#romanzi 2020
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pier-carlo-universe · 15 days ago
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Fiore di Roccia di Ilaria Tuti: Un Romanzo che Celebra il Coraggio delle Portatrici della Prima Guerra Mondiale. Recensione di Alessandria today
La forza e la resilienza delle donne protagoniste della storia dimenticata del fronte alpino italiano.
La forza e la resilienza delle donne protagoniste della storia dimenticata del fronte alpino italiano. Recensione: Fiore di Roccia, romanzo di Ilaria Tuti, porta alla luce la storia delle Portatrici, donne friulane che durante la Prima Guerra Mondiale affrontarono con coraggio e sacrificio le montagne innevate per portare viveri, medicinali e munizioni ai soldati italiani al fronte. Con il loro…
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susieporta · 5 months ago
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Qualche estate fa tornavo dalla spiaggia di Arma piangendo per strada.
Mi sono sentita chiamare, almeno due volte; mi sono girata. C’era qualcuno su un furgoncino bianco.
⁃ Sei tu, vero? - mi ha detto.
Mi sono avvicinata per guardare meglio e ho riconosciuto uno del mio paese, più grande di me di 5, 6 anni, che non ricordavo più di aver frequentato da ragazza, nel modo in cui frequentavamo chiunque sostasse sul muretto dietro la sala giochi. L’ultima volta dovevo averlo visto nel ‘96 e ricordavo che mi era molto simpatico.
⁃ Ciao, - ho detto raggiungendo il furgone: solo ciao, il suo nome non mi veniva.
Mi sono asciugata di corsa le lacrime e d’istinto ho sciolto i capelli, ma erano sudati e crespi di sale, sarebbe stato meglio tenerli legati; pensavo, ma guarda tu se in questo stato devo incontrare uno che non vedo da decenni, uno che devo fermarmi per forza. Mi sentivo brutta e per questo colpevole. Chissà se è solo femminile il senso di colpa di essere esteticamente deludenti.
- Di’ la verità, te lo ricordi, il mio nome? - ha detto lui.
L’ho fissato annebbiata, ma quando ha messo su quella faccia piena di imbarazzo mi è tornato di colpo in mente il soprannome con cui lo prendevo in giro. Appena l’ho pronunciato lui è scoppiato a ridere.
Mi ha chiesto dei miei romanzi, gli ho chiesto del suo lavoro. Aveva la fede, un figlio a casa e uno prossimo alla nascita, che adesso avrà quasi sei anni. Abbiamo chiacchierato per una decina di minuti.
Prima di andare ho detto: - Ma come hai fatto a riconoscermi, a ricordarti?
⁃ Rosella, - ha risposto. - Nessuno può dimenticarsi di te.
Ecco, penso che ogni volta che siamo tristi e piangiamo e ci sentiamo orribili da ogni punto di vista dovremmo incontrare per caso qualcuno che ci dica che siamo indimenticabili. Sarebbe un mondo più giusto.
(Post del 2020. Lo ripropongo come un buon augurio collettivo).
Rossella Postorino
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multiverseofseries · 5 months ago
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Bridgerton 3, Parte 1: un ritorno tra amori, segreti e scandali
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Ah, la primavera! Con i suoi colori e i suoi profumi, è davvero la stagione perfetta per il debutto di una nuova tranche di episodi della romance saga che ormai dal 2020 appassiona gli abbonati Netflix: la prima parte della terza stagione di Bridgerton è infatti disponibile per lo streaming sulla piattaforma, così come l'attesissima storia d'amore tra Colin Bridgerton (Luke Newton) e Penelope Featherington (Nicola Coughlan)… Ma come se la sarà cavata lo show a questo giro? Scopriamo insieme cosa ci riservano Shonda Rhimes e i primi 4 episodi di Bridgerton 3.
Scelte mirate
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Nicola Coughlan è Penelope
Dopo una lunga attesa carica di speculazioni di ogni tipo sul futuro dei protagonisti di Bridgerton, siamo finalmente di ritorno nella 'Ton più amata dagli spettatori Netflix, quella che, assieme ai suoi abitanti, ci regala sempre un turbinio di emozioni. Questa volta capitanata da Jess Brownell - nuova showrunner della serie dopo l'addio di Chris Van Dusen - che accompagna fedelmente la produttrice delle produttrici, Shonda Rhimes, la terza stagione di Bridgerton si mostra in tutto il suo sfarzo, la sua eleganza e la sua intensità, ma solo per quattro episodi… la seconda parte della stagione arriverà domani 13 giugno su Netflix. Una delle novità dell'adattamento televisivo dei romanzi di Julia Quinn per questa nuova stagione è stata la decisone di scindere in due parti la distribuzione degli episodi.
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Ritorno a Bridgerton
Per il momento, è difficile valutare se una tale scommessa sarà vincente o meno e solo l’uscita della seconda parte di stagione c’è lo dirà, ma i presupposti sembrerebbero dar ragione alla produzione: dopotutto, anche per gli appassionati del genere, un binge-watching tutto d'un fiato di 8 episodi di una serie che fa un cospicuo uso di cliché e archetipi narrativi come Bridgerton, nonché assai affezionata a plot twist e cliffhanger ad effetto, potrebbe risultare più pesante da digerire, e nel tempo controproducente rispetto a una ripartizione in due blocchi. Così facendo, invece, non solo ci si assicura che un prodotto di grande interesse attirerà audience più a lungo termine, ma si dà anche modo a storia e spettatori di "respirare", e a questi ultimi di assimilare al meglio quanto visto sullo schermo. E in questa stagione, di certo non c'è da annoiarsi…
Dai Polin, con amore
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Luke Newton e Nicola Coughlan
Fin dal termine della seconda stagione di Bridgerton, nella quale abbiamo visto nascere e concretizzarsi l'amore tra il primogenito di casa Bridgerton, Anthony (Jonathan Bailey), e la maggiore delle sorelle Sharma, Kate (Simone Ashley), ci si è chiesti a chi i due avrebbero passato il testimone e consegnato il titolo di "coppia dell'anno" nella stagione successiva. Se lo show avesse voluto seguire pedissequamente l'ordine dei libri, sappiamo che l'onere e l'onore sarebbe spettato a Benedict (Luke Thompson), alla cui storia è stato dedicato il terzo volume della saga letteraria, "La proposta di un gentiluomo". Tuttavia, l'amore era già nell'aria da tempo per i Polin, ovvero Colin e Penelope, gli amici di sempre il cui rapporto sembrava serbare qualcosa di più fin dal principio, sebbene avevamo visto un maggiore interesse in quel senso da parte di Pen (che ricordiamo, non leggere se non hai ancora visto la serie, è colei che si cela dietro il nom de plume di Lady Whistledown).
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Luke Newton è Colin Bridgerton
E malgrado in ordine cronologico cartaceo il loro momento sarebbe dovuto arrivare più in là nel tempo, sullo schermo, complice la chimica tra i due attori e l'impostazione data dal team creativo alle loro interazioni sin dalla prima stagione, è stato possibile procedere in questa direzione, senza tuttavia dimenticarsi degli altri Bridgerton. Nella prima parte della terza stagione abbiamo comunque dei focus su Benedict, Francesca (Hannah Dodd), e la Eloise di Claudia Jessie (malgrado una curiosa assenza…).
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Claudia Jessie è Eloise Bridgerton
Ma, come dicevamo, gran parte dell'attenzione in Bridgerton 3 è riversata sui Polin che, dopo gli accadimenti della stagione 2, si trovano ora in una fase di stallo: Penelope aveva infatti udito le parole di Colin che escludevano a priori un risvolto amoroso nel loro rapporto, e le frizioni nella sua amicizia con Eloise (che aveva scoperto la sua identità di Regina del Gossip) non avevano fatto che allontanarla dai Bridgerton. Adesso però la ragazza finisce con il ritrovarsi in una situazione, se vogliamo, ancora più scomoda, dato che, nel tentativo di recuperare la loro amicizia, Colin si offre di aiutarla a trovare marito, e cerca di impartirle "lezioni su come uscire dal guscio" ora che lui stesso, a seguito della sua estate in giro per il mondo, sente di aver trovato una nuova dimensione. Ma quando il suo aiuto finisce con creare più guai per i loro cuori che altro, cosa farà Colin? E come si comporterà Penelope? E non dimentichiamoci che Colin è ancora all'oscuro della doppia identità di Penelope…
Bridgerton non molla
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Bridgerton: una foto di Benedict e Colin nella stagione 3
Arrivati dunque al nostro quarto appuntamento con il mondo di Bridgerton (se contiamo anche lo spin-off sulla Regina Carlotta) ci si potrebbe preoccupare di una fisiologica fatigue del prodotto che, solitamente con le serie, giunti a questo punto inizia già a fare capolino. Per quanto riguarda lo show targato Shondaland, a ogni modo, il tutto sembra "tenere botta", poiché, almeno in questi primi quattro episodi, non si rileva una pesantezza di fondo nel seguire le vicende (seppur in gran parte prone a stereotipi) dei vari personaggi, né viene da pensare di essere stufi del suo modus operandi.
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Un ritorno tra amori, segreti e scandali
Le scenografie si fanno sempre più spettacolari, i dettagli visivi sempre più ricercati (guardate anche solo le parrucche della Regina!), il comparto musicale continua a regalare gioie con le sue versioni classiche di hit da classifica, da Dynamite dei BTS a Cheap Thrills di Sia, passando per Give Me Everithing di Afrojack, Ne-Yo e Pitbull, e nulla di tutto ciò risulta gratuito o fuori luogo. C'è solo da sperare che una tale cura possa continuare a essere tangibile anche nella costruzione di storie e personaggi, nello sviluppo delle dinamiche e tanto nella trasposizione del materiale già fornito dalla Quinn, quanto nell'incorporazione di elementi originali nel tessuto del racconto.
Conclusioni
In conclusione, si guarda con favore ai primi quattro episodi di Bridgerton 3, che con la sua Parte 1 ha già fatto approdo su Netflix. La tanto attesa storia d’amicizia che si trasforma in amore tra Colin Bridgerton e Penelope Featherington sta finalmente prendendo piede, e non resta che augurarsi che i due non finiscano con l’inciampare e divenire protagonisti di una rovinosa caduta. Per ora, tuttavia, non sembra questo ciò che è scritto nelle carte. Possiamo fidarci?
👍🏻
Coerenza formale e attenzione ai dettagli.
Focus sui vari personaggi, non solo sui protagonisti dichiarati.
👎🏻
Rischio esagerazione e saturazione.
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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Lui è Nicolò. Nasce a Cremona nel 1993. È un bambino solitario. Legge tanto, tantissimo. Cresce con i nonni, che gli insegnano le cose più divertenti, mangiare i biscotti quando ne ha voglia, correre a piedi nudi sull’erba. Ha 5 anni. Il negozio dei genitori viene rapinato, mamma e papà urlano, piangono. Nicolò scrive un racconto in cui parla del ladro. Lo rilegge, è fiero. I genitori lo stroncano. Nicolò cresce. La scuola non gli va giù. Gli insegnanti parlano chiaro, con quei voti non andrà da nessuna parte. A casa gli tirano le orecchie, ma non serve a nulla. Bocciato. Mamma e papà sono disperati. Lui invece è innamorato. Di una ragazza che non se lo fila, e gli spezza il cuore. Nicolò abbassa la testa, si cuce sulla fronte la parola fallito e tira avanti per forza d'inerzia. Passa il suo tempo sui libri. Si sente vecchio, vuoto, ha voglia di scappare. È il 2013. Nicolò va su internet, vende i fumetti, le scarpe, le magliette, la console dei videogiochi, il letto a castello, prepara lo zaino e parla con i genitori. Ciao mamma, ciao papà, vi saluto, vado in India a fare il volontario in un orfanotrofio. Nicolò non ha alcun interesse per i bambini, o per il sociale. Vuole solo fuggire dal suo paese, che gli sta stretto, lo soffoca. Arriva in un piccolo villaggio dall’altra parte del mondo. Si sente il protagonista di uno dei suoi amati romanzi. La realtà che lo circonda è un pugno nello stomaco. Povertà, prostituzione, violenza. È sconvolto. Lo mettono a insegnare inglese ai bambini. Lui non sa nemmeno da dove iniziare, deve inventarsi qualcosa. Passano i mesi. I suoi piccoli studenti lo adorano, Nicolò conosce la storia di ognuno di loro, si affeziona. Una sera telefona a casa. Ciao mamma, non torno, qui c’è troppo da fare. Nicolò scrive libri, raccoglie fondi per costruire un dormitorio, paga la scuola e l’università ai suoi bambini, fonda una Ong. È il 2020. Nicolò Govoni ha 27 anni, è candidato al Premio Nobel per la Pace.
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vintagebiker43 · 8 months ago
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I miei romanzi pubblicati su Amazon hanno raggiunto il milione e mezzo di pagine lette dal settembre 2020 ad oggi.
Magari per molti non sarà gran che ma per me è una discreta soddisfazione.
Se volete trovarmi cercate Eugenio Bianchi
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astraeaboann · 2 years ago
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Sono sempre stata considerata 'emotiva', 'drammatica', 'complicata' ed 'esagerata'. Nonostante mi sforzassi, ero 'pigra', 'disordinata', 'menefreghista'.
Qualunque fosse il motivo o la situazione che mi portava ad avere questo tipo di reazioni, era sempre implicito che la colpa fosse mia, che lo facessi apposta.
Non mancava un giorno in cui mi sentissi incompresa e sola, non mancava un giorno in cui il mondo mi ricordava che le cose che mi infastidivano fino al punto di farmi scoppiare a piangere o urlare, per gli altri non erano altro che piccoli dettagli, come moscerini sul parabrezza.
Questo ha fatto sì che io mi convincessi che ci fosse qualcosa di fondamentalmente sbagliato in me.
Con gli anni ho maturato il bisogno di capire cosa causasse questa sensazione, il desiderio di scoprirmi, di capirmi, di analizzarmi, di trovare l'errore di fabbrica nel mio cervello.
Ho iniziato a scrivere a 12 anni, riversando nel mio diario le mie emozioni, dando voce ai miei pensieri nei romanzi incompiuti e su questa pagina. Ho letto il DSM-5, studiato psicologia dai libri delle mie amiche, visto psicologi e psichiatri, provato diversi farmaci, nessuna soluzione.
Questo malessere che non poteva essere spiegato, che non aveva causa, che sembrava nato con me era sempre li.
Ho iniziato a farmi del male e dal dolore ho iniziato a creare. Per un po' ha funzionato, per un po' e bastato. Ma come tutte le cose, proprio come dicevano tutti, non avevo abbastanza 'forza di volontà, non avevo abbastanza 'voglia di fare', di spingermi, di spronarmi. Quindi non bastava, qualsiasi soluzione era temporanea, perché dopo pochi mesi smettevo. La soluzione non è mai stata mangiare sano, fare esercizio, coltivare i miei interessi.
Sforzarmi di stare bene, seguire i consigli di persone che non avevano un vissuto simile al mio, spingermi oltre i miei limiti, fingere che fosse tutto a posto aveva creato una spaccatura, mi aveva allontanato da me stessa e dagli altri.
Ovunque mi voltassi, qualsiasi cosa facessi rinforzava l'idea che fossi sbagliata, senza speranze e inutile.
In un disperato tentativo di salvarmi, mi sono trasferita all'estero. Ho iniziato a lavorare, a vivere come tutti gli altri, sperando che avere una struttura alle mie giornate potesse aiutarmi, continuando a stare male, ma senza avere tempo di chiedermi come stessi.
Poi il 2020, ho iniziato a studiare stregoneria, astrologia, divinazione, lettura della mano. Forse l'occulto aveva le risposte, forse quell'Altro poteva darmi le risposte che cercavo, e per un certo senso le ho trovate.
Ho iniziato ad indagare più intensamente, facendo shadow work, parlando con la mia bambina interiore, cercando di non litigare con la mia adolescente interiore, rileggendo i miei diari e parlando con i miei genitori e finalmente qualcosa ha iniziato ad averse senso.
La chiave era confrontarsi con gli altri, cercare persone che avessero avuto un'esperienza simile fin dall'infanzia. Riuscire a capire e accettare che non è mai stata colpa mia se il mio cervello funziona diversamente dalla maggior parte delle persone intorno a me.
Ho imparato ad accettare che avrò sempre bisogno di più riposo degli altri, che a volte le mie emozioni sono così forti che mi distruggono dall'interno e ci vogliono giorni per riprendermi. Ho imparato che il mio cervello ha bisogno di regole e strutture, ma allo stesso tempo desidera attività interessanti e coinvolgenti, e va bene così.
Sono convinta che i miei problemi siano causati da disfunzioni neurobiologiche e non da fattori psicologici, da deficit delle funzioni esecutive, da anomalie nel modo in cui il mio cervello risponde alla stimolazione e come utilizza dopamina e serotonina.
Non era disturbo bipolare, distimia, disturbo borderline di personalità, disturbo d'ansia, ma qualcos'altro.
Dicono che non ci si possa autodiagnosticare, ma riuscire a dare un nome al disagio che ho provato da quando ero bambina mi offre conforto.
Credo fermamente che tutto quello che ho vissuto possa essere spiegato da due condizioni e faro tutto ciò che è in mio potere per ottenere una diagnosi e una terapia adeguata.
Auguratemi buona fortuna.
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bibliotecasanvalentino · 22 days ago
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Lunedì 28 Ottobre 2024 alle ore 20.30 il GdL "Chiave di Lettura", presso i locali della Biblioteca San Valentino, si incontrerà per discutere insieme del libro “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano proposto dalle nostre amiche dell’Argentina – Club di Lettura Società “Dante Alighieri” de La Plata.
Nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno. Se ne stanno come tutti gli altri schiacciati tra due numeri, ma hanno qualcosa di strano, si distinguono dagli altri e conservano un alone di seducente mistero che ha catturato l'interesse di generazioni di matematici. Fra questi, esistono poi dei numeri ancora più particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti "primi gemelli": sono due numeri primi separati da un unico numero. L'11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43… A mano a mano che si va avanti questi numeri compaiono sempre con minore frequenza, ma, gli studiosi assicurano, anche quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatterà in altri due gemelli, stretti l'uno all'altro nella loro solitudine.
Mattia e Alice, i protagonisti di questo romanzo, sono così, due persone speciali che viaggiano sullo stesso binario ma destinati a non incontrarsi mai. Sono due universi implosi, incapaci di aprirsi al mondo che li circonda, di comunicare i pensieri e i sentimenti che affollano i loro abissi. Due storie difficili, due infanzie compromesse da un pesante macigno che si trascina nel tempo affollando le loro fragili esistenze fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, Alice e Mattia, portano dentro e fuori di sé i segni di un passato terribile. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli a un isolamento atrocemente arreso.
Paolo Giordano descrive la parabola di queste due giovani esistenze attraverso parole commosse eppure lucidissime. Il tono del romanzo cresce non appena ci si inoltra nel racconto e nelle vite dei protagonisti. Anche la sintassi e la complessità della frase si evolvono a mano a mano che i due ragazzi crescono, guidandoci in un percorso che conduce lentamente verso significati più acuti. Le descrizioni quasi elementari dei primi capitoli, quando le vite di Mattia e Alice devono ancora incrociarsi, lasciano il posto a una profondità di pensiero imprevedibile e inaspettata. Il linguaggio si affina, le frasi si intrecciano, i pensieri si complicano.
Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. Ha un dottorato in fisica ed è autore di cinque romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l'argento (Einaudi 2014 e 2017), Divorare il cielo (Einaudi 2018 e 2019) e Tasmania (Einaudi 2022 e 2024). Per Einaudi ha pubblicato anche Nel contagio (2020), Le cose he non voglio dimenticare (2021) e Il corpo umano (2024). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il «Corriere della Sera».
Se volete partecipare, contattateci all'indirizzo mail: [email protected] oppure all'indirizzo, sempre mail, [email protected] e riceverete, in prossimità dell’incontro, il link di riferimento.
Vi aspettiamo per confrontarci insieme su questa autrice e scoprire il suo libro, non mancate!!!
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muatyland · 4 months ago
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Chiara Cionco: "Da piccola, se avevo un libro fra le mani potevo trascorrere ore e ore in silenzio a riempirmi gli occhi di storie" #Intervista
Chiara Cionco Chiara Cionco è nata a Orbetello.Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito anche la laurea magistrale in Italianistica.Insegna nei licei.Ha sempre adorato scrivere storie su incubi e mondi distopici, per passare all’umorismo e sperimentare romanzi drammatici.Nel 2020 ha pubblicato “Dalle ferite, cicatrici“, romanzo di formazione che parla di dipendenza e…
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londranotizie24 · 6 months ago
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The Book Club, il 29 maggio all'Iic Il Paese dove non si muore mai
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Di Pietro Nigro Il 29 maggio all'Iic nuovo appuntamento con The Book Club: è la volta di Il paese dove non si muore mai di Ornela Vorpsi. The Book Club, il 29 maggio all'Iic Il Paese dove non si muore mai Nuovo appuntamento con The Book Club 2024, il circolo di lettura dedicato al tema "I Romanzi e il Luoghi" ospitato nella bellissima biblioteca intitolata a Eugenio Montale dell'Istituto Italiano di Cultura a Londra: il prossimo 29 maggio alle ore 18 è la volta di Il paese dove non si muore mai, romanzo scritto dalla scrittrice ed artista di origini albanesi e milanese di adozione Ornela Vorpsi. Il tema degli incontri di quest’anno è “I romanzi e i luoghi”, perché - come segnalano i promotori della rassegna - "i romanzi che leggeremo sono vari sia per genere che per periodo di pubblicazione. Si va dai classici del ‘900 a scrittori contemporanei seguendo come filo conduttore il legame forte di ogni libro con un luogo o una città". “I romanzi e i luoghi” è ovviamente un tema immenso e con questa scelta si è mirato a dare un ventaglio variegato di possibilità con temi, stili e, appunto, ambientazioni che si prestano a rendere vivace la discussione nei nostri incontri. Come sempre conduce gli incontri Paolo Nelli, Lecturer di Lingua e Cultura italiana al King’s College. Residente a Londra da diversi anni, ha pubblicato racconti e romanzi, tra i quali il suo primo La fabbrica di paraurti (1999), Golden boot (2012), Trattato di economia affettiva (2018) e il recente Il terzo giorno (2020, La Nave di Teseo). Il 29 maggio, il romanzo di Ornela Vorpsi Il paese dove non si muore mai è opera di Ornela Vorpsi, autrice albanese che ha scritto il romanzo in italiano. Quella presentata è un’Albania raccontata attraverso vicende personali e con una forte tensione stilistiche intrisa di ironia e dolore. The Book Club, i prossimi libri da leggere Di seguito i successivi appuntamenti di The Book Club: - Fa troppo freddo per morire di Christian Fascella è un giallo veloce e ironico, scritto con grande abilità letteraria e uno stile scanzonato e ci si muove in una Torino meno riconoscibile. - Con Canne al vento del premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda, si ripropone un classico visceralmente legato alla Sardegna. - Con Il corpo nero, Anna Maria Gehnyei scrive un romanzo basato sulla propria vita di bambina e poi donna, nata e cresciuta a Roma ma non italiana per le istituzioni e, attraverso la propria storia, dà voce a un’intera “seconda generazione” di giovani italiani. - Si finirà con Il treno dei bambini di Viola Ardone, uno dei casi letterari di questi ultimi anni, dalla povertà di Napoli del dopoguerra allo spaesamento di un bambino trapiantato nella pianura padane. Per partecipare e ricevere regolarmente i reminders dei prossimi incontri è sufficiente inviare un’email a [email protected]. ... Continua a leggere su Read the full article
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luigisalerno · 8 months ago
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Alessandra (Alex) Ricci è una poliziotta di Gilroy, tranquilla cittadina nella contea di Santa Clara, California. Ex ballerina, dopo il divorzio ha lasciato l’Italia per raggiungere sua sorella negli USA, dove ha frequentato la scuola di polizia e preso un Master in Criminologia e Psicologia Forense. Alex, che vive sola con il suo barboncino nano Charlie, conduce una vita molto tranquilla, dal momento che Gilroy non offre grandi opportunità di mettere a frutto i suoi studi di criminologia. Le cose cambiano all’improvviso quando il suo capo le comunica che verrà inviata ad Atlanta, dove da qualche mese hanno luogo rapimenti e omicidi di bambine. Alex viene affiancata al senior detective John Riley, uomo brusco e scostante, ma anche molto protettivo e affascinante, del quale la donna si innamora, suo malgrado, nel giro di poche ore.
Sandplay è un thriller poliziesco molto coinvolgente, che regala al lettore intensi momenti di suspense, di fronte agli efferati delitti su cui indagano i due poliziotti, ai quali si alternano però momenti di leggerezza, capaci di stemperare la tensione.
Stefania Napoli   (Padova, 1973) è laureata in Scienze Politiche a indirizzo internazionale e ha brillantemente conseguito un Master in Criminologia, presentando un saggio su “Criminal profiling e omicidio seriale”. Dal 2014 è pubblicista per il magazine online “Il Giornale della danza” e dal 2006 è insegnante di danza e istruttrice di Pilates.
Nei suoi romanzi, attraverso i suoi personaggi, indaga la natura della psiche umana e i suoi meccanismi di funzionamento, riuscendo a dar voce alle nostre emozioni più nascoste e profonde.
Sandplay è il quarto romanzo che pubblica con Tripla E, dopo La spina dorsale del diavolo (2020), Il prezzo del dovere (2021) e La zona d’ombra (2022).
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jacopocioni · 8 months ago
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La Storia del Lo Struscio Fiorentino
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Franco Ciarleglio Negli anni '70 uno studente universitario di nome Franco Ciarleglio si affaccia curiosamente, e ne venne conquistato, al mondo delle giostre, dei pali, dei tornei medievali della Toscana e di conseguenza anche alle leggende, gli aneddoti, le credenze popolari, i modi di dire e le burle della Firenze medievale e rinascimentale. In altre parole la Firenze Minore. La curiosità porta Franco a documentarsi leggendo dei libri, soprattutto quelli dei grandi Maestri: Luciano Artusi, Giorgio Batini e Don Foresto Niccolai in primis. La passione che ne segue determina una costante raccolta di materiale che organizzato sembra delineare un progetto. Come sarebbe portare delle persone in passeggiata per Firenze illustrando questa Firenze minore spesso non conosciuta ai più?
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Il Narator Cortese Il progetto diventa realtà quando Franco organizza le prime Passeggiate Storiche gratuite insieme ai colleghi di lavoro della Banca Commerciale Italiana di via Tornabuoni. E' il giugno del 1990, 34 anni fa, e Lo Struscio Fiorentino prende vita. Le "Passeggiate lento pede" diventano famose tra i fiorentini tanto che negli anni successivi Franco viene contattato da varie Associazioni Culturali, Storiche, Dopo lavori, Lions e Rotary Club che richiedono di organizzare, per i propri associati, delle sortite per i quartieri fiorentini.
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Umberto Panti e Franco Ciarleglio Nel 2000, su consiglio di un amico lungimirante, Franco scrive e pubblica il suo primo libro "Lo Struscio Fiorentino", un libretto tascabile ed economico, un manuale pratico della Firenze minore. Il successo è esponenziale con oltre 22000 copie vendute. A questo primo libro ne seguiranno altri, ben 15 ad oggi. Ognuna delle successive opere letterarie si dipana sullo stesso filone letterario affrontando leggende, gli aneddoti, i modi di dire e le burle, senza far mancare anche dei romanzi storici.
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Piero Paoletti Nel 2004 Lo Struscio Fiorentino è ormai "istituzione" a Firenze e necessita di un'organizzazione più capillare, ed è così che inizia la collaborazione stretta con il DLF Dopolavoro Ferroviario di Firenze capeggiato da Piero Paoletti con il quale si cementa un sodalizio che è durato fino al periodo della pandemia (2020) quando, necessariamente, si sono dovute interrompere le Passeggiate Storiche. Le Passeggiate dello Struscio sono nel tempo aumentate passando da una singola sortita annuale del 1990 a ben 3 (tre) annuali dal 1995 fino a spingersi a 4 (quattro) nel 2005. Quattro passeggiate: una per ogni Quartiere Storico fiorentino.
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Luciano e Ricciardo Artusi con Franco Ciarleglio Sempre nel 2005 inizia la collaborazione con il Maestro Luciano Artusi e con suo figlio Ricciardo ai quali viene dedicata una quinta passeggiata con la loro attiva partecipazione e collaborazione. Una collaborazione che è attiva e gradita ancora oggi. Nel tempo a Franco si sono avvicinati svariati appassionati che in un modo o nell'altro hanno dato il loro piccolo contributo ad affermare Lo Struscio come una realtà sulla conoscenza della Firenze minore. Tra loro l'insostituibile Umberto Panti, conosciuto anche come Penna Bianca, Gabriella Bazzani, appassionata ed esperta di storia fiorentina, Fabrizio Ciabatti, colto storico e preciso narratore, e Jacopo Cioni, editore e direttore della Rivista Fiorentina che state leggendo.
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Franco Ciarleglio
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Umberto Panti
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Gabriella Bazzani
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Fabrizio Ciabatti
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Jacopo Cioni Ed ecco che, grazie all'unione di Franco con questi appassionati, nel 2021 (il 24 giugno) viene fondata l'Associazione Culturale "Lo Struscio Fiorentino" meglio conosciuta come "COMPAGNIA DELLO STRUSCIO FIORENTINO". Ciò che era nato da una passione si è trasformato nel tempo in una vera e propria attività culturale che meritava di evolvere per consolidarsi nel tempo. I suddetti fondatori formata la DIRIGENZA hanno poi allargato la schiera degli appassionati creando la BRIGATA che include Marilena Gambuti, Alfonso Fornabaio e Gianni Degl’Innocenti Balsicci.
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Marilena Gambuti
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Alfonso Fornabaio
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Gianni Degl’Innocenti Balsicci Come ogni compagnia che si rispetti anche la Compagnia dello Struscio Fiorentino è dotata di un carro che evolvendosi dal brindellone assume la denominazione di STRUSCIOMOBILE.
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Frosinone: tutto pronto per il campionato italiano di marcia. Per la seconda volta, la città diventerà la capitale della marcia
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Frosinone: tutto pronto per il campionato italiano di marcia. Per la seconda volta, la città diventerà la capitale della marcia. Se ne è parlato nel corso della conferenza stampa di presentazione con il Sindaco Riccardo Mastrangeli, il consigliere regionale on. Daniele Maura, il consigliere comunale delegato allo sport Francesco Pallone, il presidente Atletica Ceprano e presidente FIDAL comitato Frosinone Sandro Ceccacci e il vicepresidente FIDAL Lazio Orazio Romanzi. Moderatore, Massimo Marzilli. Dopo l'ottimo riscontro dello scorso anno, sarà nuovamente la centralissima via Aldo Moro ad ospitare il Campionato Italiano Individuale della 20 km di marcia maschile e femminile, nonché la prima prova del Campionato Italiano di Società Assoluti, Under20, Under18 e Under16, domenica 3 marzo. Circa 350 gli atleti iscritti provenienti da tutta Italia, per un totale di 70 società (che hanno già fatto registrare il tutto esaurito nelle strutture ricettive del capoluogo). Su un circuito di 1 km, completamente chiuso al traffico da ripetersi 20 volte, si daranno battaglia i migliori interpreti della marcia nazionale e Internazionale. Il circuito omologato con certificazione internazionale, oltre ad assegnare i titoli di Campione Italiano Assoluto e Under23, sarà utile per ottenere i tempi di qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024. Per l'occasione la gara sarà giudicata da una giuria internazionale formata da giudici slovacchi e italiani. "La manifestazione che si terrà domenica costituirà una vetrina di profilo nazionale e internazionale per la Città di Frosinone – ha dichiarato Il Sindaco Riccardo Mastrangeli – Sarà un onore, per il nostro capoluogo, ospitare gli atleti top di Fiamme Gialle, Polizia di Stato, Carabinieri, Aeronautica, Esercito e delle migliori società civili italiane". "Madrina d'eccezione della manifestazione sarà la Campionessa Olimpica in carica Antonella Palmisano, vincitrice delle ultime olimpiadi di Tokyo 2020 – ha dichiarato il consigliere delegato allo sport, Francesco Pallone – Si è creata una sinergia perfetta per la perfetta riuscita dell'evento. L'organizzazione è affidata all'Atletica Ceprano, splendida realtà del nostro territorio, entrata ormai di diritto tra le società più attive e prolifiche nella promozione dell'atletica leggera e nell'organizzazione di manifestazioni di alto livello. L'evento è patrocinato anche da Regione Lazio e Sport&Salute con Ansmes. Un ringraziamento particolare – ha concluso Pallone – deve essere rivolto al settore della Polizia locale coordinato dall'assessore Maria Rosaria Rotondi e a tutti gli uffici comunali che hanno contribuito alla organizzazione della manifestazione". Questo il programma orario: ore 8:15: km 10 Master M/F. Ore 9:45: km 20 Sen/Pro F campionato italiano assoluti. Ore 10: km 20 Sen/Pro M campionato italiano assoluti. Ore 12: km 10 All/Jun M. Ore 13: km 10 All/Jun F. Ore 14:15: km 6 C/i. Ore 14:15: km 4 C/e.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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letteratitudine · 1 year ago
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33° NOIR IN FESTIVAL - il manifesto di MANUELE FIOR e l'invito alla CONFERENZA STAMPA - martedì 21 novembre, ore 10 - Palazzo Marino, MILANO
Fuggevole Milano
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Manuele Fior tinge di notte il manifesto del 33° Noir in Festival
Il Noir in Festival torna a Milano dal 1 al 7 dicembre 2023 con un programma poliedrico che attraversa secoli e generi, autori e visioni, finendo per specchiarsi nel cinema e nella letteratura contemporanei. Un’inquietudine di fondo risuona tra le pieghe della 33a edizione del festival, che trova il suo ideale baricentro a metà strada tra l’agitazione di un autore milanese doc come Andrea G. Pinketts, storico frequentatore del Noir scomparso esattamente cinque anni fa, e il manifesto malinconico e allo stesso tempo proiettato verso il futuro firmato da un maestro del fumetto nostrano, Manuele Fior.
Tra i più apprezzati artisti di graphic novel e illustratori, recentemente uscito in libreria con le graphic novel Celestia (Oblomov edizioni, 2019-2020) e Hypericon (Coconino Press, 2022), Fior ha all’attivo collaborazioni con i più importanti nomi dell’editoria italiana e internazionale: Coconino Press, Oblomov, La Repubblica, La Stampa, Internazionale, Einaudi, Feltrinelli, Mondadori, La nave di Teseo, Dargaud, Futuropolis, L’école des loisirs, Gallimard, Le Monde, The New Yorker, Dark Horse, etc. Negli anni la sua opera è stata premiata con alcuni tra i massimi riconoscimenti del settore: il Fauve d’or al festival di Angoulême, il Micheluzzi Award del Napoli Comicon, il Gran Guinigi e il Yellow Kid di Lucca Comics & Games e l’Inkpot award al San Diego Comic-Con. Il Noir in Festival l’ha scelto per firmare l’immagine della 33° edizione, unendosi alla galleria di artisti eccellenti che ha visto sfilare, dal 1991 ad oggi, nomi come Paolo Bacilieri, Gigi Cavenago, Lorenzo De Felici, Mario Alberti, Hugo Pratt, Lorenzo Mattotti, Bill Plympton, Charles Schultz, Mojmir Jezek e molti altri.
Una collaborazione, quella tra Manuele Fior e il Noir in Festival, che ha il sapore della predestinazione. Sue, infatti, sono le recenti copertine dei romanzi editi da La Nave di Teseo di Giorgio Scerbanenco, autore al quale il festival intesta dal 1997 il premio per la miglior opera di narrativa italiana dell’anno di genere noir. Il segno magico e onirico di Fior, sospeso tra il blu notte di Eyes Wide Shut e le fascinazioni cyberpunk di Ghost in the Shell, ci trasporta nello scenario misterioso di una Piazza Duomo insolita e immersa nel silenzio, dove si aggira una figura enigmatica: un detective ? Un assassino? O il riflesso delle angosce di cui è portatore sano l’uomo contemporaneo?
“L’essenza del genere noir”, dichiarano i direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “è quella di rimescolare le carte in tavola, rifuggire lo status quo, evadere dalle consuetudini. E quale modo migliore di rappresentare la sua anima più moderna se non giocare sul contrasto che Manuele Fior, potentemente, rappresenta nell’immagine di quest’anno: la Milano del Duomo, quella da cartolina che tutti conosciamo, si scontra con la Milano del futuro, un groviglio di grattacieli luminescenti che rappresenta la finanza, il virtuale, le intelligenze artificiali. Da questo attrito tra vecchio e nuovo nascono non rovine ma dubbio, curiosità, dibattito e conoscenza. Questo è esattamente lo spirito che anima l’edizione 2023 e ringraziamo Manuele per averlo affrescato in modo così preciso e appassionato.”
Manuele Fior è uno dei più noti e apprezzati fumettisti e illustratori contemporanei. Con le sue graphic novel, tradotte in più di 10 lingue, si è aggiudicato i più importanti premi internazionali e prestigiose mostre. Quotidiani, riviste e case editrici gli commissionano regolarmente illustrazioni di articoli e copertine, in Italia e all'estero. Le sue indimenticabili gouache e la crescente notorietà gli hanno portato lavori come manifesti per il cinema e importanti manifestazioni culturali, uniform edition per le opere di Pavese, Scerbanenco, Ballard e Louise Penny.
Il Noir in Festival è diretto da: Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (Delegato IULM). Una realizzazione: Studio Coop. Con il patrocinio di: Comune di Milano. Promosso da: DGCA - MiC. In collaborazione e con il sostegno di: IULM.
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queerographies · 1 year ago
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[L'avventura di restare][Elio Pecora]
Tutta l’opera dal 1970 al 2020 di Elio Pecora raccolta in L’avventura di restare.
Poesia. Impavida,sfrontata, negatao arresa ai canoni,attende al varcogli ostensori eillude chi siammanta. Némanca disconoscersi làdove convocata. Elio Pecora vive a Roma. Ha scritto raccolte di poesia, romanzi, saggi critici, testi teatrali. Ha collaborato con note letterarie a quotidiani, settimanali, riviste. Nel 1989 ha curato per la RAI un ciclo di trasmissioni sulla fiaba popolare italiana…
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creativemorningstrn · 1 year ago
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Elena Varvello on Reverie
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Elena Varvello, nata a Torino nel 1971, diplomata presso la Scuola Holden di Torino, ha pubblicato la raccolta di racconti L’economia delle cose (Fandango, 2007), candidata al Premio Strega e vincitrice dei premi Settembrini e Bagutta Opera Prima, e i romanzi La luce perfetta del giorno (Fandango, 2011), La fine del mondo (Loescher, 2013), La vita felice (Einaudi, 2016) e Solo un ragazzo (Einaudi, 2020).
I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Francia, Polonia, Messico, Grecia e Portogallo.
È docente di Original e di Academy, corso di Laurea in Scrittura e Contemporary Humanities della Scuola Holden.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Mia Via, l’ultimo romanzo di Michele Visconti
Il Primo della Classe Mia Via di Michele Visconti edito da Giovane Holden Edizioni è l’ultimo romanzo dello scrittore napoletano. Una storia dai ritmi serrati che inchioda il lettore alla pagina tra piani segreti, violenza, pandemia e “brave persone”. Una di queste è certamente Mia, il killer di professione, soprannominata il Primo della Classe, a cui quel lavoro inizia ad andare stretto, nel quale forse è stata fagocitata per caso e dal quale non ha mai lottato per uscirne. La sua fragilità è ben descritta dallo scrittore napoletano che ce la tratteggia in momenti sfuggenti di pura dolcezza e tenerezza con il suo cane, il suo amico disabile e il fratello.  La storia è ambientata nell’Italia del 2041 attanagliata da una nuova pandemia. Un gruppo di poteri forti lotta strisciando per destabilizzare il Paese e creare un ordine nuovo. Michele Visconti, classe 1979, è napoletano e da qualche anno vive e lavora a Pescara. È un impiegato presso una società di ingegneria come geometra e ha due principali passioni: la scrittura e il disegno. La scrittura in particolare gli ha regalato non poche soddisfazioni, ottenendo buoni risultati in importanti concorsi letterari, tra cui Dieci piccoli indiani e Premio letterario nazionale Bukowski. Ha pubblicato una raccolta di racconti i Fanta eroi (La quercia editore) e per il Giovane Holden edizioni ha pubblicato Il mondo sommerso (2017), l'uomo con la pelliccia (2018), Croce testa (2020) e Il ponte di ghiaccio (2022). Michele Visconti è di casa a Cinquecolonne Magazine. Lo abbiamo già intervistato in occasione degli ultimi due romanzi pubblicati e lo facciamo anche oggi per farci raccontare qualcosa in più sul nuovo libro e sulla scelta dell’ambientazione. Mia Via di Michele Visconti: intervista all’autore Partiamo dal titolo “Mia Via”. Mi piace, e io so che ha un doppio significato. Lo spieghiamo anche ai lettori?  Il titolo richiama il nome della protagonista Mia, ma è inteso anche come la mia strada, la strada di Mia. Quando cominciai a scrivere, avevo intitolato il testo: Pandemia. Poi aggiunsi su dei fogli che avevo stampato, la parola Mia: Mia Pandemia. In fase di pubblicazione però, alla casa editrice non era piaciuto molto. Mi avevano detto che la parola Pandemia non andava bene a quelli del marketing e mi avevano consigliato: Stato profondo. Ho cercato però di conservare la parola Mia, e alla fine ci siamo accordati per Mia Via. Quest’ultimo romanzo mi è piaciuto molto, anche perché ti sei spinto verso un’atmosfera futurista che non avevi mai sperimentato prima. Quanto ti sei divertito a immaginare scenari fuori dalla realtà ordinaria? Ho immaginato un futuro più lontano e più aspro del nostro. È stato un piacere ma in realtà mi è stato utile il trucco, per mettere bene in chiaro che la mia è una storia di fantasia. Se avessi parlato dei giorni nostri, molti avrebbero potuto confondere situazioni reali con le situazioni che ho immaginato. La mia storia è pura invenzione, e l'atmosfera che ho inventato è solo la cornice dei miei protagonisti. I tuoi libri come sempre sono ricchi di contenuti e anche in questo caso ci parli di amicizia, di buoni sentimenti, amori, uomini e donne al bivio e, ahimè anche violenza, tanta violenza. Qual è stata la parte che hai avvertito più impegnativa? Faccio fatica a scrivere di violenza, perché è una cosa mi ha spaventato da bambino. Ora invece mi incuriosisce, ma non sempre sono pronto ad affrontare certi temi, devo sentirmi a mio agio per farlo. È difficile anche descrivere le donne, ma è una cosa che faccio volentieri. Hanno una marcia più ed in ogni situazione portano sempre con sé tanta delicatezza e tanta dolcezza. Cerco nei miei testi di evidenziare delle emozioni, e stati d'animo, nonostante affronti temi molto ardui. Mi auguro di riuscirci almeno un po'.  Perché hai scelto di affrontare un tema ancora molto inflazionato (il virus), specialmente nei romanzi? Non hai pensato che avresti rischiato trattando questo argomento? La pandemia è stato un tema molto gettonato, mi è capitato di leggere delle belle cose in merito, osservazioni dal punto di vista economico, psicologico. Come dicevo prima, la casa editrice non ha voluto tenere quella parola nel titolo. A differenza degli altri, non mi sono soffermato molto su quelle che sono state le vicende reali. Mi sono spostato nel futuro proprio per creare distacco, non volevo che si confondesse quel che è realmente successo con il mio testo. Le vicende del virus fanno da sfondo alla mia storia. La protagonista principale è Mia, con la sua forza e la sua fragilità. Credo che sia uno dei miei personaggi più riusciti. Proprio per questo il titolo originale era: Mia Pandemia, proprio per dire: questa è una mia ricetta. Adesso partirai sicuramente in giro per l’Italia a promuovere il tuo romanzo. Hai già programmato qualche tappa? La possiamo anticipare ai nostri lettori? Oddio, in giro per l'Italia mi sembra un parolone. Qualche giorno fa mi ha intervistato una radio di Venezia, ed ho in programma a breve una presentazione presso l'associazione Culturale Amare Pescara di Piacentino D'Ostilio, la moderatrice sarà Veronica Scogna che ringrazio. La Giovane Holden Edizioni aiuta me e gli altri scrittori a promuovere i nostri testi per fortuna. Compatibilmente con gli impegni di lavoro, sicuramente organizzeremo qualche altro evento per pubblicizzare Mia Via. Approfitto di questo spazio, anche per ringraziare tutte le persone che mi sono vicine. Read the full article
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