#contatto gentile
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Questo è l'unico trattamento gentile che meriti qualsiasi persona che faccia proselitismo pro vita (cioè molestie contro le donne) negli ospedali, nei Consultori, sui social, in politica, a scuola, in famiglia, per strada:
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Tenere assieme una famiglia

Anna: bellissima mora trentaseienne, madre di due bambini e moglie di Alfredo, lavorava con Michele nell'aziendina di quest'ultimo. Era la sua efficiente e fidata segretaria. Michele, leggermente più basso di Anna, aveva quasi sessant'anni ed era un uomo energico, positivo, in ottima salute, un po’ sovrappeso.

Tutto sommato, era comunque un uomo che aveva un suo innegabile fascino e dei sani appetiti. Sempre gentile e sorridente. Lavorando quotidianamente gomito a gomito, Michele inevitabilmente finì per sentirsi molto attratto da Anna, ma non andava mai oltre qualche garbato apprezzamento.

A un certo punto, la famiglia di Anna subì uno scossone, a causa della inattesa, improvvisa e pesantissima cassa integrazione a metà ore di Alfredo. Budget ridotto all'osso e, più spesso che non, insufficiente ad affrontare le spese di famiglia. Risparmi intaccati: per il mutuo, la scuola e il resto. Certo, Alfredo ogni tanto trovava dei lavoretti in nero, ma nulla di sostanzioso e continuativo. Frustrazione era ciò che sentiva maggiormente.

Quando ormai sempre più di rado egli faceva l'amore con Anna, l'uomo era brusco e sgarbato; quasi a voler ribadire il suo ruolo di maschio, qualora ce ne fosse stato bisogno. Lei si sentiva umiliata per questo. Eppure, solo poco tempo prima lui era un marito gentile e la trattava con i guanti bianchi. La giovane madre, frustrata ma sempre donna assetata di attenzioni, aveva quindi preso ad apprezzare molto i puntuali complimenti di Michele al mattino in ufficio: “come sei bella, oggi; profumi di primavera. Con te qui entra un raggio di sole..." e così via.

Il suo datore di lavoro, avendo appreso dello stato di estrema difficoltà della donna, aveva iniziato a darle un aiuto economico concreto. Ella per orgoglio, seppur debolmente, si era inizialmente opposta ma aveva finito con l'accettare. Quei cinquecento euro al mese che lui le passava in nero erano una sostanziosa boccata d'ossigeno, per il bilancio familiare. E Alfredo era roso dalla gelosia, immaginando chissà cosa. Anna era ferita dalle sue insinuazioni.

In lacrime, si confidò un pomeriggio a fine giornata con Michele, il quale non poté esimersi dall'abbracciarla e stringerla a sé. L'uomo fu letteralmente e inaspettatamente stordito dal profumo e dal contatto col corpo sensuale di quella donna stupenda. Gli venne quindi spontaneo perdere il controllo e baciarla sul collo: lei si staccò subito e gli diede uno schiaffo. Michele, rosso in viso, abbassò il capo e le chiese scusa. Ma oramai in lui era divampato il fuoco del desiderio.

Il giorno dopo ci fu un po’ di imbarazzo, subito dissipato dall'ampio sorriso di Anna: in ufficio ella gli fece una carezza e gli disse che certamente capiva il suo desiderio, ma che era pur sempre una donna sposata. Il fatto vero era che comunque anche in lei iniziava a svilupparsi inesorabile una certa attrazione verso quel bell'uomo, sicuro di sé e solido, che la riempiva di cortesie e che la trattava come ogni donna desidera essere trattata.

Michele, folle di desiderio, un giorno ruppe gli indugi e arrivò ad offrirle trecento euro per un'ora d'amore. Glielo disse in modo delicato e dolce, per non imbarazzarla: “per favore non equivocare. Hai capito che ti desidero da morire e sai che capisco il tuo momento di difficoltà; però io sono qui anche per offrirti un aiuto sostanzioso. Non avrei mai immaginato di fare questa cosa, di dirti ciò che sto per dire, ma l'amore compie miracoli."

"Perciò ti dico solo che vorrei che tu fossi in mia compagnia per un'ora in una stanza. Non sentirti offesa: mi basta la tua semplice presenza fisica in un albergo; ben lontani da questo ufficio. Se vorrai concedermi solo un bacio, io capirò. E mi accontenterò: te lo giuro.”

Lei, contrariamente alle aspettative, dopo qualche esitazione, gli disse di sì e invece di farlo attendere lo baciò subito furtivamente sulla bocca. Poi gli mise le braccia al collo e gli disse: “ti ringrazio per ciò che stai facendo e ti anticipo che avrai ben più di un bacio. Anche perché ultimamente mio marito mi mortifica molto. Sono esasperata e non lo sopporto più. In ogni caso, anche se proprio non dovrei farlo, ti confesso di sentirmi molto attratta da te a mia volta.”

Quello stesso giorno staccarono un po' prima e, per non dare nell'occhio, uscirono ciascuno per conto suo. Andarono in un alberghetto discreto: non appena soli nella camera, lei gli slacciò i pantaloni e inginocchiatasi gli prese in bocca l'uccello. Gli regalò una mezz'ora di vero paradiso. Per il resto del tempo, quella prima volta in massima parte parlarono, mentre lui le baciava e accarezzava il seno e la passera. Lui le confessò che ciò che gli piaceva di quella relazione era il fatto di scopare proprio con lei; con una donna da tutti a ragione considerata moglie e madre esemplare, virtuosa e morigerata.

Le disse che pagando avrebbe potuto avere, senza offesa, donne ben più giovani e forse fisicamente perfette. Che non aveva mai tradito sua moglie. Che il suo oramai era un matrimonio appesantito dalla routine e dalla palese mancanza di interesse da parte della moglie per qualsiasi cosa che riguardasse il sesso. Ma disse anche che lei era ormai la sua droga; che invece di altre donne preferiva comunque invece dare a lei, proprio a lei, un aiuto concreto.

E toccare con un dito il cielo quando lei avesse acconsentito a farsi amare. Anna, dopo gli ovvii scrupoli iniziali, aveva iniziato a provare gusto nel sentirsi scopata ogni giovedì a pagamento; anche perché oramai anche lei non vedeva l'ora di farsi sfondare il culo e riempire la fica e la bocca da quell'uomo che moriva di brama per lei. Che la colmava di regali, complimenti e roventi dichiarazioni d'amore e desiderio: una vera droga per qualsiasi donna.

La storia sarebbe potuta finire qui, se non fosse per il fatto che Alfredo, sospettoso, un giorno pazientemente la aspettò all'uscita dal lavoro sin dalle due di pomeriggio. La seguì, la vide entrare in albergo con Michele. Quando lei tornò a casa da quell'ennesimo appuntamento, la costrinse a dire la verità, ad ammettere la sua relazione, facendola entrare in tutti i dettagli, soprattutto i più intimi. Lei tra le lacrime gli confessò come fosse iniziata. Lo fece anche riflettere su quanto quei soldi in più fossero utili, ovviamente e che non cadevano dal cielo.

Quando vide che il marito ascoltava con interesse estremo, iniziò ad aprirsi, piena di sottile malizia. Si sentiva gran puttana rivelata e scoprì che le piaceva molto umiliarlo, dopo che lui l'aveva trascurata sessualmente e quindi fatta soffrire a lungo. Gli rivelò perciò tutti i particolari dei suoi incontri: quello che piaceva a Michele e quello che lei stessa gli chiedeva di farle. Cose che suo marito neppure immaginave sua moglie potesse neppure pensare! Giochi di sborra, trattenimento del pene ovunque, uso di sex toys, farsi inculare dopo essersi fatta prendere a scudisciate sul culo e a schiaffi sulla fregna, pompini appassionatissimi con ingoio totale.

Si avvide immediatamente che a suo marito sorprendentemente la cosa piaceva da morire. Al punto che lui già quella prima volta a sorpresa e non resistendo più, tirò fuori l'uccello, le si inginocchò davanti, cominciò a masturbarsi piangendo e chiamandola sottovoce: 'puttana, maledetta troia.' E dicendole: 'oramai io per te sono solo un gran cornuto'. Umiliato ma felice, le sborrò sulle caviglie, con grande godimento di lui e un sentimento di pace ritrovata per lei, che lo accarezzò. Erano entrambi in lacrime. Poi Alfredo la portò subito in camera da letto: la desiderava come mai prima. Le leccò immediatamente la fregna a lungo: voleva sentire il sapore e l'odore del seme di Michele direttamente dalla fregna di sua moglie.

A tutt'oggi ormai, ogni volta che Anna torna a casa dall'incontro in albergo, dopo la descrizione minuziosa di tutto ciò che sua moglie ha appena fatto col suo capo, egli desidera subito leccarle la fregna, come antipasto d'amore. Da bravo cornuto, vuole con tutta l'anima assaggiare, ingoiare il seme fresco del maschio che ha scopato la sua donna. Perciò chiudono a chiave i figli piccoli nella cameretta, raccomandando loro di stare buoni per soli cinque minuti davanti alla tv e lui mugolando di piacere la pulisce minuziosamente, ingoiando tutto. Lei viene, tenendogli la testa ben premuta contro la fregna e lo umilia dicendogli cose del tipo: 'oh, come inghiotte bene la sborra del mio capo, il mio marito cornuto! Lui si che è un vero maschio.'

Poi comunque la notte scopano a lungo. Egli ormai la spinge a prostituirsi a Michele, la incita continuamente a intensificare gli appuntamenti, spesso dandole consigli e precise indicazioni su cosa fare e come farlo godere. Anna oggi si trova quindi di nuovo piena di amore e passione per Alfredo, suo marito. Ma anche di voglia di fare del sano e soddisfacente sesso, prendendo ovunque il grosso cazzo di Michele. Il quale è ben felice di godere della giovane madre di famiglia ogni qual volta lo voglia. Pagando, ovviamente. Lei è contentissima come una pasqua, di fare la puttana di un solo uomo in assoluta riservatezza. E di avere a casa un marito che la aspetta, cornuto e contento di esserlo. Non saprebbe dire cosa le piace di più: se il cazzo adorato del suo capo o farsi pulire la fregna, appena surriscaldata e farcita, dalla bocca e dalla lingua di suo marito.

RDA
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Ius fornicari
Quasi fosse una gentile emanazione di diritto nobiliare, concessa dall'ormai decaduto, ma sempre fascinoso conte, la figlia del custode del parco e il giardiniere, si arrogano il diritto di fornicazione.
Mette la camicia bella lui, al di fuori dell'esercizio ligio della propria professione, mentre lei scopre le gambe, si rende accessibile, sorride alla madre mentre esce.
L'aspetta e le prende la mano, in quel percorso morbido di foglie che li accompagna alla loro panchina, quella vicina al roseto. Un sentiero ampio, con l'odore delle stagioni.
Uno stagno, un deposito per gli attrezzi che fu capanno di caccia e infine un piccolo dosso, ad accoglierli, a nasconderli, a farsi nido per le esigenze della carne.
Prima i baci, lenti, poi il desiderio di contatto genitale, uno strofinarsi calmo che cresce nei baci sempre più profondi.
I tessuti, nella carne, premuti dai gonfiori.
La ricerca della pressione, del piacere, negli occhi e tra le gambe.
Le ginocchia sulla terra battuta, i bottoni che si aprono.
Toccarsi, con le mani, raccogliere gli umori, penetrare con le dita, quello gli è concesso. Quello è permesso dagli sguardi indiscreti delle balie, dei corteggiatori, dei cortigiani segaioli che li guarderebbero per ore.
Si toccano loro, anche gli altri forse, ma non importa, sono solo loro in quell'orgia collettiva, in quella voglia che spargono.
Le falangi dentro, come fossero cazzi e lei a raccogliere con la bocca e con le mani le conseguenze del suo fottere nella sua carne quasi disperata. Si muove, scopa quelle dita, mentre lo guarda pulsare per ciò che dovrebbe essere secondo natura, fa quasi male quel godere e quella privazione dell'ovvio.
Magari si priveranno pure dell'orgasmo, se lo terranno addosso, prima di rotolarsi dove potranno, come potranno, se potranno.
È un gioco difficile, un equilibrio che sa di baratro, ma oggi e lì sono fornicatori. Godono, più della voglia che dell'eiaculazione.
(E il conte lo sa).
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Come un albero di fico in inverno
Ci sono giorni dove la stanchezza prende il sopravvento. Lo so che l'impazienza è frutto delle pressioni sociali, che ciascuno ha i propri tempi e che anche i momenti apparentemente statici preparano in realtà la strada per quelli più dinamici. Ne sono consapevole, soprattutto perché lo sto anche sperimentando nella mia interiorità, imparando ad affidarmi di più a Dio in ciò che trascende il mio controllo. Volendo usare una similitudine evangelica, mi sento come quell'albero di fico in inverno, che ad una visione generale e superficiale sembra sempre rinsecchito, emaciato, fragile, quando in verità, man mano che si avvicina la primavera, sviluppa tanti piccoli germogli, così minuscoli che si possono scorgere solo mediante un'osservazione ravvicinata e attenta ai dettagli. Eppure, a volte vorrei solo non stare più in pena per il mio prossimo futuro lavorativo, non vagare più nella totale incertezza e scorgere qualche progetto concreto a cui aggrapparmi tra pochi mesi. Vorrei anche ricordarmi che cosa si provi ad essere desiderata sinceramente da un uomo, sentire il tepore accogliente di un abbraccio, il contatto con altre membra palpitanti, quel sacro fuoco in grado di riscaldare le gelide mura marmoree del mio tempio abbandonato, quel soffio vitale capace di dare vigore ad una statua travolta dall'edera. È come se un'assenza così prolungata negli anni mi avesse fatto precipitare in una sorta di insicurezza, tale da non farmi sentire più bella fisicamente, né femminile, né attraente; tuttavia, nel frattempo sono diventata profondamente fiera della mia identità e come una fiera vengo vista dagli occhi maschili, perché dolce, gentile, ma potentemente capace di penetrare i loro pensieri con uno sguardo, squarciare i veli della finzione, rivelare verità scomode, chiedere la loro anima in cambio della mia. Ciò mi fa sorridere amaramente, perché quando ero fragile, mi volevano possedere e dominare; ora che sono libera, mi vogliono sedare o evitare. Tuttavia, anelo ancora a quell'amore mai provato completamente, così reale e al contempo divino; so che esiste, il mio diletto sposo; così lo reclamo nel vento che ulula tra gli scogli durante una tempesta, lo cerco come un falco che perlustra le praterie, e lo attendo pazientemente, come un albero di fico in inverno.
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Gentile Dott.
Sono l'anon. del nodulo tir3a, come già da lei accennato il medico ha riferito le stesse cose, eutirox 50 tutti i giorni per far stare a riposo la tiroide e controllo tra 3 mesi.
Se resta invariato, controllo meno frequente, se invece aumenta o varia nuovamente ago aspirato e tutto l'iter annesso.
Ci aggiorniamo tra 3 mesi😘
P. S. Grazie per la disponibilità per l'altro giorno, mi sentivo di aggiornarla.
Una buona serata, la leggo sempre con piacere.
Per chi avesse perso le puntate precedenti - vabbe'... così sembra uno sceneggiato anni '70 - l'ask era QUESTO.
Ne approfitto per una breve spiegazione sul concetto di 'tumore'.
In breve, perché il nostro organismo continui a rimanere vivo a dispetto delle avversità ambientali (ogni cosa è veleno... OGNI COSA), esso si rigenera IN MANIERA COSTANTE.
Le cellule muoiono in modo brutale (ti lavi i denti -> strage di cellule epiteliali della mucosa buccale) oppure vanno incontro ad apoptosi (morte cellulare programmata, tipo i globuli rossi che campano 4 mesi).
Ogni cellula è generata da un tessuto o un organo specifici oppure per mitosi (duplicazione) e quesro è una cosa che avviene correttamente per anni e anni ma ogni tanto - vuoi per contatto con agenti predisponenti ('cancerogeno') che per vecchiaia (vedi capelli bianchi, pelle rugosa etc...) che anche per probabilità (sfiga) - ogni tanto viene fuori una cellula DIFETTOSA.
Di solito il sistema immunitario la scova subito e la termina sanguinosamente.
DI SOLITO.
A volte, invece, questa cellula sfugge al controllo, replicandosi con tale difetto, e allora ti vengono i nei.
O le voglie.
O i lipomi.
O i noduli ai polmoni o al fegato.
O alla tiroide.
Sono tumori? Sì.
Sono maligni?
Qualche volta e non è detto subito.
Ragion per cui, in molti casi si tengono sotto controllo e al minimo cambiamento si interviene con il trattamento adeguato... anche perché molto spesso non si parla di giorni né di settimane né di mesi ma DI ANNI perché certe neo-formazioni possano degenerare in malignità.
Tienimi aggiornato e... lunghi giorni e piacevoli notti.
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Chiudi gli occhi e vedrai tutto chiaramente.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Rimani in silenzio e il tuo cuore canterà.
Non cercare il contatto e troverai una relazione.
Sii calmo e cavalcherai l'onda dello spirito.
Sii gentile e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e farai tutto.
Sii umile e manterrai la tua integrità.
Tao
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Inizialmente era solo stanchezza, poi ho sentito il vuoto, la rabbia, il dolore
Ho dato la colpa alle mie emozioni che fanno quello che vogliono
Ma so che hanno un motivo per essere li
Quindi mi sono chiesta cosa mi avrebbe fatto stare meglio
La mia testa ha mandato immagini di contatto fisico. Abbracci, baci, carezze, sesso
Ecco, quest'ultimo è venuto fuori solo perche sono abituata a cercare il contatto tramite il sesso.
Ma non era quello che mi avrebbe fatto realmente stare meglio
La mia testa mi dava delle immagini in codice
La traduzione era l'Amore
Amore che manca da un genitore. Dalla famiglia. Amore che manca vicino allo stomaco, perche sono sicura che abbia un posto preciso scientifico dove collocarsi. Lo so perche è lì che sento il vuoto
Non mi sento amata.
E oggi sento questa mancanza come sento la fame, o la sete.
In automatico sono andata su tinder, ho pensato subito al sesso occasionale
Poi in un secondo mi sono resa conto che era un pensiero disperato, senza nessun filo logico. O comunque, non mi è mai successo che il vuoto sopra lo stomaco si riempisse dopo aver fatto sesso con qualsiasi ragazzo
Io provo ad essere gentile con me stessa. Per una mancanza di cui non ho colpa
Per una mancanza che non merito
Ma come amo una me che non si sente amata?
Quanto si vive senza acqua o cibo?
E senza amore?
Dopo aver scritto questo sento il bisogno di indurirmi. Perchè ho ammesso di aver bisogno di amore.
E una parte di me questo non lo accetta. E il Generale (la me che mi ha salvata con la rigidità e severità), mi spinge a dover specificare che non prenderò mai le briciole di qualcuno solo perchè la Bambina (parte di me genuina) ha questo lato "debole".
Si tollerano, ma devono proteggersi
E il Generale ora è in atto con la sua durezza
E molti altri si sono svegliati per proteggere le dichiarazioni della bambina. In modo che esse non vengano usate come debolezza per distruggerli tutti
Mi sono giocata l'unica possibilitá che avevo di dire la verità
Come una rivelazione, che una volta detta a una folla che dissente, scatena il caos
La mia stessa mente mi protegge da me stessa
E io lascerò che lo faccia. Perche nessun altro si prenderà cura di me. Nessun'altro mi amerà in questo modo
Lo farò io, insieme a tutte le me stesse
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Di te ricordo tutto, sei indimenticabile.
Ricordo tutto
ho i nostri momenti incastonati in testa
incorniciati nell'angolo più nascosto del mio cuore
custoditi con una gelosia quasi animale.
Ricordo tutto
quei tramonti sul mare, sedute in macchina
mentre si parlava dei sogni, delle speranze
con quel calore famigliare che solo tu sapevi dare.
Ricordo tutto
anche quelle colazioni fatte a mezzogiorno
perché non riuscivi a svegliarti presto
troppo impegnata a pensare la notte
ma ti bastava un caffè e latte in ghiaccio
e un dolcetto.
Ricordo tutto
la tua bellezza immensa, la tua genuinità
e la tua infantilità così pura e rara
il tuo essere gentile e sincera con tutti
la tua follia, la gioia che ti illuminava tanto
sembravi la felicità fatta a persona eppure
c'era un casino lì dentro, e io lo sapevo.
Ricordo tutto
le tue lacrime, le tue paranoie, le tue paure
le tue unghie mangiate dall'ansia di non essere abbastanza per le persone
quando in realtà eri perfetta così com'eri.
Ricordo tutto
quando mi tenevi sempre per mano
perché per te il contatto fisico era tutto
perché era come se dicessi "sei importante"
e io non potevo fare altro che ricambiare
stringendo la tua mano senza dire niente.
Ricordo tutto
sopratutto quella volta in cui mi hai spronato a realizzare il mio sogno.
Mi hai detto che volevi che fossi felice e che dovevo fregarmene degli altri.
Ricordo tutto
anche se non è molto.
Non ho avuto modo di creare con te
altri momenti, altri ricordi
chissà quanti tramonti ancora avremmo potuto ammirare,
chissà quante colazioni avremmo potuto ancora fare, chissà
Ormai guardo i tramonti
immaginandoti seduta accanto a me
ma so che quella con la visuale migliore
sei tu.
A te, amica mia.
A te, che amavi immortalare ogni momento per sentirlo eterno.
A te, che amavi la notte, il cielo
la luna e le stelle.
A te che vivevi di persone, di musica, di emozioni, di libertà.
A te che aspettavi che il cielo si dipingesse dei colori dell'alba dopo una nottata per ammirare ogni nuovo inizio.
Ti ringrazio per avermi insegnato a ragionare col cuore, a rischiare, a fregarmene e a essere felice.
A te, celeste.💙
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Finally, faccio questo giochino in cui quel cuore di @nonamewhiteee mi aveva taggata forse un mese fa
1. Are you named after anyone? Parte del mio nome presa da quello di nonna paterna
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto? Ieri lol, prima per rabbia, perchè insomma avere a che fare con le persone è proprio difficile, poi per tenerezza.
3. Hai figli? Ci mancherebbe
4. Fai largo uso di sarcasmo? Soprattutto verso me stessa, ma sì, vado avanti a pane, gin tonic e sarcasmo
5. Quale sport pratichi o hai praticato? Da piccola perlopiù danza, nuoto e sono cintura bianco-gialla di karate. Ora faccio la stella marina a letto.
6. Qual'è la prima cosa che noti in una persona? Come si pone, se è gentile con le persone che ha intorno, il sorriso (!!!). Le sensazioni che trasmette, la luce che ha. Fisicamente comunque guardo tanto il viso in generale.
7. Quale è il colore dei tuoi occhi? Un osservatore poco attendo direbbe marroni, in realtá sono un po' verdini.
8. Scary movies o Happy ending? Mi piacciono le cose che non finiscono, che ti lacerano, straziano, e non ti dicono chiaramente che succede facendoti arrabbiare. Non credo troppo nei finali.
9. Qualche talento particolare? Mettermi i bastoni tra le ruote
(poi, facendo la brava, potrei dire che credo di scattare belle foto e mamma dice che quando scrivo riesco a fare provare le emozioni sulla pelle di chi ascolta o legge quelle parole. Nonna dice che ho le mani d'oro su tutto ciò che faccio, però insomma)
10. Dove sei nato? Nata e cresciuta e probabilmente morta a breve in questa cittá marittima dell'Emilia Romagna.
11. Quali sono i tuoi hobby? Fissarmi sulla cosa che mi piace in un dato momento, lettura, fotografia, disegno, ricamo, prendermi in giro.
12. Hai animali domestici? Il gatto più bello del mondo.
13. Quanto sei alta? La carta d'identità dice un metro e sessanta.
14.materie preferite a scuola? Materie scientifiche (raga sì, mi piacevano fisica e matematica, e onesta mi mancano molto), ma anche arte e filosofia. E lettere.
15. Dream job? Non uno per la vita. Ne parlavo l'altro giorno con Eva, non so se potrò mai fare a meno di un lavoro a contatto con le persone. Sicuramente la logopedista in medicina riabilitativa/neurologia mi renderebbe molto felice. Mi sarei vista bene col camice bianco, adorerei vivere d'arte.
Non taggo nessuno perchè oramai lo avete fatto tutti, ciao e buona domenica amichetti
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Christian Krohg, Portrait of the Swedish Painter Karl Nordström, 1882
Ius fornicari / 2 / Il conte
Li guarda il vecchio conte, nella sua morbida e impotente erezione. Ne sono fonte, ne sono frutto, lo sanno come se fosse lì, anche se mai lo è stato e mai lo sarà.
Gentile concessione dello ius fornicari, lascia lo spazio ai due amanti, di scavarsi le carni. In cambio guarda, morboso, avido, mena la carne.
Lecca con gli occhi ficcati nel loro contorcersi, vicini a sufficienza e distante abbastanza da riuscire solo ad immaginarne l'odore. Al sicuro, ognuno delle proprie mura, ma con gli sguardi e la consapevolezza che le invade.
Non controlla i propri liquidi, così come non controlla la propria coscienza. Porco. Vecchio. Maiale quanto basta perchè lei ne senta quasi l'ansimare e se ne ecciti.
Giocano, nelle loro età diverse, nelle loro bellezze uguali, in una complicità che non è mai scritta se non nelle brame recondite delle fantasie indicibili.
Vorrebbero un contatto, fatto di succhiare le carni di ogni consistenza, fatto di penetrarsi, fatto di sbattersi i suoi buchi, fotterla, cagna, quello che vuole, sbrodolarle il mollume e la consistenza dentro.
Li vorrebbe lì, loro vorrebbero adesso, sempre su quel ciglio di burrone che gli impedisce di andare oltre, nella stanza del Conte, sul letto a baldacchino sfondato, dove ha fottuto la servitù, in fondo ne farebbero (im)moralmente parte, in fondo ne avrebbe diritto, in fondo sarebbe educazione dargli sollievo e farlo schizzare sui visi, nei culi, in figa.
Forse per questo trattengono l'orgasmo lì, forse sanno che quello non è concesso se non valicando quelle mura che non si può.
Il conte schizza piano, le poche gocce dei suoi coglioni stanchi sulle pareti aride sotto la finestra, mura importanti, in preziosa decadenza. Se lo palpa piano, mentre guarda il giardiniere prendersi il succo di lei tra le dita, voltarsi verso di lui e leccarlo come fosse sperma. Suo.
Si guardano, grati. Si ricompongono, e tornano mano nella mano.
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Trasformazione
Tornata a casa dalla Verna e da una pasquetta fuori porta improvvisata, il mio fisico, già malandato, alla fine ha ceduto e sono rimasta a letto con l'influenza per una settimana intera. Durante questa reclusione forzata, il processo per ritornare alla realtà è stato più lento e faticoso, ma al contempo benefico e purificante.
Ho pensato ad uno dei ragazzi conosciuti lassù, che dopo avermi corteggiata e aver capito che invece le mie intenzioni erano serie, non aveva comunque smesso di essere dolce e gentile, rendendosi disponibile a rimanere in contatto una volta tornati a casa, ma poi disattendendo la sua promessa, sparendo negli abissi del mondo e lasciando il mio saluto telematico senza una risposta, galleggiante nel silenzio e nell'oblio. Avendo vissuto molte disavventure sentimentali, credevo di reagire al solito modo, sentendomi stanca e frustrata, chiedendomi se mai avrei vissuto un amore vero; invece, per la prima volta, ho sentito una pace nel cuore e una più salda consapevolezza del mio valore, nonché una maggiore dose di ironia e di speranza.
Temevo che i traguardi raggiunti nel santuario sarebbero andati presto perduti, nello scontro violento con la realtà che avevo lasciato prima di partire, invece sto notando con sorpresa e piacere che la rabbia e la paura circa il mio futuro lavorativo non hanno più il controllo totale della mia anima. Ogni giorno invio candidature, qualche colloquio è già all'orizzonte, l'ignoto è immutato, la crudeltà della società verso i trentenni pure, tutto è terrificante e drammatico esattamente come fino a due settimane fa, ma l'atteggiamento è sottilmente calmo, placidamente teso, delicatamente scosso, superficialmente scalfito. La pazienza e la perseveranza hanno preso finalmente il posto dello sconforto e dell'angoscia, conferendo loro il giusto peso.
È una strana sensazione, sentirsi in pace quando tutto intorno è caotico, incerto, spaventoso. Durante questa settimana di clausura domestica, gli alberi hanno disperso nel vento i loro ultimi fiori, e ora le strade profumano di verde; il caldo è esploso, facendomi talvolta bramare il freddo dei colli toscani; la mia camera da letto sta prendendo di giorno in giorno una nuova forma, lasciando andare ciò che non serve più e facendo spazio al permanente e al nuovo. Temevo che i traguardi raggiunti nel santuario sarebbero andati presto perduti, ma forse i primi passi per preservare e custodire la calma interiore cominciano veramente dalla propria stanza, affinché sistemando essa si cominci a fare altrettanto nel cuore.
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Ci sono molte cose che mi rendono perplessa in Goodbye My Princess.
In cima ad esse c'è il comportamento amichevole, buono e gentile della famiglia imperiale verso la lead. Sono super accomodanti con lei, dolci e pieni di premure... il che è fastidioso - oltre che assurdo - sopra ogni limite.
Xiao Feng ha infatti perso la sua vecchia vita " a causa" della famiglia imperiale: il Nonno è morto in guerra contro l'Impero dopo essere stato tradito dal lead. La madre è stata costretta al suicidio da un uomo sotto il comando dell'Imperatore, il padre è stato reso pazzo e la lead - dopo che la sua famiglia è stata mezza sterminata - è stata costretta ad andare nell'impero per sposarsi, rendendola più un ostaggio che una sposa felice.
Ed è per me assurdo vedere tutta questa gente gentile e felice con Xiao Feng quando sanno di essere indirettamente responsabili delle sue miserie.
Come fai ad essere buona e dolce con qualcuno quando la tua famiglia gli ha sterminato la sua? Con che faccia la Bisnonna Imperiale regala cose alla lead ed è buona con lei quando suo nipote ha ordinato di farle fuori il Nonno e sai che non ha più mezza famiglia a causa della tua?!
Questa cosa mi manda ai matti.
Mi manda ai matti perché quello che è successo alla lead viene trattato dalle persone come se fosse stato tutto un tragico incidente. Mica una cosa premeditata a tavolino...
" Devi trattare bene la Principessa dello Xi perché dopo tutto quello che le è successo poverina, le mancherà la sua casa e la sua famiglia...quindi devi essere buona e paziente con lei."
LE MANCA CASA E LA FAMIGLIA PERCHé LA TUA L'HA FATTA A PEZZI!!!
Ripeto che i Lannister a questo punto sono stati meglio. Sono stati migliori perché una volta attuato i loro piani di morte hanno subito messo in chiaro con Sansa i loro veri colori: lei era un ostaggio ed in quanto tale così veniva trattata. Erano stronzi ma almeno non erano ipocriti come questa famiglia imperiale.
Tutto questo è un enorme presa per il culo della lead, possibile grazie alla sua perdita di memoria. Ancor più umiliante per Xiao Feng dunque, che si ritrova ad essere gentile e buona con questa gente stronza e ipocrita. Gente che si approfitta del suo status di memoria corta.
Cioè, per me, vedermi queste scene è come vedere approfittarsi di qualcuno incapace di intendere e di volere. Perché vorrei vedere se Xiaofang avesse ancora i ricordi quanti nella famiglia imperiale erano ancora gentili con lei! Lo sono perché sanno che questa non ricorda nulla e se ne approfittano.
In combo con tutto questo c'è poi l'assurdità del concetto di omertà, salito a livelli così alti che sarebbe impossibile fare di meglio: tutti sanno, ma nessuno parla.
E' incredibile come eventi successi nelle precedenti 15 e passa puntate non giungano mai alle orecchie dei diretti interessati:
Tutto il paese sa che il lead ha sconfitto il Nonno della lead in battaglia, che il Danchi adesso è governato dal padre della second lead e l'unica che "casualmente" non sa nulla, pur vivendo a contatto con gli interessati, è guarda caso proprio la lead. Come è possibile che nel palazzo imperiale, in cui vivono centinaia di persone, alla lead non sia mai giunto all'orecchio niente?
Quello che è accaduto nelle precedenti puntate ( La guerra e la morte del nonno della lead, la morte della madre e la follia del padre ) sono eventi così GROSSI politicamente, che è IMPOSSIBILE che alla lead siano sfuggiti.
La sua famiglia è la famiglia regnante di uno Stato. C'è stata una guerra... la lead è pure uscita dal palazzo per girovagare per locali e NESSUNO ha mai parlato di quello che è successo pochi mesi prima nello Stato del XI?!
Assurdo.
E ancora più assurdo e cosa di cui ancora oggi non mi capacito, è il piano futuro della famiglia imperiale per la lead. Vogliono farla Imperatrice approfittando della sua mancanza di memoria... e ok. Ma quando questa diventa imperatrice a avrà a che fare con la politica, quando passerà un po' di tempo...alla fine questa lo scoprirà per forza cosa è successo alla sua famiglia. Cioè, quanto possono andare avanti a Palazzo nel nascondere le cose a Xiao Feng?
Non metto in mezzo in questo circo dell'assurdo, il fatto che le persone accanto ai due lead, quelli che "tecnicamente sono loro amici" sappiano tutto ma non dicano nulla - DIO SOLO SA IL PERCHè - perché altrimenti il drama implode su se stesso.
Avrei pagato oro perché la serie, anziché essere un drama romantico vertesse sulla vendetta. Avrei venduto tutta la famiglia reale per vedere Xiao Feng che recupera i ricordi e sbraca dall'interno la famiglia reale sterminandoli tutti. Un Gomorra cinese.
Ma ahimè questa serie non mi darà mai questa gioia.
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Mai arrendersi.
Waters ha risposto su Twitter, metto lo screen in fondo, come dice sempre da anni e noi che lo seguiamo da anni sappiamo che questo è un attacco, ma lui continua la sua lotta contro le ingiustizie, io faccio quello che posso nel mio piccolo. Stamane ho ricevuto una risposta ad un post e discussione a seguito che avevo messo qualche giorno fa sul vino, l'Irlanda metterà sulle bottiglie di vino l'etichetta "nuoce gravemente alla salute"; un mio contatto di Milano mi racconta che suo nipote ha fatto il corso di enologo e varie cose su suo nipote che a me onestamente non fregano, ma la tipa è gentile e non mi andava di mandarla a fanculo così, non lo merita, allora le ho spiegato che probabilmente al corso non spiegano il fattore etanolo come un veleno potente e che dovrebbe chiedere a lui non a me, io posso darti le info per quelle che trovo online, anche perché sembra che le persone non sappiano fare ricerche su Google bah; poi le ho postato un video che avevo già messo qualche settimana fa e un link sull'etanolo di wikipiede. Non ci sono notizie eclatanti, almeno non come ieri.
Ho fatto un sogno strano, ma non lo ricordo ho qualche flash. La casa cantoniera all'angolo dell'abitazione dove ho passato 4 anni ad Aci Trezza, nel sogno, era diventata un ristorante; ero con una tipa che poi mi ha fatto incazzare ma non ho capito il perché, volevo prendere l'autobus con la bicicletta, ma mentre cercavo di infilarla dentro l'autista mi ha detto che non c'era più posto ma in spagnolo, poi becco la tipa che voleva prendere lo stesso bus ma le ho detto che non c'era posto, allora lei mi dice parliamo mentre aspettiamo il prossimo, il bus non era cittadino ma penso a lunga percorrenza, mentre cercavamo un posto dove sederci per parlare mi squilla il telefono, qua la parte più inquietante, al telefono c'era mio nonno (deceduto a metà anni 90) che mi diceva che non riusciva a prendere l'aereo e che stava andando a Castellammare di Stabia, ne sono sicuro la voce era la sua, cosa c'entra mio nonno? Mi voleva molto bene e io ne volevo a lui, come tutti i nonni, ma c'è già stato un episodio simile qualche mese dopo che morì, praticamente lo sognai che mi chiedeva un bicchier d'acqua che aveva sete, mi svegliai e in cucina c'erano mia madre e mia cugina e raccontai loro il sogno, in un primo momento mi chiesero se aveva detto qualche numero, e li mi corrugai tutto e dissi tipo "No ma che cazzo c'entra", poi andarono al cimitero e i fiori erano senz'acqua. Adesso non sono il tipo che pensa che mio nonno per quando mi volesse bene mi è sempre stato appiccicato, con tutti i nipoti che aveva, mi farebbe piacere sapere che è qua con me, anzi se potessi parlargli almeno una volta ancora sarebbe fantastico, ma se nel sogno di 25 e passa anni fa mi chiedeva l'acqua e aveva un senso, adesso cosa mi vuole dire?
Difficile decifrare un sogno che per quanto strano ha qualche elemento che si collega con la realtà, ho sempre pensato che i sogni sono metà immaginazione come un gioco che la nostra mente crea per confondere gli elementi della realtà e non farci impaurire ma farci vedere cosa sta accadendo o almeno quello che potrebbe accadere in proiezione al periodo che viviamo, è inutile che lo chiedo a Freud lui mi direbbe :"Non scopi abbastanza", che però cazzo sto giro ha ragione :/
Meglio non pensarci, metto la risposta di Roger e chiudo tutto. P.S. Ieri la prima giornata analogica è andata benissimo.

Vai Roger sono con te.
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Aspettando mio marito
Penelope sospirò, sdraiandosi sul letto dopo una giornata passata al telaio.
Da fuori, sentiva le voci dei Proci ammassati alla sua porta sperando di vederla uscire, ma lei non si azzardava nemmeno a emettere un suono.
Sospirò lievemente, rannicchiandosi su un fianco e mordendo una nocca per impedirsi di singhiozzare troppo rumorosamente. Le lacrime iniziarono a colarle giù per le guance. Era stanca. Stanca di aspettare un marito che probabilmente era morto in guerra, stanca di proteggere suo figlio in attesa che fosse grande abbastanza da salire sul trono, stanca di tenere lontani tutti quelli che la corteggiavano sperando di ottenere fama e ricchezza. Quando sarebbe finito tutto ciò? Gli dei sapevano quanto lei ci aveva provato, ma contro centootto persone cosa poteva fare lei da sola?
Un’ombra si frappose tra lei e la finestra, facendole aprire gli occhi di scatto. Sollevando la testa, notò una figura alta, magra, vestita con una tunica bianca e drappeggiata, la testa parzialmente coperta da un elmo. Con una mano stringeva una lancia, con l’altra uno scudo.
“Bambina mia” disse una voce di donna, autoritaria e potente, ma allo stesso tempo dolce e gentile, riecheggiando tra le pareti. “Non piangere.”
Si inginocchiò di fronte a Penelope, sfiorandole il mento con un dito. Col pollice le asciugò le lacrime via dalle guance, sorridendo soddisfatta quando si rese conto che la donna si era effettivamente calmata.
“Sei Atena, vero?”, chiese Penelope, la voce ancora lievemente tremante.
“Sono io. Tuo figlio ti ha parlato di me, vero?”
“Sì, mi ha detto che l’hai aiutato. E sospetto che abbia aiutato anche suo padre.”
“Con lui sono stata un’insegnante impietosa. Forse troppo” iniziò a sfilarsi l’elmo, rivelando una cicatrice a sfregiarle la metà destra del volto. Penelope sussultò. “Ma ho cercato di porvi rimedio. Se tutto va come deve ed Ermes consegna il messaggio che gli è stato affidato, Odisseo dovrebbe riuscire a tornare a breve.”
Gli occhi di Penelope si illuminavano. Si alzò in piedi, azzardandosi a sfiorare le mani della Dea con le sue. “Davvero?”
“Ho ragione di credere di sì.” Atena sorrise compiaciuta, ricambiando in maniera affettuosa l’abbraccio in cui Penelope la stava stringendo. Il suo petto iniziò a essere scosso dai singhiozzi, questa volta di gioia.
Il cuore della Dea si strinse per la compassione: iniziò ad accarezzare timidamente i capelli della donna, incerta sul da farsi.
Le posò un timido bacio sulla fronte, l’aveva visto fare a Telemaco qualche giorno prima con la ragazza che stava corteggiando. Sulle prime, Penelope fu stranita, poi rilassò i muscoli e si abbandonò a quel contatto, il primo gesto dolce che le veniva fatto da mesi, forse da anni.
Atena allora osò un po’ di più, tracciando brevi baci sul volto della donna, che non oppose resistenza.
Penelope aveva bisogno di quelle attenzioni, ed era contenta di avere qualcuno che gliele stesse dando, nonostante il tocco della Dea fosse impacciato e inesperto. Con un sospiro pesante, decise di guidarla verso il suo talamo. Non lo stava violando, se era con lei, no? Odisseo avrebbe capito, ne era certa, e comunque non era lì a controllarla. Probabilmente era pure morto in mare.
Atena aveva preso più coraggio: non parlava, forse era imbarazzata, ma si muoveva con una sicurezza in più che le brillava nell’unico occhio che ancora le funzionava. La cicatrice forniva al suo viso un’aria matura e intrigante che fece eccitare Penelope. Ma forse lo stress e l’astinenza l’avrebbero fatta eccitare con qualsiasi cosa.
Vedendo che la dea indugiava, non sapendo da cosa partire per primo, Penelope la prese per il volto e la baciò, insinuando la lingua nella sua bocca e sfiorando quella di Atena con la sicurezza dettata dall’esperienza.
Si accomodò meglio sul talamo, divaricando le gambe e permettendo alla dea di accomodarsi meglio tra loro.
Gemette silenziosamente, a labbra chiuse, quando Atena le sollevò di poco la tunica e sfiorò con un dito la sua intimità umida. Vedendo la sua reazione, la dea osò di più, infilando nella cavità bagnata indice e medio e massaggiando l’esterno con il pollice.
Penelope inarcò la schiena, stringendo le coperte con forza ed esponendo il pube al tocco della dea, che accelerò il ritmo. Quando alla fine la donna fu scossa dal piacere, crollò sul letto esausta, addormentandosi.
Atena sorrise e le posò un bacio sulla fronte, poi raccolse scudo e lancia e si allontanò nell’ombra a cercare Telemaco. Avevano del lavoro da fare per prepararsi all’arrivo di Odisseo.
#attack on titan#shingeki no kyojin#epic the ithaca saga#epic the musical#epic odysseus#epic the wisdom saga#epic poseidon
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Cosa ho letto quest'anno:
Le notti bianche, Fedor Dostojevskij
4/10, romanzo sentimentale, abbozzo di un opera breve, affronta le nevrosi di un protagonista molto solo che respira e vive dell'aria di San Pietroburgo. La descrizione dell'atmosfera è figlia del suo tempo, un opera molto lontana dal mio genere.
Istruzioni per rendersi infelici, di Paul Watslawick
10/10, Romanzo brevissimo ed estremamente ironico su come rovinarsi la vita dal punto di vista di un luminare di psicologia (uno dei capisaldi della psicologia contemporanea). Esilarante, miglior lettura di quest'anno.
Girl Juice di Benji Nate
7/10, autrice divertentissima, forse sono un po' fuori target per questa autrice. Graphiccnovel.
Quando muori resta a me, Zerocalcare
8/10, bellissimo ma non sono riuscita ad entrare in contatto con i personaggi. Limite mio sicuramente. Graphic novel.
Tutta sola al centro della terra, Zoe Thorogood
8/10, ho trovato questo piccolo racconto geniale. La grafica, il punto di vista soggettivo, il cambiamento di registro, di stili. Autrice molto molto interessante. Graphic novel.
Il Maestro e Margherita, Bulgakov
10/10, ironico, commuovente, profondo e leggero. Uno dei miei romanzi preferiti. Audiolibro, seconda lettura (o primo ascolto?)
Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf
7/10, riflessione sulla condizione della donna intellettuale nel 1928. Amo la Woolf, disperatamente. Anche quando si perde in giri di parole.
Una stanza tutta per gli altri, Alicia Giménez-Bartlett
5/10, mi ha fatto ridere il titolo. Romanzo piacevole senza pretese. Alla lunga un po' ripetitivo e non ho adorato le allusioni dell'autrice per sottointendere in che chiave leggere il diario della protagonista. Ma non ho rimpianti, onesto.
Rouge, Mona Awad
9/10, secondo romanzo che leggo di questa autrice. Una pazza totale. Entrare nella narrativa della Awad significa prepararsi ad un viaggio lisergico tra metafore e doppi sensi. Ironico, femminile, non mi ha deluso.
Accabadora, Michela Murgia
7/10, primo libro che leggo della Murgia. Delicato. Mi è piaciuto molto.
Il famiglio, Leigh Bardugo
4/10, mi ha affascinato per quasi tutto il libro per lasciarmi estremamente delusa nel finale. Per me è un no.
Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher, Alice Guerra
4/10, lei simpaticissima ed esilarante, ho sbagliato io a comprare un opera prima di una ragazza che di primo lavoro fa l'influencer. Però nel suo caso il finale era simpatico e il ritmo si è ripreso un po' nelle ultime battute, troppo tardi purtroppo.
Stephen King, Insomnia
8/10, un bel mattone. Ritmo incalzante, ti tiene incollato alle pagine. Forse la trama poteva essere strutturata meglio, ma è scritto talmente bene che non mi sento di volergliene.
Agatha Christie, Poirot sul Nilo
6/10, giallo divertente, ultimo romanzo letto di Poirot. É una compagnia rassicurante e un po' vintage.
108 rintocchi, Yoshimura Keiko
6/10, una storia molto pacifica sull'importanza della comunità. Un romanzo gentile ed ottimista, ogni tanto è piacevole.
Canto di Natale, Charles Dickens
8/10, dovevo leggere tutta la raccolta di racconti di Natale in inglese con una cara amica per Dicembre. Non ci sono riuscita, ma ho umilmente preso almeno l'opera principale dell'opera per leggerla in italiano. Niente da fare, Dickens è geniale. Ha una voce solo sua, e mentre strizza l'occhio al popolino con parentesi sentimentali e ammonimenti morali, non riesce a celare la sua natura ironica e gioconda. Davvero uno spasso.
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Saam - Per Ogni Caduta, Una Terra Amata
Per ogni caduta, una terra amata, il primo disco dei SAAM, è una mano pronta a rialzarci dopo aver inciampato bruscamente, un abbraccio emo punk violento quanto gentile che ci ricorda che le ossa, una volta rotte, guariscono più forti e che ogni cicatrice è un souvenir inestimabile.Cadere non è poi così male, ci rimette a contatto con la terra e annulla le ambizioni più maligne, ci umilia se…
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