#bambini in guerra
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Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino: Un romanzo di guerra, amore e resilienza. Recensione di Alessandria today
La storia di due bambini nella Sarajevo del 1992, alla ricerca di una speranza in un mondo lacerato.
La storia di due bambini nella Sarajevo del 1992, alla ricerca di una speranza in un mondo lacerato. “Mi limitavo ad amare te” è un romanzo intenso e struggente di Rosella Postorino, finalista al Premio Strega 2023, che racconta la storia di Omar e Nada, due bambini che affrontano la brutalità della guerra in Bosnia. Ambientato durante il conflitto che devastò Sarajevo nel 1992, il libro segue i…
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Fermi tutti, prima di accopparli vanno vaccinati.
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«Non esiste un modo onorevole di uccidere, né un modo gentile di distruggere. Non c'è niente di buono nella guerra, eccetto la sua fine».
.🦋.
🔸 Abraham Lincoln
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Lunedì 31 maggio 1993
Cara Mimmy,
sono terribilmente giù di morale. Sono annoiata e depressa. Motivo numero uno: non c'è scuola perché è la festa di Bairam. Numero due: è venuta a mancare anche quel poco di elettricità che riusciamo ad avere con un cavo, quindi addio musica, addio film, addio luce. Siamo nuovamente nelle tenebre, sprofondati nelle tenebre. Papà ascolta delle notizie deprimenti. Numero tre: a partire da giovedì, i bombardamenti sono ripresi in modo selvaggio. PUAH! Ieri i cannoneggiamenti sono continuati in modo incessante dalle quattro del mattino fino alle dieci di sera. Sono cadute dalle tre alle quattro bombe al minuto. Bentornati in cantina! Questa mattina abbiamo saputo che l'UNPROFOR ha contato millecento bombe, però secondo Nedo si tratta solo del 60%, perché l'UNPROFOR riesce a contare solo il 60% delle bombe lanciate. In tutto quindi erano duemila bombe. Cioè tre, quattro al minuto. Ecco perché sono giù di morale. Che tutto stia per ricominciare un'altra volta? Scusami, sono nervosa. Non arrabbiarti con me, mi passerà.
Ti voglio bene, Zlata
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Zlata Filipović, Diario di Zlata. Una bambina racconta Sarajevo (traduzione di Raffaella Cardillo e Maria Teresa Cattaneo), Rizzoli, 1994¹; p. 119.
[Ed.ne or.le: Le journal de Zlata, Fixot et éditions Robert Laffont, S.A., Paris, 1993]
#Zlata Filipović#Diario di Zlata. Una bambina racconta Sarajevo#Sarajevo#Jugoslavia#Yugoslavia#guerra di Bosnia#anni '90#1993#guerra#Bosnia#letteratura per ragazzi#Bosnia-Erzegovina#libri per ragazzi#'900#storia del XX secolo#diario#citazioni letterarie#guerre yugoslave#guerre jugoslave#bambini#infanzia#diaristica#vita#testimonianze#Maria Teresa Cattaneo#Raffaella Cardillo#UNPROFOR#festa di Bairam#Europa#ricordi
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Tornare indietro nel tempo quando si giocava alla guerra con le armi giocattolo con l’innocenza di un bambino e non con il terrore che crea solo il pensiero della guerra ora che si comprendono le atrocità. Voglio solo ritrovare un briciolo della innocenza e della spensieratezza di un bambino perchè tutte queste responsabilità mi stanno schiacciando, mi stanno spegnendo.
#pezzi di vita#riflessioni#pensieri#spensieratezza#responsabilità#bambini#bambino#adulti#solitudine#tristezza#guerra#malinconia#ricordi#innocenza#spento dentro#art pictures#manga art
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Anastasia, 4 anni, in piedi accanto a un'opera del famoso artista di strada Tvboy nel centro della città di Bucha, Ucraina
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Striscia di Gaza.
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Non sarò il primo della classe mamma, perdonami.
Non ho più i miei sogni, li ha polverizzati la paura.
Non ho più le gambe mamma, perdonami se non posso correre da te.
Dimmi mamma, è vero che dall'altra parte esiste un mondo con i bambini puliti, senza fame, senza sete, con le gambe e le braccia e tutti i sogni?
Mi prendi in giro mamma?
Se esiste questo mondo, perché nessuno fa niente?
Perché stanno in silenzio?
Perché non vengono a salvarci?
Devo dormire ora mamma, dopo tanto tempo posso dormire perché non mi accadrà più nulla, le bombe non mi sveglieranno più.
Perdonami mamma se non diventerò grande per sorregerti quando sarai vecchia.
ALL EYES ON RAFAH
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Usati, dimenticati, sfruttati
Ci tengo a riportavi questa piccola riflessione trovata su Instagram Questo è il monumento eretto a Donetsk alla memoria di Kirill Sidoryuk, il tredicenne morto per proteggere la sua sorellina.È successo nove anni fa, quando per voi ignavi la guerra in Ucraina ancora non c’era.Quando l’esercito ucraino esplodeva quotidianamente colpi di mortaio contro le città e i suoi abitanti, contro il…
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youtube
La canzone di Capossela - ispirata alla “La crociata dei ragazzi” di Bertolt Brecht (1942) - è molto suggestiva. Il video realizzato da Stefano Ricci e Ahmed Ben Nassib di eccezionale bellezza.
#vinicio capossela#music#bertolt brecht#Capossela#Brecht#crociata#guerra#pace#bambini#animazione#stefano ricci#ahmed ben nassib#Youtube#cantiantimilitaristi#antiwarsongs#musica
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" Penso di aver già visto prima quel tipo da qualche parte. Sono proprio sicuro di aver già incontrato da qualche parte quel soldato. Oh Dio, e dove mai l’ho incontrato prima, quel soldato? Quel tipo alto con la bocca piena di denti. E dove l’ho già visto? Chiesi a Pallottola se lui lo avesse mai visto prima. Mi rispose che non l’aveva mai incontrato, dai tempi di Adamo a tutt’oggi. Così gli chiesi perché mai era venuto da noi. E perché poi ci ha portato da bere? Ed è forse proprio vero che quel tipo è quello che chiamano il nemico? «Oh, sì. Quel tipo lì è il nemico», replicò Pallottola. «Senti bene, Sozaboy, noi siamo sul fronte di guerra, okay. E sul fronte di guerra ci trovi tutti i tipi di persone. Ubriaconi, ladri, idioti, saggi e pazzi. C’è soltanto una cosa che li unisce tutti. La morte. E ogni giorno in più che riescono a vivere, si stanno prendendo gioco della morte. Quell’uomo è venuto qui per festeggiare questo fatto.» «Pallottola», dissi, «ti prego, non usare tutti questi paroloni con me. Ti prego. Cerca di dirmi una cosa che posso capire. E non perder le staffe perché ti chiedo questa piccolezza.» «No, non perdo mica le staffe», replicò Pallottola dopo un po’. «Non mi arrabbio per niente. Quello che sto dicendo è che tutti noi possiamo morire da un momento all’altro. In qualsiasi momento. Così, finché siamo vivi dobbiamo farci una bevuta. Perché, come già sai, l’uomo deve vivere.» Questo Pallottola è proprio uno sveglio. L’uomo deve vivere. Mi piace ’sta storia. L’uomo deve vivere. "
Ken Saro-Wiwa, Sozaboy. Il bambino soldato, traduzione di Roberto Piangatelli, a cura di Itala Vivan, Baldini Castoldi Dalai editore, 2009²; pp. 142-143.
[Edizione originale: Sozaboy: A Novel in Rotten English, Saros International Publishers, 1985]
#Ken Saro-Wiwa#Sozaboy#guerra#letture#leggere#libri#Letteratura africana contemporanea#antimilitarismo#Nigeria#Letteratura nigeriana del '900#bambini soldato#guerra civile#letteratura degli anni '80#citazioni letterarie#XX secolo#intellettuali africani#attivismo politico#Roberto Piangatelli#Itala Vivan#Africa postcoloniale#narrativa Pidgin#Delta del Niger#popoli africani#Rivers State#pacifismo#giustizia#Movement for the Survival of the Ogoni People#Shell Petroleum Development Company#petrolio#MOSOP
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IL SOGNO E' POESIA
Io ti dirò, ti dirò qualcosa, ti dirò qualcosa d’importante, d’interessante, non ti dirò che mi piaci, né che questa notte diventa poesia perché ci sei tu, non ti chiederò i baci che ti ho dato e che ancora non mi hai restituito, non mi lascerò andare alla melissa nostalgia in questo tragico frangente del mondo intero, non ti lascerò un fiore sul cuscino o una lacrima sul viso, come da copione…
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“Fortunata” di Maura Mantellino: La resilienza di una vita raccontata tra memorie e scrittura. Recensione di Alessandria today
Un racconto autobiografico che attraversa la guerra, la fame e la dolcezza della scrittura.
Un racconto autobiografico che attraversa la guerra, la fame e la dolcezza della scrittura.Maura Mantellino, con il suo racconto “Fortunata”, ci trasporta nella Milano in tempo di guerra, raccontando la sua infanzia attraverso un ritratto vivido e commovente. La storia di una bambina chiamata Carla, ma che avrebbe potuto essere Fortunata, diventa il simbolo di una resilienza che trova nella…
#Alessandria today#Autobiografia#bambini e guerra#crescita durante la guerra#Fortunata#Google News#infanzia in guerra#italianewsmedia.com#letteratura italiana#Maura Mantellino#Memoria storica#Milano anni ‘40#Milano bombardamenti#Milano e storia.#narrativa al femminile#narrativa autobiografica#Narrativa breve#narrativa contemporanea#narrativa italiana#Narrativa storica#Natale e scrittura#Pier Carlo Lava#privazioni e speranza#quaderno e inchiostro#racconti emotivi#racconto autobiografico#resilienza femminile#Resilienza umana.#Ricordi d&039;infanzia#scrittura e memoria
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Verde come un pappagallo, palloncini bianchi: Ceccano ha finalmente ricordato i 5 bambini di Callami
Un no a tutte le guerre, è il senso del comunicato stampa con cui la Pro loco di Ceccano commenta la bella cerimonia dell’inaugurazione del monumento in ricordo dei 5 bambini di Callami. Sono stati tantissimi i cittadini e le autorità che hanno partecipato all’inaugurazione del monumento dedicato ai Bambini di Callami, morti a causa dell’esplosione di un ordigno bellico, il 1 dicembre del 1951 a…
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SUGGERIMENTI PER NUOVI E COMMOVENTI SPOT PUBBLICITARI
FORMAT N. 1 – Il cuore del vecchio
Un gruppo di bambini poverissimi gioca a calcio in una strada polverosa. Il pallone finisce nella villa di un vecchio e spietato mercante d’armi d’origine asburgica. Un bambino più coraggioso degli altri salta la recinzione per recuperarlo. Si chiama Shumba ed è un orfano, profugo del Burundi, lo stato più povero del mondo.
Il vecchio spietato lo vede da una videocamera e libera i tre rottweiler Hans, Fritz e Gunther che circondano il fanciullo pronti a sbranarlo. D’un tratto il vecchio nota al collo del ragazzo il ciondolo che in gioventù aveva donato a un eroico burundese che durante un safari lo aveva salvato da una carica di ippopotami inferociti.
Corre in giardino, ferma i cani e chiede al fanciullo: «Dove hai preso quel ciondolo?»
«Era di mio nonno. Prima di morire me lo donò dicendomi di averlo ricevuto da un nobile e generoso signore europeo.»
Il mercante d’armi ripensa al suo passato e a come la vita abbia inaridito il suo cuore. Abbraccia piangendo il fanciullo.
La telecamera inquadra il pallone. Musica romantica e voce profonda fuori campo.
«Il vecchio adottò Shumba e gli offrì un luminoso futuro nella sua fabbrica di mine antinuomo, nominandolo direttore del reparto bombe a grappolo. Tutto questo grazie un pallone Aprigas, Aprigas, palloni cuciti dai bambini poveri per i bambini di tutto il mondo.»
Renato De Rosa.
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