#romanzo 2020
Explore tagged Tumblr posts
Text
"Resto Qui" di Marco Balzano: Una Storia di Resistenza e Identità Sommerse. Recensione di Alessandria today
La lotta di una donna contro l'oblio: il romanzo che racconta la storia dimenticata di Curon e il dramma umano dietro la costruzione della diga
La lotta di una donna contro l’oblio: il romanzo che racconta la storia dimenticata di Curon e il dramma umano dietro la costruzione della diga Il romanzo “Resto Qui” di Marco Balzano è un’opera che riesce a intrecciare il dramma storico con la vicenda umana, ambientata nel Sudtirolo, una terra lacerata dalle divisioni linguistiche e dalle vicende politiche del Novecento. La storia ruota attorno…
#Curon#cambiamenti politici#campanile di Curon#diga di Resia#disertore#divisione linguistica#Dopoguerra#Einaudi#Guerra#identità#Identità Culturale#lago di Resia#LETTERATURA CONTEMPORANEA#Letture consigliate#lingua tedesca#Marco Balzano#Memoria storica#narrativa emozionante#narrativa italiana#Premio Bagutta#Premio Strega#Resistenza#Resto Qui#romanzo 2020#romanzo civile#romanzo di guerra#Romanzo storico#romanzo sull&039;oblio.#romanzo sulla resistenza#romanzo sulle Alpi
0 notes
Text
Romanzo by Julie Vino| The Royal Collection 2020
#julie vino#romanzo by julie vino#bridal 2020#fashion#editorial#lookbook#blaze🔥#high fashion#signal boost
2 notes
·
View notes
Text
Hermann Löns
Il Wehrwolf. Cronaca contadina della guerra dei Trent’anni
De Piante Editore per Associazione culturale Terra Insubre, 2020
Informazioni: [email protected]
In copertina:
Johann Christof Merck, Lupi, 1712
10 notes
·
View notes
Text
tra le analogie con il 2020 di cui facevo volentieri a meno c'è questa simpatica cosa che dormo malissimo pochissimo perchè penso a perchè non mi faccio una ragione di e allora non importa se sono andata a dormire alle tre o alle undici, alle cinque e mezza sono comunque sveglia in subbuglio, nella testa il titolo di quel romanzo di Cancogni che dice parlami, dimmi qualcosa
8 notes
·
View notes
Text
Scelti per voi
Fonte: pixabay.com
Una piccola scelta di libri “certificati” dai bibliotecari per distrarvi nel migliore dei modi durante le vacanze. Si tratta di novità, di titoli non recentissimi ma che magari vi sono sfuggiti e meritano attenzione, e di opere da cui sono stati tratti ottimi film.
Se non l’avete ancora letto vi consigliamo L’animale più pericoloso di Luca D’Andrea, del 2020. Ma qual è l’animale più pericoloso? Se non ci si lascia sviare dall’immagine di copertina, si può intuirlo fin dalle prime righe di questo avvincente giallo che ha come tema (argomento di scottante attualità) la salvaguardia dell’ambiente. A parte l’idea di fondo dell’adolescente rapita che ricorda il pregevole La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, la storia si dipana in maniera diversa, dalla location (le montagne della Val Pusteria), ai moventi dei crimini, allo stile, agile, moderno, mai banale. Anche il finale diverge, ma su questo, naturalmente, non sveliamo nient’altro. Rispettata in pieno l’unica regola cui i gialli dovrebbero essere sottoposti: quella di inchiodare il lettore alle pagine, fino alla conclusione.
Pare che le case di ringhiera della vecchia Milano siano una continua fonte di ispirazione per scrittori e assassini: dopo i gialli di Francesco Recami orientati sulla figura dell’ex tappezziere in pensione Amedeo Consonni, è il vice-commissario Enea Zottìa che deve occuparsi di una serie di crimini in un vecchio stabile malandato nel cuore di Milano nell’ultimo libro di Marco Polillo I delitti di corso Garibaldi. Ma le indagini ci porteranno anche a Viboldone, frazione di San Giuliano Milanese e sede di un’antica Abbazia, e all’isola di San Giulio sul lago d’Orta (ebbene sì, proprio nel luogo in cui C’era due volte il barone Lamberto!), dove le vicende, soprattutto sentimentali, dei protagonisti troveranno il loro più naturale scioglimento.
Ambientato sul lago di Como è I milanesi si innamorano il sabato di Gino Vignali, il cui titolo si ispira al famosissimo I milanesi ammazzano al sabato di Scerbanenco (da cui è stato tratto anche un film per la regia di Duccio Tessari). “Dopo la fortunata tetralogia riminese con protagonista Costanza Confalonieri Bonnet, Gino Vignali cambia atmosfere e personaggi ma mantiene intatti il tono scanzonato e il ritmo incalzante che contraddistinguono i suoi fortunati gialli. Suspense, erotismo, umorismo sono gli ingredienti vincenti di un romanzo che, giocando abilmente con dubbi e ossessioni, incertezze e desideri, incanta il lettore in un riverbero di luci e ombre. Come l’acqua del lago, quando sembra calma ma non lo è”.
Non intendiamo certo tralasciare l’ultimo Simenon, L’orsacchiotto, anche questa opera di introspezione, di scavo profondo nella psiche umana aperto a più interpretazioni, una delle quali può essere che non è possibile mantenere sempre il controllo su tutto, anche ad altissimi livelli professionali: dopo una intera esistenza trascorsa all’insegna del più assoluto dominio di sé, una sola deroga al perfetto meccanismo esistenziale che il protagonista si è imposto può costare un prezzo inestimabile.
Torna nell’ultimo romanzo di Fabio Stassi, Notturno francese, il simpatico counselor della rigenerazione esistenziale Vince Corso, ma in questo caso, come per Simenon, l’indagine è introspettiva: un viaggio parallelo nei ricordi dell’infanzia e in treno, lungo la Costa Azzurra, terra d’origine del nostro detective-bibliofilo, trapiantato in Via Merulana. Finalmente sarà svelato il mistero del padre mai conosciuto a cui Vince indirizza cartoline nell’unico luogo che di sicuro aveva frequentato, almeno per una memorabile notte, ovvero il mitico Hotel Negresco.
Folgorante fin dall’incipit, la lettura di Perle ai porci (il titolo originale suona: God Bless You, Mr. Rosewater, or Pearls Before Swine) rende pienamente ragione a Umberto Eco che annoverava Kurt Vonnegut tra i suoi scrittori preferiti:
Uno dei protagonisti di questa storia, storia di uomini e donne, è una grossa somma di denaro, proprio come una grossa quantità di miele potrebbe essere, correttamente, uno dei protagonisti di una storia di api.
Ironico, dissacrante, politicamente scorretto, bizzarro, surreale, a metà strada fra America di Kafka e i racconti di Carver; uno stile veloce, tagliente; un lessico moderno e spiazzante. Se poi vi affezionate a questo autore, allora vi consigliamo Ghiaccio-nove, anche questo composto in una forma originalissima che sconcerta il lettore con la sua imprevedibile fantasia che scardina completamente gli schemi narrativi tradizionali. Strutturato a brevi capitoli sullo stile del Tristram Shandy di Sterne è un libro trasgressivo, esilarante fino al demenziale, davvero “uno dei tre migliori romanzi dell’anno scritto dal più grande scrittore vivente” come lo accolse Graham Greene nel 1963, anno della pubblicazione. Una potente satira della società contemporanea, che punta in particolare alla condanna della guerra, argomento quanto mai tristemente attuale.
Lo spaccone di Walter Tevis è un romanzo di formazione in cui il protagonista svolge il suo “apprendistato” (come lo definisce Fabio Stassi nella prefazione all’edizione minimum fax) nelle sale da biliardo dove sbarca il lunario spennando ‘polli’ grazie al suo non comune talento. Ma la conquista della consapevolezza comporta un prezzo molto alto: la coscienza del proprio valore si paga con la perdita della libertà. Un libro con i fiocchi che non poteva non ispirare un capolavoro come il film di Robert Rossen del 1961 con un Paul Newman perfettamente incarnato nella parte di Eddie Felson, The Fast, ‘lo svelto’. A voi il piacere di scoprire le differenze (che ci sono, e anche notevoli) tra il libro e il film. Newman rivestirà lo stesso ruolo nel 1986 come mentore del giovane Tom Cruise in Il colore dei soldi, per la regia di Scorsese, sempre dal sequel di Tevis.
Da La morte corre sul fiume di Davis Grubb è stato tratto nel 1955 per la regia di Charles Laughton un film talmente bello e originale proprio dal punto di vista tecnico da far rimpiangere che si tratti dell’unico exploit come regista da parte del celeberrimo attore britannico. Tratto da una drammatica storia vera, il romanzo si dispiega su più piani narrativi: il tema fiabesco, reso da Laughton con splendide immagini dello sfondo naturale notturno, il noir e la denuncia del fanatismo religioso. “La storia è qualcosa di più, se possibile, dei fatti che la compongono, è un’omelia nera, una lunga e cupa ballata atroce almeno quanto le filastrocche infantili che di tanto in tanto la interrompono, risuonando nel vuoto”.
Non è una storia dell’orrore, come il precedente Dracula, che tanta popolarità diede al suo creatore, Bram Stoker: Il gioiello dalle sette stelle �� soprattutto un racconto d’avventura, i cui protagonisti, sorta di Indiana Jones tra le mummie, sono morbosamente infatuati dalla passione per la storia egizia. A metà tra il romanzo gotico di stampo ottocentesco e l’egittomania molto diffusa all’epoca, tanto da influenzare anche Conan Doyle e Poe, è un romanzo piacevole e adatto come lettura per le vacanze. Tra culto della reincarnazione, sarcofagi, ricerche archeologiche, luoghi affascinanti come il misterioso Egitto e la nebbiosa Londra, abbiamo anche la possibilità di scegliere tra due finali, perché il pubblico non gradì il primo e costrinse l’autore, pare, a riscriverne uno nuovo nella seconda edizione uscita nel 1912, anno della sua morte. In questa ristampa di ABEditore del 2022 sono presenti entrambe le varianti.
#luca d'andrea#francesco recami#marco polillo#gianni rodari#gino vignali#Georges Simenon#fabio stassi#kurt vonnegut#walter tevis#paul newman#martin scorsese#davis grubb#charles laughton#Robert Mitchum#bram stoker
14 notes
·
View notes
Text
VENTUNESIMO SECOLO - di Gianpiero Menniti
MASCHILE E FEMMINILE: IL MUTAMENTO PROFONDO
Tra le fonti del romanzo "Le Streghe di Shakespeare" c'è un testo singolare.
Anni fa, parecchi anni fa (fine anni '80, primi '90 del secolo scorso) venni incuriosito da un titolo inconsueto, "Occidente misterioso - Baccanti, gnostici, streghe: i vinti della storia e la loro eredità".
A interrogarmi non era solo l'esordio del libro ma il nome dell'autore, Giorgio Galli, scomparso nel 2020, storico e politologo milanese di riconosciuto valore.
Inaspettatamente, l'insigne docente di storia delle dottrine politiche aveva dato alle stampe un volume per raccontare che i vinti nascosti della storia fossero spesso alcuni "modelli femminili di visione del mondo", relegati nell'impulsività mistica e quindi osteggiati per la loro forte carica emotiva, in apparenza contrari alla genesi razionalista delle società considerate progredite e naturalmente, cosa più importante, ai loro assetti.
Dal mondo antico fino all'età moderna.
Dunque, sostiene Galli, nei «passaggi cruciali della costruzione dell'Occidente come civiltà, le tensioni e i conflitti tra "femminile" e "maschile" hanno avuto un ruolo superiore a quello sinora loro accreditato.».
Ancora più singolare fu l'accoglimento della robusta e davvero interessante tesi di Galli: il sistema accademico italiano lo sospinse in un limbo di marginalità.
Il suo libro venne in altri casi fortemente criticato come si fosse trattato di uno "scivolone" dell'illustre cattedratico.
Aveva toccato un nervo scoperto il buon Galli?
Nessuno, a mia memoria, entrò mai nel merito della sua proposta interpretativa, certamente molto avanzata in quel torno di fine millennio.
Lo studioso non si arrese e negli anni successivi coltivò il filone.
Galli aveva indirettamente chiarito, argomentando con dovizia, quanto fosse rimasto fervente, nel corso di un lunghissimo arco di tempo, il fiume carsico dei diritti in capo al genere femminile, la portata storicamente rilevante degli assetti sociali costituitisi anche sul contrasto verso rivendicazioni ritenute eversive e infine si basasse su quell'antica polarizzazione anche l'origine dei fermenti politico-sociali che attraversarono l'800 e il '900, secoli nei quali si è consumata la formula stantia della superiorità "maschile", ormai ampiamente decaduta e oggi in procinto di crollare definitivamente.
Si badi: non si tratta di ridurre la storia a una divisione di potere e contropotere tra i sessi (sarebbe una grossolana fandonia) ma di saper cogliere, come Galli riuscì a fare, l'importanza di questo dinamico confronto socio-culturale percorrendo l'arco del pensiero e dunque della civiltà occidentale.
Tutti i processi storici sono segnati da avvenimenti che fanno da detonatore, come recenti e tragici casi di cronaca nera insegnano da noi.
E che osserviamo in misura ancora più rilevante in scenari distanti dal nostro modello: gli accadimenti in Iran, con la "polizia morale" che massacra ragazze indifese, sono l'esempio lampante della discrasia tra un potere reazionario e una società che sul riconoscimento delle libertà individuali in capo al genere femminile e dell'habeas corpus in particolare, arriverà ad abbattere quelle obsolete forme di dominio e con esse l'intero assetto sociale, dello Stato e dei fondamenti religiosi sui quali si regge.
Quando accadrà - e accadrà anche se le martiri saranno ancora molte - quale corso prenderà la storia in Medio Oriente?
Dunque, in relazione causale, nel resto del globo?
Nessun cambiamento di status si è mai affermato pacificamente.
Ma il cambiamento è in atto, ormai segnato e inarrestabile.
Ed è, in non rare occasioni, coinciso, quando racchiuso in termini avanzati (poichè esiste anche un conservatorismo di stampo femminile non meno intransigente e detestabile) con il ruolo delle donne.
Questo sostengo facendomi breccia, implicitamente, attraverso il buon Galli, storico acuto e politologo lungimirante.
Gli idioti (nel significato originario greco) non se ne avvedono.
Gli imbecilli (nell'etimologia latina) tentano di contrastarlo.
Ne "Le Streghe di Shakespeare" l'argomento è scavato ancora più profondamente, in chiave antropologica.
Fino a contemplarne l'origine.
Sepolta in un abisso scabroso.
Nelle immagini: "Grande Dea Madre", periodo Paleolitico, collezione Mainetti, New York
6 notes
·
View notes
Text
Il Mare Senza Stelle
Scheda informativa
Titolo originale: The Starless Sea Autore: Erin Morgenstern Editore: Fazi Editore Prima edizione: luglio 2020 Pagine: 615 Prezzo: € 18,50
Trama
Zachary Ezra Rawlins è uno studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano: fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino — un'ape, una chiave, una spada — lo conduce a una festa in maschera a New York, poi in un club segreto e infine in un'antica libreria sotterranea. Là sotto trova ben più di un nascondiglio per i libri: ci sono città disperse e mari sterminati, amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie bisbigliate da ombre. C'è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio, e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un'impetuosa pittrice dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.
Recensione
[...] I libri sono più belli quando vengono letti, invece che spiegati. [...]
Il Mare Senza Stelle è il secondo romanzo di Erin Morgenstern, ed è un libro che parla di libri e di vite di personaggi di libri che in realtà sono persone in carne e ossa (o, al contrario, di persone in carne e ossa che, in realtà, sono personaggi di libri).
[...] sono tutte diverse. Però hanno degli elementi simili. Tutte le storie li hanno, a prescindere dalla forma che assumono. Prima c'era qualcosa, poi qualcosa è cambiato. Dopo tutto, il cambiamento è l'essenza di una storia. [...]
È un libro che parla di storie e di destini, i quali possono variare a seconda che il personaggio decida di diventarne il protagonista o meno. Dell'impossibile che è possibile, proprio perché “I'm possible”.
[...] Un corso specializzato in Lettura, ecco che cosa ci vuole. Niente compiti scritti, niente esami, nessuna analisi, soltato lettura. [...] È strano, non è vero? Amare un libro. Quando le parole sulle pagine diventano così preziose che ti sembrano parte della tua stessa storia perché lo sono. È bello avere qualcuno che finalmente ha letto le storie che io conosco così intimamente. [...]
Ed è un libro che parla di lettori, che non possono fare a meno di amare i libri, di immaginarsi nella storia, di voler essere parte della storia, facendoti inoltre riflettere su cosa faresti e su cosa provano anche gli altri. Perché leggere, e parlare di ciò che si è letto, è condividere non solo emozioni, ma anche storie. Ma l'Amore ne Il Mare Senza Stelle non si limita a essere quello per i libri. E, da questo punto di vista, è molto contemporaneo e aperto, dal momento che inserisce, naturale come dev'essere, non solo l'amore tra un uomo e una donna, ma anche quello tra due uomini e due donne. La narrazione è scorrevole e diretta, facendo entrare il lettore nella storia anche se la sua storia non è tra quelle raccontate.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Della stessa autrice
Il Circo della Notte, Fazi Editore, 2021
Seguimi anche su Instagram e Facebook!
#myriamystery#rì sir8#katnisshawkeye#myriam sirotto#myriamagic#myriamworld#myriamworlds#books are fun#recensioni di libri#recensioni#books reviews#reviews#Il Mare Senza Stelle#Erin Morgenstern#The Starless Sea
3 notes
·
View notes
Photo
Dottor Johann Faust, uno dei personaggi più conosciuti e importanti del canone occidentale. Sono innumerevoli le sue reincarnazioni letterarie: da Johann Spies nel ‘500 alla versione ottocentesca di Goethe. Dallo spagnolo Calderón de la Barca al francese Valéry. Dal romanzo di Thomas Mann del ‘900 fino alla versione del 2020 di Chris Bush.
🎭 Il post di oggi riguarda una delle primissime apparizioni di questo personaggio: “The Tragical History of Doctor Faustus” di Cristopher Marlowe, play teatrale del 1593.
L’opera è un mix di elementi molto diversi tra loro: troviamo scene che rimandano alle morality play medievali ed elementi ancor più antichi derivanti della tragedia greca come il chorus. Pur essendo una tragedia, inoltre, contiene anche elementi puramente farseschi atti a stemperare la tensione.
Si tratta di un’opera nella quale l’intento moralizzatore è manifesto, eppure, in questa cornice il personaggio di Faust spicca per la propria modernità. Certo, Faust non è certo uno stinco di santo: è un arrogante, un megalomane assetato di potere che decide di vendere l’anima pur di raggiungere i propri scopi. Ma è anche un dotto: ha in sé una fortissima curiosità e sete di conoscenza. Incarna il potenziale umano; é l'uomo del rinascimento proiettato verso un futuro di libertà intellettuale, ma non scevro in insidie.
Una delle parti più belle e poetiche del testo è il monologo di Faust durante le sue ultime ore di vita, prima di essere trascinato all’inferno. Un momento di puro lirismo; se proprio non vi piace leggere le opere teatrali, consiglio comunque di recuperare almeno questo monologo straordinario.
[Credit dipinto: Faust on Easter morning - Johann Peter Krafft - 1830]
[ ig: @conigli_letterari ]
#letteratura#letteraturainglese#book blog#bookish#bookcommunity#book commentary#bookworm#bookstagramitalia#booktube#librisulibri#booktok#librichepassione
3 notes
·
View notes
Photo
LE PAROLE SONO TENERE COSE grazie ❤ Ci metto un po' a scriverne. Se qualcosa possono restituire queste foto, il debutto de "La luna e i falò" è stato così. Appena una settimana fa. Lo terrò nel cuore a lungo. E lo rifarei anche domani. Il teatro pieno. Adulti, anziani, ragazzi insieme. Pubblico venuto per vedere una prima e riascoltare le parole di Pavese. Altro che titolo difficile. Le persone vogliono le cose alte, mettiamocelo in testa (parlo di Pavese, no di me). Amici, operatori che seguono il mio lavoro da anni, addetti ai lavori e non, venuti da ovunque, fino dalla Svizzera. Persone hanno fatto 300 km e preso la camera d’albergo. Non ho parole. Istituzioni mai così vicine e commosse per il mio lavoro. È la mia opera prima questo testo. 75 minuti di drammaturgia in solitaria tra parole mie e parole di Pavese diventate, spero, carne. Alla fine mi raggiunge Gerardo Guccini commosso per la scrittura, mi dice. Sono onorato. Paolo Ponzio, nuovo Presidente del Teatro Pubblico Pugliese, emozionato a parlarne dopo. Sono io che ringrazio te. Patrizia Ghedini, Presidente di ATER Fondazione, e ora cosa possiamo dire. Roberta Gandolfi, Università di Parma, che riporta a tutti che questo testo taglia e fa male. Molto. Pierluigi Vaccaneo, Direttore della Fondazione Cesare Pavese, che mi dice e mi commuove “sei nel gesto”. E so quanto vale questa citazione tra quelle di Pavese. A tutti faccio un dono. E' la cosa più decente che possa fare da qui. Non sono parole mie ma di Pavese ancora. Vengono da un articolo che si intitola "Gli uomini e le parole". È del 1946. E' a sua volta un dono che ho ricevuto. Lo ha ritrovato Cira Santoro, amica cara e forte di questo debutto e da ora custode con me di quanto è accaduto, nella sua copia del romanzo. Era stato ripubblicato, guarda caso, uno dei tanti “casi”, il 25 febbraio 1995, stesso giorno del debutto. Se siete arrivati a leggere fin qui leggete ancora questa parte che vi riporto in basso. È commovente. Siamo noi. A tutti quelli che hanno sostenuto con gli studi intermedi dell’estate 2022, con la co-produzione, con le parole distillate in radio, a loro e a chi non c’era fisicamente, ecco l’articolo. Con tenerezza e amicizia. Grazie. A prestissimo. “(…) Parlare. Le parole sono il nostro mestiere. Lo diciamo senza ombra di timidezza o ironia. Le parole sono tenere cose, intrattabili e vive, ma fatte per l’uomo e non l’uomo per loro. Sentiamo tutti di vivere in un tempo in cui bisogna riportare le parole alla solida e nuda nettezza di quando l’uomo le creava per servirsene. E ci accade che proprio per questo, perché servono all’uomo, le nuove parole ci commuovano e afferrino come nessuna delle voci più pompose del mondo che muore, come una preghiera o un bollettino di guerra (…)” Cesare Pavese, 20 maggio 1945 𝗟𝗔 𝗟𝗨𝗡𝗔 𝗘 𝗜 𝗙𝗔𝗟𝗢' 𝗧𝗶𝗺𝗲 𝗻𝗲𝘃𝗲𝗿 𝗱𝗶𝗲𝘀 𝘥𝘪 𝘦 𝘤𝘰𝘯 Luigi D’Elia 𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘴𝘱𝘪𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘓𝘈 𝘓𝘜𝘕𝘈 𝘌 𝘐 𝘍𝘈𝘓𝘖’ 𝘥𝘪 𝘊𝘦𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘗𝘢𝘷𝘦𝘴𝘦 𝘳𝘦𝘨𝘪𝘢 Roberto Aldorasi 𝘴𝘤𝘦𝘯𝘢 𝘙𝘰𝘣𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘈𝘭𝘥𝘰𝘳𝘢𝘴𝘪 𝘦 Francesco Esposito 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘢 𝘊𝘰𝘴𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰 – 𝘊𝘳𝘦𝘢𝘵𝘶𝘳𝘦 𝘚𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪 𝘭𝘶𝘤𝘪 Davide Scognamiglio 𝘧𝘰𝘵𝘰 𝘦 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 Michela Cerini 𝘥𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘭𝘶𝘤𝘪 Francesco Dignitoso 𝘰𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘳𝘪𝘣𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 Francesca Vetrano e Archètipo 𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘮𝘱𝘢 Michele Pascarella una produzione Compagnia INTI di Luigi D’Elia e Archetipo con il sostegno di Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del progetto “𝘏𝘦𝘳𝘮𝘦𝘴” 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘗𝘳𝘰𝘨𝘳𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘐𝘯𝘵𝘦𝘳𝘳𝘦𝘨 𝘝-𝘈 𝘎𝘳𝘦𝘦𝘤𝘦-𝘐𝘵𝘢𝘭𝘺 2014-2020 Festival Parthenium calling e la collaborazione della Fondazione Cesare Pavese
#lalunaeifalo'#cesarepavese#luigidelia#robertoaldorasi#debutto#casalecchidireno#teatrolaurabetti#febbraio2023#teatropubblicopugliese#fondazionecesarepavese#archetipo
2 notes
·
View notes
Text
KONOSUBA AN EXPLOSION ON THIS WONDERFUL WORLD: lo spinoff prequel su Megumin arriverà ad aprile, godiamoci il nuovo trailer
Ancora nessuna data per la terza stagione della serie principale.
Tanti auguri Megumin! Festeggiamo tutti assieme il compleanno della nostra maga delle esplosioni preferita, con il nuovo trailer di “KONOSUBA: AN EXPLOSION ON THIS WONDERFUL WORLD!”.
Lo spinoff prequel della celebre commedia fantasy isekai, nata dalla penna di Natsume Akatsuki (Kemono Michi: Rise Up, Combatants Will Be Dispatched!), avrà proprio lei come protagonista e andrà in onda a partire da aprile 2023.
youtube
La serie animata è in cantiere presso lo studio DRIVE (To Your Eternity Season 2, Teppen!!!!!!!!!!!!!!! Laughing ‘til You Cry) con alle spalle più o meno lo stesso staff di sempre.
Alla sceneggiatura troviamo ancora una volta Makoto Uezu (Kengan Ahsura, Fate/Grand Carnival) e il chara design è sempre quello di Koichi Kikuta (Tamayomi, Blue Reflection Ray) al character design.
La regia, invece, è affidata al debuttante Yujiro Abe, mentre stavolta Takaomi Kanasaki (Kore wa Zombie Desu ka?, Princess Connect! Re:Dive) si occupa solo della supervisione.
Ricordo, inoltre che è già stata confermata anche una terza stagione di “KONOSUBA: THIS WONDERFUL WORLD!”, prodotta dallo stesso team, ma ancora non sappiamo quando andrà in onda.
La prima stagione di 10 episodi, è andata in onda durante l’inverno del 2016, mentre la seconda stagione è stata trasmessa l’anno seguente. Inoltre sono stati prodotti due episodi OVA inclusi con il 9° e il 12° volume del romanzo.
youtube
Questi primi adattamenti sono stati realizzati presso STUDIO DEEN (Sasaki and Miyano), mentre J.C. STAFF (DanMachi) si è occupata del film del 2019 chiamato “KONOSUBA: LEGEND OF CRIMSON”.
Satou Kazuma è un ragazzo che passa tutto il giorno in casa a giocare ai videogiochi. Un giorno ha un incidente e muore. Con sua sorpresa si risveglia davanti ad una splendida ragazza, la dea Acqua, la quale gli offre di reincarnarlo in un altro mondo. Può portare qualsiasi cosa voglia con sé. Il ragazzo accetta e sceglie proprio Acqua. D'improvviso si ritrovano catapultati in un mondo fantasy dove li aspetta una grande avventura, ma prima devono procurarsi cibo, vestiti, un riparo, l’equipaggiamento…e come se non bastasse, questo mondo è sotto la minaccia dell’armata del Re dei Demoni!
La light novel principale, illustrata da Kurone Mishima (Akashic Records of the Bastard Magical Instructor), è stata pubblicata fra il 2013 e il 2020. La storia è stata raccolta in 17 volumi.
Dell’opera esiste anche una versione manga, disegnata da Masahito Watari, giunta attualmente al 16° volume ed edita in Italia da Panini Comics, sotto l’etichetta Planet Manga.
* NON VUOI PERDERTI NEANCHE UN POST? ENTRA NEL CANALE TELEGRAM! *
Autore: SilenziO)))
blogger // anime enthusiast // twitch addict // unorthodox blackster - synthwave lover // penniless gamer
[FONTE]
#konosuba#megumin#an explosion on this wonderful world#god's blessing on this wonderful world#anime#serie tv#spinoff#fantasy#rie takahashi#explosion#trailer#kadokawa#news in the shell#manga#light novel#newsintheshell#giappone#panini comics#planet manga#Youtube
4 notes
·
View notes
Text
Lunedì 28 Ottobre 2024 alle ore 20.30 il GdL "Chiave di Lettura", presso i locali della Biblioteca San Valentino, si incontrerà per discutere insieme del libro “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano proposto dalle nostre amiche dell’Argentina – Club di Lettura Società “Dante Alighieri” de La Plata.
Nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno. Se ne stanno come tutti gli altri schiacciati tra due numeri, ma hanno qualcosa di strano, si distinguono dagli altri e conservano un alone di seducente mistero che ha catturato l'interesse di generazioni di matematici. Fra questi, esistono poi dei numeri ancora più particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti "primi gemelli": sono due numeri primi separati da un unico numero. L'11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43… A mano a mano che si va avanti questi numeri compaiono sempre con minore frequenza, ma, gli studiosi assicurano, anche quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatterà in altri due gemelli, stretti l'uno all'altro nella loro solitudine.
Mattia e Alice, i protagonisti di questo romanzo, sono così, due persone speciali che viaggiano sullo stesso binario ma destinati a non incontrarsi mai. Sono due universi implosi, incapaci di aprirsi al mondo che li circonda, di comunicare i pensieri e i sentimenti che affollano i loro abissi. Due storie difficili, due infanzie compromesse da un pesante macigno che si trascina nel tempo affollando le loro fragili esistenze fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, Alice e Mattia, portano dentro e fuori di sé i segni di un passato terribile. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli a un isolamento atrocemente arreso.
Paolo Giordano descrive la parabola di queste due giovani esistenze attraverso parole commosse eppure lucidissime. Il tono del romanzo cresce non appena ci si inoltra nel racconto e nelle vite dei protagonisti. Anche la sintassi e la complessità della frase si evolvono a mano a mano che i due ragazzi crescono, guidandoci in un percorso che conduce lentamente verso significati più acuti. Le descrizioni quasi elementari dei primi capitoli, quando le vite di Mattia e Alice devono ancora incrociarsi, lasciano il posto a una profondità di pensiero imprevedibile e inaspettata. Il linguaggio si affina, le frasi si intrecciano, i pensieri si complicano.
Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. Ha un dottorato in fisica ed è autore di cinque romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l'argento (Einaudi 2014 e 2017), Divorare il cielo (Einaudi 2018 e 2019) e Tasmania (Einaudi 2022 e 2024). Per Einaudi ha pubblicato anche Nel contagio (2020), Le cose he non voglio dimenticare (2021) e Il corpo umano (2024). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il «Corriere della Sera».
Se volete partecipare, contattateci all'indirizzo mail: [email protected] oppure all'indirizzo, sempre mail, [email protected] e riceverete, in prossimità dell’incontro, il link di riferimento.
Vi aspettiamo per confrontarci insieme su questa autrice e scoprire il suo libro, non mancate!!!
#gdl#gruppolettura#gruppodilettura#gruppodiletturachiavedilettura#gdlchiavedilettura#gdlbibliosanvale#chiavedilettura#lunedìsera#lunedìletterario#incontriinbiblioteca#confrontarsisuilibri#lasolitudinedeinumeriprimi#paologiordano#sempredilunedìsera#operaprima#romanzo#premiostrega2008#narrativaitaliana#premiocampiellooperaprima2008#societàdantealighieri#laplata#presidioletterario#narrativapsicologica#numeriprimi#bibliotecacomunale#bibliosanvale#passioneperilibri#condividereletture#condivisionelibri#bibliotecasanvalentino
0 notes
Text
Fiore di Roccia di Ilaria Tuti: Un Romanzo che Celebra il Coraggio delle Portatrici della Prima Guerra Mondiale. Recensione di Alessandria today
La forza e la resilienza delle donne protagoniste della storia dimenticata del fronte alpino italiano.
La forza e la resilienza delle donne protagoniste della storia dimenticata del fronte alpino italiano. Recensione: Fiore di Roccia, romanzo di Ilaria Tuti, porta alla luce la storia delle Portatrici, donne friulane che durante la Prima Guerra Mondiale affrontarono con coraggio e sacrificio le montagne innevate per portare viveri, medicinali e munizioni ai soldati italiani al fronte. Con il loro…
#alpini#alpinismo#celebrazione femminile#Coraggio#donne al fronte#donne e guerra#eroismo femminile#Fiore di Roccia#friuli venezia giulia#fronte alpino#Ilaria Tuti#letteratura italiana#Letture consigliate#Longanesi#narrativa italiana#Narrativa storica#narrazione storica#patriottismo#Portatrici#Prima Guerra Mondiale#resilienza femminile#Resistenza#romanzi 2020#Romanzo italiano#Romanzo storico#ruolo delle donne in guerra#sacrificio#storia delle donne#storia dimenticata#Storia italiana
0 notes
Text
Editoria: "Una storia che consola", il nuovo romanzo di Susanna Trippa
Una storia che consola, scritto nei mesi del lockdown 2020, è un romanzo epistolare. Quando scoppia la pandemia in Italia, e in particolare in Lombardia, l’autrice Susanna Trippa, dalla sua casetta in collina in provincia di Bergamo, come tutti si trova ad affrontare i timori e le angosce del periodo. Ad arrivare in suo aiuto sarà un pacchetto di lettere, biglietti, cartoline e vecchie…
0 notes
Text
Naturalmente sono in ritardo, giusto di un paio di mesi... Ok, let'see if I remember... Letti fra Giugno e Agosto, l'ordine non è esatto.
"Nella stanza dell'imperatore", di Sonia Aggio: ambientazione storica, fra Costantinopoli e l'Anatolia... bel libro, in cui l'aspetto storico non prende il sopravvento su quello romanzesco e fantastico ma è di grande supporto.
Sempre storico è anche il secondo, e sempre ambientato a Istanbul... "Parle-leur de batailles, de rois et d'éléphants", di Mathias Enard , in cui lo scrittore fantastica su una possibile commessa a Michelangelo Buonarroti proveniente dalla Sublime Porta. Letto in francese. Carino.
"Il canto del Profeta" di Michael Lynch , ambientato in un futuro distopico in cui un governo dittatoriale si afferma e comincia a dare la caccia a chiunque si opponga, provocando l'inizio di forme di resistenza... Bel romanzo: cupo, con sviluppi tristi, tiene agganciati dalla prima pagina all'ultima.
"Lucy davanti al mare", di Elisabeth Strout: non mi piace il tipo di scrittura, molto colloquiale, lineare, che la scrittrice, o la traduttrice, ha deciso di abbracciare. La storia "non storia", legata al venir fuori della minaccia Covid a metà del 2020 negli USA, è soprattutto una storia legata all'affrontare la terza età con tutte le sue implicazioni di salute traballante, figli che si allontanano, precedenti partners che come fantasmi emergono saltuariamente dal passato, sfera sentimentale e sessuale da adattare a una realtà diversa... Il romanzo scava nell'intimo della protagonista, nelle sue riflessioni e nei tentativi di destreggiarsi nella bolla creata a causa del Covid. Non male, ma in genere preferisco altro.
"Il canto dei cuori ribelli", di Thirty Umrigar, un bel romanzo ambientato in un'India rurale ancora profondamente spaccata dalla contrapposizione fra hindu e mussulmani. Storia d'amore inter-religioso che finisce male.
"Fuoco", di Shida Bazyar. Il caso ha voluto che lo leggessi prima e mentre ero in viaggio in Germania, e in un certo senso mi ha aperto gli occhi e la mente su un sistema sociale che all'apparenza sembra perfettamente funzionante. Non è sempre così facile, e il razzismo strisciante è una piaga che può roderti l'anima. Difficile scrivere della trama, perché tutto resta in bilico fra una possibile realtà e il desiderio della voce narrante di trovare una via d'uscita.
"La ricreazione è finita", di Dario Ferrari. A me è piaciuto un sacco, l'ho passato, credo lo regalerò in versione cartacea perché merita. Il libro passa da un registro buffo, umoristico, a uno più serio nella seconda parte, con scioltezza, senza risultare forzata, anzi dando concretezza al testo, con una credibile ricostruzione degli anni di piombo come potevano essere vissuti all'interno di una cittadina toscana. Mi ha fatto pensare a mio fratello in quel di Arezzo in quegli anni, e alle perquisizioni in casa: ecco, queste storie hanno quel genere di credibilità. Bello, bravo Ferrari, e mi stupisco che nel 2023 non sia rientrato nella sfera magica dello Strega.
"Il filo della tua storia", di Nikki Erlich. Ah beh, a parte la contrapposizione fra "filicorti" e "fililunghi", dimenticando che esistono un mare di lunghezze medie in mezzo a quelle estreme, e a parte che la cosa più semplice, se davvero capitasse di trovarsi davanti a una realtà fantastica come quella narrata, sarebbe di fottersene e non aprire la scatola, tanto quello che deve accadere accade lo stesso, il romanzo è sicuramente godibile e induce alla riflessione.
"Il silenzio", di Don De Lillo, un racconto praticamente, è brevissimo. Del tipo, "che succede se tutta questa tecnologia su cui ormai facciamo affidamento all'improvviso smettesse di funzionare?" Bella domanda, a cui De Lillo risponde con i vaneggiamenti di una serie di personaggi a cui è difficile dare molto credito. Non indimenticabile, di De Lillo ho letto sicuramente di meglio.
Finiamo con "The Midnight Library", di Matt Haigh, letto in inglese. Una trentacinquenne sfigata tenta il suicidio, ma si ritrova davanti alla possibilità di scoprire che tutte le svolte immaginate e lasciate fuggire nel corso della sua vita non avrebbero portato a nulla di buono, e che comunque ogni scelta, anche la più piccola, può avere un significato che va oltre a quanto è possibile immaginare. Molto bello, o almeno, a me è piaciuto tanto.
0 notes
Text
Scampoli di follia di Vincenzo de Lillo
Scampoli di follia di Vincenzo de Lillo edito da Scatole Parlanti è l’ultimo nato dell’autore napoletano. Si tratta di una raccolta di racconti dal ritmo altalenante che coglie il lettore sempre di sorpresa. Chi conosce già Vincenzo sa che da lui ci si può aspettare di tutto e in questa antologia le sorprese non mancano di certo. Scampoli di follia di Vincenzo de Lillo affronta con ironia molteplici aspetti della realtà; si parla di tutto e l’autore non si risparmia nel tratteggiare il lato onirico delle vicende, fino a quello grottesco e inquietante. Insomma, certamente non vi annoierete! Vincenzo De Lillo è nato a Napoli nel 1977 e di mestiere fa l’autista. Ha esordito nel 2018 con l’antologia Wc Tales, brevi storie per una sana e corretta attività intestinale; nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo Delirio (Biplane Edizioni) e nel 2021 il libro Un cuore condiviso, cronache appassionate di una famiglia. Come di consueto, ringraziamo Vincenzo per l’intervista e per questa parentesi di allegra spensieratezza che nelle nostre vite non dovrebbe mai mancare. Scampoli di follia di Vincenzo de Lillo Salve Vincenzo e bentornato a Cinquecolonne Magazine! partiamo subito dal titolo: Scampoli di follia. Cos'è per te la follia e quanta ce n'è nel tuo ultimo libro? Ciao, a tutti è un piacere essere di nuovo qui.la follia per me è un modo di affrontare la vita, una sorta di scanzonato atteggiamento nei confronti dei problemi, che per alcuni può sembrare superficialità o addirittura strafottenza, (come mi accusa mia moglie...) invece è solo il mio modo di non deprimermi e restare a galla nel mare dell'esistenza.No, aspe', così do un'immagine non proprio edificante...vabbuò, dai, avete capito cosa volevo dire.Comunque nel libro ce n'è assai, pure troppa. Il tuo mood è sempre stato quello di far ridere la gente, cosa che fai meravigliosamente nei tuoi libri. Nella tua ultima raccolta di racconti c’è una storia che ti sta particolarmente a cuore e per la quale hai avuto la tentazione di rompere il ritmo dell’ironia per approcciarla in modo diverso? Eh, mica solo una...Diciamo che la tentazione di rompere e scrivere qualcosa di più profondo, o non volutamente divertente, è avvenuta più volte, il fatto è che io ci provo ad essere serio, a scrivere qualcosa di meno frivolo ma ogni volta che ci provo, nel bel mezzo di una storia più o meno normale o addirittura tragica, mi viene sempre una battuta che rovina o trasforma tutto in grottesco o divertente.Forse proprio per quella follia di cui sopra da cui sono affetto.Praticamente quando ho messo su carta (sullo schermo del pc intendo) storie addirittura horror o appartenenti ad un altro genere, nella mia testa era una lotta continua tra l'ironia e la necessità di tirar fuori la serietà... insomma, probabilmente ho una patologia che andrebbe studiata. Anche se sono tutti figli tuoi e quindi non fai preferenze, c’è un racconto che ti ha fatto ridere più degli altri? Sì, sicuramente. Da genitore non si deve mai dire di avere figli preferiti ma, ahimè, purtroppo ce li ho...sono il racconto "Garibaldi" e "l'ora d'aria", che poi lo identifico come il primo racconto che ho scritto nella mia vita, da cui è nata questa follia (ancora...) di scrivere, pubblicare e dire alla gente che sono uno "scrittore".Alcuni ci cascano, addirittura. Anche se l’ironia è una cosa innata, una filosofia di vita (a mio avviso), c’è comunque uno scrittore che ami e che ha ispirato il tuo modo di scrivere? Sono tanti i libri, e di conseguenza tanti gli scrittori, che mi hanno ispirato o lasciato qualcosa che mi è rimasto dentro, e tra questi ci metto anche molti emeriti sconosciuti come il sottoscritto o scrittori emergenti, ma restando sul classico, direi Stefano Benni, certamente, Pennac o Douglas Adams.Non rinnego però la mia passione per Stephen King, Don Winslow, Buticchi, Valerio Massimo Manfredi, Carrisi... autori e generi diversi cui non solo piacerebbe ispirarmi, ma addirittura rubare capa e immaginazione. Ad alcuni pure il conto in banca, ma questo non lo scrivete, sennò sembro venale... Read the full article
0 notes
Text
Chiara Cionco: "Da piccola, se avevo un libro fra le mani potevo trascorrere ore e ore in silenzio a riempirmi gli occhi di storie" #Intervista
Chiara Cionco Chiara Cionco è nata a Orbetello.Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito anche la laurea magistrale in Italianistica.Insegna nei licei.Ha sempre adorato scrivere storie su incubi e mondi distopici, per passare all’umorismo e sperimentare romanzi drammatici.Nel 2020 ha pubblicato “Dalle ferite, cicatrici“, romanzo di formazione che parla di dipendenza e…
0 notes