#molestie
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sweetbearfan · 3 months ago
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Vivo in un Paese in cui la mia preoccupazione oggi, come donna, verte nel non subire molestie, non subire un abuso sessuale e pure rimanere viva (dato l'allarme femminicidi): ne consegue che il problema di un uomo di non riuscire ad avere rapporti intimi con una donna - problema del tutto personale che nasconde con termini come nazifemminismo o misandria - non mi interessa.
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scogito · 2 years ago
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Mala tempora currunt.
(Torino, 2023)
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darktimemachinechaos · 4 months ago
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Ciao A TUTTI ! Ho la necessità di capire il perché vengano indicati come amministratori di Wikipedia soggetti come @Valepert, che qui fanno bullismo ai nuovi utenti.
Wikipedia è un'enciclopedia in cui si collabora o un ritrovo di maschi che non scopano e se la devono prendere con me, in quanto donna, per ciò che scrivo sulla MIA PAGINA UTENTE? --
Michelle.dedee (msg) 13:17, 10 nov 2024
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womenmustgoon · 4 days ago
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Sulla violenza troverete scritto tutto e il contrario di tutto. Potreste informarvi su dati e statistiche relative alla violenza fisica, psicologica, sociale e collettiva. Numeri che raffigurano entità astratte, numeri che spesso perdono la valenza umana dei temi trattati. Numeri rassicuranti, che ci liberano dal senso di colpa.
Ma c’è qualcosa che passa sempre in secondo piano: il dolore di chi la violenza la subisce. Narrare la violenza è un atto di coraggio. Raccontare abusi, percosse, parole denigranti è già difficile, ma affermare di aver permesso a qualcuno di infliggere quel dolore richiede ancora più forza. Perché chi è vittima deve sempre giustificarsi?
Le parole sono importanti. Lo sappiamo, lo diciamo da anni. Le parole feriscono quanto i gesti e la subdola reiterazione dell’offesa si insinua anche nelle persone con maggiore autostima. L’offesa, alla lunga, diventa la manifestazione concreta di ciò che è già nostro da secoli: il senso di colpa, il senso del peccato.
E allora proviamo a rovesciare la prospettiva. Perché siamo abituati a guardare certe forme di violenza come distanti, appartenenti a mondi “altri”, mentre ignoriamo ciò che accade a pochi metri da noi?
Dall’Iran alle nostre università: lo stesso meccanismo, lo stesso silenzio.
Vedendo il film ispirato al romanzo di Nafisi, Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, si era già evidenziata una rappresentazione stereotipata della società iraniana percepita dallo spettatore come altro da sé. Guardando il film (meno leggendo il libro) abbiamo la sensazione si parli solo di un mondo lontano: l’Iran post-rivoluzionario, la sua censura, la sua repressione delle donne. Studentesse costrette a leggere in segreto sembrano vivere in una realtà aliena e noi, dall’altra parte, ci sentiamo al sicuro, privilegiate e libere.
Vedendo il film ispirato al romanzo di Nafisi, Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, si era già evidenziata una rappresentazione stereotipata della società iraniana percepita dallo spettatore come altro da sé. Guardando il film (meno leggendo il libro) abbiamo la sensazione si parli solo di un mondo lontano: l’Iran post-rivoluzionario, la sua censura, la sua repressione delle donne. Studentesse costrette a leggere in segreto sembrano vivere in una realtà aliena, e noi, dall’altra parte, ci sentiamo al sicuro, privilegiate e libere.
Ma siamo davvero così libere? Davvero questa condizione è reale o frutto di una convinzione? Esistono realtà molto simili a quelle che siamo soliti criticare altrove? Ci siamo mai chiesti se le nostre studentesse subiscano molestie nei nostri atenei? Quante sono vittime di pressioni psicologiche? Quante rinunciano a denunciare per paura di ritorsioni?
E’ notizia di questi giorni di una ricerca condotta dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) che ha fotografato la realtà delle molestie di genere nei nostri atenei. Tra marzo e novembre 2024 sono state raccolte 243 segnalazioni. Non numeri astratti, ma storie di chi ha avuto il coraggio di parlare.
I dati raccolti dimostrano che 103 casi riguardano molestie sessuali, fisiche o cybermolestie. Il 38% delle denunce riguarda pressioni psicologiche e abuso di potere. La ricerca ha messo in luce, inoltre, la carenza di presenza istituzionale negli atenei: 3 università su 4 non hanno, infatti, sportelli antiviolenza strutturati.Da Il POST: Due studentesse si sono incatenate nell’atrio dell’universita’ genovese, per chidere l’istituzione di un centro antiviolenza che manca nell’ateneo, dopo ripetiti episodi sessisti. Genova, 11 novembre 2024. – ANSA/LUCA ZENNARO
Il potere delle parole: ferite invisibili
Studi di neurolinguistica condotti nell’ultimo decennio hanno dimostrato che il dolore psicologico ripetuto, attiva nel cervello le stesse aree del dolore fisico. La violenza verbale e psicologica è un veleno: fa dubitare di se stessi, ci convince che forse abbiamo frainteso, ci fa arrivare al punto di autoaccusarci di troppa sensibilità. È un meccanismo lento e distruttivo, che si nutre del silenzio.
Il punto, infatti, è proprio questo: il silenzio non è solo delle vittime, ma della società intera.
Ci scandalizziamo e insorgiamo per i racconti di donne velate costrette a studiare di nascosto, ma le molestie nei nostri atenei sono un tabù. Forse molti sanno anche che esistano, eppure vengono restituite all’immaginario comune come minimizzate, ridotte a malintesi ed esagerazioni.
La CRUI ha, inoltre, posto l’attenzione su un dato preoccupante: nelle università del Sud le segnalazioni sono pochissime. Questo, chiaramente, non significa che il problema sia meno diffuso, ma che persista ancor di più nelle donne la paura di denunciare sia per evitare ritorsioni sia per la possibilità le ragazze denunciano di meno per paura di non essere credute.
E allora torniamo alla domanda iniziale: il problema è davvero altrove? O semplicemente altrove è più evidente e noi preferiamo illuderci di essere diversi?
Negli ultimi anni, fortunatamente, è aumentata la sensibilità da parte dei rettori che hanno chiesto strumenti più incisivi per contrastare gli abusi. Un caso emblematico è il recente licenziamento di un primario dell’Università di Pavia, accusato di molestie. Giovanna Iannantuoni, presidente della CRUI ha dichiarato: “Il cambiamento culturale deve cominciare fin dall’infanzia. Se si tarda a intervenire, si giunge all’università con problemi già consolidati”.
Perché il problema, lo sappiamo già, non inizia all’università, inizia molto prima. Inizia con il fiocco rosa, quando nasce una “femminuccia“.
Abbattere gli stereotipi per scardinare il sistema
Si torna, ancora una volta, a sottilineare la necessità di porre un accento forte sulla relazione tra cultura patriarcale e violenza. Tra educazione al rispetto e dis-educazione alla dis-ugliaglianza. Il soggetto che insulta, che umilia, che esercita il proprio potere per denigrare, spesso è stato vittima a sua volta. Vittima inconsapevole di una società che impone anche a lui comportamenti stereotipati per potersi conformare alla norma, per rientrare in essa. Questo, ovviamente, non giustifica nulla e nessuno, ma ci dice che la violenza è un sistema, non un’eccezione.
Abbattere gli stereotipi è una necessità globale, che è presente trasversalmente con manifestazioni diverse. E’ il primo grande passo per scardinare un meccanismo che ci dipinge sempre uguali, al di là dello scorrere del tempo. Un meccanismo che permette alla violenza di continuare, cambiando solo forma. Cambiando aspetto, ma non obiettivo, mantendo solido un filo invisibile che collega popoli, culture, ceti sociali, appartenenze politiche apparentemente anche contrastanti.
Non pensiamo che la libertà sia qualcosa che “noi” abbiamo e che “gli altri” devono ancora conquistare. Perché la libertà non è reale finché le parole possono ancora ferire senza conseguenze, finché un uomo penserà a una donna come una possibile preda sessuale, finché si sentirà nel pieno diritto di sconfinare nel suo spazio prossemico e, ben oltre, di accedere al suo corpo come fosse un bottino di guerra appena conquistato. Il potere sul corpo di una donna è il potere di una società che ha bisogno di mantenere fissi i suoi “capisaldi” affinché non perda la coordinata principale di riferimento: il patriarcato.
Il potere resta intatto finché il silenzio continua a proteggere chi lo esercita.
Il problema non è altrove. Il problema è ovunque.
Source: Molestie nelle università italiane: la violenza è senza patria.
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laragazzafortesworld2 · 3 months ago
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Segnalate in massa, grazie.
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b0ringasfuck · 2 years ago
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Luca Barbareschi è stato omosessuale
poi lo ha curato Povia
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philosobia · 2 years ago
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Le molestie alle femmine
Stamattina è iniziata leggendo le storie di L’ha scritto una femmina. Persone, tutte donne e ragazze, hanno condiviso le loro brutte esperienze in tema di molestie subite da maschi. Ebbene, oltre il risultato è che (cito): Non tutti i maschi lo fanno, ma tutte le femmine lo hanno subito almeno una volta nella vita. E ovviamente ho condiviso in parte anche la mia esperienza. Di tutti gli anni…
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undiariocheparladime · 2 years ago
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Sono circa le 23.55 del 21 agosto.
Hai appena festeggiato il compleanno della tua migliore amica mangiando una pizza e bevendo qualcosa al bar con gli altri.
È arrivato il momento di tornare, gli altri hanno la macchina in un altro parcheggio, ma tu devi andare esattamente dalla parte opposta.
Per fortuna non sei da sola, ma siete in 3 ragazze.
Attraversate la piazza principale della vostra città, c'è pochissima gente e per lo più uomini.
Siete arrivate quasi alla fine della piazza quando iniziate a sentire frasi rivolte palesemente a voi.
Fate finta di niente, accelerate e continuate a camminare.
Le voci diventano sempre più alte e senti uno di loro dire all'amico "vai, vai, è bellissima, vai".
Si riferisce alla tua amica.
Continuate a camminare, accelerate ancora, iniziate a tirare fuori telefoni e chiavi della macchina, passate davanti ad un hotel e fuori ci sono un uomo e una donna.
Rallentate. Vi guardate dietro. Non vedete nessuno.
Arrivate al semaforo e volete solo chiudervi in macchina, lo attraversate anche se col rosso, manca poco.
Scegliete la strada più luminosa, vedete le vostre macchine, non riesci neanche a salutare le altre. Il vostro pensiero è entrare in macchina.
Ti chiudi dentro e parti il più velocemente che puoi.
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sporadictalemilkshake · 2 years ago
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La Cannabis Legale è 'pericolosissima': aumenta il rischio di malattie coronarie per le associazioni a delinquere e la politica italiana corrotta.
Attualmente, in Italia, l'alcool è un grosso problema sociale - causa di incidenti, molestie anche a minori, risse in locali pubblici, decessi per l'abuso... - ma viene demonizzata, ridicolmente, la droga leggera, solo per fare un piacere alle associazioni a delinquere.
Un comune cittadino di Amsterdam, smette di lavorare e può andare a ricrearsi coi colleghi in uno dei molti locali dove si vende cannabis certificata (che non comporta danni alla salute) e poi prendere un mezzo pubblico, fra i tanti a disposizione, per tornare a casa.
In Italia, l'alcool (che è DROGA e sostanza ALTAMENTE tossica) è venduto liberamente, ma NON sono state apportate le DOVUTE modifiche urbane NECESSARIE affinché chi decide di consumarlo in un locale possa poi usufruire, ovunque, di un ECONOMICO mezzo di trasporto PUBBLICO.
E' giusto fare informazione, anche a scuola, sui pericoli da uso di 'sostanze'? Si: i più giovani vengono a contatto con alcool, tabacco, e pure caffè in famiglia: spesso i familiari non hanno adeguati argomenti per educare un ragazzo ad una Libertà Consapevole.
NON POSSIAMO vietare alle persone di ricavare PIACERE, Relax dall'uso di sostanze - soprattutto in una realtà esistenziale COMPLESSA per i molti (per chi non è nato privilegiato), dove hai bisogno di staccare la spina dai quotidiani problemi per non cadere in depressione.
L'uso di sostanze è trasversale: può farlo un comune cittadino, quanto un intellettuale; la ricerca del Piacere è connaturata negli esseri umani: gli ESSERI UMANI cercano il Piacere, non il sacrificio, non il dolore, non il martirio - che sono distorsioni morali.
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sweetbearfan · 3 months ago
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"Gli omosessuali sono più gentili rispetto agli eterosessuali; sono più 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪"; vero! Sono talmente "gentili" e "sensibili" che quando in Italia accade qualcosa di grave ad un omosessuale (tipo aggressioni o induzioni al suicidio da parte di esponenti politici di destra), gli altri (pure le associazioni dedicate), se ne disinteressano totalmente, in una "profondissima riflessione" a riguardo riassumibile in: "Non è capitato a me: posso quindi fregarmene".
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sadbsstuff · 4 days ago
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Odio a los ancianos que creen que se les debe de ayudar por ser mayores, carajo, ni los conozco y esperan empatía de mi parte
Vejestorios inútiles.
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dtpnews · 15 days ago
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Le molestie in Messico fanno male agli studenti nelle loro scuole all'interno delle classi
Una madre lo condivide nella scuola in cui suo figlio studia, un tentativo di abuso sessuale Verso lui da un partner in complicità di altri due studenti. Testimonianza che sotto l'anonimato fornisca un resoconto di una situazione grave. “È un po 'frustrante che, perché ti danno fastidio e perché non è piacevole, hanno dato la priorità alle opinioni degli altri, e poi un giorno mi sono stufo e ho…
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darktimemachinechaos · 4 months ago
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Messaggio di servizio per le donne in rete: non accettate conversazioni private con questo account, qui sotto riportato: se non ottiene di poter avere un incontro con voi, vi molesterà a più riprese; è iscritto anche su Tinder, pertanto non si limita a comportamenti inadeguati solo su Threads.
Abbiate amore per voi stesse ! ❤️
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thegirllwhosoldtheworld · 1 month ago
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su threads leggevo i post di uno che sosteneva che se sei bella è normale che tu sia molestata, perché le molestie altro non sono che complimenti e attenzioni da corteggiamento.
avrei qualcosa da ridire, ma prima vi racconto ‘sto aneddoto:
quest’estate viene assunta questa ragazza come rinforzo, 19 anni. BELLISSIMA raga ve lo giuro, di origine tunisina, magra, carnagione olivastra, capelli lunghissimi biondi e occhi verdi, ve l’ho detto era stupenda.
mi sono presa una crush anche se palesemente non poteva essere corrisposta.
lei sapeva che io fossi bisex ma non si è mai fatta problemi. avevo modo di cambiarmi con lei, ma le lasciavo sempre la sua privacy e il suo spazio, non la guardavo mai troppo nemmeno quando mi si presentava in reggiseno per chiedermi qualcosa (tipo quella volta che mi chiese la spazzola) proprio per non metterla a disagio visto che, ovviamente, l’avrei guardata con piacere.
ripeto, era bellissima quindi ovviamente piaceva a tutti i colleghi di sesso maschile.
solo che, mentre io facevo di tutto per non essere molesta (anche se glielo dicevo eccome che era bella) loro erano molesti, ogni scusa era buona per toccarla o per farle battutacce a sfondo sessuale. sottolineo che aveva 19 anni e questi non ne avevano 25 come me, ma tipo il doppio.
i complimenti non sono molestie.
se non sapete flirtare e finite con l’essere persone moleste è un problema vostro, non del soggetto molestato perché “era troppo bella”.
la maggior parte degli atteggiamenti molesti sono perpetuati da uomini. Ovviamente Non Tutti Gli Uomini sono Molesti (anche se bisogna sottolinearlo, non si sa mai.) ma molti lo sono senza nemmeno rendersene conto, ciechi nella loro convinzione che faccia parte del flirting.
ma a meno che tu non abbia lo charm di George Clooney, se mi dai una pacca sul culo è ovvio che non la prendo bene.
rifletteteci.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Acqui Terme . Due anni di corteggiamento non gradito: è stalking. I Carabinieri arrestano in flagranza lo spasimante dopo l’ultima aggressione e le minacce di morte
Acqui Terme – Due anni. Questo è il tempo. Lungo, angoscioso, provante. Pedinamenti, minacce, molestie
Acqui Terme – Due anni. Questo è il tempo. Lungo, angoscioso, provante. Pedinamenti, minacce, molestie. Una donna allo stremo delle forze e un uomo si fa sempre più aggressivo e pressante. Eppure tutto nasce da un sentimento positivo, dalla prospettiva di qualcosa di bello. L’uomo, un 40enne di Ovada, si invaghisce di una cameriera molto più giovane di lui, cerca di conoscerla, la contatta…
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viviween · 5 months ago
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Aderire ad iniziative che portano al Riconoscimento di Diritti Umani è nell'interesse di tutti: erode spazio ai conservatori, ai moralisti, che costruiscono campagne politiche denigratorie su qualsiasi tipo di diversità; chiunque, da comune cittadino, potrebbe divenire oggetto della loro discriminazione, delle loro molestie, dei loro atti persecutori.
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