluvionato), nel suo caso a Milano. Pozzati, da bracciante nelle campagne gestite da Bruno, figlio di Libero Alborno, a vincitore di concorso impiegatizio in un comune del retroterra del capoluogo lombardo. Così da poter studiare, anche aiutato dalla moglie insegnante, e conseguire prima il diploma, poi la laurea al Magistero. Con successivi concorsi, ai quali partecipò con titoli di studio più consoni, Pozzati divenne dirigente in almeno due Amministrazioni: il Web ci ricorda, ad esempio, che nel 2013 Pozzati era responsabile dell'Ufficio Servizi Sociali del comune di Settimo Milanese. A lui ho fatto riferimento in diversi miei post: indicative sono state le sue lunghe discussioni notturne con Francesco Biamonti al vecchio Bar Irene di Ventimiglia. Aggiungo per il momento solo quanto segue, perché su di lui non sono reperibili in Internet articoli esaurienti come quelli trovati per Tartamella: che Nello era anche stato segretario di sezione del PCI a Ventimiglia, che non ritrovo la fotocopia di un suo articolo che riprendeva in sintesi la sua tesi di laurea sulle lotte bracciantili nel Polesine e che, almeno, ho una copia con sua dedica del suo romanzo "Le trappole di Eros. Inquietudini di una donna moderna" (Greco e Greco, 2005)…
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La visione del 13 giugno 1929 a Tuy (Spagna)
La visione avuta da suor Lucia il 13 giugno dell’anno 1929 è ricca di simbologia che rivela in sintesi la dottrina della Corredenzione mariana: la “grazia e la misericordia” sono frutto del Sacrificio di Cristo e di Maria, applicato alla Chiesa e all’umanità in ogni Santa Messa. Continue reading Untitled
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#apparizioni#Beata Vergine Maria#Corredentrice#corredenzione#Fatima#grazia#magistero#mariofanie#misericordia#santificazione
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Da: IL GOTICO CHE NON TI ASPETTI - di Gianpiero Menniti
L'INFINITA TRADIZIONE
In arte, la tensione verso la vita è sempre un richiamo alla fragilità dell’esistenza. La stessa rappresentazione è tentativo effimero di superamento dell’ineluttabile, anche quando la figurazione pittorica o plastica sembri voler cogliere accenti di illusoria fede metafisica, di grandezza e di fasto tendenti all’espressione eterna: è esigenza antropologica di finalismo. Vita e morte convivono nella sensibilità dell’artista. Anche il richiamo più potentemente prosaico al reale materico, risulta essere rappresentazione del limite invalicabile, di un buio lasciato ai margini. Ogni rappresentazione, sia che abbia carattere sacrale che mondano o profano, lascia sullo sfondo del suo divenire visione ipostatizzata l’incertezza dell’astratto come di una domanda mai soddisfatta e sempre incombente sul significato dell’esistenza. È per questa ragione profonda che un’opera pittorica o plastica suscita passioni inesplicabili: rappresenta il riverbero di una lacerante incertezza colta nel suo presentarsi al cospetto delle coscienze. Alla luce di queste considerazioni, porre la comparazione tra due stili d’arte non consiste solo nel rilevarne i valori iconografici, iconologici e formali emergenti: il tema si sposta più in profondità, laddove per ogni stile esiste un comune sedimento nel quale alberga la sensibilità verso quel limite oscuro. Poi, il tempo in quanto fenomeno culturale, incide sulla figurazione (bi e tri-dimensionale) e concorre a delineare l’interpretazione delle suggestioni creative e l’uso degli strumenti di rappresentazione. Di qui nasce lo stile che diviene tradizione quando riceve un riconoscimento di diffuso apprezzamento collettivo. E dalla tradizione (nel suo significato etimologico di “trasmettere oltre” ) nasce la necessità di un’artificiosa classificazione nella quale “l’infinito trasmettere” si perde in improbabili cesure. Il gotico internazionale, in origine “gotico cortese” (dal magistero di Simone Martini) e poi tardo gotico, non può essere derubricato a vaga espressione che il Rinascimento (altra visione schematica) supera confinandola nei recessi “dell’età di mezzo”: lo stile gotico è, nel suo lungo processo di maturazione intertestuale, anticipatore del Rinascimento stesso, sia nella versione italiana che in quella accostata del mondo fiammingo: nella ricerca di simmetria compositiva; nella visione della profondità come richiamo narrativo; nella tensione verso una caratterizzazione psichica nell’espressività dei gesti e dei volti; nell’accuratezza realistica dei particolari; nella varietà coloristica e nella ricercatezza luministica.
- Masolino da Panicale (1383 - 1447): "Madonna col Bambino", 1423, Galleria degli Uffizi, Firenze
- Gentile da Fabriano (1370 - 1427): "Madonna con il Bambino e angeli", tratta dal "Polittico Quaratesi", 1425, National Gallery, Londra
- Masaccio (1401 - 1428): "Madonna in trono col Bambino e quattro angeli", tratta dal "Polittico di Pisa"1426, National Gallery, Londra
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
#thegianpieromennitipolis#Masolino#Masaccio#gentile da fabriano#arte#arte medievale#arte gotica#maria casalanguida
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365 giorni in compagnia con il magistero del cardinale Carlo Caffarra
Cari Amici, il 6 settembre vogliamo ricordare l’anniversario della nascita al Cielo (nel 2017) di S. Eminenza il Cardinale Carlo Caffarra, un grande “Cooperatore della Verità“. I sacerdoti, i fedeli e gli amici che lo hanno conosciuto e amato, uniti ai cardinali Brandmueller e Burke, invitano a offrire il Sacrificio Eucaristico in suo suffragio e ad unirsi alla preghiera – ad uso privato – per la…
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Il Papa si appropria (malamente) del termine "femminicidio"
Si chiama Dignitas Infinita, dichiarazione curata da un prefetto e firmata dal Papa. il documento sarebbe stato frutto di un lungo parto del magistero papale che immagino si faccia i fatti delle persone che non vivono neppure in Vaticano. E indovinate un po’? Si concentra soprattutto, a ben vedere dai titoli delle news, su tutte le persone egualmente discriminate. Mentre le donne si trovano nel…
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#Backlash Gender#Controllo#Corpi#Cultura Patriarcale#Diritti#Femminicidio#Moralismo#Rivendicazioni#Sessismo#Stereotipi#Violenza di Genere
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Claudio Massini Trieste
testi di Giulio Ciavoliello, Massimiliano Forza, Paolo Magris, Francesca Tavarado, Pietro Valle e Roberto Vidali
Juliet ed., Trieste 2009, 295 pagine, 21x26cm, ISBN 978-88-90 302-8-9
euro 50,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Fili Fatali, Trieste 2009
“Fili fatali” si compone di un insieme di tele volutamente dedicate agli ambienti e alle memorie dell’ infanzia di Massini, napoletano d’origine ma trasferitosi presto a Trieste dove vive sino all’età di diciotto anni studiando decorazione pittorica all’Istituto Statale d’Arte “Enrico ed Umberto Nordio” sotto il magistero di Riccardo Bastianutto, Ugo Carà e Dino Predonzani. E’ grazie a questo percorso di studi tradizionali che il pittore acquisisce conoscenze che ritornano in un percorso espressivo interamente votato al culto della bellezza e della preziosità della superficie cromatica, entrambe coniugate secondo un sentire contemporaneo.
Ed è alla realtà triestina che le tele dipinte a tecnica mista con rilievi e incisioni si rivolgono, grazie all’allusione di alcuni titoli e di alcuni soggetti facilmente riconoscibili: stelle, fiori, calici, architetture, chicchi di caffè. In questi dipinti troviamo fissata una realtà carezzevole e istigatrice al sentimento del lusso e della voluttà, grazie alla preziosità del pigmento che è ricollegabile all’antica pittura di tradizione medioevale e presente ancora nella delicata preziosità coloristica ed espressiva dei rilievi quattrocenteschi di Carlo Crivelli. Una luce uniforme, falsificatrice, investe le cose raffigurate, quasi immobilizzandole e stendendole sul lettino dello psicanalista per poi espandersi e abbracciare orizzonti lontani: disegna l’oscillazione di un mondo orientale che si ricongiunge con quello occidentale e si trasforma in una luce moderna che incontra, nella gustosità tattile dei materiali, quella antica.
03/06/24
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