#spento dentro
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illsadboy · 1 month ago
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Tornare indietro nel tempo quando si giocava alla guerra con le armi giocattolo con l’innocenza di un bambino e non con il terrore che crea solo il pensiero della guerra ora che si comprendono le atrocità. Voglio solo ritrovare un briciolo della innocenza e della spensieratezza di un bambino perchè tutte queste responsabilità mi stanno schiacciando, mi stanno spegnendo.
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eternitylove-9 · 1 year ago
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Vorrei urlare….il dolore che ho dentro.
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canesenzafissadimora · 18 days ago
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Ho spento la televisione, la cronaca, le brutture, il gossip, le sciocchezze; ho spento tutte le voci che raccontano fatti, fatti, fatti, sempre e solo fatti, ed ho iniziato ad ascoltare le parole belle, quelle che ti scavano dentro, che ti mettono in crisi davvero, che creano nella tua anima grandi orizzonti in cui puoi ancora correre e sognare.
Ho spento delusioni, amarezze, speranze, ricordi tristi, e tengo accesa la bellezza delle piccole cose, di quelle fatte a mano dove conta solo l’amore.
Ho spento la luce e acceso una candela perché mi ricorda che, se vuoi fare luce, devi consumarti e non trattenerti.
Ho spento tanti fari e tengo accese le stelle perché mi obbligano a guardare in alto e a sognare, mi ricordano che siamo fatti di desideri e non di piccolezze.
Ho spento l’egoismo e tengo aperte le mani perché due mani aperte raccolgono più cose, più cuori, più gioia, più dolore da consolare.
Ho spento le critiche, le chiacchere, gli abusi di parole e tengo acceso il silenzio perché solo lì senti cose inaudite.
Ho spento la rabbia e tengo accesi i sorrisi caso mai qualcuno ne avesse bisogno.
Ho spento l’arroganza, la saccenteria, le pretese e tengo accesa la tenerezza perché è così che posso guarire gli altri.
E poi ho spento la paura perché non esiste nessuno che può rubare la mia libertà.
Filippo Rubini
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roxan-world · 11 days ago
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C'è un posto dentro te che tieni spento, è il posto in cui
nessuno arriva mai.
* Luciano Ligabue *
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singinthegardns · 10 months ago
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Non ti cerco perché so che sarebbe peggio, non ti cerco per non soffrire per non sentire la tua voce dire che stai bene anche se non ci sono io a farti stare bene. Non ti cerco perché è pericoloso incontrare i tuoi occhi una volta ancora e rischiare di caderci dentro una volta ancora. So che pensi che sia indifferenza ma io non ti cerco perché ci tengo troppo perché se lo facessi ricomincerebbero i casini, ricomincerei a non stare bene, a non avere mai il sorriso sulla faccia, a sentirmi sbagliata senza di te e a sentirmi sbagliata insieme a te ricomincerei a non dormire la notte, a chiedermi perché non mi cerchi, perché ti trovo ovunque, perché senza di te è tutto spento, perché non sono capace di metterci un punto perché la mia testa e il mio cuore arrivano sempre ad uno scontro e sono io il morto.
Non ti cerco perché non averti accanto mi fa male ma forse averti accanto un po' di più, sapere che per quanto tu mi possa amare io ti amerò sempre un po' di più. Non ti cerco perché ho paura di soffrire, non sono abbastanza coraggiosa da affrontare tutto ciò che mi fai sentire non ti cerco perché ti voglio cercare troppo perché è tutto troppo, mi riempi, mi svuoti, te ne vai e mi lasci qui ad aspettarti e io non ce la faccio più. Non è indifferenza, anche se non ti saluto, anche se di me non sai più niente, anche se mi vedi uscire con la gente, anche se sembra che non me ne freghi niente non ti cerco nerché amarti in silenzio è più semplice che provarci davvero non ti cerco perché fa troppo male.
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worldofdarkmoods · 8 days ago
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E se ci fosse un modo per cancellare tutto? Per premere un tasto e riscrivere questo anno che ha portato solo dolore, delusioni e ferite troppo profonde per essere ignorate. Aspettare il 2025 sembra l’unico sollievo, l’unica speranza rimasta.
Ti fai in quattro per chiunque. Portare felicità agli altri ti viene naturale, come se fosse scritto dentro di te. E non ti pesa, perché il sorriso di chi ami è più importante di ogni fatica, di ogni sacrificio. E anche quando il mondo sembra approfittarsi della tua bontà, tu non ti lasci spezzare. Continuavi a credere che ne valesse la pena. Che bastasse amare abbastanza per sistemare le cose, per riempire le crepe invisibili negli altri.
Ma quante volte sei stato messa da parte? Quante volte hai teso la mano e nessuno l’ha afferrata? Quante ferite hai nascosto dietro un sorriso, quante lacrime hai versato in silenzio? Eppure, non hai mai smesso. Non hai mai permesso al dolore di trasformarti in qualcosa che non eri. Hai continuato a credere nell’amore, nella speranza, nel bene.
Fino a quando non ce l’hai fatta più. Non è stata una decisione consapevole; è successo e basta. Qualcosa si è spento dentro di te. Non è rabbia, non è nemmeno tristezza. È rassegnazione. È il vuoto di chi ha dato tutto e non ha più niente da offrire. Non ti fidi più delle persone. Non credi più nelle loro parole, nelle loro promesse, nei loro gesti. Perché hai capito che la fiducia, una volta spezzata, non si ricompone mai del tutto.
E allora inizi ad allontanarti. Non perché non ti importi, ma perché non sai più come gestire il caos dentro di te. Allontani le persone perché non vuoi ferirle con il tuo dolore, perché non sai più come spiegare il peso che porti. Ti chiudi, non per cattiveria, ma per sopravvivere.
È un loop, un circolo vizioso da cui non riesci a uscire. Ti guardi intorno e non sai più chi hai accanto. Le facce sono le stesse, ma le connessioni sembrano sbiadite. Ti senti sola, anche in mezzo alla gente. E quando qualcuno prova ad avvicinarsi, alzi muri così alti che nemmeno tu sai più come abbatterli.
E se non importasse davvero alle persone che hai accanto? Se tutto il tuo dolore, il tuo sacrificio, passasse inosservato? È una domanda che ti perseguita, che ti tiene sveglia la notte. Ti chiedi se qualcuno vedrà mai la vera te, quella che lotta ogni giorno per rimanere intera.
Ma ecco la verità: non sei sbagliata. Non è colpa tua se ti senti così. Non è colpa tua se il mondo sembra troppo duro, troppo freddo per un cuore come il tuo. Hai fatto tutto quello che potevi. Hai amato, hai sperato, hai lottato. E anche se adesso ti senti spezzata, vuota, stanca, non hai fallito.
Forse il 2025 porterà un nuovo inizio. Forse sarà il momento in cui riuscirai a lasciare andare il peso di questo anno, di tutto quello che ti ha ferito. Forse sarà l’anno in cui troverai qualcuno che saprà vederti davvero, che non approfitterà della tua bontà, che ti farà sentire finalmente a casa.
Fino ad allora, resisti. Anche se fa male, anche se il mondo sembra troppo buio, resisti. Perché dentro di te c’è una forza che non si è mai spenta. Anche quando tutto il resto sembrava crollare, quella forza ti ha tenuto in piedi. E un giorno, troverai un motivo per sorridere di nuovo. Un motivo che non sarà legato al sacrificio o alla lotta, ma semplicemente alla gioia di essere te stessa.
Anonimo🖤
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susieporta · 8 months ago
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Sfatiamo alcuni falsi miti sulla crescita personale:
1. Andare da un professionista delle relazioni di aiuto non risolverà la tua vita e i tuoi problemi. Ti accompagnerà in un viaggio di sostegno e di chiarificazione, oltre che di trasformazione, dentro di te. Il resto lo dovrai fare tu. È un percorso che dura tutta la vita, quindi mettiti tranquillo e goditi il viaggio.
2. Quello che puoi risolvere o chiarire di te stesso con un professionista, un gruppo, un percorso, non puoi risolverlo o chiarirlo con un altro. Ogni periodo della tua vita sei diverso o hai una diversa energia, così come ogni percorso o rapporto crea una energia diversa. Quindi dovrei cambiare parecchi percorsi per far suonare il pianoforte della tua anima, e comprendere più a fondo te stesso.
3. Fare di continuo un certo tipo di lavoro su di te non ti rende speciale. È semplicemente lo scopo per cui siamo qui su questa terra: non cadere nell'ego spirituale. Certo, meglio lavorare su di sé che andare al bar a fare aperitivi senza un minimo di consapevolezza dei propri meccanismi interni. Ma se ti senti a posto con te stesso solo perché fai delle asana tre volte a settimana, stai sbagliando qualcosa.
4. Lavorare sulle proprie ombre, nodi e conflitti, non può avvenire nella mente. Deve scendere nel corpo. Ricordo una terapia che si concluse nel momento in cui cambiò il mio sguardo, il quale da spento e triste divenne pieno di energia e vitale. Letteralmente. Se non senti un cambiamento nel corpo, stai ancora sognando.
5. I cambiamenti che avvengono in un percorso non sono astrazioni: devono essere reali, tangibili e concreti. Devono avvenire nella quotidianità. Se le tue relazioni non si modificano, il tuo stile di vita non migliora, il tuo modo di gestire le emozioni non cambia o non riesci a realizzare qualche obiettivo che ti appartiene, c'è qualcosa che non sta funzionando nel tuo percorso. Stai ancora sognando.
6. Ciò che fa il cambiamento non è il terapeuta, ma la relazione tra te e lui. È l'energia che scaturisce da questo incontro a volte magico a permetterti di accedere al cambiamento. Quell'energia ti fa sprofondare dentro di te in sicurezza e con coraggio, e ti aiuta a gestire gli irrisolti della tua vita. Non pensare che il professionista sia un pezzo di ghiaccio e non cambi insieme a te, perché anche questo è un falso mito. Entrambi vi trasformate tramite il vostro incontro, che vi spingerà verso nuove strade e nuovi territori.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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yellowinter · 2 months ago
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è come se fosse tutto spento, dentro e fuori, rimane il vuoto e il silenzio... nient'altro.
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smokingago · 3 months ago
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Ho perso la voglia di amare e di essere amato, si è spento il fuoco della passione e del desiderio, ho ucciso la speranza che un giorno avrò anche io quell'amore che travolge e sconvolge la vita, il selvaggio animale che era dentro di me se n'è andato.
Si è  affievolita la luce di quel sogno,
si è spento, si è spezzato, non ho più la voglia di crederci.
Non mi sento più Uomo, come un sacco vuoto non riesco più a reggermi, destinato ad accasciarmi al suolo.
Vivere aspettando ciò che finora puoi dire sia solo illusione, soffoca la gioia di godere del presente, della realtà, di ciò che è davvero la mia Vita.
Cit. Smokingago
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marquise-justine-de-sade · 11 months ago
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Un mio amico oggi,
mi ha detto che sono tanta...
Allora io gli ho detto:
"Ahh!! Ecco, dici che sono tonda, grazie eh..."
Lui ha alzato gli occhi al cielo
e ha scrollato la testa ridendo.
"Ma noo! Che hai capito!!
Tu sei tanta roba, sei di spessore,
sei impegnativa.
Sei una donna che sa cosa dice
e cosa vuole sentirsi dire".
L'ho guardato di sottecchi poco convinta: "Giura!" gli ho detto,
puntandogli il dito contro il petto.
Lui rideva e poi si è spento,
così... all'improvviso.
Mi ha guardata di nuovo negli occhi,
proprio dentro.
"Ecco, vedi, anche adesso, anche qui.
Tu lo sai cosa intendevo dire,
lo hai capito subito, ma hai mosso il vento.
Hai fatto finta di fraintendere,
di sviare l'ostacolo
e ne è uscito un moto scherzoso.
Tu sei fatta così,
tu sai cosa vali e cosa sei,
ma vuoi che gli altri se ne rendano conto,
senza che gli venga spiegato.
Perché a te spiegare costa."
"Se devo spiegarti come sono fatta,
cosa desidero e chi sono,
tu non fai per me"
gli dico seria, dentro i suoi occhi.
"Lo so, ed è questo
che a molti uomini fa paura.
È più facile restare fuori,
passare, prendere e poi salutare.
Fa paura conoscere l'essenza di una persona, fare a botte con le sue ombre,
con i suoi demoni.
Oppure, semplicemente,
conoscerne l'intelligenza, la sensibilità".
"È vero. Gli uomini oggi,
non vogliono più
responsabilizzare un neurone,
non vogliono impegno nel capire,
nel confrontarsi, nel mettersi in discussione.
Si contornano di amiche,
meglio se fidanzate o sposate,
così non danno noie,
si limitano a frequentarti
quel tempo che basta a rotolarsi un po'
e poi ognuno per la sua strada.
Le donne che sanno quello che vogliono,
le donne che credono
ancora in qualcosa di vero e di autentico,
fanno paura, sono spesse, pericolose.
Sono quelle che faticano a farsi comprendere, a farsi sentire, a farsi considerare."
Il mio amico ora guarda le mie mani
e le prende fra le sue:
"Non cambiare mai,
rimani così, tanta come sei..."
(web)
Dalla pagina di Claudio Del Pizzo
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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Ci sono persone con cui l’amore
non attecchisce
non perché non sia vivo
ma perché la terra del loro cuore
è stata troppo calpestata
e ora non lascia fiorire più nulla.
Ci sono persone in cui la gentilezza
non entra
non perché non sia forte
ma perché dentro di loro il dolore
ha scavato un deserto
dove tutto si perde
anche l’acqua più pura.
Ci sono persone che portano dentro
un incendio mai spento
una cicatrice mai guarita
che sanguina piano
silenziosa
addosso a chiunque osi avvicinarsi.
E tu non sei lì per cambiarle
non sei lì per sciogliere il nodo
che solo loro possono sciogliere.
Non forzare, non insistere
prosegui il tuo cammino
senza mai sentirti in colpa.
Non si può guarire, chi si aggrappa alla ferita
non si può liberare, chi preferisce le sue catene.
E tu, tu non sei qui per impazzire
per annullarti nel tentativo di salvare.
Non devi ammalarti per essere cura.
Non è questo l’amore.
Un giorno forse
quando il loro buio si aprirà al cielo
capiranno che dono sacro
è stato essere amati
quando erano invisibili
quando tutto in loro gridava rifiuto
e tu, invece, hai scelto di restare luce.
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Andrew Faber
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stefy-69-09 · 9 months ago
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Sono un angelo deluso dal cielo
Dove tutto è sospeso e non c'è desiderio
Sono una stella che brilla di dentro
Al momento il mio fuori è un po' spento...
~Patty Pravo~
✨ Buona Notte✨🎼🌹
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parlamitucheiononmiparlopiu · 8 months ago
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è difficile fare i conti con ciò che non siamo più, è difficile fare i conti quando al tavolo mi ci sono seduta sempre da sola, a volte ti ho strattonato per tenerti con me, seduto lì al mio fianco, in realtà tu eri altrove. Avrei voluto un epilogo diverso, ho provato ad avvertirti, a mandarti dei segnali, eppure. Cosa dovrei farci ora con tutti questi ricordi? Cosa dovrei farci con quelle parole che non hanno tenuto in piedi un bel nulla? Cosa dovrei farci con quelle promesse, fuori da quel bar, occhi dentro occhi? Il mio dolore si è reso muto, occhi vuoti, cuore spento, per quanto ancora verrò consumata da chi dice di amarmi? Per quanto ancora? Hai deluso persino le mie lacrime, stanche ormai anche di scivolar fuori dai miei occhi, rimangono lì nella gola insieme all'ultimo "ti amo".
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sololupojacksblog · 11 months ago
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C'è un posto dentro di te che tieni spento
È il posto dove nessuno arriva mai..🎶
-Liga-
Buongiorno ☕️
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susieporta · 2 months ago
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Otto di Coppe
"La resa alle autentiche Emozioni".
C'è grande tenerezza nell'ammettere la propria "condizione umana". E nel lasciare andare l'idea di "perfezione divina".
E' in atto una Rivoluzione senza precedenti dentro al nostro Cuore.
Non ci siamo mai sentiti così prima d'ora. Così intensi, così immersi nelle profondità di noi stessi, così "dentro".
E questo in alcuni momenti fa male, ci getta in una crisi senza precedenti, ci insinua dubbi e insicurezze.
Tanto che a tratti vorremmo spazzare via con un colpo deciso di spazzola tutte le nostre incongruenze, titubanze, paure.
Vorremmo silenziare il conflitto che ci anima da giorni.
Ma è proprio questo il senso di Novembre: il "dialogo interiore dell'Anima con la Verità nascosta dell'Umano".
Siamo carne e ossa.
Siamo anche Corpo emozionale.
Ed esso non va "appiattito" o "negato". Non va spento o silenziato. E nemmeno "controllato".
Va ascoltato, sentito, abbracciato e compreso.
Chi vorrebbe rendere questo mondo un luogo privo di emozionalità, chi si spende per la propaganda del "nulla" e del vuoto sentimentale, è il primo che sta male. E' il primo che punta il dito contro chi lavora alacremente per la crescita interiore, che cerca di sopprimere e "ingannare" le proprie profonde ferite emozionali, che si scaglia contro chi ci prova a "sistemare il proprio Tutto".
Le Emozioni interiori irrisolte dei Carnefici e delle Vittime, non spariranno mai.
Nelle notti dense di Novembre, desteranno il loro sonno, lo renderanno tormentato e angosciato. Condanneranno l'ignaro, il prepotente, il vittimista, l'abusatore, a dipendere dalle "compensazioni" materiali ed effimere. Dall'"usa e getta".
Lo getteranno nella depressione, nella privazione di senso, nella solitudine più profonda.
E questo è triste.
E' il frutto della mancanza di volontà interiore di maturazione e crescita, di disimpegno verso se stessi. Ma non solo. In tantissime situazioni, è dovuto anche della mancanza della "strumentazione di base", da un'eccessiva compromissione del costrutto di personalità e dei suoi funzionamenti cristallizzati nella patologia e disfunzione.
Ed allora occorre prendere atto, lasciare andare la nostra aspettativa irrealista che tutti, messi nelle condizioni più favorevoli, possano davvero percorrere la strada della maturità interiore e trovare giovamento nel percorso di crescita personale.
Novembre ci insegna a rispettare anche ciò che non potrà mai essere aggiustato dentro di noi e dentro l'Altro. A prenderne coscienza. Ad amare comunque quell'"arto amputato".
In un atto di commossa umiltà, ci riporta all'accettazione che "la brocca è rotta" e non tornerà più totalmente integra, nemmeno se utilizziamo la colla migliore per ricomporre i pezzi frantumati.
Ma, anche se non può garantire più la tenuta precedente dell'acqua, anche se è fessurata in alcuni punti, può essere trasformata in un meraviglioso vaso colmo di terra e di fiori colorati e freschi.
E' un momento di grande rappacificazione interiore. Dopo anni di conflitto con la nostra "parte menomata", la resa ci accoglie nel suo commovente abbraccio.
No. Non ameremo come prima.
Non ci "inventeremo" ruoli che non possiamo interpretare.
Non obbligheremo noi stessi a punirci "per non essere mai abbastanza", per non convergere con il modello idealizzato dell'Altro, per non conformarci all'ideale che abbiamo sempre sperato di diventare.
Oggi siamo noi.
Nudi. Spogli come alberi invernali.
Solo noi.
Nessun altro.
Pronti per avventurarci nella nostra meravigliosa Autenticità.
Mirtilla Esmeralda
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unmatto · 4 days ago
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l’una e quaranta di notte e ho l’impressione che non riuscirò mai ad addormentarmi, sono appesantito dai pensieri in più credo che poiché a quest’ora di solito dormo ora ci siano anche dei pensieri imprevisti, roba che esiste soltanto a quest’ora e che di solito ignoro. mi sono isolato, lo faccio spesso quando mi sento ferito, mi isolo per avere controllo degli stimoli esterni, cerco un po’ di pace e vivo evitando i pensieri imprevisti. mi sono isolato perché sono ferito e non mi fido delle persone, pare un atteggiamento infantile e forse lo è chi lo sa, però penso alle persone e non riesco a non provare quasi timore di loro, cerco di restarne a una distanza di sicurezza, ecco, infatti mi hanno detto che sono cambiato e questa cosa un po’ piega il cuore di un’altra metà ancora perché mi dispiace ma ora non ho le forze per reagire. alla fine di una relazione se ne esce sempre diversi e io sto diventando una persona che non pare una persona, me ne rendo conto, isolato, spaventato, ferito, amareggiato, soprattutto deluso, le mie relazioni interpersonali ormai si basano sulla sensazione di sentirsi sempre sul punto di essere deluso. un collega fidanzato da cinque anni mi chiede quando si capisce che l’amore è finito, mentre me lo chiede vedo la fine ovunque, in ogni coppia, in metro un ragazzo guarda una serie tv sullo smartphone mentre la ragazza lo guarda quasi impassibile, lui non si accorge del suo sguardo, un tempo speso insieme senza goderselo. penso alla vita come un esame e questo periodo come quello di preparazione e di studio, come se fossi in una specie di pausa o qualcosa del genere, mentre mi han detto guarda che già questa è la vita, e così sono diventato questo, domani chissà chi diventerò, si migliora e si peggiora eccetera, però oggi sono questo qua e non mi piaccio. paradossalmente la mia vita va bene: ho un lavoro pagato bene in cui sto crescendo professionalmente, mi sono iscritto all’università, sono seguito da una psichiatra e una psicoterapeuta, riesco a coltivare le mie passioni, eppure dentro mi sento come spento. allora cerco altre prospettive: la mia amica che mi dice che passerà, un briciolo di amor proprio che mi fa provare amarezza per la delusione di come sono stato trattato, una collega che mi dice che se non esistessi il mondo sarebbe un posto peggiore. eppure non mi interessa davvero niente di tutto ciò. all’una e cinquantanove di notte non so cosa cerco tra i pensieri imprevisti. starò meglio ma questa idea mi angoscia, pensare a un amore così bello che finisce, che ferisce e da cui guarire. è un pensiero così forte che fa perdere di valore all’amore stesso, se in fondo è soltanto questione di tempo e memoria. della felicità di aver almeno vissuto non so cosa farmene se i ricordi belli sono così vividi da crearmi sensazioni fisiche spiacevoli. non voglio più una relazione, non voglio più fidarmi.
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