#bambini soldato
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" Penso di aver già visto prima quel tipo da qualche parte. Sono proprio sicuro di aver già incontrato da qualche parte quel soldato. Oh Dio, e dove mai l’ho incontrato prima, quel soldato? Quel tipo alto con la bocca piena di denti. E dove l’ho già visto? Chiesi a Pallottola se lui lo avesse mai visto prima. Mi rispose che non l’aveva mai incontrato, dai tempi di Adamo a tutt’oggi. Così gli chiesi perché mai era venuto da noi. E perché poi ci ha portato da bere? Ed è forse proprio vero che quel tipo è quello che chiamano il nemico? «Oh, sì. Quel tipo lì è il nemico», replicò Pallottola. «Senti bene, Sozaboy, noi siamo sul fronte di guerra, okay. E sul fronte di guerra ci trovi tutti i tipi di persone. Ubriaconi, ladri, idioti, saggi e pazzi. C’è soltanto una cosa che li unisce tutti. La morte. E ogni giorno in più che riescono a vivere, si stanno prendendo gioco della morte. Quell’uomo è venuto qui per festeggiare questo fatto.» «Pallottola», dissi, «ti prego, non usare tutti questi paroloni con me. Ti prego. Cerca di dirmi una cosa che posso capire. E non perder le staffe perché ti chiedo questa piccolezza.» «No, non perdo mica le staffe», replicò Pallottola dopo un po’. «Non mi arrabbio per niente. Quello che sto dicendo è che tutti noi possiamo morire da un momento all’altro. In qualsiasi momento. Così, finché siamo vivi dobbiamo farci una bevuta. Perché, come già sai, l’uomo deve vivere.» Questo Pallottola è proprio uno sveglio. L’uomo deve vivere. Mi piace ’sta storia. L’uomo deve vivere. "
Ken Saro-Wiwa, Sozaboy. Il bambino soldato, traduzione di Roberto Piangatelli, a cura di Itala Vivan, Baldini Castoldi Dalai editore, 2009²; pp. 142-143.
[Edizione originale: Sozaboy: A Novel in Rotten English, Saros International Publishers, 1985]
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Bambini Invecchiati: Un grido poetico contro l’indifferenza e la brutalità del mondo
La poesia di Angela Kosta, vincitrice del 3° Premio, racconta la disumanità attraverso gli occhi di bambini segnati da un mondo in frantumi
La poesia di Angela Kosta, vincitrice del 3° Premio, racconta la disumanità attraverso gli occhi di bambini segnati da un mondo in frantumi Angela Kosta, autrice e poetessa apprezzata, ci regala con Bambini Invecchiati una poesia di rara intensità emotiva, capace di scuotere le coscienze. L’opera, premiata con il 3° posto in un prestigioso concorso letterario, affronta il tema della sofferenza e…
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6 giugno, roma, fondazione primoli: "bambini soldato", a cura di amnesty international
BAMBINI-SOLDATO: OLTRE I LABIRINTI DELL’ORRORE MOSTRA D’ARTE E CONVEGNO Giovedì 6 Giugno alle ore 17:00 Evento di sensibilizzazione e denuncia sul fenomeno dei bambini-soldato. Le guerre e i conflitti insanguinano ormai sempre più vaste aree del Mondo, complice il sempre più vorace e terribile sfruttamento delle risorse naturali a vantaggio di pochi e svantaggio dei molti. Distruggono terre,…
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#Amnesty International#Amnesty International Italia#Antonella Napoli#Antonio Giordano#bambini soldato#Claudia Melotti#Focus on Africa#Fondazione Primoli#Lidia Ferrari#Maria Teresa Verdana De Riz#Riccardo Noury#Soumaila Diawara
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Gli americani, di babbo Natale ne hanno fatto un culto esagerato. Nei loro film tutto accade per volere di Babbo Natale; la gente s'innamora, guarisce, risolve problemi, ritrova la gioia. Insomma, il barbone vestito di rosso va bene su tutto, tranne che per fermare le guerre, su quelle nemmeno Babbo Natale ha fatto cambiare idea al governo USA che, dopo aver aiutato l'Ucraina a diventare un Paese distrutto, ha messo il veto alla risoluzione dell'Onu per un cessate il fuoco a Gaza. Israele ringrazia, la guerra contro civili e bambini può continuare, con buona pace di Babbo Natale e di tutta l'ipocrisia dell'occidente, muto, che non scrive letterine nemmeno più al Padreterno per la vergogna di aver calpestato ogni diritto umano facendo il tifo dei massacratori di bambini. Ah, dimenticavo, mentre in Israele nessuno in eta' da soldato puo' lasciare il Paese, il figlio di Benjamin Netanyahu, il 32enne Yair se ne sta imboscato a Miami a fare "la bella vita".
LE GUERRE FANNO RICCHI I POTENTI E UCCIDONO GLI INERMI.
@ilpianistasultetto
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Mio padre era comunista
Mio padre era comunista.
Si, lo era anche se non l’ ho mai visto mangiare bambini.
Lui era un vero comunista con tanto di tessera e simbolo all’occhiello. Lo ricordo per la coerenza con cui si schierava ma, anche per l’obiettività critica che sapeva esprimere.
Ingrao, Amendola, Berlinguer, per lui furono chiari riferimenti e figure da ammirare e seguire.
Come si troverebbe oggi mio padre se fosse qui? Me lo vedo,con la sua aria ironica a ridere di questi ” nanerottoli “, lui che fu soldato ma dalla parte sbagliata, di quelli con le scarpe di cartone in un esercito allo sbando, lui che dovette subire la disparità di trattamento tra i due eserciti italiani (fascisti e regolari) i primi ben equipaggiati e assistiti, i secondi abbandonati a se stessi, come reagirebbe in questo guazzabuglio?
So che starebbe male al pensiero di noi figli e nipoti che stiamo in questo paese che lui difese e noi no, so che urlerebbe di rabbia per il nostro adattamento al degrado e ci accuserebbe d’inerzia.
E�� vero, papà, non siamo come te, noi non abbiamo il tuo coraggio né la tua determinazione.
Siamo stati contaminati e, a differenza tua, ci siamo accorti troppo tardi dell’infezione che ci piombava addosso.
Ti ricordo in testa a quei lunghi cortei del primo Maggio, con la bandiera rossa che non cedevi a nessuno, forte e convinto delle tue idee.
Non so perché mi stanno tornando in mente in maniera così impetuosa tanti ricordi e mi viene di parlare di queste cose, ma sento la necessità di pensare a uomini diversi da coloro che ci stanno ammorbando con la loro presenza e le loro parole e tu li sovrasti, li fai scomparire e mi restituisci l’orgoglio di essere Italiana, cresciuta accanto a un padre come te, comunista autentico e antifascista SEMPRE !
(Pubblicato da Angela)
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Eyes on the world #208
Come può essere già settembre...
Mentre ci domandiamo come sia possibile, torniamo con un nuovo numero delle news il cui focus sarà sulla guerra in corso tra Israele e Hamas, quella tra Ucraina e Russia, uno sconfinamento mai avvenuto e le vicende di un noto social network.
Avete già capito tutto? Iniziamo 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: IL CASO DI POLIOMELITE, LO SCONTRO CON HEZBOLLAH, L’ATTACCO IN CISGIORDANIA
1) Torniamo con il consueto update sulla situazione a Gaza. Domenica, l'esercito israeliano ha consegnato oltre 1,6 milioni di dosi di vaccino contro la poliomielite nella Striscia, dove è stato registrato il primo caso in 25 anni. La consegna, realizzata con l'aiuto delle Nazioni Unite, è avvenuta in un contesto di bombardamenti israeliani in risposta all'attacco di Hamas del 7 ottobre. La poliomielite, che può causare paralisi e morte nei bambini, è stata rilevata nelle fognature di Gaza, dove la popolazione vive in condizioni igienico-sanitarie precarie. La campagna vaccinale sarà gestita durante le pause umanitarie dai combattimenti, con l'OMS che chiede una tregua di sette giorni.
Sul campo, nella notte tra sabato e domenica, Israele ha attaccato il gruppo libanese Hezbollah, che ha risposto con il lancio di droni e razzi verso Israele, intercettati dall’esercito israeliano. Gli scontri hanno causato la morte di tre libanesi e un soldato israeliano, oltre a danneggiare infrastrutture in Libano. Israele ha dichiarato che l’attacco è stato preventivo per fermare un imminente attacco di Hezbollah, mentre Hezbollah ha affermato che la sua azione era una risposta a un precedente attacco israeliano. Entrambe le parti hanno sospeso temporaneamente le ostilità, ma il primo ministro israeliano Netanyahu ha avvertito che il conflitto non è finito. Le tensioni tra Israele e Hezbollah, alimentate dalla guerra a Gaza, sono aumentate negli ultimi mesi. Il ministro della Difesa israeliano ha dichiarato lo stato d’emergenza e il leader di Hezbollah ha promesso di continuare a sostenere i palestinesi di Gaza. Intanto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di monitorare la situazione e di sostenere il diritto di Israele a difendersi, pur cercando di ridurre le tensioni. Nonostante le tensioni, si stanno svolgendo trattative per un cessate il fuoco a Gaza. Analisti suggeriscono che né Israele né Hezbollah vogliono un'escalation del conflitto a causa di considerazioni interne.
Iniziata la settimana, nella notte tra martedì e mercoledì, l'esercito israeliano ha lanciato una vasta operazione militare in quattro città della Cisgiordania, territorio rivendicato dai palestinesi ma in gran parte sotto controllo israeliano. L'operazione, che coinvolge centinaia di soldati, droni e mezzi corazzati, è stata paragonata a quelle su larga scala condotte durante la seconda Intifada vent'anni fa. L'obiettivo dichiarato è contrastare "attività terroristiche" e ha portato alla morte di almeno 20 palestinesi, tra cui sei combattenti di Hamas. L'esercito ha bloccato le strade principali e istituito posti di blocco, soprattutto a Jenin e Tulkarem. L'operazione è proseguita nel corso della settimana, con Israele che ha arrestato e ucciso anche un comandante del Jihad Islamico. L'operazione è stata criticata duramente dal segretario generale dell'ONU, António Guterres, e ha suscitato preoccupazione negli Stati Uniti, che hanno ribadito l'importanza di proteggere i civili. Intanto, il Programma alimentare mondiale dell'ONU ha sospeso temporaneamente la consegna di aiuti a Gaza dopo che un suo veicolo è stato colpito da proiettili.
🇺🇦 UCRAINA-RUSSIA: DRONI E MISSILI SU KIEV E NON SOLO. ATTIVATE MISURE D’EMERGENZA
2) Lunedì mattina la Russia ha lanciato un massiccio attacco con droni e missili contro diverse città ucraine, tra cui Kiev, colpendo 15 regioni su 24. L'attacco ha causato almeno sette morti in varie località, tra cui Lutsk, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Zhytomyr. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito che oltre 100 missili e circa 100 droni sono stati lanciati dalla Russia, con l'obiettivo principale di colpire le infrastrutture energetiche ucraine, già bersaglio di attacchi precedenti. Le esplosioni hanno causato interruzioni di corrente e acqua nella capitale e in altre città. L'azienda energetica DTEK e l'ente pubblico Ukrenergo hanno adottato misure d'emergenza per stabilizzare il sistema. Il ministro dell'Energia ucraino, German Galushchenko, ha descritto la situazione come complicata, accusando la Russia di voler lasciare l'Ucraina senza elettricità. Anche il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha condannato l'attacco, definendolo un crimine di guerra e ha ribadito la richiesta di poter colpire obiettivi militari in Russia.
🇯🇵 SPAZIO AEREO GIAPPONESE VIOLATO DALLA CINA PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA
3) Lunedì, un aereo militare cinese ha violato per la prima volta lo spazio aereo giapponese, causando una forte reazione da parte del governo giapponese. Il ministero della Difesa giapponese ha riferito che un aereo di sorveglianza Y-9 è entrato nel territorio giapponese per circa due minuti. Il governo giapponese ha definito l'incidente una violazione della sovranità nazionale e una minaccia alla sicurezza, dichiarandolo "totalmente inaccettabile". Negli ultimi anni, ci sono state tensioni tra Cina e Giappone riguardo a isole contese nel Mar Cinese Orientale, ma mai sconfinamenti aerei.
📱 ARRESTATO IL FONDATORE DI TELEGRAM PAVEL DUROV, INDAGATO PER LE ATTIVITÀ ILLEGALI SUL SOCIAL
Pavel Durov, fondatore di Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Le Bourget, vicino a Parigi, con l'accusa di complicità in attività illegali facilitate dalla piattaforma di messaggistica, che non collabora con le forze dell'ordine e non modera i contenuti. Telegram, con 950 milioni di utenti globali, è noto per la crittografia end-to-end, la possibilità di iscrizione anonima e la creazione di grandi gruppi. Tuttavia, queste caratteristiche hanno reso la piattaforma un rifugio per attività illegali, come traffico di droga, truffe e diffusione di pornografia illegale, causando preoccupazioni sulle responsabilità della piattaforma. Il magistrato francese incaricato del caso ha inizialmente esteso la sua custodia cautelare per un massimo di 96 ore, ma poi Durov è stato rilasciato su cauzione da 5 milioni di euro, con il divieto di lasciare la Francia. Telegram ha risposto alle accuse affermando di rispettare le normative del Digital Services Act (DSA) e negando qualsiasi responsabilità per gli abusi sulla piattaforma. Durov, che ha una doppia cittadinanza emiratina e francese, è noto per la sua resistenza a collaborare con i governi, suscitando critiche per l'uso di Telegram in attività illegali. Mercoledì è stato formalmente incriminato per 12 reati legati all'uso dell'app.
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Giusto un paio di brevi per concludere 👇
🇺🇸 La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha rilasciato la sua prima intervista da candidata alla presidenza, affiancata dall'aspirante vicepresidente Tim Walz. Harris ha difeso l'operato del presidente Biden e ha ribadito il suo impegno per una "nuova era politica", criticando la gestione dell'immigrazione di Trump e promettendo di non interrompere la fornitura di armi a Israele. Durante l'intervista, Harris non ha affrontato temi riguardanti la sua identità o proposto misure concrete per i primi giorni della presidenza, rimanendo vaga su gran parte del programma. Ha inoltre dichiarato di essere aperta a includere un Repubblicano nel suo governo.
🇩🇪 Sabato, l'ISIS ha rivendicato l'attacco avvenuto venerdì sera a Solingen, Germania, in cui un uomo ha accoltellato e ucciso tre persone, ferendone gravemente altre cinque durante una festa cittadina. Il principale sospettato, un siriano di 26 anni, si è consegnato alla polizia, ma non ha fornito prove del suo legame con il gruppo terroristico. L'attacco è stato descritto dall'ISIS come una vendetta per i musulmani. L'uomo, giunto in Germania nel 2022, aveva ottenuto asilo dopo che la sua richiesta era stata inizialmente respinta. La polizia ha arrestato altre due persone in relazione all'attacco.
Alla prossima 👋
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La proposta per una tregua a Gaza rielaborata da hamas prevede che entro 16 giorni dalla prima fase dell’accordo inizino i colloqui per il rilascio dei soldati israeliani ancora prigionieri.
Dice proprio così: "soldati israeliani".
Dei 101 rapiti ancora presunti vivi e dei 29 cadaveri mancanti, due sono bambini sotto i cinque anni, 14 le donne, 32 adolescenti presi al rave party.
Interessante la concezione dei macellai islamici: basta che sei giudeo e sei soldato.
Ricorda qualcuno: aveva il cognome che iniziava per "h" come hamas ... Difatti per stanare codesto Herr H., dovettero invader tutto e colpirne i civili senza remissione né tregue per anni.
Proiettatelo su di voi bianchi europidi, siete i prossimi nella loro lista, del resto nulla di nuovo, lo eravate anche in quella di Herr H.
news via https://www.iltempo.it/esteri/2024/07/06/news/gaza-guerra-hamas-proposta-entro-16-giorni-colloqui-israele-39796035/,
dati sui rapiti da https://www.rainews.it/articoli/2024/02/chi-sono-le-persone-ancora-in-ostaggio-nella-striscia-di-gaza-12c676b7-feec-4292-a9d2-dd7de00526cd.html
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Com’è possibile che viviamo tutti sullo stesso pianeta, eppure ci sono persone, come noi, che vivono per davvero, e persone, come loro, che sopravvivono solamente?
Mi sveglio all’alba, la mia stanza già assediata dall’afa di un giorno appena abbozzato all’orizzonte. L’aria condizionata non funziona. Non mi sorprende. Sono ai confini del mondo.
Trentaquattro anni fa, Majok, un bambino sud sudanese, si sveglia all’ombra di un albero, nel pascolo in cui sorveglia il bestiame di famiglia, per scoprire il suo villaggio avvolto dalle fiamme.
Mi trovo in Turkana, una delle contee più remote e svantaggiate del Kenya, al confine con il Sud Sudan. Mi preparo ed esco a ritrovare i membri del mio team, Salome e Edwin, che mi assistono in questa missione, e insieme ci dirigiamo verso il cancello principale. Lì ci aspetta un fuoristrada. Nel campo profughi di Kakuma, il terzo più grande del mondo, ci si può muovere solo sotto scorta.
Majok trova la sua famiglia sterminata, i muri di casa carbonizzati, tutto ciò che possedeva depredato. È il 1990, e la Seconda Guerra Civile del Sudan imperversa già da anni, ma lui non aveva mai pensato sarebbe arrivata fino al suo villaggio. Si era sbagliato. E sa che i miliziani torneranno a reclutare i bambini rimasti soli, obbligandoli a combattere nell’esercito dei ribelli. Fugge.
Il fuoristrada si fa largo tra le strade sconnesse e polverose del campo profughi. Non è il primo che vedo nella mia vita. Ma non c’è paragone. Ho fondato Still I Rise nel campo profughi di Samos, in Grecia. Laggiù, 7000 persone erano considerate il punto di rottura di una crisi terribile. Qui ce ne sono più di 290.000. Il 53% sono bambini. Uno su tre non va a scuola. Si vive con 0,04€ al giorno.
Nella disperazione di aver perso tutto, Majok trova conforto nello scoprire di non essere rimasto completamente solo. Proprio come lui, sono più di 20.000 i bambini perduti che, avendo guardato la morte negli occhi, sono fuggiti alla cieca per poi ritrovarsi nella savana e organizzarsi in piccoli gruppi, camminando in fila indiana, alla ricerca di un porto sicuro della cui esistenza non sono minimamente certi. Ma hanno sentito che in Etiopia le cose sono migliori, e così si sono messi in marcia. Majok ha appena 12 anni, eppure si trova a capitanare il suo gruppo. È il più grande.
Il fuoristrada si ferma davanti al cancello della scuola gestita dall’organizzazione che ci fa da spalla qui a Kakuma. Operano nel campo da decenni e fanno del loro meglio, ma mancano i fondi, le loro strutture hanno bisogno di manutenzione e le loro aule accolgono fino a 100 studenti per ogni insegnante. Potrebbe andare peggio: a Kakuma il rapporto insegnante-studenti arriva a 1:180. Ci prepariamo. Questo è un giorno importante per noi. Bambini e genitori ci stanno già aspettando.
Majok e il suo gruppo camminano per più di mille chilometri. Ci mettono mesi. Altri gruppi, anni. Non hanno che i vestiti che indossano. Sopravvivono elemosinando cibo nei villaggi che attraversano. Ma anche lì le risorse scarseggiano. Con il passare del tempo, le loro braccia si assottigliano e le costole emergono appena sotto la pelle. Hanno gli occhi scavati. Dei 20.000 bambini partiti, la metà muore di stenti, di polmonite, di malaria, sbranata dai leoni o uccisa dai miliziani. Molti si arrendono, consegnandosi ai ribelli per diventare bambini soldato. Ma non Majok.
Siamo a Kakuma, uno dei luoghi più inaccessibili del pianeta, per mantenere una promessa fatta ormai quattro anni fa: offrire l’opportunità di studiare in una Scuola d’eccellenza, conseguendo il Baccalaureato Internazionale e, di conseguenza, la libertà, ai bambini più dimenticati del globo. È un momento importantissimo per me. Quando siamo pronti, bambini e genitori entrano nell’aula.
Dopo mesi di cammino, Majok e il suo gruppo arrivano in Etiopia. Eppure nel 1991 la guerra il raggiunge anche lì, e sono costretti a fuggire di nuovo, stavolta verso il Kenya. È qui, in un campo profughi chiamato Kakuma, o “nessun luogo” in swahili, che trovano riparo permanente. Gli esperti sostengono che i Bambini Perduti del Sudan siano i più traumatizzati mai esaminati nella Storia.
Distribuiamo i moduli ai genitori. Molti di loro non sanno leggere. Non fa niente, spieghiamo l’opportunità offerta: lasciare Kakuma per frequentare una Scuola Internazionale gratuita e cambiare per sempre il corso della propria vita. Tutti, nessuno escluso, firmano. Uno di loro si chiama Majok, ha più di quarant’anni, negli occhi le cicatrici di una vita inconcepibile, ma al fianco una bambina dal grande sorriso, dagli occhi brillanti e dai capelli intrecciati con amore e cura.
Siamo arrivati troppi tardi per Majok. Nel 1990 io non ero ancora nato. Ma non è troppo tardi per sua figlia. È per lei che siamo qui. E, attraverso di lei, siamo qui anche per lui. Per forgiare il futuro, cambiare il presente e, in un certo senso, riscrivere il passato. Per spezzare il ciclo dell’ingiustizia.
Saremo i primi al mondo a offrire ai bambini di Kakuma l’opportunità di conseguire il Baccalaureato Internazionale e, cosa ben più importante, la libertà grazie al potere dell’istruzione. Chi è con noi?
P.s. Come da prassi durante le operazioni più delicate, pubblicherò questo resoconto solo dopo il mio ritorno da Kakuma e avendo assicurato la buona riuscita della missione. Per ragioni di privacy, Majok è un nome di fantasia. La sua storia, e quella degli altri Bambini Perduti del Sudan, è reale.
Nicolò Govoni - Fondatore di "Still I rise"
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Avril Lavigne
Avril Lavigne è la cantautrice canadese diventata una star internazionale all’inizio del millennio.
Icona del pop punk, ha venduto più di 50 milioni di album e oltre 50 milioni di singoli.
Le sue canzoni hanno fatto parte di diverse colonne sonore, soprattutto per film d’animazione, ha prestato la voce a diversi personaggi dei cartoni e ispirato un’eroina dei videogiochi.
Si è esibita in quasi tutto il globo e vinto un’infinità di premi.
Ha ricevuto otto candidature ai Grammy Award, tre ai Brit Award e si è aggiudicata un Mtv Video Music Awards, due Mtv Europe Music Awards, sette Radio Disney Music Awards e nove Juno Award.
Nata a Belleville, in Ontario, il 27 settembre 1984 in una famiglia umile e molto religiosa, da bambina le è stato diagnosticata la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
A 11 anni ha ricevuto in regalo la sua prima chitarra con la quale, suonando da autodidatta ha iniziato a scrivere le sue canzoni e a esibirsi in festival e spettacoli locali.
A soli 16 anni ha lasciato la scuola e si è trasferita prima a New York e poi a Los Angeles dove, nel 2002, ha pubblicato il suo primo disco Let go, che ha venduto oltre venti milioni di copie nel mondo, le ha portato un’enormità di premi e nomination e l’ha fatta entrare nel Guinness dei Primati come la cantante più giovane ad arrivare al primo posto della classifica britannica con un album.
Il singolo di esordio Complicated, immediatamente diventato una hit internazionale, ha raggiunto la prima posizione nelle classifiche di diversi paesi e battuto ogni record di passaggi radiofonici, consacrandola una nuova icona delle giovani generazioni a cui ha dedicato anche una linea d’abbigliamento, la Abbey Dawn.
La sua reinterpretazione di Knockin’ on Heaven’s Door, di Bob Dylan, è stata inclusa nella compilation Peace Song per contrastare il fenomeno dei bambini soldato.
Il suo secondo lavoro Under my skin uscito nel 2004, ha venduto più di 7 milioni di copie.
Nell’autunno 2005 ha realizzato una reinterpretazione di Imagine di John Lennon per un’iniziativa a favore di Amnesty International.
Nello stesso anno ha contribuito alla colonna sonora del film d’animazione Spongebob e dato la voce a Heather, un personaggio del film Over the Hedge.
Il terzo album, The Best Damn Thing, del 2007 primo in classifica in ben 12 paesi, ha venduto oltre 8 milioni di copie.
Nel 2010, mentre scriveva il suo terzo disco, ha sfornato il brano Alice per la colonna sonora del film Alice in Wonderland della Disney, collaborato alla canzone Wavin’ Flag for Haiti per raccogliere fondi da destinare alle persone terremotate di Haiti e fondato The Avril Lavigne Foundation a favore di giovani con disabilità e malattie gravi.
Goodbye Lullaby, messo in commercio nel marzo 2011 è stato seguito, due anni dopo, dall’omonimo Avril Lavigne.
Nel marzo 2015 ha parlato pubblicamente, attraverso la rivista People Magazine, della malattia di Lyme che l’ha costretta a un lungo periodo di riposo.
Nel 2019 ha sfornato Head Above Water e, nel 2022, ha visto la luce il settimo album in studio dal titolo Love Sux e ricevuto una stella sulla Walk of Fame per i suoi vent’anni di carriera.
La sua prima raccolta di successi Avril Lavigne: Greatest Hits è del 2024.
È partita con testi che contenevano messaggi d’autostima e di energia, parlato di argomenti personali, ha fatto ballare e emozionare la gioventù di mezzo pianeta.
È stata una ribelle, una bad girl e una delle prime artiste che ha mostrato come essere ragazze forti in abiti larghi.
Sebbene potesse sembrare un fenomeno passeggero, da oltre vent’anni continua a ispirazione le giovani generazioni col suo look, gli argomenti che tocca e la sua carica travolgente.
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Com'è profondo il male
Scendo dalla metro al capolinea, è tardi, sono fuori casa da dodici ore, non voglio perdere l'ultima corsa fra quelle che mi portano a casa a orari umani; esco dal tornello, dei ragazzi scavalcano e scavalcano e fanno scattare i blocchi, altri si lamentano, sono stanchi come me. Non me ne curo, non posso, è tardi, sono fuori casa da prima che sorgesse il sole, il sole è tramontato, corro, non voglio perdere l'ultimo pullman. Perché non ho preso l'auto, stamattina? Ah, sì, perché non mi andava, per non dormire alla guida.
Sulla rampa di scale che dai sotterranei mi porta alla banchina d'asfalto vedo un'ombra, poi una cometa che brilla e precipita da sopra, atterra in fondo alle scale, vedo una fiamma, la fiamma si fa incandescente e inizia a fischiare, è vicinissima a me, esito un secondo, poi no, forse capisco, scatto sulle gambe, corro e mangio i gradini a due a due.
Un bagliore, intenso. Un'esplosione, fortissima. Fortissima.
Lo spavento, poi la rabbia, poi lo spavento di nuovo, poi la rabbia di nuovo. Mi sarei fatto male? Vedo altre ombre. Sento ridacchiare. Mi sarei potuto far male? Teste di cazzo, penso. Teste di cazzo!, urlo.
Il pullman non arriva fino a casa, non è come pensavo, non è com'era scritto, sono spiazzato ma sono stanco, sono spaventato, pioviggina, sono arrabbiato, sono fuori casa da quando era notte, è notte di nuovo, impreco e spiego all'autista la mia rabbia e il mio spavento, salgo, perché non ho preso l'auto? Ah, sì. Mi vado a sedere. Ci penso, ci ripenso. ai petardi, alle bombe, all'essere inermi, all'essere armati, Al ferire, al ferirsi. Chiunque abbia buttato quell'enorme petardo, io, stasera, lo avrei voluto picchiare con tutte le mie forze. La paura si trasforma in rabbia, figuriamoci le ingiustizie.
Ho visto poi un militare dell'esercito israeliano che in una diretta sul su tiktok ridacchiava fiero al pensiero di aver ammazzato una ragazzina di dodici anni. Dodici anni. Respiro.
Si sentivano altre voci ridacchiare in sottofondo, nel video. Ma il senso di fondo era che il soldato si era dovuto accontentare, lui cercava bambini, ma di bambini a Gaza non sembrano essere rimasti e questa cosa lo rende molto deluso.
Il male è qui, tra noi. Si sta espandendo, ingigantendo, sta esplodendo, bum, ancora. Il male sta arrivando, lambisce anche me, sento già che mi contamina con la sua nuvola tossica. E mi bagna e bagnandomi, mi gonfia di un odio nero, nerissimo.
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animali Vorrei parlare d’altro, o quasi. I giornali di ieri avevano la fotografia di un soldato israeliano accucciato, con l’arma impugnata e nell’altro braccio un cagnolino maltese bianco, scampato al massacro del kibbutz. Le cronache dicevano di bambini uccisi coi loro animali. La strage degli innocenti è così completa. Chissà quale imbecillità spingeva dei governanti israeliani a chiamare “animali” i tagliagole di Hamas e a minacciare di trattarli “come animali”. Sono stato a Gaza, nella guerra del 2014, per Repubblica, con Fabio Scuto. Il 5 agosto mandai il mio pezzo: “Non comincerò dai bambini: troppo facile. Comincerò da dove comincerebbero i bambini, dallo zoo di Gaza. Si trova in un sobborgo pesantemente bombardato e svuotato di abitanti. Scendiamo fino alle gabbie, aspettandoci di non trovare vivi gli animali. Da giorni nessuno viene fin qui. Le gabbie, sgangherate, ci sono, e ci sono gli animali. Un gibbone, nella prima: si muove lentamente di qua e di là, incerto fra accoglienza e offesa. C’è un odore tremendo di putrefazione, che guida lo sguardo sui cadaveri decomposti di due cuccioli. Le gabbie successive sono dei leoni: una coppia in una, un grosso maschio nell’altra. Erano celebri: lo zoo aveva importato le sue fiere dall’Egitto attraverso i famigerati tunnel. Portare leoni o tigri nei tunnel – e come fare con una giraffa? Ora i leoni devono essere affamati e assetati a morte, però non hanno un atteggiamento aggressivo: al contrario, si drizzano contro la rete come aspettandosi ristoro, o almeno una complicità all’evasione. Nella prossima gabbia c’è una piccola disgraziata arca di Noè, un sovraffollamento – uso il termine carcerario – di animali alla rinfusa: un imponente pellicano, che spinge verso di me il magnifico becco, un coccodrillo morto, lui, con la testa infilata dentro un tubo, e i resti spiaccicati di una cicogna. In un recinto accanto due struzzi mi vengono incontro con dignitosa fiducia. C’è una gabbia di volpi impazzite che corrono in cerchio e si scavalcano frenetiche, una di lupi macilenti. Era famoso, questo zoo raccogliticcio, anche perché un veterinario si era arrangiato a esaudire la passione dei bambini per le zebre dipingendo a strisce nere un paio di asinelli bianchi. L’ultima gabbia contiene una coppia di macachi, e solo quando la femmina penosamente si muove mi accorgo che ha un piccolo aggrappato alla pancia. Incredibile come somigli a un bambino. Non ho cominciato dai bambini, era troppo facile”. - Conversazione con Adriano Sofri, Facebook
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Film italiani in uscita a novembre
La guerra del Tiburtino III (Luna Gualano) 02/11
Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L’uomo diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere.
À la recherche (Giulio Base) 02/11
Un omaggio a Marcel Proust ed un particolare tributo a Luchino Visconti e al cinema italiano degli anni '70.
Il meglio di te (Fabrizio Maria Cortese) 09/11
Antonio è un uomo di successo, Nicole è una donna brillante. I due si sono amati intensamente e sono stati gli interpreti perfetti di una favola. Tuttavia, prima di arrivare al "vissero per sempre felici e contenti", il loro mondo è esploso e i due si sono trovati lontani, dispersi, pieni di rabbia, di colpa e di delusione. L'inevitabile separazione dura qualche anno e traccia un confine molto netto tra le loro vite. Ma il destino ha spesso una trama nascosta da tirare fuori al momento più opportuno.
Soldato Peter (Gianfilippo Pedote, Giuliano Carli) 09/11
1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d'infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un'isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Ancora volano le farfalle (Joseph Nenci) 09/11
La storia raccontata nel film prende ispirazione dalla vera vita di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese affetta da una rara malattia ereditaria: l'Atassia di Friedreich. Il film, sebbene racconti un dramma, è in realtà una storia di rivincita e riscatto sulla vita stessa.
Lubo (Giorgio Diritti) 09/11
Lubo Moser è un nomade del popolo Jenisch. Nella Confederazione Elvetica del 1939 gira di luogo in luogo esibendosi nelle piazze insieme alla moglie Mirana e ai loro bambini. Fino a quando la Seconda Guerra mondiale incombente fa sì che il governo dichiari la mobilitazione degli uomini per la difesa delle frontiere. Lubo, mentre è in servizio, viene a sapere che i figli sono stati prelevati e portati in un istituto mentre la moglie, nel tentativo di proteggerli, ha trovato la morte. Da quel momento il senso della vita per lui consiste nel conseguire un duplice obiettivo: ritrovarli e vendicarsi.
Non tutto è perduto (Francesco Bellomo) 09/11
Francesco è una ex promessa del calcio, con un passato nelle giovanili di una squadra di Serie A. Dopo vari insuccessi scolastici, suo padre lo ha costretto ad abbandonare il suo sogno. Nonostante tutto, lui non ha mai smesso di giocare a calcio, anche se solo per diletto, con gli amici. Il suo percorso s'incrocia con quello di Bala, il responsabile di un campetto di calcio a cinque: costui, impressionato dalle sue doti, contatta un procuratore sportivo e riesce ad organizzare un provino per Francesco. Bala organizza così una partita con i vecchi amici del ragazzo, per impressionare il procuratore, al fine di offrire a Francesco la seconda possibilità che la vita, spesso, in modo fortuito, riserva.
Codice Carla (Daniele Luchetti) 13/11
La pratica biografica è uno dei grandi fenomeni cinematografici (e letterari) contemporanei. La narrazione di una vita e l'enunciazione di una verità a proposito di quella vita rappresenta anche il cuore del nuovo progetto di Daniele Luchetti. Due anni dopo la morte di Carla Fracci, l'autore pesca nei suoi ricordi di infanzia quel primo incontro causale con l'étoile italiana, avvenuto anni prima a Cinecittà sul set di Verdi di Renato Castellani.
La festa del ritorno (Lorenzo Adorino) 13/11
Un racconto di formazione che racchiude in sè il rapporto tra padre e figlio, sospeso tra assenze e ritorni e l'incanto che nasce dallo sguardo di un bambino.
Mimì - il principe delle tenebre (Brando De Sica) 16/11
Mimi` e` un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.
La Sedia (Gianluca Vassallo) 16/11
Pietro torna in Sardegna in seguito alla morte del padre. Il suo obiettivo è incontrare il fratello Andrea, che non vede da molto tempo, per decidere a chi spettano i due oggetti che il genitore ha lasciato loro: una pistola e una sedia. Nel suo peregrinare in una Sardegna assolata ha modo di fare diversi incontri. In un film realizzato in assoluta indipendenza Vassallo porta sullo schermo la tensione esistenziale di un uomo che si confronta con il suo passato.
L'altra via (Saverio Cappiello) 16/11
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà. Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
Misericordia (Emma Dante) 16/11
Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Tra miseria e mare un giorno arriva Anna, giovane prostituta a cui piace soltanto la cioccolata. Naïf e bellissima, fa corpo con Betta e Nuccia contro il predatore che chiede la pelle di Arturo. Ma a quel ragazzo antico, dervisci che gira sulla spina dorsale del (loro) mondo, le mamme putative hanno apparecchiato un futuro migliore.
Una preghiera per Giuda (Massimo Paolucci) 23/11
Cosa si è disposti a fare per proteggere il proprio onore? Quando diventa troppo tardi per essere artefici del proprio destino? Questi e altri interrogativi animano le vicende del film, la storia di due boss rivali che, a seguito della strategica scarcerazione di uno dei due, scateneranno un turbine di eventi, travolgendo, inevitabilmente, i membri delle proprie famiglie. Una lotta per l'onore e la vendetta che sarà prepotentemente ostacolata da un Colonnello dei Carabinieri testardo e ligio al dovere, che cercherà eroicamente la giustizia in un'originale - e a tratti divertente - alleanza con una ambiziosa agente della CIA in incognito.
L'odore della notte (Claudio Caligari) 20/11
Roma, tra novembre 1979 e febbraio 1983. Remo Guerra, un ragazzo di borgata, è un poliziotto che di notte aggredisce per strada persone benestanti derubandoli. Con lui ci sono Maurizio, amante della vita lussuosa e delle belle donne, e Roberto che Remo aiuterà a comprarsi un bar. I suoi complici sono inaffidabili. Così Remo deve far entrare nella sua banda Marco Lorusso, detto "il Rozzo", di cui però non condivide i metodi violenti. Remo è sempre più tormentato e desidera una vita normale accanto a una donna a cui però non può rivelare la sua identità. In più, capisce che la fine è vicina e non può sottrarsi al suo destino.
La Chimera (Alba Rohrwacher) 23/11
Ambientato negli anni '80, nel mondo clandestino dei "tombaroli", il film racconta di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici.
Cento domeniche (Antonio Albanese) 23/11
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”.
Il paese dei jeans in agosto (Simona Bosco Ruggieri) 23/11
Carlo Arato (Pasquale Risiti) ha 26 anni, ex concorrente di reality, ex vip, ora @IlCarlito, sedicente influencer alla perenne ricerca di soldi per farsi notare, altalena le sue giornate fra il ricordo di tempi migliori e le lamentele per un paese cafone che, come suo padre, non lo apprezza quanto dovrebbe. Luisa (Lina Siciliano), invece, di anni ne ha 28 ed era prossima alla laurea, fino a quando non si è ritrovata alla mercé del paese in perenne attesa che le accada qualcosa. Per uno strano caso del destino l'uno capiterà all'altra e viceversa: lui piace, ma non ha un soldo; lei ha i soldi, ma non piace. È così che @IlCarlito e @LaRosetti insieme decidono di puntare a tutto.
In fila per due (Bruno De Paola) 23/11
In un piccolo paese alle falde del Vesuvio, Germano (Andrea Di Maria), trentacinquenne pigro dal futuro lavorativo incerto, vive una tormentatissima storia d'amore con Sonia, sua coetanea tanto bella quanto gelosa e possessiva. Una scossa di terremoto di origine vulcanica, fa scattare il piano di evacuazione che prevede il trasferimento degli abitanti del paese verso un altro Comune gemellato. Abitando Sonia (Francesca Chillemi) in un comune diverso da quello di Germano, il giovane vede l'evacuazione come un'ottima opportunità per allontanarsi dalla gelosissima fidanzata che lo perseguita. La follia di Sonia, la noncuranza degli abitanti verso le regole di evacuazione, rendono il viaggio di Germano una vera odissea ricca di paradossali ed esilaranti situazioni, mete inaspettate ed incontri sorprendenti.
Mary e lo spirito di mezzanotte (Enzo D'Aló) 23/11
Mary è una bambina di undici anni appassionata alla cucina. La nonna la sostiene sempre, anche quando esaminatori saccenti non apprezzano i suoi piatti. Ma la nonna è anziana e subisce un ricovero in ospedale. Mary ne è addolorata ed aumenta nei suoi confronti le attenzioni da nipote affezionata, sostenuta in questo da una misteriosa giovane donna che è comparsa all’improvviso sul suo cammino.
Casanova opera pop - il film (Red Canzian) 27/11
Lo spettacolo di teatro musicale ideato, composto e prodotto da Red Canzian.
I limoni d'inverno (Caterina Carone) 30/11
Pietro Lorenzi è un professore di lettere in pensione e dopo il divorzio dalla moglie vive da solo in un bell’appartamento romano con un terrazzo che accudisce con cura, dedicandosi alle sue piante. Nell’appartamento di fronte a quello di Pietro si trasferisce una coppia più giovane: Luca, fotografo d’arte contemporanea, ed Eleonora, che ha studiato pittura e disegno all’Accademia ma ad un certo punto ha smesso di creare, “perché non era abbastanza brava”. Luca ed Eleonora custodiscono un dolore segreto e non riescono a parlarsi più: lei pensa che lui la dia per scontata, lui la vede sempre “incazzata col mondo”. Quando Luca parte per preparare una personale a New York, Eleonora e Pietro cominciano a frequentarsi, fra terrazzi e orti botanici, il bar sotto casa e un ristorante d’atmosfera
Palazzina Laf (Michele Riondino) 30/11
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione.
Diabolik - chi sei? (Marco Manetti, Antonio Manetti) 30/11
Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all'ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?
La Guerra dei Nonni (Gianluca Ansanelli) 30/11
Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all'estero torna in Italia per trascorrere un po' di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno Gerri pur di realizzare i desideri dei bambini e conquistare il loro amore. Dall'incontro tra Gerri e Tom nascerà un'accesa competizione che darà vita a una serie di esilaranti sfide tra nonni, senza esclusione di colpi... e colpi di scena.
Con la grazia di un dio (Alessandro Roja) 30/11
Tornato a Genova dopo venticinque anni per partecipare ai funerali del migliore amico della sua giovinezza, Luca ritrova i vecchi compagni di un tempo. Tutti sembrano convinti che quella morte sia l'esito scontato di una vita di eccessi; tutti tranne Luca, che vuole vederci chiaro, indagare, capire. Scavando nella memoria, e in una città cambiata almeno quanto lui, lascerà riaffiorare fantasmi e verità che sembravano sepolte, insieme alla propria vera natura, che pensava di aver domato per sempre.
Doppia Coppia (Igor Biddau) 30/11
Il film parla di come sia difficile per due coppie di amici, amanti del trekking, avventurarsi sui ripidi sentieri dell'amore senza perdere per sempre l'amicizia. Così come, nel tentativo di conoscere meglio l'altro finiamo per conoscere meglio noi stessi, i quattro personaggi scopriranno quanto siano forti i legami che li uniscono solo quando questi sentimenti verranno messi alla prova.
Il paese del melodramma (Francesco Barilli) 30/11
Carlo Gandolfi (Luca Magri) è un bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia. Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell'alcol. La Morte in persona (Luc Merenda) decide che è il momento per lui di tornare a calcare le scene del palcoscenico: vuole che interpreti il "Macbeth" di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.
Documentari
X Sempre Assenti (Francesco Fei) 03/11
Il film segue la rock band Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio.
Roma, santa e dannata (Roberto D'Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì)
Un viaggio tra le notti romane in una città pazza e in continuo cambiamento.
Negramaro back home - ora so restare (Giorgio Testi) 06/11
Dopo 20 anni di successi, i Negramaro tornano a casa, a Galatina, in Salento, dove tutto è cominciato.
Giotto e il sogno del Rinascimento (Francesco Invernizzi) 06/11
L'arte visionaria di Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato
Enigma Rol (Selma Dell'Olio) 06/11
Gustavo Rol chi è, soprattutto, cosa era costui? Il documentario si propone di ricostruire, attraverso molteplici testimonianze e ricostruzioni, sia di fiction che di animazione, la vita e l'attività di un uomo che per molti (e anche illustri) amici e frequentatori è stato dotato di capacità paranormali e per altri è stato soltanto un abile illusionista. Anselma Dell'Olio affronta un personaggio che, in qualche misura, ha riassunto in sé pregi e difetti di quelli che erano al centro dei suoi documentari precedenti. La regista lascia spazio sia a chi ne descrive le sorprendenti doti (utilizzate anche per proteggere la popolazione di San Secondo di Pinerolo dalle azioni dei tedeschi occupanti) sia a chi sta più dalla parte di Piero Angela che lo definì "un mediocre illusionista".
Io, noi e Gaber (Riccardo Milani) 06/11
Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”? È forse da questa domanda che è partito Riccardo Milani per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine. Gaber era “un intellettuale promiscuo”, come lo descrive Serra, “raffinato e popolare, di popolo e di élite”. Perché Gaber è stato immerso nel suo tempo sapendo sempre prevederne uno futuro. Milani entra a fondo nell’utilizzo che faceva Gaber della parola, fondamentale quando “dentro c’è la nostra vita”, e del suo “corpo scenico” che in teatro “sembrava posseduto”, rendeva “la parola visibile” e si trasformava in “melodia cinetica”. Io, noi e Gaber ricorda che ogni sua canzone aveva “uno spazio di incidenza”, cioè una volontà di intervenire sul reale trasformando la sua libertà in partecipazione.
Il popolo delle donne - il film (Yuri Ancarani) 13/11
Un monologo in cui Marina Valcarenghi, giornalista e attivista, ripercorre le sue esperienze in fatto di disparità di genere.
Il guerriero mi pare strano (Alessio Consorte) 15/11
Il film è incentrato sull'autenticità della statua del Guerriero di Capestrano, simbolo della Regione Abruzzo, rinvenuta a Capestrano nel 1934 e datata dagli archeologi VI secolo A.C.
La città delle sirene (Giovanni Pellegrini) 16/11
La notte del 12 novembre 2019 Venezia è stata colpita da una serie di inondazioni che hanno sommerso la città per una settimana. Partendo dalle immagini della sua casa e del suo studio allagati il regista racconta in prima persona cosa vuol dire convivere con l'acqua alta e come la sua città affronta la catastrofe. Ne scaturisce una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico che minaccia di far scomparire il nostro mondo.
DALLAMERICACARUSO - Il concerto perduto (Walter Veltroni) 20/11
Il 23 marzo 1986 Lucio Dalla teneva al Village Gate di New York un concerto di cui si pensava si fossero perse le riprese che ora vengono invece proposte in un'edizione restaurata e rimasterizzata. Ad esse si aggiunge in apertura la ricostruzione della creazione di "Caruso" avvenuta pochi mesi dopo a Sorrento. Un ritrovamento prezioso che, unendosi alla rievocazione di come è nato un classico della canzone, ci ricorda la grandezza di Lucio Dalla.
Kissing Gorbaciov (Andrea Paco Mariani, Luigi D'Alife) 24/11
Andata e ritorno dal 1988, quando da Melpignano partì il tour che squarciò la cortina di ferro tra Occidente e Urss, a suon di rock e punk.
Picasso - Un ribelle a Parigi - Storia di una vita e un museo (Simona Risi) 27/11
Scopo del film è mettere al centro del racconto proprio la grande magia dell'arte e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi.
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14.08.42. Una lettera mai inviata trovata presso il soldato tedesco Iosef. La lettera era destinata alla sua sorella Sabina: “ Oggi ci siamo organizzati con 20 polli e 10 mucche. Stiamo portando via dai paesi tutti- sia adulti che bambini. Non li aiutano le loro preghiere. Sappiamo essere spietati. Se qualcuno rifiuta di venire, viene ammazzato. Poco fa in un paesino un gruppetto di abitanti si sono intestarditi e non volevano venire. Siamo andati su tutte le furie e li abbiamo fucilati sul colpo tutti quanti. Poi è successa una cosa terribile: due donne russe pugnalarono col tridente due soldati tedeschi… Ci odiano qui. Nessuno a casa riesce immaginare la collera che hanno i russi nei nostri riguardi”.
Un appuntato Felix Kendels scrive all’amico: “Abbiamo frugato nei bauli, poi abbiamo organizzato una buona cena e abbiamo deciso di divertirci un po’. La bimba è capitata cattivella, ma l’abbiamo sistemata pure lei. Ce la siamo spassata tutti quanti…Fa niente…Non preoccuparti. Mi ricordo bene il consiglio del tenente- la bambina è muta come una tomba…”
24.07.42. Mateas Zimlih scrive al fratello, un’appuntato Henrih Zimlih: “A Laiden c’è un campo per i russi, li si possono contemplare. Non hanno paura delle armi, infatti usiamo la frusta quando parliamo con loro…”
Il soldato Ximan della SS scriveva alla sua moglie in Munhen il 3 dicembre 1941: “Adesso siamo a 30 km da Mosca. Quando esci di casa puoi vedere alcune torri di Mosca. Fra poco il cerchio si chiude e ci prenderemo i lussuosi appartamenti moscoviti, ti manderò i regali talmente belli da Mosca che Minna morirà di invidia”.
29.10.41. La lettera trovata presso il tenente Gafn: “Era molto più facile a Parigi. Ti ricordi quei giorni di miele? Le russe sono le diavole, bisogna legarle. Prima mi piaceva pure, ma oramai sono pieno di graffi e lividi, di morsi, quindi la risolvo mettendole la pistola alla tempia. Vedi che si raffreddano subito. Poi è successo un fatto eclatante qui, mai successo niente di simile: una ragazza russa si è fatta esplodere insieme al tenente maggiore Gross. Adesso prima di…le spogliamo e controlliamo tutto. Dopo le buttiamo nei campi”.
La lettera del soldato Gainz Muller: “Gerta, mia dolce cara, ti scrivo la mia ultima lettera. Non riceverai più nulla da me. Maledico il giorno in cui sono nato tedesco. Sono sconvolto da quello che fa il nostro esercito in Russia. Perdizione, sciacallaggio, violenza, omicidi su omicidi. Tutti vengono massacrati: vecchi, donne, bambini. Uccidono per il gusto di uccidere. Ecco perché i russi si difendono cosi’ all’impazzata e cosi’ da coraggiosi”.
Tenente maggiore Langhe (il trasferimento postale 325324) scriveva a Ghedi Beisler: “A Lvov c’è stato un vero spargimento di sangue…La stessa cosa fu a Tarnopol. Nessuno fra gli ebrei è rimasto in vita. Come puoi ben immaginare, noi non avevamo nessuna pietà. Cos’altro poi è successo non te lo posso scrivere”.
La fidanzata del maresciallo Zigfrid Kruger, Lenhen Shtenger gli scrive il 13 giugno dal Dattingen:
“Il pellicciotto è meraviglioso, era un po’ sporco ma la mamma l’ha pulito bene e ora è bellissimo…Le scarpe vanno bene alla mamma, giuste- giuste. Anche il tessuto per il vestito è bellissimo. Sono contenta anche di calze e delle altre cose”.
La lettera dell’appuntato Mang alla moglie Frida: “Se tu pensi che mi trovo tuttora in Francia, sbagli. Sono già sul fronte orientale…Mangiamo le patate e le altre cose che portiamo via ai russi. I polli non ce ne sono più…Abbiamo scoperto una cosa: i russi mettono tutto quello che hanno sotto la neve. Poco fa abbiamo trovato nella neve un boccione di carne di maiale salata e lardo. Abbiamo trovato anche il miele, i vestiti pesanti e il tessuto per il vestito. Di giorno e di notte siamo alla ricerca delle cose nascoste…Qui ci sono tutti nemici, ogni russo, indipendentemente da quanti anni abbia, 10, 20 o 80. Quando li distruggeranno tutti si starà meglio. I russi devono essere ammazzati tutti. Bisogna ucciderli tutti, fino all’ultimo”.
Un appuntato Zimmah: “Oggi noi con tutta la divisione abbiamo “organizzato la maialata”,- scrive all’inizio della guerra alla sua amata uno dei rappresentanti della “razza superiore”,- io ho bevuto come non mai. Ho mangiato tutta la testa del maiale per intero. Ma non ce l’ho fatta a finire un’orecchio e l’ho buttato al mujik bielorusso. Ma il nostro pastore Nettuno lo afferrò per primo. C’era da morire dal ridere”.
Ecco la lettera della moglie Lota al marito-tenente Gotfrid Verner, inviata al fronte:
“Non potresti togliere da qualche lurido ebreo un cappotto col pelo? Tanto non ne risentono, loro. Dicono che in Russia ce ne sono tanti di cappotti cosi’. E non ti dimenticare del tessuto per il vestito. Pensaci cos’altro c’è da portare, non aver pietà di quei bastardi. Almeno compensiamo un po’ questi tempi duri. Io qui proprio non ci riesco trovare un buon tessuto per il vestito”.
09.08.41. Dal diario del tenente maggiore Krauze, ucciso a seguito in Ucraina. Krauze passò per Polonia, Francia, Ugoslavia, Grecia, alla fine arrivò in Ucraina. Le pagine del suo diario condotto in tutti questi paesi si assomigliano parecchio: è un resoconto delle violenze, sciacallaggi e teppismo:
“Fra poco divento un’amante a livello internazionale! Ho sedotto le contadine in Francia, le polacche, le olandesi….” Poi seguono i dettagli dei suoi “atti eroici” a dir poco improponibili. Segue: “Oggi finalmente ce l’ho fatta a rilassarmi. La bambina aveva 15 anni ed era molto impaurita, mi mordeva le braccia. Poverina, ho dovuto legarla…Il tenente mi disse: per questi atti epici meriti una croce di ferro”.
Un carrista Karl Fux:
“Qui è impossibile vedere il viso gradevole e intelligente. Tutti selvaggi, impauriti, deficienti a tutti gli effetti. Pensa che questa feccia guidata dai giudei e galeotti aveva in mente di sottomettere l’Europa e il resto del mondo. Grazie a dio il nostro fuhrer Adolf Hitler non lo ha permesso”.
La lettera al soldato tedesco Gainz da parte di Ioganna Rohe di Vaissenfels: “Da noi adesso lavorano molti russi, uomini, donne e bambini. Ci odiano a morte e colgono ogni occasione per scappare. Due settimane fa signor Kushtbah ha fermato due russi in Vinberger. Un boscaiolo vicino al Fraiburg tentò di fermare alcuni russi scappati dal campo, ma gli fecero resistenza. In settimana il nostro maresciallo di cavalleria ha fermato in paese due ragazze russe che scapparono dal casale. Le han frustate con i bastoni di gomma”.
Hamurg, 12 agosto 41.
“Mio caro Gans, oggi ho ricevuto ancora la tua lettera ed ero felice (…). Nei settimanali ci fanno vedere bene come sono terribili lassù, si fa fatica a guardare. È una vergogna che questa feccia vive su questa terra, persino quando vedi le facce terribili dei prigionieri viene lo schifo. Ma basta parlare di questo (…). Sono molto raffreddata e visto il tempo, non c’è da stupirsi. Fa freddo come in autunno e voi che dovete sudare lassù. Tua Gisel”.
La cittadina Anna Geller scrive al marito dal Naikirhen (Sassonia): “Quando bisognava raccogliere il pane, la russa s’impiccò. Questa gente fa veramente schifo. Le davo da mangiare e le ho dato persino il grembiule. Prima urlava che non vuole stare nel seminterrato assieme al Karl. Io penso che questa feccia dovrebbe essere onorata dal fatto che un tedesco non abbia schifo di lei. Poi rubò i crackers della zia Mina. Quando io la puni’ s’impiccò nel seminterrato. Ho già i nervi sottosopra, immagina vedere uno spettacolo del genere. Dovresti dispiacerti per me”.
Come fonti di informazione sono stati usati i libri: N.I.Buslenko- “ Sui rubiconi di Rostov- le lettere tedesche del 41”, “ Sconfitta dei tedeschi vicino a Mosca. Dichiarazioni del nemico”, Robert Kershow- “Lettere tedesche del 41. Croci di betulla invece delle croci di ferro.”
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MESSINA DOPO IL TERREMOTO DEL 1908 (5 FOTO) E DOPO IL BOMBARDAMENTO DEL 1943
Non si può non parlare d’amore, quando pensi alla guerra dietro l’angolo, i campi arati dalle bombe, il nero delle case bruciate, il fango delle trincee, il rosso dei corpi dispersi nei cortili. Non puoi non parlare d’amore quando pensi alla terra che si è aperta, squarciandosi come offesa dagli orrori degli uomini, divorando i semplici e i ladri, i puri e i peccatori, i colpevoli e gli innocenti, scrollandosi di dosso vite e città come i purosangue fanno con la pioggia. In entrambi i casi case distrutte, orfani piangenti, donne disperate, lacrime di ghiaccio, fiori di sangue e speranze recise ovunque si guardi. Ogni morto è un crocifisso, ogni ferito un lazzaro che non sa resuscitare e tra la disperazione e il dolore, solo l’angelo della morte incede sicuro con le braccia colme di vite finite come un bracciante che porta un fascio di spighe di grano durante una mietitura senza fine. Ma non è per amore che il soldato muore? Non accetta forse orrori e sofferenze per difendere chi ama e quanto ritiene giusto per loro? Non è amore quello rimasto sotto le macerie su cui si piange, non per le finestre o i mattoni rotti ma per gli affetti rimasti tagliati a mezzaria come i fili sottili di una ragnatela rotta per divertimento? Non è amore disperato quello che si prova per chi è rimasto, amore trasformato in dolore perché non si può più donare certezze e speranze, sicurezza e serenità? Non è l’amore quanto ci spinge a seminare i campi squarciati, a costruire la vita in nuove case, a cercare quella pace che dell’amore è l’unica difesa? Per questo l’angelo della morte non ha potere su versi e canzoni, su stagioni e maree, sulle albe e sulle stelle, perché essi possano nutrire d’amore i bambini di domani cosi che sappiano cancellare le guerre e il male degli uomini e l’indifferenza della natura. Per questo ogni tramonto porta nuove rime, ogni stella è la prima nota di una nuova canzone e nel buio di questi giorni, sono l’unico arcobaleno che indica la pace.
You can't not talk about love, when you think of the war around the corner, the fields plowed by bombs, the black of the burnt houses, the mud of the trenches, the red of the bodies scattered in the courtyards. You cannot not speak of love when you think of the earth that has opened up, tearing itself open as if offended by the horrors of men, devouring the simple and the thieves, the pure and the sinners, the guilty and the innocent, shaking off lives and cities like thoroughbreds they do with the rain. In both cases destroyed homes, weeping orphans, desperate women, tears of ice, flowers of blood and dashed hopes everywhere you look. Every dead person is a crucifix, every wounded man a lazarus who cannot resurrect and between despair and pain, only the angel of death walks safely with his arms full of finished lives like a laborer carrying a bundle of ears of corn during a endless harvest. But isn't it for love that the soldier dies? Doesn't he accept horrors and sufferings to defend those he loves and what he thinks is right for them? Isn't that love left under the rubble on which we cry, not for the broken windows or bricks but for the remaining affections cut in mid-air like the thin threads of a spider web broken for fun? Isn't it desperate love that one feels for those who are left, love transformed into pain because one can no longer give certainties and hopes, security and serenity? Isn't it love that drives us to sow torn fields, to build life in new homes, to seek that peace which is love's only defense? For this reason the angel of death has no power over verses and songs, over seasons and tides, over dawns and stars, so that they can feed the children of tomorrow with love and hope so that they know how to erase wars and the evil of men and the indifference of nature. That's why every sunset brings new rhymes, every star is the first note of a new song and in the dark of these days, they are the only rainbow that indicates peace.
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"I bambini giocano alla guerra"
I bambini giocano alla guerra.
E’ raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E’ la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo.
non aver paura.
( Bertolt Brecht)
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Restiamo umani
"O la Palestina sarà libera dall'occupazione, o non sarà mai fine alla violenza"
Da un post instagram del 7 ottobre di m.giardi, che potete trovare a questo link. Nel post trovate anche alcune foto.
«Ho scritto questo testo la sera stessa, sulla strada di ritorno da Hebron. Non l'ho mai pubblicato, perché non ritengo che queste parole rendano la violenza a cui ho assistito. Sono disordinate e confuse. Le pubblico oggi, contro tutti gli equidistanti e i sostenitori della "più grande democrazia del Medio Oriente". O la Palestina sarà libera dall'occupazione, o non sarà mai fine alla violenza. Restiamo umani. LA CITTÀ FRONTIERA Hebron è l'occupazione nell'occupazione. Arriviamo in un centro città affollato, venditori di falafel ambulanti (forse il miglior falafel) e mercato della frutta. La strada è talmente affollata che la macchina non riesce a passare, si scorgono a malapena i negozi traboccanti di merce. Il vero centro di Hebron però non è quello. H1, H2. Sigle che segnano confini. Questa volta visibili tangibili. Arriviamo davanti a uno dei check-point che danno accesso al centro città, quello vero, quello colonizzato. Un groviglio di reti, filo spinato, cancelli e tornelli da cui sbucano telecamere di ultimissima generazione. Il passaggio è costante, silenzioso, normalizzato. I bambini giocano a pallone davanti al gate, gridando di aprire il cancello più grande per passare con le proprie biciclette. "Oggi i turisti non entrano" ci viene detto con il fucile puntato. In Palestina ti abitui ad avere un'arma puntata almeno una volta al giorno. La nostra guida, che quella mattina era entrata da quel check point nell'unica via accessibile ai Palestinesi, ci guarda con la faccia sgomenta: "Andiamo di là, questa è una ripicca". La normalizzazione dell'occupazione ci obbliga a fare un giro largo, per entrare dal check-point della moschea "da lì sicuramente ci faranno passare". La strada attraversa "un mercato scatoletta", chiuso da tutti i lati da reti metalliche e cancellate "dai palazzi i coloni tirano pietre e acqua bollente ai Palestinesi. Ci dobbiamo difendere". Il "mercato scatoletta" non è come quello precedente. Pur essendo nella parte storica, più di 1000 attività commerciali sono state costrette a chiudere "la gente non viene più a comprare, per paura". I coloni hanno comprato alcune delle case proprio sopra al mercato, e minacciano costantemente la popolazione palestinese. Arriviamo al check-point. Questa volta possiamo passare. È la prima volta che provo il passaggio al check-point: mi sento un privilegiato, basta il mio passaporto per evitare altre domande scomode. Ci troviamo nel centro città. Un soldato si avvicina con fare minaccioso: per quella via i Palestinesi non possono passare. "Vi aspetto dall'altra parte", ci dice la guida. Ci troviamo in un luogo deserto. "La città fantasma" la chiamano. Bandiere su bandiere. Cartelli evocativi della "grande storia ebraica". Tutto intorno silenzio, vuoto. Un colono si riposa su un dondolo. Le porte dei negozi Palestinesi sbarrati. Questo è il risultato della grande riconquista dei Coloni. Una città svuotata e presidiata. Poche decine di persone piene di odio ci vivono dentro, privando chi ci abitava prima del diritto di base: quello di camminare per strada. Valeva la pena circondarsi di centinaia di soldati, di filo spinato e telecamere, per poi vivere in una distopia? Torniamo nella parte palestinese della città. Per pochi centesimi mi mangio un felafel accompagnato dal sorriso del venditore per il mio arabo stentato. Possono tentare di appropriarsi anche di questo, ma un felafel così buono non lo faranno mai.»
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