#Il treno dei bambini
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- Perchè? Chi ti manda via ti vuole bene?
- Amerì, a volte ti ama di più chi ti lascia andare… di chi ti trattiene.
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A volte ti ama di più chi ti lascia andare che chi ti trattiene.
Il treno dei bambini - Viola Ardone
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Certe volte ti vuole più bene e chi ti lascia andare, piuttosto che chi ti trattiene.
dal TRENO DEI BAMBINI
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if i have any italian speaking followers or anyone seeing this PLS watch il treno dei bambini. 10/10 made me cry.
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Il Treno dei Bambini: un viaggio nel cuore del dolore e della speranza
di Jacopo Scafaro “Il Treno dei Bambini”: un viaggio nel cuore del dolore e della speranza Abbiamo visto e recensito il film uscito da poco su Netflix.Il Treno dei Bambini ci porta in un’Italia segnata dalla guerra, dove il sacrificio di una madre e il coraggio di un bambino si intrecciano in un atto di speranza. Con le interpretazioni di Serena Rossi e Barbara Ronchi e la musica di Nicola…
#Barbara ronchi#Christian Cervone#Cristina Comencini#film#il treno dei bambini#italia#napoli#Netflix#Nicola piovani#Serena rossi#Viola Ardone
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Il treno dei bambini di Viola Ardone: Un viaggio di speranza e crescita nella Napoli del dopoguerra. Recensione di Alessandria today
La commovente storia di un bambino e di un’Italia che si rialza dopo la guerra
La commovente storia di un bambino e di un’Italia che si rialza dopo la guerra Il romanzo Il treno dei bambini di Viola Ardone, pubblicato da Einaudi nel 2019, racconta la storia di Amerigo, un bambino di sette anni che lascia la sua Napoli nel 1946 per affrontare un lungo viaggio verso il Nord Italia. Insieme a migliaia di altri bambini del Sud, Amerigo partecipa a un’iniziativa del Partito…
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Estrenos en cine y streaming
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Ho lasciato che il tempo passasse e adesso è tardi.
Viola Ardone, Il treno dei bambini
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Perché certe volte ti vuole più bene chi ti lascia andare, di chi ti trattiene.
Il treno dei bambini
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GIORNO DEL RICORDO
Il treno giunse alla stazione di Bologna solo a mezzogiorno del giorno seguente, martedì 18 febbraio 1947. Qui, dai microfoni di certi ferrovieri sindacalisti CGIL e iscritti al PCI, fu diramato l'avviso Se i profughi si fermano per mangiare, lo sciopero bloccherà la stazione. Il treno venne preso a sassate da dei giovani che sventolavano la bandiera rossa con falce e martello, altri lanciarono pomodori e sputarono sui loro connazionali, mentre taluni buttarono addirittura il latte, destinato ai bambini in grave stato di disidratazione, sulle rotaie, dopo aver buttato le vettovaglie nella spazzatura. #neverforget
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In questa scuola la maestra è un maschio e si chiama signor Ferrari. E' giovane, non ha i baffi e tiene la erre moscia. Dice agli altri che io sono uno dei bambini del treno e che mi devono accogliere e farmi sentire a casa mia. A casa mia non avevo niente, penso. Quindi è meglio che mi accolgono come a casa loro.
Il treno dei bambini, Viola Ardone
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Non so se tu mi manchi e non ho ancora capito in che modo mi mancherai. La lontananza tra noi è diventata un'abitudine. Abbiamo disertato tanti appuntamenti. Dal momento in cui mi hai messo su quel treno, io e te abbiamo preso binari diversi, che non si sono più incrociati. Ma adesso che la distanza è incolmabile e so che non ti incontrerò più, mi viene il dubbio che sia stato tutto un equivoco, tra me e te. Un amore fatto di malintesi.
Il treno dei bambini - Viola Ardone
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Conoscete la storia del "tempo che passa", vero?
Già. L'avrete sentito dire a tantissime persone, anche voi l'avrete detto molte volte.
Il tempo passa, anzi scorre fra le nostre dita e spesso non ce ne accorgiamo. Impegnati a vivere gli attimi della vita che, se sommati, formano il tempo.
Vivere, già... bisogna avere anche una buona dose di fortuna per vivere; diversamente si sopravvive.
"Il tempo passa" e lo sappiamo tutti, ma arrivano dei momenti nella vita in cui effettivamente ce ne accorgiamo. Ci rendiamo conto che il tempo è passato, come se tutto d'un tratto ci svegliassimo da un torpore. Come se ci fossimo assopiti sul treno, durante un viaggio, svegliandoci di soprassalto al sentire un voce gracchiante da un altoparlante di una stazione.
In questi giorni intensi ho avuto delle concrete prese di coscienza del tempo che passa.
Figli. Questo mese di settembre sono riprese le scuole, ho visto i ragazzi per le vie della città con i loro zainetti e cartellette avviarsi in lunghe file verso le proprie scuole. Ho visto genitori accompagnare i bambini con i loro piccoli zainetti verso le scuole dell'infanzia o di primo grado.
Così mentre li osservavo ho pensato ai miei figli. All'autonomia che hanno i ragazzi universitari.
Non hanno più bisogno di me, dei passaggi o dei trasporti. Dei colloqui con i docenti e delle presenze nello studio.
Santo cielo, sono uomini che si organizzano e hanno appuntamenti di studio e corsi, e lezioni.
Di pranzi o cene con gli amici, di viaggi nel fine settimana e di discussioni e pensieri. Hanno sempre fretta, come se avessero un cronometro messo nel cervello.
Vorrei dire ogni tanto a ognuno di loro: "Riposati"; poi penso a quando li esortavo a studiare e non "perdere tempo".
Ma il tempo non si perde, esso scorre. Sta a noi decidere se viverlo appieno o lasciarlo scivolare inerti.
Madre. Che la tua ragione sta sfumando, non averne a male se ti ho portato in un posto dove ti aiuteranno. Spero di riportarti presto a casa, per vederti ancora tra i tuoi ricordi e le cose a te care. Sistemo casa tua e vedo le foto in bianco e nero o con quei colori anni ottanta. Quante volte le ho viste, ma con la tua presenza andavano in secondo piano. Ora nel silenzio dell'assenza pesano come pietre miliari, segnando la strada del tempo passato.
Il tempo passa. Venticinque anni sono passati dalla sepoltura di mio padre. In questi giorni è stato riesumato.
Mio padre, non ha mai mollato nella vita. Testa bassa e lavoro, fino allo stremo.
Solo un cancro lo ha sconfitto prematuramente.
Così ho assistito alla sua esumazione, pensavano di trovare ossa i necrofori. Ma lo avevano assicurato per la loro esperienza nel settore: "Deve sapere che dopo venticinque anni saranno solo ossa"; mi hanno detto.
Mio padre invece non si è consumato, ha resistito.
Ho avuto pietà per quei resti umani, ho avuto pietà per me che sono restato umano.
Ho sussurrato "Scusa", a quei resti. Perché di scuse ne avevo tante da porgere a mio padre, usando la mia bocca. Perché di scuse me ne doveva anche lui, con la sua bocca.
Così in questi giorni mi sono svegliato a una stazione, a bordo di un vagone, per via di una voce gracchiante dal profondo della mia anima. Sono risvegli duri, che ti lasciano un po' stordito, con quel malessere diffuso.
Il tempo passa e lo sa solo il cielo di quanto ne ho sprecato.
Mi domando se riuscirò, per quanto mi rimarrà di vivere, di sentirmi completato. Ma poi penso al fatto che, ognuno di noi, ha più tempo che vita.
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Bazen seni yanında tutan kişidense gitmene izin veren kişi daha çok seviyordur.
il treno dei bambini (2024), Cristina Comencini
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Devi far sedere la tua anima e farla concentrare sulla Vigna per più di trenta secondi, il tempo che ti ruba un Reel inutile su i cosiddetti “Social”. Questo perché la tua anima ha bisogno di far sedimentare quello che i sensi le fanno percepire. È un esercizio che certi monaci o esseri spirituali chiamano “meditazione” ma che è semplicemente dare valore al tuo tempo. Ecco, ad esempio, la Vigna, se tu la guardi semplicemente è un filare continuo e ripetuto di piante della vite. Questa constatazione però non è degna di te che sei, o dovresti essere, un essere vivente, un’anima pensante in un corpo recettivo. Usa gli occhi. Vedi l’azzurro del mare ed il crepuscolo che si avvicina, il cielo perdere forza e dare alle foglie delle viti un colore intenso ed intimo non quello splendente e forte che hanno durante il giorno. Vedi le nuvole, li ad occidente, arrossare ed illuminarsi sempre più intensamente, coperte dall’ondeggiare delle chiome ad ombrello degli antichi pini. Sono gli attimi che portano i ricordi ed in cui la memoria distilla il giorno preparando attori e sceneggiature per i prossimi sogni. Ora ascoltiamo il mondo. Il vento, instancabile maratoneta, sale dal mare o scende precipitoso verso di esso, facendo frusciare le foglie e portandoti la discussione paesana che le Ciaule hanno nel cielo, chiamandosi e rispondendosi fin quando il grido infinito di un Cacciavento, non le zittisce e le porta a nascondersi su rami o sui fili della luce. Aspettano composti che il rapace torni verso l’alto monte, tra gli aerei abissi da dove domina il mondo. Senti le voci della spiaggia, il vociare dei bambini, il metallico e ritmico correre di un treno, il suono della corriera, lo scoppiettio dei motorini. Il suono è parte dell’uomo, per questo le viti in silenzio, ascoltano curiose, scrivendo nei loro acini, le canzoni della gioia per quando sarà festa o per quando vi saranno dolori da combattere. La Vigna vive di santa eternità e prova ne è l’amore che dona agli uomini. Ora i profumi. Profumo di resina dei pini, intenso, liberatorio, quasi una medicina miracolosa. L’odore del vento, odore umido del mare, odore secco del monte, fatto di cardi arsi e di ulivi eterni. Odori caldi d’estate ed odori secchi e taglienti d’inverno che la vigna percepisce e di cui nutre i suoi grappoli, custodendo il sapore della terra nel loro sangue e trasformandolo con il sole in zucchero ed ebrezza perché la Vigna è la magia della natura, il cantastorie delle stagioni. I suoi filari si allungano a vivere nel sole, le sue radici raccolgono l’anima della terra. Per questo la Vigna è come una donna che dona ebrezza, che ci rivela la bellezza e l’essenza della natura: il mutare, il divenire, l’essere. Perché la vigna è una bambina a cui devi dare attenzione, cura, la protezione di un padre, l’amore di una madre. Ogni giorno chiede la tua presenza, ogni notte sogna le tue carezze. Il tuo passo tra quelle zolle grosse e secche, è quello che aveva tuo padre, e tutti padri che ci sono stati prima di lui. Sono i passi del tempo, che va e torna, che viene a potare, ad aggiustare tralci e pali, a raccogliere per creare. Ecco, ora puoi andare a rincorrere Reel e relazionarti con le frasi di un bambino non più lunghe di uno sguardo. Non ti ho fatto perdere tempo, ti mostrato quello che la tua anima non sa dirti.
You have to make your soul sit and focus on the Vineyard for more than thirty seconds, the time that a useless Reel on so-called "Social Media" steals from you. This is because your soul needs to settle what its senses perceive. It is an exercise that certain monks or spiritual beings call "meditation" but which is simply giving value to your time. Here, for example, is the Vineyard, if you look at it simply it is a continuous and repeated row of vine plants. However, this observation is not worthy of you who are, or should be, a living being, a thinking soul in a receptive body. Use your eyes. You see the blue of the sea and the approaching twilight, the sky lose strength and give the leaves of the vines an intense and intimate color, not the bright and strong one they have during the day. You see the clouds, there in the west, reddening and lighting up more and more intensely, covered by the swaying umbrella-shaped crowns of the ancient pine trees. They are the moments that bring memories and in which memory distills the day, preparing actors and scripts for future dreams. Now let's listen to the world. The wind, a tireless marathon runner, rises from the sea or descends hastily towards it, rustling the leaves and bringing you the village discussion that the Ciaule have in the sky, calling and answering each other until the infinite cry of a Cacciavento silences them and brings them to hide on branches or on electricity wires. They wait calmly for the bird of prey to return to the high mountains, among the airy abysses from where it dominates the world. You hear the voices of the beach, the shouting of children, the metallic and rhythmic running of a train, the sound of the bus, the crackling of motorbikes. Sound is part of man, for this reason the vines listen curiously in silence, writing in their grapes the songs of joy for when there will be a celebration or for when there will be pain to fight. The Vineyard lives in holy eternity and proof of this is the love that it gives to men. Now the perfumes. Scent of pine resin, intense, liberating, almost a miracle medicine. The smell of the wind, the humid smell of the sea, the dry smell of the mountain, made of burnt thistles and eternal olive trees. Warm smells in summer and dry, sharp smells in winter that the vineyard perceives and nourishes its bunches of, keeping the flavor of the earth in their blood and transforming it with the sun into sugar and exhilaration because the Vineyard is the magic of nature , the storyteller of the seasons. Its rows stretch out to live in the sun, its roots collect the soul of the earth. For this reason the Vineyard is like a woman who gives exhilaration, who reveals to us the beauty and essence of nature: changing, becoming, being. Because the vineyard is a little girl to whom you must give attention, care, the protection of a father, the love of a mother. Every day she asks for your presence, every night she dreams of your caresses. Your step among those large, dry clods is the one your father had, and all the fathers who were there before him. They are the steps of time, which comes and goes, which comes to prune, to adjust branches and poles, to collect to create. Here, now you can go chasing Reel and relate to a child's sentences no longer than a glance. I didn't waste your time, I showed you what your soul can't tell you.
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Treno in ritardo. Scrivo una cosa qui. Camminata sotto il sole cocente. Timbro. Compro un cappellino su vinted. Leggo le mail. Mando una mail in segreteria che la macchinetta per timbrare mi odia e mi ha sballato la giornata di ieri. Salgo su da A (come ogni mattina), è in lab, le do una mano. Trovo V, mi offre un caffè e scappa giù. Torno a lavoro. Arriva F, ha il collo bloccato e una crema in mano. Spalmo la crema sul collo di F. Dottoranda offre cornetti a tutti. Cornetto e caffè. Mi chiama un numero che non conosco, è quella che si occupa delle presenze, mi dice di passare da lei, ma non so dove. Dice che passa lei. Sulla soglia appare l'elfo che mi dice dei giorni lavorativi di Agosto e di come non farmi un giorno in sede. Arriva la tizia di presenze, mi chiede se voglio un caffè, rifiuto. Andiamo a vedere la macchinetta e niente, c'ha i problemi. Mi dice di continuare a fare segnalazione se ci sono problemi. Sono le 12. Lancio un comando e attendo.
Pranzo, chiacchiere, caffè, disegno. Mi chiedono una marea di grafici inutili. Mi stampo 2 locandine disegnate da me. Vorrei riempirmi il muro alle spalle di disegni e locandine. Disegno il lupo di Fantastic Mr. Fox con il braccio alzato. Sono le 5, il tempo passa rapido. Mando i grafici. Finisco i compiti del giorno. Stimbro.
Con F vado in libreria. Finiamo nel reparto bambini perché deve fare un regalo alla figlia di una sua amica. Compro degli sticker simpatici per A. F mi accompagna a prendere degli occhiali da sole e poi la accompagno sotto casa. M mi chiama, è in giro con un'amica e mi chiede se mi voglio aggregare. Vado da M e l'amica, parliamo un po' e si fanno le 21. Piglio il treno, mi vedo Spagna Francia. Torno a casa, doccia, cena, crollo sul letto stanco. Sono convinto di non aver fatto nulla di che.
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