Mi chiamano Maschera, sono figlia di un credo, mio padre è l’inganno.All’altare faccio santa la guerra, nel letto inganno l’amore.Ho tutti i difetti, me li porto nascosti per prendervi in giro.La mia fede è menzogna.Sono calma, feroce, assassina.Due torri gemelle non bastano?!E allora pensatemi saggia:ogni stupido va appresso al mio credo.Perché ogni credo appare sempre perfetto?Credi tu, crede lui, credo anch’io.C’è sempre un altro che crede e provvede: che taglia le mani, che lapida ancora?Quel credo è imposto al bambino, quel credo genera guerra, quel credo coltiva, spaccia la droga, quel credo va in paradiso, con quel credo si credono eroi, la morte è contenta.Quel credo è ignoranza, fanatismo, terrore.L’utopia è gloriosa è perfetta?Per lei l’inganno è guadagno:il bimbo si prende per mano, (è innocente)L’amore non chiede perché?Crederà ad ogni credo!Non vede la maschera, si fida di me!
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"…Spezzati, Ma vivi…"
Bisogna imparare a convivere
anche con le cose
che non si superano.
Perché è inutile stare ad ascoltare
i bei discorsi sul tempo che guarisce
le ferite, sulle cose belle che verranno,
sulla vita che ti sorprende
quando meno te lo aspetti.
Ci sono segni che non si cancellano,
lividi che non passano,
vuoti che non si possono riempire.
Cose rotte che resteranno rotte
per sempre, non c'è nulla da fare.
E nemmeno da dire.
Bisogna solo far propria l'idea
che niente sarà come prima,
mai più.
Che la vita che verrà è nuova,
anche se non come l'avevamo
immaginata.
Forse ci saranno diverse felicità,
nuove occasioni, nuovi spunti.
Ma non c'è alcuna cosa al mondo
che possa farci tornare
chi eravamo prima
che accadesse quello che
non possiamo più cambiare
e che ci ha cambiati per sempre.
È l'unica certezza.
Per sempre.
Bisogna imparare a convivere
con tutto quello che non avevamo
nemmeno mai immaginato,
nascendo di nuovo, in un modo
innaturale, perché ce lo impone
il turbinio dell'esistenza,
la forza che nemmeno
sapevamo di avere.
Spezzati, Ma vivi…
~ Laura Messina ~
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"Ti dirò il più grave dei miei errori.
Quello di non aver amato abbastanza me stessa.
Cioè di aver dimenticato che il grande comandamento "Ama il prossimo tuo come te stesso", parte dal presupposto di amare prima e innanzitutto se stessi.
Non ho amato abbastanza me stessa perché non sono mai stata contenta di me stessa, non mi sono mai molto piaciuta. Non ho capito insomma che non è necessario piacersi per amarsi, che amarsi è amare la vita.
Ho amato la vita in astratto, e non sulla mia pelle. O meglio, l'ho amata amando gli altri o sforzandomi di amare gli altri.
Ma è tempo che io riconosca la più banale delle verità: tra gli altri ci sono anch'io.
È tempo che io sorrida, che rida."
Oriana Fallaci
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Se darò sollievo a un’anima ferita
se asciugherò una lacrima, senza farmi vedere
se sarò il silenzio che accoglie
quando le parole diventano troppo pesanti
allora, non avrò vissuto invano.
Se aiuterò una persona
ad attraversare il suo buio
a ritrovare la bellezza, persa nella paura
se offrirò un rifugio alla fragilità altrui
se sarò la mano che sostiene
anche quando trema
allora, avrò conosciuto l’amore.
Perché vivere non è contare i passi
ma lasciare impronte gentili
sul cuore di chi incrociamo.
È essere il raggio di luce
che filtra attraverso una crepa
l’abbraccio che non chiede nulla
ma sa donare tutto.
Se sarò, anche solo per un attimo
la risposta che qualcuno cercava
o il respiro che dà tregua
in una notte troppo lunga
allora, la mia vita sarà stata abbastanza
e la mia anima, avrà trovato casa.
Andrew Faber
[Liberamente ispirata, al capolavoro di Emily D.]
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"Puoi essere salvato nel momento del tuo crollo da qualcuno più debole di te ma più saggio. "
Scultura dell'artista norvegese Frederick Radum (1973)
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"In questo mondo di plastica e rumore, voglio essere fatto di argilla e silenzio"
Eduardo Galeano. (scrittore uruguaiano)
Opera della scultrice lituana
Jurga Martin nata nel 1977
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"𝐃𝐄𝐕𝐈 𝐓𝐈𝐑𝐀𝐑𝐓𝐈 𝐒𝐔
"La banalizzazione del dolore altrui, quell'atteggiamento per cui la ferita di un altro è quasi insignificante solo perché non tocca direttamente, è un dettaglio spiacevole che racconta di un mondo stretto a forma di io. Strettissimo... significa non capire che, anche se non ne comprendiamo i motivi, la persona che abbiamo davanti magari si sente talmente sgretolata dentro da non riuscire neanche più a pensarsi.
Ma imperterriti da fuori: "Devi tirarti su!"
Guido Gaeta
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Un film doloroso ma necessario, da vedere e far vedere a più persone possibile per sensibilizzare sul tema del bullismo, per allargare il raggio d'azione che per mamma Teresa è diventata una mission dopo che Andrea si è tolto la vita a 15 anni.
"Il film è un invito ai ragazzi di oggi a confidarsi con amici e genitori, un monito a non seguire le orme del silenzio"..
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