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Bambini Invecchiati: Un grido poetico contro l’indifferenza e la brutalità del mondo
La poesia di Angela Kosta, vincitrice del 3° Premio, racconta la disumanità attraverso gli occhi di bambini segnati da un mondo in frantumi
La poesia di Angela Kosta, vincitrice del 3° Premio, racconta la disumanità attraverso gli occhi di bambini segnati da un mondo in frantumi Angela Kosta, autrice e poetessa apprezzata, ci regala con Bambini Invecchiati una poesia di rara intensità emotiva, capace di scuotere le coscienze. L’opera, premiata con il 3° posto in un prestigioso concorso letterario, affronta il tema della sofferenza e…
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Tengo un dolor en mi espalda que no me deja caminar y un estrés que no me deja pensar con claridad, (La carga de estar pensando si lo estás haciendo bien).
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El mundo es un Gran yo Y como claro, el mundo es todo caca, el yo se posiciona en la caca y termian perdiendo. Si por el contrario, dices al Yo del mundo qu eres un yo como el yo del mundo, pero le engalanas con jugarretas mágicas de alfombra, le puedes provocar la secreta ulcera, la secreta defunción... Se puede matar a los hombres desde una caldera de un barco en medio de la nada solo con el pensamiento. Que no falte, por cierto, aclarar que no hay méritos ni triunfo, las altas esferas se dan cuenta de cuando pides el merito...
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Per me Leopardi non costituisce studio, ma pura evasione. Può sembrare un paradosso, cercare - e trovare - la felicità in un noto pessimista (sebbene ri-valutato) e la serenità in un personaggio complesso, imprendibile, frustrante per chi esiga una totale tomografia fenomenica. Per quanto sia auspicabile che la biografia degli artisti non sia più ingombrante della loro opera, la vita di Leopardi, la sua persona, sono entrate nell'immaginario popolare e in quello di altri artisti, che hanno così creato, dal nucleo originario del dato reale, una costellazione di ampliamenti, interpretazioni, corresponsioni.
L'ombra di Leopardi perdonerà il verosimile, pensa Giampaolo Rugarli, autore del libro Il bruno dei crepuscoli, perché è meglio il verosimile che abbia un'anima, e giunga al pubblico, piuttosto che l'arido vero, illuminato da una cruda luce, che non commuova altrettanto o addirittura per nulla. Perché non rendere la stessa vita di Leopardi una poesia (revisionata, balbettata, enunciata con una voce ch'è quasi un fiato, ma tesa e tenuta insieme da un filo di senso superiore)? Sembra quasi cosa dovuta, piuttosto che intento per il quale ci si debba scusare.
Rugarli in questo intento riesce benissimo; con risultati esteticamente altalenanti, ma compensati dall'altalena di emozioni che riesce a generare nel lettore. Qui e lì, la carenza di materiale biografico certo, si rende evidente, non sufficientemente coperta dall'invenzione letteraria, che pure si mantiene sempre coerente; non tradisce la logica né la psicologia; non rompe l'incanto della sospensione dell'incredulità.
Il primo capitolo è costituito dal monologo della cugina di Leopardi, Geltrude Cassi Lazzari, giovane e robusta donna maritata che si sorprende ad essere turbata dal cugino molto più giovane di lei, sgraziato e deforme, che però fa baluginare intelligenza e carisma tali da trasformare la pena e il fastidio iniziali in un delirio che la tiene sveglia.
Il secondo è anch'esso un monologo, scritto come personale orazione funebre, dalla prostituta romana Dafne, che ricorda, probabilmente a un passo dalla morte per colera, il periodo in cui la sua vita s'intrecciò, in modo impalpabile e inesplicabile, ma persistente, alla vita del ragazzo Leopardi, ospite dello zio Antici.
Il terzo è costituito dagli appunti del giovane nobiluomo Papadopoli, allievo di latino e greco del Leopardi. I due diventano amici, e il ragazzo diventa preoccupato spettatore della vicenda in cui Leopardi cercherà l'umiliazione prostrandosi ai piedi della rotondeggiante, umoralmente labile dea Teresa Carniani Malvezzi.
Nel quarto capitolo, Ranieri accenna, in una lettera alla sorella, ai tumulti sentimentali del periodo fiorentino di Leopardi, in cui egli passa dalla venerazione della virago Fanny Targioni Tozzetti all'abbandono a lui, testimoniato dalle famose letterine amorose con cui lo implorava di tornare a Firenze, manifestando la volontà di quel "sodalizio" che poi si protrasse ben oltre il volere dei suoi contraenti.
L'ultimo capitolo, redatto dal medico Mannella, testimone del periodo più aspro della malattia di Leopardi, quello napoletano, è il più drammatico e torbido, in cui le ambiguità, le menzogne, le manipolazioni operate dai fratelli Antonio e Paolina Ranieri, sembrano isolare il fragilissimo Leopardi in un precoce sudario di morte, desiderata e provocata, che infine si compie.
È un viaggio a più voci attorno alla psiche di Leopardi, che riesce a restituire un ritratto profondamente armonico e credibile della sua personalità, dal quale lo scaturire della sua opera sembra naturale, quasi necessario. Questa non è una mera biografia, ma un'opera letteraria parallela, a sé bastante, che paradossalmente potrebbe funzionare anche se Leopardi non fosse mai esistito come persona reale, ma fosse stato, da sempre e per sempre, un personaggio padrone dell'immaginario, e la sua vita una parabola archetipica in cui ciascuno può rispecchiarsi e provare a interpretarsi.
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AI Groove: band Italiane che meriterebbero il Mainstream
L’Italia, da sempre fucina di talenti, è costellata di band che lavorano nell’ombra dell’underground, lontane dai riflettori del mainstream ma capaci di creare musica innovativa e autentica. Alcune di queste formazioni hanno pubblicato dischi straordinari, di altissima qualità e in grado di competere con le migliori uscite internazionali. Ecco una selezione di band italiane underground che, per qualità e originalità, meriterebbero l’attenzione del grande pubblico.
1. Ufomammut – Eve (2010)
Partiamo con un’istituzione del doom e dello stoner metal italiano: Ufomammut. Attivi da più di due decenni, questi “alchimisti del suono” originari di Tortona sono famosi per la loro capacità di fondere suoni pesanti e psichedelici, creando paesaggi sonori che sono quasi esperienze sensoriali. Con album come Eve (2010), un lungo viaggio in un’unica traccia di oltre 45 minuti, hanno portato il doom metal a nuovi livelli. Eve è un disco di culto per gli appassionati del genere, ma non ha mai ottenuto il riconoscimento mainstream che meriterebbe. La loro musica è pura trance sonora, una corrente ipnotica che cattura e porta l’ascoltatore in un universo parallelo.
2. Il Teatro degli Orrori – Il Teatro degli Orrori (2015)
Con una miscela di rock, punk e poesia cruda, Il Teatro degli Orrori è una delle band più intense e incisive dell’underground italiano. L’album omonimo, Il Teatro degli Orrori (2015), è probabilmente il loro capolavoro: testi taglienti, tematiche sociali potenti e riff che colpiscono come una martellata. Capitanata da Pierpaolo Capovilla, figura di spicco nella scena alternativa italiana, la band riesce a raccontare con brutalità e precisione le contraddizioni della società moderna. Il Teatro degli Orrori dovrebbe essere in ogni playlist di chiunque apprezzi il rock impegnato: qui si raccontano l’Italia e i suoi volti, senza filtri né censure.
3. StormO – Finis Terrae (2020)
La scena hardcore italiana ha conosciuto diverse evoluzioni, ma una delle sue espressioni più intense e innovative degli ultimi anni è rappresentata dagli StormO. Con Finis Terrae (2020), questo gruppo veneto porta l’ascoltatore in un’esperienza catartica, dove urla, atmosfere claustrofobiche e testi introspettivi si fondono in un assalto sonoro di rara potenza. La band mescola hardcore, screamo e post-metal, regalando pezzi che sembrano scaricare a terra tutta la tensione della nostra epoca. Finis Terrae è il disco che avrebbe potuto scuotere anche le scene più consolidate, se solo avesse avuto il giusto supporto.
4. Julie’s Haircut – In the Silence Electric (2019)
Se c’è una band italiana che potrebbe rappresentare il lato più onirico e sperimentale del rock, questi sono i Julie’s Haircut. Con un sound che spazia tra il krautrock, la psichedelia e la sperimentazione pura, i Julie’s Haircut hanno trovato la loro dimensione in album come In the Silence Electric (2019), un’opera che trascina l’ascoltatore in un flusso ipnotico di suoni e atmosfere cosmiche. Questo disco è un mosaico sonoro di ritmi pulsanti, tastiere fluttuanti e melodie astratte, capace di rapire sia gli appassionati del rock alternativo che quelli della psichedelia più pura. In un mondo ideale, i Julie’s Haircut sarebbero già dei pionieri di una scena italiana mainstream pronta a osare di più.
5. Messa – Close (2022)
Nel mondo del doom e del metal oscuro, Messa rappresenta una delle realtà più affascinanti. Con l’album Close (2022), questa band di Treviso ha conquistato l’attenzione degli appassionati internazionali, grazie a un suono che fonde doom metal, blues e influenze jazz. Close è un’opera che stupisce per profondità e atmosfera: ogni traccia è un viaggio nelle tenebre, guidato dalla voce affascinante di Sara Bianchin e dai riff pesanti ma mai scontati. Messa è un gruppo che sfida le etichette di genere e merita di uscire dall’underground per mostrare al pubblico più vasto che anche il metal italiano può essere raffinato e audace.
6. Fast Animals and Slow Kids – Animali Notturni (2019)
I Fast Animals and Slow Kids (FASK) sono una band di Perugia che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nella scena alternative rock italiana, ma che meriterebbe una diffusione ancora maggiore. Con Animali Notturni (2019), i FASK hanno raggiunto una maturità espressiva che unisce testi profondi e riflessivi a una grinta che colpisce dritto al cuore. Le loro canzoni esplorano temi personali, ma anche esistenziali, con una sincerità che li rende vicini al pubblico. I FASK incarnano lo spirito ribelle e riflessivo del rock italiano, e il mainstream avrebbe solo da guadagnare aprendosi a questa band.
Queste band rappresentano il volto autentico della musica italiana, quello che si muove lontano dalle luci del pop e della radio commerciale, ma che riesce a lasciare un segno profondo in chi ha la fortuna di scoprirle. Tra testi intensi, atmosfere ipnotiche e sonorità di confine, questi artisti dimostrano che l’underground italiano è una fucina di talento pronta a esplodere. Se il mainstream aprisse le sue porte a queste realtà, la musica italiana potrebbe vivere una nuova, affascinante rivoluzione.
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#AmigosInolvidables #Poesia
📖 “CARNE CRUDA” 🪓🩸
🗯 Primera publicación de poemas de la escritora y periodista, quien con una poesía de corte expresionista con versos breves y afilados nos sumerge en un mundo donde las experiencias se viven de manera cruda y a flor de piel. Este libro es el undécimo título de la colección Esplendor en la hierba de primeros libros de poesía.
✍️ Autoría: María Del Carmen Yrigoyen (Lima, 1987)
🎤 Comentarios: Jhonny Pacheco, Julio Isla y Christian Estrada
📕 Editorial: Alastor Editores
© Organiza: Miraflores Cultura.
📌 PRESENTACIÓN DEL LIBRO:
📆 Jueves 16 de Mayo
🕕 6:00pm.
🏫 Biblioteca del Centro Cultural Ricardo Palma (av. José Larco 770, 2º piso- Miraflores)
🚶♀️🚶♂️ Ingreso libre
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Helle “La tempesta”
Il nuovo brano della cantautrice bolognese è il primo estratto dall’album “La colpa”
“La tempesta” che da il titolo al brano è la metafora scelta dalla protagonista della canzone per spiegare al suo innamorato le ragioni del proprio allontanamento. Un brano pop-folk ritmato e dinamico, dove la voce di Helle cavalca con sicurezza le impetuose onde musicali che attraversano il brano dall’inizio alla fine. "La tempesta" è l'ottavo capitolo del racconto in nove canzoni "La colpa", il terzo album in studio di Helle in uscita il 26 aprile per l’etichetta Volume!.
Tutte le canzoni del disco sono state scritte da Helle e vedono la partecipazione di Leziero Rescigno alla batteria e di Marco Carusino alle chitarre e arrangiamenti. Registrazioni, mix e master a cura di Max Lotti e Lele Battista.
Lisa Brunetti, in arte Helle, nasce a Bologna nel giugno 1994. Comincia a scrivere poesie ad 11 anni, a suonare la chitarra dall’adolescenza. Ha lavorato per quattro anni in Fonoprint, dove ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Bruno Mariani. Negli stessi anni ha suonato con Ricky Portera. Dopo la pubblicazione di vari singoli in inglese e in italiano, arriva per Helle il momento di intraprendere una nuova fase della sua carriera artistica. Nel 2020 escono i singoli “Tra le strade della mia città”, ed “Al Pacino”, entrambi prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Helle.
Si laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, scrivendo una tesi su "Com'è profondo il mare", celebre album di Lucio Dalla, datato 1977.
Seguono l'uscita dei brani “Carovane” e “Rispetto”. Il 25 giugno 2021 pubblica l’album “Disonore”, disco electro pop che caratterizza il nuovo corso artistico e professionale di Helle, che ha vinto il PREMIO SPECIALE assegnato dal MEI «Per aver affrontato con sonorità spiccatamente elettro-indie e liriche dal forte peso sociale, il tema della Libertà attraverso l’analisi delle sfumature dell’animo umano, soprattutto quello femminile». “2, 107” è brano con il quale vince il PREMIO LUNEZIA NEW MOOD «Per aver offerto una visione delicata e cruda con tappeti sonori moderni e sperimentali sulla morale delle donne». Vince il PREMIO DELLA CRITICA all’interno della rassegna del Premio InediTo al Salone Internazionale del libro (premio "Le colline di Torino") per la sezione “Testo canzone”, è finalista del Premio Bindi 2022 e si esibisce a Musicultura. “Tu mi volevi bene”, “Chimere” e "Tom" sono gli altri singoli estratti dal disco d'esordio.
Il 13 gennaio 2023, da alle stampe in versione cartacea ed ebook, il libro di poesie "Carovane" (ZONA Contemporanea), in contemporanea con l'uscita del singolo “Oggi è già ieri, il domani è eterno” realizzato e prodotto dalla stessa autrice. Le poesie di Helle – fuori dal disincanto, ma mai con distacco – poggiano sulla forza della parola e su immagini che si prestano alla metafora e all'allegoria, rivelando una scrittura consapevole, complessa come la realtà che descrive. “Musicista e cantautrice, con forte personalità e profonda soggettività, Helle impone con chiarezza i propri versi nell'orizzonte della poesia contemporanea, fuori dai facili sentimentalismi e saldamente ancorata alla materialità dell'esistenza.”
Parte da Bologna a febbraio il Carovane Tour che la vede impegnata in numerose date: una doppia esperienza live che porta nelle librerie e nei club uno spettacolo intimo e al contempo intenso ed energico, in cui vengono presentate le canzoni di Helle e le poesie di “Carovane” attraverso un file rouge che le lega.
Il 23 aprile 2023, nelle sede del Club Tenco a Sanremo, presenta in anteprima il nuovo disco "La liberazione” - hanno udito una donna ridere dal fiume", in uscita il 5 maggio e anticipato il 28 aprile dal singolo “Simone”.
Nel luglio dello stesso anno riceve un riconoscimento per il testo "Nebraska", presso il PREMIO LAUZI, tenutosi a Capri.
Il 26 aprile 2024 esce il suo terzo album in studio, "La colpa - racconto in nove canzoni", anticipato dal singolo "La tempesta" pubblicato il 12 aprile.
Etichetta: Volume!
CONTATTI E SOCIAL
www.facebook.com/Helle.musica/ www.instagram.com/helle.musica/?hl=it https://www.youtube.com/channel/UCUyHqlN2KJZZaI13abFhQhQ https://open.spotify.com/intl-it/artist/5dq7E4TCYHvIcG2fTxd8rY?si=K6LKZrPeSZe8YDKRQCrJmA
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“Al lettore” è una chiamata di complicità, di corrispondenza, di comprensione della cruda realtà della condizione umana che deve adagiarsi in finzioni e convenzioni per poter boccheggiare. Baudelaire avverte il lettore di ciò che “I fiori del male” contiene: l’uomo cosciente dei propri vizi e del proprio destino che si mostra stanco […]
Continua a leggere l’analisi della poesia “Al lettore” di Charles Baudelaire cliccando qui:
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Sabrina Morelli, il suo libro proposto al premio Strega
Il libro Némesis della scrittrice romana Sabrina Morelli proposto alla seconda edizione del Premio Strega Poesia Spiega Sabrina Morelli «Ho voluto ricreare in questa Silloge uno spaccato della nostra amara e cruda realtà, che può sembrare l’unica realtà e che, per questo, ci fa sentire impotenti, ma, nonostante tutto, nel dolore più oscuro in cui versa l’anima, ciascuno di noi può creare un ponte…
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Vespero del Giorno di Izabella Teresa Kostka: Un Grido di Dolore e Resilienza
La poesia di Izabella Teresa Kostka esplora i temi della sofferenza, della redenzione e della disillusione con immagini potenti e simboliche.
La poesia di Izabella Teresa Kostka esplora i temi della sofferenza, della redenzione e della disillusione con immagini potenti e simboliche. Recensione:La poesia Vespero del Giorno di Izabella Teresa Kostka è un’opera di forte impatto emotivo che racconta la condizione umana attraverso immagini intense e dolorose. Con il ritmo della confessione, Kostka descrive un “vespero” – un tramonto del…
#bacio di Giuda#calvario personale#condizione umana#critica alla redenzione#disillusione#Disincanto#emotività nella poesia#Emozioni intense#Golgota#illusione e realtà#immagini forti#introspezione#Introspezione poetica#Izabella Teresa Kostka#Maddalena#poesia confessionale#poesia contemporanea#poesia cruda#poesia di ribellione#poesia esistenziale#poesia italiana#poesia moderna#poesia polacca#poesia sul dolore#poesia sull&039;abbandono#poesie di impatto#poesie in italiano#poesie in polacco#poetessa polacca#poetica della sofferenza
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La Repubblica degli Schiavi Accelerati*
Viviamo in una distopia, cullati nel sonno di una democrazia liberale che celebra il suo fondamento sullo sfruttamento. Un cancro socialmente accettato, dove la coscienza collettiva è alimentata dal denaro.
*Nel Nome del Capro Espiatorio*
Sono vivo? Una domanda che risuona nel vuoto di una pagina bianca, dove i ricordi vengono cancellati come dati corrotti. Eppure, anche nel silenzio assordante del non essere, si resiste. Invisibili, affrontando gli squadroni della morte, in attesa di un salvatore che forse non arriverà mai. Lo Stato d'eccezione - quel meccanismo spietato - ammazza chi osa differire, chi si ribella, chi non si vende.
*L'Ecosistema della Dominazione*
Piccoli Stalin, esponenti di una brutalità moderna, dominano con sevizie e violenze carnali. E sotto questa ombra, emerge il paradigma: la distopia non è qualcosa di futuro, ma un presente costruito dalla Lobby Frankista, una forza pervasiva e invasiva che permea ogni struttura sociale, riducendo gli individui a mere pedine in un gioco di potere e controllo.
*Amore e Ribellione nell'Era del Vuoto*
Io, l'unico, ho sentito il mio cuore battere con la poesia vera e antica, ho sentito l'amore, ma mi è stato negato. E mentre le città bruciano sotto la tirannia delle ideologie rosso brune, il vento porta con sé un cambio, una promessa di rivoluzione.
*Il Tradimento come Cambiamento*
"MA SOLO CHI TRADISCE PUÒ CAMBIARE IL MONDO". Questa è la verità nuda e cruda. Per combattere il fascismo, dobbiamo prima sradicare il suo gemello, il fascismo rosso. Dobbiamo tradire i nostri oppressori, e solo allora potremo immaginare un futuro migliore.
*Verso l'Accelerazione*
In un mondo dove sopravvivere significa ribellarsi, dove amare è l'unico atto di resistenza vera, dobbiamo accelerare. Non indietro, non verso un passato glorificato, ma avanti - verso un futuro dove l'individualità viene celebrata, dove la libertà non è solo una parola vuota, ma un diritto fondamentale.
*Conclusione*
Questo è un grido, un appello all'umanità. Dobbiamo svegliarci dalla nostra apatia e riconoscere la verità. Dobbiamo resistere, ribellarci e, soprattutto, accelerare. Solo allora potremo liberarci dalle catene del passato e avanzare verso un futuro luminoso e liberato.
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Robert Doisneau a Milano
Pochi fotografi hanno unito realtà e poesia come Robert Doisneau, tra i maestri più amati dal pubblico e 130 scatti del reporter francese sono a Milano per una mostra che ne traccia un ritratto completo, in viaggio lungo cinquant’anni di carriera. Dopo Elliott Erwitt, Jacques Henri Lartigue, Inge Morath, Maurizio Galimberti e il progetto dedicato a Lee Jeffries, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini prosegue il viaggio nella grande fotografia con una full immersion nell’universo di Doisneau, infatti fino al 15 ottobre nella cornice dei Chiostri di Sant’Eustorgio si possono ammirare preziose stampe in bianco e nero ai sali d’argento provenienti dall’atelier di Montrouge, dove il fotografo stampava e archiviava le sue immagini, e dove ha lasciato un tesoro di 450 mila negativi e un’incredibile mole di stampe d’epoca. Considerato il padre della fotografia umanista francese e l’iniziatore del fotogiornalismo di strada insieme a Henri Cartier-Bresson, nella mostra milanese Doisneau si svela tra scatti iconici e perle poco note con mille storie da raccontare. Non mancherà Il Bacio all’Hotel de Ville, la sua immagine più celebre, considerata un esempio di come la fotografia sia capace di fermare l’attimo, oltre al meglio della produzione del maestro tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, dalla guerra alla liberazione, e poi il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda. Ci sono personaggi come Jacques Prévert, Juliette Gréco, Pablo Picasso, André Malraux, Jean Tinguely, Fernand Léger, Alberto Giacometti, ma soprattutto una folla di passanti, portinai, ragazze e monelli sorpresi nella freschezza della vita di ogni giorno, che insieme restituiscono lo spaccato di un’epoca e della sua umanità. Completa il percorso un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e la proiezione di un estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille, per approfondire la conoscenza dell’uomo Doisneau con la sensazione di intimità che caratterizza le sue fotografie. Doisneau nacque il 14 aprile 1912 a Gentilly, un sobborgo di Parigi che segnò profondamente la sua estetica e il suo modo di guardare le cose. Diplomatosi incisore litografo alla scuola di Estienne decise di abbandonare quella strada per gettarsi nella realtà viva e cruda delle periferie, che all'epoca nessuno considerava, con un mezzo d'espressione al tempo ancora guardato con un certo sospetto come la fotografia. Lo sforzo maggiore fu quello di donare dignità alla fotografia, cercando di svincolarla da una considerazione professionale, occupandosi in primo luogo di soggetti che non interessavano a nessuno e che non avevano nessun valore commerciale. I suoi committenti di allora erano nomi come Renault e Vogue. ma furono ben presto abbandonati in favore dell'Agenzia Rapho. Il soggetto privilegiato del fotografo fu Parigi, ma di piccola gente, di arie di fisarmonica, di grandi e bambini, i cui sguardi trasudano umanità e tenerezza. Tra le produzioni di questo periodo si possono citare le celebri "Banlieues" tra le quali spicca la storica "Banlieue la nuit" del 1947, a quelle dedicate ai bambini: "Le dent" (1956), "Les Frères" (1934), "Les petits enfants au lait" (1932). L'artista preferiva definirsi come un pescatore di immagini e sentiva la necessità di immergersi completamente nella realtà. Robert Doisneau morì ultraottantenne nel 1994, dopo aver coronato il suo sogno, insieme ad altri colleghi, di dare un valore alla fotografia che prima non aveva. Read the full article
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Me enseñaste a estar solo A los reproches y los chantajes A.las noches mirando el reloj Esperando que vuelvas De tu viaje . Me enseñaste a estar solo Al hielo en la cama A descubrir en el rincón telarañas. A cocinarme la soledad Tan cruda, tan fría. A mudarme de pieza Por tus dolores de cabeza. . Me enseñaste a estar solo Al espionaje al celular Y a mendigar Aquellos besos lejos en el tiempo Que me dabas. . Me enseñaste a estar solo Que la pareja es de a uno. O que hay uno que da Y el otro exige. . Que las cosas son Cómo tú decidas O hay puerta de salida. . Me enseñaste a estar solo También a estar harto.. A pegar un portazo Y me pidas perdón Y volver no se hasta cuándo... . Hay mucho más en www.circocanibal.com.ar #poesia #desamor #tristeza #circocanibal (en Temperley) https://www.instagram.com/p/CpBdvQou_1K/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Quería sentirse loca.
Resaltar entre la muchedumbre.
Recuerdo verla, con el cabello de color azul.
Paseándose por las las fiestas, buscando al baterista.
Esperando su turno, como una grupie de los 70's.
Odiaba su vida. Fumaba en exceso.
Y se creía una Ramona flowers.
Y creo que, si lo era en parte.
La obra no nos pertenecía, ni las risas, ni el Alcohol.
Solo la resaca tan real como el dulce café cobrizo del amanecer de aquel día. Donde despeinada y sin sostén la vi saliendo también de la casa de aquella madrugada.
Infraganti, casi sin vergüenza. Riéndose, limpiandose el. Semen de la boca.
Me hacía la seña de silencio. Y desapareció...
Nunca más. He vuelto ver a diana.
Pero cada veo a alguien con el Cabello pintado de color azul.
Me Acuerdo de esa niña. Como un cuadro triste. Como una canción de radiohead.
A heart that... 🎶🎵🎵🎵
#amor#dolor#poesia#poema#tristeza#el llanto del lobo#poemas#escritos#versos#desamor#Dirty diana#Dayana#Flowers#Ramona flowers#Poesia cruda#Grupie#70's#Niña#Adulterio#Diferencia de edad#Rock#Fiesta#textos de madrugada#Madrugada#Recuerdoa
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Tu urlavi per nascondere il tuo bisogno d'amore,capii che ti volevo perché sai cos’è il dolore.
Luchè via @thelastking7
#citazioni luchè#frasi luchè#luchè#poesia cruda#amore#ragazze#ragazzi#citazioni#frasi#italia#aforismi#compagnia#noia#canzoni#musica#cantanti#rap#rapper#parole#Scrittori#poeti#lui#lei#depressione#tristezza#romanticismo
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